Etiopia: Dancalia e parte storica
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Le immagini e i racconti che mi hanno spinto a fare questo viaggio sono quelle che riguardano la Dancalia, mentre avevo sempre sottovalutato, sbagliando, l’importanza dei resti antichi etiopi.
La Dancalia è stata per molti anni ‘’sconsigliata’’ perché molto scomoda e pericolosa, con sporadici assalti a turisti da parte di non meglio identificati predoni, forse provenienti dalla vicina Eritrea con la quale l’Etiopia è in pessimi rapporti. Però recentemente la situazione sembrava più tranquilla (anche se poi in dicembre 2017 un turista tedesco è stato ucciso al vulcano Erta Ale mentre girava da solo con una guida ma senza scorta armata) e allora nella primavera del 2017 io e alcuni amici e amici degli amici (siamo partiti in 9, quasi tutti anziani) abbiamo messo in cantiere il viaggio in Dancalia con partenza 7/1/2018.
Il tour classico della Dancalia dura una settimana, ma dato che il 19/1 ci sarebbe stata la celebrazione del Timkat (principale festa religiosa dei cristiani copti etiopi) ho deciso di prolungare il viaggio di una settimana da solo o con chi voleva unirsi a me, per cui dopo la Dancalia io e un altro dei partecipanti abbiamo fatto una settimana nel Tigrai, ad Axum, a Lalibela e a Gondar.
Un partecipante del gruppo ha contattato varie agenzie turistiche di Addis Abeba per avere preventivi e programmi. I prezzi variavano parecchio, ed inoltre alcune agenzie non volevano organizzare l’ultima notte in Dancalia a Asso Bole (che è un posto molto bello) bensì insistevano per due notti a Ahemedela (che un posto pessimo). Alla fine abbiamo scelto l’agenzia Amazing Ethiopia www.amazingethiopia.com. Tutti i voli aerei, sia gli internazionali che quelli interni in Etiopia, sono stati a nostro carico e prenotati dall’Italia.
L’agenzia ha iniziato i suoi servizi a Addis Abeba e li ha terminati una settimana dopo a Mekele verso mezzogiorno, quando 7 compagni di viaggio sono tornati in Italia (volo Mekele-Addis Abeba e Addis Abeba-Italia) mentre io e un altro partecipante abbiamo incontrato il rappresentante della Covenant Tours di Mekele (prenotata dall’Italia) www.covenantethiopia.com che ci ha fornito una macchina con autista per 2 giorni per andare da Mekele fino ad Axum per visitare varie chiese del Tigrai. Il nostro viaggio è poi proseguito con i voli da Axum a Lalibela, da Lalibela a Gondar, da Gondar a Addis Abeba e proseguimento per l’Italia.
PROGRAMMA DETTAGLIATO E ALBERGHI
Gennaio 2018
07 Volo Malpensa-Addis Abeba ET0727 21:55
08 Arrivo Addis Abeba 6:55, volo a Dire Dawa ET204 13:50, auto a Harar – Wonderland Hotel
09 Harar – Wonderland Hotel
10 Harar – Parco Awash, Awash Falls Hotel
11 Parco Awash – Semera, Adga Hotel
12 Semera – lago Afdera – Vulcano Erta Ale, capanne di pietra sul vulcano
13 Vulcano Erta Ale – Ahemedela, letti di stuoia all’aperto
14 Ahemedela – lago salato – Dallol – Asso Bole, letti di stuoia all’aperto
15 Asso Bole – Mekele – Tigrai – Adigrat, Canaan Hotel, EUR 18
16 Adigrat – Adua – Axum, Ambassador Hotel, EUR 18
17 Volo Axum – Lalibela ET123 11:50, Mekanelielit Hotel, EUR 33
18 Lalibela, Mekanelielit Hotel, EUR 33
19 Lalibela, Mekanelielit Hotel, EUR 33
20 Lalibela, Mekanelielit Hotel, EUR 33
21 Volo Lalibela – Gondar ET123 12:50, Capra Walia Hotel, EUR 17
22 Volo Gondar – Addis Abeba ET115 16:35, attesa in aeroporto
23 Volo Addis Abeba – Malpensa ET0702 0:10, arrivo a Malpensa alle 7:10.
Premesso che tutti i voli sono stati effettuati con Ethiopian Airlines, siamo arrivati, chi da Malpensa e chi da Roma, a Addis Abeba verso le 7 del mattino dell’8 gennaio. All’aeroporto abbia incontrato la guida etiope parlante italiano e con un pulmino siamo andati alla sede dell’Amazing Ethiopia per pagare il saldo del viaggio, poi breve giro turistico della città e ritorno in aeroporto per il volo per Dire Dawa dove abbiamo trovato le 3 jeep e abbiamo iniziato il tour dirigendoci verso Harar.
I prezzi degli alberghi sopraindicati sono per camere ‘’matrimoniali ad uso singolo’’ con bagno. Tutti gli alberghi sono stati confortevoli tranne il Capra Walia Hotel la cui camera aveva un bagno decisamente malridotto. Le colazioni erano sempre comprese e di buon livello. Tutte le camere del viaggio avevano numerose prese elettriche funzionanti.
I VOLI
Il volo Ethiopian Airlines A/R Malpensa – Addis Abeba è costato 674 euro: ottimo volo diretto, puntuale, aereo comodo, monitor personali, buon pasto. Anche i voli interni con Ethiopian Airlines sono stati comodi anche se con aerei ad elica. I voli interni sono scontati se si ha fatto il volo internazionale con Ethiopian Airlines. I 4 voli interni sono costati 156 euro. Io viaggio sempre con il solo bagaglio a mano e anche nei voli interni non ho avuto problemi per portare in cabina il mio trolley + uno zainetto. Bisogna sempre controllare gli orari dei voli interni qualche giorno prima della partenza perché ben 3 voli su 4 hanno avuto l’orario di partenza spostato in avanti di qualche minuto.
SPESE
Il viaggio è costato circa 2500 euro con queste voci principali: voli 840 euro, agenzia Amazing Ethiopia 1000 euro, auto con autista Makele-Axum 92 euro (prezzo fisso per l’auto 220 USD da dividere in 2), cibo 93 euro, alberghi 185, visite 134 euro, assicurazione sanitaria 44 euro.
Mangiare costa pochissimo e per due pasti al giorno spendevo circa 10 euro e anche gli alberghi sono economici mentre le visite ai monumenti/chiese sono care e spesso è essenziale avere una guida.
AGENZIE TURISTICHE
La Amazing Ethiopia ci ha fornito per 1000 euro (50% anticipati e 50% all’arrivo): 3 jeep da Dire Dawa a Mekele, guida parlante italiano, 4 notti in albergo e 3 definite ‘’campeggio’’ ma in realtà all’aperto sotto le stelle, le colazioni negli alberghi e la pensione completa in Dancalia, abbondante acqua, tutti i permessi e le guardie armate, benzina, tour con guida a Harar e guide al vulcano e al Dallol.
Ci era stata offerta l’opzione, prima di sapere il numero dei partecipanti, di usare le jeep con 3 o 4 passeggeri e abbiamo scelto l’opzione più cara da 3 passeggeri per stare più comodi (poi rivelatasi praticamente inutile).
Gli alberghi forniti sono stati confortevoli: stanze doppie con letti singoli (più una camera singola che abbiamo usato a turno essendo in numero dispari), acqua calda, bagno in camera, ventola e/o aria condizionata.
Le jeep sono andate sempre bene e gli autisti erano bravi anche se con la tendenza di tagliare le curve sulla sinistra.
I servizi previsti sono stati ben forniti e il viaggio in Dancalia è stato bellissimo… malgrado il comportamento a volte villano e poco professionale della guida Alex (Alessandro), un etiope adottato, o qualcosa del genere, da una famiglia italiana abitante in Etiopia.
Quindi non mi sento di consigliare l’agenzia Amazing Ethiopia a causa della guida che ci hanno dato, oppure suggerisco di chiedere esplicitamente un’altra.
L’alternativa tra le jeep con 3 o 4 turisti ognuna è un po’ assurda in quanto sia Alex che le guardie montavano sulle jeep che quindi risultavano quasi sempre molto affollate.
La Covenant Tours, una delle 2 agenzie di Mekele che si trovano in Internet ma l’unica che mi abbia risposto, ci ha fornito la macchina e un autista molto professionale per il trasferimento Mekele-Axum e ha prenotato l’albergo a Adigrat dato che non ero riuscito a farlo dall’Italia (avevo scritto a vari alberghi ma nessuno aveva risposto). Il prezzo della macchina (in effetti un pulmino da 12 posti) è fisso ed è un po’ caro: 220 USD. L’autista ci ha portati a visitare le chiese e i monumenti che avevo richiesto e ci ha procurato le guide essenziali per le visite alle chiese del gruppo di Takatisfi (dove bisogna camminare parecchio tra una chiesa e l’altra) e ai monumenti di Axum. Tutte le visite alle chiese e ai monumenti sono a pagamento, così come le guide. L’agenzia ha fornito solo macchina e autista. L’agenzia propone dei brevi tour in Dancalia da 1 a 5 giorni con partenza/arrivo a Mekele e quindi sarebbe possibile visitare la Dancalia con un breve viaggio con volo A/R Italia-Addis Abeba-Mekele.
VISTO, CAMBIO VALUTA
Per il visto da fare in aeroporto, contrariamente a quanto si trova scritto in Internet, non servono né foto né copia del passaporto né moduli compilati: si va allo sportello, si consegna il passaporto, fanno loro una foto, chiedono il nome dell’albergo di almeno una notte in Etiopia, ed infine dicono di andare a pagare il visto allo sportello di una banca che si trova dietro agli sportelli del visto. Non restituiscono il passaporto al turista ma lo passano fisicamente alla banca. Si gira attorno ai ‘’gabbiotti’’ dei visti e si va allo sportello della banca per pagare i 50 USD del visto (accettano anche EUR). La banca restituisce il passaporto con una ricevuta di pagamento che va esibita prima di uscire dall’area passaporti. Tutta la procedura è abbastanza veloce.
Subito fuori dall’area passaporti ci sono il ritiro bagagli e due banche per il cambio.
Abbiamo cambiato 1 EUR = 32,78 BIRR ed è un buon cambio che abbiamo visto anche altrove.
ATTENZIONE: alla partenza dall’Etiopia non è possibile cambiare i BIRR in valuta estera, per cui bisogna cambiare poco e spendere tutti i BIRR prima di partire.
In ogni caso tutti gli alberghi e i tassisti e al mercato cambiano USD contro BIRR, e tutti accettano anche USD in pagamento (tutti gli alberghi espongono il prezzo in USD).
Le banconote etiopi sono molto consumate e di piccolo taglio, per cui ci si ritrova in mano grosse mazzette di banconote impossibili da tenere nel portafogli.
CIBO, ELETTRICITÀ, INTERNET, ZANZARE, DISTURBI FISICI
Il cibo costa pochissimo, è prevalentemente piccante e in ogni menù, almeno la parte comprensibile, ci sono molta carne e pasta. Ormai la pastasciutta (spaghetti, maccheroni, a volte lasagne) è molto diffusa in Africa. Le porzioni sono sempre abbondanti e il sugo della pasta a volte è buono ma altre volte è molto piccante. Bibite e acqua minerale e birra si trovano dovunque.
Il caffè è ottimo e a volte lo servono, se si ha tempo, dopo una preparazione complicata: tostatura dei chicchi, aspirazione del loro aroma, riduzione dei chicchi in polvere con un mortaio a mano, bollitura del caffè, versamento del caffè dall’alto fino a riempire la tazza o il bicchiere fino all’orlo.
Le prese elettriche sono come le nostre e non serve alcun adattatore.
Nelle città spesso manca la luce per molte ore.
Internet va a momenti più no che sì. Anche negli alberghi dove assicurano che Internet c’è o non c’è del tutto oppure funziona solo quando ci sono poche utenze collegate, per esempio di notte. Cercare di usare Internet è stato spesso snervante.
Nessuno del gruppo ha fatto la profilassi antimalarica. Abbiamo trovato poche zanzare nel tragitto da Harare alla Dancalia. Abbiamo usato il solito repellente e io anche le piastrine antizanzare in camera di notte. A volte gli alberghi avevano le zanzariere sopra il letto. In alcuni posti, come Lalibela, abbiamo trovato molte mosche. Nessun insetto nei letti ma il mio compagno di stanza mi ha detto d’aver trovato in una camera 2 zecche.
Siamo stati sempre tutti bene: nessun problema intestinale o tosse o raffreddore. Solo una partecipante ha lamentato dolori alle gambe e un colpo di calore al Dallol.
TEMPERATURE, ATTREZZATURA, STRADE
Abbiamo patito più il freddo del caldo e spesso abbiamo indossato tutti gli abiti pesanti con i quali eravamo partiti dall’Italia.
Per le 3 notti in Dancalia non è stato sufficiente il sacco-lenzuolo che avevamo portato ma sarebbe stato molto meglio usare un sacco a pelo medio. Tanto per capirci, ho dormito vestito con maglione, giacca a vento di piumino e cappello di pile.
Non ha mai fatto troppo caldo mentre ha fatto molto freddo, aggravato dal vento.
Avevo portato i calzoni corti ma non li ho mai usati.
Quindi suggerisco di portare, oltre alle cose ovvie: sacco a pelo medio, cappello di pile, 2 torce elettriche, mascherine per coprire naso e bocca perché sul vulcano e al Dallol ci possono essere gas irritanti, buone scarpe da mezza montagna, sandali da trekking.
Le strade sono buone, tutte costruite recentemente e bene dai cinesi. L’Etiopia è montuosa e quindi ci sono continuamente curve. Abbiamo visto molti camion rovesciati e anche un autobus. Solo le strade/piste secondarie sono molto brutte, sia quelle su sabbia che su roccia lavica.
ADDIS ABEBA
L’avevo già vista 10 anni fa (facendo il giro dell’Omo River) e questa visita mi ha confermato la mia prima brutta impressione: la città non ha nulla da offrire e meno ci si sta meglio è.
L’unica cosa interessante, almeno per me, è stata la visita allo scheletro di Lucy, posto in un museo fatiscente dove, tanto per cambiare, è mancata la luce.
HARAR
Città interessante da visitare con una guida. Ogni sera c’è lo spettacolo del pasto delle jene poco fuori il centro abitato: in un prato illuminato dai fari delle jeep c’è un tizio che toglie dei pezzi di carne da un contenitore e li dà a delle jene semi-addomesticate. Chi vuole può farsi fare delle foto mentre nutre le jene.
PARCO DI AWASH
Il parco è insignificante, piatto e brullo. Pochissimi animali che si vedono lontano. Il lodge Awash Falls Hotel è molto bello posizionato davanti ad una cascata con coccodrilli alla base.
SEMERA
Nulla da dire perché è stata solo una tappa del viaggio.
VULCANO ERTA ALE
La strada per arrivare al vulcano è orribile e si viaggia spesso a 10 km all’ora. Ci si ferma con le jeep in un punto di sosta distante circa 12 km dal cratere che si vede fumante in lontananza. Solo quando ci siamo fermati ho capito perché ci vogliono circa 3 ore e mezza per arrivare al cratere che non è molto in alto ma c’è un lungo tratto in pianura prima di cominciare a salire.
Di solito si parte dal campo base verso le 18 e poco dopo bisogna procedere al buio con le torce accese, seguendo una guida Afar e 2 guardie armate. La salita non è difficile ma 3 persone del gruppo hanno preferito noleggiare dei dromedari (30 euro a testa). I dromedari non hanno sella e staffe e si resta seduti sui materassini che poi si useranno per dormire. Salire con i dromedari è quindi molto scomodo. In discesa le 3 persone dei dromedari hanno preferito scendere a piedi.
In cima, a qualche centinaio di metri dal cratere, c’è una specie di villaggio turistico fatto di igloo di sassi, più molte altre aree aperte delimitate da sassi: l’affollamento turistico degli ultimi tempi ha fatto esaurire velocemente gli igloo per cui molte persone hanno dormito completamente all’aperto sui materassini messi per terra. Anche negli igloo, dove abbiamo dormito noi, i materassini sono stati messi per terra e malgrado la parziale protezione dal vento ha fatto molto freddo.
Eventuali bagagli pesanti vengono portati in cima con i dromedari, assieme alla cucina da campo e cibarie varie.
Da questo campo base ci si dirige verso il cratere distante alcune centinaia di metri, sempre con guida Afar e guardia armata. Il vulcano a volte erutta lapilli e a volte, come nel nostro caso, semplicemente ha un fiume di lava ben visibile che scorre al suo interno. Si arriva a circa 2 metri dal bordo del cratere e si guarda giù lo spettacolo impressionante. Si cerca di avere il vento alle spalle per respirare bene, ma quando cambia il vento e arrivano i vapori del vulcano l’aria diventa irrespirabile e diventano utili le mascherine.
Al mattino ci si alza molto presto per un’ultima visita al cratere e per ritornare in basso al campo base evitando le ore più calde della mattinata. Arrivati in basso al campo base si fa colazione e si riparte rifacendo la stessa strada orribile dell’andata.
AHEMEDELA
Ahemedela è un villaggio in una piana polverosa e ventosa. È un posto assolutamente privo di attrattive e serve solo come base per visitare il lago salato e il Dallol. Non ha senso passare qui più di una notte. Si dorme all’aperto su letti di stuoie (con sopra i materassini) ben sollevati da terra. Ci si lava con l’acqua da bere delle bottiglie e i bagni sono ovviamente i prati circostanti. Non si dorme male ed è bello il cielo stellato, ma fa molto freddo.
Si cominciano a vedere le carovane di dromedari e asini e si va a vedere come estraggono lastroni di sale dal lago salato che vengono poi tagliati in mattonelle da caricare sui dromedari. Pare che le carovane dureranno ancora poco perché probabilmente costruiranno una strada per far arrivare i camion al lago salato.
Il Dallol non ha bisogno di commenti perché non bastano neppure le magnifiche foto che si vedono in Internet per descriverne la bellezza: bisogna proprio andarci e usare i propri occhi. Non esiste un altro posto al mondo simile ad Dallol.
ASSO BOLE
Asso Bole è un villaggio Afar collocato in una bella posizione all’inizio di una gola dove scorre un fiume. Dalla gola passano continuamente carovane. Nel fiume ci si può bagnare. Anche qui si dorme all’aperto. Asso Bole merita sicuramente di essere visto.
MEKELE
Mekele l’ho vista poco perché siamo subito ripartiti per Adigrat, ma da quello che ho visto è una bella cittadina vivace, certamente meglio fare eventualmente una sosta qui piuttosto che a Addis Abeba. Del gruppo, 2 compagni di viaggio hanno deciso di pernottare qui una notte mentre altri 5 hanno affittato 2 camere d’albergo per un pomeriggio per farsi una doccia e cambiarsi prima del volo Mekele-Addis Abeba-Italia.
ADIGRAT
Ci siamo fermati qui solo per dormire. Prima di arrivare qui abbiamo visitato con una guida le due chiese principali del gruppo di Takatisfi, molto belle. Abbiamo saltato la terza chiesa, quella con la famosa scala fatiscente, perché la scala è veramente conciata male.
AXUM
Il paesaggio tra Adigrat e Axum è bellissimo. Ad Adua siamo andati a vedere il cippo, molto mal ridotto, che ricorda i caduti italiani nella battaglia di Adua del 1896. La ricorrenza della vittoria etiope è tutt’ora festeggiata ogni anno dalla popolazione locale.
Axum ha molte cose interessanti da visitare ma con una guida è sufficiente una giornata per fare il giro completo. La stele riportata qui da Roma, che è la più alta e più bella tra quelle in piedi, fa la sua bella figura nel parco delle stele.
LALIBELA
Lalibela è una brutta cittadina con un patrimonio storico magnifico: le sue chiese intagliate nella roccia sono spettacolari, difficili anche solo da immaginare.
L’ingresso cumulativo alle chiese è molto caro ma dura 3 giorni: 1360 BIRR oppure 50 USD oppure 40 EUR. Anche le guide sono care: la prima guida che si è offerta voleva 1100 BIRR, poi ne abbiamo trovata un’altra da 700 BIRR. La guida è essenziale perché le vie per passare da una chiesa ad un’altra sono spesso nascoste e introvabili. Abbiamo iniziato la visita al mattino alle 8:30 e l’abbiamo conclusa per l’ora di pranzo. Poi ci siamo tornati altre volte per conto nostro perché le chiese meritano altre visite con più calma e in altri orari.
Siamo rimasti a Lalibela 4 notti perché non tutti i giorni ci sono i voli interni che ci servivano, e pensavo che 4 notti fossero troppe ma mi sbagliavo perché erano giuste, come è stato giusto fare una sola notte a Axum e a Gondar.
A Lalibela abbiamo assistito ai festeggiamenti per il Timkat del venerdì 19 gennaio.
Il 18 pomeriggio da tutte le chiese hanno portato in processione le copie dell’Arca dell’Alleanza (ogni chiesa ha una copia mentre l’originale, che nessuno ha visto, dicono trovarsi a Axum) fino ad una specie di parco a 3 km dal nucleo abitato. Tantissima gente, tanto entusiasmo, tanti turisti.
Il 19 al mattino presto fanno una lunga cerimonia, sempre nello stesso parco, dalle 7 circa fino alle 9:30, con un grande affollamento. C’è una tribuna pare solo per turisti, o forse accedervi è così caro (350 BIRR) che solo i turisti possono permetterselo, ma in ogni caso è solo dalla tribuna, strapiena di turisti, che si può vedere bene la cerimonia. La cerimonia si conclude alle 9:30 con la benedizione dell’acqua in una specie di piscina a forma di croce. L’acqua diventa così acqua santa e inizia l’apoteosi di gente che si butta nella piscina, viene bagnata dalle canne e dall’acqua della piscina tirata addosso a tutti. Uno spettacolo incredibile. Dopo le 9:30 la tribuna era diventata libera per tutti anche perché la maggior parte dei turisti se n’era andata subito dopo la benedizione dell’acqua e i primi bagnamenti di gruppo.
Al pomeriggio del 19 altra processione per riportare le copie dell’Arca dell’Alleanza dal parco alle varie chiese.
Il 20 nella tarda mattina altra processione per portare in giro delle immagini sacre, con canti e balli fino al tardo pomeriggio.
GONDAR
Gondar è una brutta città, grandissima, fatiscente, molto inquinata e trafficata. Il suo unico merito è quello di avere dei castelli e palazzi antichi molto belli, tutti visitabili in mezza giornata, ma per il resto non è neppure piacevole passeggiare in centro.
CONCLUSIONI
L’Etiopia mi ha stupito e considerando i due viaggi nella zona dell’Omo River, con le sue popolazione ancora molto caratteristiche oltre ai bei paesaggi, e questo in Dancalia e parte storica, devo dire che un viaggio in Etiopia è altamente consigliabile.
Andare in Dancalia è caro e un po’ scomodo, ma non poi scomodissimo. Chiunque viaggi tanto è preparato a dormire dove capita, a lavarsi quando può e ad andare in bagno nei prati. La cosa importante è che ne valga la pena e con la Dancalia ne vale certamente la pena. Tra l’altro la Dancalia sta diventando affollata e viene ormai proposta da molte agenzie di viaggio, per cui prima ci si va e meglio è.
La parte storica, che erroneamente avevo sempre considerato poco interessante, è invece bellissima e ha in Lalibela la sua perla. Io amo molto l’archeologia e ne ho visti tanti di siti archeologici, eppure Lalibela mi ha lasciato a bocca aperta.
Ottimo viaggio quindi, tempo buono senza pioggia, nessun disturbo fisico, nessun contrattempo, popolazione cordiale (tranne gli Afar che non vogliono essere fotografati), nessuna sensazione di pericolo.