Estate 2016 fuori dai soliti schemi in Bulgaria!

A zonzo tra Sofia, Plovdiv e Koprivshtitsa
Scritto da: micheledemo
estate 2016 fuori dai soliti schemi in bulgaria!
Partenza il: 01/09/2016
Ritorno il: 08/09/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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Settembre 2016… l’estate è quasi terminata, ma la voglia di scoprire nuovi angoli d’Europa è ancora tantissima. Io e Pisi decidiamo quindi di investire la modica cifra di 66 euro in un volo Ryanair (andata e ritorno per due persone) da Pisa a Sofia. Trovare una guida cartacea sulla Bulgaria non è stato semplice, l’unica in commercio che sono stato costretto ad acquistare è stata quella della Lonely Planet, ed io non amo le Lonely Planet…

Prima di descrivere le esperienze e i luoghi volevo fare qualche considerazione: innanzi tutto la Bulgaria È SICURA. Non abbiamo mai avuto la sensazione di essere in pericolo dal punto di vista del terrorismo o della normale criminalità. Le strade sono pattugliate da tantissime squadre di poliziotti. In molti angoli di Sofia si possono vedere dei gabbiotti rialzati: sono postazioni di polizia, dove i guardiani monitorano la situazione circostante grazie a vari schermi. Nei giardini pubblici si può stare tranquilli anche di notte: tante sono le donne sole che abbiamo visto passeggiare di sera tardi… quindi si presume che la sicurezza sia tale che non si debba aver paura di girare.

Le città bulgare (per lo meno i centri) sono molto più curate, vivibili, pulite e ordinate di quasi tutte le città italiane. Le periferie, nonostante la povertà, rimangono comunque più pulite della via di casa mia a Genova. La gente è semplice e cordiale; i giovani parlano inglese, qualcuno parla italiano (soprattutto le donne d’età, che magari prima facevano le badanti in Italia). È molto economica: dai ristoranti ai trasporti…è veramente a portata di tutte le tasche. Muoversi in taxi è davvero conveniente, ma state bene attenti ad evitare gli abusivi. Moneta corrente LEVA (1 euro vale 1,96 lv, praticamente io dividevo il conto per due… cioè se al ristorante pagavo 20 lv, io calcolavo 10 euro). Si usa l’alfabeto cirillico… vale la pena fare un po’ di dimestichezza con questo alfabeto prima di partire.

01 settembre

Arriviamo puntuali all’aeroporto di Sofia, passiamo il controllo passaporti (va bene anche la carta d’identità valida per espatrio) e sorpassiamo in scioltezza i tassisti abusivi che si propongono di accompagnarci. Andiamo diretti, invece, al banco dei taxi ufficiali (OK TAXI), proprio di fronte all’uscita degli arrivi, mostriamo l’indirizzo del nostro albergo e loro prenotano subito una vettura per noi. La vettura ci aspetta già fuori e all’autista è stata già comunicata la destinazione (12 leva il costo della corsa), che sarà il CENTRAL SOFIA HOTEL. Ci sentiamo di consigliare vivamente questo hotel 4 stelle, per la posizione centrale, la pulizia, gli arredi moderni e curati, tutti i servizi funzionanti, la professionalità del personale, la colazione stellare e la SPA compresa nel prezzo! Posiamo le valigie e usciamo subito per familiarizzare con i dintorni dell’hotel.

Ceniamo in un ristorante di una catena diffusa in Bulgaria: “Happy”. Ci troveremo talmente bene da sceglierlo per quasi tutti i nostri pranzi e le nostre cene. Il menù è ricco e internazionale e il locale è sempre gremito sia da turisti che da gente del posto e i prezzi sono molto buoni. Quando usciamo ci mettiamo a gironzolare senza meta ed assistiamo, a sorpresa, ad uno spettacolo di fuochi d’artificio sparati da qualche spiazzo retrostante il museo di storia naturale in viale Tsar Osvoboditel. La settimana non poteva cominciare meglio di così!

02 settembre

La super colazione al nostro hotel ci mette di buon umore e ci dà le energie necessarie ad affrontare questa lunga giornata di esplorazione, che comincia dal vicino mercato delle donne. La guida Lonely lo descriveva come una meta interessante, ma in realtà non è che lo fosse poi tanto… Qualche bottega artigiana di vasellame, poi per il resto il solito mercato di frutta, verdura, carni e pane. Essendo un quartiere popolare sembra che il tempo sia ancora fermo agli anni dell’Urss… vecchine col fazzoletto annodato sul capo, povertà (ma non degrado) e negozietti sbilenchi che qui non si vedono da almeno trent’anni… e tanti cani randagi. Noi ci fermiamo a sfamarne qualcuno.

Ci imbattiamo nella chiesa dei santi Metodio e Cirillo (l’inventore dell’alfabeto cirillico) e poi ci dirigiamo verso la sinagoga della città, la più grande sinagoga sefardita d’Europa, che ospita al suo interno un impressionante candelabro in ottone dal peso superiore alle due tonnellate. La sinagoga è in ul Ekzarh Yosif 16 (orari 9-16 lun-ven e 10-14 dom), ma l’ingresso non si nota bene… bisogna spingere un piccolo, ma massiccio portoncino di legno. Per un po’ siamo soli nel tempio, ma poi arriva una coppia di signori tedeschi e un vecchietto che si offre di raccontarci qualcosa circa la sinagoga. Lui è un membro importante della comunità ebraica bulgara e ci spiega tutte le curiosità architettoniche dell’edificio e poi passa a raccontare le vicende che l’hanno attraversata… e quando si passa per il periodo delle leggi di segregazione razziale naziste il racconto diventa difficile da digerire. Lui stesso, in tenera età, è stato in un campo di concentramento. Non avevamo mai conosciuto nessuno che avesse vissuto questa esperienza e la cosa ci scuote parecchio. Lasciamo un’offerta per la conservazione dei beni della sinagoga e usciamo.

Poco distante si incontra la moschea Banya Bashi in bul Maria Luiza risalente alla metà del sedicesimo secolo (ora chiusa per restauri interni) con il suo bel minareto. Alle spalle della moschea una bella piazza con aiuole fiorite e fontane e un edificio elegante e restaurato, che una volta ospitava i bagni turchi. In questa piazza troverete tante fontanelle da dove sgorga acqua calda: sono le acque delle sorgenti termali che alimentavano i bagni turchi. P.S. l’acqua è potabile, e avendo dietro una tazza e una bustina di tè potrebbe essere una cosa simpatica prepararsene uno. Gli abitanti di Sofia apprezzano quest’acqua per le sue proprietà benefiche per l’intestino: infatti li vedrete bere abbondantemente e riempire tante bottiglie.

Proseguendo verso sud per bul Maria Luiza si arriva al complesso archeologico di Serdika. Serdika è il centro nevralgico della città: qui si intersecano le due linee della metropolitana e tutti i punti di interesse sono vicini. Proprio durante gli scavi per l’ampliamento della stazione della metropolitana, tra il 2010 e il 2012, qui, si è scoperto di tutto! Un piccolo insediamento romano datato tra il VI e il IV secolo a.c. (formato da otto strade, una basilica paleocristiana, un complesso termale, sei grossi edifici e una chiesa tardo-medievale) si è nascosto qui per secoli. Ora i resti sono visitabili gratuitamente, ma azzardati interventi di restauro ne hanno però compromesso l’autenticità. A Serdika, inoltre, si trovano la statua della santa che dà il nome alla città, santa Sofia appunto (posta su un’alta colonna), la minuscola chiesa di Sveta Petka Samardzhiiska (in una posizione affossata, dato che fu costruita durante il periodo della dominazione turca), la cattedrale di Sveta Nedelya –punto di riferimento di tutta la città- con la sua grande cupola e i notevoli affreschi bizantini e la grande piazza Nezavisimost con i maestosi edifici di epoca sovietica, tra cui il poderoso monolito staliniano della Casa del Partito. Costruito nel 1953 era il quartier generale del partito comunista bulgaro; in cima all’edificio oggi svetta la bandiera bulgara, ma ai tempi dei soviet qui spiccava una grande stella rossa, oggi conservata nel giardino del museo di Arte Socialista.

Dalla cattedrale di Sveta Nedelya, attraversando la strada in direzione sud, si passa davanti all’imponente palazzo di giustizia (da cui partono ogni giorno i free-walking-city-tour http://freesofiatour.com/), sorvegliato da due fierissime statue leonine e si arriva in Vitosha bul, la via pedonale dei negozi e dei locali più trendy di Sofia. Facciamo un po’ di shopping e poi pranziamo da Happy.

Torniamo in albergo per rigenerarci grazie agli effetti benefici della SPA e di una pennichella e poi nel pomeriggio torniamo all’attacco dei vari siti di interesse della città, partendo dalla particolarissima chiesa russa di Sveti Nikolai, con le tipiche cupole a cipolla. Ultimata nel 1914, presenta una bellissima doratura delle cupole e coloratissimi mosaici esterni. Gli interni sono angusti e bui, trascurabili. (ul Tsar Osvoboditel – ingresso libero, tutti i giorni dalle 08.00 alle 18.30). Proseguendo sullo stesso viale, si incontra poco più avanti, sulla sinistra, la grande spianata dove si erge bellissima e maestosa, la chiesa Alexsander Nevski (pl Alexsander Nevski, ingresso libero dalle 07 alle 19). Costruita in stile neo-bizantino tra il 1882 e il 1912 in onore dei 200.000 soldati russi morti per l’indipendenza bulgara durante la guerra russo-turca, è dedicata a un principe guerriero russo del XIII secolo. Indimenticabili le sue cupole dorate e i meravigliosi interni che profumano di incenso. Se siete fortunati vi troverete ad assistere a funzioni religiose cantate da suggestivi cori dalle voci angeliche. Nella stessa piazza sorge un’altra importante chiesa, quella di Sveta Sofia, la chiesa più antica della città, anche se più volte restaurata. Al suo esterno si trova la Tomba del Milite Ignoto con la fiamma perpetua.

Proseguiamo la passeggiata sul viale Osvoboditel, trafficato ma bello, ampio e pieno di verde. Passiamo oltre l’Università e il Ponte delle Aquile e arriviamo ai margini dei Borisova Gradina, uno dei numerosi e ben curati giardini pubblici di Sofia. È una grande area verde attrezzata con tavolini da pic-nic e da ping-pong, pieno di panchine, anche dalle forme bizzarre, un’area cani per l’agility, bagni pubblici, un laghetto con le barche a nolo, bar e ristoranti. L’ingresso del parco è caratterizzato da un gigantesco monumento di epoca socialista, il Monumento all’Armata Rossa, il cui posto d’onore spetta a un soldato con tanto di kalashnikov, circondato da personaggi fieri di inconfondibile stampo sovietico, tutti in ghisa. Da qualche parte c’è anche il Monumento alla Fratellanza, un obelisco di 42 metri con un soldato in cima, ma noi non l’abbiamo trovato. Ceneremo in un romantico ristorantino sulle rive del laghetto, molto scenografico: “La Palafitte”; il cameriere svampito parlava solo in bulgaro, ma alla fine arriva quello che avevamo chiesto. Il cibo è senza infamia, né lode, ma l’ambientazione merita.

Di ritorno verso l’hotel ci fermiamo ad ammirare la grandiosa statua equestre dello Zar Alessandro II Osvoboditel, sapientemente illuminata, così come la chiesa Alexsander Nevski e la facciata neoclassica del bellissimo Teatro dell’Opera, immerso in una piazza piena di vita, anche di sera.

03 settembre

Dopo la fantastica colazione, andiamo a piedi alla stazione ferroviaria, distante circa un chilometro e mezzo. Osserviamo quindi un po’ di vita nelle periferie: gente che corre al lavoro, negozianti assonnati che aprono le serrande delle loro botteghe anacronistiche, e tanta povertà. I senzatetto erano tutti impegnati nel cercare materiali tra i bidoni della spazzatura: recuperavano lattine, cartoni e plastica e vetro che sicuramente andavano a rivendere per qualche soldo. La stazione dei treni è un chiaro lascito sovietico: enorme e squadrata. Non senza difficoltà (dato che in biglietteria nessuno parla inglese) compriamo due biglietti di andata e ritorno per il giorno dopo per Koprivshitsa e poi solo l’andata per Plovdiv per il giorno dopo ancora. I biglietti ferroviari sono economicissimi!!!

Ritorniamo sui nostri passi e ci avviamo verso il centro città, alla volta dell’edificio che ospita il Presidente della Repubblica, in pl Nezavisimost. È un bellissimo ed imponente edificio, nel centro pulsante della città. L’ingresso è sorvegliato da due soldati in uniforme, e allo scoccare di ogni ora si può assistere al pomposo cerimoniale del cambio della guardia. Il grande cortile interno (aperto e visitabile sempre) del palazzo presidenziale ospita una minuscola chiesa del VI secolo, conosciuta come la Rotonda di Sveti Georgi, con begli affreschi di epoca medievale. È visitabile e il suo giardino è un set fotografico scelto da molti fotografi di matrimonio…abbiamo visto posare diverse coppie di sposi.

Una sosta al ristorante e poi prendiamo un taxi per farci portare al Museo di Arte Socialista, allestito all’interno dell’edificio che ospita il ministero della cultura. È fuori dal centro e se non fosse stato per il navigatore satellitare, il taxista non avrebbe saputo arrivarci. Fortuna che la Lonely Planet indicava l’indirizzo (ul Lachezar Stanchev, 7). Avevo la fissazione: volevo vedere quella benedetta stella rossa che hanno tirato giù dalla Casa del Partito. Entriamo nel giardino del museo (gratuitamente) dove sono parcheggiate tutte le statue non più gradite di Lenin e…compagni. Una volta appagata questa curiosità mi sento soddisfatto e risparmio a mia moglie l’esperienza del museo vero e proprio… non credo di essermi perso granché, dato che la pittura razionalista sovietica non è che sia poi così famosa per la sua bellezza… quindi fermiamo il primo taxi e ci facciamo riportare nei pressi di Serdika, perché ora Aurora vuole vendicarsi e vuol portarmi al museo archeologico, proprio di fronte al palazzo del Presidente. (10 leva a testa). Ospitato in una ex moschea del ‘500, conserva importanti manufatti traci, romani e medievali e una raccolta di icone e affreschi provenienti da diverse chiese bulgare. Noi, però, siamo troppo stanchi per trovare tutto questo interessante, e diamo una veloce occhiata alle collezioni e corriamo verso l’albergo, per riposarci e godere un’altra volta della SPA.

Usciamo che è già buio, ma non troppo tardi, quindi decidiamo di andare a dare un’occhiata a un vicino centro commerciale… per farci un’idea di come la Bulgaria si sia lasciata il comunismo alle spalle. E il cambiamento è davvero evidente: il centro commerciale è il Mall of Sofia: il più grande (8 piani), scintillante ed elegante della città, pieno zeppo di negozi di firme internazionali e di ogni genere (abbigliamento, dolci, giocattoli, gioielli, parrucchieri, ristoranti, cosmetici, casalinghi, elettronica, ecc), un supermercato e un cinema IMAX multisala. Ne approfittiamo per far scorta di cioccolatini e poi usciamo. Ceneremo in bul Vitosha, in uno dei tanti localini… se non ricordo male si chiama Samurai.

04 settembre

Oggi la sveglia suona presto, abbiamo il treno per Koprivshtitsa alle 08.05. Il convoglio è già sul binario ed è nuovo e con l’aria condizionata… ed io che mi aspettavo una specie di carro bestiame! (ma i carri bestiame arriveranno… questa è stata solo una fortunata eccezione). Il viaggio durerà 2 ore e mezza e dai finestrini ammireremo prima una orribile periferia metropolitana, ma poi interminabili e bellissimi campi di mais e di girasoli e dopo ancora, via via che ci inoltreremo nel cuore del territorio montuoso bulgaro, foreste vergini meravigliose. Le stazioni ferroviarie, da queste parti, diventano baracche di lamiera che ospitano qualche triste cane randagio, che corre incontro ai viaggiatori che scendono dal treno, nella speranza di una carezza e di un po’ di cibo. È molto triste per noi…

Si arriva a destinazione e il treno ti scarica in mezzo alla foresta…non mi sarei stupito di incontrare lupi od orsi ad aspettarci. Per arrivare in paese bisogna aver fede e aspettare un pulmino che arriva più o meno in coincidenza con l’arrivo dei treni. Il biglietto costa 3 leva a testa e il viaggio dura dieci minuti. Si scende nel centro del paesino, che è posto a mille metri d’altezza: l’aria in effetti è frizzante e sembra di essere in Val d’Aosta. Il paesaggio è tipico montano con residenze storiche, divise da viottoli acciottolati, ripidi e tortuosi. I regimi comunisti hanno sempre considerato Koprivshitsa come un villaggio-museo, garantendole lunga vita e immunità dalla cementificazione. Esistono sei case museo nel villaggio, visitabili a pagamento. La bella e allo stesso tempo lugubre e decadente chiesa di San Nicola e una gigantesca statua equestre dedicata all’eroe bulgaro Georgi Benkovski, nato a Koprivshitsa e diventato leader della lotta contro i Turchi, sono i “must-see” del posto.

Troviamo un ristorantino carino e rustico con vista sulla grande statua sulle pendici di un monte, dove mangeremo bene e fino a scoppiare spendendo pochissimo: 30 leva (circa 16 euro) in due! Riprendiamo a passeggiare a zonzo per queste stradine d’altri tempi, dove basta svoltare un angolo per ritrovarsi in ameni paesaggi di campagna. Alla fine, stremati, arriviamo alla piazzetta all’inizio del paese, dove si concentra la maggior parte dei bar e ristoranti e c’è anche il centro di informazioni turistiche. Aspettiamo seduti in un bistrot sorseggiando un caffè, riposandoci e godendoci l’aria fresca, il pulmino per la stazione. Al binario non troveremo più il bel treno moderno, ma un lentissimo residuato sovietico con carrozze dagli interni tutti in legno, caldissime, con le porte che rimanevano aperte anche durante la marcia…una sicurezza meravigliosa.

Torniamo in albergo nel tardo pomeriggio e stanchi morti collassiamo sul letto. Ci alziamo verso le 21 e andiamo a fare una passeggiata nelle vicinanze del teatro dell’opera e ceniamo con un gelato.

05 settembre

Ultima strepitosa colazione in questo ottimo albergo, check-out e ci fiondiamo in strada a cercare un taxi per la stazione, alla volta di Plovdiv: oggi abbiamo il trolley e non ci alletta l’idea di trascinarlo per un chilometro e mezzo.

Plovdiv è la seconda città più grande della Bulgaria, ma come storia, cultura e importanza non è seconda a nessuno. Il nome antico è Filippopoli, evidente richiamo al suo fondatore, nientemeno che Filippo II di Macedonia, il padre di Alessandro Magno, ma le tracce della nascita della città sono molto più antecedenti: si arriva fino ai Traci, più di 5mila anni fa. Questo fa di Plovdiv una delle più antiche città d’Europa, ricchissima di testimonianze delle civiltà che l’hanno colonizzata: Greci, Romani, Bizantini e Turchi. Plovdiv sarà capitale europea della Cultura nel 2019.

Arriviamo a destinazione dopo più di tre ore di treno. I dintorni della stazione non sono affascinanti, ma bisogna aver pazienza. Raggiungiamo a piedi l’hotel prenotato per due notti, percorrendo ul Ruski. L’hotel è il Noviz Hotel: sconsigliatissimo. Su booking.com lo spacciano come ottimo (in effetti si fregia di 4 stelle), ma in realtà le 4 stelle risalgono ai tempi dell’apertura negli anni 70. Gli arredi e le moquettes sono rimasti quelli originali e l’odore di umidità si sente, il climatizzatore in camera ci ha fatto impazzire, il wifi funzionava maluccio, idem la tv e la SPA era una vera e propria bettola. Ah, la colazione non l’abbiamo nemmeno trovata…

Posiamo i bagagli in camera e usciamo subito per cercare un ristorante: ci sediamo da Dayana in ul Dondukov. Anche questa seconda esperienza a Plovdiv si rivela da dimenticare… Proseguiamo la passeggiata e finalmente la giornata svolta in meglio: ci troviamo davanti la bella fontana danzante posta nella centralissima piazza del Municipio, sfiorata dal viale pedonale dello shopping Knyaz Aleksandar. Tra la piazza e il grande edificio delle poste c’è un ufficio turistico dove trovare la cartina della città. Alle spalle di questa piazza è posizionato un bellissimo parco curatissimo, il Tsar Simeon: verde e fiorito, pieno di statue e fontane, con bagni pubblici e una gigantesca e meravigliosa fontana-piscina danzante, che di sera si illumina e produce spettacoli emozionanti.

Passeggiamo lungo l’elegante boulevard Knyaz Aleksandar, ammirando l’infilata di palazzi ottocenteschi in stile “barocco”, le cui facciate sono abbellite da fregi, statue e tinte pastello. Questo viale passa letteralmente sopra un grande stadio romano che fu scoperto in epoca recente, quando ormai l’urbanizzazione aveva già dato alla città l’aspetto attuale. Impensabile abbattere tutto, quindi si decise di lasciare visibile solo una piccola porzione dello stadio, una curva, con le tipiche gradinate di marmo e un ingresso con tetto a volta. Anche qui è presente un ufficio di informazioni turistiche.

La mole della moschea Dzhumaya e del suo bel minareto domina lo stadio romano. Anche Plovdiv fu possedimento degli Ottomani e durante il loro dominio la città conobbe un periodo fiorente grazie al commercio. Ora siamo troppo stanchi per proseguire oltre. Le altre numerose attrazioni della città sono arroccate su alcune alture… anche Plovdiv sorge su sette colli… e decidiamo di tornare in albergo a riposare e di rimandare questa parte della città a domani.

Ritorniamo in strada verso il tramonto e ceniamo da Happy! Fortunatamente un ristorante della catene è presente anche qui, in una traversa del viale Knyaz Aleksandar in prossimità della piazza del municipio. Gironzoliamo per il viale pedonale, ammirando prima i giochi di luce della fontana della piazza del municipio e poi la suggestiva illuminazione puntata sullo stadio romano e sulla vicina moschea. La serata è movimentata da artisti di strada, che con un carrozzone improvvisano una sfilata lungo il boulevard.

06 settembre

La colazione la facciamo in una pasticceria vicina al nostro hotel, e la giornata comincia nel verso giusto. Oggi è festa nazionale in Bulgaria; stasera a Plovdiv, nella piazza del Monumento all’Unificazione della Bulgaria ci sarà il Presidente della Repubblica e poi uno spettacolo pirotecnico. Durante la giornata vedremo tante sfilate di gente in abiti tradizionali e rappresentazioni di battaglie contro gli eserciti turchi.

Cominciamo i nostri giri dal bellissimo parco Tsar Simeon: imperdibile. Fontane e statue, vialetti immersi nel verde e aiuole fiorite. Un angolo del parco è attrezzato con tavolini sui quali sono disegnate delle scacchiere…è la zona dei pensionati che si sfidano a scacchi o a dama, alcuni assorti nell’escogitare la prossima mossa, altri che invece inveiscono contro l’avversario, con tanto di fan club…uno spasso. Artisti di strada allestiscono teatri di burattini per bambini e ogni ora la grandissima fontana si esibisce in bellissime danze.

Dopo il tramonto diventa ancora più bella, perché lo spettacolo dei giochi d’acqua si unisce ad una sapiente illuminazione cangiante. Alle spalle della fontana, uscendo dal parco, una statua di Filippo II, il fondatore della città. La posizione di questa statua però mi è sembrata irriguardosa… troppo defilata e il monumento è quasi fagocitato dai palazzi circostanti. Tornando sui nostri passi, ci affacciamo dalla ringhiera in prossimità dell’ufficio di info turistiche e diamo un’occhiata alle rovine del foro romano. Percorriamo il viale pedonale fino allo stadio romano e svoltiamo a destra e ci inerpichiamo per la collina della città vecchia. Qui si trovano le abitazioni più antiche di Plovdiv, alcune diventate musei, l’università, molti bei ristoranti, qualche chiesa e un museo etnografico, ma soprattutto il magnifico Teatro Romano, il fiore all’occhiello della città, ciò che non si può assolutamente perdere. L’ingresso è a pagamento (3 leva – dalle 08 alle 18), ma oggi è festa nazionale e non si paga il biglietto!

Il teatro fu costruito nel II secolo per volere dell’imperatore Traiano ed è rimasto nascosto fino al 1972, quando per un improvviso smottamento del terreno comparve dal fianco della collina questo splendore di marmo. In posizione panoramica, dalle sue gradinate più alte si gode di una vista eccezionale. I visitatori possono accedere anche al palco e alle quinte, giocando a fare gli attori e ad immaginare che tipo di pubblico poteva trovarsi qui duemila anni fa.

Torniamo nella parte bassa della città, dove gli eventi in programma per la festa nazionale animano Plovdiv in ogni angolo: lunghissime e partecipatissime sfilate in costumi d’epoca e centinaia di bandiere. Ad un certo punto si inscena una battaglia storica, con tanto di schioppettate. Noi ce la guardiamo, mangiando un gelato dal dehor di un bar nella piazza centrale.

La sera proviamo ad assistere al discorso del Presidente, anche se non capiamo una parola: la sicurezza è impressionante, i militari perquisiscono anche le borse e i sacchetti di tutti e ti puntano una torcia in faccia, ma entrati nella piazza desistiamo subito… la ressa è insopportabile e il periodo degli attentati in Europa è troppo fresco e ti viene davvero da pensare che se dovesse succedere qualcosa sarebbe un disastro. Quindi ce ne andiamo a cenare da Happy e poi tra fuochi d’artificio e fontana danzante decidiamo che è meglio e meno stressante andare ad assistere allo spettacolo della fontana. Diamo l’addio a Plovdiv così.

07 settembre

Colazione nella pasticceria scoperta ieri: è davvero una delizia scegliere tra tutte queste tortine e biscotti. Raccattiamo i bagagli e andiamo in stazione: oggi torniamo a Sofia. Il viaggio durerà più di tre ore; arriviamo a Sofia sotto una pioggerella fastidiosa, e nonostante l’albergo scelto per questi ultimi due giorni sia a due passi prendiamo un taxi.

L’hotel è il Ramada Sofia, un grattacielo enorme di 15 piani, con casinò, SPA, piscina semi-olimpica coperta (accessibile gratuitamente per gli ospiti), negozi, bar, ristoranti, parrucchiere, centro congressi, ecc ecc. Ma a noi tutta sta roba non piace, (anzi… ci fa pensare ad una nave da crociera e la cosa ci infastidisce) e nonostante tutte queste ricercatezze le stanze non sono poi tutto sto granché. La zona poi, anche se vicinissima a stazione treni e bus, è un po’ troppo fuori dal centro e in giro si vedono brutti ceffi. Per andare a Serdika ci serviamo dei taxi che stazionano numerosi fuori dall’albergo (costo della corsa intorno ai 5 leva). Anche se sotto l’acqua, non rinunciamo a un’ultima passeggiata in città, un ultimo pranzo moooolto in ritardo (sono circa le 16,00) e un giro attorno alla bellissima chiesa di Aleksander Nevski. Sotto il cielo uggioso la doratura delle cupole è ancora più evidente. Entriamo ed assistiamo a una funzione. I canti angelici del coro mettono i brividi.

08 settembre

L’alba, vista dal decimo piano della nostra stanza, promette bene. Dobbiamo lasciare la Bulgaria oggi, ma prima di infilarci in metropolitana, alla volta dell’aeroporto, ci concediamo un’ultima lunga passeggiata fino alla stazione metro dell’università, linea blu. Il biglietto del metrò costa 1,6 leva e sia le stazioni che i convogli sono moderni e intonsi. Si arriva al terminal 2 e per andare al terminal 1 (quello delle compagnie low-cost) si aspetta una navetta gratuita. L’economicissimo volo Ryanair ci riporta a Pisa in perfetto orario, consci di aver scoperto un bellissimo angolo di Europa, la cui conoscenza va approfondita di sicuro!

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