Esplorando Creta

Abbiamo deciso di andare a Creta abbastanza all'ultimo minuto e quindi ci siamo trovati a prenotare il volo un po' troppo tardi per approfittare delle offerte più vantaggiose. Alla fine abbiamo preso un volo Eurofly da Malpensa per 520 € A/R (260 € a testa) e lasciato la nostra auto al parcheggio Planet di Lonate (50 €). Abbiamo deciso di...
Scritto da: cinciarella
esplorando creta
Partenza il: 10/07/2007
Ritorno il: 24/07/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
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Abbiamo deciso di andare a Creta abbastanza all’ultimo minuto e quindi ci siamo trovati a prenotare il volo un po’ troppo tardi per approfittare delle offerte più vantaggiose. Alla fine abbiamo preso un volo Eurofly da Malpensa per 520 € A/R (260 € a testa) e lasciato la nostra auto al parcheggio Planet di Lonate (50 €). Abbiamo deciso di prenotare la macchina dall’Italia e le prime due notti sull’isola e poi di lasciarci aperta ogni possibilità, con l’intenzione di girare quanto più possibile.

Abbiamo preso l’auto da “cretecarhire-eurocar”, che via internet ci ha confermato il favoloso prezzo di 21 € al giorno e poi sul posto ci ha sfoderato un simpatico aumento a 25 € al dì. Sul momento ci siamo tanto arrabbiati, ma poi ci siamo resi conto che era comunque un ottimo prezzo rispetto alla concorrenza. E la macchina, uno scassatissimo Suzuki Wagon, non ci ha mai abbandonati, nemmeno sugli sterrati peggiori, e gli abbiamo fatto fare 1700 km! 10 luglio Arrivo a Iraklio alle 20, ritiro della suddetta vettura e partenza per Matala, a 65 km di distanza, dove ci aspettava la stanza prenotata via internet presso la Pensione Matala View (35 €). L’auto aveva la lampadina interna bruciata e così siamo arrivati a Matala solo alle 23, dopo esserci persi ripetutamente negli uliveti perchè col buio non riuscivo a consultare la cartina e a dare indicazioni utili al mio povero fidanzato! Comunque, la stanza era piccolissima e molto vecchia, anche se pulita, il padrone gentile e cortese. Finalmente alle 23.30 siamo riusciti a fare un giro per Matala, cenando benissimo nel postino più sfigato della piazzetta e andando poi a sederci in spiaggia. Il paese e la baia sono davvero carini, anche se sembra tutto parecchio turistico, ma per fortuna in questi giorni di luglio c’era ancora pochissima gente in giro.

11 luglio Sveglia alle 8 e alle 9 siamo già incamminati verso la Red beach, una spiaggia che si raggiunge scavalcando uno sperone di roccia alla sinistra del paese, con una camminata di circa mezz’ora (ripida salita e ripida discesa). Ci piace moltissimo, c’è poca gente, una bella sabbia color mattone, un paesaggio selvaggio. Alle 13 però arrivano le orde e siccome la spiaggia è piccola decidiamo di ripartire. Dopo un rapido pranzo a Matala andiamo a visitare il vicino palazzo di Festo (davvero suggestivo e affascinante, ingresso 4 €) e la Villa di Agia Triada, trovando però quest’ultima inspiegabilmente chiusa. Se avete un tesserino universitario, anche vecchio, anche di quando eravate più giovani, portatevelo perché dà diritto a sconti notevoli sugli ingressi ai siti archeologici. Tornando verso Matala, nel tardo pomeriggio ci fermiamo a Komos beach -dove nidificano persino le tartarughe marine!- ma dove fare il bagno è impossibile per il mare grosso e gli scogli nascosti sott’acqua. Lo spiaggione però merita una visita, al tramonto era davvero bellissimo.

12 luglio Partiamo alle 8 per Iraklio, decisi a visitare il Museo Archeologico prima e Cnosso poi. Il centro di Iraklio è un delirio di traffico, indicazioni stradali del tutto casuali e caos. Arriviamo a un parcheggio che costa ben 4 € per la giornata ma gentilmente la cassiera ci informa che tanto il museo è chiuso per restauri. Giriamo la macchina e andiamo a Cnosso, dove però è in corso una manifestazione con dimostranti incatenati ai cancelli (scopriamo che sono i proprietari dei terreni circostanti il palazzo che rivendicano il loro “diritto” a fare ciò che vogliono di tali terreni, in barba ai vincoli imposti dalle Belle Arti)! Fino alle 12 il Palazzo resta chiuso e inganniamo l’attesa visitando un acquedotto veneziano lì accanto e mangiando un’ottima pita, la prima di una lunga serie. Finalmente entriamo a Cnosso dove però resistiamo un’oretta soltanto, giusto per farci un’idea dello scempio fatto da Evans. Siamo anche decisamente infastiditi dalla folla di turisti, dalle guide che radunano i gruppi coi fischietti (manco fossero pecore), dalla gente che fa i pic-nic seduta sui muretti minoici. Festo era decisamente un’altra cosa. Sulla via del ritorno visitiamo ancora Gortis, sito romano molto interessante, dove però le cose più belle si possono vedere senza pagare il biglietto, nell’uliveto dall’altra parte della strada, dove gli scavi sono ancora in corso e si possono ammirare dall’esterno. Infine ci sbattiamo in spiaggia a Matala, visitiamo le famose grotte degli hippy e facciamo un bagno, onde permettendo. 13 luglio Da oggi si va all’avventura. Partiamo verso ovest e ci dirigiamo verso la baia di Plakias, che ci serve come punto d’appoggio per visitare la spiaggia di Preveli. Cerchiamo casa nel paesino di Mirthios, intenzionati a trovare gli “Anna Apartments”, visti su internet. Evidentemente non eravamo gli unici ad aver notato il bellissimo sito di Anna, che infatti è al completo ma ci dirotta dalla sua vicina di casa. Per 35 € prendiamo uno studio con vista mare da urlo, pulito, nuovissimo, carinissimo. Dispiace solo starci una notte sola anche perché se ci fossimo fermati di più sarebbe costato solo 30 €. Sistemata la questione “casa” ci incamminiamo per Preveli. Ci si può arrivare in due modi: una lunga sterrata dalla pessima fama (ruote bucate, marmitte danneggiate ecc) arriva alla spiaggia di Ammoudi, separata da Preveli dal consueto sperone roccioso da scavalcare; oppure si supera il monastero diroccato, si arriva a un bel parcheggio (1 € tutto il giorno) e da lì si scende una scalinata fino alla spiaggia. Noi abbiamo optato per questa seconda possibilità e la consiglio. Preveli non ci è dispiaciuta ma sinceramente ci aspettavamo di più. Il mare ha un fondale poco invitante ed era torbido e la spiaggia è troppo piccola per il numero esorbitante di lettini e pedalò che vi vengono affittati. Affascinante però è sicuramente il fiume che sfocia in mare, col palmeto e l’acqua verde e ghiacciata e merita fare la passeggiata per risalirne un pezzo. Peccato per il vento fortissimo che inizia a soffiare oggi e ci terrà in assedio per i prossimi 3 giorni, rendendoci isterici e sempre più cattivi. Non resistiamo molto a Preveli e più tardi facciamo un giro a Plakias e un altro bagno da quelle parti. Per la cena consiglio la taverna Panorama di Mirthios, abbiamo mangiato molto bene e speso poco anche se è un posto abbastanza turistico. 14 luglio Risaliamo sulla costa nord dell’isola, diretti a Kissamos, un posto che non ci è piaciuto granchè ma che fa da ottimo punto di partenza per raggiungere Gramvoussa e Elafonisi. Seguiamo un cartello e troviamo da una signora un ampio bilocale per 25 €, che prendiamo per due notti, convinti di aver fatto l’affare. Poveri ingenui che siamo…A uno sguardo più attento scopriamo che la casa è sporca da fare schifo, che in bagno manca la tavoletta del gabinetto, che il frigo è muffito e inutilizzabile. Vabbè, per lo meno il letto è comodo e ampio, facciamo finta di essere in campeggio e via. All’una siamo in spiaggia a Falassarna, una baia davvero molto bella ma spazzata da un vento insopportabile e con l’acqua ghiacciata. Dopo due ore ne abbiamo già a sufficienza e decidiamo di andare a Elafonisi, nonostante i 40 e passa km di distanza. Percorriamo la strada costiera che passa per Kampos, bellissima ma spaventosa per gli strapiombi, le capre sdraiate a sorpresa in mezzo alla strada, la mancanza di guard- rail. Elafonisi però merita, è una cosa senza senso, anche il vento qui diventa sopportabile circondati da tanta bellezza. Decidiamo di ritornarci assolutamente, per passare la giornata sulle meravigliose calette rosa dell’isolotto. Al ritorno facciamo l’altra strada, quella che passa per Topolia e che è decisamente migliore, più breve e sicura, anche se meno bella. 15 luglio Tutta la giornata è stata dedicata alla spiaggia di Balos, sulla penisola di Gramvoussa. Siamo partiti coi panini e ci siamo sparati lo sterrato infinito che porta al parcheggio. Ci abbiamo messo più di un’ora, rigorosamente in prima e seconda, con la paura di forare sulle pietre. D’altra parte andarci con la barca significava fare un tour organizzato, pagare 22 € a testa e avere degli orari imposti da altri. E poi, col vento di questi giorni, i barconi turistici nemmeno partivano. Il posto è spettacolare, come si intuisce dalla numerose foto che si trovano in giro. Io ho fatto degli splendidi bagni anche nelle pozze profonde in mezzo alla scogliera, perché il lago salato non è quasi mai abbastanza profondo per nuotare. Peccato per il vento, davvero terribile, da non riuscire quasi a stare in piedi per intenderci, figuriamoci mettere giù un asciugamano, leggere, ecc! Consiglio caldamente bandane, cappelli, foulard, parei o comunque tessuti in cui avvolgersi. Attenzione alle capre del parcheggio, sono ghiotte di pane e una non ha esitato a saltare letteralmente nel bagagliaio della macchina per cercare del cibo. Ho dovuto tirarla giù prendendola per le corna. 16 luglio Lasciamo con sollievo la casa di Kissamos e torniamo a Elafonisi. Alle 10 siamo già piazzati in una caletta da sogno, dove ci siamo solo noi e un’altra coppia di tedeschi, visto che la maggior parte dei turisti (poveri sciocchi…!) si fermano sullo spiaggione iniziale e non camminano fino a trovare il paradiso nascosto fra le dune. Dune che tra l’altro sono area protetta (rete Natura2000) e non vanno attraversate, né calpestate, né niente. C’è un sentiero apposta, su passerella, per chi intende fare la visita naturalistica del sito. Alle 4, con dolore, ripartiamo per Chania dove vogliamo cercare da dormire. Dopo aver a lungo girato scegliamo una camera presso la pensione Nora, per 30 €. E’ comoda e strategica, perché vicina al grande parcheggio gratuito sulla sinistra della città vecchia. Lo studio che ci danno non è nell’edificio principale ma nel vicolo laterale ed è meraviglioso, una cosa da sogno, arredato con gusto e con un terrazzino che si affaccia su un vicolo pieno di fiori, di gatti, di profumi. In serata cerchiamo informazioni per organizzare l’escursione alle Gole di Samaria, prevista per l’indomani, ma è ormai troppo tardi, è tutto chiuso, e dobbiamo rimandare di un giorno. Vorrà dire che faremo una notte in più in questa stanza bellissima! 17 luglio Dovendo trovare di che occupare questa inaspettata giornata libera decidiamo di visitare in mattinata i dintorni di Chania, alla ricerca di un posto dove fare un bagno. Ci dirigiamo alla penisola di Drapanos, a est della città, costellata di località balneari decisamente chic, con molte proprietà di stranieri, villone con piscine, ecc. Alla fine ci fermiamo al villaggio di Almirida, dove facciamo un bagno nella bella spiaggia (anche se affollata) e mangiamo una cosa al volo. Nel pomeriggio visitiamo per bene la città, facciamo shopping nell’imperdibile Dimotiki Agorà, un mercato coperto di prodotti tipici, nella via delle pelli e nel quartiere di Splanzia, dove mangiamo nell’estiatorio Doloma, davvero notevole, forse uno dei posti migliori in assoluto. La città ci piace moltissimo e ci divertiamo a perderci nella stradine del centro e a passeggiare sul lungomare.

Prenotiamo anche l’escursione a Samaria per l’indomani, affidandoci nostro malgrado ad un’agenzia turistica locale. Il problema delle Gole è che non è possibile farle con la propria macchina perché alla fine si arriva a una spiaggia, da cui si va via in barca e poi si ritorna in pullman facendo un’altra strada. In qualche modo è possibile farcela usando i mezzi pubblici, gli autobus della Ktel, i traghetti di linea ecc, ma era troppo un casino e poi ci piaceva l’idea che in caso di necessità c’era una guida di riferimento a cui rivolgerci e che si sarebbe eventualmente accorta di una nostra assenza all’arrivo! E così alla fine per 25 € ci siamo lasciati intruppare in un pullman… 18 luglio Sveglia alle 5.30, appuntamento alle 6 per partire per Samaria. Alle 8 meno un quarto, dopo una nauseante traversata delle montagne in pullman, ci scaricano a fare colazione alla caffetteria “convenzionata”, che tristezza queste cose. Alle 8 comunque imbocchiamo le gole e fortunatamente siamo tra i primi, davanti a noi sul sentiero ci sono solo circa 70 persone, dietro di noi ne arriveranno altre 1700, dai pullman provenienti da più lontano. Partire presto è il colpo di regia che ci permette di percorrere il sentiero prima che diventi una carovana ininterrotta di persone vocianti. Nei primi km sono tutti galletti sgambettanti, gente che supera aggressivamente, che salta giù dai sassi, che prende scorciatoie fuori dal sentiero, e così via. Dopo il 5° km iniziano più o meno tutti a collassare e ci prendiamo la rivincita superandoli alle aree di sosta, dove sono tutti sdraiati per terra e dove noi nemmeno ci fermiamo. Abbiamo infatti deciso di percorrere le gole senza soste, mangiando e bevendo sempre camminando, per non far raffreddare i muscoli. Abbiamo preso il nostro passo e siamo andati, regolari e tranquilli, mettendoci alla fine solo 4 ore dal cancello di ingresso a quello di uscita (dove ricontrollano i biglietti) più un’altra mezz’ora per scendere alla spiaggia. E’ una strategia che consiglio assolutamente, meglio camminare piano ma camminare sempre, piuttosto che fare le tirate e poi fermarsi. Se ci si ferma ripartire diventa un dramma, invece camminando continuamente e restando “caldi” si sentono meno sia la fatica che l’inevitabile dolore a piedi e caviglie. Tralascio i commenti su chi scendeva in infradito, sui bambini che tiravano sassi giù dai dirupi, sui gruppi di ragazze che intonavano cori a squarciagola…Consigli sull’abbigliamento: noi avevamo scarpe da ginnastica abbastanza massicce perché ci veniva difficile portare gli scarponi in aereo, ma col senno di poi sarebbe stato molto meglio averli avuti, a costo di tenerli addosso durante il volo. Saremmo arrivati giù con le caviglie molto meno affaticate e avremmo potuto dedicare meno attenzione a dove mettevamo i piedi e di più al meraviglioso panorama. Indossavamo inoltre pantaloni lunghi e t-shirt, forse eccessivi visto il caldo, ma protettivi sia dalle ustioni che da eventuali cadute e sbucciature (abbiamo visto gente in canotta e mini-short tornare giù letteralmente grattugiata). La camminata indubbiamente merita, anche se non mi dilungo troppo perché si trovano ottime descrizioni in giro. Consiglio comunque di farla solo se siete allenati (almeno un minimo) a camminare in montagna e su terreni sconnessi e se avete buone gambe e ottime articolazioni, altrimenti meglio lasciar perdere, rischia di diventare un incubo e basta. Meraviglioso il gipeto che ci ha sorvolati mentre uscivamo dalle Gole e meraviglioso anche il bagno finale arrivati alla spiaggia, davvero rigenerante! Alle 16.45 la guida ci ha radunati alla solita taverna convenzionata, contati e imbarcati sul battello per Sougia, dove ci attendeva il pullman del ritorno. Siamo finalmente arrivati a Chania alle 20 passate, stanchi ma contentissimi! Ci siamo mangiati una meravigliosa pita nell’unico locale sul lungomare che fosse minimamente autentico, una vera e propria bettola incastrata tra ristorantini pieni di pretese, coi buttadentro che ti abbordano…Fastidiosi. E infine una bella seduta di stretching e a nanna! 19 luglio Lasciamo con un po’ di dispiacere la casetta di Chania e verso le 9 e mezza partiamo verso il selvaggio est dell’isola. In un’unica tirata sulla New Road arriviamo ad Agios Nikolaos per pranzo. La cittadina è carina e il laghetto scenografico, il tutto però appare troppo turistico, troppo caro, troppo inglese. Mangiamo poco e male in un posto sul lago, dove se la tirano tantissimo ma non ci danno nemmeno i tovaglioli e poi ripartiamo rapidi per Palekastro dove intendiamo fermarci per gli ultimi giorni. La strada che ci aspetta è faticosa, curve e tornanti a strapiombo e numerose buche (sconsiglio di farla col buio per questo motivo). Arrivati a Palekastro vero le 15.30 scopriamo che il posto non ci piace, e nemmeno la vicina Angathia. Passiamo a cercare sulla spiaggia di Chiona, dove non c’è nulla, e su quella di Kouremenos, dove ci saremmo fermati volentieri se avessimo trovato un posto libero. Proseguiamo un pezzo verso Vai e Itanos ma anche qui siamo in mezzo al nulla. Alle fine approdiamo a Kato Zakros e qui decidiamo di fermarci. Il posto è bello e ci ispira moltissimo, il paesaggio è desertico e lunare, davvero particolare. C’è poca gente, poche case, poche strade. La valle, grazie al palazzo minoico, è vincolata e nulla può essere costruito: ciò significa però che ci sono anche pochi posti letto e che i proprietari hanno il coltello dalla parte del manico, visto che la domanda supera l’offerta. E quindi funziona così: inutile tentare di arrangiarsi, contrattando e girando vari posti alla ricerca del prezzo migliore. Ci abbiamo provato e non serve a niente perché i padroni sono 3 o 4, si conoscono, si parlano e sanno giorno per giorno le disponibilità di tutti e i prezzi praticati. E non si fanno concorrenza fra loro. Quindi conviene andare in una delle taverne sul mare, sedersi al tavolino col boss e chiedergli cosa ha di libero. In questo modo alla fine abbiamo preso per 50 € al giorno una casa bellissima, con vista mare, terrazza, camera da letto soppalcata, cucina arredata e corredata, aria condizionata e persino la tv satellitare con la rai! Rispetto ai prezzi trovati finora era costosa ma era anche veramente graziosa e volevamo fare gli ultimi 5 giorni in bellezza. La casa comunque fa parte del complesso Katerina, sulla strada vecchia per Zakros. E il proprietario della taverna alla sera a cena ci ha anche offerto il vino! 20 luglio Giornata dedicata al riposo, il viaggio di ieri ci ha stancati più del previsto, nonostante ci siamo dati i turni al volante. Trascorriamo la giornata in spiaggia a Kato Zakros (spiaggia di ciottoli con mare molto molto bello, pulito, ricco di vita, caldissimo) e in veranda a leggere e dormire. A cena andiamo a Zakros, nell’interno, dove troviamo anche un internet-cafè. Tornando a casa ci rendiamo improvvisamente conto che è sabato anche per i greci e che il lungomare di Kato, di solito deserto la sera, è animatissimo: un complesso suona musica greca e tutti i tavoli di tutti i ristoranti sono affollati di gente, rigorosamente autoctona. Ci sediamo in disparte, insieme ai pochi altri turisti, e ci godiamo questa inaspettata serata autenticamente cretese. 21 luglio La spiaggia di Vai dista circa 45 minuti da Kato Zakros e così ci siamo arrivati che non erano nemmeno le 10. Intenzionati a trascorrervi tutta la giornata ci siamo concessi un ombrellone con lettini per 8 €, scelta vincente visto che siamo stati in spiaggia fino alle 19.30 e senza un campo base comodo non ce l’avremmo fatta a resistere per terra tutte queste ore. Il parcheggio di Vai costa altri 4 €, che scendono a 2 se si arriva dopo le 17. Parcheggiare lungo la strada di accesso è impossibile perché ci sono recinzioni e corde. Poco prima del parcheggio c’è uno spiazzo riservato ai pullman, ho visto anche alcune auto parcheggiate lì, ma non so se poi abbiano preso multe (ne dubito comunque, ma non abbiamo voluto cercare grane). La spiaggia è effettivamente molto bella, gli ombrelloni di paglia non sono particolarmente dannosi per il paesaggio e c’è anche un grosso pezzo di spiaggia completamente libera. Il palmeto retrostante è affascinante e meno male che per lo più è recintato altrimenti diventerebbe un enorme accampamento. Il mare è stupendo, con il fondale roccioso misto a chiazze di sabbia, quindi l’accesso è facile ma una volta entrati c’è ogni ben di dio da vedere sul fondo, anche pesci di dimensioni notevoli.

Il sole picchia, qui mi sembra più che nelle altre zone dell’isola e fa anche molto caldo. Per fortuna siamo ormai dei cioccolatini e non temiamo più le scottature ma intorno a noi vediamo solo gente diventare rossa nel giro di mezz’ora…Se avete la pelle chiara attenzione, non ho mai visto tanti ustionati in giro come a Creta! 22 luglio Oggi vogliamo percorrere la gola di Kato Zakros, una versione in piccolo di quelle di Samaria. Tentiamo una sveglia alle 5.30 ma ci riaddormentiamo miseramente. Alle 6.30 riusciamo a tirarci giù dal letto e alle 7 imbocchiamo la gola decisi a percorrerla in salita. I tempi di percorrenza indicati dalla nostra guida sono di 2 ore e mezza in discesa se si fa il percorso più lungo, un’ora e mezza se si prende una scorciatoia. Evidentemente la guida è calibrata sulle lumache perché alle 9 siamo a Zakros a fare colazione, dopo aver fatto il percorso più lungo, per di più in salita. La camminata è bella, molto più facile di Samaria, percorribile da chiunque, anche privo di allenamento e preparazione. Si cammina anche qui sul fondo di un canyon, poi si sbuca nella piana ai piedi di Zakros, si prosegue negli uliveti e si arriva infine in paese. L’unico problema è che qui la vegetazione è rigogliosa e il sentiero stretto, io stupidamente mi ero messa i pantaloncini corti e mi sono graffiata tantissimo contro le piante. La vegetazione è molto particolare: oleandri, platani, ulivi ma soprattutto distese di cespugli di canapa! Da Zakros abbiamo poi camminato sulla statale per altri 3 km circa finchè abbiamo imboccato la vecchia strada che scende a Kato Zakros, una mulattiera sterrata che corre sopra il canyon e che offre panorami mozzafiato della gola e della piana di Kato. Tra un bagno e l’altro nel pomeriggio abbiamo anche visitato il palazzo minoico, dopo esserci passati davanti mille volte in questi giorni. Molto molto bello, anche se ancora tutto da scavare e da scoprire. Buffissime le tartarughe d’acqua dolce che popolano le cisterne e i pozzi minoici e che vengono incuriosite in superficie a guardare i turisti! 23 luglio Ultimo giorno di mare, che abbiamo deciso di dedicare nuovamente a Vai, senza perderci a vistare altri posti col rischio che ci piacessero di meno. Ci concediamo lo stesso ombrellone dell’altro giorno e ci godiamo il mare. Andiamo a vedere anche la spiaggetta a destra di Vai, bella ma molto frequentata anche quella quindi tanto vale stare a Vai. La quantità di turisti italiani in giro aumenta di giorno in giorno, ma quasi tutti arrivano alle 12, coi pullman organizzati dai villaggi turistici, e ripartono alle 16, quando la guida li chiama col fischietto o il campanello. Sghignazziamo tra di noi osservando i braccialetti colorati che portano al polso e che ci ricordano tanto le targhette auricolari che si mettono al bestiame.

E infine trascorriamo l’ultima serata distesi in spiaggia a guardare le stelle cadenti, ci siamo solo noi, fa caldissimo, dal mare arrivano folate di aria bollente direttamente dalla Libia…Che meraviglia.

24 luglio L’aereo di stasera parte solo alle 23.30 da Iraklio quindi abbiamo un’intera giornata da riempire. Lasciamo Kato Zakros verso le 10 e ci dirigiamo all’altopiano di Lassithi, dove arriviamo alle 13, in tempo per pranzare in un posto un po’ troppo turistico ma dove ci servono un olio buonissimo: ci ingozziamo di pane olio e sale mentre gli americani del tavolo accanto ci guardano sbigottiti, continuando ad affogare qualunque cosa in un quanto meno discutibile ketchup industriale. Poi andiamo a visitare la caverna di Zeus, il Dikteo Andro, a cui si arriva dal paesino di Psichro, dove parcheggiamo in un piazzale e poi scopriamo che dobbiamo pagare 2 € a tradimento. Parcheggiate sulla strada e andate su a piedi, è meglio. Per salire alla caverna c’è una bella rampa di scale che alle 2 del pomeriggio, col pranzo sullo stomaco e 42° gradi all’ombra è stata piuttosto divertente. Ci abbiamo messo circa 20 minuti comunque. Volendo la si può anche fare a dorso d’asino, ci sono i vecchietti che affittano gli animali: costa 15 €, uno sproposito secondo me, ed è una cosa che dà origine a delle scene buffissime, tipo un arzillo ottantenne cretese che sale di buon passo i gradini tirandosi dietro per la cavezza un asino su cui giace una turista tedesca obesa…L’ingresso alla grotta costa altri 4 €, troppi secondo me visto che il palazzo minoico di Kato Zakros ne costava solo 3. E’ comunque una caverna molto affascinante, si scende una ripida scala e si arriva in questo stanzone profondissimo e gelido, con imponenti stalattiti e stalagmiti e formazioni calcaree impressionanti. A noi il genere piace quindi…L’unico problema è che si arriva all’imbocco dalla caverna accaldati e sudati e poi si passa in un ambiente gelido, sembra letteralmente di entrare in una cella frigorifera e non so cosa avrei dato per avere dietro una felpa con cui coprirmi! Verso le 16 lasciamo questo bell’altopiano e partiamo per Iraklio, salutati da una stupenda coppia di grifoni che volteggia sopra di noi. Siccome mancano ancora parecchie ore decidiamo di prendere la Old Road da Chersonissos e arrivare a Iraklio viaggiando sulla costa per farci un’idea di come sia da quelle parti, dato che tutti ce ne hanno parlato solo male. In effetti quel tratto di costa non è brutto, è molto molto peggio che brutto. Le spiagge sono artificiali, terra tenuta insieme dai moli costruiti ad hoc, i grandi alberghi e villaggi sembrano tutti aver visto tempi migliori, con un’aria di vecchiume e sporcizia. Il lungo mare è un’infilata di ristoranti, bar e locali notturni con qualche pretesa di eleganza ma immersi in un panorama desolante, tra scheletri di auto bruciate nei prati incolti, gli onnipresenti ecomostri e le strutture in cemento armato abbandonate a metà. Siamo felici di aver evitato come la peste queste zone e le osserviamo divertiti, fotografando il peggio di quel che ci capita davanti agli occhi… Infine ci accampiamo in aeroporto aspettando il volo. Un ultimo consiglio: scordatevi di mangiare in aeroporto, o anche solo di acquistare una scatola di biscotti. Si sa che i prezzi sono gonfiati negli aeroporti, ma qui è una cosa senza vergogna, con ricarichi del 500% rispetto anche solo al chiosco fuori nel parcheggio. Commento finale Una vacanza perfettamente riuscita, ci siamo trovati benissimo. Mare stupendo, gente cordiale, tempo splendido, caldissimo ma asciutto e ventilato. Non abbiamo avuto mai nessuna difficoltà a muoverci, fare la spesa, mangiare in giro, basta saper parlare un minimo di inglese. I prezzi sono mediamente bassi, abbiamo sempre cenato con al massimo 20 € in due. Vale sempre la regola di evitare i ristoranti nelle posizioni più turistiche e strategiche e andare a cercare quelli meno belli e più nascosti. Vale anche la pena di comprare alcuni dei prodotti tipici, tipo l’olio, il miele di timo, le spezie. Nella via delle pelli di Chania avrei voluto comprare i sandali ma mi sono accorta che erano uguali in tutti i negozi…Altro che artigianato! Consigliamo soprattutto di spostarsi per l’isola e di non restare a lungo nello stesso posto perché ci sono tante cose da vedere ed è bello girare. Sconsigliamo caldamente di andare in villaggio, quella è una soluzione che può forse dare sicurezza e confort se si va in paesi più difficili, ma Creta è talmente agevole da visitare che con una buona guida e una cartina decente ce l’abbiamo fatta persino noi che non siamo certo dei viaggiatori esperti. Stando in villaggio invece si vede troppo poco, si resta sempre nella stessa zona e soprattutto i villaggi sono posizionati per la maggior parte sulla orribile costa nord. Portatevi creme solari adeguate (inutile portarsi protezioni inferiori al 10) e lasciate pure a casa le felpe…Fa caldissimo anche di notte!



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