Ericeira una volta
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E così il programma tracciato prima della partenza non ha niente a che fare con quanto già visto: se nel 2010 ci eravamo concentrati su Lisbona, Evora ed Algarve nel 2013 saranno Porto, Coimbra e le spiagge atlantiche ad essere le protagoniste. Non cambieranno però i comuni denominatori delle nostre vacanze: tante visite, buon cibo, dolcetti, abbronzature (chi più chi meno) e dolce star bene.
Domenica 11 Agosto
Partenza da Malpensa con volo Iberia, scalo a Madrid ed arrivo nel tardo pomeriggio a Vigo a soli trenta minuti dal confine portoghese. Itinerario strano per un viaggio in Portogallo, deciso per via della tariffa ben più vantaggiosa per l’affitto dell’auto in Spagna per i 10 giorni della nostra vacanza.
La prima meta è Viana do Castelo, vivace cittadina della regione del Minho con porto e centro di interesse storico, che ci accoglie con un venticello fresco che ci lascia qualche interrogativo sui giorni a venire e sul contenuto delle nostre valigie (tante magliette e canotte ma solo una maglia ed un giubbotto in due). Dormiremo qui per due notti presso la Casa dos Costa Barros, una bella dimora del 1500 dalla facciata sontuosa e stranamente pendente verso la strada dichiarata monumento storico. Sebbene le camere non siano un granché, piccole (specialmente la nostra, l’unica col letto matrimoniale) e dall’arredo molto classico, l’atmosfera che si respira è caratteristica per via dei due anziani proprietari e della figlia che serve la colazione la mattina.
La sera abbiamo giusto il tempo di cenare molto bene alla Casa de Pasto Maria de Perre (si trova in una stradina alla destra della principale Avenida dos Combatentes) a base di bacalhau (merluzzo). Iniziamo con un antipasto di palline di merluzzo fritte (squisite, le ordineremo da qui a fine vacanza in ogni ristorante che le propone), proseguiamo con un generoso piatto di bacalhau fritto con patatine e vino rosé frizzante Matheus, per poi iniziare a girare per il centro che visiteremo con più attenzione nella giornata di Mercoledì. Prima notte di vacanza insieme: io, Flo e una decina di zanzare che quella domenica di Agosto conobbero, loro mal grado, la mossa letale del balzo con cuscino.
Lunedì 12 Agosto
“Gaffli, guarda fuori: il cielo è grigio e c’è la nebbia… vai tu in bagno che io ci rifletto su ancora 5 minuti …” Niente paura: iniziamo con la colazione servita su una grande tavola in una bella sala al primo piano dell’hotel, ci mettiamo in macchina in direzione del Parco nazionale Peneda-Gerês e verso le 11 del mattino il cielo si apre ed arriva il caldo che aspettavamo. Abbiamo già svelato la meta del primo giorno di vacanza, programmata sapientemente per il lunedì, giorno in cui la maggior parte di musei, chiese e palazzi sono chiusi in Portogallo (sbagliando si impara, vedi vacanza a Lisbona del 2010…).
Raggiungiamo prima la cittadina di Ponte da Barca dove si trova l’Adere, l’associazione di riferimento del parco presso la quale ci informiamo sui percorsi consigliati e sui punti in cui poter fare il bagno nei torrenti della zona. In realtà la nostra passeggiata immersi nella natura non decolla e, forse a causa delle poche indicazioni forse per il tempo limitato che ci siamo ritagliati per un’escursione, vediamo qualche bel paesino, tante mucche e cavalli (oltre alla locale biscia-copertone), ma non camminiamo in un sentiero per più di venti minuti consecutivi. Dopo pranzo raggiungiamo un punto che all’Adere ci avevano impropriamente definito ‘swimming pool’: una pozza d’acqua pulita piuttosto profonda creata da un torrente immersa in un bel paesaggio con diversi turisti, principalmente francesi, che prendono il sole e fanno il bagno. Detto che il fiume Olbicella nei pressi di Molare (AL) a meno di un’ora di distanza da casa nostra non ha niente da invidiare a questa ‘swimming pool’, il pomeriggio è rilassante: stendiamo il telo da mare su una bella roccia a punta, iniziamo col prendere il primo sole portoghese ma rimandiamo la nuotata alle coste oceaniche, sicuri di trovare un’acqua meno fredda (‘illusi’ sembrava dire un gabbiano compiaciuto che passava da quelle parti).
Seconda serata a Viana do Castelo con altra cenetta piacevole questa volta a base di un’abbondante piatto di riso ai frutti di mare (le porzioni in Portogallo saranno quasi sempre molto generose) e vinho verde (vino leggermente frizzante prodotto in questa regione). Dopo cena e con la temperatura ritornata al di sotto dei venti gradi qualcuno indossa una maglia, qualcuno indossa un giubbotto, mentre noi passeggiamo fino alla centrale Praca da Republica molto ben illuminata e torniamo alla Casa dos Costa Barros che libereremo la mattina seguente.
Martedì 13 Agosto
Questa mattina partiamo con l’idea di visitare molto velocemente Viana, ma poi ci facciamo prendere da questo grazioso paesino a cui dedichiamo l’intera mattinata ed il primo pomeriggio. Torniamo prima di tutto in Praca da Republica dove si trovano due bei palazzi rinascimentali (la Casa de Misericordia ed il palazzo municipale), una chiesa del XVIII secolo, una fontana e all’angolo il museo dell’abito ricco di vestiti tradizionali di Viana do Castelo, ancora oggi utilizzati durante la festa della città che si terrà proprio alla fine di questa settimana. Visitiamo ancora il Museo municipale ed il battello Gil Eannes, una nave del 1955 per la pesca al merluzzo che oggi è attraccata al porto ed è aperta al pubblico. Prima di cambiare città ci spostiamo con l’auto sulla cima del monte Santa Luzia alle spalle di Viana, dove si trova il tempio-monumento del Sacro Cuore di Gesù, una chiesa dalla bella facciata e dalla quale si gode di un panorama affascinante sulla città sottostante e sull’oceano a pochi chilometri di distanza.
Dopo Viana do Castelo proseguiamo nel nostro viaggio verso Sud, questa volta facendo tappa a Braga, città di interesse storico principalmente per la sua Cattedrale, città giovane per via della sua Università e di interesse floffinesco per la via commerciale ricca di negozi di trucchi e abbigliamento. Non abbiamo ancora pranzato e così, dopo aver lasciato i bagagli in albergo, facciamo sosta al Frigideiras do Cantinho, un bar-pasticceria dove proviamo il folheado, un’abbondante sfoglia ripiena di carne per soli 3,50 €, ed il bolo romano, un tortino dolce a base di miele, frutta secca e vino. Dopo questo pranzo-merenda proviamo a visitare qualcosa ma ormai è troppo tardi e in cattedrale c’è una delle tante messe giornaliere. Così preferiamo girare a zonzo per la città, anche questa molto compatta e comoda per le passeggiate a piedi, rimandando alla mattina successiva le visite che avevamo programmato.
Prima di cena aperitivo con sangria al Café Vianna e poi grigliata di carne al Velhos Tempos Taberna, una rustica taverna dai tavolini bassi un po’ decentrata rispetto alle vie più turistiche. Sarà il caldo, saranno le visite, sarà la mia piccola età ma stasera il sottoscritto non ne ha più, Ga&Flo raggiungono l’albergo, si preparano per la notte e nel tempo record di tre minuti primi e ventisette secondi stanno già dormendo.
Mercoledì 14 Agosto
Come ieri, il Mercoledì inizia con la visita ai monumenti principali della città che avevamo iniziato a conoscere il giorno precedente. Si parte con la Sé, ovvero l’imponente cattedrale di Braga, e si prosegue con il Museu dos Biscainhos, una casa signorile del 1700 la cui visita guidata è disponibile solo in portoghese. Al primo piano si visitano le stanze sfarzose della famiglia ed al pianterreno quelle più sobrie dei domestici, sempre a disposizione nel soddisfare le richieste ed i capricci dei padroni in particolare per quel che riguarda la gestione del giardino barocco. A pochi chilometri ad est di Braga si può poi visitare il Santuario do Bom Jesus do Monte, una chiesa barocca in cui prevale il colore bianco, resa celebre per l’elegante ed un po’ faticosa scalinata che si percorre per raggiungerla. Dopo la visita del Santuario (o prima alla ricerca della chiesa, come preferite) si può restare nei paraggi come abbiamo fatto noi dato che il monte Espinho su cui sorge il Bom Jesus è ricco di piante e laghetti, combinazione ideale per il pranzo, un pic-nic o una semplice camminata.
Altri duecento chilometri verso Sud e cambiamo regione, siamo nel Beiras dove visiteremo Coimbra, ex capitale del Portogallo ricca di storia e sede della più antica Università lusitana. Seguendo le dettagliate indicazioni della Signora Laubenthal parcheggiamo a poche centinaia di metri (sembra facile a dirsi ma la parte vecchia di Coimbra si sviluppa lungo una serie di stradine che salgono verso una ripida collina fino all’ateneo) dalla Guesthouse Pombal, una vecchia casa di città finemente personalizzata dai gestori olandesi (e qui si spiega quello strano cognome!). La camera è piccolina ma anche qui si apprezza l’attenzione per i dettagli e per i colori, accappatoio incluso. Ma l’accoglienza non è finita e, dopo aver sistemato i bagagli, la proprietaria ci invita a raggiungerla in un cortiletto interno dove da insegnante navigata ci presenta la cartina di Coimbra consigliandoci itinerari, ristoranti e monumenti principali. Noi capiamo tutto e come prima cosa scendiamo a piedi lungo le ripide stradine fino alla centrale Rua Ferreira Borges dove si trova la Pastelaria Briosa: qui mangiamo e facciamo spesa (questa volta però a causa di un’incomprensione linguistica) di pasteis de Tentugal, cartocci di pasta sfoglia ripieni di crema all’uovo. Anche oggi si è fatto tardi e non conviene iniziare le visite che rimandiamo al Giovedì, dedicando ora un po’ di tempo alla parte bassa del centro storico che si sviluppa ad est del Rio Mondego.
Dopo la doccia, mai così utile in questa vacanza per via del caldo e delle tante salite, ritorniamo proprio in questa zona della città per cena al ristorante Paco do Conde e dopo cerchiamo, senza successo, posto a sedere al Café Santa Cruz, un bel locale ricavato in un’ala del monastero omonimo dove stasera si suona il fado. Non faremo tardi neanche questa sera ma dobbiamo ricaricare le pile perché domani visiteremo una città che ci sta piacendo tanto.
Giovedì 15 Agosto
Il nostro Ferragosto inizia sotto un cielo grigio con la visita al monumento più celebre di Coimbra, la sua Università. Di questa tappa vogliamo ricordare la Sala dos Capelos, dove ancora oggi gli studenti discutono la tesi sotto lo sguardo inquisitorio dei re portoghesi qui ritratti, la torre, simbolo cittadino, e la splendida Biblioteca Joanina del 1700 costruita in legno, marmo ed oro. Sempre nella parte vecchia ed alta della città vediamo la Sé Velha prima di scendere ed attraversare il ponte pedonale sul Rio Mondego che porta nei quartieri nuovi. In ogni caso, a prescindere dai monumenti di sicuro interesse, Coimbra ci è piaciuta per la sua atmosfera e per la miriade di ripide stradine caratteristiche che la attraversano e che abbiamo immaginato brulicare di studenti nei mesi di lezione.
Nel pomeriggio, dopo un piatto di riso con rana pescatrice, torniamo piccoli al Portugal dos Pequenitos, il Portogallo in miniatura, dove rivediamo in versione mini le città che già conosciamo, pregustiamo le mete dei prossimi giorni ed impariamo qualcosa sulle antiche colonie così come sulle isole portoghesi i cui padiglioni si trovavano esattamente da qualche parte all’interno. Sempre sulla riva sinistra del Mondego visitiamo ancora il monastero di Santa Clara a Velha, una vecchia chiesa resa inagibile a metà 1600 da una serie di alluvioni che l’avevano fatta progressivamente sprofondare, e successivamente la Quinta das Lagrimas, un romantico giardino che, si dice, facesse da scenario agli incontri segreti tra Ines de Castro e Pedro. Risaliamo per l’ultima volta le stradine del centro fino alla casa Pombal dove si trova la nostra auto (e un ultimo pasteis de Tentugal), soddisfatti per la visita di una città che ricorderemo con piacere e con la voglia di raggiungere la prossima meta: è arrivato il momento del mare!
La sera stessa ad Ericeira arriva la delusione della vacanza. Avevamo prenotato, o per lo meno ne eravamo convinti, presso un bellissimo resort ecologico fatto di bungalow, capanne e laghetti artificiali dal nome di Ericeira Eco Sound, super consigliato su Trip Advisor e siti affini. Al nostro arrivo e su sollecitazione telefonica il surfista Jorge, titolare della struttura che tra l’altro aveva anche voluto il pagamento anticipato del 30%, ci ha comunicato che la nostra prenotazione era per un altro resort di sua proprietà, L’Ericeira Sea Sound. E come avevo fatto io a non notare le tre lettere diverse chiaramente indicate in minuscolo alla quarantesima riga della conferma di pagamento? Prendere o lasciare, il che avrebbe significato mettersi alla ricerca di un hotel alle 20 del giorno di Ferragosto … e così decidiamo di prendere questo che più che un resort è una graziosa villetta vista mare condivisa tra più persone (una coppia di sportivi, due anziani, tre surfisti, un cuoco… ma quanti erano?) con bagno e frigorifero in comune.
Ericeira è una cittadina balneare con porto e casette bianche dai tetti blu che ha saputo, a dispetto del considerevole numero di turisti che qui arrivano nella stagione estiva, conservare nel tempo il proprio fascino e la propria identità di villaggio. Ceniamo alla Canastra, un ristorante sul lungomare in Rua Capitao Joao Lopes, che cucina esclusivamente pesce, da scegliere direttamente tra il pescato del giorno in esposizione all’ingresso del locale. Gli antipasti, o per meglio dire gli stuzzichini che costituiscono il coperto nei ristoranti portoghesi come le olive, il burro, il paté di tonno sono squisiti, il vino rosé si beve che è un piacere ed il pesce da noi scelto con un po’ di imbarazzo ed inesperienza, l’intraducibile cantaril, è formidabile. A riprova di quanto detto citiamo testualmente l’esperta: “Gaffli è il pesce più buono che ho mangiato nella mia vita, è ottimo perché non sa di pesce!”.
Passeggiamo un po’ per il centro dove proprio in questi giorni è in corso la festa di Ericeira: proviamo il churros, pastella di farina fritta zuccherata e arricchita di una spolverata di cannella e la ginjinha, liquore a base di ciliegia, vecchia conoscenza della nostra precedente vacanza portoghese. Cos’altro dire di questa serata perfetta? Ah, giusto che tira un vento dell’accidenti, sul lungomare non si riesce a passeggiare e che per dormire abbiamo tirato fuori il piumotto dall’armadio … chi ha voglia di andare domani in spiaggia?
Venerdì 16 Agosto
Colazione con toast al bar davanti l’hotel, macchina e raggiungiamo in meno di 10 minuti la Foz do Lizandro, una spiaggia di sabbia bianca dove le calme acque del fiume Lizandro raggiungono quelle più agitate dell’oceano Atlantico. La spiaggia è una bella distesa di sabbia, il sole splende a tratti nel cielo ma il vento continua a soffiare forte e di togliere la maglietta non ne abbiamo proprio voglia. Dopo pranzo a base di insalatona in uno dei ristoranti della spiaggia davvero ben attrezzata, cambiamo un po’ di posti selezionando da una cartina per surfisti solo quelle spiagge le cui onde vengono definite “totally epic” e che richiedono capacità “professional o kamikaze”. In realtà il mare è abbastanza calmo e noi un po’ passeggiamo sulle scogliere alte sull’oceano e un po’ ci distendiamo sulla sabbia a debita distanza dall’acqua ghiacciata. Anche per quel pomeriggio un po’ di sole, un po’ di nuvole e tanto vento.
Ritornando in hotel altra sorpresa all’Ericeira Sea Sound e questa volta Jorge non centra niente: ci siamo scottati (chi più chi meno)! In effetti a causa del vento non ci siamo accorti che in alcuni momenti il sole era molto forte e il risultato è un bel colore rosso acceso: “brace brace”! Quella sera ceniamo in un ristorante alla Praia do Sol, sul sito dove a fine 800 si era arenata una balena, e poi prendiamo spunto dalla sera precedente assistendo al concerto in piazza ancora con churros e ginjinha.
Sabato 17 Agosto
Il cielo questa mattina è troppo grigio e le nostre facce troppo rosse per prendere in considerazione una seconda giornata al mare. E così oggi si improvvisa o, meglio, scatta il piano B: fare quello che non eravamo riusciti a fare nel 2010. Si inizia con il Cabo da Roca: 38°47’ nord, 9°30’ ovest, ovvero il punto più occidentale del continente europeo, dove “la terra finisce ed il mare comincia”. Un capo a strapiombo a 140 m sull’oceano da cui si gode di un ottimo panorama sulla costa frastagliata e che, per via della sua posizione, è diventato un luogo speciale e un po’ affascinante. E se noi non ci fossimo stati per davvero? Impossibile, un certificato autentificato (e pagato) presso l’ufficio del turismo attesta il nostro, o per lo meno il passaggio di Flo, dal Cabo da Roca.
Forse la meta che più ci aveva colpito nella vacanza portoghese del 2010, tanto da farci pentire di aver trascorso qui una sola giornata, era stata Sintra. La città, più volte nel corso della storia sede delle residenze della nobiltà e monarchia portoghese, ci aveva impressionato per la particolare architettura, i giardini esuberanti e la natura lussureggiante dei boschi che in questa area formano una vera e propria giunga tropicale. Ci torniamo quest’oggi con l’intenzione di dedicarci proprio alla natura ed alla visita di due residenze che non avevamo visto tre anni prima. La Quinta de Regaleira è una villa costruita alla fine dell’800 da un ricco uomo d’affari che dedicò buona parte della propria vita alla realizzazione di questo luogo in cui visse pochi anni prima di morire. Anche in questo caso è il giardino a contenere gli spunti più interessanti, come la Discesa agli Inferi, una specie di voragine circolare che scende lungo nove piani di scale a spirale fino a portare il visitatore in una grotta buia ed umida a rappresentare simbolicamente un inferno di dantesca memoria. Stesso discorso vale per il Parque de Monserrate, un’altra residenza dalle sembianze di un parco naturale: un bel palazzo neogotico di ispirazione arabeggiante immerso in un parco con piante ed alberi provenienti da tutto il mondo. E ancora cascate d’acqua, alberi centenari, fiori coloratissimi e piante grasse che lanciano le spine: anche questa volta la visita di Sintra ha rappresentato qualcosa di magico!
Passiamo da Azenhas do Mar per scattare un po’ di foto a questo paesino bianco arroccato sull’oceano che scatena i nostri ‘Uao’ di ammirazione, per poi rientrare ad Ericeira e concederci un’altra cena al ristorante della prima sera dove ci riconoscono e propongono un altro formidabile piatto a base di pesce che di pesce non sa. Assistiamo a parte della processione che chiude la festa patronale del paese ed infine raggiungiamo l’Ericeira Sea Sound dove, dal nostro lettuccio e sotto le coperte, sentiamo in lontananza il boato dei fuochi artificiali.
Domenica 18 Agosto
Dopo due giorni di mare (almeno questo recitava il programma) si riparte e l’agenda della giornata è ricca di impegni: Alcobaca, Nazarè, Batalha e per finire Aveiro. Usciamo da Ericeira e prima di entrare in autostrada passiamo da Mafra, la città col jingle e col Palacio Nacional, un palazzo-convento di dimensione imponente utilizzato nel 1700 come residenza estiva dei sovrani portoghesi. La visita si limita ad una foto scattata dall’auto, il programma è troppo fitto per un’improvvisazione e di li a poco raggiungiamo la prima città di questa domenica estiva.
Alcobaca è un comune di poco più di cinquantamila abitanti che deve la propria notorietà al Mosteiro de Santa Maria, una delle chiese più belle ed imponenti del Paese, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Prima di entrare facciamo colazione lì vicino alla Pastelaria a Casinha dos Montes dove alla nostra consueta richiesta “Bom dia, tiene … de Ovo” veniamo ricoperti da pasticcini e torte, probabilmente i migliori dell’intera vacanza. La Chiesa impressiona sin dall’ingresso per via dell’altezza e profondità delle tre navate così come per la serie infinita di colonne bianche allineate lungo gli oltre cento metri di lunghezza del monastero. La visita prosegue per quasi due ore nel chiostro e da lì in una serie di sale altrettanto maestose come quella dei Re, dei Monaci, la sala capitolare e la cucina con un gigantesco camino centrale rivestito di azulejos.
La meta successiva è in realtà un’improvvisazione fortemente suggerita la mattina stessa da Jorge dell’Ericeira Sea Sound. Nazarè è un paesino di mare a Nord di Lisbona che, a parte il tradizionale centro storico e l’enorme spiaggia sull’oceano, è diventata di recente la Mecca dei surfisti di tutto il mondo per via dell’impresa di un certo McNamara, surfista hawaiano che qui ha migliorato un Guinness dei primati che già gli apparteneva cavalcando un’impressionante onda di oltre 30 metri (è vero, trovate anche il video su internet!). Pranziamo proprio davanti a quel tratto di oceano, che oggi però è molto calmo, il cielo azzurro, il sole caldo e alto nel cielo … due occhietti inquisitori sembrano chiedermi silenziosamente di rendere conto della scelta di Ericeira come meta di mare della vacanza.
Nel pomeriggio raggiungiamo il secondo monastero della giornata, quello di Batalha, anch’esso dichiarato patrimonio dell’Unesco, molto simile e se possibile ancora più imponente di quello di Alcobaca. In effetti la visita ricorda molto quella della mattina: dalla chiesa con tre altissime arcate si passa nel chiostro e da li in una serie di sale e cappelle molto grandi ed impreziosite di portali monumentali finemente decorati in stile gotico e manuelino. Prima di rimetterci in marcia ci riposiamo un po’ in una sala dove trasmettono un filmato (in parte già visto la mattina ad Alcobaca) sul Portogallo e le sue principali città viste dall’alto. Il video sembra un riassunto delle nostre due vacanze portoghesi (Madeira a parte) e così alla fine della proiezione decidiamo di acquistarlo, ripromettendoci di guardarlo sotto il piumone a Natale a casa (si ma quale casa?).
La giornata si conclude centro trenta chilometri più a Nord, ad Aveiro, città lagunare soprannominata, non a caso, la Venezia portoghese. Anche questa volta l’impatto non è dei migliori: sbagliamo strada e a piedi ci ritroviamo in una desolata area periferica, la temperatura è bassa, c’è il vento e addirittura la nebbia! Un po’ a fatica raggiungiamo il semideserto centro e ci infiliamo in un ristorante nella piazza del Pesce, il ‘O Telheiro’, dove tra una portata di merluzzo ed una di carne iniziamo a pensare ad alternative: il programma per domani prevede ancora mare!
Lunedì 19 Agosto
Verso le 9 scendiamo per la colazione e ci ritroviamo in un salone pieno zeppo di turisti, ma dov’erano tutti ieri sera? Per fortuna il tempo è clemente ed il cielo grigino di questa mattina si trasformerà di lì a poche ore in un bel pomeriggio di sole. E allora confermiamo il programma e prepariamo lo zaino per il mare. Prima di raggiungere la spiaggia facciamo conoscenza di tre attrazioni di Aveiro: i Moliceiros, le tradizionali imbarcazioni lagunari con prua e poppa incurvate a collo di cigno, gli ovo moles della Pastelaria Ramos, pasticcini molto zuccherati preparati con tuorlo d’uova e avvolti in un rotolino di pane azzimo, e Zara, importante catena di abbigliamento che deve a Flo nel mondo gran parte della propria fortuna.
Consigliati dalla nostra guida raggiungiamo la Praja de Sao Jacinto (bus da piazza Rossio, traghetto da Forte de Barra e poi camminata di una decina di minuti): una selvaggia distesa di sabbia ideale per le passeggiate e per starsene tranquilli a guardare le onde impetuose dell’oceano. Finalmente uno di quei posti di mare che piacciono a noi e così, senza neanche più un filo di crema solare, ce ne stiamo lì gran parte del pomeriggio a parlare e fare foto prima di rientrare per un pranzo-merenda vicino alla fermata dei traghetti.
Quella sera Aveiro è tutta un’altra città: il clima piacevole, i colori caldi del tramonto, le piazzette colme di tavolini, i turisti che passeggiano per la laguna … che sorpresa! Ceniamo al ristorante Salpoente, un moderno ed elegante locale allestito in un ex deposito di sale che, manco a dirlo, ha come specialità il merluzzo di cui propone originali versioni e coraggiosi accostamenti che ci soddisfano pienamente. Prima di rientrare in hotel passeggiamo un po’ per il centro che, seppur non regge il confronto con Venezia, si rivela molto grazioso per via della laguna, delle belle piazzette e delle facciate in Art déco di molti edifici.
Martedì 20 Agosto
Ovvero: ultime ventiquattro ore complete della vacanza 2013 di Ga e Flo. Quest’anno il gran finale è rappresentato da Porto, seconda città del paese che nasce nei pressi della foce del fiume Douro. Arriviamo qui a metà mattinata, lasciamo le valigie al Residencial dos Aliados, un bell’edificio con rotonda d’angolo, e ci fiondiamo per le vie del centro per sparare le ultime cartucce delle ferie. Visitiamo in ordine la Cattedrale (Sé), una chiesa dall’aspetto di fortezza decorata lateralmente con un bel azulejo, la Igreja de Sao Francisco, una chiesa gotica il cui interno è un tripudio di oro utilizzato per la decorazione di colonne, pilastri e cappelle ed il Centro Portoghese di fotografia, un insolito museo dedicato alla fotografia ricavato in un ex carcere. In mezzo a questo peregrinare per la città ci mettiamo un pranzo al Cafè do Cais sul lungofiume con cantante che ci allieta sulle note di Toquinho ed un caffè e spremuta al Majestic, locale storico di Porto dalle panche rivestite di cuoio, i pavimenti di marmo e gli antichi specchi alle pareti. Non è difficile elencare le visite di una giornata a Porto, meno facile invece è trasmettere le sensazioni che ci ha dato una città che si è rilevata al di sopra delle nostre aspettative. Porto è una città affascinante, il suo continuo sali e scendi, le casette color pastello sul lungofiume, i bar, i barbieri e le librerie che sembrano essersi fermati a cinquant’anni fa hanno un qualcosa di pittoresco e romantico, niente in questa breve gita ci è apparso inopportuno o fuori luogo, aggettivo che invece avevamo utilizzato per descrivere certi quartieri della capitale Lisbona.
La sera ritorniamo nella zona che ci è piaciuta di più della città vecchia, il lungofiume in Cais da Ribeira al Ristorante Filha da Mae Preta, dove ceniamo all’aperto brindando con l’ultimo Matheus in un’atmosfera già un po’ nostalgica e forse un po’ troppo chiassosa. Al calar della notte la città è più bella illuminata, e lo è ancora di più dall’alto dei cinquanta metri del Ponte Luis I che collega la città vecchia a quella nuova e che noi percorriamo a piedi scattando qualche foto al Douro e ai monumenti che spiccano tra le abitazioni e i locali pieni di persone. Concludiamo la giornata in un bar all’aperto nella città nuova gustando due cocktail a base di vino porto e poi, con le gambe indolenzite dalle tante camminate di questi giorni, rientriamo all’hotel dos Aliados per l’ultima notte insieme.
Mercoledì 21 Agosto
L’ultima mattina è dedicata a togliersi qualche ultima soddisfazione: sistemiamo la pratica regali, visitiamo il mercato de Bolhao, pranziamo al Cafè Guarany, un altro bar storico che si trova proprio sotto il nostro hotel, ed infine, per la felicità dei piccioni di Porto, usciamo dalla città in direzione della Spagna e più precisamente dell’aeroporto di Vigo. Stessa procedura dell’andata: scalo a Madrid, cena con panino al presunto (prosciutto), acquisto di Gazzetta per verificare gli ultimi movimenti di mercato e verso le 22.30 siamo a Linate, se ne riparla nel 2014.
Missione compiuta: di sicuro non si è trattato di una versione sottotono della vacanza del 2010, bensì di una nuova tappa portoghese ricca di novità, aneddoti e giornate spensierate spese a divertirsi e stare bene. Se la partenza è stata in punta di piedi, la visita di città come Coimbra, Sintra e Porto valgono da sole il prezzo del biglietto. Il clima è stato meno favorevole rispetto al passato, ma d’altra parte non ci siamo mai annoiati e le improvvisazioni sono sempre state una prerogativa delle nostre vacanze. E ore sotto a chi tocca, che si tratti di Turchia, Grecia o Stati Uniti noi siamo già entusiasti di partire, ma non parlatemi di Madeira… almeno fino al 2016!