Eolie in catamarano e una “talìata” a Palermo

Eolie in catamarano (Lipari, Panarea, Vulcano, Stromboli, Salina) e visita a Palermo
Scritto da: lula
eolie in catamarano e una “talìata” a palermo
Partenza il: 04/09/2011
Ritorno il: 13/09/2011
Viaggiatori: 1
Spesa: 1000 €
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La Sicilia è l’estremo lembo di terra che il furioso Nettuno separo’ con il suo tridente dalla penisola, creando il canale ribollente dello stretto.

Lo splendido mare mi proietta in un’altra dimensione del mito, quello di un mediterraneo incontaminato come ai tempi di Omero.

Ed e’ proprio la barca che ho scelto come mezzo per godermi il mare, il sole e memorabili cene al tramonto; si’ perche’ non si mangiano soltanto i “boccioli” dal gusto immaturo e raffinato (i famosi cucunci), le olive, il vino o il pesce fragrante e profumato; si mangia anche il sole, l’aria, la luce e la brezza che quaggiu’, in ogni isola, a qualsiasi cibo fanno da contorno.

Navigare spinti dalla forza del vento, in armonìa con il mare, lasciarsi cullare dalle onde, è una delle sensazioni piu’ belle che una barca sa regalare.

Abbiamo levato l’ancora dalla dimora di Eolo, Lipari. Il museo dell’isola è la migliore testimonianza delle innumerevoli popolazioni che sono approdate qui nel corso di millenni. Miti e leggende delle Eolie, insieme a resoconti di viaggio, hanno ispirato tanti artisti, scultori, pittori e sono state location per molti film.

La sua natura vulcanica è evidente nella costa Nord-Orientale coperta da una vasta colata di pomice (la vecchia cava rappresenta un singolare esempio di architettura industriale); se ci si tuffa nelle acque antistanti, il colore del mare è piu’ turchese che altrove per il bianco della pomice sul fondo.

Poi siamo approdati alla dimora di Efesto, Vulcano, dove le leggende collocano nel cratere l’officina dove lavoravano i Ciclopi. Qui si puo’ salire fino al cratere, camminando su un sentiero di pomici per circa un’ora e vedere gli sbuffi di fumo sulfureo che lasciano orme gialle sulle rocce sommitali.

Al Porto di Levante ci si puo’ immergere nei fanghi caldi allo zolfo, di cattivo odore ma ottimi per la pelle. Mentre alla Cala di Ponente si trova la spiaggia di Gelso con un faro disabitato.

Abbiamo navigato poi verso Panarea, la piu’ piccola delle Eolie, con i suoi isolotti: Basiluzzo, Dattilo, Bottaro, Lisca Bianca, Lisca Nera, i Panarelli, le Formiche.

Tra le spiagge dell’isola, per lo piu’ raggiungibili via mare, c’è Cala Junco, una stupenda piscina naturale di acqua trasparente dalle striature verdi, turchesi,blu, collegata a Cala degli Zimmari, dalla sabbia bronzea da un sentiero che porta ad un villaggio preistorico.

Le stradine sono percorribili solo a piedi (i trasporti: taxi per clienti, sono elettrici), tra gelsomini, bougonville, palme… un incanto!

Al largo si raggiunge Cala la Nave, dove si possono osservare i falchi della regina, che nidificano sopra i faraglioni.

Abbiamo proseguito per Salina, dove siamo approdati a Lingua la mattina, in tempo per fare colazione con una granita al gelso o alle mandorle da Alfredo: buonissima!

Qui si puo’ affittare un motorino e girare l’isola seguendo la strada fino a Pollara, oppure effettuare una deviazione verso Rinella e tuffarsi tra pozze turchesi in un mare blu intenso.

Ma la piu’ spettacolare delle isole è Stromboli, con il suo cratere sputa-fuoco e quell’enorme scivolo che è la Sciara del Fuoco, da cui rotolano i lapilli che si tuffano in mare, di un blu cosi’ intenso da far quasi paura con la sabbia nera come la pece sottostante.

Vale la pena di salire su Strombolicchio fino al faro in disuso e poi fare snorkeling nelle acque attorno, tra monachelle e saraghi.

Sull’isola ho avuto l’opportunità di assistere alla “Festa del Fuoco”, una serie di spettacoli di un cast di artisti internazionali che si riuniscono a fine estate per celebrare l’elemento fuoco, attraverso la danza e performances circensi. Il fuoco rappresenta l’elemento centrale dell’energia dell’isola e crea un’atmosfera speciale, incandescente.

Spinta dalla forza del mare, come su una stoffa di velluto dalle gradazioni del blu e del verde trapunta di pagliuzze dorate, sono poi approdata a Palermo.

E’ una città incantevole, piena di fascino, di suggestioni, di arte, di storia, di profumi, di lusinghe climatiche, in un’anima multietnica; infatti, al centro del Mediterraneo, tra Nord Africa, Europa e Medio Oriente, la citta’ che fu capitale del mondo arabo, ha storicamente radicata in se’ la capacità di amalgamare culture e arti differenti.

La mia esplorazione inizia con le vibrazioni di un “hang drum” che sta suonando un artista di strada e prosegue nella degustazione della “pasta alle sarde” che soddisfa buona parte dei miei sensi!

Ci sono vari itinerari tematici che si possono seguire, perche’ da vedere e visitare c’è parecchio!

L’itinerario arabo-normanno (esistono biglietti di ingresso che comprendono la visita di piu’ siti) comincia dalla Cattedrale, maestosa con le sue guglie tra i Palazzi del Cassaro (ossia Corso Vittorio Emanuele). Proseguendo oltre Porta Nuova si arriva al Palazzo dei Normanni, con al suo interno la Cappella Palatina, ricoperta da splendidi mosaici bizantini (simili a quelli del Duomo di Monreale): bìedda assai!

Se poi ci si vuole riposare tra gelsomini, aranci e melograni, non molto lontano si trova il Chiostro e la Chiesa di S.Giovanni degli Eremiti con le suggestive cinque cupolette rosse arabeggianti (in effetti fu costruita dove sorgeva una moschea araba). Uno degli esempi di architettura fatimida è il Castello della Zisa (raggiungibile con autobus) in cui si trovano manufatti di matrice islamica, molto bella la Stanza della Fontana. Tornando verso i Quattro Canti, si trova la Chiesa della Martorana, “il monumento piu’ bello del mondo” secondo il viaggiatore arabo Ibn Giubair, che deve il soprannome al monastero dove le monache preparavano la frutta di marzapane, da qui martorana, che ancora oggi rallegra gli occhi e il palato.

Non lontano si puo’ vedere la Fontana Pretoria (o “della vergogna”), decorata con statue d’ispirazione mitologica,nella Piazza su cui s’affaccia il Palazzo Pretorio, inizio dell’itinerario Gotico-Rinascimentale che si puo’ concludere nella zona della Cala, dove si trova la Chiesa di S.Maria della Catena, cosiddetta per una catena con la quale si chiudeva l’antico porto della citta’. Nelle vicinanze si trova Piazza Marina, con il Giardino Garibaldi dove si trova un enorme ficus, uno dei simboli di Palermo.

Da Porta Felice poi si puo’ percorrere la Passaggiata delle Mura delle Cattive (in quanto dedicata alle vedove che venivano a passeggiare lontano da sguardi indiscreti) dove si puo’ godere di un panorama mozzafiato sul golfo di Palermo. Fa parte dell’itinerario Liberty che risalendo di nuovo verso i Quattro Canti porta prima al Teatro Massimo e poi al Politeama.

Ma l’anima di Palermo la si ritrova secondo me nella Kalsa, un quartiere pieno di fascino e contraddizioni, un cantiere continuo, oggetto di un’intensa opera di riqualificazione. Da segnalare è la Chiesa di S.Maria dello Spasimo, con la navata centrale a cielo aperto, suggestivo spazio per manifestazioni culturali. Allontanandosi dal mare, s’incontra la Chiesa della Magione con chiostro dei Cistercensi, fino ad arrivare a Piazza della Rivoluzione con al centro la fontana abbellita dal seicentesco Genio di Palermo, statua di un re che allatta un serpente, simbolo della città.

Non lontano si trova l’area della Vuccirìa, ma ormai il tipico mercato di una volta non c’è piu’; sono rimasti i mercati di Ballaro’ e del Capo, ma il folklore che li avvolgeva in passato, ora purtroppo è svanito.

Comunque le vecchie pietre di Palermo, sferzate dallo scirocco che accarezza ed esalta e che fa assumere all’aria una trasparenza dorata soprattutto al tramonto, possono garantirvi un’esperienza inattesa.



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