Emozioni tra le nuvole in Valtellina

Due giorni in alta quota sulle montagne valtellinesi di Livigno e Bormio: da Carosello 3000 ai laghi di Cancano
Scritto da: alvinktm
emozioni tra le nuvole in valtellina
Partenza il: 03/08/2018
Ritorno il: 04/08/2018
Viaggiatori: 3
Spesa: 500 €

Il caldo soffocante di questa estate ci spinge a fuggire dal fondovalle per cercare la frescura delle vette poco distanti da casa nostra. Così prenotiamo in last minute una camera al bellissimo hotel Baita dei Pini, nella nota località termale di Bormio in alta Valtellina, beffando l’afa e l’umidità di Caronte che con i suoi tentacoli africani attanaglia tutto il centro nord. All’albergo vorrei dedicare qualche riga del mio diario perché vale davvero la pena soggiornarci. Già lo conoscevamo avendo pernottato in una delle loro suite due anni fa, quando il nostro Leonardo aveva pochi mesi e necessitavamo di uno spazio ampio per gestirlo e soprattutto per farlo addormentare. Essendoci trovati molto bene la prima volta cogliamo al volo la tariffa super conveniente per la camera standard (per fortuna ora Leonardo non ha più problemi a dormire) proposta sul loro sito e ulteriormente abbassata in fase di prenotazione telefonica. Sì, avete letto bene. Se riservate una camera contattando direttamente loro, bypassando i classici siti di prenotazione degli hotel, sono previsti sia dei vantaggi sul prezzo che sui servizi, come ad esempio il parcheggio privato gratuito (sito internet: www.baitadeipini.com). Convenienza a parte, scegliamo di tornare in questo albergo per il confort e la pulizia delle camere, i caratteristici ambienti comuni in legno, l’estrema gentilezza del personale, la posizione limitrofa al centro storico e soprattutto per la colazione strepitosa a cui non si può chiedere nulla di più. Torte e dolcetti, brioche e cereali di ogni tipo, uova e bacon, formaggi e affettati, frutta e centrifughe, marmellate e barrette: è un’oasi per gli occhi e lo stomaco. Inoltre la sera è stata piacevolmente allietata con musica dal vivo nel delizioso giardino dove Leonardo ha potuto giocare in libertà con altri bimbi mentre noi sorseggiavamo un cocktail. Un gradito, quanto raro, momento di relax tanto apprezzato… e chi come noi ha figli piccoli sa cosa intendo :-).

Torniamo a parlare delle bellezze montane godute durante la breve fuga dall’afosa routine. La prima giornata è consacrata a Livigno, meta da noi molto amata e alla quale ho già dedicato due diari di viaggio. D’altronde le cose da fare e vedere qui sono talmente tante che non basterebbe un mese per provarle tutte, ma siccome non voglio tediarvi oltre mi limito a segnalarvi i link dei miei racconti: ‘Engadina e Livigno: due perle montane’ http://turistipercaso.it/montagna/73903/engadina-e-livigno-due-perle-montane.html e ‘Da Livigno all’Engadina’ http://turistipercaso.it/lombardia/69655/da-livigno-allengadina.html .

Stavolta vogliamo salire ai 2749 metri di altitudine del Carosello 3000 con la nuovissima cabinovia, la cui stazione di partenza si trova appena fuori l’inizio della zona a traffico limitato provenendo dal valico della Forcola. Location per noi comodissima dato che arriviamo proprio da lì. Il Carosello 3000 d’inverno è il paradiso degli sciatori, mentre d’estate si trasforma in un parco giochi per i bikers, i runners e gli amanti del trekking. Il biglietto di andata e ritorno al prezzo di 15 euro è conveniente e consente di usufruire pure della Funivia Livigno centro e della successiva seggiovia. In pochi minuti si abbandonano i prati verdissimi e la corona di pinete attorno al paese, e si è catapultati in un paesaggio lunare estremamente affascinante, fatto di ripidi saliscendi sterrati disegnati sulla vetta della montagna e di immensi scivoli rocciosi degradanti da un lato sulla Val Federia e dall’altro verso i tetti di Livigno. L’altezza considerevole regala un panorama ampissimo sulle cime circostanti, aride o innevate a seconda di dove si volge lo sguardo, e sull’intero fondovalle. Cominciamo a camminare e subito avvertiamo l’aria fresca invadere i polmoni e inebriare la mente, dobbiamo spalancare la bocca per ingurgitare più ossigeno possibile, infatti qui l’aria è più rarefatta e sotto sforzo si sente. Zaino e Leonardo sulle spalle infatti rendono la passeggiata più faticosa, tuttavia la vista ripaga della fatica e la sensazione di poter toccare le nuvole con un dito è impagabile.

Superata la porzione di tracciato somigliante a delle ‘montagne russe’ iniziamo la discesa verso la seggiovia che, in una manciata di minuti, consente di superare senza fatica l’ultimo tratto di pendio scosceso fino al Rifugio Costaccia a 2360 metri di quota.

Noi usufruiamo anche di questo impianto, comodo e panoramico, ideale per evitare parte della discesa sassosa non adatta ai più piccoli.

Il ristorante sorge sopra un balcone naturale affacciato sulle acque azzurro intenso del lago di Livigno, insieme a un bel terrazzo/solarium e a un’area attrezzata con i giochi dei bambini. Consiglio di fermarvi qui per il pranzo in quanto i piatti sono da leccarsi i baffi e le porzioni abbondanti, e il rapporto qualità-prezzo è ottimo. Nostro figlio ha divorato la polenta con il tagliere di formaggi mentre noi ci siamo deliziati con delle tagliatelle. Il servizio, nonostante l’affollamento del locale, è veloce e i camerieri sono cordiali e sorridenti, qualità a mio parere da non sottovalutare vista la maleducazione dilagante.

Le ore trascorrono veloci in quest’angolo di paradiso montano e dopo una pennichella sulle sdraio del solarium e diversi giri sui giochi per Leonardo, siamo pronti per ‘imbarcarci’ su una delle cabinovie dell’impianto di risalita che da Livigno centro conducono al Costaccia.

Non vogliamo raggiungere il paese, bensì scendere alla stazione intermedia di Tagliede a circa 2000 metri di altezza. Ed è così che in un lampo il paesaggio affascinante ma privo di vegetazione si trasforma in una rigogliosa pineta. Da Tagliede un sentiero a mezzo costa con saliscendi poco impegnativi taglia il fianco della montagna attraversando pascoli e baite, ruscelletti e fontanine, e offre un incantevole panorama sull’allungata località di Livigno insieme ai pendii dell’altro lato della vallata; per intenderci quelli di Trepalle e il comprensorio sciistico del Mottolino. La passeggiata rilassante permette di incrociare la pista sterrata che collega il parcheggio della cabinovia Carosello 3000 alla stazione di arrivo a 2749 metri, evitando così l’asfalto delle strade sottostanti e la ressa della gente in giro per i negozi del paese. Si può quindi scegliere di tornare subito alla macchina oppure, come abbiamo fatto noi, di proseguire oltre, dove la pineta diviene più fitta, prolungando il piacere di respirare il profumo del sottobosco e della resina dei pini.

La stupenda giornata in quota si conclude con il pieno di benzina: un obbligo visto il cospicuo risparmio di circa 50 centesimi al litro. Poi su per il passo del Foscagno e giù in picchiata, si fa per dire, verso Bormio dove ci attendono l’ospitalità dell’hotel Baita dei Pini e un giro per il centro del paese. Se volete conoscere Bormio, altra nota località turistica valtellinese, con i suoi edifici antichi, la torre Alberti e la piazza del Kuerc, consultate il mio diario di viaggio ‘A Bormio col monello’ al link: http://turistipercaso.it/bormio/75866/a-bormio-col-monello.html.

Per la cena ci spostiamo in località Cepina al Ristorante pizzeria Cima Piazzi, a circa 10 minuti d’auto da Bormio in direzione Sondrio. Il locale è ampio e quindi adatto ai bambini, la varietà proposta di primi e di pizze è molto buona, così come il prezzo nella media.

La seconda giornata inizia con una colazione strepitosa e prosegue con un cielo sereno e un’aria tersa, capace di regalare una visuale profonda man mano che saliamo alle torri di Fraele e ai limitrofi Laghi di Cancano. In mezz’ora da Bormio si raggiunge il parcheggio poco dopo gli antichi resti dei torrioni. Se trovate posto parcheggiate l’auto qui: eviterete di pagare 5 euro per accedere ai posteggi successivi raggiungibili in 10 minuti di passeggiata e oltre ai quali non è permesso proseguire in auto. Durante i mesi estivi infatti la strada viene chiusa al traffico, eccezion fatta per i proprietari delle baite, dei rifugi e dei bus navetta, e diventa un oasi di pace per pedoni e biciclette. Stavolta sostituiamo il camminare con il pedalare e noleggiamo le due ruote e un seggiolino alla ben fornita Società Cooperativa sociale Valdidentro che occupa un basso edificio ben ristrutturato proprio di fianco al ristoro Monte Scale e di fronte agli ultimi posteggi. Volendo sono disponibili anche ebike, ovvero biciclette con la pedalata assistita, e carrellini per bambini.

Felicissimi cominciamo a ‘far girare le gambe’ costeggiando il lato sinistro del lago di Cancano. Giunti al termine della prima diga attraversiamo il muraglione del secondo bacino artificiale, quello di San Giacomo di Fraele, spostandoci così sul versante destro della vallata. Da qui si gode di una vista magnifica sugli alpeggi della riva opposta e sull’imbocco della Val Alpisella, famosa per le sorgenti dell’Adda e attraverso la quale si raggiunge in bici o a piedi Livigno, e della ripida Val Trela che conduce all’idilliaco alpeggio omonimo. Entrambi i tracciati sono impegnativi con un bimbo di due anni al seguito, perciò l’idea di affrontarli non ci sfiora nemmeno. Procediamo tranquilli fino alla Chiesa di San Giacomo di Fraele posta al termine della seconda diga e, invece di proseguire subito sul classico giro dei laghi di Cancano dal lievissimo dislivello e della lunghezza di circa 17 chilometri, svoltiamo a destra per allungare un poco il percorso. Il confine svizzero della val Mora ci sorveglia mentre scendiamo, in direzione opposta, verso il ponticello da cui si vede il culmine del lago di Livigno. Le proteste di Leonardo tuttavia c’impediscono di giungere alla meta, costringendo le biciclette a una lunga ma piacevole pausa sui pascoli di Pra Grata dove sorge una baitella solitaria. Si riposa volentieri all’ombra dei pini, mangiando dei panini a pomeriggio inoltrato. Il pranzo infatti è slittato all’ora della merenda vista la colazione esagerata del mattino: d’altronde l’aspetto positivo dell’essere in vacanza è quello di non avere orari.

La sosta ricarica i nostri muscoli e siamo pronti per tornare alla Chiesa di San Giacomo e da lì continuare il giro dei laghi di Cancano. Questo pezzo del tracciato è quello che preferiamo perché la strada sterrata attraversa dei prati di un verde scintillante che degradano sino all’acqua e le baite sparse qua e là vivacizzano i pascoli.

Si pedala senza fatica e quando arriviamo al noleggio ci sembra di essere appena partiti, eppure sono già trascorse diverse ore!

Il rientro a piedi fino alla macchina, un po’ malinconico, è allietato dal bel laghetto delle Scale lungo le cui rive qualche pescatore lancia la propria canna da pesca nella speranza di attirare trote e salmerini.

Infine all’ombra delle Torri di Fraele salutiamo questi due giorni di vacanza alpina, meravigliosi e indimenticabili, sicuramente da replicare.

Guarda la gallery
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Vista su Livigno dal sentiero panoramico con partenza da Tagliede

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Altro scorcio su Livigno dal sentiero panoramico con partenza da Tagliede

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camminata in quota da Carosello 3000

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Bello scorcio dei laghi di Cancano



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