Emozionante Vietnam

Dodici giorni di sensazioni contrastanti tra caos e natura, un popolo semplice e fantastico, nonostante la povertà sia ovunque
Scritto da: Cesc&Nico
emozionante vietnam
Partenza il: 21/04/2015
Ritorno il: 04/05/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
E’ tempo di festeggiare i nostri compleanni che cadono inesorabilmente ad un mese di distanza l’un dall’altro. Io e la mia compagna ci guardiamo negli occhi e ci facciamo la solita domanda… E perché no ?! E’ stato un anno particolare… Ci vuole un viaggio particolare. Abbiamo voglia di Oriente, io per tornarci e la mia compagna per curiosità. Ed ecco l’idea Vietnam. Alcune ricerche e visto il prezzo del biglietto aereo favorevole decidiamo di prenotare un Pisa-Ho Chi Minh con scalo a Istanbul a 580 euro. 12 giorni sono il minimo indispensabile per la permanenza in queste terre. Ci sarebbero moltissime cose da vedere ma le nostre responsabilità casalinghe ci permettono questi giorni. Abbiamo l’aiuto di amici che hanno già viaggiato su quella meta, altri ci abitano, altri ancora collaborano con agenzie di viaggio locali. Per cui, ringraziando ancora tutti, procediamo con la prenotazione di alcuni tour, oltre che al volo interno Ho Chi Minh-Hanoi a/r e agli hotel per le notti rimaste fuori dalle escursioni.

Così, il giorno 21 aprile partiamo dall’aeroporto internazionale Galilei alle 15.30 con un volo Turkish Airlines, muniti di entusiasmo a mille e naturalmente di guida Lonely Planet. Abbiamo tutto il tempo per riguardare il programma visto che atterriamo nella ex Saigon solo il giorno successivo che sono già le 19.05 ( più 5 ore rispetto all’Italia in questo periodo). Lo scalo a Istanbul è stato massacrante, circa 5 ore, oltre alle 15 ore effettive di volo per tutta la tratta. A Ho Chi Minh ci aspetta il servizio di pick up del nostro albergo, il Gian Son 2, consigliato dalla Lonely, in pieno centro e in definitiva con un buon rapporto qualità/prezzo ( circa 20 euro per un camera doppia con finestra, colazione e wi- fi ). Usciti dall’aeroporto ma soprattutto entrati nel centro città, la situazione diventa caotica al massimo. Dalla serie se non vedi, non credi… I nostri occhi catturano immagini di decine e decine di motocicli che sfrecciano ovunque, strade e marciapiedi, ci mancava soltanto che volassero. Le poche auto presenti, in confronto ai mezzi a due ruote, non si facevano certo sottomettere dalla loro presenza, per cui era tutto un “colpo di clason”. Città come Roma e Milano sono barzellette da queste parti… Per questa nostra prima ora in Vietnam ci è consentito fare solo un escursione nelle vie adiacenti alla nostra sistemazione, cena e riposo dopo il duro viaggio. Ci svegliamo non troppo riposati dopo la “chiassosa” nottata (l’hotel si trova in piena movida) e ci aspetta il trasferimento al nord, precisamente Hanoi, per la visita della città ed i nostri due tour prenotati con la Tonkin Travel, efficientissima agenzia locale. Il volo con VietJet, compagnia low cost partner di Air Asia, dura poco più di due ore e scorre liscio. A destinazione ci aspetta il pick up dell’hotel Hanoi Golden Moon, prenotato tramite booking.com e valutato 9/10 per i servizi offerti. 6 notti, bellissima camera con finestra sul retro, colazione e wifi ma soprattutto gentilezza dello staff, il tutto a soli 139 euro. L’unica recriminazione è che la sfrutteremo poco visto che i nostri tour includono notti fuori città. Decidiamo quindi di non perdere neanche un minuto, per cui, dopo essersi sistemati nella splendida camera, usciamo per sfruttare i consigli della nostra Lonely sull’itinerario a piedi nel quartiere vecchio. Iniziamo dal Hoan Kiem Lake su cui si erge il templio di Ngoc Son, attraversando il rosso ponte Huc. Nelle vicinanze incontriamo il Teatro Municipale delle Marionette sull’Acqua, dove non ci facciamo sfuggire l’acquisto dei ticket per lo spettacolo serale, molto caratteristico. La zona adiacente è considerata per i negozi di calzatura e adesso capiamo il motivo. Non ricordiamo nemmeno quanti negozi e quanti modelli di scarpe c’erano esposti. L’importante è stato acquistarne solo una decina di paia ( i prezzi sono favorevoli ). Da qua, continuando con il nostro itinerario, incontriamo il mercato in Pho Gia Hgu, il quartiere degli artigiani di lapidi e quello dei gioiellieri, fino al templio di Bach Ma, fatto costruire dall’imperatore Ly Thai To in onore del suo cavallo bianco che l’aveva guidato sul posto in cui poi avrebbe deciso di erigere le mura della città. Per oggi ci fermiamo. E’ arrivato il momento di trovare un bel posticino dove cenare e bere una buona bia hoi, la famosa birra di Hanoi non fermentata, leggera e rinfrescante. Ed è così che arriva il 24 aprile: ci vengono a prendere nella lobby dell’hotel per accompagnarci ad Ha Long City ed al porto per l’imbarco sulla bellissima Phoenix Deluxe Cruise che ci accompagnerà a visitare la famosa Ha Long Bay, sito Unesco dal 1994. Al porto è un via vai di tender e piccole navi da crociera ma appena lasciamo l’insenatura, davanti a noi, si presentano, quasi timide avvolte da una soffice nebbiolina, le tantissime isolette che caratterizzano il sito. Immaginate oltre 2000 isole che emergono dalle verdi acque del Golfo del Tonchino e avrete la visione di uno spettacolo dalla bellezza mozzafiato. In lingua vietnamita, Halong significa dove il drago scende nel mare e, secondo una delle tante leggende, queste isole furono create proprio da un grande drago che viveva sulle montagne: quando un giorno si lanciò verso la costa, la coda scavò valli e crepacci, poi, quando si immerse nel mare, le zone scavate dalla coda si riempirono di acqua lasciando visibili soltanto le punte più alte. Qua la fotocamera inizia a surriscaldarsi, la crociera è davvero rilassante, la guida ed il personale di bordo super competenti. Siamo solo 8 clienti sulla nave, per cui ci godiamo fino in fondo ogni momento. Facciamo pure una sorprendente conoscenza con una simpatica ragazza olandese, Nadia, con la quale condivideremo alcuni momenti a bordo. La giornata passa immersi in questo scenografico paesaggio, tra villaggi fluttuanti barche di pescatori locali, la visita di una grotta, un bagnetto nelle verdi acque e la buonissima cena a base di piatti tradizionali. Poi la nave si ferma per la notte, inizia la dimostrazione della pesca, ma non è proprio il mio forte e per questo, chiedo un birra e la sorseggio con lo sguardo rivolto intorno. La nostra cabina è degna di un hotel 5 stelle e la notte passa in un silenzio paradisiaco. Dalla guida ci viene consigliato di svegliarci presto per vedere l’alba, ma purtroppo sembra nuvoloso e non la vediamo chiaramente. C è comunque il lato positivo, l’atmosfera è ugualmente suggestiva. Dopo colazione abbiamo l’escursione in kayak, esperienza naturalmente eccezionale. Noi a fior d’acqua e queste isolette, che adesso sembrano dei giganti, tutte attorno. Ritorniamo sulla nave e ci aspetta una lezione di cucina, come fare un tipo di involtino tanto caro ai vietnamiti, che sarà parte del nostro pranzo. Salutiamo l’equipaggio ed è tempo di tornare ad Hanoi. Ci lasciano in hotel, salutiamo pure la guida e Nadia e saliamo in camera per il cambio di abiti nello zaino prima di ripartire per la stazione in attesa del nostro treno che ci porterà al confine con la Cina. Avanza di un po’ di tempo per cui facciamo una scappatina al mercato notturno ( si tiene solo nel week end e per noi è l’unica occasione di vederlo ), sgranocchiamo qualcosa, beviamo altre fantastiche bia hoi e prendiamo il treno.

Ci aspetta un’altra esperienza, il trekking a Sa Pa di 3 giorni. Sa Pa, località a nord ovest, grazie alla sua posizione offre panorami spettacolari. Completamente circondata da imponenti montagne, si affaccia su di una profonda vallata con terrazze digradanti coltivate a riso. Il trasferimento in treno dura dalle 21 alle 5. La cabina è composta da 4 cuccette, pulita e con tutti i confort che un viaggio in treno possa riuscire a dare. Scendiamo a Lao Cai puntuali, dove ci attende, o per meglio dire attendiamo qualche minuto, la nostra guida locale con auto privata. Anche se non ci siamo riposati, l’emozione la fa da padrona e solo la prima tappa sarebbe degna del viaggio, il mercato domenicale di Bac Ha. Vi consiglio di far ricadere la vostra scelta su questo mercato piuttosto che altri, altrettanto caratteristi sì ma, a detta di tutti, non quanto Bac Ha. La gamma degli oggetti in vendita è varia ed il posto è frequentato soprattutto dai membri delle tribù di montagna, in particolare i H’Mong a fiori con il loro inconfondibile abbigliamento esotico. Grandissimo, il mercato ha in ogni angolo un tema diverso, dai volatili, i buoi, i cani, l’oggettistica, le verdure, le carni, oltre alle immancabili bancarelle per mangiare. La fotocamera riprende fuoco e quel che colpisce sono gli sguardi delle persone locali. Si intuisce la sofferenza ma allo stesso modo la soddisfazione per la merce esposta sul proprio tappeto. Le condizioni igieniche sono critiche ma non è giusto neanche parlarne perché posto che vai, usanze che trovi ( detto rivisitato… ). Se si intraprende un viaggio del genere dovremo sapere quello che si troverà anche se vissuto sul posto è davvero tutta un’altra cosa, davvero toccante. Beh, questa sarà la prima giornata intensa a livello di emozioni. Forse non sarà possibile capirla completamente, ma al lettore vorrei trasmettere quanto di più vero ci sia in questa terra. Racconti, documenti, foto aiutano a comprendere quali siano le condizioni di vita di queste popolazioni, ma la vera esperienza è vedere con i propri occhi e vivere della stessa aria, mettersi al solito tavolo, scambiare gesta con queste persone così diverse da noi ma così autentiche da far invidia. Proprio oggi, io e la mia compagna, abbiamo capito che ritorneremo in Italia cambiati. Dovremmo possedere non so quante valigie per portar via tutte le bellezze di questo mercato ma, ahimè, siamo solo con uno zaino in spalla. Per sera arriviamo al nostro hotel, in Sa Pa centro e quasi ci sentiamo in colpa di tutto quel lusso dopo aver visto tanta povertà.

Il giorno seguente ci aspetta il primo trekking. Partiamo verso le 9 in direzione sud e ci fermiamo svariate volte per ammirare il paesaggio della valle Muang Hoa e del monte Fansipan. Proseguiamo fino ad arrivare al villaggio di Huang Da, dove vive la tribù dei Black H’Mong. Visitiamo le loro abitazioni e ci rendiamo ancora più conto delle dure condizioni in cui devono vivere. Il pranzo è composto da una zuppa di noodles con pollo, cucinata dagli abitanti. Intorno a noi venditori ed ogni genere di animale ci fanno sentire l’atmosfera di quel posto. Siamo stanchi morti perché il sentiero appena intrapreso era, a dire il vero, il passo in cui salivano e scendevano i buoi per andare a lavoro sui campi con una pendenza ed una scivolosità enorme. Davvero tradizionale, soprattutto per gli incontri che abbiamo fatto con le persone, quasi tutte donne, che lavorano le terre. Per il ritorno in hotel passiamo ancora un paio di villaggi. Gli abitanti ci guardano incuriositi, ci offrono del thè verde, i bambini ci salutano e ci colpisce il fatto di trovarli alla guida di un bue, in sella oppure quando giocano nelle risaie, con l’acqua e il fango fino alle ginocchia. I sorrisi sul loro viso sporco di fango, farebbero scendere anche qualche lacrima se solo pensiamo ai nostri di bambini. Un piccolo si nasconde dentro una scatola per gioco, la mia compagna s’inventa qualche faccia buffa e lui inizia a ridere. Strappargli un sorriso è bellissimo. Ci aspetta il treno del ritorno ad Hanoi non prima di una doccia gentilmente offerta dal nostro hotel dopo le fatiche del tour.

Siamo arrivati al 28 aprile ed abbiamo un paio di giorni per continuare a visitare la città. Alle ore 9 siamo già in fila fuori dal complesso del Mausoleo di Ho Chi Minh per la visita del Mausoleo, appunto, della palafitta, versione delle case tradizionali in campagna in cui Ho Chi Minn visse dal ’58 al ’69 in modo discontinuo, del palazzo presidenziale, oggi usato per i ricevimenti ufficiali, del museo, dedicato alla vita del fondatore del moderno Vietnam e all’avanzata del socialismo rivoluzionario e della pagoda su una colonna, costruita su ordine dell’imperatore Ly Thai Tong in segno di riconoscenza per aver avuto un erede. La fila è impressionante, l’umidità nell’aria è ai livelli massimi per i nostri standard ed attendiamo circa un’oretta prima di riuscire ad entrare. Questo luogo è molto importante per i vietnamiti, i quali vanno a rendere omaggio al sarcofago di vetro dove giacciono le fragili e pallide spoglie di Ho Chi Minh. Il sito è grande e la mattinata finisce qua dentro. Dopo l’acquisto di qualche piccolo souvenir andiamo a pranzare al ristorante Quan An Ngon, catena consigliatissima per qualità e pulizia. Sorseggiamo infine un buon Ca phe vietnamita,del quale vanno fieri e e di cui posso confermare la bontà. Aspettiamo la riapertura pomeridiana del museo di Storia Militare del Vietnam. Il museo custodisce armamenti sovietici e cinesi, oltre ad armi francesi e americane requisite durante gli anni di guerra. Accanto al museo svetta la Torre della Bandiera, uno dei simboli di Hanoi. Da qua ci rechiamo al Tempio della letteratura, dedicato a Confucio, che rende omaggio ai più eminenti studiosi e letterati vietnamiti. Nel 1076 divenne sede della prima università del Vietnam. Decidiamo che la nostra serata può concludersi alla ricerca di un bel posticino dove bere una bia hoi e dove mangiare qualcosa di tradizionale. Ci piace moltissimo accomodarci su queste sedie e tavoli di misure ridottissime, tra motorini parcheggiati ovunque sul marciapiede. I locali sono sempre pieni di clienti ma ragazzi o ragazze che pubblicizzano il loro esercizio all’esterno, non si preoccupano di farti accomodare perfino sulla carreggiata. E naturalmente noi lo abbiamo provato. Più street food di così!

Il giorno successivo riprendiamo il giro del quartiere vecchio dove interrotto prima di partire per i tour, quindi dall’estremità, la ben conservata vecchia porta Orientale, vicino al mercato di Dong Xuan. Da qui un susseguirsi di tradizionali strade l’una diversa dall’altra soprattutto per la merce in vendita. Dai negozi di corde e stuoie, ai fabbri, fabbricanti di scatole, specchi, giocattoli, negozi di seta e i più interessanti per me, venditori di erbe con i suoi forti aromi. Eccezionale ! L’ultima perla della nostra Hanoi è la Cattedrale di S. Giuseppe, in stile neogotico e degna di nota per le sue torri gemelle. Gustiamo uno spuntino al suo fianco, dal terrazzino del carino caffè La Place. Mancano ancora un paio di ore al nostro volo di ritorno a Ho Chi Minh che decidiamo di provare un oil massage vicino al nostro hotel. Rilassati arriviamo a Ho Chi Minh al solito albergo della settimana precedente, il Gian Son 2.

Giorno 30 aprile

Inizia l’esperienza nel delta del Mekong. La nostra guida ci viene a prendere e, a differenza degli altri tour, parla un poco di italiano, comunque quanto basta per capirla.

Arriviamo a Ben Tre verso le 10, dove abbiamo la possibilità di osservare da vicino le attività che caratterizzano in particolare questo fiume. Con un’imbarcazione visitiamo una fabbrica di mattoni e una fabbrica che produce caramelle al cocco. Man mano che scorriamo i canali, si distingue il colore marrone delle acque, che dicono non essere inquinate, tanto che incontriamo bambini che fanno il bagno. Durante la giornata ci saranno altre escursioni in barca ed una passeggiata in bicicletta tra i frutteti del Mekong. Arriviamo così al Jardin Du Mekong, la homestay che ci accoglierà per la prossima notte. A prima vista pare tutto perfetto. La cena, preparata in parte anche da noi stessi, è buonissima. Ci rilassiamo ancora su di un’amaca, leggendo e sorseggiando una birra, tutto nel silenzio più assoluto. Non troviamo neanche troppe zanzare come si poteva pensare e comunque il letto è coperto da rete “antintrusione”. Per cui non rimane che…dormire…anzi no… preoccuparci di un continuo rumore che proviene dal tetto in foglie di banano. Scopriremo solo la mattina che una famiglia di topini si era divertita sopra le nostre teste. Beh, anche questo è Vietnam.

Il giorno dopo ha un copione simile alla precedente giornata con una passeggiata in bici tra le strette viuzze in mezzo ai frutteti, una fermata al mercato locale e un’altra visita mediante piccoli sanpan degli ombrosi canali tra una fitta vegetazione. Nel pomeriggio ci trasferiamo a Can Tho, importante centro risicolo del delta e considerata capitale dell’ovest. Stavolta ci sistemiamo in uno splendido hotel poco fuori centro. La serata si conclude con una passeggiata sulle sponde del fiume Ninh Khieu ed una romantica cena su di un pontile.

L’indomani l’alzata sembrerebbe ad un orario terribile, le 4.30, ma l’alba che ci apprestiamo a vedere su un battello in mezzo al Mekong, ci fa dimenticare quel pensiero. Il nostro obiettivo è vedere i due mercati galleggianti di Cai Rang e Phong Diem. Qua abbiamo la possibilità di osservare da vicino il trambusto e la velocità degli affari di centinaia di barche di varie dimensioni o canoe che trasportano frutta, verdure, riso, spezie, vestiti e cose di ogni genere. Ci sono perfino quelle allestite a bar da cui non ci facciamo sfuggire un buon ca phe. Anche il ritorno in battello verso il punto in cui prenderemo l’auto per tornare a Saigon è pieno di visioni da ricordare. Sono appena le otto e passiamo davanti a baracche e case, alcune inventate, con dei pontili sui quali si notano donne che lavano vestiti, ciottoli, alcune persone si lavano i denti con l’acqua del fiume, altre preparano la loro barchetta per uscire a pesca o comunque andare a lavoro. Un altro scorcio di vero Vietnam. Eccoci di nuovo al Gian Son 2 che decidiamo subito di uscire e stare, finalmente, un po’ a zonzo per la città. Questa è la terza volta che torniamo a Ho Chi Minh ma la prima vera possibilità di visitarla. Forniti di cartina costeggiamo il lungo parco 23/9 per entrare poi al Ben Thanh Market, con banchi di ogni genere per lo più turistici. Il nostro intento è quello di arrivare alla Bitexo Financial Tower, dalle spettacolari linee contemporanee, per il tramonto. Ricordiamo che la nostra ultima guida ci aveva consigliato di salire al 52imo piano, all’Alto Heli Bar, per una birra, spendendo così meno del biglietto di entrata per il tour. Ci gustiamo lo spettacolo della città vista dall’alto fino a dopo il calar del sole.

Il nostro itinerario a piedi ha ancora altro da offrire. Passiamo dal sontuoso Majestic hotel, requisito durante la seconda guerra mondiale dai giapponesi per essere utilizzato come caserma, proseguiamo per il Brodard Cafè, immortalato nel romanzo di Graham Green “ un americano tranquillo”. Incontriamo a questo punto il Caravelle hotel, dove una sezione di questo palazzo, nel ’59, durante la guerra nel Vietnam, ospitava gli uffici dei giornalisti stranieri. Sull’altro lato della strada si nota il Teatro Municipale e davanti si apre il parco di Lam Son, dominato dalla statua di Ho Chi Minh, situata proprio davanti al bel Palazzo del Comitato del Popolo. Finiamo per oggi con la sola vista da fuori della Cattedrale di Notre Dame e delle poste centrali. Davanti alla Cattedrale puoi perfino sederti sul cordolo del giardinetto, ricoperto di una pagina di giornale ed aspettare un ragazzo per ordinare da bere….s’inventano proprio di tutto! Ma noi siamo esausti e, con un taxi, ritorniamo in albergo per dormire.

Purtroppo siamo arrivati al 3 maggio, nostro ultimo giorno di permanenza. Ma questo non ci distrae affatto perchè sarà un’altra giornata piena di visite. Iniziamo alle ore 7 con un tour privato per Cu Chi, distante circa una quarantina di chilometri da Ho Chi Minh, dove abbiamo la curiosità di visitare i famosi tunnel; Cu Chi è zona considerata la più bombardata, mitragliata, irrorata di gas, cosparsa di defoglianti e, in generale, la più devastata della storia militare… Allo stesso modo se si dovesse scegliere un luogo da erigere a simbolo della tenacia dei vietnamiti, pochi sarebbero più indicati di Cu Chi. La rete di tunnel divenne leggendaria negli anni ’60 per aver facilitato ai vietcong il controllo di una vasta area rurale a pochi chilometri dalla capitale. Al culmine del suo sviluppo, la rete si estendeva dalla capitale fino alla Cambogia e nel solo distretto di Cu Chi esistevano più di 250 km di tunnel. La rete, che in alcune parti era articolata su più livelli, comprendeva botole, ambienti abitabili, ospedali da campo, magazzini, fabbriche di armi, centrali operative e cucine. Queste gallerie resero possibili la comunicazione e il coordinamento tra le diverse zone controllate dai vietcong, isolate fra loro in superficie dalle truppe americane. Permisero inoltre ai vietcong di lanciare attacchi a sorpresa lungo tutto il tratto sotterraneo scomparendo poi in botole senza lasciare traccia. Alle 13 siamo di nuovo in città per pranzare al ristorante messicano ( piatti rivisitati in chiave Viet ) Khai Thom. Delizioso! Pronti in poco tempo ci rechiamo al museo dei Residuati bellici. Il sito ti lascia a bocca aperta. Posso affermare con certezza che si tratta di un posto così toccante che può far star male. Nel cortile sono esposti mezzi corazzati, reliquati bellici, ma è all’interno che si riesce a percepire quanto la guerra sia stata brutale e quante vittime abbia mietuto tra i civili. Sono molte le atrocità documentate in queste sale, sia da fonti vietnamiti che americane. Dopo essere stati in silenzio per qualche minuto, ci riprendiamo e ci dirigiamo al Palazzo della Riunificazione. Questo palazzo è legato inestricabilmente alla caduta di Saigon nel ’75. Fu proprio qui che la mattina del 30 aprile si diressero i primi carro armati comunisti entrati in città. Dopo aver divelto i cancelli, un soldato irruppe nel palazzo, salì le scale e dispiegò la bandiera Vietcong dal balcone. Era la fine della guerra e noi abbiamo avuto la fortuna di capitare in Vietnam per la celebrazione del quarantesimo anno dalla liberazione. Strade e monumenti sono addobbati a festa facendo sentire l’enorme attaccamento alla nazione, finalmente libera e con la voglia di costruirsi un futuro migliore. Finita la visita avevamo ancora la curiosità di vedere la Cattedrale di Notre Dame al suo interno. E così ci torniamo rimanendo sorpresi, non da questa vista, bensì dalle moltissime persone che seguivano la messa dall’esterno, attraverso il portone principale aperto per l’occasione, sedute comodamente sui propri affezionati scooter! Adesso abbiamo proprio esaurito il tempo a nostra disposizione, facciamo gli ultimi acquisti tornando a prendere le valigie in hotel e poi di corsa in aeroporto.

Questa è stata la nostra prima vacanza in cui abbiamo vissuto momenti così emozionanti. Il Vietnam è bellissimo e ciò che ci rimarrà sempre dentro è la tenacia di un popolo messo alle corde da guerre devastanti che sta pian piano riacquisendo una propria dignità, non dimenticando mai il passato.

Grazie Vietnam!



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