Elba esplosione verde
Ci accoglie così l’Isola d’Elba, con gli imponenti bastioni di Portoferraio o meglio di Cosmopoli. Cosimo1° de’ Medici duca di Toscana gli diede questo nome dopo che la fece diventare, con le sue fortificazioni, una città inespugnabile. L’Isola d’Elba, nei tempi, fu meta di conquista per diversi popoli e territorio di molte battaglie. Il ferro, minerale di cui il suo territorio è ricco, fu l’oggetto di tali contese. Lasciando il molo di Portoferraio, entriamo nel cuore verde dell’Isola. Subito il suo territorio si fa più selvaggio e dirompente. E’ un’esplosione di verde intenso, profumato di pino e di rosa selvatica. Boschi di antichi lecci e macchie di ginestra fiorita ricoprono le alture che attraversiamo per giungere a destinazione. Sembra una conchiglia depositata dalle onde del mare, sulla spiaggia dorata della baia dall’acqua cristallina, il borgo di Procchio. Una casa, dall’aria abbandonata, fa da sentinella all’imbocco dell’insenatura che custodisce l’incantevole paesaggio. Lo sciabordio delle onde, una leggera brezza, le barche ancorate in rada, un sole giunto al tramonto, mi accompagnano in una breve passeggiata sul lungomare. Queste immagini mi fanno dimenticare la stanchezza del lungo viaggio. Tutto è pronto per accogliere i turisti della prossima stagione estiva a Marina di Campo. Mi trovo a percorrere il viale pedonale che l’attraversa, ingentilito da una moltitudine di fiori variopinti. Incrocio i primi ospiti arrivati per trascorrere il ponte del 2 giugno. Fermento e vitalità nei negozi che affiancano la via. Ogni tanto mi soffermo incuriosita ad osservare le merci esposte. Con passo lento per poter assaporare la vita che mi circonda, giungo nella parte vecchia del paese. Davanti alla banchina del porto, sovrastato da scalinate di pietra, il piccolo centro dai colori pastello. Nelle luci della notte Porto Azzurro, mi avvolge in un’atmosfera elegante e seducente. Respiro profumo di gelsomino nella piazza antistante il porto turistico. Nonostante l’ora i suoi vicoli sono ancora chiassosi. I numerosi e graziosi ristoranti e i negozi, chiudono a tarda sera. La luce dei lampioni mi aiuta a scoprire piccoli angoli incantevoli. Chissà com’era la vita all’Isola d’Elba quando vi soggiornò Napoleone, durante il suo breve esilio. Una domanda che mi faccio mentre salgo le vie di Portoferraio che mi conducono verso Villa dei Mulini. Mi emoziono pensando che i luoghi nel tempo non sono mutati. Sono rimasti tali come quando Lui sbarcò sul molo di fronte alla Porta a mare. Da fonti storiche scopro che il suo arrivo venne salutato dagli elbani con entusiasmo. Durante la sua permanenza, molte persone giunsero all’Isola per conoscerlo. Immagino la città di Portoferraio vivacizzata da feste pubbliche e il piccolo teatro, adiacente alla villa, con in cartellone spettacoli di musica e teatro per allietare le serate degli ospiti. Quando il caldo diventava insopportabile Villa San Marino, immersa nel verde, diventava la seconda residenza di Napoleone. Ma penso anche all’uomo Napoleone. Nonostante l’affettuosa presenza della madre e della sorella Paolina, all’amorevole nostalgia che lo prendeva ricordando il figlio. E mi viene spontaneo e consono, credere che la sua fuga dall’Isola, sia stata dettata più da questo nobile sentimento che non dalla prospettiva di un esilio in altra terra. Il connubio Napoleone e Isola d’Elba aiutò, questo cuore di terra ricco di storia e bellezze naturali, ad avere una notorietà diffusa non solo in Italia, ma anche nel mondo.
G.C.