El Quseir: il vento, il mare, il deserto
Premetto di non essere mai stata prima sul Mar Rosso, ma ben due volte alle Maldive, quindi probabilmente il mio commento sarà un po’ di parte, anche se condiviso da altre persone che hanno girato vari posti dell’Egitto.
Innanzitutto il villaggio devo dire che è molto carino. Semplice, pulito (in camera aria condizionata, tv satellitare, cassaforte e un phon vero!!), si mangia bene, a buffet, e c’è decisamente scelta anche per chi è vegetariano o predilige alcune cose rispetto ad altre. L’unica cosa che eviterei è il pesce. Viene sempre infatti data la cernia che ho provato varie volte durante la settimana e tutte le volte l’ho trovata non fresca. La carne, al contrario, è molto buona, tanto che molti hanno mangiato anche il carpaccio varie volte senza aver alcun problema intestinale.
L’agenzia con cui siamo andati è Italtour. Al villaggio la persona di riferimento dell’agenzia è Ciro, sempre disponibile e molto chiaro. Ho apprezzato che non cercano di venderti uscite a tutti i costi. Sembra che la loro filosofia sia quella di affiliare il cliente, piuttosto che spremerlo e poi non rivederlo più. Al ritorno avevamo il volo alle 23.40 (che poi come l’andata ha avuto più di un’ora di ritardo) e Italtour ci ha lasciato le camere fino alle 18.30 senza alcun sovrapprezzo.
Anche l’animazione è molto ben organizzata (grande Vincenzo!!). Ci sono tornei, giochi e sport per tutti i gusti e devo dire che non sono mai insistenti o opprimenti. Tutte le cose vengono proposte con garbo e poi lasciate alla libertà del singolo Nel periodo che siamo stati lì il vento è stato praticamente incessante. Si è calmato i un paio di giorni e poi è esploso verso la fine della settimana. Questo è decisamente ottimo per le temperature. Pur essendoci una quarantina di gradi, non ho mai sofferto il caldo, anche nelle ore di punta. Il lato negativo è che il vento è proporzionale all’agitazione del mare.
In questa parte dell’Egitto il mare non è “racchiuso” in un golfo come a Sharm, ma aperto. La barriera corallina è un vero e proprio argine che divide a circa 200 metri la riva dal mare. Oltre la barriera c’è una profondità che parte da circa una decina di metri. Non ci sono passerelle che portano oltre la barriera. Mohamed, il ragazzo dell’animazione che si occupa di snorkling ed organizza 2 uscite al giorno; solo per tre giorni è riuscito a portarci dall’altra parte delle barriera. C’è da fare tutto il pezzo a piedi (portarsi assolutamente le scarpette per camminare!!), tuffarsi tra le onde oltre la barriera e dopo aver visto circa 300, 400 metri rientrare in un punto in cui l’accesso è un po’ più semplice e ripercorrere a piedi il ritorno. Necessario è saper nuotare e non avere paura dell’acqua. Pensavo ci fossero molti più pesci, ma mi viene il dubbio che con un mare sempre così agitato la quantità di pesci sia forzosamente minore.
Abbiamo fatto un paio di escursioni. La prima alla baia dei delfini. Devo dire che ci era stata sconsigliata dall’agenzia stessa. Ma noi abbiamo deciso di andarci non tanto per i delfini, ma per la barriera che ci era stata consigliata, ed effettivamente è molto bella.
La baia, come altri già hanno scritto, è chiusa alle barche, ai sub e a chi fa snorkling. Ci si può avvicinare solo muniti di salvagente, (che serve per non immergersi nel caso si vedano delfini ed è assolutamente scomodissimo per nuotare). Il limite di avvicinamento è di circa 300 metri dalla baia dove ci sono delle boe di segnalazione. E’ costantemente pattugliata da una specie di guardiacosta che non fa superare nessuno.
Effettivamente i delfini ci sono, sono tanti e si vedono da lontano. Se qualcuno ha voglia di giocare, cosa che capita di rado si avvicina agli uomini. D’altro canto in precendenza, con la quantità di gente che si riversava nella baia, i delfini erano praticamente scappati.
C’è però una parte decisamente bella e fortunatamente ancora aperta ai turisti dove vale la pena sia lo snorkling che le immersioni dei sub. E per me questo giro è valso tutta la gita: è il reef laterale pieno di pesci e di colori.
La seconda escursione è stata a quella che viene chiamata l’Isola di Utopia. Non malaccio i reef che abbiamo visto, ma credo che avremmo potuto goderceli molto di più se ci fosse stato il mare calmo, cosa che invece non è accaduta.
Insomma da patita dello snorkling mi aspettavo un po’ di più dal mare. Mi sono pentita di non aver provato Sharm, ma almeno qui ho “incontrato” il deserto..
E’ stata una escursione bellissima, quella nel deserto. Il villaggio, come tutti quelli della zona tra El Quseir e Marsa Alam sorge alle spalle del deserto. Sono totalmente isolati e, per quel che mi riguarda questo è un pregio. Siamo andati nel deserto con delle moto a quattro ruote motrici. Ci ha guidati un Egiziano di Alessandria molto particolare: Omar. Lui si definisce un “crazy professional man”. E’ un ex cameramen specializzato nel deserto. Da quel che sembra effettivamente conosce ogni angolo del deserto e i suoi abitanti. Tutti gli abitanti beduini del deserto lo conoscono e lui sa come muoversi con naturalezza e cosa fare visitare. Ci ha spiegato la cultura beduina (parla inglese), la tradizione, ci ha mostrato posti davvero splendidi. Organizza al di fuori delle agenzie anche 3-4 giorni nel deserto a bordo di jeep (omarsaker@hotmail.Com). Non pensavo che qualche cosa come il deserto che per me è sempre stato sinonimo di nulla, potesse essere così pieno di fascino, colori e vita. Lo consiglio.
Buon viaggio a tutti!