El quseir, il mar rosso ancora intatto

22 febbraio 2009: Sveglia alle 02 del mattino, quest'anno decido di festeggiare il mio compleanno con una bella vacanza sul mar rosso per soddisfare la mia passione per lo snorkeling. Io ed il mio fidanzato scegliamo come meta El Quseir, località a metà strada tra Marsa alam ed Hurgada, che abbiamo scoperto, grazie ad approfondite ricerche su...
Scritto da: margetta
el quseir, il mar rosso ancora intatto
Partenza il: 22/02/2009
Ritorno il: 01/03/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Ascolta i podcast
 
22 febbraio 2009: Sveglia alle 02 del mattino, quest’anno decido di festeggiare il mio compleanno con una bella vacanza sul mar rosso per soddisfare la mia passione per lo snorkeling. Io ed il mio fidanzato scegliamo come meta El Quseir, località a metà strada tra Marsa alam ed Hurgada, che abbiamo scoperto, grazie ad approfondite ricerche su internet, essere ancora un sito incontaminato dal turismo di massa. Partiamo per Malpensa e ci imbarchiamo su un’aereo dell’Eurofly, viaggio tranquillissimo ed atterraggio a Marsa Alam da 10 e lode, non mi sono accorta di niente! Scesa dall’aereo veniamo accolti da una temperatura piacevolissima, circa 28° gradi e dal vento caldo del deserto.

Inizio a spogliarmi dei miei abiti invernali (ho seguito il consiglio di una collega e mi sono vestita “a cipola” ovvero a strati) e sento il sole che mi scalda la pelle… Che la vacanza abbia inizio!! Noto che all’aeroporto di Marsa alam ci sono mille controlli passaporti, ma nessun poliziotto ha un PC davanti, hanno tutto su lunghi elenchi di carta e per questo si crea un po’ di intasamento, fortunatamente noi viaggiavamo con il solo bagaglio a mano cosi non abbiamo dovuto fare code per ritirare i bagagli imbarcati in stiva. Veniamo caricati sul pullman diretti al villaggio turistico e gia per strada i fantastici colori del mar rosso che si stagliano contro la sabbia dorata delle spiagge, chilometri e chilometri di spiagge deserte, mi aprono il cuore.

Arrivati al resort ci sistemiamo in camera, il tempo di infilare il costume ed ero già in acqua!!! A dire il vero la temperatura del mare era un po’ bassa, però nel nuotare non si avvertiva, il problema si poneva quando si doveva emergere, perchè il vento sferzante, che ci ha accompagnati tutta la settimana, non dava tregua. Mi sono immersa nelle acque antistanti il villaggio, fortunatamente dotato di piscinette naturali che consentivano di fare il bagno anche in prossimità della riva e vedo le prime meraviglie.

Dico fortunatamente perchè, sul volo di ritorno, ho parlato con persone che nelle strutture in cui alloggiavano avevano la possibilità di fare il bagno solo al di la della barriera corallina tramite il pontile, e quella settimana il mare era stato sempre mosso a causa del forte vento quindi si sono dovuti accontentare della piscina.

Sebbene le acque davanti al resort non fossero particolarmente alte ho potuto vedere moltitudini di pesci, tra cui il pesce chirurgo ed il pesce pietra, nonchè splendidi coralli e ricci dagli aculei lunghissimi, ma il momento più bello è stato l’unico giorno di mare calmo durante il quale, dotata di muta, mi sono avventurata al di fuori della barriera. Miliardi e miliardi di pesci, pesci trombetta, pesci di cui non ricordo il nome, ho visto perfino una murena!! Ero talmente estasiata che non mi sono accorta di essere scesa con il tubo respiratore sotto il livello dell’acqua e cosi ho ingollato un bel litro d’acqua del mar rosso… Bella salata!! I primi due giorni trascorrono oziando, poi ci siamo scrollati dalla pigrizia ed abbiamo iniziato a raccogliere informazioni sulle escursioni.

I ragazzi del Diving sono stati molto gentili e ci hanno fatto visitare posti che ci rimarranno nel cuore per sempre. Il terzo giorno andiamo alla ricerca del dugongo, creatura marina a metà strada tra un delfino ed una “mucca di mare” che però non sempre si fa vedere. Arriviamo alla splendida spiaggia di Abu Dabbab dove infilate le mute ci immergiamo, con il cameraman che ci segue e ci riprende ad ogni passo, e quando vedo le tartarughe enormi, poste sul fondo del mare, ho un moto di commozione. Erano cosi grosse e placide, con i pesci che gil pulivano il guscio che mi sono proprio scese le lacrime, con il mio fidanzato che mi guardava alquanto perplesso… Ah, uomini! Proseguiamo nella nostra escursione e devo dire che trovarsi sempre il cameraman appiccicato alle spalle non è stato molto piacevole… Anche perchè 2/3 volte l’ho preso a pinnate in faccia! Purtroppo il dugongo non si è fatto vedere, ma abbiamo visto lo squalo chitarra (emozionante da matti anche quello) e una razza enorme oltre ad una bellissima barriera corallina dove mi sono trovata faccia a faccia con nientemeno che Nemo!! dopo 3 ore abbondanti passate in acqua ci trasferiamo sulla spiaggia, per scaladrci un po’ a caldo sole d’egitto ma di dormire non se ne parla, il cameraman imperversa con la sua simpatia. Quando è stato il momento di andarsene un urlo arriva dal mare: “E’ arrivato il dugongo!!” Purtroppo non potevamo ribagnare le mute perchè sarebbe stato un problema trasportarle bagnate, l’acqua era veramente fredda ed io non avevo un cambio, altrimenti mi sarei buttata… Sarà per la prossima volta! Il giovedi ci mettiamo di nuovo in viaggio per andare a fare un’altra gita, questa volta all’isola di Utopia ma a causa del forte vento la capitaneria di porto non ha dato il nullaosta per farci uscire con la barca, in quanto l’isola è interamente corallina e la barca non poteva posare l’ancora, doveva fissarsi esclusivamente al pontile, e con un vento cosi forte avrebbe rischiato seri danni da collisione con lo stesso pontile.

Ritorniamo al villaggio dove proviamo a stare un po’ in spiaggia ma veniamo colti da una tempesta di vento, cosi decidiamo di partire per visitare il paese. El quseir dista 17 chilometri dal resort e ci facciamo portare da uno dei numerosi taxi messi a disposizione dal villaggio. Credo che dei guidatori cosi folli non li abbia mai visti in tutta la mia vita. Posto che le macchine hanno almeno 30 anni e credo zero revisioni effettuate, questi pazzi si lanciano a 150/160 km/h rigorosamente con gli abbaglianti attaccati, ma se incontrano un altro veicolo per strada procedono a luci spente usando solo le 4 frecce per segnalare l’ingombro della macchina. Dopo un quarto d’ora di viaggio con la musica araba sparata nelle orecchie scendiamo da questo bolide tappezzato di pelo di cammello e ci avventuriamo per il paese. Veniamo subito presi d’assalto da ragazzini che si offrono come guide, e decidiamo di affidarci ad uno di loro, Amedeo, che per cinque euro ci ha fatto vedere la parte antica, la parte nuova ed è riuscito perfino a farci vedere l’interno di una moschea. Successivamente Amedeo ci ha spiegato che il pomeriggio lavora cosi per mantenere la famiglia, in quanto il papà non c’è più, e con quei soldi vivevano per un paio di settimane.

La parte antica, a detta di chi ci è stato, è come la sharm di 20 anni fa, strade non afaltate, cumuli di spazzatura ai lati dei marciapiedi e simpatici Toponi che scorazzano da una parte all’altra, ma le abitazioni sono molto caratteristiche, in pieno stile arabo. Le donne al passeggio indossavano i Burqa, neri o blu lunghi fino ai piedi, mentre le ragazzine indossavano solo il Chador e vestiti occidentali… L’evolversi dei tempi.

Dopo un giro di un paio d’ore, che ha incluso anche le soste in un negozio di spezie e da un venditore di papiri, ci facciamo consigliare un posto per mangiare pesce, stanchi della cucina del resort che era veramente pietosa. Mangiamo un piattone con calamari, gamberoni, aragosta e un pesce alla griglia con 14 euro a testa, ovviamente offrendo la cena anche al ragazzino, che contratta per noi il prezzo della cena con i proprietari che parlavano solo arabo ed inglese. Purtroppo io ero l’unica di noi 4 turisti a parlare inglese ma il proprietario non ne voleva sapere di parlare con me in quanto donna. Anche se l’istinto di spararlo a quel paese era forte, la fame era piu forte, cosi abbiamo incaricato Amedeo di farci da interprete. Il giorno dopo il vento era un po’ cessato e nel pomeriggio, dopo aver passato la mattina in spiaggia, abbiamo fatto l’escursione nel deserto a cavallo.

E’ stata bellissima perchè siamo partiti a cavallo dal villaggio ed abbiamo corso sulla spiaggia deserta, il primo villaggio era a 20 km di distanza! Cosi da una parte avevamo il mare, dall’altra il deserto dove siamo saliti successivamente. L’unica cosa che mi ha spaventato sono stati i branchi di cani randagi che abbiamo incontrato lungo il percorso, il mio cavallo ne era impaurito ed è partito di corsa, meno male la guida l’ha saputo calmare! La sensazione pià bella è stata la pace che si percepiva nel deserto, interrotta solo dal suono del vento e credo che i colori del tramonto che si stagliano sulle dune siano incomparabili. Il sole sembrava una palla infuocata che scendeva ad una velocità vertiginosa dietro le dune, uno spettacolo da togliere il fiato e che non dimenticherò mai! Da li abbiamo proseguito per la tenda beduina, dove ci è stato offerto il the (che ho rifiutato, non essendo sicura dell’acqua con cui veniva fatto) ed abbiamo fumato il narghilè con il tabacco aromatizzato al Karkadè, ma che gran casino, non essendo fumatrice non riuscivo ad aspirare! E cosi è arrivata l’ultima sera, decidiamo di regalarci un’altra cena di pesce, questa volta in compagnia dei ragazzi del Diving. Ci hanno fatto uscire dal villaggio nascosti nel loro furgone, perchè la direzione gli vieta di portare fuori clienti, ed abbiamo eluso la sorveglianza del custode nascondendoci sotto dei cuscini. Uno di questi ragazzi ci ha invitati in paese a casa sua, e la sua famiglia è stata molto ospitale, a differenza di quanto ci era stato detto gli Egiziani non sono cosi pessimi come vengono dipinti, basta far capire che si è persone umili e che non si ha alcuna pretesa di essere superiori a loro.

Ma non tutti sono uguali, infatti al ristorante, poco dopo, ho subito le attenzioni sgradevoli del proprietario che con la scusa di fare una foto con me palpeggiava ovunque… Non vi dico la rabbia! L’ultimo giorno lo passiamo oziando sulla spiaggia, facendo ancora qualche nuotata e regalandoci un trattamento al bagno turco del villaggio.

Partiamo alle 23.20 da Marsa alam e atterriamo a malpensa alle 4 di notte, in mezzo alla nebbia ed alla pioggia, ma vedere allo specchio il mio volto abbronzato mi riporta ai colori ed ai profumi di quella terra magica, in cui presto tornerò!



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche