El pais mas mas… de todo el mundo

Un viaggio (circolare) da Buenos Aires alle cascate di Iguazù, passando dalla Puna e dal Salar de Uyuni
Scritto da: ENRY70
el pais mas mas… de todo el mundo
Partenza il: 29/11/2014
Ritorno il: 21/12/2014
Viaggiatori: 1
Spesa: 3000 €
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Ok: facciamo da Rio a Floranopolis insieme in due settimane e poi l’ultima da solo a Buenos Aires. Questo era l’accordo con Paco ma, dieci giorni prima della partenza, gli saltano le ferie e decido così di partire da solo: Argentina del Norte, Salares de Uyuni e cascate di Iguazu. Il risultato è stato il più bel viaggio finora fatto, completamente on the road, on my own e con basic planning.

Queste le indicazioni del viaggio con i consigli utili:

29 nov –30 nov: Buenos Aires- San Telmo, La Boca- stadio, Casa Rosada

1 dic: 2 freewalking tours Buenos Aires – partenza Cordoba con night bus

2 dic: visita Cordoba e partenza per Salta

3 dic: visita Salta e Purnamarca

4 dic: visita Los Cierro de Siete Colores – Iruya

5 dic: San Isidro

6 dic: San Juan –

7 dic: La Quiaca

8 dic: La Quiaca – visita a Tupiza

9 dic: Tupiza

10-11-12-13 dic: Tour Salares Uyuni

14: ritorno a Salta

15: Iguazzu de foz

16: visita cascate Iguazzu, lato Argentino

17: visita cascate Iguazzu, lato Brasilero

18: volo per Buenos Aires

19: visita Colonia del Sacramento Uruguay

20: Buenos Aires

21: rientro in Italia

COSTI GENERALI E DòLAR AZUL

Volo Alitalia Genova-Buenos Aires: 890€

Assicurazione Columbus Platinum: 86€, in caso di necessità mi hanno aiutato, vivamente consigliata.

Salta- Iguazzu: aerolinea argentina: 2170 pesos RICORDATEVI DI PAGARE IN CONTANTI

Iguazzu-Buenos aires: aerolinea argentina 1700 pesos RICORDATEVI DI PAGARE IN CONTANTI

Sul cambio dovete fare attenzione: al tempo del viaggio, dicembre 2014, quello ufficiale era 10 pesos=1€uro e quello “negro” che trovate nella Floridita 14 pesos=1 euro….stesse proporzioni con il dollaro.

La vacanza, pagando in contante vi costa un 40% in meno, fate vobis! la conseguenza è che tutto quello che pagate con moneta elettronica sarà addebitato al tasso ufficiale, come mi è capitato per l’acquisto del biglietto per Colonia del Sacramento (Uruguay) dove è il mezzo di pagamento obbligatorio.

Sul giornale “Clarin” c’era una quotazione giornaliera del cambio “negro” o Dolar azul.

Per cambiare recatevi in Floridita presso i chioschi “Arbolitos” verdi, lì il rischio di fregature è molto basso. Sconsigliato seguire qualcuno in qualche androne buio.

30 NOVEMBRE: BUENOS AIRES – SAN TELMO – LA BOCA – LA BOMBONERA – CASA ROSADA

Arrivo all’aeroporto internazionale Pistarini alle 7,30 del mattino, pratiche veloci e prendo il bus Tienda de Leon, sulla sx del vecchio terminal per 12$. La giornata è brutta ma fa lo stesso, il tragitto dura circa un’ora e trenta e vado all’hotel PARADA, ottimo. Mi dirigo subito in Floridita per il cambio negro e vado a visitare il quartiere di San Telmo, che non entusiasma con le sue bancarelle. Da lì scendo verso il quartiere La Boca, che è sconsigliato, ma visito la Bombonera che è molto interessante: scoprirete quale posto in tribuna è riservato a Maradona, la storia dei colori e dei genovesi che popolarono il quartiere, apprezzando infine una frase di Bertold Brecht, un salto all’iperturistico CAMINITO dove si esibiscono i tangueros. Rientro in centro, partecipo alla visita guidata della Casa Rosada, palazzo presidenziale, il sabato e domenica… nei suoi saloni, ricevuto il saluto del Che Guevara respirerete l’atmosfera anni ’50 di Evita Peron e vi potrete affacciare dal suo balcone. Terminato il tour torno in Floridita, angolo senor Perez e cambio i soldi dal mitico Steven un italiano barbuto che mi spiega come fa il paese a stare in equilibrio: gli argentini non hanno voglia di fare nulla, ma il paese è ricco di risorse naturali… semplice ma realistico! Fidatevi di lui per il cambio negro. Cena e poi riposo.

1 DICEMBRE: BUENOS AIRES FREE WALKING TOURS

Sveglia alle otto, cambio dei dollari ed alle 10,30 sono all’angolo del teatro Colòn per partecipare al freewalkingtour di BA. Questo del mattino illustra la città da un punto di vista Architettonico, scoprirete perché fu costruito il palazzo Botero ispirandosi alla Divina Commedia, vi racconteranno gli attentati del 1994 contro obbiettivi Israeliani e visiterete la tomba di Evita Peron al cimitero de la Recoleta, tappa finale. Alle 15.00 partecipo al secondo FWT di BA, che è incentrato più sulla storia politica della Nazione, con partenza di fronte al Parlamento e termina alla casa Rosada, spiegando la storia de Las Madres de Palza de Mayo su cui tornerò sul museo di Cordoba. Qui invece voglio raccontarvi la storia de Las Abuelas de Plaza de Mayo: le madri di ragazze incinte che il regime assassinò non prima di avere affidato i loro neonati ad altre famiglie, “non rivoluzionarie”. Con la fine della dittatura e con nuove tecniche di ricerca DNA, molti di questi nipoti sono stati ritrovati tra cui quello della fondatrice. La storia è pazzesca. Il ragazzo fu affidato da un militare ad una coppia di contadini privi di figli con la promessa che finchè fosse rimasto in vita i nuovi genitori non avrebbero raccontato la verità. Deceduto il militare la coppia raccontò al ragazzo, che nel frattempo faceva il musicista, la verità. Indovinate che attività svolgeva il padre naturale quando fu ucciso?il musicista! Ultima nota dei tours: gli argentini cancellarono quasi tutte le testimonianze della presenza spagnola dopo la rivoluzione e gli edifici storici di quel periodo sono davvero pochi…

Alle 20.00 sono alla stazione degli autobus di Retiro per partire verso Cordoba con il night bus. Costo 660 pesos.

2 DICEMBRE: CORDOBA

La città è davvero carina, universitaria dove un single rischia di perdere la testa… il tour ha compreso la piazza principale, il Cabildo, la Manzana Jesuitica, la cattedrale ed altre istituzioni. Il museo che vi segnalo, però, è quello della “Memoria”, collocato fra la cattedrale ed il Cabildo: non è listato nella mappa turistica della città ma è davvero toccante. È ambientato nella prigione della D2, l’organo di polizia che ai tempi della dittatura si occupava di sequestrare e far sparire i cosiddetti sovversivi. La cosa fastidiosa e pungente è che l’occorso poteva succedere anche ad uno di noi. Giovani universitari, attivisti sociali, volontari, che potevano essere bollati come tali furono rapiti e giustiziati! Il museo spiega anche l’origine del termine “desaparecidos”: i genitori degli scomparsi si recavano in commissariato e chiedevano: “dove è nostro figlio?” “non lo sappiamo”…”è vivo o morto”? “signora, non lo sappiamo, suo figlio “està desaparecido”. Terminato il tour torno alla stazione degli autobus, raggiungibile a piedi, per salire sul bus direzione Salta. Questa volta viaggio con Flecha, 865 pesos, ma la compagnia è un gradino sotto rispetto al General Izquierda, con cui avevo viaggiato da BA.

3 DICEMBRE: SALTA – PURNAMARCA

Arrivo al terminal alle 8,30 ed incontro Elisa, giovane ragazza europea poliglotta con la quale visito questa meravigliosa, forse unica in Argentina, città coloniale. Le vie ed il centro sono godibili, ma in tarda mattinata torniamo al terminal per andare a Purnamarca, per 36 pesos e tre ore di autobus. Durante il viaggio un tizio ci spiega el “apunamiento”, ovvero l’adattamento all’altitudine dell’altipiano. Il paesino, sede del “Cierro del los siete colores” è grazioso, con bancarelle di prodotti tipici, noi andiamo a mangiare in un locale segnalato LP, voto sei. Dormiamo da Mamaloca, ostello con stanze da sei, attaccato alla fermata degli autobus.

4 DICEMBRE: CIERRO DE LOS SIETE COLORES- TILCARA- IRUYA

Alle otto, io ed Elisa siamo già sulla montagna opposta a godere lo spettacolo del cierro. Le foto sono spettacolari. Salutata Elisa prendo il bus ed in 40 minuti e 26 pesos giungo a Tilcara: bella cittadina Andina, vivace ma nel proseguio un turista mi racconterà di essere stato rapinato da una gang di ragazzini in pieno giorno: okkio. Depositati i bagagli noleggio una bici da Carlito, un furbone. Pedalo per un’oretta direzione Quebrada de Huichaira e finisco a vistare un museo neppure segnalato da Google maps, tanto insignificante era la mostra di alcuni fotografi argentini, tutto senza senso. Restituita la bici alle 15,15 prendo il bus per Humahuaca, per 15 pesos. Giunto al terminal chiedo: el primero autobus para Iruya? Ha ya partido! Attraverso la piazza e mi catapulto verso un’avventura incredibile. A bordo tutti avevano facce andine….dopo 3,5 ore di bus, di cui 3 su strada sterrata ed sorpassato il paso del condor (quota 4000) giungo al paesino, accolto dalla immancabile chiesetta gialla con tetto blu, le sue viuzze i salita, fatte di sampietrini, piene di negozietti , gli abitanti che ti salutano… sembra un villaggio italiano anni ‘50 L’idea era quella di starci una notte ma mi lascio convincere da Aurora e di visitare anche il paesino di San Isidro.

5 DICEMBRE: SAN ISIDRO

Visitata Iruya, mi incammino verso SI. Parto alle 14.00 e dopo 2,5 ore di cammino sul letto di un fiume, all’epoca, secco giungo a destinazione. Contrariamente alle mie aspettative il paesino è esteso su circa 700 metri, costituito da piccole case con orti, dove i campesinos ti chiedono: hola, te gusta el pueblo?, ed è facile incontrare i muli: che posto! La visita verso nord è ripida ed al ritorno, nella piazza della chiesa chiedo dove dormire: da “Teresa”, per 50 pesos, dove puoi anche mangiare. Il marito è anche guida e gli chiedo di un’escursione che mi ronzava in testa dal giorno prima, dopo averla letta dentro la oficina turistica: San Juan. Gita da fare in giornata da Iruya, 10 ore a/r, in questo posto abitato da 11 famiglie che vivono senza corrente elettrica.

6 DICEMBRE: OFF OF THE BEATEN TRACK: SAN JUAN

Sveglia alle 6, dopo una notte così così in quanto la stanza è sotto il frigorifero che produce un rumore bestiale. Io ed il figlio della guida, Ramon, partiamo alla volta di San Juan, il tutto per 36 dollari. I due paesini sono divisi da una bella montagna, impieghiamo circa 3,5 ore per giungere la sommità ed intravedere San Juan. Il pueblito è abitato da 11 famiglie, anch’esso esteso in quanto costituito da piccoli poderi, una scuola ed una chiesa e… un campo da calcio da 22 giocatori, mah… dalla vetta ci vogliono altre 2,5 ore di cammino in discesa. Incontriamo una mujer con chicos armati di vanghe zappe ed altri arnesi…”Hola buen dia, que tal?”..”hola muy bien estamos llendo a trabajar!””trabajar? tu no vas a escuela?” no, estamos de vacaciones” tradotto: i bambini trascorrono la vacanza a spaccare pietre… chiedo il permesso di fotografarli, negato. Proseguiamo ed incontriamo una chica amica della guida, ci spiega dove andare a mangiare, 20 minuti in fondo al paese. La sensazione è che gli abitanti fossero un po’ restii a comunicare con i turisti, credevo fossero più accoglienti, ma forse è meglio cosi.

Dopo una buona mezz’ora di cammino, oltrepassiamo il fiume ed entriamo in una piccola tienda: “hola..se puede comer” “hola, si te puedo poner la mesa” mi risponde con voce roca una donna sulla quarantina che, per effetto delle rughe, del clima e dell’assenza di denti come l’80% degli abitanti di questi posti, ne dimostra 70!

La prima sensazione è stata simile a quei film, dove il canovaccio della storia cambia completamente, come una sublimazione. Allora, mi trovo a circa 3200mt, con questa persona incredibile, suo figlio che è leggermente ritardato mentale, in un posto raggiungibile solo a dorso di mulo o dopo 4 ore di cammino e mi accingo a pranzare con uova e verdure di questo orto andino… all’inizio credevo di beccarmi lo scorbuto in realtà tutto era delizioso! La cosa pazzesca di questo posto era la presenza di un impianto fotovoltaico con accumulatore di energia… semplicemente impensabile, trovarlo lassù! Terminato l’ottimo pranzo la signora ci spiega che ha delle camere per chi volesse fermarsi: consigliato! intrapresa la via del ritorno incrociamo suo marito a bordo di un mulo… emozionato per l’esperienza vissuta, saluto Luis la guida, perché lui va a dx ed io scendo verso Iruya, altre 3,5 ore di cammino. Lungo il tragitto incontro piccoli insediamenti di pastori. Viaggio indietro nel tempo finito. Riprendo la stanza del giorno prima ma alle 19.00 un imprevisto: il mal di denti, in un luogo dove il 90% ne è privo in quanto sdentato…senza antibiotici assumo un ‘aspirina ma durante la notte, complice il sabato del villaggio con musica abbestia, non chiudo occhio, nottataccia.

7 DICEMBRE: IRUYA – LA QUIACA

Da iruya partono tre bus per Humahuaca: 6, 13 e 14,30, durante i feriali ma la domenica quello della mattina non c’è! Con il tempo libero vado in ospedale, sì in questo villaggio sperduto esiste un ospedale, dove una dottoressa ma dà un calmante. Alle 13 salgo sul bus ed alle 16.00 scendo all’incrocio con la Ruta 9, insieme a Claudio e Florencia.

Attenzione, due info importanti:

  1. se decidete di andare a la Quiaca dovete scender lì, il rientro verso Huamhuaca porta via 90 minuti di tempo
  2. contrariamente a quello che si può pensare la fermata per i bus diretti a La Quiaca, è a circa 200 metri indietro (direzione Humahuaca) rispetto all’incrocio dove sono sceso io… lo abbiamo capito dopo che tre autobus non si erano fermati…

Saliti sul bus, viaggiamo per due ore in piedi, scendiamo a la Quiaca, 5121 km da Ushuaia! Hostal Aplillo, ottimo dove ci segnalano il ristorante La Coyita sulla peatonal, parte destra. Il bife de lomo è all’altezza del Sudamerica e dopo aver offerto la cena ai miei due compagni di viaggio che mi hanno accompagnato anche in ospedale per il mio mal di denti, rientriamo.

8 DICEMBRE: VILLAZON TUPIZA-LAQUIACA

Sveglia alle 8, colazione inclusa negli 80 pesos, ma non so che fare: oggi è l’otto dicembre ed è festa nazionale, purtroppo anche i dentisti sono chiusi. Decido di andare a visitare Villazon, prima città boliviana oltreconfine e poi Tupiza, da cui partono le escursioni per il salares de Uyuni. La cittadina, tipica dei posti di frontiera, brulica di uffici cambi e negozi di prodotti tipici: stuzzicato dai mille colori boliviani il solito morbo di acquisto di souvenirs ha il sopravvento e compro due kg di roba per parenti ed amici…lungo la via la mia attenzione è attratta da un’insegna: “clinica odontologica”. Entro nell’androne dove di fronte ci sono due cambisti nel loro ufficio. L’ingresso della “clinica” è ostruito da una motocicletta: nessun problema, il tizio che contava i soldi smette la sua attività mi aiuta ad entrare, si infila il camice e si dice pronto a visitarmi. Chiedo un dottor e lui dice che “è” il dottore… per circa dieci secondo lo ascolto propormi di “hacer un tratamiento” per cien “bolivares”! ma per favore… norme igieniche pari a zero, promiscuità di utilizzo degli strumenti, una sua cura sarebbe equivalsa ad uno scorbuto fulminante…esco dalla clinica degli orrori proseguo sulla via principale ed incontro i taxi collettivi per Tupiza e Potosì: annunciati da una ragazza che urla a squarciagola queste due destinazioni…incredibile. Il viaggio per Tupiza dura 1,5 hore, costa 20 bol. In città quasi tutte le escursioni per il salares costano intorno ai 1300 bol (200$ al cambio del tempo). Rientro a la Quiaca dove incontro un dentista aperto che mi consiglia di prendere dosi più massicce di antibiotico. Ringraziata la dottoressa x il consulto ed abbondantemente gli dei per avermi fatto venire il mal di denti in posto dove già a cinque anni ne sono privi, torno in Hostal e vado a dormire.

Spendo qui due parole sull’assicurazione Columbus: mi sono sentito ben seguito anche a distanza, mi hanno segnalato la loro rete di dentisti, i loro dottori mi hanno contattato diverse volte per sapere come stessi: vivamente consigliata.

9 DICEMBRE : TUPIZA

Sveglia alle 10.00, alle 14.00 arrivo a Tupiza, compro l’escursione dell’hotel “La torre”, 1300 + 150 bol per ingresso parco del tour salares. La cittadina è carina con qualche palazzo di stile spagnolo, c’è internet un po’ lento ma riesco a pubblicare qualche foto su face book. Dormo al Mitra per 80 bol (6,9 bol= 1 $..fate il conto).

10 – 11 – 12 -13 DICEMBRE: TOUR DE SALARES DE UYUNY

L’incontro con l’equipaggio di Miguel l’autista e Maria la cocinera è alle 7,30, dove conosco I miei compagni: Cyrielle, Sylvain e Francois, ragazzi francesi che si sono incontrati a Lima ed ora stanno viaggiando insieme per il Sudamerica. Tutti si dimostreranno eccellenti viaggiatori e la cocinera e l’autista davvero bravi, affidatevi all’hotel La Torre, ho letto di recensioni negative su altri operatori.

Il tour? Una delle esperienze più belle della mia vita… laguna Honda, Verde, Negra il volcano Licambur, i geyser, l’hostal de sale, l’assenza di prospettiva nel Salares, altitudini oltre il monte Bianco… fatelo e basta. Non è possibile raccontare le emozioni che ho provato.

Alcuni consigli: la sera può fare freddo, portate indumenti adeguati e protezione almeno trenta sempre che non vogliate vedere la vostra pelle esfoliarsi la sera!

Mal di montagna: io ho fatto così, bevuto tantissimo sin dal giorno prima, oltre tre litri di acqua al giorno e masticato molte foglie di coca, non ai livelli della cocinera e chauffeur, per loro parevano popcorn!

Il ritorno, su mulattiera, richiede circa 7 ore, valutate il treno. Dormo all’hotel Torre per 100bol, camera maffa ma wi-fi eccellente.

Ultimo suggerimento, il vulcano Licambur. la guida ha detto che è possibile arrampicarsi, circa 12 hore e poi dentro c’è un laghetto… se siete degli hikers di un certo livello…

14 DICEMBRE: RIENTRO A SALTA

Sveglia con calma visto che da Salta non ci sono voli per Iguazù. Andare alle cascate con l’autobus chiederebbe circa 25 hore di viaggio… per 20 bol rientro a la Quiaca, passo dall’hotel Apolillo per ritrovare il mio cell perso: nada. Il viaggio per Salta dura 7 ore, 190 pesos, ma arrivo sotto una pioggia torrenziale. L’hotel Mama Prisa, 180 pesos la singola, un pacco, sconsigliato, stanza maffa. Cena alla Casona molina, dove assisto alla Pena argentina, canzoni dal vivo, eccellente. La cena è stata un bel bagno di cultura… ve la consiglio. La vita notturna non deve essere male durante i we, ma il lunedì è ridotta al minimo.

15 – 16 DICEMBRE : VOLO PER IGUAZZU e VISITA LATO ARGENTINO

Comprato il volo per 2170 pesos con Aerolinea Argentina che applica diversi per stranieri e locali, mi godo la bella peatonal di Salta, sino alle 18.00, ora alla quale volo per Iguazzu. Lì vado a dormire all’ostello Iguazzu per 100 pesos, vicino al terminal degli autobus. Il mattino dopo vado con Natì, simpatica ragazza argentina a visitare il lato argentino, spettacolare! Abbiamo anche fatto il sendero macuco, scattato centinaia di foto, ammirate le cascate per ore, ma il grande rammarico è stato la chiusura del passaggio per la Garganta del Diablo: le forti piogge hanno reso inagibile la passerella. Rientrati in città abbiamo fatto ottima cena nella via principale e poi letto.

17 DICEMBRE: VISITA CASCATE LATO BRASILERO

Oggi mi dedico alla visita delle cascate lato brasiliano, dove si arriva dopo circa 1 ora di bus incluso controllo della frontiera. Oggi la pioggia era quasi tropicale, ma mi sono divertito tantissimo, i video registrati sotto il diluvio sono pazzeschi… come per il lato argentino non ci sono parole, entrambe vanno visitate.

Serata brasiliana da urlo a Foz de iguazzu e notte nell’hotel Iguassu Guest house, pulita e perfetta per solo 23€. La cittadina è molto carina, la via principale è ricca di locali.

Per quanto riguarda le cascate: le consiglio entrambi, anche il giro in barca che non ho potuto fare causa maltempo. Questa visita vi rimarrà impressa per sempre… il frastuono, la maestosità, l’irruenza… la natura mostra tutta la sua forza!

18 DICEMBRE: RIENTRO A BUENOS AIRES

Per 1700 pesos prendo il volo alle 13.00 dal lato argentino. Atterro a BA, torno all’hotel Parada, per 30€ la singola e mi butto nella notte argentina, con spettacolo di tango nella citta che non dorme mai! A qualsiasi ora si esca si trovano sempre persone in giro… grandissima città!

19 DICEMBRE: COLONIA DEL SACRAMENTO

Sul presto vado a visitare il quartiere nuovo di Porto Madura, dove partono i traghetti per l’Uruguay. La zona è ricca, con bei ristoranti e la sera deve pullulare di giovani che vanno lì a divertirsi… alle 12 prendo il superferry destinazione Colonia di Sacramento.

L’acquisto del biglietto è una fregatura colossale: accettano solo il pagamento con carta di credito, voce del verbo tasso ufficiale applicato! Il mio consiglio è di comprare solo l’andata (65€) ed il ritorno in Uruguay (40€). La traversata dura circa 1 ora, ma occhio al fuso orario, la cittadina molto sfiziosa… la giro in lungo ed in largo, compro dei bei souvenir e dopo 5 ore rientro a BA. L’idea originale era quella di visitare Colonia e spendere almeno una notte a Montevideo pe tentare di stringere la mano all’ex presidente Pepe Mujica, “el presidente mas pobre de todo el mundo”. In genere la mattina faceva colazione in un bar di fronte al parlamento ma, a causa quel *=&%& di mal di denti ho perso giorni preziosi.

20 DICEMBRE: BUENOS AIRES

Ultimo giorno speso a gironzolare per i quartieri belli, Palermo, Recoleta… uno spasso. Ho anche tentato di comprare il vino Malbec Famiglia Bianchi di Mendoza, giudicato il migliore al mondo, ormai introvabile. Serata Argentina e poi rientro alla base perché il giorno dopo partenza per Italia.

Ancora dieci giorni in Sudamerica ed avrei oltrepassato il punto di non ritorno per stabilizzarmi qui… ho incontrato moltissime ragazze europee che viaggiavano sole e persino una famiglia di svizzeri cinquantenni che, con due figli, biciclettava sui salares… e poi i dieci giorni sulle Ande, complice il “coquear”, rimarranno per sempre nella mia memoria.

Ora sto facendo un corso di spagnolo… chissà che un giorno mi trasferisca nel paese che ha la miglior carne del mondo, il miglior giocatore del mondo, la calle mas grande del mondo el Papa”nuestro”… fantastica Argentina!



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