“El mundo es chiquito”: a spasso per Cuba
Indice dei contenuti
Io e Claudia abbiamo comprato i voli a Marzo/Aprile, valutando le diverse soluzioni e dopo aver visto che erano comunque tutti cari decido che caro per caro preferisco il volo diretto: Fiumicino-L’Avana, 1000€, senza scali e rotture di balle (per risparmiare 100€ si stava in giro 25 ore).
05/08 Fiumicino ore 09:00 si parte
La giornata non inizia nel migliore dei modi, la responsabile del desk del check-in dopo averci trattato in maniera abbastanza antipatica decide che abbiamo le facce da gente da mettere in fondo all’aereo = non si reclina il sedile = non si dorme.
A peggiorare le cose dopo qualche ora di volo nei posti davanti si forma un esercito di bambini presi a confrontarsi sull’ipad all’ultima novità in termini di giochi elettronici, non chiedetemi quale ma il risultato sono 6 ore di urla, scossoni e calci ai sedili… se ancora non fosse chiaro che…non dobbiamo dormire.
Claudia sopporta, io inveisco, Claudia mi sopporta.
Per fortuna dopo 6 ore il papà di uno dei bimbi e proprietario del posto sede dell’assembramento decide che ne ha abbastanza di farsi i fatti suoi, torna al suo posto e ristabilisce la calma. Era ora. Peccato che siamo quasi arrivati.
Ore 14.30 cubane finalmente terra! Dopo il ritiro bagagli e cambio denaro cerchiamo il tizio con il cartello con i nostri nomi pronto a portarci a Casa Viel dove alloggeremo per 3 notti, l’ho sempre sognato e non è mai successo…e non succede nemmeno questa volta: c’è stato un malinteso aveva capito alle 17. Poco male prendiamo un taxi in condivisione con 4 simpatici signori argentini che ci porterà a destinazione.
Arriviamo finalmente a Casa Viel, Milagros ci accoglie a braccia aperte, ci offre dei succhi e ci intrattiene per un’ora aiutandoci a pianificare la nostra permanenza a Cuba meglio di un’agenzia. È simpaticissima e nei prossimi giorni chiacchierare con lei si rivelerà molto divertente e interessante.
Si sono fatte le 18, saliamo su un taxi e ci concediamo qualche foto e un mojito all’hotel nacional, un albergo molto famoso con una bellissima terrazza sul Malecon.
Ci rendiamo conto che siamo svegli da quasi 24 ore (dannati bambini) torniamo verso casa percorrendo la animata Rampa dove notiamo assembramenti di persone con sguardo fisso a PC, tablet e telefoni: qui c’è il Wi-Fi libero ma serve la tessera prepagata: evitiamo, vogliamo disintossicarci.
Giunti a casa crolliamo, servono energie per domani, ci sarà da camminare.
06/08 In giro per L’Avana
La sveglia suona “presto” sono le 08.30 e Milo ci ha preparato una colazione che probabilmente ci farà saltare il pranzo, si è preoccupata di prenotarci alcune casas particulares e trasferimenti per i prossimi giorni, non senza difficoltà, quest’anno Cuba sembra presa d’assalto.
Ci dirigiamo all’hotel riviera dove prenotiamo gli ultimi 3 giorni al Melia di Cayo Coco (dopo 11 giorni di vagabondaggio 3 di allinclusive possono starci).
Saliamo quindi sul bus turistico che con 5CUC fa il giro della città e permette di salire e scendere quante volte si vuole…saliamo e…i 4 argentini di ieri, piccola L’Avana.
Il giro in bus scoperto permette di ustionarsi un bel po’ ma da le spiegazioni sufficienti su ciò che si vede e fa un bel giro. Scendiamo al Capitolio e ci lanciamo alla scoperta dell’Havana Vieja a piedi: Parque Central, Plaza Vieja bellissima dove sostiamo per un paio di birre artigianali alla Factoria Plaza Vieja, Plaza des Armas con il suo mercato di Libri, la cattedrale (in ristrutturazione peccato), Castillo de la Real Fuerza, Plaza San Francisco e infine il museo Havana Club: visita veloce e interessante con degustazione finale di un dito di Havana 7…7 come i CUC che tutto sommato avrei preferito spendere in altri modi.
Senza accorgercene sono volate 5 ore: risaliamo sul bus turistico che ci riporta percorrendo il Malecon all’hotel Riviera e dunque a due passi da casa dove Milo ci aspetta per cena.
Teoria: uscire per le 9.30 per un daiquiri al Floridita e un giro sul Malecon
Pratica: alle 10.30 siamo ancora a chiacchierare con Milagros che non sembra volerci far andar via e arriviamo alle 11.30 al Floridita in chiusura.
Ripieghiamo sul Malecon dove ci sediamo a bere una birra, in tempo zero un ragazzo cubano attacca bottone raccontandoci di Cuba e dei cubani, dei loro e dei suoi problemi e lo prendiamo in simpatia…tanto che alla fine gli regaliamo un CUC per la compagnia: errore, subito ne chiede 4 per la razione di latte per la bambina, non glieli diamo e amareggiati per la finta compagnia torniamo verso casa.
07/08 A zonzo per L’Avana
Oggi non abbiamo nessun programma quindi ci svegliamo abbastanza con calma, solita colazione salta-pranzo di Milo e ci dirigiamo in taxi verso la Rocca che affaccia sull’Avana, da qui la vista della città è bellissima. Proseguiamo con una visita guidata con cui Beatriz ci intrattiene illustrandoci la fortezza e spiegandoci le dinamiche della conquista dell’Havana da parte degli inglesi: ci hanno messo 10 minuti.
Usciti dalla Rocca scopriamo che gli unici taxi per tornare giù sono quelli che aspettano le persone che si sono fatte portare, e noi il nostro lo abbiamo lasciato andare…bene, ci tocca aspettare sotto un sole cocente per una mezz’oretta fino a quando il “procacciatore di taxi” (lavoro comune a Cuba) dopo aver fatto per una decina di minuti gesti a vuoto sbracciandosi verso taxi che non c’erano, riesce finalmente a trovarci un taxi (6CUC data la sua commissione) per la Bodeguita de Medio, locale simbolo del mojito cubano, molto suggestivo e con un clima di allegria esagerato. Qui ci concediamo una pausa dalla calura cubana godendoci un ottimo mojito e della buona musica.
Dopo questa sosta è tempo di ricominciare a camminare, questa volta senza meta, giungiamo alla parte sud dell’Avana Vieja dove di turistico non c’è più nulla, nemmeno i turisti, infatti siamo gli unici però la camminata è servita a vedere qualche scorcio di vita cubana, dove e come vivono le persone, bambini che giocano a pallone in strada, case aperte con gente intenta a cucinare o a chiacchiere seduta sui marciapiedi, tutto molto particolare.
Attraverso “L’Avana dei cubani” giungiamo all’Avana Centro, il vecchio quartiere italiano, dunque El Barrio Chino che colpisce soprattutto per il fatto che di cinese non ha assolutamente nulla e Jose un ragazzo cubano che ci ferma per la strada riconoscendo il nostro “stile italiano” ci spiega che con la rivoluzione i cinesi, gli italiani e gli stranieri in genere che occupavano i quartieri dell’Avana Centro se ne sono andati, stranamente dopo la chiacchierata Jose fa un sorriso, ci augura buone vacanze e va via, senza chiedere soldi, sorprendente.
La sera dopo cena andiamo sul Malecon, oggi a Cuba si celebra il carnevale, e quello che credevamo fosse un evento perlopiù turistico si rivela tutt’altro, gli stranieri si contano sulla punta delle dita. Purtroppo non abbiamo i biglietti per assistere alla sfilata dei carri dagli spalti ma i bagarini esistono anche qui e con 4CUC riusciamo ad avere i biglietti per entrare, o meglio, diamo 20CUC al bagarino all’interno che non ci dà né i biglietti né il resto, si fa seguire fino all’entrata (restando dentro) dove passiamo 30 minuti stretti nella calca della gente che, biglietto alla mano, cerca di entrare: gli spalti sono poco affollati ma niente da fare, per motivi a noi sconosciuti non si entra, i vicini urlano spingono, si arrabbiano e inveiscono contro la polizia mentre noi siamo fermi con lo sguardo fisso al bagarino con i nostri soldi.
Alla fine decidiamo che di entrare, a differenza dei cubani, non ce ne frega molto, quindi facciamo cenno al bagarino che inaspettatamente ci ridà indietro i soldi. Pochi metri più in là si entra tranquillamente nella zona dove i carri si preparano alla sfilata e dove la musica e i balli non mancano. Proseguiamo poi in una zona adibita a discoteca, qui soprattutto siamo gli unici non cubani e rimaniamo affascinati dal l’abilità a ballare di ciascuno di loro: bambini inclusi. Oggi è festa grande.
08/08 Nelle verdi valli di Viñales
La sveglia suona alle 7.30, è ora di lasciare L’Avana in direzione Viñales, saldiamo Milagros che ci consegna il foglio delle prenotazioni, facciamo un selfie con la proprietaria di casa e via sull’autopista con il taxi che ci ha prenotato e che per 40cuc ci porterà alla casa di Pedro.
L’autopista è quanto di più lontano da un autostrada: gente che attraversa, cani, bici, carri trainati dai cavalli, venditori…tutto molto divertente.
Dopo 2h e 30 di viaggio giungiamo da Pedro, a prima vista sembra un ex soldato, tutto serio e severo…ci ha già prenotato la gita a cavallo: tra un ora si parte! Bene corriamo a prepararci beviamo un caffè, arriva la chiamata di Milagros che vuole sapere se siamo arrivati sani e salvi (che tenera).
Siamo pronti per la gita a cavallo, solo io e Claudia accompagnati dalla guida che per 5 ore e 20CUC a testa ci porta prima alla piantagione di tabacco: viene piantato a novembre e raccolto a marzo, quindi non lo vediamo nei campi, e viene seccato fino a giugno, quindi non lo vediamo nemmeno appeso a seccare, però ci viene offerto un puro, ci viene spiegato il processo di raccolta e produzione e ci viene illustrato il processo di fabbricazione manuale.
Un acquazzone ci costringe a rimanere nella capanna per più di un ora dopodiché montiamo a cavallo e proseguiamo verso la piantagione di caffè, una visita meno interessante della prima, dato che non ci sono piante e ci mostra soltanto le tre fasi del chicco: crudo, tostato, macinato dunque evitabile.
La passeggiata procede poi nella valle fino a una grotta che attraversiamo, non senza difficoltà, da parte a parte, torce alla mano passando anche attraverso spazi minuscoli (da evitare per i claustrofobici), qui tutte le rocce secondo la guida ricordano animali: dalla tartaruga, a king kong, all’orso: promemoria la prossima volta beviamo prima qualche mojito che aiuta la fantasia.
La cavalcata prosegue poi per un altra ora tra sentieri discutibili lungo i quali c’è ogni tipo di flora e di fauna.
L’escursione alla fine si è rivelata stupenda e torniamo a casa entusiasti pronti per la cena a base di aragosta (mai mangiata una così buona) e altre delizie preparate da Manyl la moglie di Pedro.
Alla cena segue una lunga e piacevole discussione con il proprietario di casa che ci racconta diversi aneddoti, storie di Cuba e dei Cubani, di come siano tutti alfabetizzati e quasi tutti laureati e dove per assurdo i medici e gli ingegneri siano quelli con lo stipendio più alto (60cuc al mese) ma non essendo possibile fare “bajo el telon” (il nostro nero) alla fine del mese un taxista guadagna 10 volte di più. Pedro è una macchina da conversazione, un concentrato di aneddoti e battute, la prima impressione dell’uomo serio e severo va in fumo e a lui si aggiungono il suocero (coetaneo che beve mezza bottiglia di rum a sera senza fare una piega) simpaticissimo anche lui, la moglie, la figlia (una tenera bambina di 7 anni) e la nonna della moglie (in piena forza).
Dopo cena ci dirigiamo verso la casa della musica ma la stanchezza è tanta, il mezzo litro di rum Valle al costo di 1cuc è imbevibile e non avendo nulla che saboti i miei freni inibitori non riesco a ballare però è comunque divertente ridere degli altri incapaci (comunque più capaci di me, loro avrebbero fatto lo stesso)
09/08 Cayo Jutias: El Paraiso
Questa mattina ci aspetta Tony con una Ford Fairlane del 1957 sarà il nostro taxista per tutto il giorno e ci porterà in giro per 60CUC per tutto il giorno.
Prima tappa: Cueva de l’Indio, una grotta carina dove passa un fiume sotterraneo percorribile con la barca sulla quale facciamo un giro, anche qui vedono nelle rocce ogni tipo di animale: drogati.
Seconda tappa: una nuova caverna che si attraversa da parte a parte, non voglio vedere altre rocce a forma di animali, facciamo due foto fuori e si riparte.
Terza tappa: casa, Claudia ha dimenticato la crema solare.
Quarta tappa: murale della preistoria, con 3cuc si vede da vicino, da lontano si vede comunque bene non ha senso pagare, due selfie e si riparte.
Quinta tappa: Cayo Jutias, una spiaggia lunga 7km, la prima parte della spiaggia è popolata da cubani ma spostandosi verso sinistra per 10-15 minuti la densità di popolazione va a diminuire fino ad azzerarsi se si ha la voglia di arrivare fino in fondo, ma il percorso comprende mosquitos, granchi, frasche e sentieri stretti quindi a metà ci accontentiamo e ci godiamo il paradiso.
La spiaggia è stupenda e la devastazione dell’ultimo uragano l’ha resa ancora più bella con “ex-alberi” in acqua e sulla spiaggia. La giornata passa in maniera fantastica, bagni, sole, foto e ancora bagni in perfetta solitudine e silenzio.
Alle 4 le nuvole avanzano e torniamo indietro ma Tony ci consiglia una nuova sosta e quindi:
Sesta tappa: casa de El Escultor una casa di un privato Noel che al momento non c’è ma conosciamo Joaquin il suo aiutante, qui tutti gli alberi sono scolpiti, tutti i tronchi sono sculture, quello che un domani saranno il bar e il ristorante sono tutti fatti a mano con materiali naturali così la casa sull’albero e così la scalinata che porta al mirador, tutto fatto da lui in anni di duro lavoro: la vista sulla valle è mozzafiato e Joaquin ci trattiene a parlare per quasi un ora ma il mio spagnolo non è a livello della sua parlata veloce e “troncaparole” frutto anche di qualche rum di troppo (suo) e la sua mente artistica, spesso sorrido e annuisco senza aver capito nulla: fatto sta che gli lascio nome cognome e indirizzo email senza sapere a che fine, spero non mi scriva mai.
La spiaggia stanca più del cavallo e dopo la solita cena (questa volta un maiale squisito) optiamo per un mojito da Pedro accompagnato da un buon sigaro cubano che ci regala e una partita a domino prima con la figlia e poi con lui in perfetto stile familiare. Non posso chiedere di meglio.
Prima di dormire scatta la caccia al ragno “gigante” avvistato in bagno da Claudia, partecipa Pedro, la moglie, la figlia, il suocero, la nonna: vince “la raña”, non si trova.
10/08 La Valle dei Porci… e chi me l’ha fatto fare
È già tempo di lasciare Viñales alla volta di Playa Girona
Teoria: prenotazione per 40CUC a persona un taxi condiviso da 4/6 persone alle 8.30.
Pratica: prenotazione per 40CUC a persona alle 9.30 un camioncinino condiviso da 12/13 persone con doppio autista dove con doppio autista si intende la unica persona enorme e sudata alla guida che tratta il furgone anni 60 come una Porsche e le strade dubbie e malconce cubane come la Route 66: Claudia mi stringe la gamba ogni 4/5 minuti dalla paura, sperava di arrivare ai 27 anni.
Arrivati all’altezza dell’Avana per fortuna ci smistano su diversi taxi per diverse destinazioni. Capitiamo su una Mercedes abbastanza nuova e qui il mio viaggio per assurdo peggiora: il sedile è Imbottito con un asse di legno, il finestrino passeggero non si può comandare e l’autista decide che viaggiare a 120km/h con i finestrini abbassati sia meglio che l’aria condizionata. Non la penso così, dopo 2h il vento nelle orecchio destro diventa un martello insopportabile e quello sullo stomaco blocca la digestione. Soffro e sopporto.
Arrivati a Playa Girona alle 16.30 gli effetti del viaggio assurdo si fanno sentire in più la casa prenotata (stupenda) aveva la nostra prenotazione per il giorno seguente e ci dirottano dalla vicina (non ci piace, né la casa né la vicina), arriva la telefonata di Milagros, quasi in lacrime per l’accaduto, la tranquillizziamo è stata fin troppo gentile.
Ore 17:30 la mia giornata finisce qui, voglio risparmiarvi i dettagli.
11/08 Un bagno e via verso Cienfuegos
La sveglia suona alle 8, ma siamo già svegli dalle 6 con lo sguardo al soffitto, il condizionatore non andava e la notte è stata un inferno.
Facciamo colazione tra mosche e formiche e prendiamo il bus per andare alla Cueva de Los Peces.
Teoria: una piscina naturale piena di pesci tropicali
Pratica: una pozza infestata da mosquitos, non mi va di immergermi e di appurare se i pesci siano tropicali o meno quindi ci rechiamo alla spiaggia di fronte, qui il mare è bello e cristallino e i fondali di corallo permettono di fare snorkeling. Stupendo.
Verso le 12 prendiamo il bus che ci riporta a Playa Girona, la spiaggia è quella dell’hotel, abbastanza sporca e il mare è così così, niente a che vedere con la spiaggia precedente, in più c’è una barriera frangiflutti che la attraversa da parte a parte, ci passeggiamo sopra: bambini cubani che pescano, bambini cubani che cercano granchi, bambini cubani che si tuffano. Ci areniamo sotto una palma a riposare e a tirare le 15:00 quando finalmente Giovanni passa a prenderci con la sua Fiat Uno: ci porterà a Cienfuegos per 35CUC e il giorno seguente prima al Nicho e poi a Trinidad.
A metà viaggio inizia a diluviare, i finestrini non vanno, ci laviamo, non si vede assolutamente nulla davanti a noi ma Giovanni non rallenta e ride (tra l’altro per suonare il clacson fa fare contatto a due cavi che spuntano dal cruscotto). Dopo un ora giungiamo a Cienfuegos, Giovanni ci chiede se vogliamo fare un veloce giro della città prima di lasciarci a casa, acconsentiamo.
Si ferma prima a Pueblo Nuevo (il centro) poi a Punta Gorda (il mare), facciamo qualche foto, Cienfuegos è piccola, carina, ma merita solo una breve visita.
A casa dove ci aspetta Iliana, saldiamo Giovanni (che ovviamente per il giro veloce chiede 5CUC in più), parliamo con Milagros che ha chiamato Iliana per sincerarsi del nostro arrivo e usciamo a fare un giro a piedi ancora a Pueblo Nuovo: passeggiata, birretta, daiquiri e si torna a casa, ci aspetta l’aragosta e nuove chiacchiere con la padrona di casa.
Scopriamo che Ileana ha due figlie che vivono dalle nostre parti, una a Monza l’altra a Brugherio e lei viene spesso (“el mundo es chiquito”), sogna di scappare da Cuba ed è simpaticissima, parlare con lei è un continuo di risate e imitazioni degli altri inquilini un po’ “ritardati” a suo dire (“bobo”).
Dopo cena giretto a Cienfuegos, nulla di emozionante e la stanchezza si fa sentire…ancora una volta.
12/08 Nicho e Trinidad
Colazione mega, chiacchiere e risate con Iliana, nuove imitazioni, saldo e selfie di rito con la padrona di casa.
Ci aspetta Giovanni per portarci al Nicho e Trinidad e con lui un taxista suo amico, Giovanni ci spiega che la sua Fiat Uno non riuscirebbe a salire al Nicho e ci passa al suo amico però si propone di portarci a Cayo Coco venerdì per 80cuc, accettiamo (e ce ne pentiremo, dettagli a seguire).
Si parte con Gregosky (cubano dal nome russo) con una Renault gialla anni 80, che a differenza della uno sale sulle montagne, vedremo.
Gran chiacchierone anche lui. La moglie è insegnante guadagna 12CUC al mese, lui lavora 24h settimanali in una fabbrica di petrolio e 72h come taxista (totale 96h a settimana, il doppio di me): 20CUC settimanali alla fabbrica e 5CUC al giorno come taxista indipendentemente dalla tratta in quanto è sotto un agenzia, quindi per il nostro tragitto da 60CUC ne prende 5 lui per la giornata e il resto va all’agenzia; provo a fargli raggirare il sistema, gli chiedo se non sia possibile dire all’agenzia che sta facendo una tratta da 20CUC e tenere il resto per se, dice che bisogna essere onesti e che se altri taxisti lo vedessero fuori dalla tratta dichiarata sarebbero casini: giù il cappello.
Tra una chiacchiera e l’altra, saliamo al Nicho, la Renault si surriscalda (lo sapevo) e si ferma, lui apre il cofano taglia alcuni cavi, rabbocca l’acqua e si riparte: assurdo.
Arrivati al Nicho, un bel parco con cascate e piscine naturali, raggiungiamo una piccola cascata, bagno, una grande cascata, foto, una cascata con piscina, bagno, foto e video.
Soddisfatti torniamo dal nostro autista che ci propone di fare la strada più lunga per arrivare a Trinidad passando anche per Valle de Los Ingenios allo stesso prezzo, accettiamo, a fine giro gli regalo comunque 5CUC.
La strada è quanto di più assurdo, dopo una tratta abbastanza normale, iniziano 5km di salite, con buche, crateri e voragini, la Renault gialla va una meraviglia, lui ride e schiva le buche.
Arriviamo a destinazione: vediamo il villaggio dove c’è una casa padronale, le vecchie case degli schiavi che lavoravano nei campi di canna da zucchero (ora adibite a case private) e una torre di 45m dalla quale si controllava l’operato degli schiavi. Saliamo facciamo qualche foto e ci avviamo verso Trinidad.
Ho tante aspettative da questo paese e a primo impatto le delude.
Raggiungiamo la casa di Omar, molto bella, arriva la solita telefonata di Milagros (ma come fa a saperlo?) la saluto, la ringrazio, le racconto, mi da l’indirizzo della casa all’Avana Vieja per l’ultima sera e usciamo in avanscoperta: le stradine acciottolate, i negozietti, i bar, i ristoranti, la casa della musica dove ci sediamo a bere 2 mojito e una chanchanchara ascoltando musica dal vivo: ora si che mi piace, questo paesino è stupendo.
Passa un’oretta molto in fretta e torniamo a casa per cenare (ottima cena anche qui anche se meno ricca), parliamo con Omar che sembra un po’ più chiuso rispetto agli altri padroni di casa anche se comunque simpatico (anche qui c’è una nonna, una moglie e una figlia) e poi riusciamo in questa città così festosa: la casa della musica è stracolma, riusciamo a trovare due sedie, ordiniamo qualche chanchanchera e ci gustiamo lo spettacolo.
13/08 Il mare di Trinidad
Questa mattina la dedichiamo a Playa Ancon, in città fa troppo caldo e serve il mare. Prendiamo il bus che con 3CUC ci porta alla spiaggia (12km) e che ci riporterà indietro alle 15.30 (o alle 18).
La spiaggia è lunga e non bella come Cayo Jutias ma non mi lamento, è comunque una spiaggia caraibica: la prima parte è stracolma dì cubani, tutti rigorosamente in acqua in maglietta e con la bottiglia di Rum, ci spostiamo verso sinistra, dove diventa più isolata ma non c’è un vero e proprio bagnasciuga dove sdraiarsi, quindi ritorniamo al punto di partenza e ci spostiamo verso la parte destra della spiaggia, sotto un ombrellone: relax.
Alle 14.30 sul consiglio di due italiane conosciute in spiaggia, convinco Claudia ad andare alla spiaggia adiacente dove lo snorkeling è migliore e si vedono anche le aragoste sul fondo…sperando poi di riuscire a salire sul bus delle 15.30.
Teoria: “arrivate alla fine della spiaggia, fate 1km sulla strada, superate la piscina naturale e godetevi lo snorkeling”.
Pratica: camminata infinita sulla spiaggia, camminata sull’asfalto sotto un sole cocente per quasi 2km, superiamo quella che dovrebbe essere la piscina naturale e siamo arrivati…e il bus delle 15.30 è appena passato. Impreco e anticipo Claudia dicendo che la mia è stata una pessima idea. Prenderemo un taxi verso le 16.30.
La spiaggia è un po’ più piccola, anche qui il mare non è eccezionale ma qualche pesce (pochi) facendo snorkeling si vede: intravedo anche una specie di barracuda grosso quasi 1m e la GoPro oggi ha deciso di smettere di funzionare: impreco.
Torniamo a Trinidad con la voglia di godercela altramonto: facciamo un giro sul campanile, andiamo al Bar Chanchancera (dove beviamo una chanchanchera insieme a due Parigine che ci hanno ospitato al loro tavolo e ci scambiamo racconti sul viaggio), poi al Bar Mojito dove beviamo…un mojito (ottimo) e una pizza tropicale (voi non fatelo). Ricomincia a piovere e rimaniamo nel locale provando un cubanito, una sorta di bloody Mary ma col rum (non fate nemmeno questo).
Dopo cena ci rechiamo alla discoteca Ayala, l’unica di Trinidad, molto suggestiva in quanto si trova in una serie di grotte naturali, la discoteca è piena di gente e passiamo una serata molto divertente (verso fine serata muovo anche qualche passo).
14/08 Si lascia Trinidad
Teoria: Giovanni ci aspetta alle 11 per portarci a Cayo Coco
Pratica: alle 12 nessuna traccia di Giovanni, parte il giro di chiamate, riusciamo a rintracciarlo e ci dice che il suo amico col quale si è dato il cambio (ancora???) ci aspetta da 1h davanti a casa, ma io sono a casa e gli assicuro che non ce n’è traccia, continuano le chiamate si fanno le 13.30, cerchiamo un altro taxi, Omar della casa chiama tutti i suoi contatti taxisti: Nada nessuno può portarci…inizio a sfasare. Esco in strada ne trovo uno in 3 minuti, ci costa 10cuc in più: sticazzi si parte, con 3 ore di ritardo ma si parte, avrò tempo 4 giorni per recuperare la all’inclusive delle ore perse.
15/08 – 18/08 Cayo Coco no es Cuba
Cayo Coco non è più Cuba e lo si avverte da quando si sale sui 40km di terrapieno che portano all’isola, le strade sono belle e curate e case non ce ne sono, solo resort, è così anche sugli altri Cayos. Il villaggio dove alloggiamo, il Melia, è uno dei tanti che popolano l’isola, regna la pace, soprattutto nel nostro dove i bambini non sono ammessi (scelta fatta dopo il viaggio di andata) tuttavia la porzione di mare del resort non è all’altezza di Cayo Jutias, il mare è sempre leggermente mosso, l’acqua seppur dai bei colori è leggermente torbida e le alghe sulla riva e in acqua contribuiscono a questa visione, ma si era detto relax e relax è stato. Nei 4 giorni abbiamo anche fatto visita al Melia di Cayo Guillermo (potendo usufruire dell’allinclusive anche lì) dove il mare è nettamente più bello e con un bel pontile che porta a largo e dove si può prendere il sole e pescare, e da lì a Playa Pilar dove il mare è incredibilmente bello, calmo, pulito e con fantastiche secche: secondo me comunque non batte Cayo Jutias ma questi sono punti di vista.
18/08 Ritorno all’Avana
Ritorniamo all’Avana per l’ultima sera. Come era ovvio il nostro transfer per L’Avana delle 13:00 arriva a prenderci alle 15:30, ci vorranno 7 ore, la cena con dei nostri amici (anche loro in giro per Cuba) è a rischio.
Arriviamo alle 22.30 nella capitale dopo un viaggio lungo (si ferma ogni ora a fare una sosta di 15 minuti, ma non potete fare la pipì tutti insieme??) e tormentato (le sospensioni del pullman Made in China sono assurde).
Molliamo giù i bagagli e corriamo in Plaza Vieja: schiviamo alcuni Jinteros e non riusciamo a schivare quelli che mi obbligano a cantare con loro (con accompagnamento di chitarra) Alba Chiara a Claudia.
Nel frattempo arrivano i nostri amici a recuperarci per la cena, diamo un Cuc ai cantanti (che protestano, chissà quanti se ne aspettavano) e andiamo a cena a casa di Vladimir un cubano di 42 anni con la passione della cucina che ha adibito il suo appartamento a ristorante e che è stato trovato per caso dalla nostra amica. Ci prepara degli ottimi mojito e si mette ai fornelli dopo essersi vantato della qualità del pesce che è andato a prendere a 30km di distanza (in effetti si rivelerà ottimo).
È mezzanotte passata quando ci porta l’ottima cena e si siede con noi a parlare, a raccontarci di Cuba, della rivoluzione, delle contraddizioni cubane, del come sia difficile uscire dal paese anche solo per viaggiare, di quali sono le sue aspettative per l’arrivo degli americani e di come nonostante ciò sia legato alla sua terra e al suo lavoro.
Ci saluta sottolineando l’importanza del lavoro e della speranza in un futuro migliore.
19/08 Bye Bye “Kuva”
Giriamo L’Avana Vieja per l’ultima volta, finiamo al mercato di San Juan per fare una scorpacciata di regali, ripercorriamo la bella Plaza des Armes, Plaza de la Catedral e Plaza Vieja e torniamo a salutare Milagros: la ringraziamo di tutto, scambiamo le ultime chiacchiere, le raccontiamo del viaggio e le diamo il regalo che le abbiamo portato da Trinidad, è stata veramente il top.
Si riparte. Questo Paese mi mancherà.
Considerazioni
Abbiamo conosciuto persone fantastiche con le quali è stato un piacere parlare e scambiarsi punti di vista: dai proprietari delle case che ci hanno ospitato, alla maggior parte dei taxisti, alle persone incrociate per strada che ci fermavano per il semplice voler parlare.
Cuba è un paese bellissimo dove si alternano edifici belli e curati a edifici distrutti, ristoranti turistici a case di cubani perennemente aperte come a volerci mostrare la loro vita di tutti i giorni. A Cuba la linea che delimita il “benessere” se così lo si può chiamare e la povertà è veramente sottile.
Per visitare Cuba servono almeno 20-30gg, noi in 15 abbiamo comodamente visitato la parte ovest.
Cuba non è così economica come si pensa, dipende da cosa si compra: una birra costa la metà che in Italia, ciò che è di importazione costa come in Italia, l’acqua spesso qualcosa di più (se la trovate), l’elettronica e il vestiario addirittura di più che da noi. È vero si mangia con 10€ e si dorme ovunque con 30€ a stanza massimo…è vero che è poco ma se si pensa che lo stipendio di un cubano è 100 volte inferiore al nostro o 10 volte inferiori (nel caso si abbiano lavoretti legati al turismo) beh allora per loro è davvero dura tirare avanti.
È proprio per l’importanza del turismo per i cubani, unito col 100%di alfabetizzazione portato dalla rivoluzione, che la criminalità è bassissima: il turista è quasi sacro e senza il turismo tirare avanti con il loro stipendio sarebbe davvero dura.
Il viaggio è stato fantastico sotto tutti gli aspetti e sono certo che ci tornerò, prima o poi, per vedere quella parte est del Paese che non abbiamo potuto visitare e per vedere come l’arrivo degli americani avrà cambiato il paese….
Spese per due persone:
Voli: 2100€
Visti e assicurazione: 100€
Alloggi: 290 CUC
Pasti 270 CUC
Spostamenti interni: 430 CUC
Escursioni: 120 CUC
Resort (4 notti) 720 CUC
Extra: 540 CUC
Buon Viaggio