El camino de Santiago in bicicletta

DIARIO DEL VIAGGIO E’ arrivata l’ora della partenza, domenica mattina 13 giugno 2004, alle 04.10 si varca il casello di Dalmine, direzione Bayonne, a bordo della Passat ci sono, Loris, io e le nostre migliori amiche americane quella di Loris e la mia Stumpjumper, che per tutto il viaggio non ci tradiranno mai. Sull’autostrada il traffico è...
Scritto da: Andrea Arrigoni
el camino de santiago in bicicletta
Partenza il: 12/06/2004
Ritorno il: 23/06/2004
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
DIARIO DEL VIAGGIO E’ arrivata l’ora della partenza, domenica mattina 13 giugno 2004, alle 04.10 si varca il casello di Dalmine, direzione Bayonne, a bordo della Passat ci sono, Loris, io e le nostre migliori amiche americane quella di Loris e la mia Stumpjumper, che per tutto il viaggio non ci tradiranno mai.

Sull’autostrada il traffico è inesistente e velocemente si arriva al confine virtuale con la Francia, prima però, ci fermiamo all’ultimo autogrill italiano per un vero caffè, sarà l’ultimo. Alle ore 13 decidiamo con coraggio di assaporare la cucina degli autogrill francesi, meglio tralasciare ogni commento.

Dopo 11 ore di viaggio alle 15.10 arriviamo al parcheggio coperto della stazione di Bayonne, lasciamo l’auto fuori ed entriamo per contrattare il prezzo. La soluzione più vantaggiosa è l’abbonamento per 15 giorni a 28€.

Prepariamo le bici ed usciamo dal parcheggio, il nostro cammino incomincia, il tempo è bello e in breve tra continui saliscendi guadagniamo i 200 metri di dislivello che separano Bayonne da St. Jean Pied De Port.

Raggiungiamo l’albergo del pellegrino, il posto è abbastanza vecchio e tenuto male (7 €), risulterà il più caro ed il meno invitante fra tutti quelli in cui abbiamo dormito. All’Ufficio del Pellegrino acquistiamo anche la Credenziale del Pellegrino (2 €), prima bisogna compilare un questionario ed indicare i motivi per cui è stato scelto questo pellegrinaggio, le opzioni sono: • religiosi • culturali • culturali – religiosi A Santiago per ottenere la Compostela bisognerà rifare la stessa procedura con una scelta in più, infatti ci sarà anche quella per motivi sportivi. Insieme ci viene consegnata anche un’utilissima pianta: “Plano del Camino de Santiago” con tutte le altimetrie dell’intero Camino. Un cartello ci avverte di fare attenzione a Pamplona perché rubano gli zaini.

• Abbiamo percorso Km 55.4 • Tempo in bici 2.50 • Media 20 Km/h • Partenda da Bayonne alle 16.30 • Arrivo a St. Jean Pied de Port alle 19.30 • Tempo totale 3 ore 1ª TAPPA 94.5 Km St. Jean Pied de Port – Puente la Reina Partiamo alle 7.55, facciamo colazione in un bar, (in Spagna a quest’ora non sarà mai possibile), la giornata è splendida e calda. Saint Jean Pied de Port è universalmente nota come “Porta” del Camino de Santiago. Da quest’ultimo villaggio in terra di Francia la strada inizia pianeggiante. Si passa la frontiera imboccando la N 135 che attraversa il piccolo borgo di Valcarlos. Nessuna scritta indica il confine franco-spagnolo. Da qui la strada sale, rimanendo però sempre pedalabile, fino al km 28 in corrispondenza di Puerto de la Ibaneta (1.057 metri). Questo è il passo pirenaico più frequentato dai pellegrini, il più agevole e comodo per chi viene da nord e segue il “Passaggio Navarro”.

Foto di rito al passo ed al monolito che ricorda Orlando. E’ tradizione fare una croce con due pezzetti di legno legati con fili d’erba e collocarla vicino al monumento ad Orlando guardando la direzione di Santiago.

Poco prima di ripartire veniamo raggiunti da due ragazze canadesi in bicicletta, stracariche di bagagli, con tenda al seguito e pentolini vari appesi dovunque… Contente loro.

Dopo aver scollinato, si attraversa una zona boscosa fino a raggiungere l’abitato di Roncisvalles/Orreaga 962 m. Ci fermiamo a visitare il piccolo centro che merita sia per i monumenti (chiesa, museo, chiostro) che per l’importanza storica (la leggenda vuole che qui Carlo Magno abbia fatto costruire la Tomba di Orlando). Il paesaggio diventa subito bellissimo.

La strada continua in leggera discesa, ma al km 38,5 dopo una salita pedalabile si ritorna a quota 922 (Alto de Mezquiriz), segue una discesa e un’altra salita che al Km 51 porta agli 801 m. Dell’Alto de Erro. Senza altre fatiche dopo 80 km arriviamo a Pamplona / Iruna – 446 s.L.M. La cittadina merita sicuramente una visita, ma arriviamo nelle prime ore del pomeriggio durante la siesta, tutto è chiuso non c’è in giro nessuno.

Proseguiamo, ed a Cizur Menor, causa anche delle deviazioni per lavori, sbagliamo strada, poco dopo però, imbocchiamo la N 111 una strada in salita tipo autostrada ma trafficata, che porta ai 679 m. Di Pto. Del Perdòn.

Dopo una discesa velocissima (velocità massima di 75.4 km/h con le borse) aperta sul paesaggio ondulato della Navarra, si arriva a Puente la Reina (quota 345 m), punto di raccordo della variante Navarra (via Roncisvalle) e Aragonese (via Samport). Poco prima di entrare in paese, un monumento al pellegrino porta un’incisione: Dove tutti i cammini – diventano uno.

Ci fermiamo a dormire al bellissimo albergo del pellegrino dei Padres Reparadores, pagando solo 4 € (risulterà il migliore fra tutti quelli visitati), ne approfittiamo anche per lavare qualche indumento. A Puente de Reina da non perdere, lo splendido ponte romanico a 6 archi, sicuramente il più bello e fotografato del Camino. • Abbiamo percorso Km 113.6 • Tempo in bici 7.05 • Media 16 Km/h • Velocità max 75.4 Km/h • Partenza da St. Jean Pied De Port alle 7.55 • Arrivo a Puente la Reina alle 19.00 • Tempo totale 11.05 ore 2ª TAPPA 100 Km Puente la Reina – Nájera Partiamo alle 7.20 il cielo è sereno, ma a quest’ora si viaggia bene con le manichette. Sui campanili e sulle ciminiere in disuso si scorgono le prime cicogne.

Da Puente la Reina, seguendo la flecha amarilla (la freccia gialla che guida i pellegrini per tutto il Camino fino a Santiago), prendiamo la N111, inizia subito una salita fino al Km 28, segue una discesa e un’altra salita fino all’abitato di Lorca (km 37 circa – 480 m). Al km. 45 si arriva ad Estella. La strada è fiancheggiata da ginestre che con il loro profumo ci accompagneranno per tutto il viaggio. Distese di campi di grano a perdita d’occhio. Bella la facciata gotica della chiesa del Santo Sepolcro e il Palazzo dei Re di Navarra. Si ritorna un po’ in quota fino ai 495 m. Del Monasterio di Irache (punto di ritrovo pe tutti i pellegrini sia appiedati che in bici) dove ci fermiamo per un assaggio obbligato alla fonte del vino, Km. 48 circa, seguono una serie continua di saliscendi in direzione di Logrono. Si continua tra campi di grano fino a Los Arcos. Al Km. 85 facciamo una deviazione per uno spuntino (cordero arrosto e cerveza grande) in un ristorante del centro storico nel borgo fortificato di Viana (470 m). La strada prosegue poi per Logrono collocata sulle rive del Rio Ebro, capitale della Rioja, famosa per i suoi vini, che si raggiunge al Km. 94. (una pista ciclabile di quasi 10 Km ci guiderà nell’attraversamento della città). Poi una lunga quanto trafficata tangenziale cittadina porta sulla N 120 (autovia) in direzione di Burgos. In ogni caso la strada procede senza altre difficoltà, ma sempre alternando saliscendi fino a Najera (Km 119 – 500 m). Questa graziosa cittadina è stata l’antica capitale del Regno di Navarra.

All’albergo del pellegrino otteniamo il timbro sulla credenzial, ma per dormire, ci spiegano che gli equipaggi in bici devono recarsi in un edificio poco distante. Giunti sul posto, constatiamo che bisogna dormire per terra, onestamente dopo 120 km di bici non ci sembrava il caso, decidiamo quindi per un albergo.

• Abbiamo percorso Km 119 • Tempo in bici 7.07 • Media 16.7 Km/h • Velocità max 66.3 Km/h • Partenza da Puente la Reina alle 7.20 • Arrivo a Najera alle 17.55 • Tempo totale 10.35 ore 3ª TAPPA 99 Km + variante per San Millàn Nájera – Burgos Partiamo da Najera alle 7.20, a quest’ora i bar sono ancora chiusi, mangiamo qualcosa acquistato la sera prima in un supermercato.

Arrivati ad Azofra decidiamo per una deviazione in direzione dei monasteri di Santa Maria de las Canas, ma soprattutto di San Millàn de la Cogolla, Yuso e Suso, Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Generalmente questi monasteri non sono visitati dai pellegrini a piedi in quanto comporta un allungamento del persorso di una dozzina di km, visto che noi siamo in bici decidiamo di andarci.

Quello di Santa Maria de las Canas lo troviamo chiuso, ma siamo ripagati dal paesaggio, infatti subito dopo il paese di Villar de Torre in direzione appunto di San Millàn de la Cogolla attraversiamo una vallata verdissima di campi coltivati, alle falde della sierra, con un’infinità di sfumature sul verde da restare ipnotizzati, uno dei panorami più belli, suggestivi ed inattesi di tutto il Camino e non solo (vale il viaggio). Arriviamo a San Millàn de la Cogolla ed anche il monastero di Yuso è chiuso, questo per restauro, riusciamo solo a sbirciare un po’ all’interno, non ci rimane che quello di Suso, ma ormai delusi e scoraggiati anche perché per arrivarci bisognava fare altri 5 km di strada in salita, non lo visitiamo.

Senza grandi difficoltà su dolci saliscendi, si arriva a Santo Domingo de la Calzada al Km. 32 – 640 m. Dove otteniamo il timbro presso l’albergo del pellegrino. La chiesa è famosa per custodire un gallo e le spoglie dell’omonimo Santo, che per tutta la vita si adoperò per i pellegrini di passaggio. Secondo la leggenda il Santo, dopo aver fatto tornare in vita un giovane ucciso, per convincere il governatore del miracolo, avrebbe fatto rivivere e cantare un gallo già cucinato. Nella chiesa, in un pollaio chiuso dietro una grata rinascimentale, vivono ora i discendenti del miracolo. La leggenda narra che se il gallo canta durante la visita alla chiesa, il pellegrino arriverà a Santiago senza problemi: con noi non ha cantato e alla meta siamo arrivati in ogni modo senza intoppi.

Il viandante non deve lasciarsi trarre in inganno dalla sobrietà del paesaggio e dall’apparente modestia dei centri, giacché dietro queste facciate si celano, talvolta, veri e propri tesori, è il caso, ad esempio, di Redecilla del Camino, la cui chiesa conserva un fonte battesimale romanico con richiami bizantini di eccezionale bellezza.

Ripresa la N 120 si continua con saliscendi arrivando al Km. 55 a Belorado (770 m) e al Km. 67 a Villafranca Montes de Oca (950 m). Da qui inizia una salita molto ripida al 6% che porta al Km. 61 al Porto de Petraja a quota 1.130 m, punto di sosta di tutti i pellegrini in bici. Il paesaggio è di montagna con belle pinete.

Al passo, sempre sulla N 120, non segue una discesa, ma bensì una serie di saliscendi che portano gradatamente ai 900 m della pianura sottostante. In un continuo e piacevole falsopiano in discesa si arriva, lungo campi coltivati a grano, a Burgos al Km 104 – quota 860 m.

Questa città, antica capitale della Castiglia, ha il suo centro nello splendido duomo di S.Maria che si rifà al gotico tedesco. Sotto il tiburio è sepolto il Cid Campeador, simbolo della Reconquista. Seguendo le solite frecce gialle, arriviamo all’albergo del pellegrino. Dai panni stesi ad asciugare s’intuisce subito che è strapieno, ai ciclisti è consentito solo fare la doccia e bisogna attendere le 18 per il letto, ma dopo un’occhiata alla camerata stile lager, decidiamo anche questa volta per un albergo in città.

Ceniamo in un ristorante in piazza del duomo e gustiamo una splendida paella di mariscos.

• Abbiamo percorso Km 117.1 • Tempo in bici 6.30 • Media 18 Km/h • Velocità max 63 Km/h • Partenza da Najera alle 7.20 • Arrivo a Burgos alle 16.20 • Tempo totale 9 ore 4ª TAPPA 128.9 Km Burgos – Sahagun Ci alziamo tardi, perché dobbiamo recarci al Banco Santander di Burgos per problemi con il Bancomat di Loris, ne approfittiamo così per fare colazione in un bar.

Alle 8.50 partiamo per la tappa più lunga del nostro viaggio, ma interamente pianeggiante in una splendida e calda giornata. Siamo ormai arrivati sulla “meseta”, caratterizzata da grandi spazi aperti coltivati a cereali, scarsamente abitata, con paesaggi veramente affascinanti e con qualche collinetta di calcare rosso. Appena fuori dalla citta attraversiamo un cantiere stradale, ne incontreremo diversi lungo i 900 km del percorso, però tutti hanno qualcosa in comune: sono realizzazioni finanziate dalla Comunità Europea.

Seguendo le solite e preziose frecce gialle disegnate ovunque, si arriva brevemente a Tardajos dove decidiamo, visto anche la facilità del percorso, di seguire per 25 km il sentiero sterrato dei pellegrini a piedi. Poco prima di Hornillos del Camino riprendiamo la strada asfaltata totalmente priva d’auto e di qualsiasi altro veicolo. Qui incontriamo una signora di circa 55 anni in bicicletta proveniente dall’Olanda, super caricata di borse che, in perfetta solitudine e senza nessuna fretta, sta facendo anche lei il Camino. Una volta arrivata, ci spiega, ritornerà in Olanda in bici per 5000 Km complessivi! Complimenti! Si prosegue tra campi di grano e saliscendi di poca entità, e in prossimità dell’abitato di Villasandino si devia a sinistra sulla BU 404 in direzione Castrojerez. E’ una strada secondaria molto bella pianeggiante e poco trafficata in un paesaggio caratterizzato da campi di grano senza fine e dal volo d’uccelli rapaci. Lo splendido paesaggio della meseta castigliana si apre davanti a noi. Al Km 40 si raggiunge Castrojerez (808 m). Seguono alcuni zig zag stradali, prima a destra sulla BU 400 e poi a sinistra sulla BU 403, sempre ben segnalati. Seguono una serie di saliscendi pedalabili sulla P 432, poi ci s’immette sulla P 431 e al Km 75 si arriva a Fromista (787 m) e al Canal de Castilla, dove è possibile ammirare uno spettacolare triplo salto artificiale d’acqua. A Fromista sostiamo vicino alla splendida chiesa di S.Martin la più bella chiesa romanica del Camino, dove al vicino ostello otteniamo il timbro della giornata. Il nome della città è dovuto al fatto che questa zona in epoca romana era ricchissima di coltivazioni di frumento, come tutt’ora. Facciamo ancora un rifornimento idrico prima di ripartire (in questo giorno saranno quattro per un totale di 6 litri d’acqua ed alcune coke). A Carrión de los Condes (Km.95 – 839 m) c’immettiamo su uno sterrato di 20 km in mezzo a campi di grano fino a Calzadilla de la Cueza. Qui si ricollega nuovamente alla N 120. Fino al Km 120 la strada è prevalentemente piatta ed attraversa i vasti spazi aperti della meseta. Negli ulteriori 20 Km nuovamente saliscendi. Arriviamo a Sahagun (816 m) cittadina agricola, polverosa e con edifici bassi, dominata dai maestosi campanili delle chiese romaniche, unici resti di una passata grandezza. Ormai km dopo km ci siamo spostati verso occidente, alle 21.30 il caldo del sole darà ancora fastidio.

Troviamo ospitalità all’albergo del pellegrino, alloggiamo in una grande camerata, ma dormiremo comunque bene.

Prima della cena c’è anche il tempo per un piccolo intervento al cambio di una bicicletta di due ragazze austriache, anche loro ospiti dell’ostello.

Questa dal punto di vista paesaggistico è stata sicuramente la tappa migliore. È stata una giornata molto calda, infatti, durante le ore pomeridiane, in circolazione abbiamo incontrato solo ciclisti, mentre la maggior parte dei pellegrini a piedi erano già all’ombra degli ostelli ancor prima delle ore 13.

• Abbiamo percorso Km 128.9 • Tempo in bici 6.55 • Media 18.6 Km/h • Velocità max 49 Km/h • Partenza da Burgos alle 8.50 • Arrivo a Shagun alle 18.15 • Tempo totale 9.25 ore 5ª TAPPA 112 Km Sahagun – Astorga Partiamo da Shagun alle 7.20, il tempo è nuvoloso, ma non piove.

Dopo 5 Km, superata la deviazione per Calzada del Coto, ci fermiamo davanti ad un monolito di marmo con incise sopra due possibili varianti: 1) Calzada Romana – via Calzadilla de los Hermanillos fino a Mansilla de las Mulas.

2) Camino Francés (variante da noi seguita) – al Km. 13 si raggiunge Bercianos del Real Caminos e al Km. 21 il villaggio El Burgo Rasero ci accoglie con strade dissestate, case semi diroccate. Da qui raggiungiamo Mansilla de las Mulas su una strada ad uso locale appena asfaltata (doveva essere sterrata secondo le guide). In questo tratto, il Camino è dotato di numerose aree di riposo con panchine, inoltre per tutti i 30 km è stato piantato un albero ogni 9 metri. In questo punto si riprende la strada statale congestionata di traffico pesante. Sono 18 km ondulati, con una modesta salita finale che porta all’ Alto Del Portillo, da cui si domina Leon che si raggiunge con una veloce discesa. La città richiama nel nome la Legio VII che risiedeva qui dal 70 a.C. Anno di fondazione, da visitare la magnifica Cattedrale di Leon. L’interno grandioso è illuminato dalla luce che filtra dai 1800 metri quadrati di preziose vetrate (sec XIII – XVII), le più estese del mondo. Subito usciti dalla città di Leon si prende la N 120 e si affronta la salita che porta al borgo Virgen del Camino (Km 70 – 905 m). Sui muri degli edifici compare spesso la scritta autonomista “Leon solo”. Seguono una serie di saliscendi, un lungo tratto di pianura, ancora una serie di saliscendi e poi la salita finale che porta ad Astorga (Km 112 – 868 m). L’ultimo km lo faremo sotto un improvviso quanto effimero temporale, ma ormai siamo all’ottimo Albergue del Peregrino e poco importa. Alloggiamo in una camerata con poche persone, anche se il posto è abbastanza pieno, la maggior parte giovani sia a piedi che in bici. L’ostello è dotato d’accesso ad Internet (gratuito), riparo per le bici e distributore d’acqua fresca graditissimo da tutti i pellegrini.

Da visitare la Cattedrale gotica con la bellissima facciata ed il Palazzo Episcopale opera di Gaudì. Passiamo il resto del pomeriggio gironzolando piacevolmente per la città in cerca di un ristorante per la cena.

• Abbiamo percorso Km 112 • Tempo in bici 6.11 • Media 18 Km/h • Velocità max 50.1 Km/h • Partenza da Shagun alle 7.20 • Arrivo ad Astorga alle 16.10 • Tempo totale 9.50 ore 6ª TAPPA 115 Km Astorga – O Cebreiro Per la tappa odierna, visto che si preannuncia abbastanza difficile, decidiamo di effettuare partenze distinte: Loris parte prima alle 6.15, io preferisco dormire un po’ di più e partirò un’ora dopo.

La giornata è bella e il paesaggio collinare anche. Ai campi di grano iniziali si sostituisce un paesaggio con querceti e pinete. Imbocco subito la strada in salita in direzione di Rabanal del Camino affiancato da numerosi pellegrini a piedi.

Dopo circa 40 minuti raggiungo il mio compagno di viaggio, proseguiamo insieme per altre due salite che portano al Km 21,5 a Rabanal del Camino (1.150 m) dove ci fermiamo per acquistare un po’ di frutta. Da qui inizia una salita lunga e a tratti anche ripida di 8,5 Km che porta alla Cruz de Fero (Km 30 – 1.500 m). Foto ricordo, poi si prosegue scendendo fino a Manjarin (Km 32,5 – 1.460 m). Si ritorna a salire (ultimo tratto in maniera repentina con pendenza > 10%) in prossimità di un ripetitore. Segue un breve tratto tranquillo prima della ripida discesa con punte superiori al 20% che porta al Km 40,5 al bel borgo di El Acebo (1.150 m) e, proseguendo, fino a Molinaseca (Km 50 – 590 m). Senza ulteriori difficoltà si raggiunge al Km 58, la cittadina di Ponferrada (540 m), con il castello dei Templari che visitiamo.

Proseguiamo poi per Villafranca del Bierzo e Valcarce dove, poco dopo, inizia la salita più impegnativa: questa è progressiva, di tipo autostradale, ma con pendenza continua sull’8%. In circa 8 km passiamo dai 630 mt di Hospital ai 1109 di Pedrafita do Cebreiro. A metà salita stacco il mio compagno e proseguo da solo. Arrivo in cima stravolto dalla fatica, ma devo fare ancora qualche km, lascio la N VI e prendo la LU 634 per raggiungere il vicino Passo del Cebreiro 1.300 m.

Cebreiro è essenzialmente un luogo di culto e nel Santuario è custodito il “Calice del Milagro” (il Santo Graal galiziano). Nel villaggio sono tuttora visibili delle pallozas, case in pietra con tetto di paglia, abitate fino a poco tempo fa.

Dal via vai della gente intuisco che ci saranno difficoltà per trovare da dormire. Infatti, all’ostello ci sono solo posti a dormire per terra e per giunta senza materasso. Ottengo il timbro e vado in cerca di un alloggio districandomi fra la moltitudine di pellegrini (incontro anche una coppia di ciclisti italiani che hanno trovato alloggio a Pedrafita, questi faranno poi il viaggio di ritorno in Francia in autobus con noi) per la maggior parte spagnoli arrivati fin qui in auto o autubus, che incominciano il loro viaggio proprio dal Cebreiro. Dopo diversi tentativi quando ormai avevo perso ogni speranza e stavo pensando al posto all’ostello per terra senza materasso, trovo una camera con doccia, sono contentissimo, e visto anche la stanchezza, mi sembra il Parador di Santiago (*****). Esco in strada e in quel momento arriva Loris: è già passata un’ora. Dopo una doccia veloce sono le 19.30, optiamo concordemente per uno spuntino di boccadillos con pancetta affumicata calda e birra nell’attesa della cena che sarà altrettanto gradita.

• Abbiamo percorso Km 115 • Tempo in bici 7.40 • Media 14.8 Km/h • Velocità max 60.5 Km/h • Partenza da Astorga alle 7.20 • Arrivo ad O Cebreiro alle 17.32 • Tempo totale 10.12 ore 7ª TAPPA 110.6 Km O Cebreiro – Melide La fatica del giorno prima ci costringe a prolungare il riposo fino a tardi, facciamo colazione in albergo e alle 9.33 partiamo.

La giornata è fredda forse anche per l’altitudine. Si perde subito quota con una discesa di 3,5 Km, segue poi una salita di 700 metri che porta al primo dei 2 valichi, l’Alto de San Roque (1.270 m). Si ritorna a scendere fino all’abitato di Hospital (km. 5,7 – 1.260 m), si continua con una serie di saliscendi e al Km 7 inizia la pedabilissima salita che porta all’Alto de Poio (Km. 9 – 1.335 m). Una lunga e ripida discesa di 15 km porta a Triacastela.

La strada diventa veramente piacevole, con alcuni dolci saliscendi in un paesaggio di boschi e pascoli. Al Km. 34,5 si arriva a Samos, dove l’imponente monastero benedettino quasi ostruisce la valle del Rio Sarria. Successivi saliscendi, anche di una certa rilevanza, portano a Sarria (Km. 46 – 440 m). Appena usciti dalla cittadina, inizia al km 48,5 una salita discontinua e pedalabile fino al Km. 54. Segue una discesa e una nuova risalita dal Km. 58,5 al Km. 60,5. Continuano i saliscendi fino alla discesa che porta al lago artificiale sul Rio Mino ai piedi del paese di Portomarin (Km. 72,5 – 350 m). Da visitare la bella chiesa romanica fortificata di S.Nicola dove si ottiene anche il timbro. Nella piazza di fronte ad essa facciamo il consueto spuntino di metà giornata. Ripartiamo e subito affrontiamo una nuova salita, pedalabile, che ci porta in 12 km ai 710 m. Di Ventas de Naron, finita la salita seguiamo le indicazione del percorso dei pellegrini a piedi, in direzione Ventas, sono 5 Km di strada asfaltata ad uso locale immersa in un paesaggio bucolico: boschi, pascoli, fattorie e animali, veramente rilassante.

Su questi dolci saliscendi incontriamo anche una coppia di pensionati belgi senza problemi di tempo, (che poi rincontreremo in piazza a Santiago) che con un tandem super tecnologico in fibra di carbonio, stando facendo anche loro il Camino, naturalmente Belgio – Santiago – Belgio tutto in bici. Arriviamo a Melide ed incomincia a piovere: scrutando il cielo s’intuisce purtroppo che durerà per un pò, ma è comprensibile siamo ormai in Galizia. Alloggiamo al tercero piso (terzo piano) dell’ostello del Pellegrino di Melide. In bacheca troviamo le indicazioni di un ristorante che sceglieremo per la cena. La clientela, scopriremo poi, sarà composta esclusivamente da pellegrini italiani in bici, occasione buona per scambiarci le nostre impressioni del viaggio. Infatti, trascorriamo la serata chiacchierando piacevolmente, facciamo anche conoscenza di una coppia di pensionati (marito e moglie) giunti direttamente in bici dall’Italia (Verbania), quando usciamo raggiungiamo insieme l’ostello.

• Abbiamo percorso Km 110.6 • Tempo in bici 6.08 • Media 18 Km/h • Velocità max 59.2 Km/h • Partenza da O Cebreiro alle 9.33 • Arrivo a Melide alle 16.45 • Tempo totale 7.12 ore 8ª TAPPA 54 Km Melide – Santiago de Compostela Ormai è fatta: l’arrivo a Santiago è solamente una formalità, solo che piove a dirotto.

Partiamo alle 7.30. La strada presenta continui saliscendi tra prati verdi, foreste d’eucalipti e pini. Lungo questo tratto incontriamo diversi incidenti stradali, causa la pioggia. Dopo un’ora decidiamo di rifocillarci presso un bar, anche perché la pioggia non smette di cadere.

Al km 42 come indicato sulle nostre guide, imbocchiamo una ciclabile e questo ci permette di evitare la trafficatissima tangenziale urbana.

Al primo cartello di Santiago ci fermiamo per la foto di rito, per fortuna ha smesso di piovere. La strada prosegue in direzione del centro cittadino passando per la Porta del Camino, ad ogni angolo pellegrini vistosamente contenti. Poco dopo siamo anche noi con commozione nella straordinaria piazza, dominata dalla Cattedrale nella quale sono conservate le reliquie di San Giacomo.

La gioia è tanta, e dopo aver messo l’ultimo timbro e ritirato la nostra Compostela all’Ufficio dei Pellegrini, ci accorgiamo che il bello è ormai alle spalle, perché è proprio il viaggio, l’itinerario, il percorso, il Camino, la parte più interessante e più intrigante, a volte è sicuramente meglio viaggiare che arrivare.

Subito dopo presso il terminal dei bus, acquistiamo i biglietti per il ritorno (Santiago – Irun alle ore 18.00 arrivo alle 6.45 del giorno dopo) anche per le bici, sapendo che massimo ne accettano 4, noi saremo i primi, gli altri saranno un’altra coppia d’italiani. Abbiamo deciso di partire la sera del giorno dopo, perché speravamo che la città di Santiago potesse offrirci qualcosa di più da visitare e da ricordare, non è stato così, il posto è troppo frequentato e turistico e toglie buona parte del gusto, unica soddisfazione una cena a base di pesce, innaffiato manco a dirlo con del Ribeiro in uno dei tanti ristoranti nel Centro Storico nei pressi della Cattedrale (c’è davvero l’imbarazzo della scelta).

Alloggiamo nel grande Albergo del Pellegrino di Santiago, il Seminario Menor, a due passi dal Centro Storico. Avremmo voluto raggiungere il giorno dopo Finister sull’Oceano in bici e ritornare poi con l’autubus, ma la mancanza di coincidenze ci ha fatto desistere. • Abbiamo percorso Km 54 • Tempo in bici 3.15 • Media 16.3 Km/h • Velocità max 49 Km/h • Partenza da Melide alle 7.30 • Arrivo a Santiago alle 11.30 • Tempo totale 4 ore La bellezza del Camino religioso e’ tutta laica, consiste essenzialmente nella sua nudita’, lungo il percorso non si è trovato nulla di tutto quello che si può immaginare nei luoghi di pellegrinaggio: commercio di immagini sacre, rosari e santini. La città di Santiago invece, è una città come tante altre, con bancarelle e negozi di chincaglierie per i turisti, (ne arrivano a migliaia con pullman) il CAMMINO invece no, è unico, è quello alle nostre spalle, purtroppo. Solo allora, al pellegrino sarà valso la pena.



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