El andalus a luglio

Due coppie di mezz’età, di solito camperisti, decidono questa volta di vedere l’Andalusia con rent a car e alberghi prenotati. Qualche timore per il caldo essendo Luglio ma in fondo desideriamo un po’di caldo abitando in Piemonte. Dopo aver ampiamente cercato consigli su Internet sono curioso di farmi una mia idea di Granada e Cordoba e...
Scritto da: serbet
el andalus a luglio
Due coppie di mezz’età, di solito camperisti, decidono questa volta di vedere l’Andalusia con rent a car e alberghi prenotati. Qualche timore per il caldo essendo Luglio ma in fondo desideriamo un po’di caldo abitando in Piemonte.

Dopo aver ampiamente cercato consigli su Internet sono curioso di farmi una mia idea di Granada e Cordoba e Siviglia.

Viaggio Orio al Serio (Bg) – Siviglia con Ryanair, conveniente e non certo peggiore di Alitalia; manca solo la bevanda offerta ma si può resistere per due ore. E’ la prima volta che volo con questa compagnia e vediamo cosa succede. Ti danno il numero non del posto ma dell’aereo e quando si sale si va dove si vuole (e si trova). Sembra di tornare ai voli di inizio secolo. Si parte con forte ritardo per un furioso temporale ma poi è tutto tranquillo. Orario 6,50 in partenza, 9,30 arrivo. Consiglio il parcheggio Remoto per lasciare la macchina un po’ di giorni: è il più economico con servizio navetta ogni 20 minuti.

A Siviglia si affitta la macchina con Europecar, che consegna anche un ricco atlante di cartine stradali e via per la prima tappa verso l’Atlantico a Sanlucar de Barrameda. Questa cittadina, definita “signorile” mi lasciava dubbi, situata sull’estuario fangoso del Guadalquivir, d’altronde era l’unica in cui un hotel ci ha accettato per una sola notte essendo a luglio alta stagione. Ebbene abbiamo trovato il miglior albergo di tutto il viaggio (www.Hotelloshelechos.Com ) veramente carino ed una tranquilla cittadina marinara che ci ha accolti con le “bodegas” di Manzanilla, il vino locale (occhio perché chiudono tutte entro le 14). Abbiamo visitato quella di Caydsa, che oltre a essere gratis non la tira tanto per le lunghe: guidati da graziosa senorita in mezz’ora ci viene spiegato come viene prodotto il vino e tenuto in botti di quercia americana a livello del suolo e non in cantine. Gusto salino per le caratteristiche del luogo, può piacere o meno ma la Manzanilla si beve qui. E’ quindi si fa un po’ di scorta di Manzanilla e soprattutto di Amontillado (rileggersi di Poe “Il barilozzo di Amontillado”) che abbiamo sorseggiato poi per tutto il viaggio durante intense pause di riflessione.

Consiglio per un primo approccio alle tapas spagnole Casa Balbino, nella piazza, un vero spettacolo di efficienza da parte della decina di “baristi” che servono con una precisione ed un’attenzione distribuita degna di un borsista di Wall Street. Per il bagno nell’Atlantico conviene spostarsi verso Rota, direzione Cadice. Ci siamo infilati in una stradina all’altezza di Aguadulce, dove la spiaggia è ampia e larga. La fregatura sono le pietre aguzze nascoste nell’acqua (torbida) che rendono difficile l’impresa balneatoria. Faccio un bagno a riva alla Poirot in Corpi al sole, avete presente? La temperatura è buona e ventilata. Quindi ottimo inizio di viaggio e capisco perché Magellano ha deciso di partire da qui per il suo viaggio.

Il giorno seguente ci aspetta il tragitto più lungo, da Sanlucar a Granada, 5 ore circa di auto, con sosta a metà strada a Ronda. Un po’ difficoltosa l’attraversamento di Jerez per la segnaletica ambigua, poi si procede per Ronda con buona strada e senza traffico. Anzi il traffico in tutta la settimana non l’abbiamo mai trovato.

Si giunge a Ronda per l’ora di pranzo ma prima è d’uopo vedere il Ponte Nuevo e la Plaza de Toros visto che è qui che nacque la prima corrida. La cittadina è graziosa, dire poi che è il posto più bello di tutta la Spagna ( Rilke) o dove rifugiarsi per una fuga d’amore (Hemingway) mi pare esagerato, ma non mi permetto di contraddire tali opinioni. Suggestiva è la Plaza de Toros, vuota data l’ora ma visitabile con annesso piccolo museo. Si mangia tapas lungo la strada principale, si compra un cappello di paglia per evitare insolazioni e si riparte. Si giunge a Granada verso sera, con bella superstrada gratuita. Abbiamo scelto un hotel leggermente periferico trovato su Internet quasi per caso, visto che non si fa troppa pubblicità, si chiama La Zubia nell’omonimo quartiere(http://www.Granada.Net/turismorural_buscador/turismo/paginas/pagina.Asp?esta=69) E’ una villa con piccolo parco e microscopica piscina, gestita in modo familiare, dove ci siamo trovati bene spendendo sui 50 euro a notte. In 10 minuti si giunge in centro città, anche con l’autobus. La sera del sabato sentiamo sparare dei botti perché c’è festa nel quartiere e ci preoccupiamo sentendo che la Fiesta finisce alle 4 del mattino. Per fortuna dall’albergo non si sentirà rumore e la festa è genuina e suggestiva, anche se notiamo che ormai il profano supera il sacro. Alla domenica mattina siamo a Granada: avevo letto commenti di chi dice (forse giustamente) che la città non si fa conoscere subito ma occorre assaporarla con calma e meditazione, dopodiché entra nel sangue e ti prende, ecc,ecc. Altri la liquidano dicendo che è deludente. Rimanendoci due giorni è vero che si coglie solo una superficiale impressione ma resta il fatto che non mi lascia la nostalgia di ritornarci come altri posti al mondo, e comincio ad averne visti tanti. In Cattedrale (visitabile solo al pomeriggio di domenica) abbiamo assistito alla Messa. Alla fine della funzione ci guardiamo attorno e decidiamo che non è il caso di tornare. Semmai vedremo la Capilla Real che è comunque cosa a parte. Di Albaicin mi rammento un caldo torrido e stradine vuote e silenzio e case che all’interno saranno pure graziose ( leggere il viaggio in Spagna di De Amicis) ma da fuori si vede ben poco. Colpisce la pulizia ed i profumi e considerando il caldo non è cosa da poco. Arrivare al Sacromonte e alle cuevas gitane è impresa da evitare alle 5 della tarde di luglio e arrivarci coi pulmini o in taxi è disdicevole, per cui abbiamo fatto una veloce vuelta ad un bar con gelato in cima al quartiere Albaicin e siamo tornati in città per la strada araba che ha un suo fascino anche se sembra un po’ troppo cinematografica. La Capilla Real con la cripta e le 5 bare dei Re, è suggestiva per i personaggi che vi giacciono. Consigliabile è il Monasterio di San Jeronimo, con bel chiostro e originali piastrelle tombali dei 500 monaci sepolti. Se però facciamo il confronto con i chiostri che abbiamo nel nord Europa si tratta di cosina da poco. Naturalmente fuori concorso è ‘l’Alhambra che vale il viaggio ( a proposito, con tutta questa preoccupazione sui biglietti da prenotare via Internet, c’era meno coda per chi li prendeva sul posto…). Si prenota comunque la mezz’ora esatta di ingresso ai palazzi Nazaries e poi ciascuno ci resta quanto vuole. L’impatto con l’architettura moresca è stupefacente e c’è da perdersi nei particolari dei disegni e delle simmetrie. A proposito, ho trovato nei grandi magazzini El Corte Anglais (dove ci sono interessanti cafeterie per mangiare al fresco dell’aria condizionata) i Racconti dell’Alahambra di Washington Irving in italiano, che invano ho cercato in Italia. Quindi bellissima l’Alhambra, così così Granada e chiedo scusa a chi la pensa diversamente. Il trasferimento da Granada a Cordoba prende meno di 3 ore senza tappe intermedie. Qui il primo segno rosso: avevo prenotato un hostal che da Internet sembrava originale, arabeggiante e centrale: l’Hostal Lineros 38 ( www. Hostal lineros lascia perdere.It). Sul fatto di arabeggiante e centrale posso confermare, ma sulla nostra camera… Complimenti a chi ha fatto le foto e le ha messe su Internet. Oltretutto cominciamo ad accorgerci (e raggiungeremo l’apice a Siviglia) di lavori di ristrutturazione che evidentemente la Spagna ha ottenuto alla grande, grazie a finanziamenti, per cui stanno abbattendo la casa vicina all’albergo con mazzolate che fanno tremare i vetri. Dopo una notte comunque tranquilla, veloce trasferimento ad altro Hotel nelle vicinanze, l’Hotel Los Omeyas che ci ospita per 40 euro in modo dignitoso. Consiglio anche di informarsi bene se l’Hotel ha parcheggio, perché occorre a volte aggiungere una cifra giornaliera non bassa. Ma parliamo di Cordoba: è una città di 300mila abitanti, di cui non ci si accorge sinchè si resta nel barrio centrale che è un’isola tranquilla e gradevole. Questa è stata la nostra scelta e di ciò siamo contenti, girando a piedi tra la Mezquita (Moschea) e le viuzze della Juderia. Come si esce ci si trova in una città moderna e trafficata. Volendo si poteva cercare un Hotel moderno ( ad es. L’Occidental mi aveva fatto un’offerta di 50 euro a notte) e poi spostarsi nel barrio. La Mezquita è il cuore di Cordoba, antica moschea che sapevo deturpata dopo la riconquista con l’inserimento di una chiesa. Per la cronaca la visita costa 8 euro, che non è poco, mentre dalle 8,30 alle 10 è gratuita. Non occorrono parole su questo celebratissimo monumento, dico solo che è più “deturpata” di quanto pensassi da iniezioni cattoliche di cappelle e santi e colonne e lunette poste all’interno del famoso arco arabo rosso e bianco. Resta comunque di notevole suggestione nelle sue fughe di archetti e colonne e diventa un’orgia per i fotografi. Certo è da immaginare la bellezza di come era in origine. Nella zona centrale abbiamo poi piacevolmente usufruito dei bagni arabi a due passi dall’albergo (www.Hammamspain.Com), dove abbiamo anche ottimamente pranzato finendo con gustosi dolcetti. Due parole infine sui famosi patios di Cordoba: a Luglio non sono fioriti ma hanno un grande fascino. Bisogna cercarli, intrufolarsi nelle viuzze, socchiudere i portoni visto che la città vive anche di questa fama. Per gli acquisti, chi ama il cuoio troverà delle cose meravigliose: si tratta di vedere quale è il mezzo di trasporto. Io avrei comprato un baule ed una Savonarola ma non ci stavano nel bagagliaio dell’auto. Ultimo trasferimento, da Cordoba a Siviglia, 3 ore circa. Abbiamo deciso di fare tappa a Almodovar del Rio, per vedere il castello (http://www.Castillodealmodovar.Com/spanish.Html). Essendo ora di pranzo ci viene consigliato un ristorantino nella piazza del paese, di cui non ricordo il nome (ma c’è solo quello) dove pranziamo bene e con poco. Ci piacciono anche i piatti quadrati, per cui a modo del buon ricordo ne compriamo 2 anche se ci costano quasi più del pranzo. Quindi alle 16 andiamo a vedere il castello in cima alla collina. Si entra gratis di pomeriggio e capiamo perché: ci saranno 40 gradi e il ventarello è torrido. Essendo “collezionisti” di castelli lo colloco nella media ma comunque è ben ricostruito e le bandiere che sventolano sui torrioni fanno bel contrasto con lo sfondo. Gli spagnoli poi ci sanno fare con le bandiere e gli stemmi. Alla sera si arriva a Siviglia e ci si rende conto che ha 700mila abitanti. Abbiamo scelto, sempre da Internet, l’Hotel Murillo che è in pieno Barrio di Santa Cruz, cioè il cuore del cuore di Siviglia. C’è un Parking sotterraneo a pochi passi (14 euro ogni 24h) perché la zona dell’albergo è tutta isola. L’hotel Murillo ( www. Hotelmurillo tornalla finedei lavori.Com) sarà anche carino, peccato che è in piena ristrutturazione e lo sconsiglio per i prossimi 6 mesi. Il vantaggio è che è in pieno centro ed abbiamo girato 3 giorni senza più toccare l’auto. Cosa dire di Sevilla? E’ mezza impacchettata da lavori. Delude la Catedral di un barocco pesante e tronfio, con un retablo comunque spettacoloso, lontano dalla compostezza del Bernini o Borromini. Assai più di quanto mi aspettassi è invece il Reales Alcazares, palazzo del sultano, di una grazia e finezza eccelse dove Carlo V non ha fatto troppi danni. Decisamente la cosa più bella vista in questo viaggio. Poi tutto il Barrio di Santa Cruz è piacevole da scoprire, con piazzette e negoziucoli ( quello del barbiere di Siviglia comunque ha chiuso) e stradine e piazzette veramente graziose e palme altissime che spuntano dai cortili. Molto riposante e scenografico. Fuori da qui, ma vicinissimo attraverso i piacevoli giardini di Murillo si va alla ex Fabbrica Tabacchi (Carmen di Bizet) ora Università ed al parco dell’Expo 1929 con Plaza de Espana (anche qui lavori ed a secco d’acqua il suo famoso fiume a semicerchio). La Giralda è incellophanata in cima e non potrà girare per un po’, la piazza centrale è sventrata da lavori del Metrò, con i poveri cavalli delle carrozzelle che oltre al caldo si beccano la polvere dei lavori. La famosa strada centrale Des Sierpes francamente delude sia per la strada in sé sia per i negozi; per fortuna è coperta da telones che tirati da un palazzo all’altro fanno ombra; affascinante a metà strada circa è la Capilla de San Josè, gioiellino barocco con un retablo come al solito traboccante oro. Altra cosa interessante ( per chi ha questo interesse) è l’Archivio delle Indie: si tratta di un bel cubo rinascimentale con un bello scalone di diaspro che porta al primo piano: qui ci sono i documenti della “corrispondenza” tra la Spagna ed il nuovo mondo. L’emozione è vedere la firma di Cristoforo Colombo su una lettera, che non è cosa così consueta forse neppure per i genovesi.

Poi un tardo pomeriggio, una casualità: visitando Plaza de Toros, che è la prima della Spagna mentre Ronda è la seconda, si scopre che per 3 sere si tengono corride di giovani toreri, mentre su Internet si diceva che a luglio ed agosto le corride si interrompono. Così ho visto la mia prima corrida che era una vera corrida con tanto di uno dei 6 toreri incornati, per sua fortuna senza conseguenze, ed uccisione vera dei 6 tori. Certo non è stata la corrida di “Un’estate pericolosa” o di Cordobes o Manolete, però non si resta indifferenti. E va vista con lo spirito spagnolo, con il tifo che sventola fazzoletti bianche e le senoritas che lanciano il ventaglio il quale, baciato e rilanciato dal torero (guarda caso il più carino) ritorna tra le loro mani. Tra tante botteghe per turisti e finti azulejios e ventagli che più nessuno usa (“aria condizionata portatile” gridava un venditore) la corrida resta un momento di reale tradizione, perché il torero ed i banderilleros rischiano sul serio ed i tori non hanno il succo di pomodoro sulla groppa. E’ stato un momento di forti emozioni e ora capisco meglio certe letture. Non apriamo qui la discussione sulla corrida, ma chi va in Spagna credo dovrebbe capire cosa è per gli spagnoli la corrida che non è la nostra caccia ai tordi.

Nel complesso Siviglia è l’Andalusia più signorile ed elegante, anche se più esagerata, più turistica ed in fase di “lifting” continuo (il famoso Barrio di Santa Cruz è uno studio urbanistico del XX secolo). Vediamo infine cosa altro può interessare sul viaggio.

Clima a luglio: si sta benissimo al mattino fino a mezzogiorno. Il momento critico è dalle 16 alle 21, con un vento caldo che peggiora la respirazione. Mangiare: i bar de tapas sono moltissimi, ma conviene vedere dove vanno i locali i quali mangiano quasi sempre in piedi vicino al banco. Che gli spagnoli mangiano tardi è vero, ma ormai si trova anche in orari più italiani.

Hotel: considerando che questa è la bassa stagione, considerando il livello delle stanze avute, non si paga poi così poco scegliendo hotel in centro. Ma ormai dove si paga poco? Lingua: anche senza sapere lo spagnolo ci si intende benissimo tra gesticolatori mediterranei.

Le città sono pulite ed i colori delle case nei barrios sono il bianco accecante che contrasta col giallo o il rosso delle cornici di porte o con le edicole di azulejos coloratissime. Ora che ci penso: non ricordo scritte sui muri delle case. Dobbiamo capire come fanno gli spagnoli.

Il volo Ryanair da Sevilla ore 10, a Orio al Serio ore 12,40 parte puntuale ed arriva con mezz’ora di anticipo. Sarà un caso ma in tanti anni con Alitalia non mi era mai successo.



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