Egitto: sulle tracce dei faraoni

Sabato 21 Aprile: Finalmente è giunto questo giorno sul calendario, che per noi è sinonimo di partenza: strano, ma è proprio così … infatti anche quest’anno, senza volerlo espressamente, siamo riusciti a centrare la fatidica data e per la quinta volta, dal 2001, il 21 di aprile, siamo pronti, con le valigie in mano, per affrontare un...
Scritto da: LucaGiramondo
egitto: sulle tracce dei faraoni
Partenza il: 21/04/2007
Ritorno il: 30/04/2007
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
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Sabato 21 Aprile: Finalmente è giunto questo giorno sul calendario, che per noi è sinonimo di partenza: strano, ma è proprio così … infatti anche quest’anno, senza volerlo espressamente, siamo riusciti a centrare la fatidica data e per la quinta volta, dal 2001, il 21 di aprile, siamo pronti, con le valigie in mano, per affrontare un nuovo viaggio.

Questa volta andremo a fare uno dei più classici tour turistici che si conoscano: l’antico Egitto e quindi l’irrinunciabile “Crociera sul Nilo” … qualcosa che avevamo in mente già da tempo e che abbiamo preparato scrupolosamente, con la visita nel settembre scorso del bellissimo Museo Egizio di Torino, ma soprattutto con Federico, nostro figlio, ormai sufficientemente grande per capire ed apprezzare l’impressionante carrellata di reperti e siti archeologici che ci aspetta nei prossimi dieci giorni.

Alle 9:50 prendiamo il via, con la nostra auto, in direzioni di Milano e un quarto d’ora più tardi imbocchiamo l’autostrada a Faenza, mentre la nebbia che caratterizza questa grigia mattinata primaverile si va lentamente dissolvendo.

Alle 10:40, superata Bologna, abbandoniamo la A14 per l’A1 e dopo un’ora scavalchiamo il Po lasciandoci alle spalle anche Piacenza … Quando scocca mezzogiorno siamo sulla tangenziale ovest di Milano e subito dopo il capoluogo lombardo ci fermiamo in un’area di servizio per un veloce spuntino.

Ripresa la strada in breve giungiamo in vista dell’aeroporto di Malpensa, lasciamo così l’auto al Parking Go (un’area di sosta nelle vicinanze) e con la navetta, poco dopo le 13:00, veniamo condotti al Terminal 1.

Rintracciato il banco di Turisanda (nostro tour operator per questo viaggio), ritiriamo i biglietti, imbarchiamo i bagagli e, oltrepassato il metal-detector, ci mettiamo in attesa del nostro volo alla porta B3 … Così poco prima delle 16:00 iniziano le operazioni di imbarco sull’Airbus A321 dell’Egyptair che, in leggero ritardo, alle 16:22, si stacca da terra, identificato come volo MS704, virando immediatamente verso sud-est e quindi verso il Cairo.

Saliamo sopra alla densa foschia odierna e ripercorriamo, in pratica, dall’alto il tracciato della via Emilia prima e la dorsale appenninica poi, per giungere sull’Adriatico nelle coste marchigiane e seguirle verso sud così da sorvolare poco più tardi il promontorio del Gargano, con ben visibili i laghi di Lesina e di Varano … poi una grande distesa di nuvole e qualche sprazzo di Mediterraneo.

Il sole pian piano tramonta e si fa buio mentre cominciamo la discesa verso la capitale egiziana. Avvistiamo le prime luci della città e dopo aver virato più volte su di essa alle 19:55, finalmente, atterriamo (l’orario, per effetto dell’ora legale da noi adottata, è lo stesso che in Italia).

Scesi dall’aereo incontriamo il rappresentante di Turisanda, che ci aiuta ad espletare le formalità doganali, quindi chiamiamo casa per tranquillizzare, ritiriamo sani e salvi i bagagli e poi ci avviamo in pullman verso il nostro hotel.

Il Cairo, capitale d’Egitto, con i suoi oltre sedici milioni di abitanti è una città enorme, la più grande e popolosa d’Africa, e da sola ospita oltre il 20% dell’intera popolazione dello stato, per cui impieghiamo circa un’ora ad attraversarla e ad arrivare all’Hotel Le Meridien Pyramid, che ci ospiterà per le prime due notti del viaggio.

Quando arriviamo a destinazione scendiamo dal pullman con di fronte a noi le spettacolari ed imponenti sagome delle Piramidi di Cheope e di Chefen, che spiccano illuminate nella notte egiziana, e giunti alla réception subito ci affidano le chiavi della stanza numero 507.

L’hotel è bello e di gran classe: saliamo in camera a portare i bagagli e poi scendiamo in strada a comprare un po’ d’acqua e a rivedere le Piramidi … una dolce visione prima di andare a dormire e riposarci, perché domani mattina cominceranno le danze … e che danze! Domenica 22 Aprile: La sveglia suona già prima delle 7:00, ma dovremo farci l’abitudine ad alzarci presto, anzi, nei prossimi giorni andrà anche molto, molto peggio … Intanto sotto alla nostra finestra già impazzano i clacson egiziani, mentre più in alto il cielo, purtroppo, è invece cupo ed il sole latitante.

Facciamo colazione e subito dopo saliamo sul pullman per dare il via a questa prima giornata di visite: il nostro gruppo non è numeroso, ma fra gli altri c’è anche una famiglia di Como con un bambino (Luca) della stessa età di Federico … e questo, forse, renderà il tutto un po’ più facile, infatti fanno subito amicizia e si siedono uno accanto all’altro.

In pochi minuti giungiamo di fronte all’imponente Piramide di Cheope: nessun altro monumento al mondo è universalmente noto e riconoscibile come la “Grande Piramide”, l’unica delle sette meraviglie del mondo antico giunta quasi intatta fino ai giorni nostri. Eretta fra il 2550 e il 2530 a.C. Come tomba per l’omonimo faraone, svetta con i suoi 137 metri (in origine erano 146) sulla spianata di Giza e fu per oltre quattromila anni la più alta costruzione al mondo … così noi ci sentiamo così piccoli al suo cospetto e l’emozione è grandissima, solo, purtroppo, la giornata è grigia e il tutto non risalta come dovrebbe, in più manca la luce elettrica all’interno e se non tornerà in tempi brevi non potremo neanche visitarla.

Partiamo a piedi per effettuare il giro della Piramide in senso orario, mentre esce dalla coltre nuvolosa qualche timido raggio di sole, e subito veniamo assaliti dai più svariati venditori e cammellieri … Scattiamo qualche foto e poi torniamo sui nostri passi alla biglietteria, dove per fortuna ci dicono che è arrivata la luce dentro al monumento. Ci avviamo così verso il suo ingresso e ci apprestiamo ad entrare in una delle più enigmatiche costruzioni mai concepite da mente umana (e anche non umana, secondo gli studiosi più estremisti).

Imbocchiamo un angusto cunicolo alto appena un metro e sessanta (chi soffre di claustrofobia farebbe bene a restare fuori), che sale in forte pendenza verso il cuore del grande ammasso di pietra … All’improvviso il cunicolo si spalanca su di un grande corridoio, alto otto metri e mezzo e lungo quarantasette, costruito in modo perfetto, che sale ancora verso la camera del re, uno spazio quadrato, con in fondo il sarcofago in granito, trovato già vuoto e saccheggiato … o forse, come sostiene qualcuno, la camera sepolcrale di Cheope deve ancora essere trovata! … E’ davvero emozionante essere nel luogo oggetto di mille supposizioni, nel luogo dove trascorse una notte anche Napoleone (e si dice che all’uscita non fu più lo stesso), così, carichi di adrenalina torniamo all’aria aperta mentre, grazie al cielo, le nuvole sembrano diradarsi e nel contempo il sole, che viene allo scoperto, fa crescere considerevolmente la temperatura.

Aggiriamo la Piramide di Cheope, questa volta da destra, e così possiamo vedere la vicina e quasi altrettanto grande Piramide di Chefren, che, presentando alla sommità ancora buona parte del rivestimento originario, raggiunge i 136 metri di altezza … Chefren, il figlio, non osò sfidare il padre, Cheope, è si fermò qualche metro più in basso.

Continuando nel giro arriviamo, sul lato meridionale della “Grande Piramide”, al Museo della Barca Solare, nel quale è conservata un’imbarcazione in legno di cedro del Libano che presumibilmente doveva servire, secondo le credenze di quei tempi, ad accompagnare il faraone nell’aldilà. Il natante è stato trovato, smontato, in una delle tante fosse ubicate in loco ed è di ragguardevoli dimensioni, con i suoi 43 metri di lunghezza … davvero straordinario! Effettuiamo la visita con ai piedi delle strane pantofole, per non rovinare il pavimento in legno del museo, e quando torniamo alla luce del sole il cielo si è nuovamente coperto di nuvole … che peccato! In pullman ci spostiamo su di un’altura panoramica dalla quale si possono vedere tutte tre le Piramidi, anche la più piccola, quella di Micerino, nipote di Cheope … una bella vista, non c’è che dire, impreziosita dal fatto che il Cairo non si vede e pare di essere in mezzo al deserto, ma il grigiore del cielo si confonde con quello della sabbia e le Piramidi non spiccano come dovrebbero.

Mentre la mattinata volge ormai al termine ci rechiamo a vedere anche la mitica Sfinge, facente parte del complesso funerario di Chefen: raffigura infatti il faraone, con il corpo di un leone, e dà l’impressione di stare a guardia delle tre Piramidi, che si stagliano magistralmente dietro alla sua imponente ed universalmente nota sagoma … dispiace solo per la densa foschia odierna, dovuta in buona parte anche allo smog del Cairo, che è terrificante.

Quasi a mezzogiorno riprendiamo possesso del nostro pullman e con quello andiamo verso il centro della capitale egiziana. Ci fermiamo così a pranzare in un ristorante galleggiante lungo il corso del Nilo … un pranzo velocissimo, perché poco dopo le 13:00 siamo di nuovo in strada.

La giornata è intensissima e il pomeriggio lo dedichiamo alla visita del famoso Museo Egizio del Cairo: nel suo genere, ovviamente, il più importante al mondo, nonostante i reperti archeologici di questa grande civiltà siano sparsi ai quattro angoli del pianeta.

Fondato nel 1858 dall’archeologo francese Auguste Mariette, il museo col tempo si è progressivamente ampliato fino ad ospitare oltre 130.000 pezzi (e altre decine di migliaia chiusi nei magazzini) … Naturalmente non è possibile vederli tutti in maniera approfondita, così veniamo condotti al pian terreno in una magnifica carrellata della statuaria più importante, a cominciare dalle stupende tre triadi del re Micerino in nerissimo basalto, per finire, ubriachi di scultura, alla base della scala che conduce al piano superiore.

Saliti i gradini giriamo stretti sulla destra, lungo un ballatoio, per visitare l’inquietante sala delle mummie reali … In un silenzio “tombale” scrutiamo così gl’incredibili volti di sedici faraoni, fra i quali i famosissimi Seti I e suo figlio Ramsete II.

Riemersi dal “mondo dei morti” ci apprestiamo ad entrare nella sezione più importante in assoluto: quell’ala del museo che contiene i reperti più strabilianti … ovvero il corredo funerario di Tutankhamon. Uno dopo l’altro sfiliamo tutti gli oggetti ritrovati nel 1922 dall’archeologo Howard Carter dentro all’unica tomba reale mai ritrovata intatta, non saccheggiata e stracolma di tutti i suoi tesori … Sono davvero straordinari, con in testa il fantastico trono, il sarcofago in oro massiccio e la stupefacente maschera: perfetta in ogni suo singolo dettaglio, che non possiamo fare a meno di tornare a vedere più volte … E pensare che Tutankhamon morì molto giovane e fu un faraone quasi insignificante per la storia d’Egitto … così non osiamo immaginare come sarebbe stata intatta, ad esempio, la tomba di Ramsete II, che regnò oltre sessant’anni.

Con gli occhi ormai pieni di meraviglia ci rechiamo verso l’uscita del museo e poco dopo le 16:00 ci avviamo in pullman verso l’hotel Meridien. Il traffico è infernale e arriviamo a destinazione alle 17:30, giusto in tempo per permettere a Luca e Federico di fare un bagno, ma il divertimento è breve perché la piscina chiude alle 18:00 … Saliamo allora tutti in camera a farci una doccia e a prepararci per cena.

La serata è brevissima, vista l’inevitabile stanchezza accumulata nell’intensissima giornata appena trascorsa, una di quelle giornate che resteranno impresse per sempre nella nostra memoria, in più la sveglia domani mattina suonerà prestissimo (alle 3:00), così da permetterci di lasciare il Cairo per Luxor ed il sud dell’Egitto, e alla luce di tutto questo ben presto ci rifugiamo in camera a cercare un po’ di provvidenziale riposo, così da proseguire al meglio in questa fantastica avventura alla scoperta della civiltà egizia.

Lunedì 23 Aprile: La sveglia col buio completo oltre la finestra è durissima, ma non abbiamo alternative, perché di lì a un quarto d’ora passerà il facchino a ritirate le valigie.

Scendiamo assonnati a fare una precoce colazione e poco più tardi, ancor prima delle 4:00, saliamo sul pullman che ci accompagnerà all’aeroporto.

Sfrecciamo a tutta velocità per le strade neanche troppo deserte del Cairo e in breve giungiamo a destinazione … Un po’ ci dispiace lasciare la capitale perché siamo consci del fatto che c’era altro da vedere oltre altre alle Piramidi e al Museo Egizio, ma dobbiamo attenerci ai programmi di Turisanda e forse, chissà, un giorno torneremo a completare la visita.

Facciamo un velocissimo check-in e in men’ che non si dica ci troviamo imbarcati sul volo MS401 (un grosso Airbus A330) che alle 5:40, in perfetto orario (neanche fossimo in Svizzera), stacca da terra diretto a Luxor … Giusto il tempo di prendere quota, poi un veloce spuntino e cominciamo a scendere verso la nostra meta, così, alle 6:28, neanche un’ora dopo la partenza, atterriamo all’aeroporto di Luxor, dove troviamo ad attenderci gli addetti di Turisanda.

Sbrigate le formalità ed il ritiro dei bagagli veniamo condotti sulle rive del Nilo, alla nostra nave: la Miss Esadora II, che ci accompagnerà nella navigazione lungo il fiume più lungo del mondo, alla scoperta dell’antico Egitto.

La grande imbarcazione ci sembra a prima vista elegante, pulita ed accogliente, come la nostra cabina, la numero 309 … Lì sistemiamo le valigie e indossati i costumi andiamo subito sul ponte superiore alla ricerca della piscina, in questo modo alle 7:30 siamo già distesi sui lettini, con il sole che scotta sulla pelle, e siamo praticamente gli unici ospiti sulla nave, visto che parecchi arriveranno con il prossimo volo e altri sono in escursione, cosa che noi quest’oggi faremo solo nel pomeriggio.

Poco dopo le 9:00 finalmente arriva qualcuno: due ragazzi di Trieste (Susy e Denis) che erano con noi anche al Cairo e assieme a loro decidiamo di scendere a terra così da fare una piccola passeggiata per Luxor.

Appena usciti dal nostro hotel galleggiante veniamo assaliti da taxisti e conduttori di carrozze, che ci offrono un giro turistico della cittadina, così, dopo una lunga contrattazione cediamo ad un cocchiere che per venti lire egiziane (meno di tre euro) ci fa salire tutti cinque sul suo calesse … Il tour fuori programma ci permette di fluire in maniera particolare attraverso il colorito mercatino locale: suggestivo e caratteristico … tutto sommato una bella esperienza, e in questa maniera passiamo piacevolmente la mattinata.

Rientrati soddisfatti alla nave pranziamo, mentre Federico ritrova il suo amichetto, Luca, e insieme nel primo pomeriggio si concedono un lunghissimo bagno in piscina.

Alle 17:00 in punto, convocati dalle nostre guide Moustafa e Ashraf, usciamo finalmente dall’imbarcazione per la prevista escursione … Veniamo così condotti, in breve, al vicino Tempio di Luxor: monumentale costruzione fatta erigere nel XIV secolo a.C. Dal faraone Amenofi III.

Il sole è già prossimo alla linea dell’orizzonte quando arriviamo dinnanzi alle rovine e faccio una gran corsa per riuscire a scattare qualche buona foto, a costo di perdermi le esaurienti spiegazioni di Ashraf, dopo di ché cerco anch’io di godermi l’eccezionale magnetismo del luogo: le sue strabilianti colonne si ergono impetuose a distanza di millenni e si dice, fra l’altro, che al loro cospetto, nel 1799, l’esercito napoleonico, stupito, si esibì in uno spontaneo “presentat’arm”… sono davvero imponenti e creano scorci altamente suggestivi, come suggestiva è l’ininterrotta sfilata di sfingi che precede il cosiddetto pilone, fronteggiato da un enorme e scenografico obelisco (orfano del suo gemello, ubicato attualmente in Place de la Concorde a Parigi).

Con l’arrivo dell’oscurità il tempio viene anche illuminato con pregevoli giochi di luce ed è un ulteriore spettacolo che possiamo goderci in tutta tranquillità, prima di rientrare per cena su Miss Esadora … Poco più tardi poi, con negl’occhi ancora gli stupendi ricordi del Tempio di Luxor, ce ne andiamo a dormire, perché domani mattina è prevista un’altra piacevole levataccia.

Martedì 24 Aprile: La sveglia suona alle 4:20 … è un lusso: quasi un’ora e mezza di sonno in più rispetto a ieri! Usciamo dalla nave che il sole è appena sorto e già intorno alle 6:00 siamo di fronte all’imponente pilone, fronteggiato dall’immancabile sfilata di sfingi, del Tempio di Karnak, costruito nell’arco di 1300 anni e considerato, dopo le Piramidi di Giza, il più vasto, titanico e magnifico monumento faraonico mai realizzato.

Seguiamo passo a passo le esaurienti descrizioni della guida e, oltrepassato il secondo pilone, rimaniamo esterrefatti di fronte all’incredibile foresta di colonne della grande sala ipostila: sono 122 alte 14,40 metri e 12, colossali, alte 22,40 metri … un vero prodigio d’ingegneria, considerati i tempi (parola di geometra del XXI secolo!) … Ci si sente davvero piccoli di fronte a tali opere e confesso di essermi sentito tale solo di fronte alle smisurate sequoie giganti della California … Più avanti sono bellissime anche le altre rovine, con i sorprendenti obelischi in testa, ma anche con i colonnati a forma di mummia e il lago sacro, con di fronte lo Scarabeo Gigante, ancora oggetto di presunti riti propiziatori … e poi ancora cortili e ancora templi … ma non si può descrivere tutto ciò che gli occhi vedono! Al termine delle spiegazioni di Ashraf il sole è sufficientemente alto in cielo da permetterci di scattare una bella serie di foto, così ripassiamo il Tempio di Karnak cercando di coglierne gli scorci più suggestivi e si vorrebbe restare sul posto più a lungo di quanto concesso, ma dobbiamo obbligatoriamente andare pian piano verso l’uscita perché il programma odierno risulta essere davvero intenso.

Saliamo sul pullman e scavalcato il Nilo per mezzo di un ponte andiamo verso Luxor (oppure Tebe, ma anche Weset) ovest … Ci allontaniamo dall’alveo del fiume e arriviamo sulle prime desertiche colline, dove si trovano i maggiori siti archeologici della regione.

Per prima cosa ci rechiamo a vedere la cosiddetta Valle delle Regine, collocata alla base di due alti speroni rocciosi, dove, a discapito del nome, a suo tempo venivano sepolte non solo regine, ma anche principi e dignitari di corte. Sparse qua e là ci sono oltre ottanta tombe, alcune delle quali molto interessanti, come quella della regina Nefertari, che però, da cinque anni, è chiusa per restauri. Ci consoliamo così visitando quelle del principe Amunhirkhepshef (figlio di Ramsete II) e della regina Titi, ricche di bellissime pitture.

Torniamo al pullman mentre il caldo è in deciso aumento, nonostante l’orario ancora acerbo, e passando accanto alle significative rovine del Ramesseum, tempio funerario di Ramsete II, giungiamo a Deir-el-Bahiri, ovvero un altro tempio funerario: quello della regina Hatshepsut.

Scendiamo dal nostro automezzo mentre per un attimo il pensiero corre ai 58 turisti che proprio qui furono trucidati, meno di dieci anni fa, da ignobili terroristi islamici … Con un brivido che corre lungo la schiena saliamo allora su di un trenino che ci accompagna alla base del monumento.

Anche il Tempio della regina Hatshepsut, unica donna che mai regnò sull’Egitto come un faraone, nel 1500 a.C., nonostante l’evidente restauro, si rivela estremamente interessante e gli scorci altamente spettacolari si sprecano grazie all’originale architettura a terrazzamenti e poi con gli stupendi portici e colonnati, sullo sfondo del severo e roccioso paesaggio circostante.

Ricchi di questa nuova esperienza riprendiamo strada, mai sazi di meraviglie archeologiche, e addentrandoci ancora di più nel deserto arriviamo all’ingresso dell’universalmente nota Valle dei Re. Fra queste aride colline tebane furono sepolti quasi tutti i faraoni del Nuovo Regno, a partire dal 1500 a.C., circa, per oltre quattrocento anni.

Le tombe rinvenute nel sito sono 63, ma non tutte risultano interessanti … Le più belle e preziose sono chiuse perennemente al pubblico, come quella di Seti I, e a turno se ne possono visitare solo alcune, infatti oggi ne sono aperte dieci, ma con il nostro biglietto ne possiamo vedere soltanto tre … La guida così sceglie per noi: prima di tutto quella di Ramsete VII, non all’altezza delle aspettative e, anzi, piuttosto deludente, poi quella di Ramsete IV, stupenda e dai colori straordinariamente vivaci, infine, passando di fronte all’ingresso della piccola ma famosissima tomba di Tutankhamon, quella di Ramsete III, enigmatica, vastissima e anch’essa molto bella … In alternativa a quest’ultima si poteva visitare la tomba di Ramsete IX, a detta di chi l’ha vista, davvero interessante, e alla luce di tutto questo non riusciamo a capire il perché ci abbiano fatto entrare nella prima, ma ci adeguiamo … Usciamo comunque soddisfatti anche dalla Valle dei Re: certo, si vorrebbe vedere tutto e anche di più, ma non si può e dobbiamo accontentarci.

La mattinata volge ormai al termine quando riguadagniamo il nostro pullman e sulla via del ritorno ci fermiamo ad immortalare i suggestivi Colossi di Memnome, due imponenti statue, alte 18 metri, che dominano, solitarie, i campi coltivati posti fra il Nilo e la Valle dei Re … Un tempo erano collocate di fronte al tempio funerario di Amenofi III, andato completamente distrutto, ed ora sembrano due enigmatiche sentinelle poste a sorvegliare le antiche vestigia di Tebe e spiccano meravigliosamente sull’azzurro del cielo egiziano.

Con il sole quasi allo zenit torniamo alla Luxor moderna attraversando il Nilo su di una caratteristica e colorata imbarcazione, quindi andiamo a fare una passeggiata lungo l’anonimo souk turistico, mentre attendiamo che alcuni componenti del gruppo visitino il Tempio di Luxor, cosa che noi abbiamo fatto ieri sera.

Il ritrovo, per tutti, è di fronte al pullman alle 13:00 e con sollievo saliamo a bordo cercando un po’ di refrigerio, prima di partire, con la scorta armata (inevitabile misura di sicurezza contro il vile terrorismo islamico), per la vicina città di Esna, dove ci attende la Miss E-sadora, che è partita questa mattina così da superare, senza perdite di tempo, una chiusa che sbarra il corso del grande fiume.

Esna dista poco più di 50 chilometri da Luxor, per cui in meno di un’ora giungiamo a destinazione e, mentre tutti salgono sulla nave, ci vengono concessi quindici minuti durante i quali, in compagnia dei due ragazzi triestini, ci precipitiamo a vedere il Tempio di Khnum, di epoca romana e quindi relativamente recente.

L’edificio, del quale rimane intatta solo una sala, è incassato a nove metri di profondità, in una voragine nel centro del villaggio e, nonostante la quantità di siti visti quest’oggi, si rivela molto interessante, con il soffitto ancora integro e stupendi geroglifici alle pareti e sulle colonne … Restiamo ad osservarne i particolari, ma il tempo passa in fretta e dobbiamo tornare di corsa verso la nave, che salpa non appena saliamo a bordo.

Sono quasi le 15:00 e finalmente possiamo pranzare, poi andiamo sul ponte superiore a goderci il sole e la navigazione … In una stupenda quiete procediamo così fra le due rive del Nilo, verdissime e caratterizzate da un’ininterrotta sfilata di palme … I raggi solari scaldano, ma nel contempo soffia una gradevole brezza e in un meraviglioso contesto navighiamo fino al tramonto e alla città di Edfu.

Quando calano le ombre della sera scendiamo alle nostre cabine, ci rassettiamo e andiamo a consumare il cocktail di benvenuto offerto dalla Miss Esadora, quindi ci rechiamo a cena … Più tardi passiamo un po’ di tempo con i bimbi ed un gioco di società, infine ci ritiriamo in camera perché, in effetti, siamo in piedi da un’eternità … e cosa dire della strepitosa giornata appena conclusa: gli aggettivi si sprecano ed è meglio rinchiuderla gelosamente nella cassaforte dei ricordi.

Mercoledì 25 Aprile: Incredibile ma vero: la sveglia è, con calma, alle 8:30, infatti una parte degli ospiti della nave è scesa a terra per visitare il Tempio di Edfu, mentre noi, avendo scelto la crociera più lunga, lo faremo sulla via del ritorno.

Poco prima delle 10:00, rientrati tutti, salpiamo con la prua rivolta a sud e nel solito magnifico contesto, fatto di palme e scorci di vita rurale egiziana, procediamo verso la località di Kom Ombo (la prossima tappa), cercando di attenuare il caldo stando seduti sui bordi della piscina.

La calura è davvero opprimente a mezzogiorno e supera abbondantemente i 35 gradi, così andiamo a pranzo e poi ci ritiriamo per un po’ nel fresco della nostra cabina … Ne usciamo qualche minuto prima delle 15:00, quando la Miss Esadora sta attraccando a Kom Ombo, e ci prepariamo a scendere per visitare il cosiddetto Tempio delle due Divinità.

Eretta in epoca tolemaica, quindi nel I secolo a.C., la costruzione, esattamente speculare, era dedicata nella sua parte sinistra al dio Haroeris, dalla testa di falco, e nella parte destra a Sobek, divinità raffigurata con le sembianze di un coccodrillo, e si trovava, come oggi, proprio in riva al Nilo, in posizione dominante e veramente suggestiva.

Considerata la vicinanza ci rechiamo a visitare il sito a piedi e in pochi minuti siamo al suo interno … La maggior parte del tempio è andata purtroppo distrutta, ma le rovine sono davvero imponenti e quello che resta, come al solito, è straordinario, con bellissimi geroglifici in bassorilievo e fra questi la rappresentazione di un calendario molto simile a quello attuale: con 12 mesi, ma con sole tre stagioni … Su di alcune colonne spiccano poi, a distanza di millenni, ancora in buono stato i colori originali … incredibile! Ci fermiamo sul posto quasi due ore, con tutto il tempo a disposizione per osservarlo nei minimi particolari, così notiamo anche il passaggio segreto ed il luogo dal quale i sacerdoti parlavano senza farsi vedere, facendo credere con l’inganno che fosse l’oracolo a farlo, e poi il Nilometro, un grande pozzo che misurava il livello del fiume e decretava la prosperità o le carestie … affascinante! Alle 17:00, risaliti sulla nave, riprendiamo la navigazione: ci lasciamo alle spalle Kom Ombo e proseguiamo verso Assuan. Sempre contornati da begli scenari ci godiamo così un infuocato tramonto dal ponte della Miss Esadora e più tardi andiamo a cena, proprio mentre stiamo attraccando nel molo della più importante città dell’estremo sud egiziano.

Il programma della serata prevede una festa in abiti tradizionali, una bella idea, che però non trova tante adesioni, infatti domani mattina andremo in visita ai Templi di Abu Simbel, sul Lago Nasser, quasi ai confini con il Sudan, e la sveglia è prevista ancora a notte fonda … Giovedì 26 Aprile: Questo è un vero record per la sveglia e, ci dicono, non succederà più durante il viaggio: il telefono sul comodino squilla alle 2:45!!! … Superfluo dire assonnati, ci prepariamo all’escursione e come tanti zombi ci presentiamo, uno dopo l’altro, nell’atrio della nave … Una scena che diventa ancor più buffa quando ci dicono che possiamo prenderci su il cuscino per dormire lungo il tragitto, così alle 3:30 ci avviamo tutti abbracciati ai nostri soffici feticci, saliamo sul pullman e partiamo verso sud, con la scorta armata, nel buio della notte africana.

Mentre riprendiamo a fare ciò che il nostro fisico desidera fare a quest’ora, cioè dormire, sorge il sole, attraversiamo quella linea immaginaria che è il Tropico del Cancro e poco prima della 7:00 giungiamo ad Abu Simbel. Scendiamo dal nostro automezzo e iniziamo subito la visita, perché la scorta armata ripartirà per Assuan alle 9:00.

E’ davvero un’emozione aggirare a piedi una collina artificiale e trovarsi, tutto d’un tratto, al cospetto dell’universalmente noto Tempio del Sole di Ramsete II, fatto erigere, o meglio, fatto scolpire dall’omonimo faraone quasi 3300 anni fa, come simbolo del suo potere e come monito agli abitanti della Nubia e a chi si accingeva ad entrare in Egitto dalla parte più meridionale del regno.

Non ci sono parole per descrivere la bellezza dei quattro colossi di Ramsete II seduto, alti 20 metri e dai volti finemente scolpiti (uno purtroppo è senza testa, persa in seguito ad un terremoto nel 27 a.C.). Completano la monumentale facciata altre statue più piccole, che rappresentano i famigliari del faraone … Non ci sono parole per descrivere anche la bellezza degli interni, ricchi di bassorilievi e giganteschi pilastri nelle forme del regnante e poi, in fondo, il santuario, con le statue del faraone in mezzo ad altre tre divinità, che venivano illuminate da un raggio del sole nascente (tutte tranne quella del dio delle tenebre, Ptah) ogni 21 di febbraio e 21 di ottobre, date rispettivamente del compleanno e dell’incoronazione di Ramsete II (incredibile ma vero!) … Oggi, purtroppo, non è più così, ma il fenomeno si ripete ancora anche se con un giorno di ritardo. Questo perché il Tempio, negli anni sessanta, è stato tagliato in oltre mille pezzi e spostato 210 metri più indietro e 61 più in alto per salvarlo dall’invasione delle acque del neonato Lago Nasser … Un’impresa titanica, resa possibile in gran parte grazie all’Italia e ai mastri tagliatori di marmo di Carrara.

Usciti dal Tempio del Sole vediamo anche il vicino e bellissimo Tempio di Hator della regina Nefertari, amatissima moglie di Ramsete II, molto più piccolo, ma comunque suggestivo, con le sei enormi statue della coppia reale che sembrano emergere dalle rocce, e poi con il tempio vero e proprio che penetra nella collina per 24 metri.

Le due ore a disposizione passano in un batter d’occhio e ci spostiamo sulla destra del sito per assaporare la vista contemporanea dei due templi, prima di lasciarceli definitivamente alle spalle un po’ dispiaciuti.

Sulla via del ritorno, con la luce del giorno, possiamo osservare anche le immense distese desertiche ai lati della strada, incluso un miraggio bello e buono! Poco dopo mezzogiorno siamo nuovamente ad Assuan e rientrati sulla nave pranziamo, poi andiamo sul ponte superiore, ma restiamo rigorosamente all’ombra, perché il sole calca durissima la sua mano, e ci concediamo un solo bagno in piscina prima di andarci a preparare per le visite del pomeriggio.

Partiamo dal molo di fianco alla Miss Esadora, intorno alle 16:00, per una breve gita in feluca (la tipica imbarcazione a vela egiziana) sul grande fiume. Bordeggiamo così placidamente fino alla dirimpettaia Isola Elefantina, storico fazzoletto di terra abitato fin dall’antichità ed ora deturpato da un enorme hotel e un altro in costruzione … Notiamo sulla sponda opposta del Nilo il grande Mausoleo dell’Aga Khan, che qui è sepolto dal 1957, ma a noi italiani è più che altro noto il figlio, come fondatore della Costa Smeralda in Sardegna … Navighiamo fra i levigati massi granitici caratteristici di questo tratto di alveo, che, somiglianti a grossi pachidermi, hanno dato il nome all’isola che li ospita (ma si possono associare anche alla Gallura, alla Sardegna e all’Aga Khan, che veglia silenzioso dalla collina di fronte) e poi sbarchiamo in prossimità dell’Old Cataract Hotel, storico albergo apparso anche nel film “Assassinio sul Nilo” di Agatha Christie, concludendo una bella esperienza fluviale.

Nelle vicinanze del nostro approdo si trova il Museo Nubiano, che la nostra guida, Moustafa, ha la brillante idea di farci visitare questo pomeriggio, nonostante sia nei programmi di domani, così da alleggerire la sempre temibile sveglia … Il museo si rivela così tutto sommato interessante, con bella statuaria e inquietanti mummie, ma solo il lontanissimo parente di quello del Cairo.

Torniamo alla nave che è quasi buio e consumata la cena ci sarebbe da vedere anche uno spettacolo di danze e musica egiziana … ma siamo troppo stanchi dopo l’interminabile, seppur magnifica, giornata e cediamo ben presto alla tentazione di andare a dormire, ancor prima che cominci lo show.

Venerdì 27 Aprile: E’ un vero piacere dormire fino alle 7:30 … anche se è tutto virtuale, infatti questa notte in Egitto è entrata in vigore l’ora legale e in realtà sarebbero le 6:30! In programma questa mattina c’è la visita dei dintorni di Assuan, così dopo colazione ci avviamo verso la vecchia diga, la prima, costruita dagl’inglesi alla fine dell’Ottocento per ostacolare l’impetuoso corso del Nilo.

Superato lo sbarramento arriviamo ad un imbarcadero dal quale salpiamo, poco dopo, per far visita al Tempio di Phile. La costruzione, risalente all’epoca tolemaica, si trova infatti su di un’isola, ma non in quella originaria, sprofondata nelle acque del Nilo in seguito alla costruzione della Grande Diga, bensì su di un’altra, rimodellata praticamente sulle forme della precedente … e, come per i Templi di Abu Simbel, anche questa è stata un’impresa a dir poco … faraonica! L’arrivo sulle placide acque del fiume rende il tutto più suggestivo, ed è solo il preludio a ciò che ci aspetta: i resti del Tempio dedicato a Iside appaiono straordinariamente integri e sono una splendida fusione di architettura egizia e greco-romana, peccato solo che il Nilo abbia lasciato sui muri l’impronta della sua presenza, infatti per oltre mezzo secolo, all’inizio del Novecento, ha allagato ciclicamente il sito, ma soprattutto dispiace vedere i numerosissimi bassorilievi sfigurati per mano dei Copti, che in epoca cristiana trasformarono il tempio in chiesa.

Restiamo un paio d’ore a Phile osservando, oltre all’edificio principale, anche il vicino e originale Chiosco di Traiano, un tempietto che più tardi vediamo anche dal fiume mentre completiamo, sulla via del ritorno, il periplo dell’isola. Ci lasciamo così alle spalle il Tempio di Iside, ma non siamo dispiaciuti perché vi torneremo in serata per assistere allo spettacolo di suoni e luci.

Riguadagnata la terraferma veniamo condotti a visitare la Grande Diga di Assuan, un colossale sbarramento, lungo quasi 4 chilometri, innalzato negli anni sessanta, che ha generato il Lago Nasser: enorme bacino idrico esteso per oltre 6000 chilometri quadrati, con una lunghezza di quasi 500! … ma dal punto di vista scenografico non è nulla di eccezionale … Meglio il Tempio di Kalabsha che si vede in lontananza e che chiedo di poter visitare, ma mi dicono che è praticamente impossibile e che sarebbe un grosso problema dal punto di vista burocratico, infatti lo si può fare solo prendendo parte ad una crociera sul Lago Nasser (ma sarà vero?).

Con la Grande Diga è terminata in pratica l’escursione del mattino e rientrando alla nave ci fermiamo ad un negozio che vende essenze, convenzionato con il tour operator (unica sosta del genere durante il viaggio, ed è positivo, perché sinceramente me ne aspettavo qualcuna in più) … Veniamo naturalmente irretiti dalle dimostrazioni e facciamo un piccolo acquisto, poi, tornati sulla Miss Esadora, pranziamo prima di andare sul ponte superiore, all’aria aperta … ma restiamo rigorosamente all’ombra perché oggi la temperatura ha superato abbondantemente i quaranta gradi! Sull’altra sponda del fiume, proprio di fronte al luogo in cui siamo ormeggiati, si vede il sito archeologico delle Tombe dei Nobili, che potrebbe essere interessante visitare e che stuzzica la mia curiosità, ma non è nei programmi e seppur tentato ad andarci da solo, con un traghetto pedonale che salpa dalle vicinanze, vengo più che altro scoraggiato dal caldo allucinante e dalla paura di trovarlo chiuso, perché non si vede nessun turista a camminare fra i resti sparsi nell’arida collina.

Trascorse le ore più torride della giornata scendiamo comunque dalla nave per un giro “fai da te” nel souk di Assuan … dove troviamo qualche situazione tipica, ma il tutto è, per lo più, estremamente turisticizzato e un po’ deludente … Alla fine facciamo qualche acquisto, naturalmente al termine di estenuanti trattative, anche divertenti, ma è sconcertante il motto di molti venditori egiziani: «Se tu già comprato … già fregato!» … e con questa frase che ci riecheggia in testa torniamo al nostro alloggio galleggiante giusto in tempo per la cena.

Con l’arrivo dell’oscurità ripartiamo in pullman per andare a vedere lo spettacolo di suoni e luci al Tempio di Phile … Già è emozionante arrivare sull’isola col chiarore di una luna ancora crescente, ma quando più tardi le antiche pietre vengono avvolte in enigmatici fasci di luce, con la narrazione della storia di Osiride in sottofondo, il contesto si fa meraviglioso e suggestivo. Ci godiamo così lo show fino a tarda ora e rientriamo stanchi, ma soddisfatti, sulla nave ormai a mezzanotte … per fortuna domani mattina la sveglia è libera e dovremo alzarci solo in tempo utile per fare colazione prima che chiuda il ristorante.

Sabato 28 Aprile: Ci svegliamo mentre la Miss Esadora, già da parecchie ore, sta navigando verso nord, e nel frattempo ha anche attraccato a Kom Ombo, così da permettere ad alcuni nuovi ospiti saliti ieri a bordo di visitare il Tempio delle due Divinità … Quando saliamo sul ponte superiore per sistemarci con i lettini al sole procediamo così già spediti verso Edfu.

Non è una giornata ottimale dal punto di vista meteorologico e una fitta foschia ricopre ogni cosa, con il cielo lattiginoso ed il corso del fiume avvolto in un ambiente un po’ spettrale … poi col passare delle ore la bruma si dirada ma il cielo resta bianco e, sospinti anche dal favore della corrente, poco prima di mezzogiorno arriviamo ad Edfu.

Attracchiamo al molo della cittadina e dopo mezzora di attesa sbarchiamo per salire su di un pullman che in pochi mimuti ci porta al cospetto del Tempio di Horus (dio con la testa di falco), risalente all’epoca tolemaica e quindi relativamente recente, ma costruito con i canoni dell’antica architettura faraonica. Grazie al suo ottimo stato di conservazione (il migliore di tutto l’Egitto) permette così di farsi un’idea di come dovevano essere la maggior parte dei templi nei secoli precedenti.

L’enorme pilone, fronteggiato da due grandi falchi di granito, immette nel vasto cortile delle offerte, colonnato su tre lati, che conduce all’ingresso della sala ipostila, buia ma praticamente intatta, con le due scale laterali (ora chiuse) che danno accesso al tetto … peccato solo che, come a Phile, molti bassorilievi siano stati martellinati e sfigurati in epoca cristiana.

Effettuiamo la visita in una calura opprimente (ben oltre i quaranta gradi anche oggi!) e nonostante tutto sfruttiamo a fondo le nostre due ore a disposizione, godendo appieno delle meraviglie archeologiche che anche questo sito ha saputo offrirci … Alla fine però, piuttosto provati, saliamo sul pullman alla ricerca di un po’ di refrigerio e con piacere rientriamo alla nave per il pranzo.

Nel primo pomeriggio, mentre riprendiamo la navigazione, proviamo ad andare sul ponte superiore, ma è un vero e proprio forno … così torniamo un’oretta in camera e poi ritentiamo, ma non ci fermiamo sui lettini e andiamo direttamente in piscina.

Procedendo sempre fra due ali di palme, poco dopo le 17:00, arriviamo ad Esna e ci mettiamo in coda per oltrepassare la chiusa, ma non è una cosa da poco, infatti, alle 20:00, quando è ora ci cena, siamo ancora in attesa … e abbiamo tutto il tempo per mangiare, perché ci muoviamo solo un’ora più tardi … Finalmente possiamo così presenziare a tutte le operazioni di apertura e chiusura delle paratie che rendono possibile il salto di quota di circa sei metri, imposto al Nilo dallo sbarramento artificiale.

Nel buio continuiamo poi la navigazione verso Luxor e dopo aver trascorso piacevolmente la serata a chiacchierare sotto le stelle ci ritiriamo quatti, quatti nei nostri appartamenti, mettendo degnamente la parola fine anche su questa giornata a carattere, più che altro, di trasferimento.

Domenica 29 Aprile: Tanto per non perdere completamente l’abitudine ad alzarci presto, in questa ultima giornata intera del viaggio che passeremo in terra d’Egitto, la sveglia suona alle 6:30.

Siamo nuovamente ormeggiati nel molo di Luxor e in programma c’è la visita di due templi nei paraggi, che ci impegnerà per tutto il giorno … Partiamo così in pullman, cestino per il pranzo alla mano e con la scorta armata, verso nord, attraversando interessanti paesaggi bucolici e veri villaggi egiziani, oltre a un’infinità di check-point, perché il governo ci tiene in modo particolare al turismo, senza il quale l’economia del paese crollerebbe.

Dopo circa tre ore di viaggio arriviamo ad Abydos, storico centro dedito al culto di Osiride, dove ogni egiziano sperava di andare in pellegrinaggio almeno una volta nella vita … un po’ come la Mecca per gli attuali musulmani … Delle antichissime vestigia non rimane però molto a parte il Tempio di Seti I, fatto edificare dall’omonimo faraone (padre di Ramsete II) intorno al 1300 a.C., ma basta questo a giustificare la visita e la strada fatta per giungervi.

La costruzione non è tanto interessante per gli esterni, con il pilone praticamente scomparso e la facciata attuale composta da anonimi pilastri squadrati, quanto per gli interni, che ospitano magnifici geroglifici dipinti, i migliori in assoluto di tutto l’Egitto. Infatti, nella sala ipostila interna e nei cosiddetti santuari, i bassorilievi, dai colori brillanti, sono una vera e propria meraviglia … e restiamo a lungo a rimirarli, non trascurando neanche l’interessante Galleria dei Re, con incisi sulla parete quasi tutti i cartigli dei predecessori di Seti I.

Trascorsa una buona ora e mezza fra le enigmatiche pietre del tempio ne usciamo soddisfatti e, vista l’ora, ci fermiamo a pranzare, all’ombra, in un vicino parco, che pare predisposto per l’occasione.

Fa già parecchio caldo e rientrati quanto prima sul pullman riprendiamo strada. Oltrepassiamo un’altra bella serie di check-point e alle 15:00 in punto siamo di fronte al Tempio di Hator di Dendera, risalente all’epoca greco-romana e quindi edificato fra il 125 a.C. Ed il 60 d.C. … E’ l’ultimo sito di quelli in programma e anche questo è bellissimo, praticamente intatto, ma non dipinto come quello di Abydos.

Solo una sala, quella di Osiride, offre i suoi splendidi colori, ma il Tempio di Dendera è l’unico sul quale si può salire fin sul tetto … Come nel Tempio di Horus di Edfu (Hator, dea della gioia dalla testa di vacca, era considerata compagna di Horus) una scala elicoidale sale sulla copertura, seguendo la traiettoria che segue il falco per salire alto in cielo, e lassù c’è una cappella con raffigurata sul soffitto la volta celeste e i dodici segni zodiacali, poi si scende, come fa il rapace, in picchiata lungo una scala diritta, che ha un’unica rampa, e si torna alla monumentale sala ipostila per completare un altro splendido viaggio nell’enigmatico mondo degli antichi egizi.

Nonostante il caldo, che anche oggi ha raggiunto livelli altissimi (e non oso pensare come possa essere in piena estate), completiamo in un magnifico contesto anche la visita del Tempio di Dendera, che unito a quello di Abydos ci ha permesso di concludere degnamente la fatidica carrellata di siti archeologici … e possiamo ritenerci fortunati, perché questi ultimi due templi, considerati fino a poco tempo fa a rischio attentati, non sono inseriti nei tradizionali itinerari turistici, ma meritano appieno la giornata che Turisanda ha voluto dedicargli.

Ripresa la scorta ci avviamo verso la Miss Esadora … Attraverso la campagna egiziana si svolge dunque l’ultimo tratto dell’escursione, mentre la vacanza volge ormai irrimediabilmente al termine.

Giungiamo alla nave che son quasi le 18:00 e per Federico c’è ancora il tempo per un bagno in piscina … poi andiamo in camera a sistemare le valigie per l’imminente partenza e a prepararci per la cena.

In serata salutiamo e ringraziamo Moustafa e Ashraf, nostri assistente e guida, che hanno svolto bene il loro compito (a parte forse la visita della tomba di Ramsete VII nella valle dei Re), quindi vediamo un piccolo spettacolo di danze arabe e infine ci ritiriamo in camera, concludendo positivamente anche quest’ultima giornata di crociera sul Nilo.

Lunedì 30 Aprile: Per chiudere in bellezza la serie delle levatacce oggi la sveglia suona alle 5:00 … questa volta però ci aspetta l’aereo per il Cairo.

Facciamo colazione e poi lasciamo la stanza, o meglio, la cabina 309, quindi, alle 6:00 in punto, anche la Miss Esadora, che ci ha soddisfatto sotto tutti i punti di vista. Mezzora più tardi siamo all’aeroporto di Luxor: imbarchiamo le valigie direttamente per Milano, facciamo check-in e ci mettiamo in attesa del volo Egyptair MS132, così, in breve, ci troviamo seduti sull’Airbus A330 che alle 8:08 stacca da terra diretto nella capitale egiziana, dove atterra meno di un’ora più tardi, alle 8:56.

Espletiamo tutte le macchinose formalità d’imbarco e pur avendo tre ore di sosta il tempo vola … in questo modo, oltrepassiamo nuovamente il check-in, salutiamo Denis e Susy in partenza per Roma, e ci mettiamo in attesa del volo MS705 per Milano alla porta numero 5 … Non dobbiamo aspettare tanto e quasi subito ci imbarchiamo su di un altro Airbus A330 dell’Egyptair che, praticamente in perfetto orario, alle 12:25, prende quota in direzione dell’Italia … Siamo sistemati nelle poltrone centrali e non potremo vedere ciò che scorre al di sotto di noi, intanto però riporto le lancette dell’orologio indietro di un’ora e mi sincronizzo nuovamente sul fuso italiano.

Fila via tutto liscio e atterriamo a Malpensa alle 14:55 … Ritiriamo i nostri bagagli, salutiamo Luca (amichetto di Federico) e tutta sua famiglia, e poi perdiamo un po’ di tempo a denunciare il danneggiamento di una valigia, così ritiriamo la nostra auto, al Parking Go, solo alle 16:20, e con quella partiamo verso casa.

Alle 17:00, oltrepassata Milano, prendiamo a seguire l’A1 mentre il cielo s’incupisce e di lì a poco comincia anche a piovere, anzi, a grandinare, e la temperatura scende a 13 gradi (un abisso rispetto agli oltre 40 dei giorni scorsi!) … e anche questa circostanza ci aiuta, venti minuti più tardi, ad identificare il fiume che stiamo scavalcando, che è il Po e non il Nilo.

Il traffico è intenso, visti i ponti primaverili, ma procediamo senza intoppi e alle 18:40 siamo a Bologna. Imbocchiamo la A14, che seguiamo fino a Faenza, dove usciamo alle 18:55 e, poco più di un quarto d’ora più tardi, alle 19:13, concludiamo felicemente la vacanza di fronte al cancello di casa nostra.

Un viaggio entusiasmante è appena giunto al termine, un viaggio sulle tracce dei mitici faraoni e della più strabiliante civiltà mai apparsa sulla faccia della Terra, un viaggio inimitabile, che resterà per sempre pietra miliare dei nostri ricordi.

 Dal 21 al 30 Aprile 2007



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