Egitto: Sharm el Sheikh e Sinai del Sud
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La spiaggetta privata ha solo 3 – 4 file di ombrelloni, con sabbia grossa e in alcuni tratti roccia, e nell’acqua hanno creato artificialmente una piccola “piscina” libera dalle rocce dove si può balneare anche senza gli scarpini. La spiaggia è provvista anche del pontile con accesso diretto al di là della barriera. Il primo pomeriggio, contattiamo subito Angela dell’agenzia “Luna Rossa” a Naama Bay per programmare le escursioni della settimana. L’agenzia ti preleva tramite i suoi addetti direttamente al villaggio e lei è molto disponibile nella pianificazione delle uscite oltre ad averci accompagnato per i vari negozi a comprare kefia, occhiali da sole (necessari per la motorata nel deserto), felpe e sim egiziana senza farci fregare. Infatti qui in Egitto, la parola d’ordine è: CONTRATTARE. Al prezzo di partenza del venditore occorre partire a contrattare almeno dalla metà. Tramite le agenzie esterne al villaggio, si risparmia anche fino al 40 % sul prezzo delle escursioni e, per quello che mi riguarda, si ha anche un contatto più vero con il popolo egiziano in quanto le guide parlanti italiano perfettamente, non esitano a raccontare del proprio paese, della propria famiglia, della propria religione. Inoltre Angela ci ha fornito anche il numero di Sahid, un tassista che conosce l’ italiano abbastanza bene, che si è rivelato affidabile, sempre puntuale e con prezzi più che onesti. L’ultima sera ci ha anche portato alla moschea di Old Sharm, spiegandoci tutte le regole che i fedeli devono rispettare per potervi entrare e scattandoci diverse foto.
Di seguito cerco di dare qualche consiglio in merito alle escursioni che abbiamo effettuato e quali siano state le nostre impressioni.
Prima, occorre fare una piccola premessa in merito alla crisi politica e civile che l’Egitto sta affrontando in questo periodo: a causa di questo motivo, ma anche di altri, alcune escursioni decidiamo a piè pari di evitarle.
Il Cairo, ad esempio, come Petra, decidiamo di scartarle subito sia per eventuali insurrezioni popolari che potrebbero scatenarsi, sia perché a nostro parere sono due luoghi che meritano di essere visitati più a lungo e in modo approfondito.
Il Monastero di Santa Caterina, Gerusalemme e il Monte Sinai simboli importantissimi del Cristianesimo in Egitto, decidiamo di evitarli sempre per motivazioni di sicurezza.
Detto questo, passo a raccontare quello che invece abbiamo deciso di fare.
1) MOTORATA NEL DESERTO
La motorata, che si può fare all’alba o al tramonto per assistere alle meravigliose sfumature che colorano il cielo del deserto roccioso del Sinai, consiste in una guida di circa 2 ore con quad o buggies attraverso il deserto con diverse soste per poter fare bellissime fotografie, sorseggiare un tè beduino e godersi la tranquillità del deserto.
E’ assolutamente necessario avere con sé kefia o una sciarpina da annodare a mo’ di turbante e occhiali (da pochi euro..) per potersi riparare gli occhi e in generale il viso dalla sabbia che si alza mentre si è in movimento.
Consiglio anche di portarsi una felpa o una giacca perché quando tramonta il sole fa abbastanza freschino, considerando soprattutto che i mezzi di trasporto utilizzati sono tutti aperti.
La motorata, in fin dei conti, non mi ha soddisfatta appieno, in quanto mi ha colpita in modo molto negativo la sporcizia e l’incuria che ho trovato nel deserto.
Parlando con Hisham, la nostra guida in altre escursioni, ho capito che nel deserto il problema è grosso: i beduini che vivono qui nelle tende, ovviamente producono rifiuti e immondizia, che il comune non si preoccupa di raccogliere.. quindi si formano queste “discariche a cielo aperto” che vengono mostrate senza cura agli occhi del turista.. ma ripensando anche ad alcune situazioni italiane, molto recenti per’altro, non mi sento poi tanto nella posizione di poter giudicare, e lo rassicuro dicendo che anche da noi succedono le stesse identiche cose purtroppo.
2) CANYON COLORATO E PARCO MARINO DI ABU GALUM (BLU HOLE)
Premessa: questa è l’escursione in jeep che ha il tragitto più lungo e che attraversa completamente il deserto.
La polizia locale, data la tratta impegnativa (in senso di sicurezza per il turista) che occorre affrontare, obbliga tutti i pullmini turistici a raccogliersi al raggiungimento di un posto di blocco, creando un ammasso di un’ottantina di pullmini, e ad attendere l’arrivo di una volante della polizia per scortare tutti fino all’arrivo, che può essere il canyon, Abu Galum o il monastero di Santa Caterina. Il problema è che la polizia ha a disposizione una sola volante, e quindi occorre aspettare che questa abbia portato a destinazione un primo gruppo a Santa Caterina, attendere che torni indietro e che si attrezzi per scortare noi attraverso il deserto per il canyon. Tutto questo ha provocato due ore di attesa nel deserto e l’ira delle guide turistiche che cercano sempre di organizzare delle proteste nei confronti della polizia e del governo per risolvere la situazione. Fortunatamente, durante la sosta abbiamo conosciuto i 3 ragazzi egiziani che viaggiavano insieme a noi sulla jeep e che ci hanno tranquillizzato spiegandoci che in Egitto queste cose succedono spesso. Finalmente, sbloccata la situazione, raggiungiamo il canyon colorato.
Il trekking è abbastanza impegnativo, non è faticoso però in alcuni punti bisogna proprio “scalare” alcune pareti quasi verticalmente. Per fortuna in nostro soccorso sono arrivati nuovamente i 3 ragazzi egiziani, molto più atletici di noi! Si prosegue fino ad una cima dove si può godere di tutto il panorama, con rocce rosse, marroni, nere.. bellissime da fotografare. Necessarie per questa escursione: scarpe da ginnastica, felpa perché tira molto vento, abbigliamento comodo e sportivo, macchina fotografica! Proseguiamo poi con la visita al parco marino di Abu Galum, dove si trova il famoso Blu Hole, cioè un “buco rotondo” nella barriera corallina profondo un centinaio di metri dove ci si può immergere per fare una bellissima sessione di snoerkeling.
In dicembre, consiglio vivamente la muta, in quanto l’acqua è circa sui 20 gradi e dovendo stare immersi a guardare i pesci per circa 40 minuti è meglio stare caldi!
La barriera è assolutamente bellissima, ben preservata e con il sole del mezzogiorno a picco sul mare, i colori dei coralli sono magnifici.
Subito dopo ci viene offerto un pranzo beduino (con diverse contaminazioni occidentali però) seduti sui classici tappeti e accerchiati da un sacco di gatti.. che in Egitto di certo non mancano!
Terminato il pranzo, è la volta della cammellata in riva al mare.. io odio cavalcare, che sia cavallo, cammello o asino a me non piace stare così in alto quindi non riesco a godermi molto la passeggiata.
In compenso quando scendo, devo dire che i colori neutri della sabbia e di questi pacifici animali, in contrasto col blu del mare mi fanno impazzire e mi ricordano proprio tutte le immagini più famose del mar Rosso.
Mentre torniamo, ci fanno fermare a Dahab, per un veloce giro tra i negozi dove acquistiamo la riproduzione in granito di Anubi e un’altra di Nefertiti, i nostri personaggi preferiti dell’Antico Egitto.
Scendiamo della metà del prezzo originario dopo 15 minuti di contrattazioni.
Purtroppo, a causa delle due ore perse in mattina, la sosta a Dahab è molto breve.. pazienza!
3) PARCO NAZIONALE DI RAS MOHAMMED
Questa escursione, nel Parco protetto che ha la seconda barriera corallina più bella al mondo (la prima è quella australiana) si può effettuare in barca o in bus.
Noi scegliamo di farla in bus perché ci interessa vedere alcune cose che con quella via mare ovviamente non si possono vedere.
Si attraversa come prima cosa la Porta di Allah, che segnala l’ingresso ufficiale all’area protetta. Questa è una costruzione in cemento che forma appunto la scritta Allah in arabo e che si integra perfettamente ai colori del territorio circostante e sembra quasi creata apposta. Si visitano inoltre la foresta delle mangrovie, dove queste piante straordinarie trasformano l’acqua salata del mare in acqua dolce, eliminando il sale dalle foglie (se le guardate da vicino, si vedono proprio i puntini bianchi di sale); la spaccatura del terremoto, una faglia profondissima, causata da un devastante terremoto e che ha mostrato agli studiosi che sotto al suolo egiziano c’è ancora acqua profonda una ventina di metri; il lago magico, di colore azzurro intenso, così chiamato perché a causa del suo fondale ricco di piombo, risulta invisibile, praticamente inesistente, alle perlustrazioni dei satelliti.. la natura ci sorprende sempre! Infine, la parte migliore dell’escursione, quella più attesa da tutti: lo snorkeling nella barriera! Impossibile dire a parole quanto è bella.. Appena si mette la testa sott’acqua, si apre un mondo marino fantastico, ricchissimo di coralli di tutte le forme e colori.. mentre i pesci ti nuotano di fianco e ti fanno sentire parte di loro!
La sosta per lo snorkeling è di circa tre quarti d’ora, seguiti da una bella merenda a base di focaccia e coca cola che Hisham ha acquistato per noi dalla sua amica italiana trasferita a Sharm e che ha aperto un forno.. una bellissima giornata!
Qui, essendo territorio protetto, il deserto è disabitato e pertanto molto pulito; qui le rocce lasciano spazio a dune di sabbia che finiscono direttamente nel mare blu.
Se doveste scegliere una sola escursione da fare a Sharm, questa è quella più vera e completa che consiglio di NON PERDERE.
4) LUXOR
Ho deciso di rinunciare al Cairo e Petra.. ma almeno Luxor la volevamo vedere! Il programma prevede una brutta levataccia mattutina verso le 4.00 per prendere poi un piccolo aereo che in 45 minuti ci porta all’aeroporto di Luxor. Ricordatevi di chiedere il giorno prima al vostro villaggio il pacchetto della colazione così avete qualcosina da mettere sotto ai denti. All’arrivo, ci preleva la guida parlante italiana e con un comodo pullmino si viaggia ancora una mezz’oretta per attraversare il Nilo, e arrivare alla Valle dei Re. Durante il tragitto, potete vedere il vero Egitto: poverissimo, pochi campi coltivati a canna da zucchero, carretti trainati da asini e un’assoluta miseria. La Valle dei Re è un complesso dove furono portate alla luce le tombe funerarie di oltre un centinaio di faraoni; con il biglietto turistico normale è possibile visitare tre tombe, le altre solitamente sono in ristrutturazione, anche perché devo dire che sono quasi tutte simili, quindi 3 sono sufficienti! Da fuori sembrano solo montagne rocciose.. invece entrando negli stretti e ripidi cunicoli si attraversano corridoi riccamente decorati con geroglifici colorati, di cui la guida ci spiega il significato, fino ad arrivare alla sala principale dove, si spera, si trovi ancora integro il sarcofago. Infatti la guida ci spiega che quasi tutti gli oggetti, le statue, i sarcofagi sono stati presi dagli inglesi, dai russi e dai francesi lasciando proprio gli egiziani e bocca asciutta!
Un vero peccato dover ammirare certe meraviglie al British Museum o al Louvre in stanze, sì bellissime, ma non certo affascinanti come le originali…..
Nella Valle dei Re è proibito fotografare le tombe sia dentro che fuori, secondo me per incentivare l’acquisto del loro CD a 5 euro.. però devo dire che a fronte di una spesa così contenuta il materiale che si trova caricato è davvero di valore! Non si trovano solo una marea di foto di questo sito, bensì di tutti i siti, monumenti e templi egiziani oltre che un sacco di foto della barriera corallina e dei pesci che la abitano! Quindi tutto sommato io consiglio vivamente l’acquisto del CD ed eventualmente di stampare le foto più belle.
Visitiamo poi il tempio di Hatshepsut, l’unica regina dell’Egitto Antico, che fece costruire questo tempio, incastonato fra le rocce del deserto.
Inutile dire che il tempio è affascinante, ancora piuttosto ben conservato con molti geroglifici ancora colorati e che l’aria di storia che si respira è assoluta.. Ogni angolo è scolpito o decorato, rimandando a tutti i simboli di forza e potenza tenuti dai Faraoni in quel tempo.
Sostiamo in un piccolo negozio che lavora l’alabastro, il granito e tantissime altre pietre creando veramente dei lavori stupendi e mi regalano, in occasione del mio compleanno, un piccolo scarabeo di granito (simbolo della fortuna).. purtroppo però i prezzi sono veramente alti e pure contrattando non riusciamo a scendere al prezzo desiderato.
Il pranzo lo facciamo in un ristorantino a fianco del Nilo, mangiamo bene anche tante specialità mediorientali.
La guida ci propone di fare una mini crociera sul Nilo al prezzo di 9 euro e nonostante qualcuno brontoli la maggioranza vota si.
Saliamo sulla barca a motore e vediamo da lontano il tempio di Luxor, navighiamo a fianco delle barche per le crociere sul Nilo e osserviamo la vita alle sponde di uno dei fiumi più importanti della storia.
Scendiamo per visitare un piccolo villaggio, vorrei sorvolare sulla visita a un povero coccodrillo ingabbiato per la “felicità” dei turisti, per vedere come vive il popolo di Luxor.. inutile dire che le condizioni sono piuttosto precarie.
Ci vengono mostrate le loro piantagioni di carcadè e di banani e ci vengono offerti piatti colmi di banane, datteri (buonissimi e dolcissimi), arance e un tè al carcadè che purtroppo non è piaciuto a nessuno…
L’ultima parte della nostra escursione prevede la visita al Tempio di Karnak, forse il pezzo forte di tutta la giornata.. purtroppo il tempio è in rovina perché il terremoto del 27 a.c. l’ha in buona parte distrutto.. però anche così è assolutamente pieno di fascino e storia.. sembra quasi finto come uno dei set cinematografici di Indiana Jones!
Si cammina tra il viale di Sfingi, per poi attraversare un colonnato enorme, dove ogni colonna è preziosamente intagliata, per poi visitare le statue, gli obelischi e i templi.
Stanchi, ma non ancora sazi di cultura, ci facciamo portare dalle guide all’Istituto nazionale del Papiro, dove ci mostrano come si ottiene un foglio di papiro e come riconoscere un vero da un falso (a tal proposito se siete interessati nell’acquisto di un papiro, evitate di comprarlo al tempio di Karnak o alla Valle dei Re in quanto è fasullo: invece di foglie di papiro vengono usate foglie di banano, che sono molto meno resistenti).
Decido di regalarmi anche un piccolo dipinto su papiro, come ricordo di questa bellissima terra; i prezzi sono onesti, con 10 euro mi porto a casa un pezzo dipinto a mano di circa 20cmx30cm.
Al pensiero di dover tornare nella prigione dorata del villaggio mentre qui la gente vive in condizioni quasi pessime, con poco cibo, poca acqua, poco lavoro e tanta miseria, mi piange il cuore.
La guida ci racconta come negli ultimi anni i media di tutto il mondo sconsiglino di visitare l’Egitto, anche se in realtà non è successo praticamente nulla di grave, solo qualche protesta nella capitale che dista centinaia di km da qui.. questo ha provocato una diminuzione drastica del turismo che, a parte poca agricoltura, è l’unica fonte di sopravvivenza di questa gente.
Oltre a queste uscite, noi con l’aiuto del nostro tassista Sahid abbiamo deciso di andare anche a Shark’s Bay una piccola baia dove il mare è sempre molto calmo, a differenza di Nabq dove le onde e la corrente impediscono quasi ogni giorno la balneazione.
Qui c’è anche una barriera corallina spettacolare e molto ristretta, con poche persone e la spiaggia è provvista di pontile oltre che di ombrelloni e lettini (5 euro al giorno x 2 lettini + 1 ombrellone), ristoranti, bar, noleggio attrezzature subacquee, sport d’acqua, ma comunque in tutta calma e senza il turismo che ci si potrebbe aspettare in un posto così ricco di cose da fare e vedere.
Abbiamo visitato inoltre il centro di Nabq, con piccoli negozietti di souvenir e abbigliamento e il centro di Naama Bay che a noi è sembrato molto Rimini 2.
Invece abbiamo apprezzato molto Old Sharm , la città vecchia, dove si trova una specie di souk a cielo aperto con merce più tradizionale rispetto agli altri centri.
Spezie, abiti tradizionali, manufatti e artigianato locale, tappeti, narghilè qui la fanno da padrone, con prezzi sempre abbordabili.
Qui abbiamo assaggiato una delle pietanze locali, specie di polpette di manzo speziate cotte alla griglia davvero ottime (sempre accerchiati dai gatti), visitato la nuova e la vecchia moschea (da fuori, in quanto a causa la maleducazione dei turisti che sporcavano e imbrattavano pavimenti e mura, il comune ha deciso di far entrare solamente i fedeli per la preghiera), ascoltato il canto del muezzin che invita tutti a uno dei 5 momenti di preghiera.
Ancora qualche piccolo consiglio:
– Contrattate sempre e con tutti mi raccomando;
– Per quello che ho visto io il mar Rosso mi sembra adatto a chi ama fare snorkeling/sub; quindi amanti del mare stile Sardegna, astenetevi! Al di qua della barriera spesso la bassa marea fa arrivare l’acqua al di sotto del polpaccio e dopo la barriera l’acqua è già profondissima e di un blu intenso, la spiaggia è quasi sempre di ciotoli scuri quindi non aspettatevi spiagge caraibiche!
– Vi consiglio di evitare la zona di Nabq o Dahab in inverno a causa del vento, per privilegiare invece Shark’s Bay, Ras Ghamila, Ras um el Sid, zone più calme ma con la barriera lo stesso;
In estate al contrario, un po’ di vento potrebbe rivelarsi una manna dal cielo.. se in dicembre si arriva a 27 gradi non oso pensare in agosto che temperatura ci sia!
– Al rientro in aereo, prima del check in dovrete passare attraverso il coral detector, che individua eventuali pezzi di corallo o sabbia che avete addosso o nelle valigie; nel caso ve ne trovino addosso dovrete pagare una multa salatissima, oltre a non poter più entrare in Egitto (e oltre ad essere veramente delle persone che non amano per niente la natura evidentemente)
– Nei mesi invernali consiglio di indossare la muta durante le immersioni, io ho comprato quella da 17 euro da Decathlon e devo dire che è stata perfetta; in ogni spiaggia sono presenti comunque i noleggiatori di mute, boccagli, pinne, salvagenti eccetera, ma per evitare problemi di taglia o di qualità della muta io ho preferito comprarla in italia.
Facendo un bilancio di questo viaggio, in base a quello che ho osservato posso dire che esistono due modi per visitare il Mar Rosso: quello scelto dalla maggioranza dei turisti di chiudersi dentro a un villaggio, trattati come pascià dove anche solo tirar su le chiappe per andare al ristorante per molti diventa faticoso, e dove non ti rendi nemmeno conto di dove sei, perché stare lì o da un’altra parte non fa differenza tanto il villaggio è lo stesso, perché per paura o per i tanti pregiudizi non si ha voglia di uscire e di esplorare quello che questa terra ha da offrire..
Ma se riuscite ad abbandonare i preconcetti legati al mondo arabo ed islamico, se riuscite a capire che forse tutto questo pericolo è anche frutto della nostra mente e dell’influenza che le televisioni e i giornali ci hanno mostrato in base a immagini di repertorio, e provate invece a entrare in contatto con la loro cultura, allora scoprirete anche delle meravigliose persone, con tanta cultura e molto intelligenti, innamorate della loro terra, orgogliose di quel poco che riescono ad offrirvi .. e allora rimarrete affascinati e non vedrete l’ora di tornare qui! Un saluto speciale ad Angela dell’agenzia, Hisham Hatab, Sahid, e tutti i ragazzi italiani e non che hanno reso speciale questa settimana!