Egitto

Il periodo ideale per visitare l'Egitto va da fine novembre a fine febbraio: le giornate sono soleggiate, il clima è primaverile con modeste piogge a nord (Il Cairo, Alessandria) e temperato a sud (Luxor, Assuan). In questi mesi le notti sono fresche e talvolta fredde. La primavera è molto calda ma accettabile; l'unico inconveniente è...
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Il periodo ideale per visitare l’Egitto va da fine novembre a fine febbraio: le giornate sono soleggiate, il clima è primaverile con modeste piogge a nord (Il Cairo, Alessandria) e temperato a sud (Luxor, Assuan). In questi mesi le notti sono fresche e talvolta fredde.

La primavera è molto calda ma accettabile; l’unico inconveniente è costituito dal khamsin, lo scirocco, che porta violente tempeste di sabbia.

L’estate è afosa e il caldo e umido al nord sconsigliano qualsiasi attività fisica . Il sud è torrido.

L’unico aspetto positivo è la mancanza di turisti.

Il Mediterraneo in estate: in agosto supera il 26° mentre fra gennaio e marzo raggiunge i 17°: Il Mar Rosso è molto più caldo (dai 19° ai 27° nel Golfo di Aqaba e nel Sinai).

Il Sinai si trova in Asia e, a parte sporadiche piogge invernali, è privo di precipitazioni. In inverno fa caldo di giorno con notti fresche, in estate fa molto caldo ma è talmente secco da risultare quasi sopportabile. Autunno e inverno sono le stagioni migliori sia per la costa (Sharm el Sheiq) sia all’interno (Santa Caterina).

In estate portate abiti leggerissimi e un indumento di lana per le emergenze in inverno abiti leggeri e un maglione o un giubbotto.

Portate invece scarpe alte in tutte le stagioni per le escursioni e acquistate in loco la kefiyah per proteggervi dalle sabbia.

Troverete zanzare da giugno ad ottobre (rischio malaria soprattutto al sud) e nel deserto serpenti e scorpioni per cui occorre prestare molta attenzione soprattutto se ci si allontana dai percorsi più battuti. Meglio evitare di bere l’acqua, di utilizzare il ghiaccio; è opportuno prestare attenzione alla chiusura delle bottiglie che a volte sono richiuse artigianalmente.

Il percorso che presentiamo è quello di Patrizio e Syusy, compiuto in otto giorni.

Chi avesse più tempo a disposizione può scegliere di allungare i tempi di permanenza nei vari luoghi descritti (vedi Luxor e Abu Simbel) oppure di unire una settimana di relax sul Mar Rosso (Hourgada o Sharm) oppure, per i più avventurosi, spingersi nel deserto occidentale dove si stanno scoprendo nuovi complessi archeologici e necropoli di grandissimo interesse oppure verso sud-ovest alla ricerca della cultura copta.

PRIMO GIORNO Partenza dall’Italia in aereo.

Per i più avventurosi e senza problemi di tempo è possibile raggiungere l’Egitto via mare anche con un proprio mezzo che dovrà essere un buon fuoristrada attrezzato per il deserto (con riserva di benzina e acqua potabile e di pezzi di ricambio).

Noi siamo atterrati a Luxor alle 22.30 e dal momento che era il periodo del ‘ramadan’ la città viveva il momento di maggior fermento perché il digiuno dei fedeli termina con il calar del sole per cui le ore notturne diventano le più animate. Il nostro viaggio è iniziato con la crociera sul Nilo per cui ci siamo imbarcati su di una delle tante navi che fanno questo straordinario percorso.

SECONDO GIORNO LUXOR E KARNAK Ciò che oggi è visibile dell’antica TEBE la capitale del paese già dall’XI dinastia che divenne poi il Nuovo Regno dei faraoni.

Era divisa nella ‘Tebe dei vivi’ visibile sulla riva destra del Nilo a Luxor e soprattutto a Karnak sede dei favolosi templi dedicati alla triade divina (Montu, Amon e Mut) e nella ‘Tebe dei morti’ le grandiose necropoli dei sovrani e degli alti dignitari di corte poste sulla riva sinistra del Nilo. La Valle dei Re uno dei luoghi più conosciuti e visitati di tutto l’Egitto.

Il complesso montuoso alle spalle di Deir el-Bahri ospita una serie di necropoli improntate ad un aristocraticismo che si prolungava nell’aldilà accogliendo solo tombe di personaggi al vertice della scala sociale; luoghi mai abitati dai vivi in cui il silenzio era rotto solo dalle solenni cerimonie tributate ai dignitari nei templi eretti ai piedi dei colli. Oggi il turismo ha reso i luoghi vivaci e chiassosi indirizzando attività artigianali di tradizione verso una massiccia produzione di souvenir cui si accompagnano attività come guida, guardiano o manovale addetto agli scavi.

Lo tombe presentano una disposizione sempre uguale: una porta tagliata nella roccia, un corridoio (in genere lungo più di 100 metri e in pendenza) diviso in sezioni sempre più strette, nicchie e cappelle laterali con soffitti retti da pilastri; nella camera principale si trovava l’enorme sarcofaco contenente la mummia regale.

Si conoscono, ad oggi, 58 tombe in quella che è denominata ‘La Valle dei Re’ e 4 in quella detta ‘La Valle dell’Ovest’.

Le violazioni delle tombe iniziarono già in epoca faraoinica ma erano visiti già in epoca tolemaica.

La prima tomba scoperta in epoca moderna fu quella di Amenofi III (in epoca napoleonica) a cui seguirono tutte le altre tra cui quella sensazionale (perché quasi inviolata) di Tutankhamon nel 1922. Prevedete di impegnare quasi l’intera giornata per visitare il complesso delle varie necropoli partendo già dalle prime e più fresche ore della mattinata. Ricordate anche di prendere acqua da bere e di coprirvi bene la testa: già dalla mattinata il sole ‘picchia forte’.

Portatevi anche una buona guida cartacea (tipo ‘Touring Club’) anche se dovrete unirvi ad un gruppo con guida in carne ed ossa, purtroppo non sempre all’altezza della situazione.

Ricordate che, in teoria, non è consentito fare riprese filmate che però tutti fanno.

La sera è il momento migliore per fare acquisti ai mercati ma dopo una giornata così faticosa è da ‘duri’ ributtarsi nel caos di genti, rumori ed odori.

^ TERZO GIORNO Giornata dedicata a Luxor e Karnak.

LUXOR (circa 60.000 abitanti) occupa la porzione sud-occidentale dell’antica Tebe ed è oggi una città moderna, il centro organizzativo del turismo nell’Alto Egitto. Il modo migliore per godere dell’atmosfera della città è camminare lungo le rive del Nilo o meglio ancora noleggiare una feluca per un giro sul fiume sacro fino all’isola delle Banane.

Il momento migliore per visitare i mercati e la zona commerciale è dopo il tramonto quando il caldo diminuisce e la città si anima di nuova vita.

Il tempio di Luxor, è aperto fino alle 21 in inverno e alle 22 in estate, quello di Karnak chiude alle 17.30 (18.30 in estate) poi rimane aperto solo per gli spettacoli di ‘Son et lumiere, da non perdere.

Gli scavi iniziarono nel 1883 e sono tuttora incompiuti per la questione della Moschea di Abu el-Haggag costruita su parte del primo cortile.

Il tempio di Luxor dipendeva da quello di Karnak (più grande) ed era detto ‘Harem meridionale di Amon’. Prevedete alcune ore di prima mattina per la visita del tempio e del museo poi dirigetevi verso Karnak lungo uno dei due percorsi, segnalati, lunghi poco meno di 3 chilometri.

KARNAK è oggi un piccolo centro in cui sono visibili, molto più che a Luxor, i resti dell’antica Tebe a partire dal complesso monumentale intitolato ad Amon per via del tempio centrale (straordinario) dedicato alla massima divinità tebana; sarete impressionati dalla maestosità del luogo in particolare dalla ‘Grande sala ipostila’ un selva di 134 colonne (luogo più volte utilizzato come ambientazione cinematografica, chi non ricorda Ercule Poirot accaldato ma vigile nella ‘Crociera sul Nilo’?).

Ricordate che il tempio chiude alle 17.30 ma voi rientrate per lo spettacolo di luci e suoni.

Tenete presente che le crociere dedicano, in genere, un solo giorno a Karnak, Luxor e necropoli varie: è davvero poco, si corre molto e si perde tanto ma se avete prenotato dall’Italia un viaggio organizzato non avete scelta. Chi si organizza da sé è opportuno che prenoti l’albergo già prima di partire dal momento che spesso è tutto esaurito, soprattutto in inverno.

Chi avesse alcuni giorni in più a disposizione può prevedere un viaggio fino ad Hourgada o El-Ghardaka (circa 200 km, per 4 ore di jeep o auto 4×4 ) è una stazione balneare di recente successo e un centro di pesca subacquea nota per l’aspetto selvaggio e pittoresco delle costiere e per l’eccezionale trasparenza delle acque che già l’età faraonica segnalò per la possibilità di osservare meduse e pesci dalle forme bizzarre. Recenti insediamenti di pozzi petroliferi non contribuiscono a migliorare l’aspetto paesaggistico.

Poco lontano da Luxor, quasi sulla strada Hourgada, c’è il villaggio di Garagos in cui convivono cristiani (copti) e musulmani.

Prima di partire verificate con le Autorità la situazione: potrebbe essere necessario procedere in carovana con altri mezzi per evitare situazioni spiacevoli.

QUARTO GIORNO Chi ha optato per la crociera seguirà il classico e obbligato percorso fino ad Assuan con soste determinate.

Coloro che desiderano viaggiare autonomamente possono scegliere se noleggiare un’auto (le strade fino ad Abu Simbel sono in discrete condizioni) oppure se salire su di uno dei numerosi autobus che fanno escursioni fino ad Assuan e/o Abu Simbel. E’ possibile anche usufruire della linea ferroviaria che collega Il Cairo ad Assuan; è una alternativa interessante dal momento che viene utilizzata quasi esclusivamente dagli egiziani. Se avete noleggiato un’auto fermatevi ad Idfu soprattutto non perdetevi il Tempio di Horus, l’archetipo del tempio egiziano iniziato nel 237 a.C. Composto da una successione di ambienti sempre più piccoli; le incisioni delle pareti rivelano cerimoniali e riti occulti da cui era escluso il pubblico oltre a ricette per profumi e unguenti e formule Magiche. Prevedete un paio d’ore per la visita. Assuan dista circa 230 km da Luxor, la strada si snoda lungo il Nilo (sia a destra che a sinistra) ed è di grande interesse paesaggistico.

In auto raggiungerete Assuan nel pomeriggio o verso sera se pensate di fare più soste lungo il percorso come ad esempio a Kom Ombo per il tempio al Dio Coccodrillo posto poco fuori città, in aperta campagna, sopra ad una collina con vista sul Nilo. Si trova tra i campi coltivati, in particolare canna da zucchero, sottratti al deserto dove sono stati ricostruiti i villaggi allagati dalla diga di Assuan. Poco prima di giungere ad Assuan troverete Daraw, un tempo il più importante mercato di dromedari di tutto il paese.

^ QUINTO GIORNO ASSUAN, sulla riva destra del Nilo, è un centro industriale di prima importanza ma soprattutto gode di un clima abbastanza costante nel corso dell’anno tanto da essere abitata da numerosi ‘pensionati’ occidentali che hanno scelto di vivervi. Al di là dei monti si estende la Nubia, il deserto sabbioso e oltre il Sudan da cui provenivano per decine di secoli la mitiche carovane cariche di spezie.

Per visitare la città prevedete almeno un giorno o meglio due (se vi è possibile).

L’Isola Elefantina è lunga 1.500 mt e larga al massimo 500 mt., fu la sede primitiva della città. Oggi è un luogo molto piacevole in cui è possibile visitare il Museo e il ‘Nilometro’ : una scala di 90 gradini che si immerge nel fiume e le sue pareti presentano scale graduate per misurare l’aumento dell’acqua memorizzando le memorabili piene.

Ritornando a terra si potranno visitare le dighe (la ‘vecchia’ dei primi anni del secolo e la ‘alta’ degli anni ’60). La costruzione ha portato ad un aumento dei terreni coltivabili ma ha anche stravolto la vita degli abitanti di questa regione. Non è difficile trovare anziani che hanno dovuto abbandonare i loro villaggi sommersi dalle acque a causa della diga ‘nuova’ conclusa nel 1964 con il riempimento dell’invaso completato nel 1972; vi lavorarono 35.000 persone e 300 vi persero la vita soprattutto operai della zona.

Il complesso monumentale di File è stato salvato dalla mobilitazione della cultura internazionale: la costruzione della diga vecchia provocò la semisommersione dei templi di File tranne a luglio e ad agosto in cui lo svuotamento dei bacini rivelava la ricchezza della zona archeologica. Attraverso l’aiuto dell’UNESCO l’intero gruppo di edifici fu spostato sull’isola di Agilkia posta al di sopra del livello delle acque. La gigantesca operazione durò 8 anni dal 1972 al 1980.

Chi non ha la possibilità di andare ad Abu Simbel non può perdere la visita a questo complesso. Nei dintorni si trovano numerosi villaggi nubiani come Soel stravolti dal turismo a causa del quale si sono trasformati in souk all’aperto. Anche i monumenti di ABU SIMBEL furono seriamente compromessi dalla costruzione della diga nuova: le acque avrebbero cancellato uno dei luoghi più noti dell’Antico Egitto. L’8 marzo del 1960 l’UNESCO lanciò un appello internazionale per il salvataggio dei 14 monumenti interessati che furono sezionati e trasportati in blocchi in un ambiente che aveva caratteristiche simili a quello naturale in cui furono riassemblati. Si trattò di una impresa titanica a cui contribuirono numerosi paesi occidentali, ai quattro che contribuirono maggiormente all’operazione l’Egitto donò un tempio ciascuno; all’Italia spettò lo speos di El-Lesiyache fu rimontato al Museo Egizio di Torino. Gli altri furono donati alla Spagna, all’Olanda e agli Stati Uniti.

Si può raggiungere Abu Simbel da Assuan in aereo (40 minuti di volo, più volte al giorno), in pullman o in auto lungo un percorso di 280 km o in battello; nel caso noleggiate un’auto provvedete alla benzina anche per il ritorno.

SESTO – SETTIMO- OTTAVO GIORNO E’ il giorno della partenza per Il Cairo, il viaggio può essere effettuato in aereo da Assuan o anche da Abu Simbel (senza alternative per chi ha poco tempo a disposizione oppure in auto, un viaggio più lungo ma molto interessante, o in treno).

IL CAIRO (El-Qahira) è una delle città più conosciute del mondo, un crocevia di storia e culture (egizia, cristiano-copta e islamica) e ora anche ‘europea’ soprattutto in prossimità del Nilo. Offre infinite opportunità culturali, di intrattenimento e numerose manifestazioni estemporanee.

E’ possibile visitare la città da soli oppure farsi condurre da guide ufficiali (opportune in alcuni luoghi come la ‘città dei morti’) o dai ragazzi del luogo sempre disponibili nelle zone turistiche e nei pressi dei mercati.

Gli spostamenti in città sono sempre molto complicati. Il traffico è infernale, caotico e rumorosissimo. I taxi, poco costosi, sono forse il mezzo più pratico ma rimangono ‘imbottigliati’ perché non ci sono corsie preferenziali; lo stesso avviene per gli autobus. E’ invece poco pratico utilizzare un mezzo proprio o a noleggio.

Gli alberghi sono spesso pieni per cui è opportuno prenotare anticipatamente.

Il cibo è ovunque ottimo e vario, si trovano gli spaghetti italiani come gli hamburgher americani ma la cucina egiziana è eccellente e, in genere, a buon mercato; occorre prestare attenzione soltanto all’osservanza delle elementari norme igieniche per evitare spiacevoli inconvenienti.

La città e i dintorni meriterebbero una visita di almeno una settimana, ma la maggior parte dei turisti vi sosta due/tre giorni come abbiamo fatto noi.

La storia della città la troverete su qualsiasi guida che si rispetti (dalle guide Touring, soprattutto la monografia della serie ‘Oro’, alle Guide bleu francesi ecc.) ma se volete viverla dovete munirvi della Lonely Planet o della Guide du Routard (anche in versione italiana).

Noi possiamo consigliarvi di non perdere il Museo Egizio (uno dei più interessanti musei del mondo) in cui passerete almeno mezza giornata (e forse più), la Città dei Morti (sconvolgente! Ricordate che avere una guida è importante), il mercato di Khan el-Khalil (pittoresco ma molto faticoso perchè enorme, pieno di suoni, colori, odori, rumori; è meglio cercarsi una guida così non verrete importunati dai tanti che vorranno accompagnarvi), l’Università religiosa e la Moschea El-Azhar, la Città Vecchia (da non perdere il Caffè degli specchi, luogo in cui era facile trovare il Premio Nobel della letteratura Naguib Mahfuz assieme i suoi tipici personaggi), il Museo e il quartiere Copto, il Museo d’arte islamica e l’area Bab Zuweila ma anche i numerosi musei minori (per intenditori), i parchi e i giardini, lo zoo, la Torre del Cairo per vedere il panorama di tutta la città e così via.

^ Cercate i locali dove si fanno danze del ventre ma evitate gli alberghi in cui potrete trovare solo spettacoli per i turisti. Ricordate però che la maggior parte delle ballerine sono russe, bionde e molto apprezzate dagli egiziani, mentre le vere danzatrici sono rare, e dovrebbero essere ‘formose’ e ‘anzianotte’.

Naturalmente non si potrà in nessun caso perdere la visita alle Piramidi altrimenti cosa si viene a fare in Egitto? Rimangono uno spettacolo unico ed emozionante e valgono da sole il viaggio: Iniziate dalla necropoli di Giza, a 12 km dal Cairo (potete utilizzare l’autobus n. 8 che parte dal midan Falaki ma è più pratico il taxi) aperta dalle 9 alle 17. E’ meglio andare di prima mattina e godersi l’alba dalle spianate antistanti e poi attendere l’apertura della zona archeologica.

Oppure si può attendere il tramonto e sperimentare il ‘Son et lumiere’ notturno (dalle 18.30 in inverno e dalle 20.30 in estate).

Il rettilineo delle piramidi è lungo 8 km e consente di visitare la sfinge e le piramidi di Cheope (la grande piramide una delle sette meraviglie dell’antichità) La piramide di Chefren e quella di Micerino oltre ad alcuni templi.

Prevedete diverse ore a seconda del vostro interesse, dal tempo a disposizione, della resistenza fisica e del clima ma non stupitevi se vi troverete a trascorrerete una intera giornata in questo luogo magico (e misterioso per gli amanti dell’esoterismo).

Da non perdere anche la visita a Menfi per la necropoli e il complesso funerario di Zoser (con relativa piramide). Menfi si trova a 30 km dal Cairo e si raggiunge per la strada lungo il Nilo detta ‘dell’Alto Egitto’ con la quale è inoltre possibile visitare anche Menfi, la vecchia capitale dell’Antico Regno.

Se avete tempo a disposizione andate a visitare Alessandria in cui è stata da poco riaperta la mitica ‘Biblioteca’ culla di tutte le civiltà del Mediterraneo.

Se siete particolarmente interessati alla figura della regina Ankhesenpepi, la prima donna reggente che esercitò un potere assoluto sull’Egitto circa nel 220 a.C., rimanete a Saqquara, nei cui pressi è stata trovata tomba nei primi giorni dell’anno 2000 dall’archeologa francese Labrousse.

Se invece volete girare nel deserto con un cammello ricordate che potete acquistarlo in una oasi, vi costerà poche lire e vi permetterà di vivere il deserto in modo completamente diverso. Potrete inoltre lasciarlo, sempre in una oasi, e ritrovarlo l’anno successivo: si dice che i cammelli siano eternamente fedeli.

Fuso Orario: 0 (in estate) + 1 ora (in inverno) Durata del giorno: massimo 14 ore (giugno), minimo 10 ore (dicembre)



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