Ed ora: Siviglia

Ebbene sì, per me e Sabrina questo è proprio l'anno della Spagna! Dopo Barcellona a gennaio e i Paesi Baschi ad agosto, la meta per un nuovo week-end di settembre è stata Siviglia. Sabato 17 settembre - solita sveglia notturna e solito tragitto dal Veneto a Bergamo per prendere il volo Ryanair (e chi altrimenti) con destinazione la capitale...
Scritto da: FedeFerra
ed ora: siviglia
Partenza il: 17/09/2005
Ritorno il: 19/09/2005
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 500 €
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Ebbene sì, per me e Sabrina questo è proprio l’anno della Spagna! Dopo Barcellona a gennaio e i Paesi Baschi ad agosto, la meta per un nuovo week-end di settembre è stata Siviglia.

Sabato 17 settembre – solita sveglia notturna e solito tragitto dal Veneto a Bergamo per prendere il volo Ryanair (e chi altrimenti) con destinazione la capitale andalusa.

Arriavti all’aeroporto di Siviglia, prendiamo l’autobus di linea che, in poco meno di mezz’ora e per la modica cifra di € 2.30, ci porta in pieno centro cittadino.

Prima di arrivare al nostro albergo per mettere giù le valigie, facciamo tappa all’ufficio turistico ove ci forniscono di materiale vario sulla città e ci confermano la corrida del giorno dopo.

Passando a fianco della Cattedrale, arriviamo al nostro hostal, “Dona Lina”, nel pieno centro del Barrio de Santa Cruz, dotata di solo 8 stanze pulite e confortevoli (al modico prezzo di € 63 la doppia).

Mettiamo giù le valigie e subito si parte per un primo giro della città. Inziamo così ad addentrarci per i vicoli del quartiere ebraico (il Barrio de Sant Cruz, appunto), osservano estasiati le case, i patii e le piazzette che rendono questo decantanto luogo quasi magico.

Ci dirigiamo alla “Casa de la memoria”, un centro culturale che propone spettacoli di flamenco tradizionale e che già un altro “utente” di questo sito aveva suggerito. Gli spettacoli per la serata sono già “sold out” per cui acquistiamo due biglietti (12 € interi, 10 € studenti) per il secondo spettacolo del giorno dopo alle 22.30.

Soddisfatti dell’acquisto continuiamo il nostro giro dirigendoci verso il nord della città, passiamo vicino al bel palazzo della Ayunteria e percorriamo le strade dei negozi e dello “struscio” sivigliano. Subito osserviamo che, durante la caldissima stagione estiva, le strette vie vengono coperte con dei teli tirati tra le case, con lo scopo di fare ombra e cercare quindi di ridurre la calura.

Prima tappa golosa alla pasticceria “La Campana”, ove abbondano dolci tipici (quelli sivigliani sono solitamente a base di uovo come gli “yemas”), quindi, corroborati da una buona dose di zuccheri, ci dirigiamo verso la celebre “Plaza de toros de la Maestranza”, ove acquistiamo due biglietti per la corrida di domenica pomeriggio.

Attraversiamo quindi il Guadalquivir non senza osservare la “Torre dell’oro”, e ci inoltriamo nel quartiere più popolare della città, Triana.

Questo quartiere è famoso soprattutto per i numerosi negozi di ceramiche e infatti non possiamo andarcene senza aver prima acqustato qualche bel pezzo artigianale.

Torniamo verso il quartiere della Macarena, quindi ci dirigiamo verso un convento di clausura, ove le suore vendono biscotti fatti in casa. Purtroppo il convento è chiuso per cui visitiamo la “Casa de Pilatos”, bellissima nel suo stile mudejar e piena di angoli suggestivi. Vicino alla casa un altro convento vende “yemas” ed è anche aperto… Ma alla fine decidiamo di non acquistare avendo un po’ di pietà del nostro tasso glicemico.

Torniamo nuovamente verso il centro e notiamo che, essendo un sabato di settembre, abbondano i matrimoni! Praticamente ce n’è uno in ogni chiesa del centro e, anzi, questi si susseguono fino a tarda serata in una sorta di turnazione! Essendo ormai sera e visto che inizia un certo languorino, decidiamo di unirci alla folla di giovani, spagnoli e non, in uno dei più frequentati bar della città (consigliato anche nella Routard). Qui gustiamo gazpacho servito in bicchiere e qualche tapas prima di tornare in hotel per un po’ di relax.

La sera, evitando i vari ristoranti turistici di Sant Cruz, optiamo per un “tapas” tour; “visitiamo” vari locali, tra cui uno (anche questo indicato sulla Routard) ospitato all’interno di un vecchio (direi anzi fatiscente) magazzino, ove tutto appare immutato da decenni.

Ma il cibo è ottimo: gustiamo così vari “montaditos” (ovvero piccoli panini imbottiti e scaldati sulla piastra) tra cui quello tipico con la “pinga”, sorta di carne in umido spalmata, il tutto innaffiato con un’altra specialità spagnola, il “tinto de verano” cioè vino rosso allungato con limonata (si può bere anche la birra locale, “Cruzcampo”, allungata con limonata).

Domenica 18 settembre – dopo la colazione in zona Santa Cruz, andiamo a visitare l’Alcazar. Siamo i primi, non c’è coda e riusciamo perciò a fare buona parte della visita in quasi solitudine.Il palazzo è davvero spettacolare, è l’apoteosi dello stile “mudejar”, ove i muri “ricamati” e colorati e i patii con le fontanelle creano un atmosfera arabeggiante.

Visitiamo poi il parco, anch’esso veramente splendido e rigoglioso, ove, nonostante i turisti ormai affollino il palazzo, regna pace e tranqullità.

Soddisfatti della visita, decidiamo di attendere il pomeriggio per entrare nella cattedrale e ci incamminiamo verso Plaza de Espana.

La piazza venne costruita in occasione dell’Expo Panamericano che si svolse a Siviglia nel 1929; è uno spazio vastissimo, chiuso da un lato da una costruzione semi-circolare in stile “neo-mudejar” mentre due enormi fontane creano spettacolari giochi di riflessi.

Di fronte alla piazza si estende un grande parco e in tutta la zona che circostante si ergono i vari padiglioni costruiti per l’Expo.

Dopo uno spuntino in zona Santa Cruz, visitiamo la Cattedrale (che, come già detto da altri, è gratis alla domenica pomeriggio). Non sto ora a descrivervi la bellezza e la maestosità della chiesa ma vi consiglio di salire sulla Giralda (ovvero il campanile, un tempo minareto della moschea precedente) attraverso una poco faticosa ascesa tramite un piano inclinato (per cui niente scalini), da dove si può ammirare il panorama di tutta la città.

Usciti dalla Cattedrale ci dirigiamo verso la “Real Maestranza” per assistere alla corrida.

Si sa che la corrida è uno spettacolo che in molti genera sgomento in quanto ritenuto, a torto o a ragione, crudele.

Quindi non mi dilungherò con commenti più o meno filosofico-animalisti della cosa, dico solamente che l’impatto dell’uccisione del primo toro (ne erano in programma sei, tutti “novillos”) è indubbiamente duro ma poi ci si “abitua” e, quando si inizia a capire come si svolge una corrida (importante leggere prima tutta la sequenza delle diverse fasi e le tipologie di movimenti), si riescono ad apprezzare molte cose.

Per cui il mio consiglio è di assistere prima ad una corrida per poi poterla giudicare tenendo in considerazione che dietro a questa vi è cultura e tradizione spagnola.

La serata è dedicata allo spettacolo di flamenco tradizionale presso la “Casa de la memoria”; qui un gruppo di 4 giovani musicisti (una ballerina, un ballerino, un cantante ed un chitarrista) ci hanno deliziato con un paio d’ore di flamenco di alta classe, ove l’ambiente (un patio coperto), la luce soffusa, la musica e i movimenti rapidissimi dei ballerini ci hanno letteralmente “rapiti”.

Rapida cena a base di tapas e quindi finisce la serata non senza un breve giro in una Siviglia poco popolata ma molto suggestiva.

Lunedì 19 settembre – la mattina ci aspetta il volo di ritorno ma già la Spagna ci attende a inizio 2006 verso una nuova meta.

Ciao F&S



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