È una delle penisole più belle d’Europa, da vivere anche in inverno: viaggio on the road in 7 giorni alla scoperta delle meraviglie del Sud Ovest

On the road in 7 giorni alla scoperta delle meraviglie del Sud Ovest
Scritto da: Delenda Carthago
È una delle penisole più belle d'europa, da vivere anche in inverno: viaggio on the road in 7 giorni alla scoperta delle meraviglie del sud ovest

Dopo la splendida Irlanda dello scorso Natale, questa volta la scelta è ricaduta sulla Cornovaglia, su suggerimento di un conoscente. L’organizzazione è stata abbastanza meticolosa per potere fare il massimo in modo abbastanza stanziale e partendo con poche cose al seguito e quindi il tutto è stato pianificato dopo l’Estate. Siamo in tre, perché una dei nostri figli si è aggiunta all’ultimo e quindi io e mia moglie partiamo con uno zaino con molti scompartimenti, pieno al massimo, mentre a nostra figlia facciamo imbarco prioritario e due bagagli da cabina (zaino e trolley), di cui uno mezzo vuoto per gli inevitabili acquisti.

Nei nostri zaini, oltre a mutande e calzini, un maglione non particolarmente pesante, un paio di pantaloni di ricambio, una termica (utile) e un underwear per i sotto pantaloni, rivelatosi eccessivo, visto che la temperatura oscillerà tra i 9 e i 12 gradi in un clima sempre grigio e a tratti con pioggia “misty”. Poi un paio di scarpe da ginnastica per ricambio rispetto a quelle più impermeabili della partenza (mai usate), due camice, cappello e guanti, oltre al pigiama. Accessori USB e due prese inglesi.

  • Costo pranzi/cene: da 30 sterline in tre se ci si limita a pranzo a dolcetto + tè, fino a 80 sterline se si pranza/cena con main course e via dicendo. Birre a 4,50/5,00 GBP
  • Ore di luce: il sorge sorge alle 8.30 e tramonta alle 16.30.
  • Pagamenti: ovunque con carta di credito. Solo qualche parcheggio desolato con monete.

Diario di viaggio in Cornovaglia

26 dicembre 2024 – Giorno 1

Volo EasyJet pomeridiano, alle 17.05, da Roma Fiumicino a Bristol, affitto di un’auto da Europcar  prenotata da Roma e prima tappa a soli 45 minuti di distanza presso l’ Holiday Inn Express Taunton East, IHG Hotel, che sta proprio vicino all’autostrada, economico ma molto pulito e funzionale per un breve soggiorno. Preso per tempo, ho pagato 53 euro una doppia con colazione inclusa e per mia figlia, che si è aggiunta dopo, 71 euro. Visto che il posto non è in un centro urbano, ci siamo portati dei panini da casa per la cena, scelta rivelatasi vincente poiché alle 20.00 è tutto chiuso per mangiare.

27 dicembre 2024 – Giorno 2

Il fuso orario ci consente di svegliarci ad un orario accettabile e, dopo la colazione, partiamo con direzione Westward Ho! nel Devon, una località balneare del distretto di Northam che ho voluto visitare in quanto il suo nome particolare lo si rinviene in una canzone di un gruppo inglese che amo molto  (Half Man Half Biscuit) che descrive perfettamente la località in direzione sud ovest. La cittadina in effetti è carina e caratteristica come il suo nome con il punto esclamativo alla fine, ed ha una grandissima spiaggia creata dalla bassa marea dove la gente passeggia, spesso con i propri cani o va a fare surf e bodysurf. Il clima è coperto con pioggia “misty” e sono 9 gradi. Non è necessario l’underwear per i pantaloni, mentre una termica per il busto può contribuire a rimanere caldi, anche se non tira vento. Ci sono molti negozietti local, come sarà anche in tutta la Cornovaglia, non toccata fortunatamente dal globalismo. Per girare abbiamo parcheggiato in un supermercato, ma in ogni località ci sono parcheggi ampi dove si paga con la carta di credito e solo qualcuno con le monete.

Alla fine della vacanza avremo utilizzato solo la carta di credito e le 20 sterline che avevo sono rimaste nel borsellino.

In poco più di un’ora abbiamo visto tutto, comprato due felpe local e passeggiato sul lungomare, cosi andiamo in  direzione Boscastle a 39 miglia di stanza, percorsi in un’ora. È un bel borgo che offre una bella passeggiata sulla West Coast Road, ma prima pranziamo al The Rocket Store, un ristorante molto carino con cibo sfizioso anche di mare, forse leggermente caro, ma l’Inghilterra costa. Ovviamente dopo scatta la passeggiata sulle scogliere: volendo si può arrivare fino a Tintagel ed oltre percorrendo a piedi il West Coast Trail e noi andiamo avanti per un po’. Fa buio intorno alle 16.45 e vogliamo arrivare – ovviamente in macchina – a Tintagel, ove dormiremo, per visitare qualcosa. Prima di fare il check in al The Wootons Inn, un pub con camere al piano superiore, andiamo per la via del paese, piena di negozietti di magia e con riferimenti a Re Artù e al mago Merlino, per poi andare in direzione del Castello, in realtà ridotto solo alle rovine del basamento. Dopo le 16 non si paga l’entrata al sito, comunque spettacolare per il paesaggio. C’è un ponte che unisce la terraferma a un’isola, ma è in ristrutturazione e non percorribile. Ci sarebbero delle ripide scale umide, ma l’orario ormai quasi serale ci dissuade  dal percorrerle.

Andiamo così a fare il check in per prendere la tripla prenotata, che ha un letto matrimoniale e un letto a castello. Preferiamo andare a cenare al King’s Arthur pub, con una ottima Ale locale, cibo da birreria e clientela esclusivamente locale. Sulla stessa via c’è anche l’ufficio postale più vecchio d’Inghilterra. Poi andiamo a dormire nella stanza al primo piano, costata 156,85 euro.

28 dicembre 2024 – Giorno 3

Dopo la colazione, il programma prevede una capatina a Port Isaac, distante 8,7 miglia percorribili in meno di mezz’ora per via delle strade strette. È necessario tenere a mente, mentre le si percorre, dove si trovano le piccole anse che consentono di accostarsi per far passare chi ti trovi di fronte. È un piccolo paesino portuale molto carino con un porticciolo e negozietti vari dove facciamo una passeggiatina. Poi ci spostiamo a Padstow, 16 miglia in 36 minuti. Cittadina carina, con un porto più ampio e molto visitata dagli inglesi (non abbiamo incontrato stranieri, e forse quattro italiani in sette giorni) che passeggiano tra i numerosi negozietti caratteristici. Pranziamo un un pub – The Harbour Inn – molto frequentato  e dove ci trovano un tavolino per tre, ove degustiamo dei dolci molto buoni e del tè.

Dopo pranzo, facciamo una tappa non prevista dal piano originario avendo ancora un po’ di tempo, e quindi ci rechiamo a Newquay, altra cittadina abbastanza grande che però offre molti negozietti e uno scorcio del mare con un porticciolo e la spiaggia locale. Nonostante il clima grigio, serale e umido, molte persone girano in pantaloncini corti, magliette e qualche robusto locale si fa anche il bagno. Ci si dirige, ormai nella sera, verso la base prescelta per il resto della vacanza, collocata a Camborne, anonima cittadina non distante dalla capitale Truro. L’albergo di un paio di secoli fa si chiama Tyacks Hotel e fa la sua funzione: ha un parcheggio gratuito, una buona colazione sia dolce che salata, un ristorante che ci è servito un paio di sere e della stanze calde collocate al secondo piano, un po’ datate (vasca doccia e rubinetti lavandino separati) ma comunque confortevoli. E’ strategicamente vicino a tutti i luoghi da visitare nei giorni successivi, tant’è che lo prendiamo per tre notti. Per la cena andiamo però ad Angarrack, in località Hayle, più precisamente all’Angarrack Inn, dove molti bambini vanno ad ammirare i giochi di luce di Natale. Il pub é buono, con le solite pietanze inglesi ben cucinate.

29 dicembre 2024 – Giorno 4

La prima tappa doveva essere St. Ives, ma in realtà ci fermiamo alla località attigua che si chiama Hayle ed ha una enorme spiaggia – Carbis Bay – con la marea ritratta dove giocano felici cani e padroni. La Cornovaglia è la patria dei cani e sono veramente ovunque. Verso le 11.40 siamo a Marazion, da dove con la bassa marea si arriva a piedi a St. Michael Mount, una località – sia pur in misura più piccola – speculare a Mont St. Michel in Francia. Con un freddo pungente, pioggerellina e qualche bambino in costume, passeggiamo sulla sabbia per raggiungere il sentiero in pietra che ivi conduce ma oggi il sito è chiuso e non possiamo visitarlo. Peraltro la marea inizia a salire e qualche ritardatario si bagnerà per bene piedi e gambe per tornare indietro. Visitiamo quindi Mousehole (nomen omen), un porticciolo minuscolo molto suggestivo, sia pur parcheggiando un po’ in alto perché sembrava non ci fosse posto al parcheggio in basso, comunque arduo da raggiungere per via delle stradine strette a doppio senso. In realtà il posto c’era perché le auto possono parcheggiare proprio sotto le mura del porticciolo. Decidiamo, dopo la visita, di fermarci al pub sulla via di uscita del paese, ma prendiamo solo un tè perché non c’è da mangiare se non dopo le 17. Andiamo quindi a Porthcurno, altro paese portuale carino da visitare per via della spiaggia semicircolare. Più sopra, tramite un sentiero che non abbiamo fatto perché non mi sentivo al massimo, c’è il Minack Theatre, un teatro sul mare. Poi giungiamo, ormai al tramonto, al Land’s End, la fine della terraferma, forse sopravvalutato: è stato creato un piccolo villaggio mangiasoldi con giochi per bambini, slot e cibo, chiuso per via della stagione, ma in realtà è solo la posizione geografica che può destare interesse. La sera decidiamo di cenare a Camborne, al The Cooper Coast, ben recensito e prenotabile on line. È un locale all’americana con cibo inglese comunque buono ed ordinabile on line dal proprio tavolo.

30 dicembre 2024 – Giorno 5

Cielo sempre grigio e misty, cambiamo zona per recarci a Looe. Il viaggio durerà di più dell’ora e sei minuti preventivata da Google Maps per via di una strettoia ambisenso non regolata da semaforo che crea incastri e lunga fila. Looe è molto carina, con tanti negozietti che portano alla spiaggia, con a destra un fiume che si congiunge con il mare anche grazie alla marea. Dopo la passeggiata, a pochi chilometri c’è Polperro, un minuscolo paese portuale molto caratteristico, con un porticciolo spettacolare regolato dalla marea: arrivi con le barche a secco, te ne vai con le barche in mare. È qui che finalmente troviamo un posto dove mangiare frutti di mare, fino ad ora praticamente assenti dai menu. Si tratta del The Blue Peter Inn, affollato allegramente da uomini e cani ma con un posticino al piano superiore. Poi facciamo una piccola passeggiata sulla scogliera, da cui si gode una diversa prospettiva del luogo.

Per arrivare a Bodinnick, poco distante, è necessario mettere su Google Maps le “farms” intermedie, vale a dire la Landaviddy Farm e la Cornwall Farm: poi delle indicazioni stradali spiegano che per arrivare a Fowey, con il ferry da Bodinnick, bisogna seguire una certa strada. Il tragitto porta a questo paese carino, separato da Fowey dal mare per soli 500 metri. Il traghetto parte ogni 15 minuti fino alle 19.00, come si può vedere qui.

Si va sulla rampa e quando il segnale diventa verde ci si imbarca al prezzo di 8 sterline circa pagabili a bordo su questa specie di chiatta-traghetto che in tre minuti ti porta dall’altra parte. E’ stato particolare! Il tragitto più breve mai effettuato in traghetto che consente di risparmiare strada con vista suggestiva. Perché tornare in hotel? Nonostante sia buio e umido-misty, passeggiamo quindi per Fowey, in cui qualche negozietto alle 17-17.30 è ancora aperto. Anche questo paese illuminato dalle luci natalizie è suggestivo e carino da visitare. La sera siamo ancora in fase digestiva post Polperro e quindi ceniamo in hotel con un brownies.

31 dicembre 2024 – Giorno 6

Cambiando leggermente l’ordine del programma, che prevedeva Truro in serata, partiamo da Truro, appunto, sistemando l’auto al parcheggio del Tribunale per trovare i negozi aperti. Giriamo la cittadina che però, al di là della cattedrale, purtroppo oggi chiusa, non sembra offrire molto, anche perché il fiordo che dal mare arriva sin lì è costeggiato da una strada a largo scorrimento. Dopo aver girato la zona centrale, decidiamo quindi di andare a Falmouth, veramente carina da visitare. Anche questa è una cittadina portuale, ma ha molti negozi caratteristici e locali in cui mangiare. La percorriamo del tutto e mangiamo dopo le 14 al Windjammer, con ottime cozze ed altro. Dopo il pranzo decidiamo, anche grazie all’intelligenza artificiale, di non cenare più dalle parti di Truro per poi andare lì a vedere i fuochi di Capodanno ma di andare a St. Ives dove vanno tutti mascherati (fancy dress) e fanno i fuochi sul molo della spiaggia. Prima però andiamo al The Lizard Point (Helston), che sarà un must della vacanza. Si tratta del capo più a Sud della Cornovaglia, con un mare realmente impetuoso che si infrange su isolette e scogli, con un vento fortissimo. Ci sono un paio di bar ove proteggersi, ma noi siamo scesi, con l’apposito sentiero, fino al mare. Non abbiamo fatto il percorso a piedi sulla West Coast solo perché eravamo all’imbrunire, ma se ci si capita la mattina si può fare una passeggiata splendida. Credo sia davvero imperdibile. Nell’andare via, con Google Maps cerchiamo di vedere anche la Kynance Cove, poco distante, ma si può arrivare solo a una piazzola di sosta che nulla aggiunge a quanto di bello già visto al Lizard Point.

E così, spumantino al nostro albergo, cenetta e via verso St. Ives. Preoccupato del parcheggio per via del forte afflusso di gente, avevo studiato diverse soluzioni con Google Maps, optando per la parte alta della cittadina, anche viste le chiusure stradali, individuando il Trenwith Car Park, il più ampio della zona. “Segui il locale” e non ti sbagli e quindi seguiamo un po’ la fauna del posto e, in prossimità del parcheggio, facciamo come tutti: parcheggiamo per strada, tanto controlli stasera non ce ne sono. In dieci minuti siamo sul lungomare, iperaffollato da centinaia di ragazzi e persone di ogni età travestite nei modi più strani: da meduse, da pesci, da bottiglie di birra, da Trump, da streghe, da calciatore…insomma un vero e proprio carnevale condito da fiumi di birra e vodka che ben presto porterà all’allegria generale, il cui culmine è lo spettacolo pirotecnico sulla bellissima baia del paese, che verrà illuminata in technicolor dai fuochi di artificio. Va detto che prima di essi alcun botto o petardo è stato possibile ascoltare. Tutto si è concentrato in quei dieci minuti. Bellissima serata con un fiume di gente, al termine, che torna verso le proprie macchine. Siamo riusciti a prendere dello spumante in un pub, se si uol stare in un  locale va prenotato prima, ma la festa è fuori! Va anche ricordato come moltissime ragazze, nonostante freddo e pioggia, fossero sostanzialmente non vestite. Alle 01.20 siamo in hotel.

1 gennaio 2025 – Giorno 7

Dopo colazione, lasciato l’albergo di Camborne e terminato il tour della Cornovaglia, andiamo a Stonehenge, nel Wiltshire, che raggiungeremo in poco più di tre ore.

A piedi, sia all’andata che al ritorno, percorreremo in trenta minuti i due km. della strada asfaltata che conduce al sito di cinquemila anni fa, invece del bus. Mangiamo prima al ristorante locale e finalmente prendo una Cornish Pasty che ancora non avevo preso prima, vale a dire un tortino con carne e funghi all’interno.

Piove un po’, e dopo aver interpellato l’intelligenza artificiale su cosa stessimo andando a vedere, facciamo le foto di rito alle grandi pietre collocate in cerchio.

Si poteva anche vedere dall’esterno, più a distanza, ma non avendo speso per escursioni abbiamo pagato in tre 87 sterline per accedere e vedere il tutto più da vicino.

Poi andiamo a Glastonbury per la notte. Soggiorneremo al Crown Hotel, molto carino e a buon prezzo, con le stanze chiamate con i nomi di cantanti, visto che lì si tiene uno dei più noti festival musicali estivi d’Inghilterra. La cittadina è super minuscola e siamo proprio alla piazza del mercato. La tomba di re Artù è  chiusa ed i locali chiudono presto per via del giorno festivo sicché per la cena ripieghiamo sul pub dell’albergo. Soluzione perfetta: ceniamo alle 19 ma ottima cena, la migliore del viaggio, condita con birre locali e non. Andiamo a letto presto, preparando i bagagli.

2 gennaio 2024 – Giorno 8

Sveglia alle 08.00, colazione in bow window dell’hotel e via verso l’aeroporto. Oggi – ovviamente, dopo sette giorni di grigio – fredda e splendida giornata di sole.

Vacanza bellissima che ci ha consentito di vedere come gli inglesi trascorrono le loro ferie natalizie, in un mare di luci, colori e suggestioni, natura e Tradizione della Cornovaglia.

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