È l’isola più ventosa della Grecia, ma la sua bellezza sfida il meltemi tra antiche chiese bianche e un mare da cartolina

Tour quasi completo dell'isola
Scritto da: winzerin18
È l'isola più ventosa della grecia, ma la sua bellezza sfida il meltemi tra antiche chiese bianche e un mare da cartolina

Che fosse l’isola del vento, lo avevo capito già molto prima di partire; infatti leggevo di alcune esperienze poco piacevoli, ma noi siamo stati invece fortunati nel nostro viaggio a Karpathos, e abbiamo scoperto una meta assolutamente unica tra le tante isole della Grecia. Per completezza vi darò alcune indicazioni sulla forza del vento nel corso del racconto.

Diario di viaggio a Karpathos

Giorno 1 – Christou Pigadi, Michaliou Kipos

La partenza notturna è sempre una bella sfida, ma permette di guadagnare una giornata stupenda e goderla completamente.  La giornata inizia alle 2 del mattino, con destinazione Aeroporto di Venezia, il volo è previsto per le 6 del mattino circa. A. ed io non abbiamo i posti adiacenti, ma il volo è in orario e dopo qualche pisolino e un po’ di pazienza arriviamo alla bramata isola di Karpathos. 

Appena scesi dalle scale dell’aereo ci imbattiamo nel famosissimo vento dell’isola ed A. non sembra apprezzarne la forza prepotente. Effettivamente soffiava impetuoso ed io subito mi pento di aver scelto questa isola, intimorita che veramente ci possa rovinare la vacanza. 

Rimaniamo fuori dall’aeroporto ad aspettare per circa un’ora, in quanto la proprietaria dell’autonoleggio non si presenta in orario, con aria molto infastidita ci mostra l’auto e con altrettanta arroganza si congeda. Disclaimer: avevo prenotato l’auto con caparra in Dicembre/Gennaio, l’ho contattata prima del decollo a Venezia con una email aggiornandola sul nostro arrivo, lei non ci ha mai risposto e si aspettava che noi sapessimo quale fosse l’auto da prendere senza darci alcuna indicazione e senza stipulare l’assicurazione! Il tutto per la “modica” cifra di 50€ al giorno. Quindi, non vi consiglio Billy’s rent a car, l’unica nota positiva è che ci ha dato un’auto diesel, e così, permesso di risparmiare una bella cifra in carburante rispetto all’opzione benzina. 

Con un po’ di amaro in bocca lasciamo l’aeroporto finalmente, la prima tappa è poco più a nord, un mini market dove acquistiamo la crema solare e un po’ di acqua, proprio li accanto la bellissima spiaggia di Christou Pigadi e la taverna Almira.  Intorno alle 11 decidiamo di mangiare delle patatine e zucchine fritte proprio in questa taverna, molto tranquilla perché molto presto e con magnifica vista mare. Il conto è di 14€, la nostra esperienza è limitata dal cibo che abbiamo ordinato, ma era tutto freschissimo e i proprietari molto affabili, credo si possa consigliare senza paura questa taverna. 

Ci spostiamo poi alla spiaggia dove facciamo il primissimo bagno dell’isola, che si rivela un sogno. Qui il vento impetuoso è un po’ smorzato, la spiaggia è un misto di sabbia e ciottoli, ci sono alcuni ombrelloni a noleggio che fanno capo alla taverna Almira e resta molto spazio per la spiaggia libera, attenzione non c’è ombra naturale. 

Decidiamo poi di spostarci verso l’ovest dell’isola, e pranziamo alla taverna di Agios Theodoros, dove mangiamo divinamente per 24€. Io prendo il piatto del giorno a base di carciofi e altre verdure cotte, A. sceglie carne accompagnata da riso. Straconsiglio questa taverna, dove ci siamo sentiti accolti anche grazie a un bel sorriso.  Proprio davanti alla taverna c’è una chiesetta carina carina e una bellissima spiaggia, dove però non abbiamo fatto il bagno, e l’abbiamo solo vista dal parcheggio. 

Il gran tour della giornata di arrivo prosegue verso la spiaggia di Michaliou Kipos, anche conosciuta come la spiaggia delle conchiglie. Qui infatti ci sono degli anfratti, più o meno grandi costituiti da stratificazioni di sabbia e conchiglie. Con molta fortuna si libera un posto all’ombra in una di queste piccole caverne e noi ci godiamo finalmente un riposo lunghissimo e rigenerante cullati dalle onde.  Questa spiaggia non è particolarmente protetta dal vento, ma nemmeno la più esposta, è sabbiosa a granelli grossi con alcune rocce qua e la, il mare è un sogno anche qui. 

Arriviamo a Pigadia, dove abbiamo l’alloggio, intorno alle 19,20; trovare parcheggio è piuttosto difficile ma girando un po’ si trova. Il nostro appartamento si trova un paio di vie sopra la stradina principale dei negozi, comodo ma defilato. Lo spazio interno è pulito e ben curato, al contrario l’esterno ha di fronte un lotto non costruito, che è diventato un’enorme lettiera a cielo aperto e scarico di qualche immondizia. 

Dopo una doccia rigenerante andiamo a mangiare alla online straconsigliata taverna Ellenikon, dove mangiamo dolmades, polpette di polpo, makarunes e un paio di birre al prezzo di 39€. Io vado contro corrente e non mi sento proprio di consigliare questo locale: abbiamo aspettato oltre mezz’ora solo per avere l’acqua, non ci volevano sentire di prendere l’ordinazione, quando poi abbiamo ordinato il cibo abbiamo aspettato ancora un’altra mezz’ora e non abbiamo mangiato niente di buono, era tutto mangiabile, ma ormai dalla fame. Abbiamo notato che a tutti hanno offerto un po’ di frutta, noi non ci siamo lamentati e abbiamo aspettato silenziosamente e non ci hanno neanche degnato di un saluto. 

Piccolo giro lungo il porto e poi Morefo ci chiama a gran voce! Kalinikta!

Giorno 2 – Panagia Larniotissa, Diakoftis

Kalimera con un bel venticello, soffia intorno ai 20-23 nodi, e noi ci rechiamo a Panagia Larniotissa ed Agia Kiriaki. Immaginiamo che si faccia il pellegrinaggio a piedi da una all’altra nei giorni delle celebrazioni religiose, la salita è piuttosto impegnativa. Il nostro destino è ancora nella zona aeroporto, perché oggi è la giornata dedicata a vedere la splendida spiaggia di Diakoftis

Siamo andati alla seconda baia, quella meno affollata, solo quattro persone a mezzogiorno. Il vento è teso per davvero e la sabbia ogni tanto ci colpisce gambe e busto, ma il panorama è uno spettacolo della natura.  Restiamo circa un’ora e mezza fra bagno in acqua e incredula ammirazione. Anche qui la spiaggia non ha ombra naturale, potete noleggiare gli ombrelloni della taverna, ma sono costosi e comunque non riparano da certe raffiche di vento che spingono la sabbia addosso. 

Per pranzo torniamo verso Pigadia e ci fermiamo ad Amoopi, alla taverna Dimitrios. Per 43€ mangiamo due bistecche di tonno grigliate abbondanti, con contorno e caffè buono. Di sicuro consiglio la taverna se siete in zona, proprietari e collaboratori molto gentili. 

Decidiamo di esplorare la zona di Ammoopi, e optiamo per la baia di Kastelia, che si rivela un sogno ad occhi aperti.  Ci sono alcuni ombrelloni divisi su paio di terrazze di ghiaino piccolo, altrettanto spazio libero intorno all’accesso al mare, troneggiato da un paio di tamerici.  La fortuna è dalla nostra e troviamo ampio posto per stenderci proprio sotto una tamerice a pochi passi dal mare. La spiaggia digrada velocemente e il mare è profondo, ma non freddo. Un paradiso per chi ama esplorare il fondale e i pesci. Ideale per una nuotata. La baia è infatti molto riparata, il mare piatto, ma il caldo non è soffocante perché una brezza leggerissima continua a soffiare. Forse la nostra spiaggia preferita dell’isola. 

Prima di tornare a casa ci fermiamo a vedere anche la vicina spiaggia di Fokia, con ciottoli grossi e mare spettacolare come sempre in questa isola delle meraviglie.  Rincasiamo poi verso Pigadia, ma questa sera non usciamo a cena. Ci fermiamo in macelleria e al supermercato perché cuciniamo gli spiedini con patate al forno. Dopo cena ci godiamo una passeggiata sul lungo mare e un paio di bicchieri di vino in un bar del porto. 

Giorno 3 – Menetes, Arkasa, Finiki

La giornata di oggi prevede un po’ di esplorazione dell’isola, quindi andiamo prima a vedere il paese di Menetes, e ci “perdiamo” tra i suoi vicoli. Facciamo un po’ di shopping in quello che scopro essere il forno più popolare dell’isola e ci godiamo un caffè all’ombra nel chiacchiericcio degli altri turisti. 

Seguiamo poi le direzioni per Arkasa, vediamo quel che resta dell’Acropoli antica e proseguiamo lungo il sentiero a lato del mare. Qui ci sono numerosi resti di anfore e utensili usati in antichità dalla civiltà locale. 

Il gran tour della giornata prosegue lungo la costa ovest in direzione nord e raggiungiamo il paese di Finiki. Qui passeggiamo per il paese, la spiaggia è bella in generale, ma non merita vicino alle altre spiagge dell’isola.  Prima di lasciare il paese decidiamo di vedere la piccola chiesa che lo sovrasta, mentre salgo le scale sento alle mie spalle l’arrivo di due bambini greci e mi incuriosisce che stiano venendo alla chiesa. Mi metto quindi in un angolo e li lascio che mi superino. Come immaginavo non erano interessati alla chiesa: con agilità saltano un muretto e si infilano nelle rocce che portano al mare, senza seguire apparentemente un sentiero. A. ed io li seguiamo tenendoci a una distanza di circa 30 metri per non spaventarli, fino a quando arrivano sulle rocce dove si infrangono le onde, qui si chinano e raccolgono il sale.  Stupiti, sorridiamo di queste tradizioni a noi così estranee e finalmente entriamo nella chiesa di Finiki a volta blu. 

Continuiamo verso nord, e consumiamo il pranzo al sacco (una deliziosa pasta con feta, pomodori, olive e le patate avanzate dalla cena precedente) a Paralia Sikelao. A. sfida le onde, ma il mare è molto agitato, non c’è ombra e quindi ci fermiamo solo un’oretta coi piedi in acqua. Poi lasciamo questa spiaggia di cui eravamo gli unici avventori. 

Il riposino di oggi lo consumiamo sotto alle tamerici di Paralia Potali, uno spiaggione con mare un po’ mosso e spiaggia di ciottoli, qui riposiamo solo senza fare il bagno. 

Andiamo poi a vedere le spiagge di Lefkos e per noi scegliamo Frangolimenas, per niente caotica vicino alle altre ma con mare al limite dell’impraticabile, le onde erano alte e qualche volta mi spaventava fare il bagno qui.  Prima di rincasare, ci fermiamo a vedere le cisterne romane di Lefkos

Per cena andiamo alla taverna Pigadia, sul porto, vicino all’attracco dei traghetti. Pendiamo entrambi l’agnello stufato, io con il riso, A. con le patatine fritte, una bottiglia di vino e acqua per la cifra di 56,6€, la proprietaria gentile e sorridente ci omaggia i dolcetti e gli amari. Consigliato e infatti ritorneremo. L’agnello era gustoso e tenerissimo, aveva perso tutta la nota selvaggia ed era molto delicato, mentre le facciamo i complimenti la proprietaria ci rivela che ha un piccolo allevamento alle porte del paese. 

Giorno 4 – Apella

Forse la più bella giornata di questa vacanza: partiamo di buon mattino e la nostra direzione è il Nord dell’isola. 

La prima tappa è la spiaggia di Apella, miglior spiaggia del Mediterraneo secondo alcune testate specializzate in viaggi. Alle 10 del mattino abbiamo già fatto il bagno nelle straordinarie acque di questa baia. Il pezzo forte sono sicuramente i colori dell’acqua, le tamerici alle spalle della spiaggia che creano un’ombreggiata pineta e le coste frastagliate che abbracciano i lati della spiaggia. Ci feriamo alla taverna per un caffè, purtroppo qui niente espresso ma solo caffè americano, e poi proseguiamo verso il villaggio di Olympos. Poco prima del nostro arrivo ci imbattiamo in una celebrazione religiosa, colorata e festosa. Gli uomini anziani cantano in coro una canzone tradizionale, il sacerdote è il fulcro della scena e ai lati della chiesa siedono donne di tutte le età vestite in abito tradizionale Karpatino, ricco di colori sgargianti e capo coperto. 

Finalmente però arriva il momento di visitare il paese di Olympos, seguiamo quindi il percorso dettato da negozi di souvenir, bar e taverne fino ad arrivare alla taverna Milos, troneggiata da un grande mulino a vento.  Qui i makarunes sono fatti a mano da un’anziana signora, non potevo non ordinarli. A. invece ha scelto Moussaka; dalle recensioni mi aspettavo meglio, erano buoni piatti ma non indimenticabili, il prezzo 25€. Tempi di attesa piuttosto dilatati. 

Ripercorriamo a ritroso i violetti di Olympos e ci dirigiamo verso Avlona dove ci aspetta l’esplorazione della città antica di Vrounkounta. Ma andiamo per ordine: lasciata Olympos ci imbattiamo in un paesaggio tutto terrazzato su pendenze estreme, ora in stato di semiabbandono, ma la dice lunga su quanto gli abitanti di Olympos fossero veramente coltivatori e allevatori.  Il paese di Avlona è costituito da alcune case poste al centro dell’unica piana vista sull’isola, una pianura fertile, certamente infastidita da ciottoli ma ricca di terreno. Molte case sono abbandonate, altre sembrano case vacanza ristrutturate, solo una taverna nel paese e purtroppo non ci fermiamo a conoscere i titolari; è un peccato perché sarebbe stato bello fare due parole. 

La nostra meta però è la cittadella di Vroukounta, cerchiamo la strada con qualche difficoltà e poi prendiamo il sentiero, ma non sappiamo quello che ci aspetta. Camminiamo per mezz’ora fra strade antichissime lastricate e sentieri più piccoli, in nostra compagnia solo asinelli incuriositi. Quando finalmente scorgiamo la cittadella ci rendiamo conto però di essere veramente lontani… la nostra stima è di un’altra ora di cammino in discesa per raggiungere la città. Vi prego di considerare che il sentiero non è solo lungo circa 1,5 ore, ma anche che la città si trova all’altezza del mare quindi il dislivello in salita a ritroso è piuttosto importante.

Sconsolati torniamo verso l’auto e lasciamo il paese di Avlona per dirigerci verso Diafani, un piccolo borgo di pescatori. Diafani è una località tranquilla, direi poco più che una contrada da cui partono alcune imbarcazioni che portano all’isolotto di Saria, a nord di Karpathos. Anche in questo la fortuna è dalla nostra e troviamo un po’ di ombra nella spiaggia del paese. Il mare si conferma molto bello, e l’ambiente è piuttosto particolare in quanto la spiaggia è costituita da ciottoli scuri, piatti e lisci, ci sono alcuni ombrelloni, ma fortunatamente la spiaggia libera è ampiamente sufficiente per tutti. Noi ci siamo fermati proprio all’inizio del paese ma se proseguite sul lungomare troverete una seconda baia dove il mare ci è sembrato ancora più bello. 

La stanchezza si fa sentire, quindi ci allunghiamo verso Pigadia. Una volta parcheggiato facciamo un po’ di spesa perché la cucina si mette in moto con orate, pomodori e patatine. Cogliamo l’occasione per preparaci il pranzo al sacco per l’indomani, mentre annaffia la serata con un ottimo vino della cantina Alpha Estates acquistato in un elegante negozio di souvenir del paese. 

Decidiamo di non uscire e abbandonarci alle braccia di Morfeo per un riposante sonno.

Giorno 5 – Achata, Agios Nikolaos

Si sa che la Domenica è fatta per il riposo, vi presento quindi una giornata di completo ozio.  La sveglia per me è tardi, anche se il povero A. deve fare i conti con il suo orologio biologico ampliamente collaudato, quindi intorno alle 6 si sveglia e aspetta con pazienza disarmante per ore il mio risveglio.

Dopo colazione andiamo alla spiaggia di Achata, la più vicina a Pigadia fra il magico trio delle spiagge imperdibili.  Qui la spiaggia libera non è moltissima rispetto allo spazio riservato agli ombrelloni, ma come spesso accade la fortuna è dalla nostra, ecco quindi la gigante tamerice vicino al parcheggio tutta libera per noi. 

I bagni sono lunghi, inebriati del profumo di macchia mediterranea: nuotando possiamo infatti annusare salvia e origano distintamente. Purtroppo alcune microplastiche vengono portate dalla corrente ogni tanto.  Nel frattempo, la grande tamerice ospita una seconda coppia di italiani con cui ci intratteniamo un poco, i quali ci mettono la pulce nell’orecchio per la prossima vacanza….vedremooo!  Consumiamo il nostro pranzetto in spiaggia e poi ci allontaniamo verso il nord dell’isola. 

Ci imbattiamo in Spoa, A. vuole un gelatino ed eccoci alla taverna Folia. Si presenta molto bene, con un piccolo terrazzo vista mare, gli allevatori sono all’aperto che chiacchierano. Ci dirigiamo al banco dei gelati, A. prende un ricoperto al cioccolato, ed io un Magnum, il conto è di 7€. A dire il vero ci sembrano tantini, A. paga con la carta e la proprietaria alza gli occhi al cielo. 

Ci sediamo all’interno a consumare il nostro dolce e qui la scena si fa surreale: il tavolo adiacente al nostro è occupato dalla figlia della proprietaria, che con unghie ricostruite, lunghissime e coloratissime conta e riconta, coccola, accarezza e riconta banconote da 20, 50 e 100€. I miei occhi strabuzzano per tanta volgarità vicino agli ospiti. Non riesco a trattenermi ed esclamo ad alta voce: “Almeno un tovagliolo!” Quando A. finisce di mangiare e a me manca un boccone ecco arrivare come un miraggio un tovagliolino per ciascuno. Come immaginerete, non consiglio questa taverna, mi sono proprio sentita un pollo ormai senza penne. 

Con i gelati sullo stomaco lasciamo Spoa e ci rechiamo ad Agios Nikolaos, uno dei luoghi più belli dell’isola a mio avviso.  Anche in questo caso si tratta di una contrada sul mare, con sabbia grossolana e mare da cartolina. La spiaggia ospita diversi ombrelloni, ma lo spazio per la spiaggia libera è abbastanza.  Passiamo un paio di ore appisolati e leggendo in questa baia che sembra una piscina, riempiendoci gli occhi di tanta bellezza, cercando di fissarla nella mente e nel cuore. 

Lasciata Agios Nikolaos torniamo verso Pigadia dove ci aspetta la cena presso la taverna Sofia, molto consigliata nelle recensioni sui gruppi FB. 

Entrambi prendiamo manzo Giuvetsi e una bottiglia di vino, il conto è di 58€, offerti frutta e dolce. Siamo stati discretamente bene, la sensazione è quella di gusti poco decisi per piacere un po’ a tutti, il vino carissimo e di qualità pessima, infatti la figlia ha ammesso di dover rifare la carta vini. Ho notato che offrendo dolce e frutta riescono a liberare i tavoli velocemente, un modo elegante di invitare la gente ad andarsene. 

Kalinichta e ci vediamo lunedì! 

Giorno 6 – Kyra Panagia

Dopo tanto girovagare tra le meraviglie di Karpathos, si apre la settimana con due giorni di sana calma e riposo. 

La meta di questa mattina è l’inflazionatissima spiaggia di Kyra Panagia, un’altra baia incastonata fra rocce, molto simile alle famose sorelle Apella e Achata, ma molto più costriuta: qui infatti si sviluppa un vero e proprio villaggio attorno alla spiaggia con tanto di minimarket e numerose taverne.  Due motivi rendono questa spiaggia una delle tre più famose dell’isola: il mare eccelso (come in tutta l’isola), trasparente e caldo; la presenza di una chiesa con cupola rossa che domina la spiaggia in alto a destra (scendendo verso il mare). 

Come detto la spiaggia è super gettonata e quando arriviamo gran parte dell’ombra naturale è occupata, ripieghiamo sotto alcune rocce contorcendoci un poco, ma soprattutto stiamo in ammollo per ore. Qui infatti non c’era vento a darci sollievo e il sole era torrido sulle nostre teste, non facevamo in tempo a mettere un piede fuori dal mare che volevamo già rientrare. 

Qui in ammollo incontriamo una simpatica signora che ci intrattiene per circa un’ora raccontandoci delle sue molteplici esperienze in Grecia e in particolare di Rodi. Per pranzo ci rechiamo alla taverna Sofia, che ci prepara crostini di pane con formaggio e pomodoro, saganaki, sardine, acqua e caffè per soli 29€. Vi consiglio vivamente la taverna non solo per il prezzo molto competitivo, ma anche per la gentilezza della giovane figlia del proprietario e per l’eccellente qualità della materia prima. 

Dopo pranzo proviamo ad approcciare nuovamente l’ombra delle rocce ma il caldo è insopportabile e la spiaggia affollata, così ripieghiamo su un’altra spiaggia del cuore, quella delle conchiglie a Michaliou Kipos. Quest’ultima, anche se più affollata della prima volta, si conferma un’oasi di pace accarezzata dalla brezza del vento. 

Almeno una cena per vacanza A. vuole mangiare Gyros, così decidiamo di provare Manolis, che con 16€ ci da 3 Gyros e l’acqua, era discreto ma non è stato il migliore Gyros che abbiamo mangiato, quello di Zante era notevolmente superiore, questo era troppo salato e la pita ciungosa. 

Ci fermiamo poi nell’elegante negozio di souvenir e prendo un secondo vino da bere a casa, ottimo per 30€. 

La vacanza sta per finire e noi qui ci stiamo affezionando.. kalinichta e a domani!

Giorno 7 – Amoopi

Ultimo giorno dedicato al gran relax e decidiamo di tornare ad Amoopi, alla baia di Kastelia, si conferma il maggiore affollamento anche qui, si vede che siamo entrati nella settimana di ferragosto, ma la spiaggia resta calma e silenziosa.  Ci intratteniamo tra bagni, letture e osservando alcuni sub alle prese con una lezione. 

La mattina scorre troppo veloce ed è già ora di pranzare, scegliamo il ristorante Four Seasons. Credo proprio che si tratti di un ristorante e non di una taverna, si vede la differenza già dalla mise en place, ma soprattutto dalla materia prima di quanto servito. 

Come prima cosa ci offrono un ouzo, ordiniamo poi un formaggio di capra eccellente come antipasto, A. come portata principale sceglie un trancio di pesce spada grande come una fiorentina, sia in lunghezza che in spessore, buono e fresco, io invece polpo grigliato, spendiamo 50€ e ci offrono ancora un piccolo dolcetto.  Pieni come un riccio torniamo alla spiaggia di Kastelia, dove riposiamo e ci godiamo gli ultimissimi bagni della stagione in un contesto spettacolare. 

Rincasiamo presto perché voglio godermi le luci del tramonto infuocare il cielo dietro alle montagne che si vedono dal porto di Pigadia.  Ci fermiamo per una birra in un cafenio poco dopo la taverna Ellenikon, beviamo buone birre alla spina ci porta anche dei crostini, l’ambiente è proprio autentico e ci piace da matti. 

Per cena torniamo dalla nostra amica della taverna Pigadia, proseguiamo con la birra e mangiamo Moussaka, la spesa è di 33€. Un po’ stanchi e malinconici per la fine della vacanza, ci avviamo verso casa. 

Giorno 8 – Rientro

Amara Kalimera a Pigadia, dopo colazione portiamo le valigie all’auto e ci fermiamo alla bakery del cuore per alcuni pasticcini e i panini della giornata.  Poi è la volta dell’aeroporto di Karpathos, lasciamo l’auto al parcheggio e avviso la proprietaria dell’autonoleggio, i controlli di sicurezza sono velocissimi e l’aereo in perfetto orario. 

Considerazioni finali su Karpathos

Come avrete capito non si discutono le bellezze naturali di Karpathos: principalmente si va per il mare che non delude mai, decine di tonalità di azzurro e di blu, incastonato fra il giallo della sabbia, il bianco o il nero dei ciottoli, le montagne di roccia frastagliata a picco sull’acqua. 

Karpathos però non è solo mare, per esempio è anche vento, può spirare anche molto forte da Ovest e Nord Ovest. In generale vi consiglio di tenere monitorate le app che indicano la velocità del vento. Considerate che con 12-13 nodi di vento che spira da ovest noi siamo scappati da Kyra Panagia per il caldo torrido, indirizzandoci verso il sud dell’isola, meno protetto. Al contempo, intorno ai 20-22 nodi la spiaggia di Diakoftis diventa fastidiosa perché si alza tanta sabbia, è infatti una delle baie più esposte. 

Queste indicazioni perché sui gruppi FB leggo sempre di gente preoccupata che viene attaccata da altri turisti “veterani” dell’isola che invece sembrano adorare il vento. 

La verità è che il vento ha una velocità e una direzione che vanno specificate se si commenta la vivibilità di un luogo; e quello che per un turista può sembrare ventoso, per un altro può non essere fastidioso, quindi non fatevi prendere dal panico e cercate di capire dove può essere riparato o esposto secondo le vostre esigenze. Piuttosto prestante attenzione alle folate di vento, soprattutto andando verso Olympos che possono essere pericolose, soprattutto se siete in scooter. 

Un’altra delle meraviglie di Karpathos, le sue montagne: ad Avlona camminando verso Vroukounda mi sembrava di essere al cospetto di piccole Dolomiti, la strada che porta da Spoa ad Olympos vi si aprirà in certi punti come un passo di alta quota. 

Per quanto riguarda il cibo abbiamo sempre mangiato almeno bene, in qualche taverna meglio che in altre (Four Seasons, Sofia a Kyra Panagia, Agis Theodoros), ma in generale Karpathos non è un’isola con la qualità gastronomica di Naxos, o del Peloponneso. Lo si evince anche dai vini che si trovano nelle taverne, sembra quasi che il turista altospendente sia arrivato quest’anno per la prima volta e molti di questi ristoratori non siano preparati a soddisfarne i desideri. Per esempio, tralasciando il caso del vino, da Sofia al porto di Pigadia abbiamo mangiato bene, ma poco saporito; sembrava proprio il classico piatto che facesse contenti un po’ tutti i gusti, ma mancavano le spezie, gli accenti, per non parlare del servizio sbrigativo un po’ finto sorridente. 

Capitolo umano: nonostante tutti parlino benissimo della popolazione locale noi ci siamo sentiti numerose volte dei polli da spennare. Dall’autonoleggio al nostro appartamento (mai visto e mai sentito il proprietario in 7 giorni, lenzuola e asciugamani degli ospiti precedenti stesi alla polvere per una settimana e ancora molto altro), e alcune volte anche nei ristoranti/taverne si ripeteva questa sensazione (da Sofia e Ellenikon a Pigadia, oppure a Olympos taverna Milos e soprattuto da Folia a Spoa). In generale comunque nessuna “tragedia greca”, solo poca sensazione di essere veramente benvenuti. 

In generale quindi, non posso che consigliare questa perla nel Mediterraneo; noi abbiamo alloggiato a Pigadia che va benissimo se vi piace un po’ di andirivieni fra taverne, negozi e porto. Ho sentito che molti italiani alloggiano ad Amoopi, che però non è un vero paese, ma più un gruppo di case sparse lungo le strade, per lo più con vista mare, ma sappiate che vi serve un mezzo per fare qualsiasi cosa (minimarket, taverne e mare inclusi salvo qualche eccezione). 

Non ho visto il paese di Arkasa, ma Finiki è poco lontano, poco più che una contrada, sul mare con alcune taverne e mini market (mi sembra un’ottima e tranquilla alternativa a Pigadia); lo stesso discorso vale per Agios Nikolaos, Diafani a mio avviso è un po’ troppo decentrato e con una scelta di servizi ridotta. Lefkos e Kyra Panagia sono un po’ simili ad Amoopi, ma in piccolo, ci si può muovere a piedi per raggiungere mini market e taverne ma non c’è un paese vero e proprio. 

Ovviamente i paesi dell’entroterra e meno blasonati sono un’ottima opzione meno mondana, Menetes, Aperi e Mesochori sono paesi veri, poco battuti dai turisti, per lo più di seconde case che offrono qualche taverna per la sera, inoltre la loro posizione collinare e tranquilla saprà sicuramente offrirvi un riposo silenzioso, mai torrido e spesso ventilato. Da questo punto di vista, Karpathos è la scelta “climaticamente” giusta.

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