E con questa fanno nove..

E con questa fanno nove. Sono le volte che ho avuto la fortuna di potere passare le mie ferie in questo grande Paese. Non so cosa mi spinge a ritornare sempre là. Forse è quello che la gente chiama mal d’Africa. So soltanto che quando sono là, a diecimila chilometri da casa, mi sento bene. Tanto bene che quando è il momento di tornare mi...
Scritto da: suricati
e con questa fanno nove..
Partenza il: 02/08/2008
Ritorno il: 23/08/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 3500 €
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E con questa fanno nove. Sono le volte che ho avuto la fortuna di potere passare le mie ferie in questo grande Paese. Non so cosa mi spinge a ritornare sempre là. Forse è quello che la gente chiama mal d’Africa. So soltanto che quando sono là, a diecimila chilometri da casa, mi sento bene. Tanto bene che quando è il momento di tornare mi chiedo chi me lo faccia fare. Ma poi alla fine torno e, come dice Guccini, “aspetto l’inverno per desiderare una nuova estate”. E durante l’inverno, assieme alla mia compagna, organizzo il viaggio che ci porterà nuovamente là dove dicono che tutto abbia avuto inizio.

I nostri sono viaggi fai da te: prenotiamo via internet il biglietto aereo, una macchina all’aeroporto di Johannesburg e i pernottamenti all’interno dei Parchi Nazionali (quest’ultima cosa anche con 10 mesi di anticipo). In dieci anni (siamo stati anche in Namibia) abbiamo percorso decine di migliaia di chilometri senza che ci sia mai successo qualcosa di spiacevole. La scorsa estate siamo partiti il 2 di agosto e siamo tornati il 23 decidendo, contrariamente a quanto fatto gli anni scorsi, di passare quasi tutta la vacanza all’interno del Kruger. Abbiamo volato con Egypt Air: tutto perfetto e tariffe più abbordabili rispetto a molte compagnie europee. Una volta arrivati ed espletate le formalità doganali abbiamo ritirato la nostra macchina (una Volkswagen Polo che ci ha scarrozzato lungo i 3500 Km di questa vacanza) e ci siamo messi in strada per raggiungere Nelspruit,dove abbiamo trascorso la prima notte. Il mattino seguente siamo partiti per raggiungere il mio regalo di compleanno. Si, avete letto bene, raggiungere. La mia compagna, per festeggiare il mio 40° compleanno, ha prenotato due notti all’interno di una riserva privata (per noi è stata la prima volta) famosissima per la popolazione di leopardi, adiacente al Parco Kruger: Londolozi. E’ stata una delle esperienze più coinvolgenti della mia vita (e probabilmente una delle più costose: essendo un regalo non ho voluto sapere il prezzo ma visto il trattamento riservato agli ospiti…). All’interno della riserva ci si muove su mezzi fuoristrada e accompagnati da due guide armate. Abbiamo visto licaoni, rinoceronti, antilopi, bufali, siamo arrivati fino a pochi metri da un branco di leoni che riposavano ma soprattutto abbiamo seguito nel suo pattugliare il territorio una femmina di leopardo per quasi due ore. Non era la prima volta che vedevamo un leopardo. Era già successo a Etosha, nel Kgalagadi, a Mkuze e nello stesso Kruger (dove addirittura ne abbiamo visti due accoppiarsi) ma erano stati avvistamenti molto fugaci. Vederne uno per quasi due ore a pochi metri da noi è stato indescrivibile. Una volta lasciata Londolozi siamo entrati nel Kruger dove siamo stati fino alla fine della vacanza. Abbiamo dormito in svariati rest camp (Skukuza, Satara, Shimuwini, Olifants, Orpen, Lower Sabie, Pretoriuskop e Crocodile Bridge). In tanti giorni dentro al Kruger abbiamo visto praticamente di tutto: impala, zebre e giraffe (che alla fine ti diventano quasi indifferenti tante se vedono), elefanti, rinoceronti, bufali, iene con i cuccioli (che quando sono molto giovani sono completamente neri e curiosissimi), leoni (in totale circa una cinquantina), un cucciolo di leopardo su un albero che giocava con i resti della preda uccisa dalla madre. Ma l’incontro più bello (forse perché il più imprevisto) ce lo ha riservato il penultimo giorno. Lungo una strada sterrata, a non più di quattro metri dalla strada stessa, mamma ghepardo aveva ucciso un impala (purtroppo non abbiamo visto la caccia) e, assieme ai suoi quattro cuccioli, lo stava divorando. Gli alberi circostanti si sono presto riempiti di avvoltoi che hanno pazientemente aspettato che i ghepardi se ne andassero per banchettare a loro volta. Sembrava un documentario! Il giorno seguente siamo partiti per Johannesburg che nonostante disti “solo” 500 Km dal Kruger sembra esserne lontana anni luce. Ed eccoci in aereo a ricordare i suoni, i colori, gli odori e un cielo stellato che mette i brividi. E a fantasticare su quello che si potrebbe fare e vedere l’anno prossimo. Una volta arrivati a casa abbiamo studiato un nuovo itinerario e iniziato il giro delle prenotazioni. Adesso non ci resta che aspettare: in fondo cinque mesi e mezzo passano in fretta…



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