E adesso pedala di ad Amsterdam
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Giorno 1
Volo di prima mattina, quando atterriamo siamo piuttosto rimbambiti per la notte praticamente in bianco. Dall’aeroporto raggiungiamo in treno la stazione centrale di Amsterdam. Troppo presto per dirigerci al nostro appartamento in affitto condiviso, quindi con trolley al seguito iniziamo a girare la città per un assaggio. I pregiudizi vogliono Amsterdam piovosa e fredda, siamo vestiti da alpinisti ed invece fa caldo e il cielo è limpido. L’impatto è ottimo, gli scorci sui canali molto belli, anche se per il momento badiamo più che altro a non addormentarci su una panchina. Chiediamo di anticipare la consegna della camera: permesso accordato. Accasarci ci permette di rimetterci abbastanza in quadro, quindi a metà giornata siamo pronti ad entrare seriamente nella parte dei turisti. L’approccio è sempre lo stesso: girovaghiamo a piedi per il centro senza mete particolari, cioè vagando in libertà tra le diverse vie pur rimanendo nel pieno della zona turistica. Dopo l’assaggio mattutino dei canali, ci dedichiamo a piazza Dam e dintorni, proseguendo nel Red District, per finire sul tetto di Nemo (città che vai, Renzo Piano che trovi) dove ci concediamo una pennichella abbronzante. Ci svegliamo più rintronati di prima per il feroce mix di sonno e solleone. La sera niente stravizi ma a nanna presto perchè siamo cotti. Dei chierichetti.
Giorno 2
Uccio e Sonia sono romantici e vogliono vedere i mulini di Zaanse Schans, alcuni km fuori città. Quindi al mattino andiamo in stazione centrale dove prendiamo in affitto quattro bici rosse per inoltrarci nella campagna olandese. La più accessoriata è dotata di asta con bandierina arancione, massimo rispetto. Il cielo è tendente al grigio ma sfidiamo la sorte e ci andrà bene. Breve traversata della baia in battello ed una volta in sella pian piano ci perdiamo tra i campi e i canali. La scena è bucolica fino ad un certo punto perché passiamo sotto a grossi ponti, incrociamo un’autostrada e basta girarsi per vedere tralicci, ciminiere e grattacieli, ma detto questo pedaliamo tra coltivazioni verdeggianti, villette da rivista e allevamenti di pecore con cui scambiamo qualche belato. Pedalando per un paio d’ore e forse più arriviamo alla nostra meta, a dirla tutta piuttosto disfatti per la mancanza di allenamento. Zaanse Schans è un’infilata di quattro mulini a vento storici (almeno nell’aspetto) affacciati su una laguna ed inseriti in un’area turistica con altre costruzioni tipiche. Non è una meta di nicchia visto che la folla di visitatori è imponente, però soffocando il senso di artificiosità apprezziamo. Svacchiamo sull’erba, giriamo per i negozietti tra zoccoli in legno e prodotti tipici, ci godiamo il sole e il panorama senza badare troppo al paio di fabbriche che svettano tra le varie costruzioni sulla riva opposta. Si fanno le 15 ed iniziamo a pensare al rientro. La pigrizia ci suggerisce di tornare ad Amsterdam in treno con bici al seguito, ma non troviamo quello che fa per noi quindi ci mettiamo l’anima in pace e pedaliamo. Chiudiamo l’anello iniziato al mattino passando per una via più breve anche se assai meno suggestiva. A fine pomeriggio rientriamo in città dove ci rilassiamo osservando il viavai dai tavolini all’aperto di uno dei tanti baretti, secondo un approccio un po’ parigino o un po’ anziano. Girare con le bici ci è piaciuto quindi decidiamo di tenerle per replicare domani.
Giorno 3
Poco prima delle 10 stiamo legando le nostre dueruote rosse ad una ringhiera davanti al Van Gogh Museum. Ci infiliamo in coda, che man mano aumenta alle nostre spalle; quando il museo apre sarà lunga almeno 100 metri ma l’attesa è sopportabile e la fila comunque si smaltisce in fretta. Trascorriamo un paio d’ore nel museo, che apprezziamo per quanto possiamo essendo chi più chi meno assai incompetenti. Quando ne abbiamo abbastanza usciamo, svacchiamo una consueta mezz’ora sul verde prato del parco di Museumplein, facciamo le foto di rito sulle lettere giganti che compongono il nome della città e quindi ci dividiamo. Uccio e Sonia si prendono i giusti spazi, io e Matteo assecondiamo la nostra indole da architetti supernerd e seguiamo l’itinerario ciclistico sulle opere cittadine dell’ultimo secolo, come da cartina con itinerario a tema del bike rental. Non ci raccapezziamo granché tra casermoni firmati o meno di inizio ‘900, ma con la scusa vaghiamo per svariati quartieri periferici sia borghesotti che popolari, finiamo in un parco assolato dal quale usciamo frastornati per la concentrazione di olandesi bionde stese al sole, concludendo professionalmente con il nuovo quartiere di Ypenburg che è un campionario di residenze contemporanee molto pubblicate. Serata mondana nelle zone di Rembrantplein prima e Haarlemmerstraat dopo.
Giorno 4
Oggi il cielo è grigio sul serio, mettiamo su la giacchetta e via in sella alle rosse verso alcune zone semicentrali che ci mancano, dopo aver scartato l’ipotesi di una gita a Maastricht o simili. I quartieri che visitiamo si rivelano un po’ meno turistici, prevalentemente residenziali, ci fa piacere girarci per un paio d’ore. Ultimo sprazzo di architettura più che recente ficcando il naso nel quartiere di Westelijke Eilanden (credo), già visto al volo tornando da Zaanse Schans due giorni prima, ma stavolta con la giusta calma. 10′ al parco giochi come è giusto che facciano quattro 27enni, svacco al baretto sul ponte di Torensluis (che diventa uno dei miei posti preferiti benché bello come tanti altri o forse meno), al pomeriggio ennesimo giro tra centro e quartiere rosso dove io e Teo ci infiliamo alla mostra di fotografia World Press 2011 alla Oude Kerk, che personalmente apprezzo molto. Molliamo a malincuore le bici che tante soddisfazioni ci hanno dato, dopocena ennesimo giro tra centro e red district, quindi entriamo in modalità bye bye Amsterdam.
Giorno 5
Sveglia presto, treno, aereo, casa, ufficio. E’ finita la pacchia.
Info varie
Organizzazione fai da te con la solita guida LP. Per il viaggio abbiamo approfittato di un ponte, partendo giovedì 2 giugno e rientrando la mattina di lunedì 6: nulla da dire sul meteo, ci siamo anche abbronzati. Abbiamo volato Torino-Amsterdam con Alitalia-KLM, 130€, niente da segnalare. L’affitto bici per noi era una novità, piaciuta molto: abbiamo visto un sacco di roba risparmiando un sacco di tempo. Dormire ad Amsterdam, almeno in centro, è piuttosto costoso: semplice ma efficace la quadrupla a 45€ a notte a testa, senza badare troppo ai frequentatori del sert un paio di portoni a fianco al nostro; abbiamo cambiato due gruppi di giovani coinquilini, entrambi totalmente impegnati a fare onore ai consumi locali :-). Notevoli le scale interne, della nostra casa come pare delle altre case del centro, strette, semiverticali e per questo folkloristiche.
Amsterdam
Ci è piaciuta parecchio, aiutata dal periodo azzeccato e dal bel tempo. Il centro vero e proprio è racchiuso nel primo giro dei canali, dove si trovano l’area di piazza Dam ed il Red District che sono poi i quartieri più strettamente turistici. Appena oltre si trovano altre mete molto interessanti (musei soprattutto) che iniziano ad essere però ben più diluite con attività quotidiane della città. Ulteriormente oltre c’è l’Amsterdam degli olandesi, con pochi turisti e quindi un po’ più reale. Zaanse Schans è fuori città di circa 25 km. Non è male se si vuole vedere una meta abbastanza pittoresca nella sua semplicità. Se siete lì solo per ragazze in vetrina e coffee shop però questa gita non fa per voi.