Due turisti per caso in Giamaica

Un'isola verde ricca di fascino
Scritto da: BETTI75
due turisti per caso in giamaica
Partenza il: 21/04/2012
Ritorno il: 29/04/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Ogni viaggio è una ricerca del nuovo, del diverso; è un approfondire la conoscenza di spazi aperti, luoghi infiniti e senza tempo tutti da esplorare. Sognare una destinazione, sfogliare riviste del settore, andare alla ricerca di qualcosa che possa emozionare, è questo ciò che spesso è piu’ appagante del viaggio stesso. Eccoci dunque a fantasticare, a immaginare spiagge bianchissime, un mare cristallino, culture affascinanti e, perché no, anche una piccola capitale, un paese arroccato, un castello. Viaggiare, infatti, non significa solo percorrere migliaia di chilometri, significa piuttosto saper cogliere con lo sguardo e con la mente quanto di meglio ogni luogo ha da offrire.

Negli anni abbiamo viaggiato molto, spesso scegliendo vacanze “culturali”, altre volte solo per relax. Quest’anno la scelta è difficile; vuoi per le particolari situazioni politiche di alcuni paesi, vuoi per le difficoltà climatiche che si potrebbero incontrare in alcune località del mondo, vuoi perché il bello di viaggiare è scoprire posti nuovi e, molti, sono già stati da noi visitati, vuoi perché a volte non si sa dove andare perché tutto il mondo ci affascina.

Ci consigliano la Giamaica ed è così che, proprio come due turisti per caso, decidiamo di partire alla volta di quest’isola.

Paese caraibico, mare da sogno, musica, divertimento e relax sono sicuramente un mix interessante.

Troppo spesso la Giamaica è stata sinonimo, oltre che di mare e spiagge, anche e soprattutto di trasgressione e marijuana. Non si puo’ di certo negare che purtroppo ci si trovi spesso a dover affrontare nel corso della vacanza “venditori” di ogni tipo. L’importante, come in ogni altro paese del mondo, è rispondere con un deciso “no grazie” al quale ci si sentirà rispondere: “no problem man”.

Apriamo dunque lo sguardo sulla Giamaica nel suo complesso, abbandoniamo i soliti modi di dire e cerchiamo di scoprire quest’isola nella sua totalità, raccontandola con occhio critico ma sincero e forse anche un po’ malinconico.

Prenotiamo un pacchetto all-inclusive nella consapevolezza di non restare per nove giorni all’interno di un resort ma nella speranza di avere un buon punto di riferimento, un punto di partenza per eventuali escursioni.

Italia – Montego Bay: atterraggio sull’isola

Dopo un volo diretto di 11 ore da Milano Malpensa raggiungiamo Montego Bay. La pista dell’aeroporto è di quelle che non si dimenticano: l’aereo si abbassa di quota quasi a sfiorare il mare color smeraldo, la pista lambisce la costa e resta fino all’ultimo nascosta agli occhi del passeggero che, incredulo, teme un atterraggio in mare; i posti a sedere vicino all’oblò assicurano lo spettacolo. Quando scendiamo dall’aereo il clima è perfetto, l’umidità praticamente assente tanto da consentirci di non utilizzare aria condizionata per tutto il nostro soggiorno. Il trasferimento dall’aeroporto al nostro Hotel (il Riu Negril) è di circa un’ora e mezza. Attraversiamo pochi paesi ma quanti bastano per avere un assaggio della cultura giamaicana. Musica, musica e ancora musica. Il ritmo del reggae pervade le strade anche di giorno ed è consueto avvistare giamaicani intenti a festeggiare non si sa cosa ballando ovunque: su un autocarro, in mezzo ad una piazza, ai bordi della strada. “Giamaica No Problem” è così che esordisce il nostro accompagnatore che subito inizia ad intonare quello che sarà il piacevole tormentone per tutta la settimana… “One Love” di Bob Marley. La personalità di questo cantante, morto nel 1981, è una di quelle che lasciano il segno. Al di là della musica e dei testi delle sue canzoni Bob Marley è nella quotidianità di molta di questa gente che, come lui, ha deciso di seguire la “religione” rasta. Una scelta di vita che, contestabile o meno, affascina chiunque per la prima volta si trova a conoscerla cosi’ da vicino. Tra una “Woman No Cry” e un altro “One Love”, tra una descrizione sommaria dell’isola e dei suoi abitanti ci troviamo finalmente al nostro Resort.

Alla scoperta della spiaggia di Bloody Bay

Dedicare il primo giorno al relax assoluto è quasi un obbligo dopo le numerose ore di aereo e considerato il fuso orario. Iniziamo subito a fare conoscenza della gente del posto. Passeggiamo lungo la spiaggia di Bloody Bay osservando bancarelle per turisti ma anche un breve tratto di costa ancora autentico dove gli ombrelloni dei resort hanno lasciato il posto a improvvisati bar “giamaicani”, dove poter assaporare del Jerk; bimbi sorridenti si divertono nelle acque calde del mar dei caraibi, giamaicani conversano allegramente, turisti “ustionati” passeggiamo sul bagnoasciuga. Scene di una quotidianità che, proprio perché tale, si ripeterà per il resto della settimana.

Tramonto al Rick’s cafè

Dopo aver assaporato per il giusto tempo un po’ di relax decidiamo finalmente di prendere un taxi e uscire dalle mura del resort e di recarci al famoso Rick’s Cafè; un locale che è un’istituzione per qualsiasi turista che si rechi in Giamaica. I locali, si sa, fanno tendenza , seguono le mode e non sono certo il modo migliore per conoscere un paese. Tuttavia, sul Rick’s cafè ci si puo’ ricredere. Appena si oltrepassa il cancello d’ingresso si è accolti dallo spettacolo dei giamaicani che per divertire i turisti, ma soprattutto per soldi, si esibiscono in tuffi spettacolari in un mare color smeraldo. Piu’ che tuffatori improvvisati si tratta di veri e propri acrobati capaci di performance che nulla hanno da invidiare ai professionisti olimpionici. Il Rick’s Cafè, affacciato sul mare di Negril, è la meta ideale per chi vuole godere di uno splendido tramonto. Si attende il calare del sole seduti ad un tavolo, sul terrazzo del bar o su un muretto a strapiombo sul mare mentre si sorseggia un cocktail accompagnati dall’immancabile musica reggae. Il sole, all’orizzonte, pare sprofondare nelle acque limpide e calme del mar dei caraibi. Prima di lasciare questo divertente e incantevole locale (se pur invaso di turisti) facciamo conoscenza con il cantante della band, un rasta vero, autentico, con il quale mi esibisco sfoderando davanti a qualche centinaia di persone le mie “innate” doti di ballerina. Mi lascio completamente travolgere dal ritmo coinvolgente del reggae e subito capisco di aver trovato un senso a questo nostro viaggio in Giamaica: la musica. Rientrando al nostro hotel non posso far altro che pensare a quell’omino; un rasta sulla settantina d’anni dallo spirito indiscutibilmente giovane che, in pochi minuti, mi ha fatto respirare una sensazione nuova, diversa, è riuscito a farmi capire la forza della musica e quanto la stessa puo’ emozionare, divertire.

Cascate YS Falls, Bamboo Avenue e Black River

Seguiamo la costa occidentale percorrendola in direzione sud. La prima tappa della nostra escursione è alla tomba di Peter Tosh. Star del reggae, questo cantante si è distinto per le sue posizioni politiche riassunte nel titolo di una delle sue canzoni piu’ famose “Legalize it”. Discutibile personaggio e mito del reggae, Peter Tosh, diversamente da Marley, è quasi dimenticato dai turisti; la sua tomba, molto minimalista, arricchita solo da qualche dipinto dal chiaro simbolismo, non è neanche lontanamente paragonabile a quella costruita, in marmo italiano, al re del reggae. Qui non vi sono negozi turistici, sembra quasi di entrare a violare l’intimità di una famiglia che cerca di sopravvivere con quel minimo lasciatole dal basso afflusso turistico. Vicino casa il simbolo delle lotte di Peter Tosh: un piccolo orticello di marijuana.

Risaliamo sull’autobus, la strada da qui in avanti si rivelerà un inferno. Sfidando la forza di gravità ci si trova tutti a “volare” quasi a sfiorare il tettuccio dell’autobus. Buche enormi e guida spericolata rendono il viaggio ancora piu’ lungo e stancante. Quando raggiungiamo il parcheggio delle YS Falls siamo esausti e al limite della sopportazione. Finalmente scendiamo dall’autobus e con nostra grande sorpresa veniamo catapultati su un trattore che costeggiando il fiume ci porta sino all’ingresso delle cascate. Le YS Falls hanno decisamente un fascino. Si risalgono lateralmente passeggiando lungo un sentiero e percorrendo gradini verso monte. E’ solo un piccolo angolo di Giamaica ma già da qui si capisce l’anima di quest’isola, l’imponenza della sua vegetazione.

Lasciate le YS Falls ci rechiamo alla famosa Bamboo Avenue. Il nome non tradisce le aspettative; Enormi e fitte piante di bambù si trovano ai lati della strada creando un paesaggio di suggestiva bellezza. Se ci si ferma per una breve sosta è possibile gustare dell’ottimo cocco all’ombra di questi enormi bambù. Dopo una breve pausa di ristoro (a base di riso e pollo) ci rechiamo finalmente a Black River. Un’oasi naturalistica, un ecosistema in grado di accogliere diverse specie animali tra le quali magnifici e dolcissimi coccodrilli. Abituati alla presenza dei turisti e soprattutto al cibo gettato loro dagli addetti dei tour operator questi esemplari( se ne contano circa trecento) sono facilmente avvistabili. La soluzione migliore è dunque quella di farsi accompagnare lungo questo fiume con un’imbarcazione e tra un avvistamento e l’altro di coccodrilli ammirare le tante mangrovie e specie di uccelli presenti.

Ocho Rios & Nine Mile

Dopo un’altra giornata di sole e relax optiamo per un’altra escursione. Giamaica è sinonimo di sole e mare ma anche e soprattutto di reggae e Bob Marley. Dopo aver percorso migliaia di chilometri non possiamo mancare a questo appuntamento: il saluto alla star. La strada è lunga e tutt’altro che scorrevole ma finalmente dopo circa tre ore avvistiamo Nine Mile, il luogo di nascita di Robert Nesta Marley dove ha trascorso gran parte della sua infanzia prima di trasferirsi a Kingston. Al contrario del mausoleo di Che Guevara a Santa Clara (Cuba), dove regna il silenzio e il rispetto, qui si è assaliti da un senso iniziale di tristezza; la spettacolarizzazione e commercializzazione del luogo non rendono rispetto a chi li è destinato a “riposare” per sempre. Dopo essere stati accompagnati all’interno di negozi nei quali campeggia Bob Marley in tutte le vesti e dipinto su qualsiasi tipo di souvenir, finalmente apriamo il cancello che conduce alla sua casa e al mausoleo. Salendo un sentiero costeggiato da fiori e piante ornamentali troviamo sulla sinistra il mausoleo alla madre. Sulla destra, a pochi passi, visitiamo la camera di Bob Marley, poggiamo la testa sulla famosa pietra dipinta sulla quale il “Re” meditava ed entriamo a piedi scalzi nella sua tomba: un enorme mausoleo alto circa due metri e mezzo, interamente rivestito in marmo di Carrara, nel quale riposa anche il fratello.

“One Love, One Heart, let’s get togheter and feel all right”… Campeggia ovunque la scritta One Love ed ovunque echeggia la musica reggae. La visita al mausoleo avviene accompagnati da una simpatica guida rasta. La vendita di Marijuana è vietata in tutta la Giamaica ma qui pare che i controlli siano poco presenti e da qualsiasi insenatura, fessura, finestrino emergono figure rasta intente a catturare l’attenzione di qualche turista alla ricerca dell’erba giamaicana. Non so’ se qualcuno del nostro gruppo ne abbia o meno fatto uso ma quel che è certo è che appena saliamo sull’autobus un fortissimo odore di marjuana ci invade. Lo sentiamo sui nostri abiti, e su quelli dei vicini di posto, è ovunque… Lasciamo Nine Mile con la consapevolezza di aver reso omaggio ad un grande musicista ma anche e soprattutto con la consapevolezza che, troppo spesso, il rispetto per la morte lascia spazio al folclore, al commercio. Da turisti non possiamo far altro che prendere coscienza di tutto cio’ e rassegnarci all’idea che il denaro prevale su tutto, chissà pero’ cosa avrebbe voluto il diretto interessato.

Pranziamo in un tipico ristorante prima di dirigerci alle cascate più famose della Giamaica: le Dunn’s River Falls. Il cielo è abbastanza minaccioso, promette pioggia ma forse per chi come me si è ustionata il giorno prima è decisamente meglio. Il mio ragazzo ha qualche linea di febbre ma questo non ci ferma dall’avventurosa risalita delle cascate. Indossiamo costume e scarpette antiscivolo, lasciamo zaini e macchine fotografiche sull’autobus e a piedi raggiungiamo la spiaggia dove nel 1962 venne girata la famosa scena del film “Agente 007, licenza di uccidere” con Sean Connery e Ursula Andress. Dalla spiaggia risaliamo le cascate per circa 200 metri. E’ strano come, immersi in questo contesto si turistico ma comunque naturale, apprezziamo il fatto di non avere con noi la tanto adorata macchina fotografica per immortalare l’arrampicata. Godiamo appieno la piacevole sensazione di idromassaggio data dallo scorrere veloce dell’acqua, ci fermiamo ad ammirare il panorama, ci concentriamo per non scivolare e tutto cio’ senza dover metterci in posa per l’immancabile foto ricordo. Io, appassionata di fotografia (sull’autobus ho lasciato ben tre macchine fotografiche) mi sento vuota senza la mia immancabile compagna ma forse, a volte, vivere le emozioni piu’ intensamente è possibile, basta concentrasri su quello che sta succedendo e non su quello che vedremo una volta a casa. Mi chiedo, infatti, cosa abbiano colto della Giamaica quei due giovani sposini che ad ogni angolo della casa di Bob Marley e delle cascate di Dunn’s River si facevano immortalare chiedendo ogni due secondi a qualche turista di scattare loro una foto… chissà.

Passeggiata romantica sotto la pioggia

Non possiamo lasciare la Giamaica senza provare l’emozione di passeggiare soli lungo la spiaggia di Bloody Bay accarezzati da una leggera pioggiarella. Nonostante il cielo minaccioso decidiamo di lasciare il resort e percorrere la baia. Qualche goccia di pioggia inizia a cadere ma senza dare alcun fastidio. Abbiamo percorso circa 500 metri dal nostro Resort e ad un certo punto iniziamo a vedere giamaicani e turisti correre al riparo. Ma è una lieve pioggiarella, dico io. Non faccio in tempo a finire la frase; Ci rendiamo conto di trovarci nel bel mezzo di un acquazzone caraibico, che fare? Saliamo sulla classica torretta di avvistamento – stile Baywatch – niente di più romantico. Restiamo soli ad ammirare il mare dall’alto, in un silenzio rotto solo dal cadere della pioggia. Il sole è bello, si sa, ma a volte la pioggia regala emozioni piu’ grandi.

Suggerimenti in pillole

– Non si puo’ dire di essere stati in Giamaica senza aver assaggiato il piatto tipico: Il Jerk;

– Provare l’emozione di vivere a stretto contatto con la natura. Dove? alle YS Falls, sul Black River e alle Dunn’s River Falls;

– Abbandonarsi al ritmo coinvolgente del reggae.

– Assistere allo spettacolo del sole che si getta nel mare.

Avvertenze

Come sempre, prima di partire, è bene leggere attentamente i consigli di altri viaggiatori ma anche e soprattutto quanto riportato sul sito www.viaggiaresicuri.mae.aci.it senza sottovalutarne i consigli di Sicurezza.

Ringraziamenti

Come uno scrittore alla fine di un romanzo anch’io nel mio piccolo voglio ringraziare qualcuno:

Paul: il barista del resort, oserei dire un’istituzione. Ha reso le nostre serate indimenticabili grazie alla sua splendida voce regalandoci momenti di musica autentica.

Il “rasta man” al Rick’ Cafè (di cui non conosco il nome): grazie al suo sorriso, alla sua capacità di coinvolgere mi ha fatto conoscere meglio la musica reggae facendomela amare.

E per ultimo ma non ultimo:

Pedro: Per le emozioni che abbiamo condiviso in questa nostra settimana giamaicana nella consapevolezza che appena rientrati già guarderemo oltre, al prossimo viaggio, alla prossima vacanza, conservando un bellissimo ricordo di questa piccola grande isola: la Giamaica.

Questo mio diario di viaggio è il 25° a distanza di 6 anni dall’iscrizione al sito “Turisti per caso”. Dal 07/06/2006 ho condiviso le mie passioni per i viaggi con la comunità di turisti per caso e il mio grazie va anche a loro che con i loro consigli mi hanno aiutata a scegliere ogni anno nuove mete. Nel corso degli anni il sito di Turisti per Caso si è evoluto in continuazione diventando un riferimento irrinunciabile.

A tutti non posso far altro che dire… alla prossima.

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