Due tpc e mezzo in crociera.
Per l’escursioni (almeno per quelle) abbiamo fatto da noi, quindi ecco un piccolo riassunto:
– BARI: Siamo scesi dopo la “massa” perché siamo arrivati al porto alle 13:00 e la mia piccola stava ancora schiacciando un pisolino. Una volta sveglia abbiamo comprato i biglietti per l’autobus navetta (6€) che ci ha portato in centro. Abbiamo passeggiato per la meravigliosa città vecchia e visitato la Basilica di San Nicola. Un gelato seduti al sole e rientro in nave. Bari è molto bella, assolutamente da visitare.
– KATAKOLON: per me, laureata in Scienze Motorie, la visita ad Olimpia era assolutamente imperdibile ma sfortunatamente siamo scesi tardi (sempre causa sonnellino). Poco fuori dal porto abbiamo trovato una compagnia locale che per 10€ a persona ci ha portato in bus fino al sito di Olimpia e accompagnato a fare una passeggiata sul monte Kronos in modo di vedere, per lo meno da fuori ma comunque molto bene, lo Stadio, il tempio di Era (da dove ancora oggi accendono la fiamma olimpica) e il tempio di Zeus . Siamo rimasti molto colpiti dal rigoglio dell’intera regione, molto verde grazie anche ai numerosi fiumi sotterranei che consentono una vastissima coltivazione di olivi ed altro. Ci hanno anche riferito che le spiagge sono molto belle, alimentando così il desiderio di tornarci per una visita più approfondita.
– ATENE: Che emozione!!! Siamo scesi subito alle 9 dalla nave. Inizialmente volevamo arrivare in centro con la metropolitana, ma poi ci siamo resi conto delle distanze (fattibili per carità, saranno 20 min a piedi) e, trovato il pullman giallo del Sightseen, non abbiamo resistito e siamo saliti (biglietti a 20€/pax per tutto il giorno). Siamo scesi alla seconda fermata ai piedi dell’Acropoli, che dire…meraviglia. Abbiamo fatto merenda sulle panchine nel vicino parco, guardando il Partenone e facendo amicizia con i cani di Atene (tutti cittadini onorari con tanto di piastrina col nome). Ci siamo poi incamminati verso la biglietteria..ahi ahi quanta gente! Ci mettiamo pazientemente in fondo all’interminabile coda ma veniamo subito invitati da un addetto, a passare avanti e fare subito i biglietti (€12). Stupore!!! Con tutto il rispetto, non credevo ci fosse tanta attenzione per le famiglie con bebè nei paesi del Mediterraneo (in nave per esempio lungi da aver simil trattamento). L’uomo ci indica anche dove lasciare il passeggino e montata la piccola nello zaino iniziamo l’ascesa. Esiste anche un ascensore ma è riservato ai disabili o alle famiglie con minimo due bambini piccoli. La salita è bella, ma molto affollata! Salendo lentamente si può godere della splendida vista: l’Odeion, il teatro di Erode Attico, il nuovo museo dell’acropoli e poi lo sguardo spazia ancora verso l’arco di Adriano, il tempio di Zeus Olimpo e, oltre, lo stadio delle prime olimpiadi dell’era moderna. Un attimo dopo, si arriva alla grande scalinata dei Propilei. Il resto è storia. Ovviamente è un peccato che il Partenone sia perennemente in restauro, con gru e transenne, ma purtroppo risente del tempo e delle violenze subite dagli invasori nel corso dei secoli (i veneziani in primo luogo) quasi come se fosse un testimone di quanto grande era la Grecia nell’antichità e quanto ha sofferto nei secoli successivi. Una volta scesi, ci siamo diretti verso la Plaka percorrendo tutta la meravigliosa Dionysiou Areopagitou a piedi (ci sono anche alcune carrozze e un trenino sponsorizzato dal caffè greco Papagalos). Abbiamo pranzato in uno dei primi locali che abbiamo trovato, il “Diogenes” in Lysikratous Square & Shelley, nella parte bar, in una graziosa ed alberata piazzetta (enorme piattone misto con polpette, salsa di melanzane, prosciutto, formaggio, olive, e altro, con un’insalata greca (che in greco si chiama insalata del contadino), due birre, acqua e due caffè per meno di 30€). Volevamo poi fare due passi per il quartiere, ma dopo pochi secondi la nostra bimba si è addormentata in braccio e quindi, posata delicatamente in passeggino, abbiamo optato per una passeggiata nella più tranquilla Dionysiou Areopagitou e poi su ancora inoltrandoci nella pace del colle Filopappou, quasi fino alla cima e…. meraviglia… arriviamo in uno spiazzo panoramico dove si può guardare negli occhi il Partenone. Col cuore gonfio dalla magnifica scoperta, riscendiamo e, dopo una visita al teatro di Erode Attico, decidiamo di ritornare verso la Plaka (nel frattempo la piccola si era svegliata). Passeggiata, gelato, caffè e alle 16:00 alla fermata Melina Merkouri prendiamo l’autobus Sightseen per rientrare al Pireo. Alle 17:30 siamo già in nave un po’ stanchi dalla lunga giornata ma felici.
– SANTORINI: La mattina mi sveglio presto per fotografare il magnifico ingresso nella caldera. Che spettacolo! Ma il mio entusiasmo purtroppo si spegne presto a causa delle innumerevoli “code” che la giornata ci riserva. Prima coda per prendere il numerino per la discesa a terra con le lance, seconda per scendere (Perché chi ha un numero diverso da quello chiamato deve scendere lo stesso e bloccare il passaggio???), terza per salire con la cabinovia una volta arrivati nel porto vecchio di Thira. Arrivati in paese troviamo numerose agenzie che per 10€ a testa ci propongono un giro fino ad Oia, meta che volevamo visitare, ma vista la quantità di gente (nel frattempo era arrivata anche un’altra nave da crociera) e stufa di fare code/aspettare gente, decidiamo di “fare i signori” per cui ci accordiamo con un tassista per 50€ di portarci fino ad Oia, aspettarci un’ora e tornare indietro. Visitiamo il minuscolo paesino tra le strette vie a spallate con altri turisti. Facciamo coda per fare foto nei punti panoramici. Visitiamo un po’ di corsa la meravigliosa “Atlantis Book” e torniamo all’appuntamento. Il tassista ci fa notare che siamo in ritardo, (mah) e ci riporta di corsa a Thira. Una volta scesi dice di volere 20, ma vanno bene anche 10€ in più, perché ci ha aspettati più di mezz’ora e che lui intendeva che l’intero viaggio sarebbe durato un’ora, non la sosta ad Oia. Ma dopo qualche mia protesta, prende i soldi inizialmente pattuiti e se ne và. Questa incomprensione mi ha messo un po’ di malumore e, visto che non sono per nulla malfidente di natura, continuo ad interrogarmi se avevo capito bene oppure no. Mio marito mi sostiene dicendomi che se fosse stato sicuro di aver ragione lui, avrebbe insistito un po’ di più invece di andarsene via al mio primo no… Mah! Facciamo un altro giro per Thira, visitiamo la chiesa, facciamo mille foto alla Caldera e dopo un pita gyros decidiamo di avviarci verso la nave. All’ingresso della cabinovia però troviamo una coda chilometrica, si stima più di 40 min d’attesa. Notiamo che sono praticamente tutte persone che hanno fatto le escursioni Costa con gli accompagnatori, per cui ci mettiamo anche noi in coda, sperando che qualche assistente Costa ci inviti a passare, ma non è successo. Sinceramente ci vergognavamo a chiedere, ma mi hanno detto che chi, con bambini, ha chiesto di passare davanti, ha trovato felice riscontro. Comunque, forti delle nostre capacità atletiche, iniziamo la discesa a piedi per la mulattiera. Disastro!!! Al secondo gradino la piccola in braccio a papà, cullata, prende sonno a peso morto. Quando le braccia di mio marito non reggono più, subentro, infilandomela in fascia (santa fascia, dopo quasi due anni di attività, ancora così utile!). Finiamo la discesa con un po’ di difficoltà tra altri turisti, asinelli lanciati di corsa ed escrementi, anche secchi che col vento volavano un po’ dappertutto. Aiuto! Non è che voglia definirmi animalista, ma tutti quegli asinelli mi hanno fatto una profonda tenerezza e tristezza. Sono moltissimi, tutti “parcheggiati” uno a fianco all’altro in pochissimo spazio, lì fermi la maggior parte del tempo. Ne ho visto anche uno legato a metà strada solo per fare le foto con i turisti, lì da non so neanche quanto tempo (vista la quantità di escrementi che aveva tra gli zoccoli). Poverino!!! Arriviamo in nave un po’ provati, tanto che la musica “Con te partirò” trasmessa in filo diffusione al momento della partenza, ci sembra così eccessiva che scoppiamo in una risata isterica. Concludendo, luogo affascinante, panorama stupendo ma trooooooppo turismo!
-CORFU’: Attracchiamo di pomeriggio e quindi usciamo dopo la pennichella. Prendiamo l’autobus navetta da soli (7€) e arriviamo in centro. Avevo sentito criticare molto l’isola e la sua capitale per la quantità di turismo. Devo invece ammettere che la passeggiata in centro è stata molto piacevole, le persone del luogo estremamente gentili e cordiali, gelato e nescaffè frappé ottimi, cittadina bella, pulita e accogliente. Bella anche la chiesa di San Spiridione, patrono dell’isola. Sicuramente un luogo dove torneremo! Prima di rientrare in nave, shopping d’obbligo al duty free (vino, olio, dolci e chi più ne ha, più ne metta). Ovviamente mi hanno rotto le scatole al momento dell’imbarco in nave, ho fatto gli occhi dolci e mi hanno lasciato passare lo stesso.
– DUBROVNIK: A Dubrovnik arriviamo la mattina seguente. Avevo capito che anche qui si scendeva con le lance ma ogni volta che chiedevo qualche delucidazione al personale delle escursioni la risposta che ottenevo era sempre la stessa: Stasera troverà scritto tutto sul “Today”! Credo che a fine vacanza lo odierete anche voi! Anche perché arriva in camera dopo le 21:00 e ci sono stati giorni che la nostra piccola a quell’ora era già a letto e noi quasi. A colazione ci accorgiamo invece che la nave sta attraccando ad un porticciolo e che bisogna far la coda per prendere il numero per il bus che va in centro (10€). Dopo qualche indecisione decidiamo di scendere, intanto la maggior parte della folla aveva già ritirato il numero (meno male!!!) e la discesa è più agile del previsto. La città di Dubrovnik è meravigliosa, peccato qui che ci troviamo in ben 3 navi da crociera! Passeggiamo un po’ per il centro, compriamo un po’ di sacchettini di lavanda croata, fichi secchi e frutta fresca. Andiamo a fare merenda in un parco sotto alle mura (esattamente sotto Porta Pila) giocando nel parco giochi e guardando il mare. Molto piacevole
Si è conclusa così la nostra settimana in crociera, beh, cos’altro possiamo dire… Lati positivi: Abbiamo sicuramente passato una bella settimana, rilassante nonostante la quantità di posti visitati e qualche “coda” di troppo. Il tempo a disposizione per le visite, sapevamo già, è molto limitato, ma in ogni caso, con la bimba, non avremmo fatto molto di più. Sicuramente torneremo nei posti che ci sono piaciuti maggiormente. Lati negativi: La crociera è diventata un viaggio da turismo di massa. Mi chiedo se costruire navi sempre più grandi che ”vomitano” nelle città sempre più turisti mordi e fuggi, sia la scelta giusta. Per quanto il personale Costa sia efficiente e l’organizzazione sia impegnata nel facilitare il flusso di persone, la quantità di turisti è veramente impressionante. Se poi ci mettiamo che in alcuni porti si trovano anche 2 o 3 navi contemporaneamente, ovunque giri lo sguardo vedi solo turismo e ti sembra non esita nient’altro. Terrificante poi è l’ingresso a Venezia con il passaggio nel canale della Giudecca. Magari si rimane solo abbagliati dalla bellezza di piazza San Marco, senza pensare a quanto fragile sia questa città, costruita su palafitte secoli fa e come il passaggio delle navi così grandi possa mettere in serio pericolo questo unico patrimonio dell’umanità (oltre che creare l’effetto dell’elefante in una cristalleria). Credo che sia necessario trovare una soluzione a riguardo quanto prima.
NOTE UTILI PER BEBE’: – In nave c’è sempre a disposizione, vicino ai dispenser dall’acqua al buffet, anche del latte freddo che si può far scaldare al bar. – Non ci sono scalda biberon in cabina, ma chiamando il servizio in camera, provvedono a scaldarlo. Il servizio è gratuito. – Per avere la vaschetta per il bagnetto bisogna chiedere. – In ristorante per la cena e al buffet per pranzo ci sono numerosi seggioloni. Non siamo mai rimasti senza. – Il menu bimbo della sera era ottimo, c’era sempre pasta o tortellini e minestrina o passato di verdure. Pollo e verdure bollite presenti. Personale sempre molto disponibile a portare qualcosa anche al di fuori del menu. – Non ci sono fasciatoi. C’è solo un piano abbastanza grande a fianco all’ingresso del mini club al ponte 12 a prua. (Il ristorante dove mangiavamo era al 3 e a poppa) – Non ci sono bavaglini o stoviglie per bambini. – Allo Squok club ci sono pochi giochi per bebè, 3 palestrine/tavoli gioco e tutte senza pile (per scelta ecologica, dicono). – Difficile reperire frutta fresca matura e non c’è molta varietà. – Forniscono lettini da campeggio con biancheria. – Da parte dei camerieri e del personale delle cabine c’è stata molta attenzione nei confronti della mia piccola. Lo stesso non si può dire della linea generale della compagnia che non definirei “family friendly”. Obbiettivamente è una vacanza molto indicata per famiglie con bambini e quindi credo che dimostrare una maggiore attenzione in tal senso non può che migliorare l’immagine della compagnia stessa.