Due settimane verdeoro

Un po' di nord e un po' di sud nel paese del futbol, della samba e della caipirinha (ma non solo)
Scritto da: benny1979
due settimane verdeoro
Partenza il: 16/01/2019
Ritorno il: 31/01/2019
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
Dopo essermi concentrato, negli ultimi anni, fra l’Estremo oriente e l’Africa, per quest’anno decido che è giunta l’ora di iniziare a conoscere l’America Latina (in realtà ero già stato nel Caribe e in Messico, ma mai in Sudamerica); il ballottaggio finale è stato fra i grandi rivali, Argentina e Brasile, l’ha spuntata il paese verdeoro (ma l’Argentina è solamente rimandata!). Il paese è immenso, per cui, date le sole due settimane a disposizione, è stato necessario compiere scelte dolorose e scartare alcune tappe che sarebbero state senz’altro degne di nota, a partire dall’Amazzonia fino ad arrivare a Salvador De Bahia. Ho scartato altresì l’ipotesi di viaggiare per l’andata su una città (Rio de Janeiro) e il ritorno da un’altra (Salvador, appunto), troppo caro, meglio a/r entrambe su Rio. Sono stati inoltre necessari ben tre voli interni, anch’essi tutt’altro che economici, ma che mi hanno consentito di risparmiare tempo, in un paese cosi esteso e avendo poco tempo a disposizione, è impossibile pensare di spostarsi con i bus per lunghe distanze.

Le tappe:

Rio de Janeiro: la ciudade maravilhosa, e il nome è assolutamente appropriato. Decido di pernottare quattro notti in una pousada ad Ipanema (Pousada Bonita Ipanema, ad un paio di isolati dalla famosa spiaggia, a ridosso del posto 9, che sembra essere il quartiere più tranquillo della città. Scelta azzeccata. Lunga passeggiata sulla Avenida Atlantica, in direzione Copacabana, più animata, sino a posto 3, alla ricerca del chiosco dove si vendono i biglietti per la funivia al Pao de Açucar (vivamente consigliato acquistarli almeno un giorno in anticipo per evitare lunghissime code, soprattutto in alta stagione). Il panorama di Rio e delle sue baie dall’alto di questa verdeggiante collina, situata nel quartiere di Urca, è impagabile, non può essere dimenticato in alcun modo da chiunque decida di visitare la città carioca. Molto carina e decisamente frequentata anche l’adiacente Praia Vermelha. La mattinata successiva è dedicata al trem del Corcovado, che da Cosme Velho si inerpica fino alla famosissima statua del Cristo Redentore: anche qui il panorama è maestoso, ma, forse anche a causa del sovraffollamento di turisti e di una leggera foschia, è un gradino sotto alla vista dal Pan di Zucchero. Visito anche i quartieri di Lapa (molto caratteristico, con la bellissima e colorata Escadaria Selaron, un must) e Centro (molto moderno, ma altrettanto interessante). Mi affascina di meno, invece, Santa Teresa e il suo storico Bonde, il mitico tram giallo che attraversa questo quartiere (ricordate la scena di Gigi e Andrea del film “L’allenatore nel pallone”? ecco, è stata girata in questo quartiere). Per la sera niente di meglio di una birra gelata o di una caipirinha (se non le fanno buone loro, chi altro potrebbe?) in uno dei numerosissimi bar sulla spiaggia ad ammirare gli splendidi tramonti di Ipanema e le magie dei locali che si divertono fra beachvolley e beachsoccer. Rimane un giorno da dedicare ad una lunga e faticosa escursione a Ilha Grande (sono più di quattro ore da Rio in autobus), ma il giro in barca con sosta alle spiagge principali ne vale assolutamente la pena. Nel complesso Rio de Janeiro mi ha fatto un’ottima impressione, è una bellissima città, pulita, ordinata e, con le dovute accortezze, sicura (c’è polizia ovunque, con un corpo dedicato esclusivamente ai turisti). Mi sono limitato esclusivamente ai quartieri più turistici, evitando le zone poco conosciute e le favelas (non condivido le escursioni in queste zone problematiche, non solo per questioni di sicurezza, ma come se la povertà debba suscitare un’attrazione quasi morbosa per il turista “ricco” …). I brasiliani sono comunque persone molto gentili e disponibili, sebbene la lingua portoghese possa creare, soprattutto nei primi giorni, non poche difficoltà, ben pochi conoscono l’inglese. L’altro lato della medaglia sono i prezzi: paragonabili a quelli occidentali, se si pensa di viaggiare al risparmio, tipo Sudest asiatico, si è completamente fuori strada, ed è una regola che può valere per tutto il Brasile, soprattutto per il sud, più benestante, un po’ meno, ma nemmeno troppo, per il nord, più povero. Ah dimenticavo, il cibo … Italia a parte, è il paese dove ho mangiato meglio: la cucina è molto varia e comprende, in porzioni più che abbondanti, pasta, pizza, pesce, formaggi, frutta, ma è soprattutto la carne ad essere strepitosa, le caratteristiche churrascaria sono ovunque, consigliatissima la picanha!

Cataratas do Iguassu: tappa che da sola vale l’intero viaggio. La città di riferimento è Foz do Iguassu, a pochi km dalle cascate, dove mi sistemo all’Hostel Green House, carino, con una piccola piscina e dal personale estremamente gentile, ma un po’ troppo rumoroso a causa di numerosi giovani argentini qui per festeggiare un compleanno. Da qui si possono visitare entrambi i lati, quello brasiliano e quello argentino, del parco nazionale che ospita questa meraviglia della natura. Il lato argentino, generalmente considerato il “migliore” (io non ne sono poi cosi sicuro …), è senz’altro più ampio, richiede un’intera giornata lungo i vari percorsi che conducono singolarmente ai vari salti, fra cui il più famoso e spettacolare, la Garganta del Diablo. Vi è inoltre la possibilità di compiere un emozionantissimo giro in motoscafo proprio al di sotto delle cascate, da cui se ne esce completamente fradici, ma ne vale la pena! Strepitoso. Per accedervi è indispensabile avere con se il passaporto (si attraversa la frontiera) e, se si è sprovvisti di carta di credito, è necessario cambiare alcuni pesos. Il lato brasiliano, sebbene sia meno esteso e necessiti di una sola mattinata, dà la possibilità di una visione d’insieme delle cascate, con conseguenti fotografie spettacolari! Attenzione ai dispettosi coati, bestiole apparentemente simpatiche che non aspettano altro che di rubacchiare cibo ai turisti! Sempre a Foz è stata parecchio interessante, per me che amo gli animali, una visita al Parque dos Aves, non un semplice giardino zoologico, ma una struttura immersa nella foresta che ricrea con estrema cura, in enormi voliere, gli ambienti naturali in cui vivono le principali specie di uccelli presenti in Sudamerica, alcuni a serio rischio di estinzione, dai coloratissimi ara, agli ibis, ai rapaci e altri volatili, con moltissime possibilità didattiche, di cura e di salvaguardia.

Alagoas: siamo nel nordeste, in un piccolo stato forse ancor poco conosciuto dal turismo di massa. La città che utilizzo come base è Maceio, dove mi sistemo in un appartamento già prenotato e pagato per il 50% dall’Italia, veramente di ottima qualità, situato nel tranquillo quartiere di Ponta Verde, ma a ridosso della spiaggia principale della città, Pajucara, nonché a pochi minuti di taxi da Jatiuca, il quartiere più “vivo” per chi desidera fare tardi la sera. La regione, grazie alle numerose spiagge bianche, al mare tranquillo, protetto dalla barriera corallina e dalle varie tonalità di azzurro, è considerata giustamente il “Caribe brasileiro”. Da Maceio è infatti possibile raggiungere in giornata numerose località e spiagge favolose, ma, fra tutte, l’escursione più consigliata è sicuramente a Maragogi, dove, quando c’è bassa marea, si formano piscine naturali a dir poco fantastiche che, appunto, poco hanno da invidiare ai mari caraibici. Un’autentica sorpresa, non pensavo che il Brasile potesse avere un mare cosi bello! Altra spiaggia degna di nota, anche se un po’ troppo affollata, è Praia do Frances, a pochi km da Maceio.

Recife e Olinda: qualche ora di autobus e da Maceio si arriva a Recife, città immensa e caotica, ma da qui, grazie ad una gentilissima signora conosciuta grazie ad amici in comune in Italia, che mi aspetta alla Rodoviaria, si raggiunge velocemente Olinda. E’ una cittadina coloniale, patrimonio dell’Unesco (considerata una delle meglio conservate dell’America Latina, insieme a Trinidad de Cuba e Cartagena in Colombia), nonché sede di un importantissimo carnevale, il terzo per importanza dopo quelli di Rio e Salvador. E infatti, benché non sia ancora il periodo, i preparativi sono già in atto, le piccole strade immerse nel verde sono un viavai di gente festante, canti, maschere e musica. Molto interessante è l’Igreia do Carmo (nei pressi del quale pernotto nella piccola pousada omonima) e soprattutto l’ Alto da Se, una collinetta, sede di numerose bancarelle di street food e chincaglierie varie, da cui si gode di un bellissimo panorama sullo skyline di Recife e sul mare blu intenso del Pernambuco. Il mattino successivo piove a dirotto, ma non appena l’acquazzone concede una tregua, decido di visitare il centro storico di Recife, dove mi fermo ad acquistare alcuni souvenir e regali presso la locale fiera dell’artigianato.

Gli ultimi due giorni mi vedono nuovamente a Rio de Janeiro e questa volta decido di sistemarmi in zona Copacabana, all’Hotel Biarritz, con un ottimo rapporto qualità prezzo, e vicinissimo a numerosi locali e ristoranti, fra i quali segnalo “El Born”, che offre un’ottima cucina spagnola. Siccome queste due settimane sono state veramente intense, mi limito ad un sano far nulla in spiaggia, solamente “relax” (si fa per dire … questa spiaggia, probabilmente la più famosa al mondo, non è certo deserta e silenziosa …).

Ultimi acquisti, poi, il volo di ritorna mi riporta nel gelo del nord Italia; tuttavia mi lascia il ricordo di un viaggio in un paese sorprendente, decisamente migliore di come viene a volte descritto, pur con tutte le chiare e notevoli contraddizioni che lo contraddistinguono, un paese che sicuramente necessita di una visita molto più approfondita delle sole due settimane a disposizione, e che ha senz’altro moltissimo altro da offrire.

Obrigado, Brazil!



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