Due settimane in Sudafrica
Arriviamo a Johannesburg dove non ci fermiamo neanche una notte. Il volo arriva al mattino anche se con il ritardo che la British ci ha regalato ormai è mezzogiorno. Pratiche doganali, ritiro dell’auto e partenza verso il Blyde river Canyon. Prima di partire un attimo di concentrazione per prendere confidenza con la guida a destra che si rivelera’ essere piu’ semplice del previsto. A parte qualche rotonda contromano direi che si abitua molto velocemente…
La prima tappa del nostro viaggio è la cittadina di sabie sulla Panorama Route. Vi arriviamo dopo quasi cinque ore di viaggio che ci hanno portato dalle sconfinate Township di Johannesburg fino alle bellissime montagne ricoperte di pini dello Mpumalanga. Il verde è quasi accecante e ben presto scopriamo il perché. Le minacciose nuvole nere incominciano a fare il loro dovere stagionale e gli acquazzoni si susseguono. A Sabie alloggiamo al Mount Manzi guesthouse, senza infamia e senza lode, dove siamo gli unici ospiti di una signora di una certa età che sembra fare invecchiare con lei anche la Guesthouse.
Il giorno seguente un pallido sole ci augura una buona giornata dopo che tutta la notte si sono susseguiti dei temporali. Continuiamo la nostra marcia di avvicinamento al Blyde River Canyon fermandoci alle varie Bridal Veil falls, Mac Mac Falls fino ad arrivare con una piccola deviazione a Pilgrim rest. La nostra giornata prosegue fermandoci in vari punti panoramici: the Pinnacle, God’s Window, Bourke’s luck pothole fino ad arrivare al Canyon con il punto panoramico sulle Three Rondavels. La giornata è lunga, la strada da percorrere è molta e dobbiamo andare verso il Kruger National Park. Entriamo nel parco dal cancello di Phalaborwa in quanto passeremo la nostra prima notte nel Letaba rest camp. Che dire del Kruger. Noi abbiamo soggiornato all’interno del parco per 3 notti in tre rest camp diversi: letaba appunto, Olifant e Satara. Il Kruger è bellissimo e l’avvistamento di animali provoca emozioni incredibili. L’estate non è probabilmente il periodo migliore per l’avvistamento perché c’è tanta acqua e gli animali tendono a sparpagliarsi in tutto il parco. La vegetazione poi è molto rigogliosa. Questo comunque non deve scoraggiare in quanto con pazienza noi siamo riusciti a vedere tutti i big five. Anzi direi che tutti ci hanno attraversato la strada davanti! Elefanti: ce ne sono tantissimi ma non si smetterebbe mai di guardarli. Leone: eravamo all’ultima sera nel parco vicino al satara dove dicono esserci la concentrazione piu’ elevata del re della savana. Una macchina di fronte a noi continuava pazientemente ad andare avanti ed indietro guardando verso l’erba alta. Noi ci appostiamo imitandolo, forse il fiuto degli altri è migliore del nostro, ci diciamo, ed allora per 15 minuti guardiamo pazientemente. Ci spostiamo un attimo e quando ritorniamo ecco un bellissimo leone al bordo della strada! Forse si era stancato di rimanere fra l’erba bagnata e per la gioia di noi turisti aveva deciso di farsi un giretto in strada. Addirittura quando ormai aveva bloccato tutto il traffico, decide, vanesio, di sdraiarsi in mezzo all’incrocio! Neanche a George Clooney alla notte degli oscar scattano così tante foto. Rinoceronte: sinceramente un pochino mi ha spaventato forse perche’ uno ce lo siamo trovati a 30 metri durante il safari a piedi. La morning walk è una cosa che consiglio. 3 ore di cammino nel bush a seguire le tracce degli animali. Non che se ne vadano tanti ma la passione con cui i ranger ti spiegano la natura e l’emozione di sentirsi un ospite a casa di altri vale sicuramente la pena. Leopardo: l’ultimo big five avvistato mentre ci stavamo dirigendo verso l’uscita del parco ci ha attraversato la strada con andatura svogliata. Bufali: non difficili da vedere sinceramente ci ha colpito lo scheletro di un bufalo ucciso da un leone.
Usciamo dal Kruger con le migliaia di emozioni che ci ha dato e passiamo la notte a White river alla bellissima Guesthouse Somersveude dove ci attende un po’ di relax prima del volo che il giorno seguente ci portera’ da Johannesburg a Port Elizabeth.
Da Port Elizabeth ci trasferiamo all’Addo elephant NP dove rimaniamo due notti. Il parco è molto piu’ piccolo del Kruger e non avendo corsi d’acqua che lo attraversano la fauna tende a radunarsi alle pozze d’acqua. Ecco dunque i grandi branche di elefanti che si abbeverano e si rinfrescano oppure le iene che si cibano di un kudu probabilmente ucciso i giorni precedenti. Il campo principale del parco poi è particolarmente carino e curato.
Lasciato l’Addo Elephant ci dirigiamo verso lo Tsitsikamma NP e per la strada ci fermiamo a Jeffrey’s Bay giusto per assaporare l’oceano indiano ed accorgersi quanto per noi, abituati al brodo del nostro mare Adriatico, sia fredda l’acqua. Allo Tsitsikamma passeggiamo fino alla foce del White river fino ai ponti sospesi. Passiamo la notte nel parco in una Oceanette prima ammirando uno splendido tramonto e poi facendoci cullare dalle onde dell’oceano che fragorose si infrangono a pochi metri da noi. Lo Tsitsikamma probabilmente meriterebbe piu’ giorni per potersi cimentare nei vari sentieri che lo attraversano. Il giorno seguente si presenta come una delle peggiori giornate dal punto di vista meteo. Una pioggia fitta e battente ci accompagna dalla mattina per tutto il tragitto lungo la costa dando solo ogni tanto degli attimi di tregua che ci permettono una vista a Plettemberg Bay prima e a Knysna e la sua laguna poi. Facciamo comunque in tempo ad ammirare il panorama dagli heads anche se le nubi non ci permettono probabilmente di goderne al massimo del suo splendore. Visto la giornata pessima sulla costa cominciamo a dirigerci verso l’interno e da George tagliamo verso Oudtshoorn. La strada comincia a salire e ci inoltriamo in mezzo alle nubi ma appena scollinato il tempo comincia a migliorare rapidamente. Visitiamo le Cango Caves e passiamo la notte alla 88 Baron Van Reede Guesthouse dove Zoe e Huw ci danno un caloroso benvenuto e ci consigliano dei ristoranti dove mangiare dell’ottimo struzzo. Dopo un’ottima colazione visitiamo una fattoria di struzzi dove impariamo tantissime cose su questi buffi animali (ed anche squisiti direi). Successivamente ci avviciniamo di nuovo alla costa fino ad arrivare alla De Hoop nature Reserve. La strada per arrivarci è tutta sterrata per una cinquantina di km ma direi che la fatica vale sicuramente la pena in quanto i panorami sono veramente mozzafiato. C’è uno splendido sole ed il cielo è di un azzurro intenso, il fynbos è di un verde brillante, le alte dune di sabbia sono di un bianco accecante e l’oceano di un blu indescrivibile. Saremmo potuti rimanere per ore ed ore a camminare sulla spiaggia ed a fotografare ciò che sapevamo benissimo sarebbe rimasto solo nella nostra memoria. Usciamo dalla De Hoop per passare la notte ad Arniston, il paesino di pescatori, oltre che località di villeggiatura per Sudafricani, affacciato sull’oceano indiano. Qui credo veramente che siamo gli unici turisti stranieri e l’atmosfera è quella un po’ malinconica di fine vacanze infatti le scuole in Sudafrica ricominceranno dopo pochi giorni. Ci uniamo all’atmosfera, Ormai mancano pochi giorni anche alla fine della nostra vacanza, e dopo aver mangiato dell’ottimo pesce da Willeen, unica osteria del villaggio di pescatori in riva all’oceano, ci facciamo una passeggiata sulla spiaggia fra un bellissimo tramonto e dei bambini che giocano a rugby.
Il giorno successivo partiamo alla volta di Cape Town, ultima tappa del nostro viaggio. Facciamo tutta la costa passando per Cape Agulhas a vedere dove si scontrano i due oceani, Hermanus per osservare se qualche balena avesse ritardare di un mesetto la sua dipartita, Betty’s bay dove i simpatici quanto puzzolenti pinguini si fanno ammirare, e poi via via lungo la costa attraverso paesaggi mozzafiato arriviamo a Cape Town. Qui rimaniamo tre notti dormendo al La Rose bed and breakfast. Questo B & B merita sicuramente una menzione. Si trova nel quartiere malese di Cape Town, Bo Kaap, ed è una di quelle case colorate tipiche della zona. Le stanze sono poi arredate con cura e yoann è davvero gentilissimo e prodigo di consigli. Da non perdere la bellissima vista dalla terrazza sul tetto. Il primo giorno a Cape Town andiamo subito sulla Table Mountain, la sera precedente la “tavola” era apparecchiata con delle nubi ma oggi la giornata è bellissima ed il panorama dall’alto è indescrivibile. Al pomeriggio andiamo alla riserva del capo fino al faro di Cape Point e naturalmente foto di rito al capo di buona speranza. Al ritorno altra tappa pinguini sulla spiaggia di Boulders beach e poi successivamente a Muizenberg e la sua spiaggia con le cabine colorate di epoca vittoriana. Il giorno seguente yoann ci organizza un giro nelle Township per vedere il vero Sudafrica, quello che lotta ogni giorno per un tetto sotto cui dormire, per un po’ di cibo, per sopravvivere. Ma è proprio qui che i sorrisi autentici delle persone e la felicita’ sul volto dei bambini solo perché gli stai tenendo la mano ci fanno capire che da un passato terribile si puo’ e soprattutto si vuole costruire un futuro migliore per le nuove generazioni. Il pomeriggio lo dedichiamo alla visita del centro della città e del waterfront. Il giorno seguente è, ahimè, quello della partenza. L’aereo è alla sera e quindi facciamo in tempo a crogiolarsi un po’ in spiaggia ed anche ad andare nelle Winelands a visitare qualche bella azienda vinicola.
Naturalmente siamo tristi di dover partire, il Sudafrica, i suoi paesaggi e la sua gente ci sono rimasto nel cuore ma ci consoliamo pensando che d’altronde la fine di un viaggio è solo l’inizio di uno nuovo.