Due settimane giapponesi
Siamo stati via due settimane (partenza il 5 ottobre, ritorno il 19), facendo il tour “classico” del Giappone (Tokyo-Nikko-Kamakura-Takayama-Kyoto-Osaka), che si è rivelato fattibile e tranquillo (tenete presente, nello stabilire la durata in giorni, che molte delle cose da vedere quali templi ecc. Chiudono molto presto il pomeriggio, in genere entro le 17, e aprono presto la mattina, in genere entro le 8-9, per cui la mattina è necessario alzarsi presto altrimenti molte cose non si riescono a vedere).
Costi
Il Giappone si è rivelato meno costoso di quanto temevamo: si può dire che i prezzi sono molto paragonabili a quelli medi italiani, il cambio medio è stato di 130 yen per un euro. In due abbiamo speso in tutto circa euro 4.700; abbiamo volato con Alitalia (volo diretto Roma-Tokyo e ritorno), biglietto comprato tre settimane prima ad Euro 1.370 a/r tasse incluse (in due); abbiamo poi fatto il JR Pass per 14 giorni (Euro 710 complessivi); per gli alberghi (5 notti a Tokyo, 1 notte a Takayama, 4 notti a Kyoto, 2 a Osaka e l’ultima notte di nuovo a Tokyo) abbiamo speso circa 1.300 euro (per la precisione 170.000 yen) in tutto, incluse le colazioni e (solo per Takayama) anche una cena. Avevamo poi cambiato 1.000 euro in yen all’aereoporto e ci sono bastati sostanzialmente per tutte le due settimane (cibo, souvenir, biglietti per mezzi pubblici locali, ingressi templi; gli alberghi li abbiamo pagati con la carta di credito). Per mangiare in due, considerate in media almeno 2.000 yen a pasto (1.000 a testa), al limite un po’ di più per la cena; l’acqua e/o il tè verde sono sempre gratuiti (basta chiedere ai camerieri), le altre bevande si pagano. Consigliamo di scegliere alberghi che abbiamo anche la colazione (spesso però si deve pagare a parte), è più comodo e poi non ci sono molti posti dove farla fuori (almeno quella “continentale”).
Trasporti
I mezzi pubblici sono, semplicemente, impeccabili: puntuali, comodi e con le indicazioni sia in giapponese sia in inglese (sia nei pannelli scorrevoli sia negli altoparlanti). Anche a Kyoto (che a differenza di Tokyo si gira soprattutto con i bus) le linee di bus erano molto numerose, frequenti e si arrivava veramente dappertutto. Per quanto riguarda Tokyo, se avete il JR Pass (che comunque, volendo fare una vacanza itinerante, è indispensabile e veramente economico rispetto al comprare i singoli biglietti) comprende tutte le linee ferroviarie JR all’interno della città (inclusa la Yamanote, ovvero l’anello ferroviario che circonda il centro di Tokyo e che raggiunge tutti i punti di interesse e le varie stazioni ferroviarie) e la navetta Narita Express dall’aereoporto al centro città (staz centrale di Tokyo, Shibuya, Shinjuku e Shinagawa): in pratica la metropolitana l’abbiamo usata pochissimo (anche perché avevamo l’hotel vicino ad una fermata della Yamanote), gli unici punti in cui è necessario prenderla perché la Yamanote non ci arriva sono il mercato del pesce e Roppongi. Kyoto ha una estesa e capillare rete di autobus frequenti, veloci e che ti portano veramente dappertutto (il biglietto giornaliero costa 500 yen ed è praticamente obbligato perché la singola corsa costa 220 yen e se dovete cambiare linea dovete ripagare il biglietto un’altra volta).
I treni sono all’altezza della loro fama, anche quelli locali: anche qui le indicazioni ci sono, così come nelle stazioni.
Insomma, è molto più facile girare per il Giappone di quanto possa sembrare prima di partire.
Lingua
L’inglese, come immaginavamo, non è così diffuso, però siamo sempre riusciti a farci capire (in alcuni casi, anche a gesti!!); tutti sono comunque molto disponibili con i turisti, anche nel dare indicazioni
Cibo
La cucina giapponese, dal punto di vista dei sapori, è a nostro parere meno ricca di quella italiana e, in certi aspetti, nonostante ci piaccia molto la cucina orientale in genere, ci ha un po’ deluso: c’è molto pesce, riso, carne di pollo e di maiale, praticamente inesistente la carne rossa (ha prezzi stellari, ma il manzo “hida” che abbiamo mangiato a Takayama è veramente sublime), fritti vari, accompagnate da generose porzioni di riso bollito e da salse varie (che, a dire il vero, appiattivano ulteriormente i sapori); spesso avevamo la sensazione di mangiare le stesse cose. Le porzioni medie sono minori di quelle a cui siamo abituati (perlomeno noi!), forse perché c’è più abitudine a pasti frazionati e più frequenti, oppure, perché i giapponesi in effetti mangiano poco!!! Una nota a parte la merita il sushi, che in generale è favoloso e più a buon mercato di quello che si trova in Italia (usano più wasabi che in Italia… attenzione se è una cosa che non gradite!!), quello più buono lo abbiamo mangiato ad Osaka (città in cui le porzioni dei cibi sono decisamente più abbondanti che nel resto del Giappone!!). Il fatto che le porzioni non sono abbondanti implica che se avete fame dovete prendere due piatti invece di uno, ed i prezzi comunque non sono a buon mercato (vedi sopra, i prezzi si riferiscono a pasti “monoporzione”). Per ordinare nei ristoranti, non temete: quasi tutti hanno i menu con le foto e fuori la vetrina con le riproduzioni dei piatti!! Tenete presente che molti locali sono “monoprodotto”: o sushi, o tempura, o anguille, o yakitori ecc. Ecc. Molto buoni gli udon e i ramen (sorta di tagliolini in brodo, i primi fatti di grano saraceno e i secondi di grano “normale”) e la zuppa miso (che accompagna quasi tutti i piatti). Abbiamo notato che ristoranti di cucina “internazionale” (più facilmente si trovano nelle aree ristorazione dei grandi magazzini) non sono così diffusi come immaginavamo, e in genere sono molto più costosi di quelli giapponesi.
Hotel
Gli hotel li abbiamo tutti prenotati via internet dall’Italia, nessuno ha voluto caparre o numeri di carta di credito. Abbiamo trascorso in tutto 6 notti a Tokyo (di cui cinque la prima settimana e una la sera prima di ripartire per l’Italia), 1 a Takayama, 4 a Kyoto e 2 ad Osaka. L’hotel di Tokyo era il Villa Fontaine Ueno (prezzo complessivo per le 6 notti 57.000 yen colazione inclusa), albergo pulito e confortevole, nel quartiere di Ueno e a circa 10 minuti a piedi dalla fermata Okachimachi della Yamanote e 1 minuto dalla fermata Shin-Okachimachi della metro (Oedo Line). Alla fine la posizione si è rivelata comoda, dato che gran parte degli spostamenti li abbiamo fatti con la Yamanote; la Oedo line vi porta dall’hotel direttamente al mercato del pesce (cosa non indifferente data la levataccia da fare quella mattina!!). L’unica cosa un po’ scomoda, semmai, è stata il primo e l’ultimo giorno con le valigie, dato che venendo dalla stazione centrale e usando la Yamanote, i 10 minuti a piedi per arrivare all’hotel sono un po’ faticosi!!!
Del ryokan di Takayama (semplicemente meraviglioso) diciamo in seguito. Prezzo per una notte incluse colazione e cena 31.500 yen.
L’hotel di Kyoto (Three Sisters Inn Annex, prezzo complessivo per 4 notti 79.200 yen colazione inclusa) era stato scelto sia per le buone recensioni su internet (che, a dire il vero, sul posto ci hanno lasciato un po’ perplessi, l’albergo avrebbe bisogno di una bella rimodernata e la colazione lasciava un po’ a desiderare) sia perché in quel periodo praticamente tutti gli alberghi di Kyoto erano pieni!! Infatti all’inizio volevamo fare 5 notti a Kyoto ma per l’ultima abbiamo dovuto dirottare ad Osaka perché al Three Sisters non c’era più posto. Pensavamo che avere un albergo vicino alla zona dei templi di Higashiyama fosse comodo, ma così non è stato: la sera per cenare e per vedere un po’ di gente dovevamo sempre tornare in centro e comunque non c’è vita in quel quartiere dopo le 19. Per pernottare a Kyoto, a nostro parere, è meglio scegliere alberghi più centrali sia per maggiore vita sociale la sera sia perché con la rete capillare di autobus che c’è si riesce ad arrivare bene dappertutto nei siti turistici.
L’albergo di Osaka (prezzo complessivo 2 notti con colazione 16.400 yen) era della stessa catena di quello di Tokyo e si è rivelato anch’esso una buona scelta, a parte il fatto che qui la camera era veramente microscopica!
CONSIGLIO: PORTATE VALIGIE NON TROPPO GROSSE, SIA PER COMODITA’ NEGLI SPOSTAMENTI DA UN HOTEL ALL’ALTRO SIA PERCHE’ NON C’E’ MOLTO SPAZIO NEI TRENI E NELLE CAMERE D’ALBERGO!!
Persone
I giapponesi sono di una gentilezza estrema, ma anche tanto timidi. Verso i turisti mostrano grande curiosità e disponibilità (più di una volta si sono offerti di darci aiuto se ci vedevano intenti a guardare una cartina) ma, specialmente a Tokyo, ci sono sembrati un po’ troppo inquadrati e intruppati (e poi, con tutte le voci automatiche delle stazioni, delle macchinette ecc. A volte ci sembrava di essere in un’atmosfera un po’ orwelliana!! Pensate che una sera, in un autobus di Kyoto, a forza di sentire la voce automatica che annunciava la fermata successiva, il conducente che diceva sostanzialmente la stessa cosa e la macchinetta dei biglietti che parlava, mi era preso un attacco di risata incontenibile!!). Mai avuto neanche la percezione di insicurezza, pure i bambini giravano da soli la mattina (a TOKYO!!!) con le loro cartelle e le loro divise per andare a scuola!
Comunicazioni
Per chiamare casa abbiamo usato quasi esclusivamente Skype dai computer degli alberghi (ove possibile) e gli sms dal cellulare (attenzione: i GSM normali non funzionano, servono almeno gli UMTS)
Clima
Abbiamo trovato un clima sostanzialmente pari a quello italiano nello stesso periodo, forse un po’ più caldo (quando non pioveva!). Nelle giornate di sole, durante il giorno stavamo in maglietta; la sera era sufficiente un maglioncino o un giubbotto. I primi giorni di pioggia sono stati un po’ fastidiosi, con pioggia insistente che è andata in crescendo fino a Nikko!
Adesso passiamo all’itinerario
5 ottobre: partenza da Roma con volo diretto Alitalia: volo tranquillo, pieno di giapponesi (pochissimi italiani a bordo)
6 ottobre: arrivo nella mattinata a Tokyo, sconvolti dal fuso orario!! Cambio dei soldi e del JR Pass alla stazione dell’aereoporto (attenzione: il JR Pass va prenotato dall’Italia, noi lo abbiamo fatto con la HIS di Roma: si può acquistare via Internet e ti spediscono a casa con corriere espresso il voucher da cambiare quando arrivate in Giappone: NON E’ POSSIBILE COMPRARE DIRETTAMENTE IL JR PASS IN GIAPPONE). Noi avevamo fatto quello di 14 giorni, considerato che lo abbiamo usato da subito per la navetta dall’aereoporto e per il fatto che avevamo l’hotel di Tokyo vicino alla Yamanote. Presa la navetta Narita Express per Tokyo, in un’ora circa siamo arrivati alla stazione centrale di Tokyo e da lì abbiamo preso la Yamanote e siamo arrivati in albergo (Villa Fontaine Ueno, albergo carino e pulito, camera di dimensioni quasi europee, colazione ok; in più c’è la possibilità di usare gratuitamente la rete wi-fi in camere con il proprio portatile, se ce l’avete, o, come ho fatto io, c’è comunque un portatile nella hall a disposizione dei clienti con cui era possibile usare internet e chiamare via Skype). Il primo impatto con Tokyo è stato frizzante: sembrava di stare in mezzo a un cartone animato! C’erano le musichine che annunciavano l’arrivo dei treni (ogni linea aveva la sua musica, così come ogni stazione: è incredibile come i giapponesi si addormentino ovunque, anche nelle metropolitane, e appena arrivano alla loro fermata, grazie alla musichetta, si svegliano esattamente quando devono scendere!! ..o fanno finta di dormire?!! Boh..!!). Dato che la camera non era ancora pronta, siamo andati a mangiare in un localino lì vicino..avete presente il locale di Marrabbio di Kiss me Licia?? Uguale!!! Abbiamo indicato due piatti riprodotti in plastica nella vetrina (cosa che hanno praticamente quasi tutti i ristorantini in Giappone al posto del menu, devo dire che aiutano molto nella scelta!) e abbiamo mangiato proprio bene! Poi siamo andati in camera e, dopo un riposo di un paio d’ore per riprenderci un po’ dal jet lag, siamo andati a visitare il quartiere di Asakusa e il tempio scintoista di Senso-ji: era ormai buio e i negozietti di souvenir nel lungo viale pedonale che portava al tempio stavano chiudendo. Erano quasi più belli da chiusi che da aperti: le saracinesche erano infatti decorate con immagini tradizionali giapponesi, samurai, geishe ecc, veramente belle. Il tempio, poi, costruito interamente in legno dipinto di rosso (come peraltro quasi tutti i templi shintoisti giapponesi), era illuminato da molti proiettori che, insieme al buio e alla pioggia, davano un effetto molto suggestivo. Ci siamo tornati poi qualche giorno dopo di pomeriggio, e l’effetto non era lo stesso..Abbiamo cenato nei dintorni (primo sushi e prima tempura del viaggio..buoni!) poi siamo andati a dormire perché eravamo distrutti… avvertenza: non uscite per cenare più tardi delle 8-8.30, rischiate (anche a Tokyo!!) di non cenare..
7 ottobre: la mattina (ancora pioggia, abbiamo scoperto che era un ciclone tropicale, che è durato per altri due giorni), dopo una buona colazione (l’hotel aveva sia colazione continentale sia giapponese) ci siamo incamminati verso il parco di Ueno e abbiamo visitato il museo nazionale di Tokyo, che ha una bella raccolta di manufatti giapponesi dalla preistoria ad oggi, tra cui divise e armi di samurai, oggetti di vita quotidiana, lacche, paraventi ecc. C’era poi un’esposizione temporanea di beni, abiti e oggetti di artigianato provenienti dalla collezione imperiale, veramente meravigliosi. Dopo aver pranzato con un panino nella stazione di Ueno (dove abbiamo prenotato il treno per Nikko della mattina successiva), il pomeriggio siamo andati al tempio di Meiji Jingu, che però ci ha chiuso i cancelli davanti…per cui abbiamo fatto due passi per Omotesando (la via Montenapoleone di Tokyo per intendersi) e poi siamo andati a Shibuya, ovvero uno degli incroci stradali più affollati del mondo!! Qui abbiamo avuto per la prima volta il contatto con la Tokyo caotica e piena di insegne luminose che ognuno di noi si immagina: allo scattare del verde dei semafori pedonali, una marea umana ti viene incontro a passo quasi militare!!! La cena l’abbiamo comprata nella “food hall” al piano terra di un grande magazzino sotto la stazione di Shibuya e mangiata poi in hotel (nel cestino ti mettono veramente tu, tutto, anche bacchette, tovaglioli ecc). Si è rivelata un’ottima scelta!
8 ottobre: oggi giornata dedicata alla visita di Nikko (circa due ore di treno da Tokyo): siamo saliti per la prima volta sullo Shinkansen! Dai finestrini il paesaggio è sempre lo stesso: case, case, case fino ad Utsonomya, dove siamo scesi e abbiamo cambiato treno e siamo saliti sul locale che porta direttamente a Nikko. Il tempo continuava a peggiorare: nebbia e pioggia, tanto che, arrivati a Nikko, ci siamo dovuti rifugiare in un bar perché veniva giù una pioggia spaventosa e neanche l’ombrello riusciva a farci qualcosa!! Anche qui abbiamo comunque avuto prova della gentilezza giapponese: scesi alla stazione di Nikko, ci siamo soffermati qualche minuto davanti alla mappa della città nella stazione e ci è venuto incontro subito un dipendente delle ferrovie che ci ha dato una mappa tascabile e ci ha spiegato dove prendere l’autobus per la zona turistica e quale itinerario fare. Poi ha finalmente smesso e abbiamo visitato i templi di Nikko, che sono tutti situati su una collina che sovrasta il paese moderno vero e proprio..portatevi scarpe comode! Molto bello il tempio Tosho-gu (trovato un po’ per tentativi e confrontando gli ideogrammi della guida con quelli dell’ingresso, dato che la mappa presa alla stazione era diversa da quella della guida e tutte e due non erano molto precise!!! Problema che si è ripresentato successivamente, tra l’altro! Meno male che gli ideogrammi erano scritti grandi!!), che era tra l’altro pieno di gente, soprattutto scolaresche (i bambini avevano tutti le divise scolastiche e un cappellino colorato, uno per ogni scuola..erano bellissimi): abbiamo assistito alla scena del fotografo delle scuole che radunava i ragazzi classe per classe per la foto ricordo e che lanciava urla e gesti che sembrava uscito da Mai dire Banzai!! Aveva pure la bandana con il sol levante intorno alla fronte!! Anche gli altri templi di Nikko (il biglietto era unico) sono belli e immersi in questa grande foresta che rende tutto ancora più suggestivo. Iniziamo però a notare (cosa che sarà più evidente nei giorni successivi) che le strutture dei templi sono sostanzialmente le stesse, e spesso anche le decorazioni. Una visita a Nikko comunque merita, anche se riteniamo che due-tre ore di visita siano più che sufficienti (a meno che non si vogliano visitare anche i templi più distanti dal nucleo centrale, cosa che non abbiamo fatto; nella zona di Nikko, poi, ci hanno detto che ci sono bei sentieri per fare trekking), in ogni caso è un’escursione che si fa benissimo in giornata da Tokyo (siamo partiti la mattina alle 8 e la sera alle 6 eravamo di ritorno).
9 ottobre: seconda escursione giornaliera da Tokyo, destinazione Kamakura (un’ora e mezzo di treno a sud di Tokyo. Qui abbiamo usato il treno locale e, finalmente, il tempo si era rimesso! Consigliamo di scendere a Kita-Kamakura (la fermata prima di Kamakura “centrale”) perché lì intorno ci sono diversi templi da visitare e il percorso a piedi verso il centro storico è in discesa! Ci è piaciuto in particolare il tempio Kencho-ji, composto da diversi sotto-templi e da un bel giardino (il “giardino della mente” perché il laghetto al centro ha la forma del carattere kanji della mente). Kamakura è una piacevole cittadina ricca di negozietti di artigianato (abbiamo comprato delle belle ciotole artigianali in un negozietto vicino alla stazione di Kita-Kamakura, alla destra della ferrovia lungo la strada che porta verso Kamakura dopo il tempio di Tokei-ji, se vi piacciono queste cose!). Nel pomeriggio abbiamo preso un trenino locale che parte da dietro la stazione di Kamakura (linea Enoden) e, dopo due fermate, siamo scesi a visitare il “Kamakura Daibutsu”, un tempio con il secondo Buddha gigante del Giappone (il primo è a Nara), in bronzo. Veramente imponente. Al ritorno a Tokyo, volevamo andare a rilassarci in un onsen, ma abbiamo perso un sacco di tempo a cercare quello indicato dalla guida nel quartiere di Roppongi fino a che un barista (credo impietosito!!) ci ha detto che non esiste più e che l’edificio era stato demolito!!. Ce ne torniamo in hotel con le pive nel sacco!!
10 ottobre: sveglia di buon mattino (5.30..) per visitare lo Tsukiji Fish Market. Dopo una frugale colazione, alle 6.30 siamo arrivati lì…ed è uno spettacolo impressionante. Tanto noi eravamo insonnoliti, quanto lì l’atmosfera era più che attiva: carretti e muletti che correvano da una parte all’altra, gente che gridava, pesci delle forme e delle razze più impensate, tonni interi, mega granchi e gamberoni…uno spettacolo!! Non siamo riusciti a vedere l’asta dei tonni, ma il resto era comunque da non perdere. Per le signore: scarpe chiuse e niente tacchi, mi raccomando! Gli operatori non fanno molto caso ai turisti, ognuno si deve guardare per sé per evitare di essere travolto dai muletti! Finita la visita, siamo “volati” a Roppongi (dall’altra parte di Tokyo rispetto a dove eravamo..!) con la metro e siamo andati a Messa nel centro francescano di Tokyo e, dopo una bella colazione “europea” in pasticceria (sì, una pasticceria vera!) abbiamo fatto due passi verso la Tokyo Tower, su cui non siamo saliti sia per il tempo nuvoloso sia per il costo (ben più alto dell’originale a Parigi…). Alle 10 eravamo davanti al teatro Kabuki-za di Ginza (il più famoso teatro giapponese di Kabuki) in fila per il biglietto da “loggione” per il primo atto della rappresentazione della mattina (ogni spettacolo di Kabuki è composto da 4 o 5 atti, spesso indipendenti tra di loro, che durano almeno un’ora ciascuno, per cui c’è la possibilità di assistere o all’intero spettacolo o a un solo atto; in questo caso il biglietto (700 yen) viene messo in vendita un’ora prima dell’inizio). Ti viene dato un volantino con la trama dello spettacolo e c’è la possibilità di noleggiare gratuitamente (va lasciata una cauzione di 1000 yen che viene restituita quando la riconsegni a fine spettacolo) una audioguida che ti spiega (in inglese) quello che succede nel palco. Ovviamente non c’è possibilità di seguire attivamente lo spettacolo e di capire tutto, ma le scene e i costumi sono bellissimi e il modo di recitare è particolarissimo: riteniamo sia un modo imperdibile per entrare in contatto con una manifestazione veramente tipica della cultura giapponese. Peccato che non si possono né fare riprese con la telecamera né fotografie (in platea le luci rimangono accese, quindi non si riesce a riprendere neanche di nascosto..). Tra l’altro noi eravamo a sedere accanto a una coppia di anziani giapponesi dove il marito era letteralmente al settimo cielo di essere lì ed è stato uno spasso per tutto lo spettacolo!! La moglie sembrava un po’ in imbarazzo, a dire il vero, per l’esuberanza del marito!! Alla fine gli abbiamo fatto una foto ricordo davanti al teatro! All’uscita, abbiamo fatto due passi e pranzato nel cuore di Ginza, vero quartiere commerciale di Tokyo con bei negozi e zona pedonale il sabato; siamo anche andati al Sony Building (da consigliare per gli appassionati di tecnologia). Nel pomeriggio abbiamo fatto una passeggiata nei giardini del palazzo imperiale, dove abbiamo intravisto in mezzo a un boschetto una signora in kimono e ombrellino parasole..sembrava un miraggio! La sera siamo andata a Shinjuku per buttarci un po’ nel caos del sabato sera: siamo entrati in un bar per mangiare qualcosa e, nella sala al piano di sopra, c’era il panorama dei disadattati: in mezzo alla confusione e a tavolate di ragazzi vocianti, abbiamo visto due ragazzi (con gli zaini sulle spalle..) che dormivano a bocca aperta sulle poltroncine, una ragazza che era a sedere di fronte alla vetrata ed era immobile con gli occhi spalancati e l’ipod a tutto volume sulle orecchie…mah..
Dopo siamo saliti in cima al grattacielo del Tokyo Metropolitan Government Office (circa 10 minuti a piedi dalla stazione di Shinjuku), un bello spettacolo vedere Tokyo dall’alto!
11 ottobre: primo trasferimento del viaggio, si parte per Takayama. Shinkansen fino a Nagoya: siamo passati accanto al monte Fuji, stranamente non avvolto dalle nubi e abbiamo costeggiato l’oceano. A Nagoya abbiamo comprato il pranzo (un cestino dove c’era di tutto) e abbiamo cambiato treno. La linea per Takayama ti riporta indietro nel tempo: il treno si arrampica dal mare alla pianura, poi a valli sempre più strette e in mezzo alle montagne: qui il paesaggio è veramente bello e, devo dire, quasi “europeo”! Scesi a Takayama, si sente subito l’aria frizzante (e fresca!) di montagna! Andiamo in albergo (Ryokan Asunaro) che è una meraviglia! Tipica locanda giapponese con le camere ricoperte di tatami e composte da due stanze (una con i futon e l’altra con l’irori e il materiale per il thé, oltre al bagno). L’albergo ha anche l’onsen interno (uno per le donne e uno per gli uomini) su cui, ovviamente, ci siamo fiondati subito!! Ci voleva un bel bagno rilassante! Abbiamo fatto due passi per la cittadina, veramente piacevole e rilassante (specie dopo il traffico di Tokyo!!) e abbiamo visitato la Kusakabe (casa di un famoso mercante dell’epoca Edo), poi abbiamo comprato un set da saké (bottiglietta e sei tazzine veramente belle e fatte a mano) in un negozio di artigianato di una cooperativa locale proprio davanti alla Kusakabe; il proprietario era molto simpatico e, sentito che eravamo italiani, ci ha fatto leggere il foglietto esplicativo dell’artigianato locale in italiano, chiedendoci se si capiva bene o se la traduzione doveva essere migliorata!! La sera siamo stati in albergo perché era freddino e perché avevamo compresa nel pernottamento la cena tipica giapponese: seduti accovacciati, con di fronte il vassoio con tutte le ciotoline, scatoline ecc piene di cose buonissime e presentate in modo eccelso; ci hanno poi portato il piatto forte locale, ovvero il manzo “Hida”: carne di manzo allevata nella zona, tagliata a fette sottilissime (si tratta di una carne con molte mini-striature di grasso, che da noi nelle nostre fettine non c’è) e da cuocersi in un apposito vassoio coperto di ceramica sotto il quale viene accesa una candela che lo riscalda, insieme ad alcune verdure. La carne era poca (il giorno dopo, in una macelleria, abbiamo capito il perché: è una carne non propriamente a buon mercato, costa almeno 1000 yen all’etto), ma giuriamo di non aver mai mangiato una carne di manzo così saporita e tenera (teniamo a precisare che non era né condita né salata per niente..). Questa cena ce la siamo veramente goduta ed apprezzata! La sera, dopo un altro onsen, abbiamo dormito per la prima volta nel futon…non pensavo fosse così comodo!!
12 ottobre: sveglia con colazione giapponese, stessa presentazione eccelsa della cena della sera prima; colazione veramente apprezzata! Poi abbiamo fatto il check-out, lasciato le valigie nella hall e poi passeggiata nel paese: negozi di artigianato, mercatino locale, poi sosta per il pranzo in un ristorante consigliato dalla guida, che si è rivelato un’ottima scelta! Abbiamo optato tra l’altro per un bel suki-yaki che aveva la stessa carne mangiata la sera prima a cena, ma cotta in un modo leggermente diverso: il piatto è stato cucinato direttamente davanti a noi dalla padrona del ristorante (al centro del nostro tavolo, c’era infatti un vero e proprio fornello!!).
Dopo altri due passi, nel pomeriggio abbiamo ripreso le valigie e siamo andati alla stazione, per prendere il treno per Kyoto. Tutto sommato, la tappa di Takayama ci è piaciuta perché comunque più rilassante rispetto al Giappone caotico delle grandi città, e forse ti avvicina più a quello tradizionale. Una notte, comunque, è più che sufficiente, a meno che non si vogliano visitare anche i dintorni (ci sono alcuni villaggi tipici vicino, con le caratteristiche abitazioni con il tetto di paglia, ma l’escursione necessita di almeno una mezza giornata, per cui noi abbiamo preferito rinunciare). C’è anche chi da qui va a Kanazawa e poi da lì a Kyoto, ma noi abbiamo preferito trascorrere un giorno in più a Kyoto.
Dopo tre ore e mezzo circa di treno (di cui 40 minuti di Shinkansen) e un rocambolesco cambio di treno a Nagoya (abbiamo praticamente preso lo shinkansen al volo!!), siamo arrivati nella fantasmagorica e modernissima stazione di Kyoto! Dopo un iniziale smarrimento, data l’ora (e il fatto che la signora dell’hotel ci aveva detto che nella sua zona non c’erano ristoranti aperti dopo le 8.30), abbiamo cenato nella zona ristorazione dei grandi magazzini Isetan dentro la stazione (ristorante italiano..ebbene sì! Abbiamo ceduto..e non ci siamo neanche trovati male!), poi abbiamo preso l’autobus e dopo circa mezz’ora siamo arrivati al Three Sisters Inn nel quartiere di Higashiyama, il nostro albergo. Anche qui la camera era ampia (due stanze con belle finestre sul giardino) ma il confronto con quello di Takayama è stato impietoso..a parte le scale ripidissime per salire al primo piano dove avevamo la stanza, questo piccolo albergo a conduzione familiare avrebbe secondo noi bisogno di una bella rimodernata..la signora (sembrava Margaret Thatcher con i capelli neri e gli occhi a mandorla!) è stata comunque gentile e ci ha dato un sacco di suggerimenti pratici per girare a Kyoto.
13 ottobre: dopo una bella dormita (anche qui sui futon, veramente ma veramente comodi) e una frugale colazione (nel senso non che non avevamo fame, è che c’era veramente poco da mangiare!!), abbiamo preso l’autobus e abbiamo visitato il famoso Tempio d’Oro (Kinkaku-ji), a nord ovest del centro di Kyoto e, lì vicino, il Ryoan-ji (con il famoso “stone garden”, il primo che vediamo qui in Giappone, veramente suggestivo), dove abbiamo fatto amicizia con una coppia di australiani che abbiamo scoperto vengono spesso in Italia in vacanza in un agriturismo in Umbria praticamente a un tiro di schioppo da casa nostra! Più tardi, abbiamo visitato il Daitoku-ji (sempre nella parte settentrionale di Kyoto), tempio zen grande e composto da tanti templi minori; anche qui c’è un altro famoso giardino zen (dentro il tempio Daisen-in), dove abbiamo scoperto la solerzia dei guardiani nell’evitare che i turisti scattino foto al giardino (hanno pure le telecamere nascoste..). Sinceramente, questa cosa non l’abbiamo proprio capita: in praticamente tutti i templi di Kyoto c’è il divieto di fare fotografie (anche senza flash), cosa che può essere comprensibile davanti ai pannelli di legno dipinti o i paraventi, ma non fare foto alle rocce dei giardini zen proprio non lo capiamo (o forse è per costringerti a comprare le cartoline?? Mah..il bello è che quando i giapponesi vengono a Roma o a Firenze non è che si risparmino nel fare le foto alla Pietà di Michelangelo..!!)
14 ottobre: oggi ci siamo dedicati al quartiere di Higashiyama nord (praticamente quello del nostro albergo). Nell’ordine abbiamo visitato il Nanzen-ji (imponente e con dei bei giardini, oltre alla bellezza dei paraventi e porte dipinte dell’edificio dietro il giardino zen..attenzione al messaggio registrato in giapponese che descrive il giardino zen: parte in automatico ogni volta che qualcuno passa davanti ad un’invisibile fotocellula!!), il Ginkaku-ji (il tempio d’argento, peccato che l’edificio principale fosse chiuso per restauri) e poi, dopo una lunga pausa per il pranzo (non si trovavano posti dove si mangiasse…), abbiamo fatto una passeggiata nel sentiero dei filosofi (un’oasi di tranquillità…immaginiamo cosa possa essere in primavera con i ciliegi in fiore!)
15 ottobre: visita al quartiere di Higashiyama sud, forse il più caratteristico di Kyoto, e quello, almeno per noi, che si avvicinava di più alla nostra idea pre-viaggio di Kyoto (per il resto una città moderna con scarsa, diciamo, uniformità architettonica!!). Abbiamo iniziato dal Kyomizu-dera (la sua pagoda è uno dei simboli di Kyoto), pieno di gente e ben poco “spirituale”e poi abbiamo fatto una bella passeggiata lungo le stradine lì intorno (tutte pedonali e lastricate a pietra, circondate da case in legno e negozi di artigianato..questa è Kyoto!), abbiamo pure incrociato una scolaresca di adolescenti tutti in kimono! Poi abbiamo fatto una piccola deviazione in una stradina deliziosa (Ishibei-Koji) praticamente davanti all’ingresso del tempio Kodai-ji, assolutamente da vedere. Ci siamo poi soffermati al Tessai-Do, negozio di ukyoie (..avremmo comprato tutto..) e abbiamo visitato il tempio Kodai-ji. Dopo un altro pezzo di passeggiata (e un buon pranzo) siamo passati nell’imponente tempio Yasaka-jinja e siamo scesi nel quartiere di Gion (il quartiere delle geishe), dove però torneremo nella serata. Di ritorno all’albergo, siamo passati all’Heian Jingu, un tempio scintoista con un bel giardino nel cui piazzale principale era in corso una manifestazione con una coreografia di tipo 200 donne, tutte vestite uguali, che erano divise in due gruppi uno di fronte all’altro e facevano contemporaneamente la stessa danza (con una musica quasi ipnotica) venendosi incontro e scambiandosi di posto. Finita la coreografia, se ne sono andate e siamo saliti nel tempio centrale, dove il solerte guardiano ci ha intimato di non fare foto (il problema è che il divieto di foto era per il tempio, noi stavamo fotografando il piazzale davanti…).
La sera, verso le 18.30, siamo tornati a Gion a “caccia” di geishe (e non eravamo i soli!), nella Hanami-Koji: in un’ora circa di appostamenti ne abbiamo viste e fotografate ben sei, evidentemente era la serata buona! E’ stato veramente emozionante, anche se devo dire che loro non gradiscono essere fotografate, e non si mettono certo in posa..sembra quasi di portargli via qualcosa fotografandole. Poi siamo andati a cena in un ristorantino tipico lì vicino, consigliato dalla guida specializzato in anguille..veramente ottime!!
16 ottobre: ultimo giorno a Kyoto, ne abbiamo approfittato per un po’ di shopping e per vedere le ultime cose. Per cominciare abbiamo visitato il tempio di Eikan-do (bellissimo con i colori dell’autunno e con un bel panorama su Kyoto) e quello di Chion-in (di dimensioni gigantesche); poi siamo andati al tempio di To-ji nella parte meridionale di Kyoto. Dopo pranzo abbiamo visitato il Ni-jo Castle, con i famosi pavimenti ad “usignolo” e le sale riccamente decorate (ha pure dei bei giardini intorno, ma eravamo quasi all’ora di chiusura e non li abbiamo visti per bene) e il tempio scintoista di Shimogamo-jinja (niente di che, ma ormai di templi ne abbiamo visti fin troppi). Poi abbiamo preso le nostre valigie e siamo andati alla stazione, da dove dopo circa mezz’ora di treno siamo arrivati ad Osaka, dove stiamo per due notti (hotel Villa Fontaine Shinsaibashi, ottimo il quartiere, al centro della vita notturna, ma camera veramente minuscola!)
17 ottobre: giornata dedicata alla visita di Nara (circa 50 minuti di treno da Osaka), altra vecchia capitale del Giappone, la cui attrazione principale è il Todai-ji, forse la più grande costruzione in legno del Giappone (con dentro la più grande statua di Buddha giapponese). Tutti i templi di Nara sono immersi in un bel parco appena fuori dal centro della cittadina (a circa 10 minuti a piedi dalla stazione), pieno di cerbiatti selvatici che sono talmente abituati ai turisti che li ignorano praticamente sempre! Dopo tanti giorni rifà comparsa la pioggia, che ci ha reso difficoltosa la visita (a Nara c’è soprattutto da camminare all’aperto), ma nonostante questo c’era un sacco di gente. Tornati ad Osaka, ci siamo fatti due passi nella zona di Dotombori (uno dei cuori della vita notturna) dove siamo tornati per cena e abbiamo mangiato abbondantemente un sushi me-ra-vi-glio-so!! C’era ovviamente un sacco di gente (Osaka sembra essere molto più “viveur” di Tokyo, sicuramente con meno alienati dalla vita metropolitana!!!) e il viale era pieno di luci al neon che si sono meritate una lunga carrellata di videocamera!!
18 ottobre: ultimo giorno intero in Giappone..la mattina siamo tornati in treno a Kyoto, dove abbiamo lasciato le valigie negli armadietti a lucchetto della stazione e ci siamo fatti l’ultimo giro: mercato di Nishiki e templi di Nishi e Higashi Hongan-ji. Alle 4 abbiamo ripreso il treno per Tokyo, dove abbiamo pernottato allo stesso hotel della prima settimana.
19 ottobre: sveglia, colazione, poi all’aereoporto, dove alle 13.20 abbiamo ripreso il volo di ritorno.. Conclusione: un viaggio sicuramente da fare, nessun problema neanche da soli (anzi, meglio..lo stesso itinerario in meno giorni con un tour operator ci sarebbe costato praticamente il doppio), ne è valsa la pena. Noi abbiamo optato per il tour, diciamo, classico, ma alla fine dei conti penso che siamo riusciti ad avere una visione esaustiva del Giappone, anche se prima di partire ci sarebbe piaciuto “allargarci” anche al nord (molto più naturalistico). Le due settimane che ci siamo presi per fare il giro sopra sono sufficienti, con il senno di poi (e mai l’avremmo detto prima) staremmo un giorno in meno a Kyoto per visitare qualche altro posto nei dintorni. Forse lì il problema è stato che, mentre di Tokyo avevamo l’idea del Giappone ipermoderno (anche se tutto sommato ce l’aspettavamo più caotica: non abbiamo ad esempio mai visto gli inservienti che spingono la gente dentro la metropolitana, sebbene spesso l’avessimo presa nelle ore di punta) e si è rivelata tale, di Kyoto avevamo un’immagine molto più “tradizionale” e il vedere una città moderna e con uno stile architettonico generale (a parte, ovviamente, i bellissimi templi) praticamente inesistente forse ci ha lasciato un po’ più “delusi”.
Comunque rimane un posto bellissimo e veramente accogliente!