Due settimane attraverso gli splendidi paesaggi scozzesi, da Edimburgo alle Orcadi

Un tour on the road con partenza dalla capitale, attraverso gli splendidi paesaggi delle Highlands, fino a raggiungere l'estremo nord della Scozia e le Orcadi.
Scritto da: francelucarelli
due settimane attraverso gli splendidi paesaggi scozzesi, da edimburgo alle orcadi
Partenza il: 23/08/2015
Ritorno il: 06/09/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
Ascolta i podcast
 

Scozia

La meta del nostro viaggio estivo di quest’anno è la Scozia, una destinazione che ci ha sempre affascinato per la natura, per i paesaggi, per i castelli e per quell’alone di magia e romanticismo che la circonda.

Già molte volte avevamo pensato a questo viaggio, per cui avevamo abbastanza chiaro quale fosse l’itinerario e quali le tappe irrinunciabili, ma è stato comunque molto utile, come sempre, documentarci attraverso i numerosi diari di viaggio dei tpc e l’ immancabile Lonely Planet.

Tra fine Maggio e metà Giugno abbiamo prenotato il volo aereo, con Ryanair, tutti gli alloggi, per la maggior parte b&b contattati direttamente via mail, l’auto a noleggio e il traghetto per le Orcadi. Nonostante fossero tre mesi prima della partenza, devo dire che in alcuni casi abbiamo avuto comunque delle difficoltà per trovare un alloggio, soprattutto a Edimburgo, o in alcune zone delle Highlands, dove ci sono pochissime soluzioni e quindi i posti letto si esauriscono rapidamente. Il mio consiglio è quindi, di iniziare a progettare e prenotare con largo anticipo, possibilmente 5-6 mesi prima, in particolar modo se avete intensione di trascorrere alcuni giorni a Edimburgo in Agosto, nel pieno del Festival.

Questo è stato il nostro itinerario:

Domenica 23 Agosto: Pisa-Glasgow Prestwick (Ryanair); Edimburgo.

Lunedì 24 Agosto: Edimburgo.

Martedì 25 Agosto: Edimburgo.

Mercoledì 26 Agosto: Rosslyn Chapel; St. Andrews; Elgin.

Giovedì 27 Agosto: Loch Ness; Inverness.

Venerdì 28 Agosto: costa nord-orientale delle Highlands, fino a Dunnet Head; Wick.

Sabato 29 Agosto: Orcadi.

Domenica 30 Agosto: Orcadi.

Lunedì 31 Agosto: costa nord delle Highlands, fino a Durness.

Martedì 1 Settembre: Durness-Ullapool.

Mercoledì 2 Settembre: Isola di Skye.

Giovedì 3 Settembre: Isola di Skye.

Venerdì 4 Settembre: Fort William, Glenfinnan Viaduct, Oban.

Sabato 5 Settembre: Loch Lomond-Stirling.

Domenica 6 Settembre: Glasgow-Pisa.

Spese:

– volo aereo: 426 E (2 persone con un bagaglio in stiva);

– autonoleggio (Arnold Clarks), ritiro e consegna ad Ayr, nei pressi dell’aeroporto di Prestwick, per 15 giorni, cat. media: 308 Sterline (circa 410 E);

– traghetto per le Orcadi, con Pentland Ferries, da Gill’s Bay a St. Margaret’s Hope, A/R con auto: 180 Euro.

– alberghi: 2200 Euro.

– Pasti: 800 Euro.

– Ingressi ed escursioni varie: 230 Euro.

– Benzina: 240 Euro.

Nel complesso, la spesa dell’intero viaggio è stata di circa 4700 Euro, in due.

Giorno 1

Partiamo da Pisa alle 12.40, con volo Ryanair e arriviamo a Glasgow Prestwick alle 14.45, ora locale. Ad accoglierci c’è, con nostro grande stupore, un cielo limpido e una temperatura di circa 24 gradi. Prendiamo un taxi per arrivare ad Ayr, che dista circa tre km dall’aeroporto, dove noleggiamo la nostra auto, una WV Polo rossa nuovissima, alla filiale di Arnold Clark’s, dove, al contrario della maggior parte degli autonoleggi, si distinguono per la loro disponibilità e gentilezza.

Ci mettiamo subito in strada, cercando di vincere la paura iniziale e familiarizzare con la guida a sinistra, cosa che accade già dopo pochi chilometri. Mi rendo conto, infatti, che è più difficile a pensarlo che a farlo, una volta che ti ci ritrovi dentro.

Arriviamo a Edimburgo dopo circa due ore di autostrada, parcheggiamo l’auto in un parcheggio sotterraneo in centro, convenzionato col nostro albergo, l’Ibis Style di St. Andrew’s Square. L’albergo è molto carino, nuovo e di design. Il personale è gentile e disponibile. La camera è piccola ma molto accogliente, pulita e con una bella vista sulla piazza. La posizione poi, è davvero ottima, a dieci minuti a piedi dal Royal Mile, in una zona centrale con numerosi bar, ristoranti e negozi, ma molto tranquilla. Non c’è costato poco, 780 Euro per tre notti con colazione, ma tutto sommato, avendo visto i prezzi di Edimburgo durante il festival, possiamo dire di aver fatto un’ottima scelta.

Usciamo per familiarizzare un po’ con la città, che già da una prima impressione ci sembra molto carina e piena di vitalità, sarà per il sole, per il festival che la anima in ogni angolo e in ogni piazza, o per la gran quantità di gente per strada, ma ci sembra veramente molto bella. Percorriamo un pezzo di Royal Mile, dove assistiamo a decine di spettacoli di artisti di strada, circondati da tantissima gente e poi torniamo in St. Andrew’s square, dove, per il festival, sono stati allestiti degli stand gastronomici e un teatro. Qui l’atmosfera è molto accogliente, quindi decidiamo di cenare con hamburger, patatine e birra, seduti sotto un tendone nel mezzo della piazza assieme alle persone del luogo, riscaldati dalle stufe elettriche.

Soddisfatti di questo primo giorno in terra scozzese, attraversiamo la strada e andiamo a letto.

Giorno 2

Ci svegliamo anche oggi con uno splendido sole e, dopo un’ottima colazione, usciamo dall’albergo e imbocchiamo la splendida George Street, una via molto elegante, sulla quale si affacciano imponenti edifici vittoriani, con negozi, bar e ristoranti alla moda. Arriviamo fino a Charlotte Square, all’estremità opposta di St. Andrew’s Square, una piazza molto bella dove è allestita la mostra del libro.

Per raggiungere il castello, la nostra meta della mattinata, attraversiamo i Princes Street Gardens, i giardini che separano la New Town dalla Old Town e dai quali possiamo godere di una suggestiva vista sul castello. L’ingresso al castello costa 16,50£, più l’audioguida. Noi però optiamo per l’Explorer Pass, un abbonamento che permette la visita di numerose attrazioni in tutta la Scozia, che fanno parte della Historic Scotland, come per esempio l’Urquart Castle, il Castello di Stirling, ecc.. Scegliamo la tipologia che permette la visita delle varie attrazioni per 7 giorni su 14, al costo di 34,50£, e comprende anche l’audio guida per il castello. Per noi, alla fine del viaggio, è stata un buon risparmio, quindi se avete intensione di visitare varie attrazioni in tutta la Scozia, conviene fare un po’ di conti e valutare anche questa opzione.

L’Edimburgh Castle è considerato uno dei castelli più belli e meglio conservati e sicuramente non tradisce la sua fama. La visita è molto interessante, grazie anche all’audio guida che ne illustra molto bene la storia e l’atmosfera che si respira è piacevole, nonostante ci sia moltissima gente. Inoltre, i panorami che si possono ammirare sull’intera città sono davvero unici. La visita dura circa due ore e mezzo.

Usciti dal castello, percorriamo in discesa il Royal Mile, fermandoci a pranzo nel ristorante Malt Shovel Inn, dove mangiamo il nostro primo fish and chips, che però non ci entusiasma più di tanto. Arriviamo fino al Parlamento, una struttura modernista che non incontra il nostro gusto e all’Holyrood Palace, la residenza ufficiale della famiglia reale in Scozia, un palazzo molto bello, che però ammiriamo solamente dall’esterno.

Risaliamo verso Grassmarket, una piazza molto animata, con ristoranti e caffè all’aperto, forse una delle più caratteristiche della città, che si trova ai piedi del castello, percorrendo Holyrood Road, la via che corre parallela al Royal Mile, che un tempo era una zona molto malfamata della città e che adesso è popolata da moltissimi giovani che affollano i numerosi locali, alcuni anche molto carini. È sicuramente una zona da prendere in considerazione per cenare o per bere qualcosa dopo cena. Lungo il percorso ci fermiamo a visitare il Greyfriars Kirkyard, uno dei cimiteri più suggestivi della città, un’oasi verde circondata da alte mura e disseminata di numerose lapidi, con alle spalle la Greyfriars Kirk, che purtroppo non riusciamo a visitare all’interno perché chiude alle 16,30. All’esterno del cimitero si trova la statua del cane Bobby, un terrier che vegliò la tomba del padrone dal 1858 al 1872.

Per cena scegliamo il ristorante Mussle Inn, consigliato dalla Lonely, che si trova vicino al nostro albergo, ma purtroppo non è stata una bella esperienza. Il locale è brutto, caotico, molto simile a una mensa e anche le cozze non hanno un buon sapore. Spendiamo 28 £ ma usciamo molto scontenti.

Dopo un giretto serale nei pressi dei Princes Street Gardens, ammirando il castello illuminato, facciamo ritorno all’albergo.

Giorno 3

Usciamo dall’albergo verso le 8,30, con un bel sole e un vento gelido che ci ricorda il nostro inverno. Per fortuna siamo attrezzati con giacca a vento, cappello, sciarpa e guanti di lana (non devono assolutamente mancare!). Percorriamo Prince Street verso est, in direzione Calton Hill, la collina che sovrasta la città, all’estremità opposta del castello e dalla quale si gode di un’ottima vista su di esso.

Dopo aver esplorato i vari monumenti della collina e aver scattato numerose foto al panorama, torniamo in Prince Street, dove prendiamo l’autobus che ci porta fuori città, fino al Royal Yacht Britannia, il panfilo della famiglia reale, in uso dal 1953 al 1997, che oggi è ormeggiato di fronte all’Ocean Terminal. L’ingresso con audio guida costa 12£ (ridotto studenti) e permette di visitare le varie stanze utilizzate dalla famiglia reale e dall’equipaggio. Tutti gli arredi sono stati lasciati com’erano, le camere da letto, la bellissima sala da pranzo, la sala dei giochi, fino alle aree riservate al personale di bordo. È davvero molto interessante da vedere e non a caso è considerata una delle principali attrazioni della Scozia. La visita dura come minimo due ore.

Dopo pranzo rientriamo in città (con l’autobus ci vuole circa mezz’ora) e ci concediamo un po’ di shopping lungo le vie della New Town, soprattutto George Street e Prince Street. Poi ci immergiamo nuovamente nell’atmosfera festosa del Royal Mile, prima di prendere parte a uno dei tanti ghost tour che raccontano storie di fantasmi e assassini dell’Edimburgo medievale, addentrandosi nei vicoli e nei sotterranei della città vecchia. Noi scegliamo il tour in spagnolo “Misterios de ultratumba” di Mercat Tour. Il giro parte alle 19,30 da Mercat Cross, sul Royal Mile. È un’esperienza molto divertente, con storie realmente accadute, che danno un’idea di come dovesse essere la vita nel medioevo, il tutto narrato con un pizzico di mistero, da un’attrice molto brava e coinvolgente. Al costo di 10£, è sicuramente un’esperienza che ripeteremmo volentieri e che ci sentiamo di consigliare per fare qualcosa di diverso.

Il tour finisce alle 21.15 ed è già abbastanza tardi per cenare, poiché molti ristoranti hanno già chiuso la cucina, ma per fortuna troviamo il The Makars Mest, vicino al Royal Mile, che ci accoglie in extremis e dove mangiamo anche molto bene. Il locale è moderno, carino e accogliente. Spendiamo 44£, per due ottimi ed enormi piatti di scampi, due dolci e due birre.

Giorno 4

Oggi dobbiamo lasciare Edimburgo per iniziare il nostro vero e proprio tour on the road della Scozia, purtroppo sotto una pioggia battente.

La nostra prima tappa è la Rosslyn Chapel, la chiesa resa famosa dal libro di Dan Brown, Il Codice da Vinci, che si trova circa 40 minuti a sud della città. Arriviamo un po’ in anticipo rispetto alle 9,30, orario d’apertura, e siamo praticamente quasi soli. Nell’attesa, osserviamo la chiesa dall’esterno, anche se il centro visitatori in stile moderno che è stato costruito accanto e le mura che la circondano, permettono una vista solo parziale. Alle 9.30 in punto, paghiamo le 7£ a testa del biglietto (studenti) ed entriamo nel cortile che circonda la chiesa. Da fuori è molto affascinante, piccola ma piena di tutte quelle decorazioni e dettagli che l’hanno resa famosa. Ma è all’interno che la chiesa esprime il meglio di sé. È un susseguirsi di decori, immagini, colonne, figure pagane scolpite nella pietra, che cerchiamo di capire e decifrare grazie alla piccola guida che ci è stata fornita. Rimaniamo davvero colpiti dalla bellezza di tutto ciò. Riusciamo a completare la visita appena in tempo, prima che la chiesa si riempia di gente e perda quell’aura di magia che la caratterizza, per questo consiglio vivamente di arrivare presto per potersi godere almeno di un’oretta scarsa di tranquillità.

Riprendiamo l’auto e ci dirigiamo a nord verso Culross, oltrepassando lo splendido ponte sul Firth of Forth. Culross è un piccolo paesino caratteristico, affacciano sul mare, con le classiche casette bianche imbiancate a calce, conservate in ottime condizioni. Vale la pena fermarsi per fare una visita alla bella abbazia che si trova in posizione rialzata rispetto al paese e da cui si gode di una bella vista sul canale.

La meta finale della nostra giornata è Elgin, ma, non avendo ancora deciso le tappe intermedie, decidiamo di sfruttare l’Explorer Pass e ci facciamo tentare da St.Andrews, dove si trovano le rovine del castello e della cattedrale, nonché uno dei più famosi campi da golf al mondo. E mai scelta fu più azzeccata. Complice, infatti, anche il ritorno di uno splendido sole, rimaniamo positivamente colpiti sia dalla cittadina, animata e piacevole, ma soprattutto dalle rovine della cattedrale. Sembra fosse uno degli edifici medievali più imponenti della Gran Bretagna e le sezioni ancora in piedi, disseminate su di un immenso prato verde a ridosso dell’oceano, riescono ancora a trasmettere le dimensioni fuori dal comune e la maestosità che caratterizzavano la cattedrale.

Prima di ripartire facciamo una visita all’Old Course, lo splendido e antico campo da golf, che si trova in posizione dominante in riva al mare, al margine occidentale della città. Ci limitiamo a osservarlo dall’esterno, ma è comunque un’esperienza emozionante, nonostante non si sia degli appassionati di golf.

Da St. Andrews facciamo rotta verso Elgin, che dista circa quattro ore di auto, passando attraverso le Grampiam Mountains e le Cairngorm Mountains, dove facciamo conoscenza con la natura incontaminata scozzese, costituita da ampie vallate tinte di viola dall’erica in fiore, pendii solcati da fiumiciattoli e bellissime strade che le attraversano. Rimaniamo colpiti dalla bellezza di questi paesaggi di montagna, che fortunatamente non ci abbandoneranno per tutta la vacanza d’ora in avanti.

Arriviamo a Elgin in tarda serata, ci accomodiamo velocemente al nostro B&B, Ardgye House (70£ con colazione), una splendida casa vittoriana situata all’interno di un parco, circa due km fuori città, e usciamo rapidamente per cena, per paura che i locali siano già chiusi (sono le 21).

La città non ci fa una bella impressione, non c’è anima viva e gli unici locali che troviamo sono ristoranti cinesi, tailandesi o indiani. Alla fine troviamo un pub in centro, The Muckle Cross, l’unico aperto, dove poter mangiare qualcosa, anche se niente di eccezionale. Almeno spendiamo poco, 20£ in due.

Giorno 5

Dopo un’ottima e abbondante colazione, visitiamo la Cattedrale di Elgin (sempre compresa nell’Explorer Pass), niente di eccezionale, più intatta rispetta alla cattedrale di St.Andrews, ma molto meno suggestiva.

Ripartiamo alla volta del Loch Ness e dell’Urquart Castle. Su questo lago abbiamo letto molto spesso pareri negativi, ma devo dire che a noi è piaciuto. Certamente è molto turistico, ma è comunque uno scenario naturale molto bello, soprattutto le zone che lo circondano e il castello poi, è sicuramente uno dei più belli e suggestivi che abbiamo visto in tutta la Scozia.

Anche l’ingresso all’Urquart Castle è compreso nell’Explorer pass, quindi saltiamo la fila della cassa ed entriamo nell’auditorium, per vedere il filmato che viene proiettato prima dell’entrata al castello e che racconta la sua storia turbolenta. Grazie ai sottotitoli in spagnolo, risulta comprensivo e piuttosto interessante.

La visita alle rovine del castello è molto piacevole, la vista sul lago è fantastica e lo scenario è unico. Peccato per il freddo pungente e il vento gelido che ci penetra nelle ossa. Ma questa è la Scozia!

Percorriamo in auto la sponda occidentale del lago verso sud e, su suggerimento della Lonely, facciamo una deviazione lungo la strada panoramica A87, che da Invermoriston sale e si addentra in uno degli scenari montani più belli delle Highlands, costeggiando numerosissimi laghi, fino al paesino di Invergarry, sotto la punta inferiore del Loch Ness. Lo scenario è veramente da togliere il fiato, nonostante a tratti la nebbia e la pioggia riducano molto la visibilità.

Risaliamo poi lungo la sponda orientale del lago verso Inverness, percorrendo la vecchia strada militare rialzata, a tratti single lane, che ci permette di vedere il lago dall’alto e che passa attraverso vallate incontaminate di erica, disseminate da laghi e ruscelli. Davvero molto bello.

Arriviamo a Inverness nel pomeriggio, dove abbiamo prenotato il b&b An Grianan, una casa molto bella, situata in un tranquillo quartiere residenziale, a 10 minuti a piedi dal centro. la struttura è molto curata ed elegante, la camera accogliente e il proprietario molto gentile. Consigliatissimo. (spesa 90£ con colazione).

Prima di cena facciamo un giro per il centro di Inverness, che si rivela una città molto carina e ci sorprende per la varietà di ristoranti e locali alla moda, tra l’altro quasi tutti pieni. Infatti, non avendo prenotato, abbiamo qualche difficoltà, ma alla fine troviamo un ottimo locale, moderno e accogliente, dove mangiamo molto bene a base di tapas particolari (Ivy bar), per una spesa di 40£.

Giorno 6

La strada di oggi ci porterà fino alla punta più a nord della terraferma britannica, Dunnet Head, percorrendo la costa est delle Highlands. Per fortuna oggi splende il sole, che rende ancor più spettacolari i paesaggi che si susseguano lungo questa strada.

La prima sosta la facciamo al paesino di Dornoch, caratterizzato da una bella piazza, la cattedrale, una serie di edifici antichi molto caratteristici, ma soprattutto, una spiaggia spettacolare, che si estende poco oltre il centro, proprio ai piedi del campo da golf. Per fortuna è ancora abbastanza presto e quindi riusciamo ad ammirarla in tutta tranquillità.

La seconda tappa della giornata è il Dunrobin Castle, che si trova poco più a nord. La sua costruzione risale al 1275, ma gran parte dell’edificio attuale, in stile francese, fu costruita alla fine dell’800. Da vedere, oltre alla bella facciata con torri e torrette, c’è il bel giardino all’italiana, dove si tiene anche uno spettacolo di falconeria piuttosto interessante per chi capisce bene l’inglese, e gli interni del castello, che sono stati mantenuti com’erano alla fine dell’800, con i rispettivi oggetti dell’epoca. Questa è forse la parte più interessante della visita e a noi c’è piaciuta molto. L’ingresso costa 11£.

Spostandoci verso nord i paesaggi diventano sempre più belli, la strada corre panoramica sulle colline dipinte di viola per l’erica in fiore, che digradano dolcemente verso il mare. Poco più a nord di Helmsdale, ci fermiamo a Badbea, un antico villaggio agricolo abbandonato, immerso proprio in questo splendido paesaggio. C’è un facile sentiero di un km circa che parte dalla strada principale e porta verso il mare attraverso l’erica, fino a raggiungere vari punti panoramici da cui si può ammirare una vista spettacolare.

Pranziamo al vecchio porticciolo di Lybster, molto romantico, su di un tavolino all’aperto, con granchio e zuppa davvero molto buoni.

Mentre continuiamo la nostra marcia verso nord, il sole purtroppo cede il passo a dei nuvoloni neri molto minacciosi e in poco tempo inizia a piovere, proprio quando arriviamo a Duncasby Head, un suggestivo promontorio sormontato da un faro, che si affaccia su scogliere alte 60 metri. Il panorama è bellissimo, quindi non ci diamo per vinti e, una volta tirati fuori impermeabili, cappelli e ombrelli, affrontiamo il sentiero di circa venti minuti che attraversa i pascoli di pecore, per raggiungere i Duncasby Stacks, spettacolari formazioni rocciose appuntite che spuntano dal mare. Ci siamo bagnati ma ne è valsa la pena. Fate attenzione ai moscerini perché sono veramente fastidiosi, quindi cercate di coprirvi il più possibile, viso compreso!

Ci fermiamo a John O’Groats, dove non c’è niente di particolare, tranne un parcheggio con negozi di souvenir e il palo con tutte le frecce su cui sono indicate le distanze dai vari luoghi della terra, dove ovviamente ci facciamo la consueta foto di rito.

Nel frattempo è smesso di piovere e raggiungiamo così Dunnet Head, uno splendido promontorio affacciato sul Pentland Firth, da cui si godono belle vedute sulle Orcadi e che rappresenta il punto più settentrionale della terraferma britannica. Vi consiglio di non fermarvi al faro, ma di raggiungere il punto più alto, dove finisce la strada, da cui il panorama è ancora più bello.

Continuando la strada verso Thurso, passiamo da Dunnet Bay, considerata una delle spiagge più belle della Scozia, che però purtroppo non riusciamo ad ammirare nelle condizioni di luce ottimale, ed arriviamo ad Halkirk, dove alloggeremo per questa notte (Hotel Ulbster Arms, 105 £, carino ma niente di eccezionale).

Per cena andiamo a Thurso, una città piuttosto anonima, dove non c’è molta scelta e optiamo per il Y Not Bar e Grill, un pub tipicamente britannico, con una sala al piano terra e una piccola saletta sul soppalco. Il locale è carino e alla fine mangiamo anche bene, un’ottimo seafood plate e la zuppa del giorno, per una spesa di 30 £, con due birre.

Giorno 7

Ci svegliamo presto perché alle 9.30 abbiamo il traghetto che da Gill’s Bay ci porterà alle Orcadi, una delle tappe più attese del viaggio.

Già durante l’attesa prima dell’imbarco, tra la fila di auto, si respira un’atmosfera unica, quella delle avventure, dei viaggi in posti remoti, e una volta saliti a bordo, ci godiamo l’intera traversata sul ponte del traghetto, sfidando il gelo, pur di ammirare questo splendido panorama.

Dopo circa un’ora raggiungiamo St. Margaret’s Hope, un piccolo paesino di pescatori nella parte sud di Mainland, che dal traghetto ci appare come una cartolina.

Appena sbarcati, ci dirigiamo verso sud attraverso una splendida strada su cui si susseguono pascoli verdi, fino a raggiungere la Tomb of the Eagles, un sito preistorico segnalato dalla Lonely. Purtroppo però, rimaniamo molto delusi. Infatti, si pagano 6£ a testa per dover affrontare un lungo sentiero fangoso, che porta ad una piccola tomba a cui si accede solo con un carrellino in posizione sdraiata.

Decisamente più bello è il Brough of Birsay, un altro sito archeologico a nord-ovest dell’isola, costituito da un piccolo isolotto a cui si accede a piedi solo con la bassa marea (controllate prima gli orari), e su cui sono disseminate le rovine di un insediamento vichingo. Salendo in alto sulla collina, si arriva al faro, da cui si gode di una splendida vista. L’ingresso costa 5£, ma è gratuito con l’Explorer Pass.

Decidiamo poi di fare una visita a Stromness, un piccolo villaggio di pescatori, caratterizzato da un porticciolo di pietra grigia, costeggiato dalla strada principale lastricata, su cui si affacciano una manciata di negozi. Carino da vedere per una passeggiata, ma decisamente meno interessante di Kirkwall.

Per cena, accettiamo il consiglio della proprietaria del nostro b&b e andiamo al Merkister Hotel, che si trova a pochi minuti di distanza. Ceniamo nella saletta del bar, un ambiente molto suggestivo, con le vetrate che si affacciano sul lago e un arredamento caldo e accogliente. Mangiamo benissimo, con due enormi piatti di pesce con patate e insalata, due bicchieri di vino e due ottime birre Scapa Special. Spendiamo 45£ in due, approfittando anche di un buono sconto del 10% datoci dal b&b. E’ consigliata la prenotazione.

Il b&b dove alloggeremo per due notti si chiama Holland House ed è una splendida casa situata a Harray, una piccola frazione nella parte centrale dell’isola, molto comoda per visitare tutti i siti preistorici della zona e a breve distanza da Kirkwall. L’accoglienza e la gentilezza della padrona di casa sono impeccabili, così come la colazione, la pulizia e la cura dei particolari, sia nelle aree comuni, che nella splendida camera con vasca al primo piano, da cui si può ammirare una vista fantastica sulla natura circostante. Si rivelerà davvero un’ottima esperienza.

Giorno 8

Oggi ci aspetta una giornata piena di cose da fare e da vedere, quindi ci svegliamo presto, come sempre e, dopo una ricca colazione, alle 9,30 siamo già ai cancelli del sito preistorico di Skara Brae, considerato a onor del vero uno dei più suggestivi del mondo. Se si pensa che è anteriore alle piramidi di Giza, si può avere un’idea della sua importanza. La visita è qualcosa di magico e passeggiare tra le case di pietra perfettamente conservate, disseminate su di una piccola collina affacciata direttamente sulla splendida Baia di Skaill, è quasi indescrivibile.

Nel biglietto (7,10£; compreso nell’Explorer pass) è incluso anche l’ingresso all’adiacente Skaill House, una residenza costruita nel 1620 per il vescovo.

Il tempo è un po’ variabile, imponenti nuvoloni neri carichi di pioggia si alternano molto velocemente al sole e la temperatura non supera i 12 C°, con un vento piuttosto freddo che la fa sembrare ancora più bassa. I panorami di quest’isola però sono davvero stupendi, in ogni direzione si rivolga l’occhio.

Qualche chilometro più a sud sulla costa ovest, si trovano i faraglioni di Yesnaby, che s’innalzano dal mare impetuoso a pochi metri dalla scogliera. Per arrivarci si deve percorrere a piedi un sentiero di circa un’ora, tra andata e ritorno, al di sopra delle scogliere. Assolutamente da fare, in quanto regala vedute spettacolari e permette di arrivare a fotografare i faraglioni da molto vicino, ma anche di vedere in lontananza l’Old Man of Hoy.

Nella parte centrale dell’isola, visitiamo poi il Ring of Brodgar, un ampio cerchio di menir, alcuni dei quali alti fino a cinque metri, immersi in uno splendido scenario d’erba ed erica in fiore. Siamo così ipnotizzati da questa magica atmosfera che non riusciamo a smettere di fotografarli.

Poco più avanti ci sono altri quattro imponenti menhir, i Menhir di Stenness, ciò che resta dell’originale cerchio preistorico di 12 pietre.

Facciamo rotta verso sud e passiamo da Maes Howe, una tomba realizzata più di 5000 anni fa, a cui però si può accedere solo con visite guidate che vanno prenotate molto tempo prima e che noi, a causa del nostro scarso inglese, abbiamo deciso di tralasciare.

La prossima tappa della giornata è la capitale Kirkwall, che raggiungiamo passando dalla parte sud dell’isola, attraverso la baia di Orphir, da cui si può ammirare la selvaggia isola di Hoy a poca distanza. La strada è molto bella, con ampie insenature che si susseguono lungo la costa, come la splendida Waulkmill Bay, che purtroppo però non riusciamo ad ammirare col sole.

Arrivati a Kirkwall, veniamo sorpresi da un breve scroscio d’acqua ed appena torna il sole facciamo una passeggiata lungo la via pedonale che attraversa il paese e su cui si affacciano alcuni negozi molto carini. Il monumento più importante è la Cattedrale di St. Magnus, una bellissima e imponente chiesa, costruita in arenaria rossa nel 1137. La visita all’interno è gratuita ed è veramente suggestiva.

Accanto alla cattedrale si trovano l’Earl’s Palace e il Bishop’s Palace, due palazzi in rovina, che comunque meritano una visita, se non altro per la splendida vista sulla cattedrale che si può ammirare dall’alto delle mura.

Riprendiamo l’auto e andiamo a visitare Scapa Flow, un’immensa insenatura che funge da porto naturale e nella quale si possono ammirare numerosi relitti della seconda guerra mondiale. Molto bella è anche la spiaggia di sabbia bianca che si trova prima del ponte.

Sulla piccola isola di Lamb Holm si trova invece l’Italian Chapel, costruita dai soldati italiani durante la seconda guerra mondiale, con rottami di ferro e lamiera e che per questo assume un’aria del tutto particolare, unica.

Ritorniamo al B&B passando dalla costa est e ancora una volta quest’isola ci regala paesaggi spettacolari.

Dopo un bel bagno rigenerante, andiamo a cena a Kirkwall, all’Helgis Pub, un piccolo locale molto suggestivo, affacciato sul porto. Ci accomodiamo nella piccola saletta al primo piano, intima e romantica, grazie alla piccola finestra con vista sulle barche ancorate in porto che si tingono di rosso con la fievole luce del tramonto. Questo è tutto ciò che avevamo in mente quando sognavamo un viaggio in queste terre remote e, di sicuro, lo porteremo sempre nel cuore. Mangiamo due ottimi hamburger con patate, un dolce, due degustazioni di birre artigianali locali e, per la prima volta, assaggio il whisky Highland Park, prodotto proprio a due passi da qui ed è veramente buono. Spendiamo 42£ e andiamo a dormire molto soddisfatti di questa splendida giornata. Domani lasceremo le Orcadi per tornare sulla terraferma, dove ci aspetta la costa nord delle Highlands fino a Durness, con un po’ di nostalgia per dover abbandonare questi splendidi paesaggi, ma consapevoli di trovare altrettante bellezze naturali, come d’altronde tutto questo viaggio ci sta regalando giorno dopo giorno.

Giorno 9

Ci svegliamo quando è ancora buio, perché alle 7,45 ci aspetta il traghetto da St. Margaret’s Hope a Gill’s Bay e, dopo aver salutato calorosamente la signora del B&B, che nemmeno alle 6,30 di mattina ci ha voluto far mancare la colazione, svegliandosi apposta per noi, usciamo sotto una pioggia battente e una fitta nebbia, che purtroppo ci accompagnerà per tutto il giorno. Nonostante il meteo però, questa sarà una delle giornate più belle dell’intera vacanza, infatti percorreremo il tragitto fino a Durness, attraverso paesaggi incontaminati, spiagge incredibilmente bianche, fiordi e cascate, tra scenari che non a caso sono considerati tra i più belli delle Highlands.

Incredibilmente bella è la zona compresa tra Tongue e Durness, soprattutto quando si costeggia il Loch Eriboll, l’insenatura più profonda della Gran Bretagna, che s’insinua all’interno per vari chilometri, utilizzata come riparo per le navi durante la seconda guerra mondiale.

Quando si arriva a Duresns poi, si apre uno scenario unico, un piccolo paese ai confini della civiltà, adagiato su un promontorio erboso affacciato sul mare, con spiagge che sembrano uscite da un’isola caraibica. È amore a prima vista.

Prima di cena visitiamo la Smoo Cave, senza però addentrarsi con l’escursione in barca. Carina da vedere, ma niente a confronto del paesaggio circostante. Qui non c’è molto da fare, se non ammirare le meraviglie naturali che questo posto ha da offrire, quindi verso le 19 andiamo a cena in uno degli unici due locali che ci sono, il Sango Sands Oasis, un ristorante semplice e accogliente, con splendide vetrate affacciate sul mare. Mangiamo molto bene, provando anche uno dei piatti tipici scozzesi, la Highland Venison, un piatto a base di selvaggina, che si rivela molto buono.

Giorno 10

Anche oggi purtroppo ci svegliamo con pioggia, freddo e nebbia, ma non possiamo perderci d’animo, dato che ci attende un altro splendido tragitto, che ci porterà fino ad Ullapool, attraverso tutta la parte nord-occidentale delle Highlands. La strada è bellissima. Attraversiamo ancora una volta coste selvagge, spiagge incredibilmente bianche, brughiere isolate e laghi di montagna, un paesaggio che non smette di sorprenderci a ogni angolo.

Decidiamo di percorrere la strada panoramica da Kylesku a Lochinver, che costringe a una deviazione di 30 miglia, che però ripaga appieno della fatica, in quanto è una delle strade più belle e panoramiche percorse finora. Permette, tra l’altro, di raggiungere bellissime spiagge e il faro di Stoer, un posto molto suggestivo. Sicuramente è una tappa da non perdere.

Verso le 17 raggiungiamo Ullapool, una cittadina portuale molto carina e con un’atmosfera romantica, dove riusciamo a fare un giro per i negozietti che si affacciano sul porto, prima che chiudano.

Ci sistemiamo al nostro B&B, il Tamarin Lodge, una magnifica casa in stile moderno, con camere ampie e curate, che si trova su una collinetta al di sopra del paese, e da cui si ammira un panorama stupendo sul lago sottostante.

Per cena scegliamo il ristorante Arch Inn, un posto molto romantico che si affaccia sul porto, dove mangiamo in maniera eccellente, forse uno dei migliori ristoranti della vacanza.

Giorno 11

Dopo aver ammirato per l’ultima volta l’incantevole paesaggio dalla finestra della nostra camera, partiamo alla volta dell’Isola di Skye, fermandoci prima all’Elian Donan Castle. Questo è forse il castello più fotografato della Scozia, in quanto si trova in una posizione molto suggestiva, su di un isolotto all’imbocco del Loch Duich, magicamente collegato alla terraferma da un elegante ponte ad archi in pietra. Ci limitiamo a fotografarlo da tutte le angolazioni senza entrare all’interno, che è stato in gran parte ricostruito.

Prima di giungere a Kyle of Lochalsh, la porta di ingresso a Skye, facciamo una piccola deviazione su di una strada secondaria fino al paesino di Plockton, costituito da una schiera di tipiche case imbiancate a calce, affacciate sulla baia. Carino per una passeggiata e qualche foto, ma niente di particolare.

Ben altra cosa è invece l’Isola di Skye, che raggiungiamo percorrendo il ponte che la collega alla terraferma. Da subito si distingue per i suoi spettacolari paesaggi montani, con le Cuillin Hills che la fanno da padrona.

Esploriamo prima la parte sud, percorrendo la bellissima strada panoramica, per la maggior parte single lane, che porta fino al paesino di Elgol, dal cui molo si gode di una splendida vista su tutta la catena delle Cuillin Hills, e da dove riusciamo a scattare delle bellissime foto. È una deviazione che in totale porta via circa tre ore di tempo, ma è assolutamente imperdibile.

Ci sistemiamo al B&B Glenhaultin, che si trova a 15 minuti di auto da Portree, in direzione nord. È una villa bellissima, curata nei minimi particolari, calda e accogliente, con dei padroni gentilissimi e una vista mozzafiato, che spazia dalle colline fino al mare. Davvero un sogno! Non è molto economico (110£ a notte), ma lo consiglio vivamente per poter fare un’esperienza unica, considerato che comunque l’isola in generale è piuttosto cara. Per noi è stato il più bel soggiorno dell’intera vacanza.

Per cena chiediamo consiglio al proprietario e ci dice che se non abbiamo prenotato, conviene andare al Lower Deck, un piccolo ristorante sul lungomare di Portree, dove non prendono prenotazioni e quindi possiamo metterci in fila e aspettare che si liberi un tavolo. Siamo abbastanza fortunati perché nel giro di un quarto d’ora circa, ci fanno accomodare. L’ambiente è molto carino e si mangia bene: due zuppe di pesce, fish & chips, cozze e una bottiglia di vino, per una spesa di 50£.

Giorno 12

Dopo un’ottima colazione in compagnia di una coppia di californiana, gli altri ospiti del B&B, partiamo all’esplorazione dell’isola. Per prima cosa visitiamo le attrattive della penisola de Trotternish, a nord, dove si possono ammirare spettacolari paesaggi, alcuni tra i più belli e particolari di Skye. In auto impieghiamo circa tre ore per compiere l’intero tragitto lungo la costa, da Uig a Portree. Ci fermiamo allo Skye museum, però senza entrare, e al Kilmuir Cemetery, dove si trova la tomba di Flora MacDonald. Poi percorriamo il sentiero che porta alle rovine del Duntulm Castle, all’estremità della penisola. Da qui si può godere di un paesaggio davvero unico e il castello in rovina aggrappato al promontorio, rende tutto ancora più suggestivo. Poco più avanti deviamo per qualche chilometro lungo la strada secondaria che porta da Staffin a Uig, che sale fino a raggiungere il punto più alto del Quiraing, una formazione rocciosa, i cui pinnacoli e i pendii con tratti franati, costituiscono uno dei paesaggi più belli dell’isola di Skye. La vista che si gode da quassù ha qualcosa di magico.

L’ultima tappa prima di giungere a Portree è l’Old Man of Storr, un pinnacolo di roccia di basalto alto 50 metri. Per raggiungerlo si può percorrere un sentiero di tre km, che porta fino alla sua base, ma noi ci limitiamo a osservarlo dalla strada. Purtroppo la giornata non è delle migliori, in quanto piove e c’è molta nebbia che copre la visuale, ma con un po’ di pazienza riusciamo a scattare qualche foto.

Oltrepassiamo Portree, dove torneremo più tardi, per andare a visitare il Dunvegan Castle, che però ci delude molto. L’ingresso costa 18£ (con sconto studenti), ma non ne vale la pena, in quanto gli interni sono rappresentati solo da una serie di oggetti di poco significato, i giardini non hanno niente di particolare e per l’unica cosa che forse varrebbe la pena, cioè il tragitto in barca sul lago per poter fotografare il castello dall’acqua, bisogna pagare altri soldi. Secondo me non vale la pena perdere tempo e soldi per questo castello.

Proseguiamo oltre il castello per qualche chilometro, fino alla fine della strada, dove c’è un parcheggio da cui parte il sentiero che, in circa mezz’ora di camminata, porta alle coral beachs, una serie di spiaggie coralline di un bianco accecante, formate da esoscheletri di alghe coralline.

Nel tardo pomeriggio torniamo a Portree per fare un giro tra i suoi negozietti e dedicarci a un po’ di shopping.

Per cena, optiamo per un’ottima pizza al ristorante L’Incontro, un locale carino nel centro di Portree (30£ in due, con birra e dolce).

Giorno 13

Lasciamo con gran dispiacere il nostro B&B e la splendida Isola di Skye, facendo un’ultima tappa alla famosa distilleria Talisker, dove però non facciamo l’escursione guidata poiché è solamente in inglese.

Puntiamo quindi dritti verso Fort William, passando per Invergarry, perché dobbiamo raggiungere il Glenfinnan Viaduct in tempo per le ore 15 e poter vedere il passaggio del famoso treno di Harry Potter. Per poterlo vedere cercate gli orari su internet del Jacobite Steam Train, il treno storico che percorre il tratto da Fort William a Mallaig, che in questo periodo fa’ un solo viaggio e quindi passa dal viadotto di Harry Potter solamente due volte: una all’andata verso Mallaig intorno alle 10 di mattina, e una al ritorno, verso Fort William, alle 15.

Dopo una breve sosta a Fort William, dove facciamo una breve passeggiata lungo la via pedonale del centro, raggiungiamo il visitor center del Glenfinnan Viaduct, che si trova proprio ai piedi di esso. Per raggiungere il punto panoramico, si può percorrere un sentiero che parte proprio dal centro visitatori e sale sulla collina. Da qui si ha una vista completa del viadotto che però è piuttosto in lontananza. Noi decidiamo di sfidare la pioggia, il vento e il fango fino alle ginocchia, inoltrandoci attraverso i campi, fino a raggiungere un punto molto più vicino al viadotto. Purtroppo, quando sta per arrivare il treno, inizia a piovere piuttosto forte e cala la nebbia, condizioni sicuramente non ideali per poterlo ammirare e fotografare. L’emozione di vedere il treno che arriva sbuffando vapore e attraversa il viadotto, proprio come nel film, è comunque molto forte per degli appassionati di Harry Potter come noi.

Tornati al visitor center, ci asciughiamo e ci cambiamo al volo, per evitare di prendere una bella bronchite e partiamo alla volta di Oban, dove passeremo la notte.

Oban è una bella città affacciata sul mare, da cui si può ammirare uno splendido panorama sulla baia, soprattutto al tramonto, col sole che scende dietro l’isola di Kerrera che si trova di fronte. È rinomata anche per i suoi ottimi ristoranti di pesce e noi possiamo confermarlo. Infatti, ceniamo al ristorante Ee’usk, consigliato e prenotato per noi dal padrone del B&B. E’ un posto moderno e luminoso, situato sul North Pier, con una bella vista sul mare, dove mangiamo il miglior pesce di tutta la vacanza e non solo, freschissimo e abbondante (spesa 53£ in due per antipasto, un grosso piatto di pesce con crostacei, molluschi e ostriche, due bicchieri di vino, un dolce e un whisky).

Giorno 14

Ci svegliamo con uno splendido sole e, dopo una breve passeggiata per le vie e i negozi di Oban, ripartiamo verso quella che sarà l’ultima tappa del nostro viaggio, ovvero Stirling.

Attraversiamo ancora una volta bellissimi paesaggi, molto diversi da quelli delle highlands settentrionali, ma pur sempre suggestivi, con una serie di laghi che si susseguono uno dopo l’altro. Facciamo una breve sosta al caratteristico paesino di Inveraray, che sorge sulle sponde del Loch Fyne, con le sue case imbiancate a calce e il bel castello, che ammiriamo solo dall’esterno.

Da qui proseguiamo verso il Loch Lomond, attraversando un bellissimo passo montano, che prende il nome di Rest and Be Thankful, per la splendida vista sulla vallata che si può ammirare.

Costeggiamo così il Loch Lomond, il più grande lago della Gran Bretagna, fermandoci per una passeggiata al grazioso villaggio di Luss, caratterizzato da una serie di casette tenute alla perfezione, piene di fiori.

Nel pomeriggio arriviamo a Stirling e subito andiamo a visitare il centro storico e il famoso castello. L’ingresso è compreso nell’Explorer Pass, che consente anche di avere uno sconto sull’audio guida. Dall’esterno il castello è molto bello, e si gode di una bella vista a 360 gradi su tutta la vallata sottostante. L’interno però, lascia molto a desiderare, in quanto è tutto completamente ricostruito e ci sono una serie di mostre moderne che non c’entrano niente con l’ambiente medievale del castello. Peccato, perché ce lo aspettavamo molto diverso.

Usciamo dal castello e scendiamo verso la parte bassa della città, ma anch’essa ci lascia piuttosto delusi. Non c’è nessuno, nonostante sia sabato pomeriggio e ci sono solo moderni centri commerciali e niente di caratteristico, come invece ci saremmo aspettati. Nemmeno per cena riusciamo a trovare niente di particolare e ci limitiamo a mangiare piuttosto velocemente un hamburger in un ristorante piuttosto anonimo.

Giorno 15

La vacanza è giunta purtroppo al termine e alle 17 abbiamo l’aereo che da Glasgow Prestwick ci riporterà a Pisa. Lungo la strada di ritorno facciamo una breve sosta nel centro di Glasgow, dove visitiamo il museo di arte moderna (gratuito), la bella George Square e facciamo una passeggiata lungo le vie pedonali della città. Sembra una città molto vitale, con molti locali e ristoranti, ma che comunque non ha nessun paragone con la bellissima Edimburgo.

Raggiungiamo in orario l’aeroporto, lasciamo l’auto e partiamo, con un po’ di sana malinconia.

Considerazioni

È stato un viaggio bellissimo e la Scozia ha ampiamente ripagato tutte le nostre aspettative, con i suoi paesaggi unici, una natura incontaminata, la bellezza medievale di Edimburgo e la vitalità delle sue vie e delle sue piazze, nonché i silenzi delle Highlands e la magia delle Orcadi.

L’itinerario che abbiamo fatto si è rivelato per lo più giusto, anche se col senno di poi converrebbe probabilmente saltare Elgin e Stirling, concentrandosi ancora di più sugli splendidi paesaggi naturali delle Highlands settentrionali, che rappresentano la parte più bella del viaggio, insieme alle Orcadi e all’Isola di Skye.

Il clima è quel che è, ma non ci si può fare niente, l’importante è partire ben attrezzati, con felpe, giacca a vento, sciarpa e guanti e scarpe da trekking resistenti all’acqua. Nella parte nord e a Skye, fa veramente freddo, con una temperatura che non supera i 10 gradi e un vento gelido. In fin dei conti, noi abbiamo avuto quasi una settimana intera di bel tempo, quindi credo non ci si possa nemmeno lamentare da questo punto di vista.

Per quanto riguarda la guida a sinistra, ci si abitua davvero molto facilmente, quindi è una preoccupazione da scartare. I limiti di velocità, però, sono piuttosto alti anche sulle strade strette, quindi fate attenzione alle auto che viaggiano molto forte. Nelle single lane, invece, le persone sono molto tranquille e si fermano pazientemente, e anche in questo caso ci si fa rapidamente l’abitudine.

Godetevi il viaggio in questa splendida terra ricca di fascino e magia, perché ne vale veramente la pena.



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche