Due ragazze e un cargo

Come vivere diversamente il mare e la crociera
Scritto da: psicodani
due ragazze e un cargo
Partenza il: 10/08/2010
Ritorno il: 21/08/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
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Viaggiare su una nave cargo è una di quelle esperienze che devi continuamente giustificare al mondo. Tutti ti chiederanno sempre come mai per due settimane ti sei andato a ficcare su una scatola chiusa con la possibilità di scendere a terra per al massimo 8 ore per ogni paese visitato. Nel nostro caso i paesi sono cinque: Grecia, Turchia, Egitto, Israele e Cipro e la scatola chiusa è una nave cargo di una famosa compagnia marittima napoletana . Appurato che non è una crociera per quelli che vogliono scegliere tra 5 ristoranti dove mangiare, per quelli che vogliono svegliarsi con la musica e con la lezione di acquagym che aspetta sul ponte, per quelli che “scappo dal mondo per due settimane” ma poi tirano giù i santi del paradiso se non hanno la linea per il loro cellulare, se non hanno la tv, se non hanno la giornata scandita, se non possono mettersi il vestito bello alla sera. Viaggiare su un freighter diventa una esperienza unica se la osservi con diversi occhiali.

Partiamo dagli occhiali della gente che incontri. Sezione PEOPLE. Innanzitutto l’equipaggio. Nel nostro caso sono mediamente giovani e rientrano nella categoria di cui sopra (quelli che si chiedono perchè tu vuoi passare le vacanze nel loro posto di lavoro). Prima dell’imbarco leggono l’elenco dei passeggeri (pax) – che mediamente hanno ottant’anni – per vedere chi sale. Questa volta sono fortunati: due ragazze più o meno giovani con 5 brillanti sessantenni (di cui 4 inglesi). Rispetto alle sottoscritte si aprono quindi le ipotesi: 1) sono lesbiche; 2) sono disponibili e si “offrono” agli uomini della nave. Non sono previste altre possibilità. Optato per la seconda ipotesi, diventa quindi ovvio per loro omettere che magari a terra aspettano mogli e figli… E la disponibilità della ciurma è solo dettata da necessità, non vincolata ad un legame. Questa volta il capitano e il comandante di macchina (i più alti in grado) sono accompagnati da compagna, moglie e figli. Esclusi loro, rimangono a disposizione tutti gli altri. Bisogna dire che fare il marittimo è un duro lavoro. Otto mesi di navigazione all’anno e 4 mesi a casa. Forse è più duro fare la moglie a casa, chissà… Qualcuna infatti è scappata (anche troppo presto). Quelle che rimangono credono nell’amore vero! La maggior parte dei marittimi con cui abbiamo parlato non vedono l’ora di tornare a terra! Alcuni non vogliono diventare cinghiali, ad altri mancano gli affetti, altri invece li cercano ma non li trovano ovviamente in mare aperto. Chissà se la continua lamentela è un modo per farsi consolare o per vendersi come buon partito… In ogni caso l’obiettivo per quasi tutti è la terra. Nel frattempo si uccidono con film visti sul pc nella solitudine della loro cabina oppure vedono gli educativi servizi dei nostri allegri telegiornali. Quello che sembra più sereno e pacifico nel suo soggiorno sulla nave è il cameriere tuttofare, sembra costruito assieme alla nave tanto è nel suo ambiente (anche se la nave ha solo 12 anni e lui è al suo ultimo imbarco). Abbiamo visionato due tipologie di compagne di vita degli ufficiali: la donna dedita alla famiglia e che crede fermamente nella sua scelta perchè l’ha maturata assieme al proprio uomo, e quella – diciamo – di seconda generazione, per cui navigare e fare la first lady della nave – terrorizzando i giovani ufficiali – diventa un simpatico diversivo. Uno dei passatempi preferiti di queste allegre famigliole è il karaoke. Ci adeguiamo con ardore, consapevoli che tanto lì ci può vedere soltanto qualcuno dotato di satellite. Passiamo ai passeggeri. Anche qui troviamo una curiosa comitiva. Abbiamo il medico italiano, de Roma, che sceglie di viaggiare da single ma chiama la moglie a ogni piè sospinto. Scarseggia nell’inglese e si diletta nella spiegazione di come usare il filo interdentale e di tutti i gradi dell’esercito, marina e aviazione. La coppia inglese appare un po’ misteriosa, non scende mai dalla nave e nasconde segreti coniugali che solo il Mossad riuscirà poi a scoprire. Anche gli altri due inglesi hanno lasciato le consorti a casa. Steve sta andando a Cipro a costruire la sua casa. Ingegnere molto affascinante che si improvvisa match-maker per noi (leggi cupido), pescando anche tra la crew. L’altro inglese senza moglie (la quarta) si dichiara lord, elargisce tanto denaro quanto fandonie (passato da mediatore in guerra del golfo? Trasporto di milioni di dollari? Case in mezzo mondo? Viaggia con una pistola?). Per completare questa poco esaustiva spiegazione della nostra ciurma, vale la pena aggiungere qualche aneddoto, raccolto qua e là durante la navigazione: il comandate di macchina che chiede al cameriere che, dopo la partenza della moglie, non vengano più cambiate le lenzuola fino allo sbarco (si parla di almeno due mesi); ogni tanto muore un passeggero mandato a bordo ormai decrepito, forse per dargli il colpo finale… in una location lontana come il Brasile i nostri della crew si dilettano a frequentare bordelli o a provare miracolose e portentose polverine (leggi viagra). Ovviamente tutti negano.

Secondo punto di vista: gli scenari osservati. Sezione SIGHTS. Anche se sfuggenti, gli scenari offerti da questo curiosa crociera sono stati strabilianti. In alto mare abbiamo cieli stellati, mare a perdita d’occhio con qualche delfino e l’ardito spettacolo del pilota che sale a bordo per guidare la nave nelle situazioni impervie (porti e stretti). A terra, da ricordare: l’acropoli di Atene sotto la canicola greca cocente; il suq di Izmir (che comunque non ha niente a che vedere con il suq ad es. Di Fes), la Biblioteca di Alessandria chiusa per la visita di Mubarak, la Gerusalemme non liberata dalla paranoia della polizia israeliana e assalita dai credenti alla ricerca di qualcosa in cui credere (qui è morto Gesù, qui dormiva Maria, e così via ad libitum), l’isola di Cipro che è la brutta copia della Grecia (ignota la ragione per cui tutti questi inglesi abbiano casa sull’isola). Scritta così può sembrare un bilancio negativo delle soste effettuate ma viaggiare non deve essere una risposta alle nostre aspettative ma l’attesa dell’incontro con l’Altro. Inoltre si segnalano i cugini ricchi della Costa Crociere incrociati a terra. Possiamo solo snobbarli e compatirli. Ultima vista da segnalare, quella dell’ufficiale di coperta che tiene cabina davanti a noi. Ora sappiamo tutto di radar, carte nautiche, miglia e nodi. Grazie a tutte le guardie fatte con lui in cabina di comando…

CONSIGLI per la navigazione:

  1. per visitare anche i più segreti meandri della nave affidarsi all’ufficiale che si è innamorato di voi: vi condurrà ovunque!
  2. Per imparare ad usare il sestante non affidarsi all’ufficiale che ci sta provando con voi e che voi volete tenere alla larga: mai provato ad usare un sestante? provate e capirete perchè!
  3. Non lasciare del cioccolato incustodito nel frigorifero comune della cucina: tempo tre ore e non ci sarà più. Il loro bisogno di dolci è forse pari al loro bisogno di…
  4. i turchi fanno finta di capire le lingue straniere e poi improvvisano, gli egiziani si corrompono facilmente con stecche di sigarette, le poliziotte israeliane non sorridono mai, i ciprioti sono inglesi o libanesi, in Grecia non ci sono negozi di alimentari ma solo di pentole.
  5. I taxisti di tutti i paesi guidano come se fosse una questione di vita o di morte. Mai viaggiare a stomaco vuoto!
  6. Ci sono ancora degli uomini che provano a sedurre con: “mi sembra di averti già vista…”. Se non volete fare la vedova bianca di un marittimo, guardatevene bene!
  7. Non andare in Israele se si vuole nascondere al/alla proprio/a consorte un viaggio extraeuropeo! Loro lo sanno già!
  8. Le date di arrivo e partenza sono sempre molto elastiche: avere sempre 3-4 giorni di scarto rispetto a quello comunicato dalla compagnia. Quindi non abbiate fretta, mai! Voi vi dovete adeguare al cargo, non lui a voi.

Qualcuno si potrebbe chiedere se questo scritto vuole invitare o al contrario scoraggiare le persone a fare vacanze su una nave cargo. Dipende da cosa cercate quando lasciate le vostre case con una valigia in mano. Se cercate una vacanza che abbia il ritmo in sintonia con quello del vostro cuore, se cercate un posto dove il tuo confine è quello del ponte che hai davanti a te, che non si perde come l’orizzonte a vista d’occhio ma finisce là in fondo, se vuoi che la tua rotta venga stabilita da altri ma tu la puoi vedere in qualsiasi momento, allora sei su un cargo e hai scelto il posto giusto. Anche se tutti continueranno a chiederti perchè, saprai che il posto dove hai scelto di stare è proprio quello.



  • ilia54 ilia54
    Mi èpiaciuto molto come è stato raccontato il viaggio, molto reale e simpatico. Trovo che sia una bella esperienza da mettere nei programmi"
  • ilia54 ilia54
    Mi èpiaciuto molto come è stato raccontato il viaggio, molto reale e simpatico. Trovo che sia una bella esperienza da mettere nei programmi"
  • ilia54 ilia54
    Mi èpiaciuto molto come è stato raccontato il viaggio, molto reale e simpatico. Trovo che sia una bella esperienza da mettere nei programmi"
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