Due odalische ad Istanbul
Approfittando delle vacanze di Carnevale io e la mia amica Maura (due maestrine di scuola dell’infanzia), decidiamo di andare a visitare questa splendida città, sotto consiglio di svariati amici. A tal proposito… siamo due ragazze di 26 anni, e nonostante le dicerie, non abbiamo avuto nessun problema a girare la città da sole, né di giorno, né di notte, anche se, effettivamente, il nostro Hotel si trovava proprio nel centro storico. Un consiglio per chi viaggia “solo ragazze”: non girate di notte nella zona del ponte sul Bosforo né nella parte occidentale. Lì siamo state con due famiglie italiane, che abitano vicino a noi, conosciute sull’aereo!
Dunque partiamo da Torino-Caselle, breve scalo a Francoforte e atterrati ad Istanbul (con un’ora di ritardo causa vento e traffico aereo). Già mentre ci spostiamo dall’aeroporto, con la metro (3 lire turche a corsa!), al nostro hotel possiamo ammirare le bellezza del centro storico. Per cui, arrivate, dopo mille peripezie, all’hotel ci laviamo, mangiamo e usciamo per un primo tour notturno della “città tra i due mondi”: facciamo un giro nella piazza che divide la Moschea Blu dalla Basilica di Santa Sofia. I giochi di luce che si formano nella notte, anche grazie alla bellissima fontana che c’è tra le due strutture, sono davvero incantevoli.
secondo giorno
Ci alziamo di buonora e, dopo un’abbondante colazione sul terrazzino dell’hotel, partiamo alla scoperta della città, cominciando dal “pezzo forte”: la Moschea Blu. Per una piccola coincidenza, siamo entrate proprio quando stavano recitando il muezzin. Per entrare non abbiamo pagato nulla, ma, come vuole la tradizione musulmana, abbiamo dovuto indossare un velo per coprire il capo (io ho usato la mia sciarpina) e togliere le scarpe. L’interno, come anche l’esterno è davvero imponente e bello, con vetrate che creano giochi di luce particolari. Anche il cortile interno merita una sosta… in particolare sono singolari i lavatoi per i piedi, che vengono usati ogni volta che sia deve entrare anche se fa freddo ed è inverno (anche se ogni Mosche li ha, per me che frequento solo chiese cattoliche è stato un particolare che mi è rimasto impresso). usciti ci dirigiamo nella Basilica di fronte: Santa Sofia (prima moschea, poi Basilica, ora museo). Lì abbiamo dovuto pagare il biglietto di ingresso e, a mio giudizio, non c’è nulla di che: un paio di mosaici, ma per il resto è vuota… In ogni caso non avrei potuto restare col dubbio di non averla vista.
Uscite da lì, ci dirigiamo verso la Basilica Cisterna (a poche centinaia di metri): una vera scoperta, con un po’ di coda e a pagamento, ci siamo inoltrate in questa antica cisterna che un tempo conteneva le riserve d’acqua per la città. Un tunnel sotterraneo di colonne e passerelle sull’acqua…decisamente suggestivo.
Decidiamo di andare a fare una passeggiata per la città e, passando attraverso il parco, arriviamo al ponte che attraversa lo stretto e ti permette di arrivare nella parte occidentale della città. Il ponte Galata è particolare, perché sopra passano le auto ed è pieno di pescatori (attenzione a non farvi prendere dagli ami…è successo davanti ai nostri occhi!) e sotto ci puoi passeggiare o fermarti a mangiare, visto che è pieno di ristoranti con il pesce fresco. Prima del ponte c’è il porto dal quale si vede molto bene il ponte sul Bosforo che divide l’Europa dall’ Asia. Decidiamo di tornare indietro e, lungo la strada del ritorno ci fermiamo alla Moschea Nuova, entriamo e assistiamo ad una parte di un rito/messa. Ovviamente uomini e donne pregano separatamente.
Ci perdiamo tra i vari negozietti delle via interne e, quando ce ne ricordiamo, andiamo a cena… poi dritte a casa a riposarci.
Il terzo giorno cominciamo con il visitare il Palazzo Topkapi, ovvero il Palazzo del Sultano, quando ancora ne veniva fatto uso. Ovviamente ha un prezzo e l’Harem ha un biglietto a parte. Il palazzo davvero bello, con tantissime strutture indipendenti una dall’altra, alle quali si può accedere solo attraversando il cortile. Quest’ultimo più che un cortile è un vero e proprio giardino con fontane e terrazze: c’è una vista spettacolare, in particolare, da un angolo del terrazzo, dove si può vedere proprio bene il Bosforo e il ponte (tantissime persone vanno lì proprio a farsi le foto). Prima di uscire decidiamo di acquistare il biglietto per l’Harem ed entriamo: tante stanze decorate con colori arabeggianti e bellissime finestre. L’intero palazzo è sprovvisto di mobili (fatta eccezione per una stanza dell’Harem), però ci sono diverse mostre che presentano le collezioni di argenteria, di spade (c’è anche la spada di Maometto) e armi, di vestiti…
Usciti dal palazzo decidiamo, nonostante il brutto tempo (purtroppo ha fatto bello solo l’ultimo giorno), di prendere la barca e fare la gita sul Bosforo. Ci sono due tipologie di gite, la più lunga prevede una sosta in un paesino di pescatori in Asia, la più corta no, ma il giro che si fa è sempre lo stesso. Noi optiamo per la scelta più breve. La gita ci porta a vedere sulle rive del Bosforo palazzi (il Palazzo Dolmabahce, la Torre di Leandro), case, moschee, che altrimenti non avremmo avuto occasione e tempo di osservare. Si arriva fin sotto il ponte sospeso, già citato, che divide i due continenti: finalmente lo vediamo da vicino. Il costo del tour era di 25 lire turche.
Mentre torniamo verso l’albergo decidiamo di fare una “piccola” deviazione (in realtà parecchio lontana e in salita) e andiamo a vedere la Moschea di Solimano. Decisamente più imponente delle altre, si trova su uno dei colli della città. Andiamo a mangiare cena in un locale molto carino che c’è in una via piena i posti simili: nonostante il freddo abbiamo scelto di mangiare fuori, sui divanetti, scaldate da una stufetta.
Il quarto giorno, l’ultimo pieno per poter girare, lo dedichiamo alla zona occidentale in mattinata e al Gran Bazaar il pomeriggio. Partiamo dunque a piedi (la città è grossa, ma andare a piedi e riuscire a cogliere la sua essenza non è impossibile!), superiamo il Ponte Galata e arriviamo alla Torre di Galata. Non siamo saliti fino in cima, anche se ci è stato detto che c’è un’ottima vista dalla cima. La Torre si chiama così, perché fu fatta costruire dal genovese Galata. da lì parte una lunga strada dritta di negozi e, percorrendola, ci siamo proprio rese conto di come cambi la città: negozi di ricche marche, di telefonia, di shopping decisamente occidentale. Anche i palazzi non hanno più nulla del mondo arabo, anzi sembra di essere in centro alle grandi metropoli occidentali. Al fondo della via si trova Piazza Taksim (nota in questo momento per gli scontri e i tafferugli). Onestamente non ho trovato nulla di particolare in questa zona della città, né di affascinante: l’unico particolare simpatico è stato vedere il cablecar (il trenino tram tipico di San Francisco) andare su è giù per questa lunga via.
Nel Pomeriggio siamo tornate nel centro storico e ci siamo date allo shopping sfrenato, perdendoci tra i mille negozietti colorati del Gran Bazaar. Qui si trova veramente di tutto: vestiti tipici, oggettistica varia, ma anche maglie firmate a prezzi decisamente ridotti!! Decidiamo di comprare qui qualche ricordino da portare a casa e rientriamo (dopo 4 ore!!) in albergo.
L’ultimo giorno abbiamo a disposizione solo un po’ della mattinata e, siccome fa bello, decidiamo di andare a goderci la Moschea Blu e Santa Sofia, sedute sulle panchine della piazza al sole.
Si conclude così il nostro “week-end lungo”: un carnevale davvero incantevole di odori, sapori e suoni diversi da quelli che siamo abituati a sentire!
Alla prossima!