Due mesi on the road di una portatrice di handicap

Ognuno di noi ha un sogno nel cassetto, io ne avevo due e li ho realizzati: Capo Nord e Route 66! Vi racconto del nostro viaggio in America, quasi due mesi on the road, con un parentesi a Panama. Partenza da Pisa arrivo a NewYork,dove siamo rimasti tre giorni, Metropolitan Museum, giro della baia in battello gratis, tramonto sull’Empire, poi...
Scritto da: Anna50
due mesi on the road di una portatrice di handicap
Partenza il: 29/04/2007
Ritorno il: 23/06/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 3500 €
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Ognuno di noi ha un sogno nel cassetto, io ne avevo due e li ho realizzati: Capo Nord e Route 66! Vi racconto del nostro viaggio in America, quasi due mesi on the road, con un parentesi a Panama. Partenza da Pisa arrivo a NewYork,dove siamo rimasti tre giorni, Metropolitan Museum, giro della baia in battello gratis, tramonto sull’Empire, poi macchina a noleggio e via, unico impegno:la data di restituzione a Washington, dove avremmo preso l’aereo per Panama.Per Prima cosa siamo andati alle cascate del Niagara, talmente belle dal lato canadese da non riuscire a venir via: nonostante il freddo glaciale non mi stancavo di guardare quella massa incredibile d’acqua che scendeva. Poi ritorno verso la costa, Albany, Newport e le sue splendide case da Grande Gatsby, Boston e il suo filo rosso, Philadelphia, gli Amish con le loro abitudini di secoli fa, Washington, con il quartiere di Gerorgetown tanto simile alle nostre città europee,con il museo dell’Olocausto, bellissimo, con il memoriale ai caduti del Vietnam e della guerra di Corea, il cimitero di Arlington con le tombe dei Kennedy . Da Washington aereo per Panama City: tutto un altro mondo. Caldo afoso e pioggia a dirotto per quasi tutta la settimana del nostro soggiorno; siamo comunque riusciti a fare tutto il canale dal Pacifico all’Atlantico, molto bello anche se siamo rimasti un’ora e mezzo fermi in mezzo al lago Gatun in attesa di altre imbarcazioni che dividessero il passaggio delle chiuse con noi. Strabilianti i mezzi pubblici di Panama:bus coloratissimi, con le immagini di Cristo o della Madonna, che corrono come pazzi sulle strade abbastanza dissestate e fanno anche le corse fra di loro, a volte con esiti catastrofici di ribaltamento! La vita per noi non costa niente, per i pensionati ci sono anche facilitazioni sulle bollette di vario genere, siamo andati anche a vedere appartamenti in vendita a prezzi veramente bassi. Dopo Panama, Las Vegas, una sola notte ci è bastata, noleggio macchina e via: destinazione California e Parchi Nazionali , unico impegno restituire la macchina a San Francisco dopo 23 giorni! San Diego, Imperial Beach e poi piano piano i parchi nazionali: con 80$ abbiamo fatto l’abbonamento a tutti i parchi nazionali per un anno,dopo 4 parchi avevamo ripreso la spesa. E ci siamo riempiti gli occhi di rocce di tutte le dimensioni e di tutte le sfumature dal rosso all’arancione al giallo, senza stancarci mai di guardare, pregando il cielo che facesse stare zitti per un po’ tutti i giapponesi che giravano per i parchi! Abbiamo incontrato timidi cervi e scoiattoli sfacciati che si avvicinavano per mangiare, visto grandi aquile volteggiare in cielo e corvi neri lucidissimi saltellare fra i piedi dei turisti, le sequoie giganti che non entrano nell’obiettivo della macchina fotografica, la Monument Valley sfondo di tanti film di cow boy e lo stupefacente Antelope Canyon, il maestoso Grand Canyon con il fiume Colorado e la Valle della Morte,dove siamo capitati in un giorno di vento violentissimo che non faceva stare in piedi; una città fantasma, abitata fino alla metà dell’800 e abbandonata dopo l’ennesimo incendio, un lago che per dissetare Los Angeles sta sparendo e dal suo fondo affiorano colonne di calcare e un altro da cui esce anidride carbonica e non ha più alberi vivi intorno; poi Sacramento, con il suo quartiere antico e il museo del treno, omoni tatuati sulle Harley Davidson e locali stile “Happy Days”, Camion giganteschi con tre rimorchi e mostruose roulottes attaccate ad altrettanto mostruosi pickup, camper giganteschi con fuoristrada al rimorchio. E le riserve indiane, dove gli antichi signori delle praterie sopravvivono.Un pezzetto della Route66, che non esiste quasi più, cancellata da una Interstatale, ci ha fatto fare un salto indietro: in mezzo al deserto abitato solo da cactus e joshua trees, con il bordo strada sterrato come all’epoca dei conestoga, pensavo alla durezza del viaggio fatto dagli emigranti della Grande Depressione del ’29, che arrivarono in California e furono rispediti indietro perché non c’era posto né lavoro per tutti! Tre giorni a San Francisco, con tappa d’obbligo alla Levi’s, ci hanno dato l’idea della bellezza della città, forse la più bella che abbiamo visto, da rivedere; da qui Chicago, giro in città e in battello sul lago Michigan, poi tre giorni in macchina nuovamente in Canada, dove abbiamo percorso la Transcanadese senza quasi trovare traffico, rientro negli USA e partenza da Chicago per l’Italia.

Abbiamo dormito quasi sempre nei Motel come quelli che si vedono nei telefilm americani, tutte le camere avevano due letti o matrimoniali o a una piazza e mezzo,aria condizionata, bagno,televisione, macchina del caffè, microonde e frigorifero; a disposizione dei clienti ghiaccio gratis a volontà e spesso la prima colazione. Abbiamo avuto l’impressione di una paese da cui possiamo imparare tante cose, non solo il fast food, dagli spazi immensi e dalle grandi contraddizioni ma che offre opportunità da noi impensabili: da tornarci sicuramente! Tutto questo nonostante un handicap motorio che mi fa camminare con un bastone e mi obbliga a cercare alberghi con ascensore o camere a piano terra; a questo proposito devo dire che, a differenza di quello che succede in Italia, ho sempre trovato liberi o occupati da chi ne aveva diritto i parcheggi a me riservati,



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