Due cuori e una tenda
1° giorno
Siamo partiti all’alba dalla Puglia direzione Pescasseroli piccola cittadina nel cuore del Parco Nazionale. Il bello del campeggio è che non è necessario prenotare, quindi si può decidere all’ultimo minuto e soprattutto si ha la possibilità di scegliere sul posto il camping che ti ispira di più. Abbiamo valutato varie strutture sia a Pescasseroli che nei paesini vicini come Opi e Barrea e dopo averne scartate diverse perché troppo vicine alla statale marsicana abbiamo trovato il campeggio che faceva per noi il camping “La panoramica”(www.campinglapanoramica.it) un piccolo campeggio pulito, silenzioso ed economico (7 euro per la tenda e 7 euro a persona al giorno anche se l’elettricità e le doccia si pagano a parte), gestito da una famiglia molto disponibile. Questo campeggio è un ottima soluzione anche nel periodo invernale in quanto è vicinissimo alle piste sciistiche di Pescasseroli e dispone di graziosi chalet di legno, sistemazione ottimale per la stagione fredda.
Una volta scelta la nostra piazzola abbiamo cominciato a montare la tenda sotto un cielo che diventava sempre più nuvoloso infatti di lì a poco è venuto giù un “rinfrescante” acquazzone estivo che ci ha costretto a rimandare il montaggio della tenda. Ne abbiamo così approfittato per raggiungere il centro del paese e prenotare un escursione prevista per il giorno dopo. A Pescasseroli c’è l’Ecotur che organizza ogni giorno delle escursioni guidate da ragazzi giovani e molto preparati. Ogni escursione va prenotata entro le 18 del giorno prima ed ha un costo variabile tra i 10 e i 50 euro quest’ultimo è il costo di un escursione serale al monte Amaro per l’avvistamento dell’orso bruno marsicano, animale simbolo del parco, comprensivo di cena con prodotti biologici.
Oltre all’Ecotur ci sono altri centri con sede negli altri paesi del parco come l’Ecoespolora, Wild life adventures e La betullala la cui programmazione completa delle escursioni e recuperabile sul sito del parco (www.parcoabruzzo.it)
Conclusa la prima faticosa giornata andiamo a letto presto ansiosi di cominciare le nostre passeggiate immersi nella natura il mattino successivo.
2° giorno
Dopo una notte al quanto freddina (consigliamo vivamente di portare con voi abiti abbastanza pesanti anche ad agosto se scegliete di dormire in tenda e non in baita) facciamo una lauta colazione e partiamo per la prima passeggiata.
La nostra prima meta è la Val Fondillo una valle non distante da Pescasseroli in località Opi. Il primo impatto con il parco è entusiasmante, c’è solo natura intorno ed il verde ti riempie occhi e polmoni. Decidiamo di seguire il “percorso natura” che, superato il rio Fondillo, svolta a sinistra e permette di addentrasi in una bella faggeta. Da qui, percorrendo un piccolo sentiero, si può affrontare la salita al monte Amaro a cui, nei mesi estivi, essendo particolarmente popolato da camosci, cervi e orsi bruni è consentito l’accesso a un numero limitato di visitatori al giorno. In questi mesi si possono prenotare escursioni guidate al costo di 15 euro a persona, il resto dell’anno l’acceso invece è libero e gratuito.
Sempre nella Val Fondillo invece che svoltare a sinistra al ponte sul rio si può proseguire dritto fino a raggiungere la grotte delle Fate, una grotta lunga e bassa da cui sorge un vivace torrentello di acque limpide e fresche. In realtà il sentiero prosegue in salita nella fitta faggeta fino al passo dell’orso(1672 m) al di la del quale ci si affaccia sulla valle del Canneto, ma noi non siamo degli escursionisti esperti e la fatica comincia a farsi sentire quindi torniamo in campeggio dove dopo una ottima grigliata riposiamo un po’e alle 19 siamo pronti per l’escursione che abbiamo prenotato presso l’Ecotur.
L’escursione che abbiamo scelto di fare è molto particolare si tratta del “woolf-finding”. Questa è una tecnica usata dai ricercatori per studiare la localizzazione dei lupi nel parco. L’escursione si è svolta al tramonto in località difesa una zona molto bella del parco in cui è stato girato l’incantevole film “La volpe e la bambina” che vi consigliamo di vedere prima di partire. Siamo arrivati in una radura e lì in silenzio abbiamo “lanciato” il nostro richiamo, si tratta di una serie di ululati registrati che vengono amplificati con un megafono, se i lupi sono in zona rispondono a questo richiamo. Purtroppo non siamo stati così fortunati ma è stata ugualmente un’esperienza molto suggestiva e il parco di notte si veste di una luce nuova, misteriosa, surreale.
La guida ci ha poi spiegato che i lupi nel parco sono una cinquantina divisi in 5-6 branchi, non sono affatto pericolosi e hanno molta paura dell’uomo che li ha cacciati per tanti anni.
3°giorno
Il terzo giorno abbiamo deciso di andare a esplorare la zona della Camosciara in località Civitella Alfedena. Questa è la zona più delicata del parco popolata dalla ricca fauna locale e caratterizzata da tante cascate e cascatelle, solo alcuni sentieri sono percorribili, tutto intorno è riserva integrale. L’auto si lascia in un parcheggio (3,20 euro) e poi si può proseguire a piedi fino ad un piazzale da cui partono diversi sentieri oppure si può arrivare su con una carrozza o un trenino al costo di 6euro A/R, c’è anche la possibilità di fare una passeggiata a cavallo per 12 euro. Noi decidiamo di camminare anche perché lungo il percorso ci sono diversi cartelli informativi su alberi e piante che delimitano il sentiero.
Una volta nel piazzale si può procedere dritto lungo il sentiero G5 che porta alle cascate delle Tre Cannelle e a quella delle Ninfe che sono veramente molto belle peccato che sia un po’ troppo affollato e il chiasso non permetta di godere a pieno dei suoni della natura.
Molto meno frequentato è il sentiero che Nicola mi convince a intraprendere si tratta del sentiero G6 che porta al Belvedere della Liscia. È un sentiero abbastanza ripido, c’è un dislivello di 400 metri e diversi tratti fangosi quindi consiglio di affrontare questi sentieri solo se si ha un minimo di attrezzatura come scarponcini da trekking e un bastone. Pur soffrendo di vertigini non ho avuto grosse difficoltà tranne che per la suola del mio scarponcino che ha deciso di scollarsi a metà del percorso! Fortuna che Nicola, giovane marmotta, aveva con se del nastro adesivo con cui mi ha riparato temporaneamente la scarpa così dopo circa 1.30h siamo arrivati al belvedere che detto tra noi è un po’ deludente ma subito più in basso c’è una bella cascata al di sotto della quale ci sono dei grossi massi su cui si può riposare. Dopo un panino ristoratore affrontiamo la discesa e torniamo in campeggio per cambiare le mie scarpe. Dedichiamo il resto del pomeriggio alla visita di Opi un piccolo borgo medioevale situato in uno splendido anfiteatro naturale, circondato da rigogliose montagne ricche di boschi che fotografiamo a lungo dalle diverse terrazze panoramiche presenti nel paese.
Ceniamo nell’area barbecue del campeggio con un’ottima grigliata di salsiccia locale di cinghiale e con porcini e poi di corsa a nanna.
4° giorno
Sta mattina decidiamo di spingerci fino al confine laziale del parco a Forca d’acero. Qui percorriamo un breve sentiero che in confronto a quello del giorno prima mi sembra una sciocchezza, anche qui rimaniamo un po’ delusi perché la zona è disturbata dagli schiamazzi provenienti da un ristorante che si trova proprio all’imbocco del sentiero.
Ci dirigiamo verso Civitella Alfedena uno dei borghi più belli d’Italia che sorge alle pendici del Monte Sterpi d’Alto. Dopo aver girovagato un po’ per i vicoli strettissimi di questo incantevole paesino visitiamo il Centro Natura delle linci e quello dei lupi. Si tratta di due aree recintate di diversi ettari, in cui vivono rispettivamente due esemplari di lince e di lupo in stato di semicattività il cui comportamento viene studio a scopo scientifico. Dopo esserci appostati lungo la recinzione armati di binocolo e macchina fotografica riusciamo finalmente ad avvistare due lupacchiotti che riusciamo anche a fotografare.
Felici di aver finalmente visto da vicino questo animale così emblematico e affascinante torniamo a casa per una nuova grigliata di carne locale (bistecche, arrosticini e scamorzine grigliate) davvero superba!
5°giorno
Questo è il nostro ultimo giorno e dopo aver smontato la tenda e aver ricaricato a fatica l’auto decidiamo di visitare Barrea un piccolo paesino arroccato su uno sperone a 1066 metri che si affaccia sul lago omonimo. Il paese, per difendersi dalle incursioni, si è sviluppato in prossimità della foce naturale del Sangro, con un groviglio di case disposte a muraglia che rendevano impossibile l’accesso ovunque, se non dalle due porte posizionate a monte e a valle del paese. A sorvegliare il tutto, i due torrioni: la Torre Rotonda e la Torre Quadrata, ancora oggi presenti. Dopo un sosta rilassante lungo le sponde del lago torniamo verso Opi dove pranziamo nel ristorante “il vecchio mulino”, il cibo è ottimo e il prezzo equo (33 euro in due per due primi molto abbondanti, un contorno e bevande) se ci andate non potete non assaggiare i ravioli ai funghi porcini..mi torna ancora l’acquolina in bocca!
Il nostro viaggio volge al termine resta solo il tempo per un ultimo giro a Pescasseroli dove acquistiamo un po’ di salumi e formaggi per portarci a casa un assaggio di questa magnifica terra.