Dublino e un pezzetto di Irlanda in sei giorni
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2° giorno
Alle 9 arriva all’albergo Alessandra una ragazza che ci accompagnerà per alcune ore in un tour a piedi per la città in lingua italiana (Dublino a piedi in italiano questo il sito dove ho trovato Alessandra). Camminiamo e ci illustra le costruzioni del periodo Georgiano, ristoranti dove mangiare una buona carne, oppure pub dove bere qualche birra, particolarità della città, dei Dublinesi e Irlandesi in genere.
Parco di Stephen Green, Trinity College, National Gallery, Marrion Square, la chiesa di S. Patrich e la Christ Church, ancora qualche via strategica poi ci salutiamo in un bar non prima di averci indicato come raggiungere la birreria Guinnes. Spuntino con una colorata frittata, un buon caffè espresso poi autobus e Guinnes. Molto bello il museo della mitica birreria, pieno di rumori e profumi, tecnologico e interattivo. Buona audioguida in italiano, si continua a salire fino a giungere in un bar da dove oltre che bere la birra puoi vedere anche la città dall’alto. Torniamo in albergo ci rinfreschiamo un po’ e si riparte per la cena in un ristorante che ci ha segnalato Alessandra in Dame Street prenotato in mattinata. Locale posto in una ex banca (The Bank il nome del locale). Un tantino kitch come arredamento, ma visto il nome ci sta; ceniamo bene con il piatto consigliato per il giorno: stinco di maiale con patate salse ecc.
3° giorno
Oggi tour alle Cliffs of Moher, scogliere ad ovest dell’Irlanda, con Paddywagon (non sapevo che avrei potuto scegliere lo stesso tour con un’altra agenzia anche in italiano come poi mi ha detto Alessandra); mi servirà per allenarmi nel mio inglese dell’università della terza età, ma mio marito resta un po’ escluso. Simpatico l’autista che fa anche da accompagnatore e guida. La tregua del sole sta per finire e dora in poi un po’ di acqua ce la troveremo tutti i giorni. Ci fermiamo ad una splendida abbazia, manca completamente il tetto ma ha il suo fascino, scendiamo dal pullman e piove discretamente, ma siamo tutti presi da macchine fotografiche per portarci via questi pezzetti di Irlanda così naturali, senza tiket o negozi, file di turisti o parcheggi a pagamento o altro che ci ricordi il caos delle città. Si entra dal cimitero attraverso un piccolo anfratto nella cancellata di pietra, noti i nomi, O’Connell O’ Bryan, sì sei in Irlanda. Poi arriviamo alle piccole Cliff, cioè piccole scogliere che sono comunque enormi, la roccia è scura e si getta a capofitto nell’oceano, l’autista simpatico ci esorta a farci dei “selfi” sul ciglio di questi strapiombi e di non farci consigliare da amici a sporgerci un po’ più in là! Fermata per un ristoro caldo,una zuppa e un dolce, in un piccolo paesino, poi le grandi scogliere. Le nuvole però sempre più minacciose e basse non ci fanno vedere quasi nulla, ci incamminiamo per i sentieri ma a malapena si vede il mare, ci resta solo il centro visitatori con la gigantografie di queste scogliere rosa baciate dal sole! Si ritorna dopo altri scorci di castelli e alla sera, dopo aver cercato inutilmente un ristorante italiano in zona consigliato dalla Loney Planet, si torna al “Vesuvio”.
4° giorno
Newgrange tombe dell’età del bronzo a 60 km da Dublino. Qui ci accompagna un archeologo che sta continuando a studiare la zona che comprende alcune colline (peccato che riesco a capire solamente un terzo di ciò che ci spiega). Visitiamo uno dei tumuli più grandi, si entra a testa china per non farsi male in un cunicolo formato da enormi massi poi si giunge in una stanza con volta a botte delimitata da altre tre piccole cellette. Suggestivo quando spegne la luce artificiale e trovandoci al buio viene proiettato il raggio di luce che entra dall’ingresso ogni anno nel solstizio di inverno e arriva ad illuminare la cella principale. Si ritorna a Dublino abbastanza presto, mio marito sceglie di riposarsi in albergo e io mi incammino invece per negozi. Questa sera cena in Dame Street o Temple Bar. Nel guardare a destra e a manca i vari locali, un ragazzo ci corre incontro, ci distrae e un attimo dopo non ho più il portafoglio. Non mi accorgo di nulla ma al ristorante il telefono comincia a mandarmi messaggi. Tentato prelievo autorizzazione negata, panico poi blocco tutte le carte e amen. Ceniamo e uscendo siamo presi dal guardare nei rifiuti se troviamo almeno il portafoglio con i documenti. Ci rechiamo poi a fare denuncia alla Garda (polizia) gentilissimi, mi hanno capito e ripetuto più volte senza arrabbiarsi, rilasciato documento di denuncia. (fortuna che avevo il passaporto in albergo).
5°giorno
Tour in italiano a Belfast e sentiero del Gigante all’estremo nord dell’isola. Finalmente capivamo perfettamente…. Simpatico e bravo anche questo ragazzo autista, accompagnatore e guida. E’ stata bella la visita alla città della parte più periferica con i quartieri cattolici divisi dal muro da quelli protestanti, i murales i fili spinati ancora tesi e le bandiere che rivendicano le appartenenze. Ci sono poi enorme cataste di legna da incendiare per la festa del 12 luglio, festa Orangista orgoglio della vincita di Orange sui cattolici. Dopo gli anni di piombo Belfast sta cercando di risorgere, molto bella la costruzione avveniristica del museo del Titatnic e anche il centro della città pedonalizzato . Ci siamo diretti poi all’estremo nord sul sentiero del Gigante dove una bellissima camminata ti conduce in riva al mare e dove le rocce laviche che si sono raffreddate sul mare hanno formazioni a esagono. E’ spettacolare, sembrano mattoni o colonne scolpiti. C’è anche il sole finalmente non per molto però. Torniamo verso le otto, ma qui ci si vede fino alle 11 quindi c’è ancora da fare. Per la cena ci troviamo in un ristorante vicino al Liffey per una carne servita con una piastra rovente e una buonissima birra. Biss… di birra ovviamente. Prendiamo l’ultimo bus e all’albergo.
6° ultimo giorno
Howth paesino vicino alla città sul mare con le foche nel porto. Prendiamo il treno, ma è lentissimo. Poi ci incamminiamo per salire sulla collina e vedere dall’alto l’arcipelago di isolette. Non arriviamo in cima, perché mio marito comincia a sbuffare, riscendiamo e andiamo al porto in cerca di un ristorante. C’è il sole si potrebbe pranzare fuori, ma la paura di aver freddo mi fa scegliere in side. Dopo solo pochi minuti un’ acquazzone fa correre tutti all’interno. Il cielo d’Irlanda si muove così come recita la Mannoia. Abbiamo l’aereo alle 7.20 meglio pensare di cominciare ad avvicinarci alla città e fare un passaggio alla Garda, non si sa mai abbiano trovato i documenti. Non posso nemmeno andare a comperare qualcosa perché devo sempre chiedere a mio marito e lui dice che i miei li ho già spesi! Questa volta Aircoach altro bus per l’aeroporto che passa vicino anche all’albergo. Buona birra, due goccioline qualche raggio di sole e via all’aerostazione. Stranamente Ryanair è in ritardo! Bye Irlanda… ce ne sarebbe ancora da vedere ma chissà…