Dublino che cambia a ogni inquadratura

Sette anni dopo, ritorno a Dublino. Questa volta non per una vacanza studio, nessuna esperienza in un college irlandese, ospite di una famiglia con bambini, gite organizzate dal gruppo… Torno a Dublino per andare a trovare un’amica che sta facendo l’au pair presso una famiglia del quartiere Sandymount, Dublin 4, molto upper come livello,...
Scritto da: dhali16
dublino che cambia a ogni inquadratura
Partenza il: 07/05/2009
Ritorno il: 12/05/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 500 €
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Sette anni dopo, ritorno a Dublino. Questa volta non per una vacanza studio, nessuna esperienza in un college irlandese, ospite di una famiglia con bambini, gite organizzate dal gruppo… Torno a Dublino per andare a trovare un’amica che sta facendo l’au pair presso una famiglia del quartiere Sandymount, Dublin 4, molto upper come livello, direttamente sul mare e vicinissimo al centro. Non posso quindi consigliare nulla sull’alloggio, in quanto ero ospitata direttamente da loro… 7 maggio, giovedì Volo prenotato qualche mese fa con Ryan Air, partenza da Orio al Serio alle 11 (con un po’ di ritardo), ma arrivo in perfetto orario (alle 12.45 locali, un’ora di fuso indietro) all’aeroporto di Dublino. Ci sono i cartelli per recarsi all’uscita, dove si può scegliere il taxi per raggiungere il centro (ma preparatevi a spendere sui 35-40 euro), oppure i più comodi autobus di linea. Io già so quale devo prendere, per cui mi avvio alla fermata dell’Air Coach con destinazione Greystones, biglietto 8 euro fatto a bordo. Questa prima giornata la dedichiamo a girare un po’ nel quartiere di Sandymount. Come detto, è una zona residenziale e tranquilla, i bus che la collegano al centro sono il numero 2 e il 3 (almeno, noi abbiamo sempre preso quelli per arrivare nei pressi del Trinity College), vi sono supermercati (Tesco più economico di Spar), numerosi ristoranti (consiglio Mario’s dove abbiamo mangiato molto bene), bar/caffetterie (Browne’s e Caffè Java) e pub (O’Reilly’s e Mullingan’s). Cmq già da una prima occhiata generale si vede subito come Dublino sia veramente cara. Non ai livelli di Amsterdam, ok, ma cmq siamo nel Nord dell’Europa, gli stipendi sono sicuramente più alti, e tutto ne risente di conseguenza, dalle cene fuori ai trasporti. Per quanto riguarda gli autobus, il biglietto si fa direttamente a bordo, noi per arrivare in centro dicevamo semplicemente “1.15” all’autista (1.15 è la tariffa minima, anche se varrebbe per una sola zona…), bisogna dargli i soldi giusti perché non dà resto. Una volta in centro, non è secondo me necessario prendere autobus, in quanto tutto è molto concentrato, le distanze sono tranquillamente percorribili a piedi, e se capitano belle giornate (sempre tenendo in considerazione che DAVVERO a Dublino il tempo cambia ogni mezz’ora passando dal sole al diluvio e ancora al sole) è anche piacevole passeggiare e ammirare l’architettura della città. Per quanto riguarda il ritorno alla sera, l’ultimo autobus passa intorno alle 23.30, quindi se si vuole fare più tardi ci sono 2 alternative: o l’autobus notturno, che costa 5 euro fisso (ma aveva orari un po’ ridicoli: o a mezzanotte, o alle 2 o alle 4), oppure il taxi, che con 8 euro in 2 ci riportava a casa. 8 maggio, venerdì Giornata dedicata a un giro nel centro della città. Come detto, le distanze sono minime, e quindi in un giorno è veramente possibile vedere tutto. A partire da O’Connell Street, con la statua omonima, si può già ammirare la Spire, che ha meritato diversi soprannomi, tra i quali “Stiletto in the Ghetto”, e la statua di Joyce sul lato opposto del General Post Office. Dall’O’Connell’s Bridge si può ammirare il fiume centrale di Dublino, il Liffey, e non ci si può far mancare una foto sull’Ha’penny Bridge, forse il più famoso della città, che prende il nome dal fatto che, in passato, per attraversarlo bisognava pagare un penny. Si entra quindi subito nel quartiere di Temple Bar, piena di ristoranti, negozi di souvenir e ovviamente pub, tra cui i famosissimi Gogarty (che è anche albero) e il Temple Bar omonimo, forse il più fotografato della città. Tra i numerosi ristoranti, l’Hard Rock Cafè (che merita una nota a parte) e El Alamo, messicano, che mi sento di consigliare per il buon rapporto qualità/prezzo nel menu del pranzo. Dalla zona di Temple Bar ci si può spostare con facilità a piedi a uno dei monumenti simbolo di Dublino: il Trinity College, l’Università, che merita una visita anche solo per ammirare le piazzette interne dominate da statue di illustri personaggi irlandesi. Esattamente di fronte al Trinity si trova la Bank of Ireland, imponente edificio che in passato ospitava il Parlamento irlandese. Prima di entrare nell’arteria commerciale della città, ovvero Grafton Street, foto di rito con la statua di Molly Malone, soprannominata “The tart with the cart” per la sua duplice professione di pescivendola e prostituta. Grafton Street, come detto, ospita numerosi negozi di ogni genere, e al termine della via si incontra il grande centro commerciale St. Stephen’s Green, che vale la pena visitare anche solo per la bellissima architettura interna, molto luminosa. Se la giornata lo permette, si può sostare anche nell’adiacente parco St. Stephen’s Green, 9 ettari di verde con laghetti, panchine, e spazi giochi per bambini. Questo parco è forse il luogo più amato e frequentato della città, ma non bisogna farsi mancare una visita anche alla vicina Merrion Square, la piazza più prestigiosa di Dublino. I prati sono curatissimi, le aiuole fiorite e all’interno del giardino si trovano sia una statua di Oscar Wilde seduto su una roccia, che il monumento ai caduti, dalla curiosa forma piramidale trasparente, con statue di soldati all’interno. Ritornando verso Grafton Street, e percorrendo Dame Street, si arriva al Dublin Castle, che avevo già visitato e non vale sinceramente la pena. Non è il tipico castello medievale che ci si potrebbe aspettare, e oltretutto si trova in una zona piena di uffici che un po’ rovinano l’atmosfera (lo stesso parcheggio di fronte al castello è pieno zeppo di auto). Accanto al Castle si trova la City Hall, il municipio, notevole. Proseguendo, si incontra la Christ Church Cathedral (ingresso: 6 euro se non ricordo male), imponente e meravigliosa. Accanto alla Cattedrale si trova l’ingresso per Dublinia, una ricostruzione della Dublino medievale attraverso plastici, musiche e simulazioni interattive, che secondo me non vale la spesa (sugli 8 euro). Percorrendo un altro breve tratto, si arriva alla St Patrick’s Cathedral (anche qui ingresso a pagamento), che sorge nel punto esatto in cui si dice che San Patrizio impartisse il battesimo immergendo gli irlandesi pagani in un pozzo (c’è anche una pietra con un’iscrizione a testimonianza). Camminando per le vie della città ho notato moltissimi autobus turistici (i classici sighstseeing rossi a due piani, oppure altri gialli), che offrono la possibilità di fare un biglietto da 24 ore per salire e scendere quante volte si vuole nelle varie tappe previste (intorno ai 15 euro entrambi gli autobus). C’è anche un curioso Viking Splash, una sorta di autobus a forma di nave vichinga che prevede una visita della città e una parte di navigazione sul fiume; se non ricordo male, costa sui 20 euro. Ah ovunque vi è uno Starbucks se desiderate una tappa in questa istituzione che non si decidono a importare anche in Italia… La sera decidiamo di cenare all’Hard Rock Café di Fleet Street, dove constatiamo amaramente che i prezzi sono MOLTO più cari rispetto alla media delle altre città europee, e dove sul conto finale ci viene rincarata una quantità spropositata di Iva e di mancia “obbligata” al cameriere. Insomma, esperienza da non ripetere, oppure si può solo entrare e fare un giro nel negozio (prezzi nella norma) o prendere un cocktail (6 euro, ragionevole). Per il dopocena, qualsiasi locale di Temple Bar offre pinte di Guinness o cocktail o quant’altro, anche se noi preferiamo dirigerci al Karma, poco fuori Temple Bar, non un tipico pub irlandese ma piuttosto un locale in stile orientale, con prezzi abbordabili. Se volete restare a Temple Bar, i locali classici (e quindi invasi dai turisti) sono l’omonimo Temple Bar, il già citato Gogarty, il Quay o il Turk’s Head. 9 maggio, sabato Svegliandoci sotto un diluvio universale, non ci fidiamo di andare a visitare le scogliere, rimandandole al giorno dopo. Ovviamente la pioggia è solo un falso allarme: nel giro di un’oretta ha già smesso, ed è comparso un bellissimo sole. Poco male, siamo già avviate verso la Guinness Storehouse (stessa strada di ieri fino alla Christ Church Cathedral, poi si seguono le indicazioni; in totale dal centro sono sui 2km). L’ingresso costa 11 euro per gli studenti, comprensivo di audioguide (in italiano) gratuite. L’edificio si sviluppa su 7 piani, ed è a forma di una grossa pinta alla cui base si trova una copia del contratto che Arthur Guinness ha siglato, per 9000 anni, per acquistare la fabbrica. Lungo il percorso, si passa dall’ammirare gli ingredienti fondamentali per una buona Guinness (con un primo assaggio gratuito), le campagne pubblicitarie di questa birra, la fabbricazione delle botti… per arrivare al quinto piano dove viene offerta la possibilità di spillare la propria pinta di Guinness, aiutati da camerieri, per poi ricevere l’attestato di “mastro birraio”. La cosa più spettacolare è il Gravity Bar al settimo piano: se avete la fortuna di trovare una giornata di sole come noi, la vista è meravigliosa, dato che la terrazza (al coperto!) offre una vista a 360° sulla città, con anche la possibilità di identificare, grazie alla mappa, i monumenti principali. Rispetto a un’altra fabbrica di birra (l’Heineken di Amsterdam), la Guinness Storehouse manca un po’ di interattività, ma è cmq una visita piacevole che mi sento di consigliare. Per la sera, ceniamo da Pizza Hut in una traversa di Grafton Street (in Suffolk Street), prezzi nella norma come in tutti questi ristoranti, e l’ottima possibilità offerta dal “refills”, ovvero si paga solo la prima bibita e tutte quelle a seguire vengono portate gratuitamente. Per il dopo cena, tappa al Doyle’s, pub su tre piani con buona musica, nei pressi del Trinity College. 10 maggio, domenica Finalmente una bella giornata sin dalla mattina! Decidiamo di prendere la DART (i treni rapidi che attraversano la costa intorno Dublino) per raggiungere, in mezz’ora circa, Bray. È un paesino carino, affacciato direttamente sul mare, con una spiaggia di sassi (c’è pure il cartello che proibisce di portarseli come souvenir!) e soprattutto un bellissimo sentiero che si inerpica sulla collinetta, fiancheggiando le scogliere. Non abbiamo raggiunto la cima in quanto il percorso (sulla strada “ufficiale”, immagino che quello in mezzo al bosco sia molto più rapido) era veramente lungo, anche se non faticoso. Ma la vista del mare a strapiombo e delle scogliere è veramente splendida, complice anche la bellissima giornata! Di ritorno, riprendiamo la DART e scendiamo a Dùn Laoghaire, con il bel panorama del porto e soprattutto il bellissimo parco cittadino dove, proprio la domenica, allestiscono un mercatino… Non semplicemente di vendita di oggettini vari, ma un vero e proprio mercatino culinario, con gli stand di cibo da tutto il mondo, dal sushi al libanese alla pizza all’irlandese alle crepes… con prezzi ottimi, tra l’altro! Dùn Laoghaire è a 12 km da Dublino, quindi una tappa ve la consiglio proprio! 11 maggio, lunedì Per la prima parte della giornata decidiamo di dedicarci allo shopping. Da St Stephen’s Green prendiamo la LUAS (una sorta di metropolitana tutta all’esterno che viaggia fino alla periferia di Dublino) e scendiamo alla fermata di Dundrum, dove si trova l’omonimo centro commerciale. Il suo sito è: http://www.dundrum.ie/ così vi potete fare un’idea dei negozi che ci sono. Si può anche mangiare lì direttamente, dato che ci sono numerosissimi bar e ristoranti, tra cui Pizza Hut, Eddy Rockets, Yo! Sushi, il buonissimo Butlers Chocolate Cafe (con una tazza di caffè take away ti danno la possibilità di scegliere un cioccolatino gratis); noi abbiamo mangiato da Frangos, un self service con buoni prezzi e buona qualità. Dopo un altro giro in centro a Grafton Street e al St. Stephen’s Green, rientriamo a Sandymount e per la sera stiamo in un pub del quartiere. 12 maggio, martedì Ultimo giorno, purtroppo! Visto che ho il volo alle 17.35, con il check in online già fatto, ne approfitto per un ultimo giretto nel centro della città. Stavolta da O’Connell Street mi dirigo in Henry Street, l’altra arteria commerciale della città, strapiena di negozi e shopping centre, e da cui si può ammirare una bella angolazione della Spire (sempre che incontri i vostri gusti…). Ultime foto a tutti i monumenti del centro, e poi ritorno a casa. Riprendo l’Air Coach per l’aeroporto (sempre 8 euro, sempre una ventina di minuti), passo la dogana e sono all’imbarco. Un consiglio: se viaggiate con Ryan Air, abbiate l’accortezza di imbarcare VERAMENTE un solo bagaglio a mano, come dicono loro stessi sul sito. Le borse, i sacchetti degli acquisti, etc etc etc devono stare nel trolley. Infatti, mentre si è in coda per l’imbarco, passa la hostess e controlla gli effettivi bagagli e, se non sono conformi, fa pagare 30 euro per imbarcare il bagaglio nella stiva… Che dire… Dublino e i dintorni visti 7 anni dopo meritano sempre la pena… Senza dubbio la città si può girare in un paio di giorni, dedicandone magari qualcuno alla visita dei dintorni, come le rovine di Newsgrange, il castello di Kilkenny o la residenza estiva di Powerscourt. Se avete bisogno di qualsiasi informazione, non esitate a contattarmi! Alla prossima, ciao!


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