Dubai, una meta insolita
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Sono le 7 di sabato 20 ottobre 2012, andiamo a “Dubai” con la nostra bimba: un primo viaggio distante, ma speriamo non troppo impegnativo.
La meta è un po’ insolita per noi. Ha preso forma nella preparazione del poi naufragato viaggio in Kenya che prevedeva Safari e qualche giorno di stopover a Dubai.
Partiamo alla volta di Nizza dove alle 11:00 ci imbarchiamo sul volo Lufthansa diretto a Francoforte. La giornata è bella e il volo tranquillo, alle 12:50 arriviamo in Germania da dove, alle 14:40 ci imbarchiamo sull’A340/600 che ci porterà negli EAU. L’aereo è pieno ma il volo molto tranquillo e confortevole (Sara è stata bravissima, intrattenuta dai cartoni animati in lingua italiana e dal Nintendo), facciamo la conoscenza di Paolo, un architetto fiorentino che vive a Dubai da 5 anni e insegna all’università di Abu Dhabi. E’ piacevole parlare con lui e avere il punto di vista di una persona che a Dubai ci vive.
Arriviamo in orario (23:10), il controllo passaporti è un po’ lento ma accettabile, foto di rito tranne che a Sara e poi via a prendere le valigie, cambiare qualche soldo e cercare un taxi.
Usciamo dall’aeroporto e veniamo assaliti dalla morsa di calore e “dall’odore” classico dei posti caldi. Ci sono moltissime persone che attendono i passeggeri, prendiamo al volo un Lady Taxi (vetture guidate da donne e intese per donne sole e famiglie) che in circa 15 minuti ci porta al nostro hotel, il Winchester Grand Hotel Apartments (10B Street, Al Mankhool Area, Bur Dubai). Paghiamo 50 Dirham per la corsa (appena 10€) e entriamo in hotel. (qui i taxi costano pochissimo, forse a motivo del fatto che la benzina costa pochissimo…0, 37 € al litro! Durante tutto il nostro soggiorno ci concediamo il lusso di spostarci in taxi: sono comodi, veloci ed estremamente economici! Dubai è assediata dai taxi, ce ne sono migliaia che sfrecciano sulle strade. Peccato che a volte succeda che non abbiano la più pallida idea di dove andare perché i pakistani che li guidano conoscono poco la città!) Eravamo all’hotel… il tempo di registrarci, pagare il soggiorno (3450 Dirham per 7 notti, 733 €) e veniamo accompagnati nel nostro appartamento al 4° piano (camera 416).
L’hotel è un po’ datato ma molto pulito e ben tenuto, il nostro appartamento è molto spazioso (65 mq) ed equipaggiato, un po’ pesante l’arredamento in legno massiccio in stile arabo ma nel complesso si rivelerà un’ottima scelta (ci cambiano le lenzuola tutti i giorni, dove si è mai visto?), con un ottimo rapporto qualità prezzo, se fossimo venuti fuori dal periodo della festa del sacrificio (Aid al-adha) il prezzo sarebbe stato anche inferiore. Attendiamo che portino il letto aggiunto per Sara e ci prepariamo per andare a nanna. Io faccio un salto al supermercato dietro l’albergo (mentre io spidocchio Sara! Naturalmente) a comprare succo di frutta, latte e biscotti per la colazione (che prezzi bassi…. un pacchetto di biscotti 1 D, un succo di frutta 2,5 D). e poi finalmente a letto.
Domenica 21 ottobre
Riposati dopo il viaggio aereo impegnativo facciamo colazione e ci prepariamo per andare in spiaggia alla Jumeirah Beach Park (oggi abbiamo deciso di recuperare il viaggio facendo stravacco al mare!).
Prendiamo la navetta gratuita dell’albergo che però ci lascia sulla spiaggia nei pressi della Jumeirah Mosque, non proprio vicino, prendiamo allora ancora un taxi e in pochi minuti e per 11 D arriviamo a destinazione. L’ingresso costa 5 D a testa, il lettino 15 D e l’ombrellone 10 D. La spiaggia è attrezzata di docce (l’acqua che esce è bollente), bagni, spogliatoi, bagnini e chioschi per mangiare e bere (mezzo litro di acqua fresca 1 D, una bottiglietta di coca cola fresca 2 D…. (altro che qui da noi in Liguria!). Il mare è caldissimo (faccio il bagno anch’io ed è tutto detto…), fa proprio piacere un po’ di relax e un bel bagno fuori stagione. Siamo quasi tutti stranieri anche se non manca qualche gruppetto di “guardoni” locali (immancabili) ma la spiaggia non è molto affollata, in lontananza si vede la vela (Burj Al Arab) e un po’ più vicino il Burj Khalifa ma c’è foschia. (Puntualizzo… a essere guardata sono IO e come me tutte le donne straniere che ci sono sulla spiaggia…non è piacevole anche perché questi sguardi sono piuttosto invasivi per nulla nascosti! se poi guardo come fanno il bagno le donne arabe capisco perché.. sono coperte fino alla punta dei capelli anche quando entrano in acqua… povere! con questo caldo….. ).
Pranziamo al fast food della spiaggia (65 D) dove il cibo è mediocre ma nei paraggi non abbiamo visto altro e non abbiamo voglia di uscire. Dopo l’ennesimo bagno ci cambiamo e prendiamo un taxi (20 D) con destinazione Dubai Mall perché alle 17:00 abbiamo prenotato i biglietti (105/75 D se comprati al momento costano 400 D ed è molto difficile trovarli) per salire sul Burj Khalifa, il grattacielo più alto del mondo (828 m). Gironzoliamo un po’ nel più grande centro commerciale del mondo (qui è tutto più grande del mondo!) dando intanto un’occhiata ai ristoranti per la cena e passiamo davanti alla famosa vetrata da record dell’acquario, uno spettacolo da lasciare senza fiato, centinaia di pesci, squali, razze, murene e altri pesci nuotano in 33mila m3 d’acqua e se vuoi ci puoi nuotare anche tu. Ti affittano l’attrezzatura e puoi essere calato nella vasca e dare da mangiare agli squali e non solo!
Rimandiamo la visita dell’acquario a dopo cena, Sara in particolare è impaziente di entrare nel tunnel degli squali.
Ci dirigiamo all’ascensore per salire al 124° piano (a circa 450 m da terra) della “torre del califfo”, lasciamo le borse più ingombranti, passiamo i metal detector e ci mettiamo in coda per l’ascensore più veloce del mondo (che barba! si viene risucchiati come dentro un’aspirapolvere… alcuni si lamentano ma io non avverto alcuna strana sensazione fisica) che in 25 secondi ci porterà “in quota”. Sono le 17:30, il sole tramonterà tra 15 minuti, se riusciamo a smaltire la coda in fretta forse riusciamo a vedere la versione diurna e quella notturna di Dubai… ce la facciamo, c’è molto vento ma il panorama è mozzafiato! Vediamo scendere il sole in direzione di Dubai Marina e le luci della città piano si accendono, i palazzi si illuminano. La versione notturna della città per noi è molto più suggestiva di quella diurna, è un vero spettacolo, eravamo un po’ perplessi se salire o no ma decisamente ne vale la pena. Scendiamo a terra e entriamo a mangiare al Wafi Gourmet all’interno del Dubai Mall, un ristorante molto carino di cui avevo letto su un forum. La parte esterna è riservata a chi fuma la shisha (narghilè) e i bambini non sono ammessi quindi noi ci accomodiamo all’interno con vista sulle fontane danzanti. Il posto propone cucina libanese, mediorientale e qualche pietanza internazionale, chiaramente non servono alcolici ma i tradizionali succhi di frutta fresca o bibite in lattina. Mangiamo molto bene (236 D) assaggiando l’hummus, una di purea di ceci molto saporita e condita con olio e limone che pare essere un accompagnamento classico da spalmare sull’ottimo pane arabo appena sfornato, caldo e ancora gonfissimo.
Durante la cena assistiamo allo spettacolo delle “Fontane Danzanti” ma poi usciamo anche più tardi all’aperto per gustarci questo show che si ripete tutte le sere a partire dalle 18 ogni mezz’ora e attira spettatori da tutto il mondo: bellissimo…. una serie di getti, spruzzi d’acqua e luci che si muovono a ritmo di musica, tracciando delle coreografie superbe.
Dopo lo spettacolo finalmente andiamo a vedere il tanto atteso Dubai Aquarium (80 D a testa) che è davvero spettacolare. Facciamo diversi passaggi avanti e indietro nel tunnel sottomarino e poi saliamo due piani per andare a vedere l’Underwater Zoo, un acquario più classico, di quelli con le vasche ma comunque molto bello e ben tenuto ( e dire che siamo in un centro commerciale….). Alla fine siamo stanchi morti, prendiamo un taxi e ci facciamo portare in hotel (25 D). Monica e Sara salgono in camera e io faccio un giretto al supermercato prima di andare anche io a letto.
Lunedì 22 ottobre
Sveglia con comodo, colazione e usciamo a prendere la linea verde della nuovissima, pulitissima, ordinatissima ed efficientissima metropolitana di Dubai (biglietto giornaliero 16 D a testa) in direzione Creek per poi raggiungere in taxi il Ras Al Khor Wildlife Sanctuary. Appena scesi dalla metro Monica riceve la telefonata allarmata della sua vicina di studio che le comunica che c’è una perdita d’acqua. Superato il primo momento di panico riusciamo a contattare i colleghi in Italia per fare fronte all’imprevisto (ma dimmi tu se per una volta che mi muovo mi si deve allagare lo studio). Saliamo su un taxi ma purtroppo il nostro pur prodigo e gentilissimo autista (fa diverse telefonate col cellulare) non conosce l’ubicazione della riserva dei fenicotteri, decidiamo quindi di farci portare ad una stazione della linea rossa e da lì ci rechiamo al Mall of the Emirates (quello dove c’è la pista da sci). Intanto si è fatta ora di pranzo e approfittiamo del discreto Paul Cafè (167 D) per mangiare qualcosa. Questo mall è meno fascinoso e stravagante del DM e poi non siamo interessati alla moda e alle griffe, così prendiamo un taxi e ci facciamo portare al Madinat Jumeirah, nei pressi della “vela”. Il posto ricorda un souk tradizionale (sebbene qui di tradizionale ci sia ben poco… è tutto finto!), ed è inserito in un resort molto più ampio. Torri del vento sovrastano gli edifici bassi di tutta la zona che comprende tortuosi canali e splendidi ristorantini all’aperto. Fa molto caldo, telefoniamo per l’ennesima volta agli uffici della Khasab Travel & Tours che continua a rimpallarci questa benedetta escursione in Oman. Pare che domani non si possa andare perché c’è il Sultano omanita in visita a Khasab, forse ci prenotano per mercoledì, speriamo in bene, non mi sembrano molto affidabili ed organizzati anche se mi avevano fornito ottime referenze, soprattutto non richiamano anche se ti dicono che lo fanno! (scoprirò poi che forse la causa è il mio “cellulare italiano”…. io stesso per pochi minuti di telefonate spenderò più di 40 €). Meno male che invece con la North Tours per l’escursione nel deserto di giovedì ce la siamo cavata più velocemente.
Gironzoliamo un po’ in questo souk anche se non siamo entusiasti e quindi usciamo all’aperto e ci lasciamo convincere a fare un giro dei canali in abra (70/40 D). In effetti la pausa all’ombra della tenda della barca e il giro dei canali ci portano un po’ di refrigerio e il posto è molto piacevole.
Riprendiamo un taxi e ci facciamo portare al DM, abbiamo deciso di tornare “al libanese” per la cena e godere della zona all’aperto e dello spettacolo delle fontane. Prima però è d’obbligo andare da Hamleys, abbiamo promesso a Sara che può scegliersi un regalo per il suo compleanno che sarà sabato prossimo. Dopo avere girovagato in questa meraviglia di negozio (pare il più grande negozio di giocattoli del mondo! Ti pareva.. ) sceglie una macchina radiocomandata che era nei suoi sogni da tempo. Andiamo a cena al Wafi Gourmet dove mangiamo nuovamente bene sperimentando piatti diversi (206 D) ( siamo un po’ monotoni me ne rendo conto ma io in particolare sul cibo ho un adattamento limitato e qui al WAFI c’è un magnifico bancone da cui si possono vedere e scegliere le pietanze e poi sono gentilissimi, insomma perché cambiare col rischio di stare peggio?…. ).
Assistiamo allo spettacolo delle fontane da un’altra prospettiva… dal ponticello che porta al Souk Al Bahar e poi facciamo un giro intorno a quest’ultimo passeggiando lungo i canali fino all’ingresso di un hotel dove prendiamo un taxi per tornare in albergo.
Prima di andare a letto io e Sara andiamo a fare un bagno notturno in piscina, è aperta fino alle 22 e il panorama che si gode stando in acqua sul tetto dell’hotel con le luci della città e l’onnipresente sagoma del Burj Khalifa è fascinoso.
Mentre le mie donne si preparano per andare a dormire sera faccio un giro di esplorazione più ampio del quartiere, mi sento a mio agio e molto sicuro, arrivo fino a Mankhol Road e trovo una banca e una farmacia aperta tutta la notte. Tornando verso l’albergo mi imbatto in un supermarket più grande e rifornito di quello visitato gli altri giorni e faccio un po’ di spesa.
martedì 23 ottobre
La sveglia è sempre molto free, del resto siamo in vacanza, oggi saremmo dovuti andare in Oman e quindi cambiamo programma con quello di mercoledì. Dopo colazione andiamo a prendere la metro verde per il quartiere di Deira e i suoi Souk. Scendiamo alla fermata di Palm Deira e ci dirigiamo a piedi verso i mercati dell’oro e delle spezie. Questa parte di Dubai è molto caratteristica e verace, fascinosa nel suo caos di negozi, vicoli, roba da mangiare e umanità.
I palazzi sono bassi e popolari con un sacco di roba stesa ed appesa alle finestre ed ai balconi. Raggiungiamo il Souk dell’Oro e lo percorriamo tutto ma ci lascia un po’ indifferenti, i manufatti preziosi sono molto ricercati esagerati, “pacchiani” si direbbe da noi! anche se hanno il loro fascino, certamente ma… i negozi ci appaiono piuttosto freddi ed impersonali. Molto meglio il Souk delle Spezie e degli Utensili, molto profumato, colorato e caratteristico. Impossibile resistere alle spezie, ai pistacchi e ad un altro sacco di cose (datteri, acqua di rose, dolciumi). Compriamo diverse cose da portare ad amici e familiari ma scopriremo in seguito di essere caduti nel tranello degli abili commercianti arabi, le stesse cose si trovano nei negozi normali a prezzi molo, molto inferiori, va bheè, fa parte del gioco e del viaggio anche questo.. (il punto è che non ci sono prezzi e quindi non hai punti di riferimento e poi qui si deve contrattare e per quanto tu riesca ad abbassare la loro proposta, comunque te la sei presa in un dato posto!… mentre uscivamo dal negozia ci erano talmente grati per quanto erano riusciti ad estorcerci che ci hanno anche fatto dei regali!). Ci rinfreschiamo ad un chioschetto dove finalmente mi faccio tentare da un super succo ai frutti misti con spruzzata di sciroppo di rose, un bicchiere enorme e una delizia per soli 5 D. Decidiamo di attraversare il Creek a bordo del classico abra. Per 1 D a persona queste barche trasportano le persone da un lato all’altro di questo braccio di mare che rientra nella terraferma per diversi km. Una volta dall’altra parte cerchiamo un posto per pranzare e la scelta cade sul Bait Al Wakeel Restaurant (118 D) un discreto posto direttamente affacciato sul Creek da cui si gode un bel panorama e una vista sulla frenesia e il traffico del canale. Dopo mangiato ci facciamo arpionare da uno dei conducenti degli abra e ne affittiamo uno tutto per noi per un ora e mezza (120 D) per fare il giro del Creek fino ai famosi moli dei dhow e poi in direzione contraria fino quasi al mare aperto. Ma c’è un inconveniente, pare che ci sia lo Sceicco in gita su una barca e non si può proseguire all’interno, invertiamo la rotta e ci dirigiamo verso il mare ma ad un certo punto veniamo abbordati da una lancia della polizia che fa una ramanzina terribile al nostro povero “capitano”. La polizia si scusa con noi ma dobbiamo attraccare e rimanere fermi fino al passaggio dello Sceicco, solo dopo potremo riprendere la navigazione (voleva fare il furbo il tipo… come se non avessimo già capito che avrebbe dovuto fermarsi prima!… il punto adesso è quanto ci mette sua signoria ad attraversare il canale? quanto tempo dovremo trascorrere qui sotto il sole cocente?…).
Ci fanno attraccare nei pressi della Dogana, da fermi fa molto caldo, siamo un po’ in apprensione per Sara. Ad un tratto si avvicina un uomo in divisa e ci consegna acqua e bibite fresche.
Le accettiamo con un po’ di circospezione, invece poi capiamo che si era semplicemente preoccupato per la bambina sotto il sole! e ci ha offerto gratuitamente da bere. Finalmente passa lo Sceicco e riprendiamo la navigazione, ci facciamo portare dalla riva di Deira e passeggiamo a piedi (sotto un sole feroce) fino ai moli dei Dhow per ritrovarci in una zona portuale bruttissima e piena di marinai che ci osservano incuriositi (bavosi! ), siamo incappati in una delle fisse degli autori della LP che descrivevano questo posto come imperdibile, bha…. Prediamo un taxi per farci portare alla fermata della metro di Union Square ma incappiamo in un novellino che non sa dove si trova, scendiamo e la raggiungiamo con una fermata di autobus. Prendiamo la linea verde, e rientriamo in albergo a fare un bel bagno ristoratore in piscina, Sara non vede l’ora. Il tempo di una doccia, un cambio di abiti e la telefonata all’agenzia per l’Oman (naturalmente non hanno richiamato per dirci l’ora di partenza; stavolta mi faccio furbo e mi ricordo che le chiamate locali si possono fare gratuitamente dall’albergo!) e siamo di nuovo in giro. Riprendiamo la metro verde e poi cambiamo alla stazione Khalid Bin Al Waleed, una grande e bella stazione con lampadari a forma di medusa che lasciano Sara stupefatta. Con la linea rossa e un bus shuttle siamo di nuovo al DM per la consueta cena al Wafi Gourmet (206 D). Rientriamo in taxi presto in albergo perché domani mattina si parte alle 6:20.
Mercoledì 24 ottobre
Sveglia alle 5:45 e alle 6:00 suona già il telefono per dirci che ci aspettano nella hall. Scendiamo e saliamo sul minibus, siamo i primi, fuori è già chiaro ma il sole non è ancora sorto, lo vedremo alzarsi tra pochi minuti. Facciamo un giro per la città a caricare una coppia di russi e poi ci avviamo a nord. Lungo la strada carichiamo altre persone, una coppia e una famiglia di tedeschi e due americane che spuntano da un area di servizio. Ci avviamo verso l’Oman passando per gli Emirati di Sharja, Ajman, Umm al-Qaywayn, Ras al-Kahima, tra un Emirato e un altro non c’è frontiera anche se vigono delle leggi un po’ diverse. Durante il tragitto cambiamo mezzo e saliamo su un autobus più grande con molti altri turisti, tutti stranieri e quasi tutti del Nord Europa. Finalmente arriviamo alla frontiera e qui comincia il “teatrino”: tutti giù dal bus a consegnare i passaporti, poi attesa di 30 minuti e ci vengono restituiti, 100 metri per arrivare alla dogana omanita e stessa procedura, in tutto balla più di un ora.
Entriamo in Oman e ci dirigiamo verso la nostra meta: il Governatorato del Musandam (exclave dell’Oman) e più precisamente il porto di Khasab. Dopo un altra ora di viaggio lungo un paesaggio costiero che da deserto piatto è diventato molto roccioso e montagnoso, arriviamo stremati, ci avevano detto 3 ore e invece ne abbiamo impiegate 5. La città (chiamarla città mi pare un po’ esagerato…) è in stato febbrile, ovunque ci sono postazioni militari con lanciamissili e carri armati a difesa del panfilo del Sultano, alla fonda ci sono anche due navi da guerra. Tra le altre cose ci troviamo nello stretto di Hormuz e a soli 50 km dalle coste iraniane. Raggiungiamo il porto di questa sperduta e arida cittadina e saliamo sul dhow che ci porterà a scoprire Khor ash-Sham (il fiordo di Sham), la Norvegia d’Arabia. La barca è molto bella e ben tenuta con dei coloratissimi cuscini rossi a righe per terra e cibo e bevande fresche in abbondanza. Il personale è molto gentile, ci fa una breve introduzione del viaggio e in circa 30 minuti di navigazione arriviamo alla Telegraph Island, la prima sosta con bagno e snorkelling della giornata. L’acqua è caldissima e il mare di un azzurro intenso, ci sono pesci coloratissimi, ci pare un paradiso. Uno dei marinai butta un po’ di pane in acqua e centinaia di pesci si fanno sotto per mangiarlo incuranti di noi che siamo in mezzo a loro e li tocchiamo, Sara è molto eccitata. Ci voleva veramente questo bagno, ci danno giusto il tempo di asciugarci che è ora di pranzo. Il buffet è abbastanza vario ed abbondante e il cibo di buona qualità. Frutta, dolce, te e caffè a volontà e la maggior parte dei passeggeri approfitta per un sonnellino al sole in navigazione. Il fiordo ha un aspetto lunare, è spettacolare: alte montagne a picco sul mare, anse, insenature, isole e minuscole spiaggette. Ci sono anche dei villaggi di pescatori raggiungibili solo dal mare, 10 case o poco più, gli abitanti si spostano solo in barca, i bambini vanno a scuola un giorno a settimana e il governo omanita provvede a luce elettrica, acqua e combustibile purchè rimangano a vivere lì (io ci morirei dopo due giorni! ma come fanno). Facciamo una seconda sosta per il bagno in un altra splendida caletta con tantissimi pesci, Sara azzarda anche una nuotata e diversi tuffi senza braccioli e se la cava a meraviglia.
È ora di merenda e di rientrare a Khasab percorrendo la parte di fiordo non ancora visitata. Ad un certo punto notiamo altre due barche che girano in tondo e ci segnalano che hanno avvistato uno dei numerosi branchi di delfini che popolano la penisola. Anche la nostra barca si avvicina e per un po’ seguiamo il branco, poi il timoniere ingaggia una vera e propria corsa con i delfini che stanno al gioco e nuotano sotto la chiglia del nostro dhow saltando fuori ogni tanto, un vero spettacolo. E’ quasi il tramonto quando rientriamo in porto per riprendere il bus e tornare negli Eau. Saldiamo il costo dell’escursione (550/330 D) e naturalmente, diversamente da quanto ci hanno detto in fase di prenotazione, ci fanno un sacco di storie per la carta di credito. Io comunque non ho dirham, alla fine ci accordiamo per pagare in euro e mi fanno anche un ottimo cambio. Il viaggio di ritorno è nuovamente lungo, noioso e faticoso. Alla frontiera impieghiamo oltre 90 minuti per passare, ci dicono che c’è molto traffico per via della festa del sacrificio e della gente che si sposta, a noi sembra solo che se la prendano veramente molto comoda. Arriviamo in albergo a Dubai che sono le 23:30, ci dicono che di solito arrivano verso le 21, in effetti per strada c’è moltissimo traffico. Peccato perché l’escursione è stata veramente bella ma 5 ore di viaggio all’andata e altrettante al ritorno sono davvero troppe! Ci consoliamo con una vaschetta di gelato visto che abbiamo saltato anche la cena e andiamo a dormire.
Giovedì 25 ottobre
Questa mattina facciamo le cose con calma e la dedichiamo ad un po’ di relax in piscina per la gioia di Sara e anche di papà, si sta veramente bene, il sole scotta ma in acqua è un piacere, l’acqua della piscina è “raffreddata”, altrimenti sarebbe troppo calda come quella della vasca idromassaggio, nella quale ti devi calare molto lentamente altrimenti ti senti bruciare la pelle. Dopo un lungo bagno ci prepariamo per l’escursione pomeridiana nel deserto con la North Thours (185/130 D) e scendiamo a mangiare nel ristorante dell’hotel. Si mangia discretamente, è un buffet abbastanza vario e gustoso ma soprattutto molto economico, 35 D a testa e Sara non paga. Attendiamo che la jeep ci venga a prendere, sono un po’ in ritardo e Monica è spazientita, finalmente verso le 16:00 arriva il “nostro uomo”. In macchina ci sono 3 ragazzi filippini che vivono e lavorano in Arabia Saudita e facciamo un po’ di conversazione lungo la strada. Passiamo di fianco al famoso Ras Al Khor Wildlife Sanctuary, vediamo moltissimi fenicotteri ma capiamo che il posto in effetti è difficile da raggiungere se non lo si conosce. Dopo circa 30 minuti di strada asfaltata entriamo nel deserto, ci fermiamo per sgonfiare le gomme e per qualche foto e si risale subito in auto con l’ordine di allacciare le cinture! Comincia il dune bashing, praticamente una montagna russa in auto, su e giù per le dune, sbatacchiati da una parte all’altra (oddio… peccato che quando sali sulle montagne russe dopo pochi minuti sei arrivato e qui invece questo sali e scendi dura più di mezz’ora! Adesso capisco che cos’erano tutti quei sacchetti che avevo notato salendo in macchina e ripiegati sulla fiancata… Servono per il vomito!) Il panorama è molto bello se non fosse che ci sono decine di jeep e che ti si gira lo stomaco! (Diciamo che avrei preferito gustarmi il deserto diversamente… queste escursioni organizzate sono esageratamente organizzate appunto!… sarebbe stato diverso immaginarci su una macchina privata percorrere un sentiero non battuto, lontano dalla folla e poterci fermare a nostro piacimento ad ammirare il panorama… sarà per la prossima!)
Finalmente ci fermiamo per una sosta e qualche foto (sono bianca come un cencio e ho lo stomaco in gola… verrò benissimo in foto!) con il sole che sta scendendo rapidamente, la sabbia è rossa e il panorama è quello classico del deserto che si vede nei film. Purtroppo per noi risaliamo in auto e ci aspetta ancora un tratto di strada nelle grinfie del nostro autista pazzo prima di arrivare al campo dei beduini per la cena. Giunti al campo facciamo qualche corsa a piedi sulle dune prima di salire sul cammello per un breve giretto turistico. Sara riesce a fare due giri e anche Monica si lascia convincere benché le bestiole le facciano un po’ pena. Il campo dei beduini è molto caratteristico con tanti tavolini e cuscini adagiati per terra intorno ad una pista per gli spettacoli, ci sono le donne che fanno i tatuaggi con l’hennè (Sara e Monica ne approfittano), c’è lo spazio dove si fuma la shisha, le immancabili bancarelle di artigianato e un bar che serve persino alcolici (la prima volta che lo vedo da giorni). Prima di cena veniamo intrattenuti da un danzatore di Tanoura, che balla facendo ruotare una lunga e coloratissima gonna. Si tratta di una danza tipica dell’Egitto e della Turchia ma si è diffusa anche in medio oriente (molto molto carino e di grande impatto).
Si mangia a buffet, ricco e di buon livello (a parte la coda stile mensa aziendale). Dopo cena si esibisce sullo stesso palco una danzatrice del ventre che fa surriscaldare! il pubblico….. io riesco ad assaggiare la shisha aromatizzata alla fragola che però non mi entusiasma più di tanto. Finito lo spettacolo veniamo richiamati dal nostro accompagnatore per tornare alla jeep che ci condurrà a Dubai in hotel. Durante il viaggio di ritorno ci viene in mente di chiedergli se domani ci accompagna a vedere i fenicotteri, rimaniamo d’accordo per le 10 in albergo: 2 ore di macchina con autista a nostra disposizione per 200 D.
Venerdì 26 ottobre
Ci alziamo con calma, colazione e scendiamo nella hall dove c’è già il nostro autista che aspetta, è uno diverso dalla sera prima e subito non capiamo che è venuto a prendere noi. In una ventina di minuti siamo al santuario dei fenicotteri ma è chiuso (accidenti ci ho riflettuto solo questa mattina), non abbiamo considerato che è venerdì e nei paesi islamici corrisponde alla domenica! molte cose sono chiuse tutto il giorno, altre solo la mattina ma è comunque un giorno particolare. Non ci resta che dare un’occhiata ai fenicotteri da distante, forse era destino che non li vedessimo. Ci facciamo portare allora al Dubai Museum a Bur Dubai e troviamo chiuso anche il museo che per fortuna però apre alle 14:30. Congediamo il nostro accompagnatore e facciamo una passeggiata nel souk anche questo abbastanza desolato visto che i negozi sono quasi tutti chiusi; in compenso però c’è un banchetto che vende noci di cocco come bibita da passeggio e ne approfitto. Per fare arrivare ora di pranzo prendiamo il Water Bus da una sponda all’altra del creek che è sempre suggestivo. I water bus sono pochissimo usati e frequentati solo da turisti, i locali preferiscono gli abra. Una volta tornati sulla sponda di Bur Dubai ci spingiamo fino al quartiere di Bastakiya, l’ultimo quartiere delle torri del vento rimasto sulla sponda araba del Golfo Persico. Il nome di deriva dalla città iraniana di Bastak, da dove arrivarono a Dubai i primi immigranti dediti al commercio, agli inizi dell’Ottocento. Le mura sono sovrastate dalle torri del vento che catturano il vento e lo incanalano all’interno dell’abitazione: una forma primitiva ma efficace di aria condizionata. Questi vecchi edifici sono stati riconvertiti in piacevoli caffè, gallerie d’arte e negozietti originali, ma anche qui, questa mattina è tutto chiuso. Ci rifocilliamo al Basta Art Cafe (101 D ora ha cambiato nome), situato nel cortile di una di queste antiche dimore, molto carino. Dopo pranzo andiamo finalmente a vedere il Museo di Dubai (5D) che ha aperto e vale la pena di essere visitato. È la veste più recente assunta dal Forte Al-Fahidi, costruito nel 1787 è probabilmente l’edificio più antico di Dubai e lungo la sua storia è stato palazzo nobiliare, presidio militare e carcere. Oggi le sue esposizioni spaziano fra reperti archeologici, documenti sulla vita tradizionale di Dubai, foto aeree della crescita di Dubai dagli anni ’50 a oggi, e una sofisticata presentazione multimediale che ripercorre lo sviluppo della città nel corso dei decenni. Nel cortile principale, un antico pezzo di artiglieria riposa sulla sabbia insieme a barche di pescatori di perle e a una casa in legno, a ricordo dell’ambiente locale all’inizio del secolo scorso. Usciti dal museo passeggiamo lungo il souk e poi proseguiamo lungo il creek in direzione del quartiere di Shindagha non senza esserci lasciati tentare da un sacchetto di frittelle dolci e salate che ci incuriosivano molto. C’è una bolgia infernale a causa del fatto che è venerdì ed è festa ma il tutto è permeato da una calda atmosfera popolare che ci affascina molto. Dopo un prelievo al volo presso un ATM, arriviamo all’Heritage Village, suggestivo. Probabilmente a motivo della festa c’è un palco sul quale si esibiscono adulti e bambini (tutti maschi) in danze tipiche sotto gli occhi di pochissimi turisti occidentali e moltissimi arabi. Intorno ci sono vasai, fabbri e tessitori che mostrano le tecniche di lavorazione tradizionali nei loro chioschi, detti barasti e bancarelle con improponibili oggetti, cibo e giocattoli per bambini. Assistiamo anche ad uno spettacolo equestre con cavalieri che saltano nel cerchio di fuoco per la felicità di Sara. Siamo un po’ stanchi e prendiamo un taxi per il Dubai Mall, abbiamo da comprare qualche regalo e siamo affamati. Ci accomodiamo come sempre al Wafi Gourmet (223 D), abbiamo avuto sicuramente poca fantasia nel mangiare ma ci siamo trovati proprio bene, abbiamo speso il giusto e abbiamo trovato una grande varietà di cibo e di sapori oltre al fatto di essere sempre affacciati sulla piazza del Burj Khalifa e delle spettacolari fontane danzanti che non ti stanchi mai di vedere. Tutto questo ci ha trattenuto molto da cercare altre soluzioni, sicuramente ci mancheranno la cucina libanese e la location (in verità non lo vuole dire ma sono io più di tutti che sono poco adattabile sul cibo… qui al Wafi c’è un enorme e ricchissimo banco a vista con ogni varietà di cibo comprese le verdure! Che quando siamo all’estero non riesco mai a mangiare e mi mancano terribilmente). Dopo cena tentiamo di prendere un taxi ma c’è una fila mostruosa, il DM è pieno all’inverosimile, tentiamo la carta del parcheggio dell’hotel dove lo abbiamo preso qualche sera fa. I taxi sono tutti pieni, finalmente se ne ferma uno ma è restio a fare la corsa, dice che c’è tanto traffico, che c’è coda, che il nostro hotel è distante e mi dice che la corsa potrebbe (almeno io capisco così) costarmi fino a 100 D. Gli dico che va bene, c’è il tassametro acceso, pazienza, tanto in hotel dobbiamo arrivarci in qualche modo, non possiamo certo dormire qui. Tutto sommato non ci mettiamo molto di più del solito, il tassametro segna 27 D e io dò all’autista 30 D. Il tipo si altera subito e mi chiede 100 D dicendomi che è la tariffa che aveva richiesto e io qui divento una furia! gli dico che pagherò solo quello che segna il tassametro, minaccio di chiamare la polizia. Esce in strada il portiere, confabula un po’ con il taxista, io comunque gli lascio 30 D e me ne vado (… non ci era ancora capitato qui che qualcuno ci provasse. Almeno abbiamo fatto esperienza anche degli arraffoni medio orientali!)
Sabato 27 ottobre
Oggi è l’ultimo giorno ed è il compleanno di tatolina: compie 7 anni! Purtroppo Monica non è molto in forma, l’aria condizionata le ha dato una mazzata, ha molto mal di gola e un po’ di bronchite. Facciamo colazione, prepariamo i bagagli che lasciamo in custodia alla reception e usciamo per andare alla stazione della metro. Ci proponiamo come ultima cosa (non ultima purtroppo) di vedere La Palma! Prendiamo prima la linea verde e poi la rossa fino alla stazione di Nakheel nei pressi di Palm Jumeirah poi un taxi e ci facciamo lasciare alla stazione della monorotaia che percorre “il tronco”. Il biglietto AR costa 25 D a testa, un po’ caro ma è come una corsa sulla giostra. La struttura è nuovissima, piena di personale assolutamente superfluo (pensano che i turisti siano degli emeriti idioti!… c’è chi ti fa vedere la direzione da prendere, chi ti fa vedere dove inserire il biglietto per obliterarlo, chi ti mostra dove sederti, ridicolo…. Dovrebbero farsi un giro turistico da noi in Italia questi qui per capire come gira il mondo). Ci sono pochissimi passeggeri, turisti come noi e due stazioni intermedie sono ancora in via di completamento. Il viaggio dura pochi minuti ma è molto suggestivo, vediamo dall’alto i rami della palma che sono quasi tutti occupati da villette a schiera con accesso privato al mare. Alla fine della monorotaia c’è il famoso albergo Atlantis con annesso centro commerciale di lusso e parco acquatico. Sara vorrebbe andarci ma i prezzi sono molto alti e c’è troppa gente. Intanto si è fatta ora di pranzo, entriamo così nella struttura alberghiera e scegliamo TJB per mangiare. Un fast food particolare che fa servizio ai tavoli, molto più caro dei suoi simili ma che serve hamburger decisamente buoni e patatine fritte “fatte in casa” (195 D). Dopo pranzo riprendiamo la monorotaia e poi un taxi fino al Jumeirh Beach Park per un ultimo bagno. C’è molto traffico infatti paghiamo 45 D di taxi e poi entriamo in spiaggia dove c’è di nuovo un casino dell’accidente soprattutto immigrati (uomini) che oggi sono liberi dal lavoro ma anche famiglie. E i soliti occidentali (turisti e non) che però oggi sono in netta minoranza (fate attenzione a quante coppie di uomini gay vedrete tenersi per mano! Sono stupita sebbene qui so che sono piuttosto tolleranti in merito… penso che queste persone abbiano agito forse una forma di spontaneo adattamento al fatto che qui non possono ricongiungersi con le famiglie… ci sono solo uomini e dappertutto piuttosto, essendo qui tollerata l’omosessualità, si riversano tutti qui a Dubai…).
Io e Sara facciamo un lunghissimo e ultimo bagno, dovremo aspettare il prossimo giugno per immergerci di nuovo nel mare e non sarà un mare così bello e caldo. Il sole sta calando, ci asciughiamo, ci cambiamo e prendiamo un taxi per l’ultima tappa obbligata al DM con naturalmente cena di commiato al Wafi Gourmet (218 D) e ultimo spettacolo delle fontane che vediamo da una prospettiva diversa, dal basamento del Burj Khalifa. Prendiamo poi un taxi per tornare in albergo e ci cambiamo gli abiti nella sauna all’ultimo piano, io riesco anche a farmi una doccia. Completiamo i bagagli e mentre aspettiamo che vengano le 23:00 e che ci portino in aeroporto, esco per andare al supermercato, abbiamo ancora un po’ di dirham e voglio compare qualche scatola di datteri per gli amici. Al supermercato trovo anche l’acqua di rose che, come i datteri, costa un’inezia rispetto a quanto pagato al souk! Si parte per l’aeroporto, siamo in anticipo, la Lufthansa ci ha informato via e-mail che il volo è stato ritardato dalle 1:25 alle 2:15 di domenica 28 ottobre ma ormai il minibus (40 D) era stato prenotato. Alla fine si parte per Francoforte (A 340/600) alle 2:45, l’aereo è arrivato in ritardo dall’Europa a causa del maltempo sulla Germania, speriamo bene per la coincidenza che parte alle 8:10 e imbarca alle 7:40. Sara si addormenta già in aeroporto e continua a dormire in aereo, fa un bel sonno quasi fino alla fine del volo. Arriviamo in Germania alle 6:30 con un ora abbondante di ritardo, c’è ancora tempo per fortuna per l’aereo per Nizza ma tra spostamenti a piedi in giro per il terminal (dove vediamo centinaia di brande utilizzate dai passeggeri che non sono partiti ieri a causa del cattivo tempo) e i controlli di sicurezza, arriviamo al gate con pochi minuti di anticipo. Partiamo in ritardo anche da Francoforte, l’aereo ha bisogno di un intervento di de-icing perché ha le ali ricoperte di ghiaccio, siamo sottozero. Che choc per chi come noi poco prima si bagnava di sole in spiaggia! Arriviamo a Nizza che sono passate le 10 da poco, il tempo di ritirare i bagagli, passare la dogana dove troviamo una zelante operatrice che ci fa aprire una valigia e un bagaglio a mano, pagare il parcheggio (il furto di 84 €), recuperare la macchina e siamo in viaggio verso casa con tante nuove cose da raccontare ed esperienze da mettere nella nostra cassettina degli attrezzi per la vita.
Dubai ci ha favorevolmente sorpreso. E’ un luogo dove si viaggia in estrema sicurezza anche coi bambini. Il clima è caldo e secco in questo periodo dell’anno e decisamente piacevole. Il paesaggio offre la possibilità di fare esperienze anche diverse : dal deserto alle montagne al mare alle oasi naturalistiche. Un ombelico frenetico, accozzaglia di razze, tavolozza di colori… un posto da consigliare e dove tornare.
Note: valore di 1 dirham (D nel racconto, uff. Aed) 0,2135 € (cambio medio)