Dubai, ti sto ancora sognando

La mia avventura a Dubai inizia un ormai lontano giovedì di febbraio, partenza dall’aeroporto Marco Polo di Venezia. Io e mi sorella partiamo da casa con ben tre ore di anticipo (abitiamo a 50 minuti dall’aeroporto!). La mia ansia è sempre grande quando si parte, così decidiamo di prenderci per tempo ed infatti facciamo il ceck-in per...
Scritto da: freefeel
dubai, ti sto ancora sognando
Partenza il: 22/02/2008
Ritorno il: 25/02/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 500 €
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La mia avventura a Dubai inizia un ormai lontano giovedì di febbraio, partenza dall’aeroporto Marco Polo di Venezia. Io e mi sorella partiamo da casa con ben tre ore di anticipo (abitiamo a 50 minuti dall’aeroporto!). La mia ansia è sempre grande quando si parte, così decidiamo di prenderci per tempo ed infatti facciamo il ceck-in per prime. Viaggiamo con la compagnia ufficiale di Dubai e sinceramente sono davvero bravi, preparati, gentili e consapevoli che il tuo viaggio dovrà essere magnifico. Davvero suggestive le divise delle hostess: il primo accenno del mondo arabo.

Siamo partite un po’ titubanti; siamo grandi oramai, ma noi due sole a Dubai.. Boh! Partiamo in orario, in aereo: mangiamo, beviamo, dormiamo, giochiamo e guardiamo film, cullate dalla cortesia delle hostess. Il primo impatto vero dell’organizzazione e della grandezza di Dubai l’abbiamo all’aeroporto. Scendiamo dall’aereo e saliamo su un bus con divani e .. Aria condizionata a manetta! Ci abbiamo messo 20 minuti per arrivare al terminal, troppo grande. Il controllo passaporti, nonostante non capissimo dove andare, è stato davvero veloce. Immaginate si essere catapultati in un angar con 30 sportelli, assieme ad altre 600 persone tutte in fila composte, documenti alla mano e tutti in silenzio. Poche domande, molti controlli e quando siamo arrivate al nastro bagagli, le nostre valige già giravano.. Che efficienza! Un po’ intontite seguiamo lo sciame di gente che cerca un taxi: anche qui tutti in ordine, tutti in fila, al fischio dell’addetto un gruppo di persone si incamminava ai taxi con calma, niente ressa, niente corse.

La mia prima figuraccia l’ho fatta con il taxista, al momento del pagamento gli ho aperto la mano con un po’ di diram (moneta locale) e gli ho detto: non capisco la tua moneta, prendi quello che vuoi! Soluzione: avevo sempre guardato le banconote dal lato con i numeri in arabo. HO scoperto poi in camera che dall’altro lato ci sono i numeri “normali”..

L’albergo accogliente, normale niente di che, un tre stelle come un altro, pulito, grande, camera bella con balcone, diciamo solo che i receptionist ci sfottevano un po’ perché non capivamo proprio tutto del loro inglese! Per il poco tempo che siamo rimaste lì tra aereo e spostamenti in tutto tre giorni (sigh!) ci siamo affidate ad un’agenzia del luogo e fortunatamente non potevamo fare scelta più azzeccata! Con loro abbiamo fatto l’escursione nel deserto con le jeep. Fantastica!! Mia sorella è un agente di viaggio e loro, sapendolo e per farci buona impressione, ci hanno trattate con i guanti e comunque ho visto che sono stati davvero disponibili e gentili con tutti i loro ospiti. Ci hanno prelevato dall’albergo con una bella e nuovissima jeep e ovviamente ci hanno assegnato l’autista più simpatico, carino e giovane (26 anni) che avevano e non ci è dispiaciuto per niente. Tutti gli autisti-guide sono del posto e ti raccontano davvero di tutto, dalle info turistiche alla loro vita vera di Dubai. Con noi c’erano quattro ragazzi coreani, che ridere! L’escursione è stata spettacolare, su e giù per le dune e quando scendi ci sei solo tu, tante dune e il nulla intorno. All’orizzonte solo sabbia e vuoto e solo e sabbia, davvero impressionante. La sera ci hanno portato ad un accampamento beduino (diciamo turistico) dove abbiamo mangiato in tavolo privato, con pouff rossi e tanta compagnia. Ci hanno ricoperto di cose buone da mangiare, da bere e sono stati davvero gentilissimi. Mia sorella non si è risparmiata il giro in dromedario. Io mi sono concessa un giro nella fattoria di dromedari (carinissimi!) e intrufolata dappertutto (a noi due era tutto concesso!). Danza del ventre per finire e a letto poi stanche e felici.

Il mattino dopo visita guidata della città con una giovane coppia greca (che fossero in viaggio di nozze?). Abbiamo visitato: museo di Dubai, suq dell’oro, tessuti, spezie, moschea (unica visitabile), spiaggia, burj al arab (la vela), palazzi reali, città nuova, città vecchia, girovagato un po’ dappertutto.

La prima mattina avevamo fatto da sole, mettendoci d’accordo con due tedeschi in stop-over a Dubai, un giro molto panoramico sul Creek. Davvero bello, abbiamo visto tutta la città dal fiume.

La sera ci eravamo tolte uno sfizio e avevamo prenotato un tavolo al Burj Al Arab, l’hotel a forma di vela. Eh si, siamo a Dubai, non possiamo non assaporare “the seven star hotel”. Dentro è tutto magnifico, lussuoso, inimmaginabile, dal bagno alla hall, al ristorante. Abbiamo mangiato benissimo, davvero di tutto, un sacco di piatti tipici. Forse ci siamo un po’ ingozzate, ma perché no? Il personale è davvero fantastico e si meritano tutti i complimenti che ricevono! L’ultimo giorno abbiamo fatto quello che fanno tutti a Dubai… SHOPPING!! Una giornata intera suddivisa tra due centri commerciali. Spettacolari! Io non sono un’amante dello shopping, della confusione e dei negozi, ma sono rimasta davvero affascinata da questo mondo gigante di negozi, persone, pista da sci, articoli di ogni genere (davvero anche lussuosissimi!).

Di Dubai ho portato a casa molto: i volti dei ricchi sceicchi e signore, tutti bellissimi, elegantissimi e con almeno un palmare o un cellulare in mano, porto; la concentrazione di nazioni, lingue e culture nello stesso negozio o per strada o al ristorante o fast food; la nostra guida-autista che è stato davvero simpatico, ci ha aiutato in tutto. Ci ha aiutato a capirci con le persone in inglese, ci ascoltava, ci accompagnava dove volevamo fuori programma, ci comprava il succo d’arancia se avevamo sete e soprattutto ci prendeva teneramente in giro; porto a casa le spiagge, le strade a 12 corsie; il vestito tipico davvero elegante, l’aria condizionata a manetta dappertutto, l’aria che si respira (evviva lo smog!); porto a casa il lusso sfrenato del burj al arab che impressiona se si pensa che è tutto vero, e soprattutto porto a casa la multiculturalità della città, perché ti sembra di essere dovunque in un solo attimo e riesci in un minuto a parlare con 10 persone differenti e anche il deserto, perché la leggerezza della sabbia, lo scivolare sotto i piedi, lasciarsi sprofondare su una duna, essere accompagnati nella discesa da una montagna di sabbia e sentirsi sopra il mondo guardando il tramonto, mi fanno sussultare ancora.



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