Downunder:il continente sottosopra
18/12/2005 Arrivo all’aeroporto di MELBOURNE alle 20.30 e proseguimento in taxi verso l’albergo.Trasferimento molto allegro in quanto il taxista era un ragazzo molto simpatico che ci ha fatto anche da cicerone.
Preso possesso delle camere,depositato i bagagli e via subito in cerca di un ristoro che non è stato facile trovare in quanto i giorni seguenti abbiamo scoperto che la maggior parte di pub ristoranti e trattorie sono aperti al massimo fino alle 21.30.Mangiato una poco dignitosa pizza(unica pietanza reperibile a quest’ ora nelle vicinanze dell’ hotel) e poi subito a nanna per rigenerarci per il giorno dopo.
19/12/2005 Al mattino prima colazione come si deve in un bar di Collingwood, poi saliamo sul caratteristico CITY CIRCLE, tram d’epoca gratuito che fa il giro del centro città, scendiamo a una fermata vicino allo stadio, il TELSTRA DOME, dove si può accedere a una terrazza da cui si vede tutto il campo e gli spalti, e da qui a piedi proseguiamo per le vie del centro. Saliamo sulle RIALTO TOWERS e dall’alto dei 252 m e 66 piani della torre sud ci godiamo una splendida panoramica di tutta la città.Comunque si può salire solo fino al 55° piano che è denominato observation deck.
Da qui continuiamo la passeggiata e dopo aver attraversato e costeggiato il fiume accediamo ai ROYAL BOTANIC GARDENS godendoci assieme al canto degli uccelli e ai dolci rumori della natura,il silenzio e la pace di questo parco,dimenticando di trovarci in una città.Giardini che meritano una visita in quanto si può vedere una innumerevole diversità di flora e fauna mantenuta in maniera davvero impeccabile.
Rientrando nelle vie del centro incontriamo moltissime persone a fare jogging (sport diffusissimo da queste parti) e attività fisiche nel parco.Un giro veloce per i negozi di SWANSTON ST e quindi una meritata sosta per un paio di birre, delle hot chips e delle weggies (merenda che ci ha accompagnato praticamente tutti i santi giorni) in piazza FEDERATION SQUARE.Cena in un ristorantino un pò buio del centro di cui non ricordo il nome (e non è una gran perdita) e passeggiata serale fino in hotel.
20/12/2005 Sveglia di buon mattino,ritiro dell’auto all’ufficio Hertz vicino all’hotel e partenza,non senza un pizzico di apprensione e ironia per la guida a sinistra, alla volta di Apollo Bay (195 km).
Prima sosta a TORQUAY,tipico paesino di surfisti sulla costa sud.Paesaggio molto carino con la strada principale tapezzata di negozi di attrezzature da surf e locali in cui fermarsi per un ottima colazione condividendo il relax, la spensieratezza e la cordialità della gente del posto. Puntatina alla spiaggia locale per una mezz’oretta di relax e per renderci conto che ormai freddo e gelo sono un ricordo lontano quasi 15000 chilometri. Riprendiamo il nostro viaggio e dopo pochi chilometri notiamo un sacchetto sul parabrezza…Multaaaa!!! Dopo solo tre ore che avevamo la macchina! Va bè dai… Pazienza. Sbirciatina al foglietto rosa e dopo aver letto le modalità di pagamento sosta al primo ufficio postale per saldare immediatamente i conti con la giustizia locale.
Da queste parti inizia la famosissima GREAT OCEAN ROAD stupenda strada panoramica(è classificata tra le 5 più belle al mondo) che costeggia quasi costantemente l’oceano con dei paesaggi a dir poco fantastici e con frequentissime e perfettamente segnalate piazzole di sosta per ammirare il paesaggio (in gergo aussie LOOKOUT).
Al pomeriggio arrivo ad APOLLO BAY, tranquillo paesino sulla costa dove facciamo subito una passeggiata sulla spiaggia, visitiamo il minuscolo porto e la via principale dove sono raggruppati tutti gli esercizi commerciali e la vita del paese. Aperitivo e cena nel locale che ci sembra più animato(Bistro), passeggiata serale, che ci fa capire che qui vivono prevalentemente di giorno,e rientro in hotel. Fantastica comunque l’atmosfera che si respira in questi piccoli paesini dove lo scorrere della vita sembra davvero d’altri tempi.
21/12/2005 Partenza sempre di buon’ora alla volta di Mt Gambier (360 km), tappa che si rivelerà fra le più spettacolari di tutto il viaggio. Su indicazione del titolare dell’hotel ci dirigiamo alla stazione del faro di CAPE OTWAY a pochi chilometri da Apollo Bay. Qui si trova un minuscolo museo che illustra la vita dei custodi del faro degli anni passati e chiaramente il faro vero e proprio a picco sul mare. Salendo in cima al faro si gode di una vista spettacolare da cui si può ammirare tutta la potenza della natura sottoforma di onde gigantesche e vento spaventoso (quel giorno era particolarmente nuvoloso ma credo sia sempre così). Attenzione agli occhiali…I nostri sono volati di sotto…
Tornando indietro per riprendere la strada principale attraversiamo una foresta di eucalipti dove ci fermiamo a camminare tra gli alberi e con grande entusiasmo vediamo i KOALA poltrire tra le fronde.
Da qui ci dirigiamo a BEECH FOREST, paesino immerso nella foresta pluviale nel quale si può fare una passeggiata tra i giganteschi alberi in una passerella a 25 m di altezza,salire su una torre fino a 50 m e dominare dall’alto l’intera foresta.
Proseguiamo il viaggio immettendoci di nuovo sulla GOR e finalmente arriviamo sul fantastico tratto di costa dove si trovano i TWELVE APOSTLES. Qui ci sono moltissimi punti da cui si può ammirare il paesaggio dall’alto delle imponenti scogliere;in alcuni tratti si può anche scendere fino alla spiaggia sottostante(THE GIBSONS STEP). Se il tempo è bello e c’è il sole lo spettacolo di colori che si presenta tra le rocce e il mare è davvero mozzafiato.Tutto questo tratto di costa è costellato da particolari rocce che spuntano dall’oceano e da innumerevoli baie e insenature,tristemente famose per il grande numero di naufragi. Ci sono talmente tanti punti in cui sporgersi ad ammirare questo meraviglioso paesaggio che si potrebbe perdere l’intera giornata ma purtroppo dobbiamo proseguire perchè ci manca ancora un bel po’ di strada per giungere a destinazione. In tre giorni di permanenza nel continente downunder non ci era ancora capitato di vedere i canguri e li abbiamo talmente invocati che purtroppo uno è uscito dalla boscaglia così all’improvviso che non siamo riusciti ad evitarlo. Cosa questa, abbastanza frequente a giudicare dal numero di carcasse che si vedono ai bordi delle strade.Fortunatamente il marsupiale dovrebbe essere sopravissuto e noi non abbiamo fatto danni all’auto. Finita la giornata e verso le 21.00 arriviamo in hotel a MT GAMBIER dove con un po’ di ritardo ci accorgiamo che siamo entrati nello stato del South Australia ed è cambiato il fuso orario.
22/12/2005 Visita veloce al BLUE LAKE, lago di origine vulcanica dal fantastico colore blu elettrico, alla periferia di Mt Gambier e lunga giornata di trasferimento verso CAPE JARVIS (508 km) dove dobbiamo arrivare assolutamente entro le 18.00 per prendere l’ultimo traghetto disponibile per Kangaroo Island. Tappa di trasferimento che a torto si annunciava priva di interesse in quanto veniamo a contatto con il bush australiano che ci regala delle bellissime, strane e particolari vedute. Vediamo moltissime pozze di acqua salata asciutte che con il sole prendono delle fantastiche sfumature dal bianco al rosa fino ad arrivare al rosso. Sosta a metà giornata nel paesino di KINGSTON SE, lungo la costa lagunare dove facciamo colazione e vediamo un babbo natale che contrasta pienamente con la giornata prettamente estiva. Proseguiamo fino a MENINGIE, paesino sorto ai bordi di un laghetto, per un veloce ristoro e continuiamo costeggiando la laguna del COORONG NATIONAL PARK dove ci si può fermare ad ammirare i pellicani a patto che si riesca a sopportare il fetore emanato dalla laguna.
Arrivo in perfetto orario al molo di partenza del traghetto e,dopo un ora di navigazione sbarchiamo a KANGAROO ISLAND. Arrivo in hotel,nella zona di American River,e cena nel ristorante dell’albergo visto la scarsità di locali e ristoranti da quelle parti. Infatti tutta la vita dell’isola ruota attorno ai due maggiori centri che sono KINGSCOTE e PENNENSHAW.
23/12/2005 Iniziamo la giornata alla scoperta dell’isola e ci dirigiamo verso nord,solo più tardi troviamo una nota su un opuscolo che è preferibile partire ad esplorare l’isola da sud dove sono concentrati i siti di maggior interesse. Lungo la strada scrutando l’orizzonte in cerca di canguri e altri animali vediamo dei recinti con dei canguri, ci fermiamo immediatamente: è il PARNDANA WILDLIFE PARK, una specie di zoo dove si può venire a contatto da molto vicino, infatti si può entrare nei recinti, con la moltitudine di specie animali australiane. Poi continuiamo alla volta di CAPE BORDA all’estrema punta dell’isola, sito a nostro parere deludente che non merita quelle due ore che si perdono per fare 60 km di strada sterrata. Ci dirigiamo quindi a sud e giungiamo a REMARKABLE ROCKS, dei suggestivi massi su una collinetta a picco sul mare modellati dal fortissimo vento presente sulla costa e lambiti da un fantastico mare turchese.Hanno delle forme davvero incredibili e alcuni ricordano vagamente delle tartarughe.
Quindi raggiungiamo CAPE DU COUEDIC dove è presente una colonia di otarie protette dalla Nuova Zelanda. A dispetto dell estate, qui a causa anche della brutta giornata si respira un aria davvero polare e il posto, grazie alle rocce e alla potenza del mare fa davvero impressione. Scendendo la scalinata fino in fondo si arriva ad un arco di roccia (ADMIRAL ARCH) oltre il quale si vede l’oceano e le onde che si infrangono sulle rocce sottostanti:è veramente un luogo da cartolina. Facciamo una piccola sosta per un ristoro in un caratteristico bar del luogo ,KAIWARRA FOOD BARN,gestito da un personaggio altrettanto caratteristico e ci dirigiamo a SEAL BAY dove con un tour guidato scendiamo in spiaggia a contatto ravvicinato con un una colonia di leoni marini che tra l altro sono nel periodo degli amori quindi riusciamo a vedere tutte le fasi delle lotte e dei corteggiamenti. La sera ci fermiamo per una cena niente male a base di pesce all’ Ozone Hotel di Kingscote e alle 21.30 col buio partiamo con un mini tour guidato a vedere una colonia di minuscoli pinguini. Durante la strada del rientro riusciamo a scorgere sul ciglio della strada vari animali quali echidna, ramarro, opossum e wallaby;è buio ed è molto facile incontrare queste creature,molto più vivaci di notte che di giorno.
24/12/2005 Durante il tragitto verso Pennenshaw,base di partenza del traghetto, ci fermiamo per qualche foto panoramica, poi,sosta per la colazione e alle 11.30 ci imbarchiamo per il ritorno sulla terraferma. Quindi attraverso la MCLAREN VALLEY, rinomata zona vincola, proseguiamo verso ADELAIDE(100 km). Dopo aver depositato i bagagli facciamo un giro per la città che sembra abbastanza movimentata ma subito dopo la chiusura dei negozi(17.30) è quasi completamente deserta ed è difficile anche trovare ristoro. Ci fermiamo in un ristorante italiano dove ceniamo e proviamo quasi tutti i tipi di birra australiana.
25/12/2005 Sveglia presto e trasferimento in aeroporto dove restituiamo l’auto e alle 10.00 prendiamo l’aereo per ALICE SPRINGS. Appena scesi dall’aereo ci rendiamo conto che qui il clima è proprio diverso infatti la temperatura si aggira intorno ai 40°,l’asfalto si attacca alle scarpe e c’è pochissima umidità, mentre dalle parti di Melbourne e Adelaide eravamo rimasti intorno ai 25°.Ritiro del fuoristrada e trasferimento in hotel che si trova proprio nella via centrale della città. Abbiamo un certo entusiasmo per essere approdati nel RED CENTER e quindi nella parte più avventurosa del nostro viaggio,che però svanisce subito a causa della desolazione che si respira in città: del resto è il giorno di Natale, è tutto completamente chiuso e non c’è anima viva in giro tranne alcuni gruppetti di turisti; sembra di essere in una città abbandonata. Ci rechiamo a visitare la stazione del telegrafo, famosa in quanto la città è nata grazie ad essa. Infatti Alice Springs all’origine era una semplice stazione che fungeva da ponte radio tra Adelaide e Darwin; poi pian piano è cresciuta la città tutt’intorno.Visita a un monumento ai caduti su un altura (ANZAC HILL) da cui si gode della vista dell’intera città e passeggiata in centro a guardare le vetrine dei tantissimi negozi di arte aborigena.Poi al rientro in hotel incontriamo due connazionali di Remanzacco che stanno facendo il nostro stesso itinerario ma all’inverso.
La sera ci incamminiamo alla ricerca di un posto per cenare e troviamo un locale che è un po’ di tutto (sala biliardi,pub,discoteca e perfino trattoria) dove probabilmente si raduna tutta la gente della città perchè è veramente pieno.Qui mangiamo una buona bistecca di canguro e poi tra una cosa e l’altra tiriamo avanti fino alle 02.00 bevendo alla grande, tanto che chi viene a recuperare le pile di bicchieri vuoti ci chiede se le abbiamo svuotate tutte noi.
26/12/2005 Giornata “on the road” alla volta di kings canion.Per raggiungere la nostra meta ci sono diversi itinerari possibili: Ø strada tutta asfaltata attraverso il quale non c’è molto da vedere (550 km); Ø strada metà asfaltata e metà sterrata attraverso LARAPINTA DRIVE che attraversa pochi siti di interesse (350 km); Ø strada ¼ asfaltata e ¾ sterrata da percorrere solo in 4WD attraverso NAMATJIRA DRIVE,che attraversa notevoli punti di interesse e passa in territorio aborigeno (440 km).
Visto che abbiamo un fuoristrada optiamo per quest’ultima possibilità.Scelta azzeccata ma itinerario in cui bisogna valutare bene le condizioni dell’auto (gomme,pieno di benzina,acqua,olio) in quanto una volta oltrepassata l’ultima stazione di servizio ci sono più di 250 km di strada sterrata in mezzo al nulla, dove non c’è campo per i cellulari e passa pochissima gente (abbiamo incrociato 4 auto in tutto il percorso).
Nel primo tratto facciamo soste veloci ad ammirare dei posti stupendi:ELLERY CREEK BIG HOLE, SERPENTINE GORGE, OCHRE PITS, GLEN HELEN GORGE,mentre nel tratto sterrato si può ammirare completamente il bush australiano contornato da cavalli e mucche allo stato brado e anche da qualche carcassa di auto abbandonata a se stessa che sa molto di scenario da film. Fila tutto liscio e a pomeriggio inoltrato giungiamo a KINGS CANION posto sperduto al centro del continente dove c’è un solo resort e appunto questo fantastico canion. Ai piedi di esso su uno steccato c’è un termometro che alle 18.00 segna 42°… Caldino eh…Da qui partono due percorsi per recarsi alla scoperta del canion:il primo di circa 1 km,che porta alla base di esso e che noi facciamo subito;il secondo che invece è di circa 6 km e si snoda attraverso le alture del canion e che noi lasciamo per la mattina seguente.
27/12/2005 Ci avviamo verso l’inizio del canyon con una buona scorta d’acqua (e per fortuna la giornata è un po nuvolosa) per intraprendere la camminata di 6 km e circa 3 ore sulle creste del canyon. Saliamo dalla parte ripida e ci troviamo quasi subito in un paesaggio surreale di rocce rosse con innumerevoli sfumature e strane forme causate dall’erosione. Qui ci si immerge in questo luogo, a parer nostro fantastico e imperdibile, e si cammina lungo il percorso che si snoda attraverso le gole e le collinette del canyon e che nessuna fotografia è in grado di mostrare in tutta la sua bellezza. Completato il giro, poco prima di mezzogiorno partiamo in direzione AYERS ROCK (350km). Tragitto abbastanza tranquillo in quanto la strada è tutta asfaltata e traffico praticamente inesistente. Facciamo due soste, una a KINGS CREEK STATION dove c’è un punto di ristoro,e da dove partono escursioni in dromedario, in moto o in elicottero per scoprire le bellezze di questo paesaggio in modo diverso,e una pochi chilometri prima di arrivare a destinazione dove in mezzo al deserto si trova un lago salato asciutto di notevoli dimensioni. A metà pomeriggio circa giungiamo all’ Ayers Rock Resort, unico centro abitato e civile di questa zona. Scendendo dall’auto sembra di entrare in una sauna, clima molto secco ma con temperature oltre i 40°. Dopo esserci informati sugli orari di alba e tramonto(momenti in cui le rocce si mostrano in tutta la loro bellezza e in tutte le loro più svariate sfumature) ci dirigiamo verso il parco nazionale dove si trova ULURU(Ayers Rock) e i monti KATA TJUTA(Olgas). In lontananza si vede già il monolito e scattiamo subito qualche foto dall’auto, perchè in questo tratto è vietato fermarsi ai bordi della strada. Percorriamo la strada che fa il giro attorno a questa sacra roccia e mentre aspettiamo le 19.30, ora del tramonto, decidiamo di andare subito a vedere i monti Olgas. Rocce stranissime anche queste con forme così particolari che sembrano disegnate. Purtroppo inizia a cambiare il tempo e in pochi minuti si scatena un acquazzone di notevoli dimensioni, proprio mentre camminiamo ai bordi di queste montagne. Ci prendiamo una sonora lavata ma abbiamo l’opportunità di assistere ad un immediato cambio di colore delle rocce a causa della pioggia: da rosse diventano grigie in un batter d’occhio. Purtroppo però non possiamo assistere al tramonto di Uluru… Eh non si può avere tutto…Che sfortuna però!! La pioggia ci accompagna ormai per tutta la sera (con notevole diminuzione della temperatura) ma decidiamo di mettere lo stesso la sveglia alle 04.00 per provare ad assistere all’alba. Il cielo però è ancora tutto coperto, e al momento non ci dispiace molto visto il sonno, quindi si ritorna a dormire.
28/12/2005 Al mattino partiamo di nuovo alla volta di Uluru dove percorriamo un sentiero alla base del monolito ispezionando le varie rientranze e grotte che ci sono e venendo a contatto con alcune pitture aborigene. Poi ci rechiamo al centro culturale aborigeno dove si può vedere delle proiezioni sulla vita e i riti di questa gente, varie pitture e informazioni sulle loro credenze, usi e costumi.
Quindi trasferimento in aeroporto, restituzione del fuoristrada e alle 15.00 imbarco sul volo per CAIRNS dove arriviamo alle 18.00. Appena scesi dall’aereo veniamo a contatto con l’incredibile umidità di questa zona che a primo impatto sembra davvero insopportabile ma poi pian piano ci si fa l’abitudine.
Qui ci attende un nostro amico da anni trasferitosi da queste parti che ci porta in hotel e poi immediatamente a far un giro per la città prima del buio. Essendo vicini all’equatore le giornate non sono molto lunghe e alle 18.30 è già buio. Camminata per le vie del centro e sul lungomare alla scoperta di questa bellissima città turistica e vivace, cena di pesce in un ottimo ristorante (2fish) con vista sul porto, tappa a casa del nostro amico per un drink e rientro in hotel verso l’una.
29/12/2005 Alle 07.30 siamo già nella hall dell’hotel, arriva il nostro amico e assieme andiamo a noleggiare, con un po’ di difficoltà un auto a sei posti (ne abbiamo trovata una dopo aver passato quasi tutti i noleggi della città) e partiamo con la nostra guida speciale,che ci fa vivere due giornate intensissime,alla volta delle montagne nei dintorni di Cairns. Prima fugace tappa a LAKE BARRINE tranquillo lago immerso nella foresta pluviale,proseguimento per MILLAA MILLAA FALLS, una pozza d’acqua con una bellissima cascata;qui si può fare il bagno e in un battibaleno ci tuffiamo in questo angolo di paradiso, un paio di nuotate, un po’ di idromassaggio sotto la cascata, delle foto e poi via di nuovo verso il paesino di YUNGABURRA dove andiamo a visitare un centenario e gigante albero,il CURTAIN FIG TREE, famoso per la sua stranezza: le radici scendono dai rami e si inoltrano nella terra formando un intreccio impressionante di rami e radici. Ci fermiamo a pranzo in un caratteristico pub nel centro di questo paesino, gustandoci una bisteccona a un prezzo davvero irrisorio. Proseguiamo il nostro giro,e attraverso MAREEBA, dove ci fermiamo a sorseggiare una meritata birra, giungiamo a KURANDA, luogo quasi interamente turistico. Questo paesino si può raggiungere anche tramite un trenino turistico che parte al mattino da Cairns e rientra alle 15.00. Nel paese i negozi rimangono aperti solamente nell’orario di percorrenza di questo treno e dopo le 15.00 è completamente vuoto.Qui riusciamo a far ritardare l’orario di chiusura a qualche negoziante per acquistare dei souvenir e facciamo una stupenda passeggiata nella foresta pluviale fino a giungere alle BARRON FALLS, spettacolari cascate formate da un piccolo corso d’acqua.
Sulla strada del ritorno ci fermiamo a PALM COVE,spiaggia a nord di Cairns,dove c’era un bel movimento di gente,e da qui in hotel per una doccia rigenerante. Quindi cena in un caratteristico pub del centro, shopping nei negozi del lungomare e drink al casinò in quanto la città e i suoi locali sono insolitamente tranquilli.
30/12/2005 Sveglia di buon mattino (06.30) e partenza verso il molo di Cairns da dove con un catamarano ci dirigiamo a GREEN ISLAND, minuscola isola tropicale a meno di un’ora di navigazione. Appena sbarcati.Dopo aver noleggiato l’attrezzatura necessaria,ci rechiamo subito alla spiaggia per fare un po’ di snorkeling in quanto attorno all’ isola ci sono dei banchi di corallo. Dopo una piccolissima sosta in relax su questa fantastica spiaggia bianca riprendiamo il catamarano delle 12.00 e rientriamo a Cairns. Qui ritiriamo l’auto che useremo per tutto il resto del nostro viaggio, ritiriamo i bagagli in hotel e partiamo alla volta di Townsville (346 km). Lungo il tragitto ci fermiamo in uno di quei caratteristici chioschetti molto spartani che vendono frutta fresca e ci gustiamo delle ottime banane e una papaya. Ripartiamo e subito dopo ci aspetta una brutta sorpresa: per una disattenzione abbiamo superato il limite di velocità e ci attende la polizia col telelaser (+17 km/h=150AUD). Arrivati in città con un po’ di rabbia per i soldi buttati a causa della multa andiamo subito a cena in un ristorante(Slizzer) che offre davvero un ricco buffet e poi relax in hotel perché siamo tutti stanchi e dobbiamo metterci in forma per il capodanno.
31/12/2005 Pochi chilometri a sud di Townsville, ci fermiamo al Billabong Sanctuary in quanto in precedenza abbiamo visto una notevole pubblicità sulle attrazioni che offre. Merita veramente la sosta perchè qui oltre ad una notevole varietà di tutti gli animali australiani, dai canguri ai koala,dai serpenti ai ramarri (KLAMIDOSAURI),dai dingo agli emù…Vediamo gli addetti mentre danno da mangiare ai coccodrilli ed è una cosa veramente impressionante;poi abbiamo la possibilità di tenere in braccio un tenerissimo koala e potremmo fare lo stesso con serpentelli e coccodrilli ma purtroppo siamo già un bel po’ in ritardo e quindi dobbiamo proseguire verso la località balneare di AIRLIE BEACH dove festeggeremo il capodanno.Giunti a destinazione,una veloce doccia e poi via per le vie del centro a dar inizio ai festeggiamenti.Qui incontriamo una coppia di Zoppola che sta viaggiando un po’ allo sbaraglio.Allo scoccare della mezzanotte assistiamo ai fuochi d’artificio sulla spiaggia, suggestivi anche se di breve durata, poi ci intrufoliamo in uno dei tanti locali gremiti di gente in festa e tiriamo mattina conoscendo anche un bel po’ di persone.
01/01/2006 Ci alziamo poco prima di mezzogiorno e siamo andiamo subito in centro a sgranocchiare dei fish & chips(abbondanti e di ottima qualità),e a rilassarci nella bellissima spiaggia artificiale dove rivediamo tutta la gente incontrata durante i festeggiamenti della sera prima. Alla sera in hotel,incontriamo un connazionale triestino che è da solo e si aggrega a noi per la cena a base di coccodrillo (non è un gran che ma guai a tornare a casa senza averlo assaggiato) in un bel pub del centro.In questa giornata abbiamo un po’ di rimpianti perché visto i notevoli festeggiamenti(siamo andati a dormire alle 07.00) non siamo riusciti ad andare a visitare le Whitsundays Islands.
02/01/2006 Ci aspetta un’altra giornata quasi interamente sull’auto alla volta di ROCKHAMPTON (490 km) cittadina attraversata dal Tropico del Capricorno. Prima di arrivare in città ci fermiamo a visitare le CAPRICORN CAVES, una serie di grotte che si possono visitare solo con tour guidato. All’ interno c’è addirittura una stanza che funge da cattedrale dove molte persone si recano a celebrare il matrimonio.Giunti in città facciamo una passeggiata per il centro alla ricerca di un ristoro e con disappunto scopriamo che il 2 gennaio è festa nazionale e quindi la città è praticamente deserta. Troviamo il solito pub che è anche bar e ristorante e mangiamo un ottimo filetto ai ferri:cosa scontata visto che Rockhampton è la capitale australiana della carne di manzo.
03/01/2006 Uscendo dalla città di Rockhampton scrutiamo con cura i bordi delle strade per vedere il cartello che segnala il tropico del capricorno ma non lo troviamo.Scopriremo solo più tardi che si trovava al centro della città.
Proseguiamo alla volta di HERVEY BAY (400 km) dove arriviamo verso le 14.00.Espletiamo le solite formalità in hotel,prenotiamo l’escursione a Fraser Island per il giorno dopo e andiamo subito a far una passeggiata sulla lunghissima spiaggia di questa cittadina con bagno,relax e tintarella.Alla sera cena in un affollato locale del piccolo centro cittadino e rientro a piedi in hotel.
04/01/2006 Appena fuori dall’hotel prendiamo l’autobus che ci porta al molo e da lì prendiamo il traghetto per il trasferimento a FRASER ISLAND, la più grande isola di sabbia al mondo. Arrivati a destinazione saliamo su un bus 4×4 e iniziamo il nostro safari alla scoperta dell’isola. Prima tappa nel bel mezzo di una foresta tropicale: se si pensa che questi giganteschi alberi crescono su un terreno di sola sabbia è a dir poco impressionante. Continuiamo la nostra folle corsa (l’autista è proprio spericolato) e giungiamo su una spiaggia dall’altra parte dell’isola,e dopo pochi minuti arriviamo a ELI CREEK, torrente che scende dall’entroterra e arriva fino al mare in un letto completamente sabbioso; qui ci divertiamo a risalire il torrente a piedi e poi a farci trasportare dalla corrente. Un piccolo spuntino e poi si riparte per andare a vedere il MAHENO SHIPWRECK,relitto mezzo sprofondato nella sabbia,di una nave incagliatasi parecchi anni fa; davvero molto suggestivo in quanto lo scheletro arrugginito della nave,costantemente corroso dal mare e dalla salsedine è chiaramente destinato a sbriciolarsi completamente;infatti si notà già la differenza tra la condizione del momento e le foto dei volantini pubblicitari. Poco più a nord ci fermiamo a visitare le THE CATHEDRAL uniche formazioni rocciose dell’isola, costituite da sabbia indurita. Sosta per il pranzo nel resort dell’isola e proseguimento alla volta di XXX lago con l’acqua dal ph particolare dove abbiamo fatto il bagno e pulito tutti i monili che avevamo addosso grazie alla particolarità di quest’acqua e alla sabbia di questo luogo che sembra farina.
Finito il safari riprendiamo il traghetto e durante il rientro assistiamo a un tramonto a dir poco spettacolare.
05/01/2006 Si parte con direzione BRISBANE (290 km), prima colazione a base di torte e poi una buona scorpacciata di mango e squisiti frutti della passione. All’arrivo a Brisbane perdiamo un pò di tempo a girovagare per la città in cerca del nostro albergo in quanto è molto più complicata rispetto alle città visitate finora; è tutto un intreccio di cavalcavia sottopassi e sensi unici. Alla fine per evitare di perdere ulteriore tempo ci facciamo guidare da un taxista.
Depositiamo i bagagli e facciamo subito un giro per il centro scoprendo che questa è davvero una bella cittadina piena di vita, grazie a tutte le università che ci sono e quindi ad una massiccia presenza di gente giovane. Dopo aver bevuto e mangiato qualcosa rientriamo in hotel perchè nella maggior parte dei locali serali non si può accedere in shorts e infradito quindi serata rimandata.
06/01/2006 Seguendo l’itinerario della nostra guida Loney Planet, iniziamo a girare la città a piedi,e attraversando il fiume, ci dirigiamo verso il SOUTH BANK, passando per il parco dove c’è la spiaggia artificiale;qui ci fermiamo a far colazione in uno dei tanti locali immersi nel parco e poi visitiamo il museo navale. Poi attraverso i giardini botanici e alcune tra le più importanti vie ritorniamo in centro per un pò di shopping. Il tempo non è dei migliori e un improvviso acquazzone ci costringe a cenare in hotel. Più tardi usciamo lo stesso,beviamo qualcosa in un elegantino bar del centro dove conosciamo una ragazza del posto che ci racconta come si vive da queste parti,poi passiamo la serata all’Excelsior il locale in cui la sera prima non ci avevano permesso di entrare a causa dell’abbigliamento.
07/01/2006 Nella giornata odierna ci accingiamo ad attraversare una delle zone più famose del continente ovvero la GOLD COAST, sequenza di cittadine costiere tutte attaccate e paradiso di surfisti e vacanzieri. Raggiungiamo la più nota di queste che è SURFERS PARADISE. Qui saliamo sul Q1,il più alto grattacielo residenziale del pianeta.Ammiriamo la famosa costa dall’alto,che ci regala un paesaggio davvero suggestivo con i grattacieli che lambiscono la spiaggia, scendiamo e facciamo quattro passi sulla riva guardando i surfisti, bravi e meno bravi, che si cimentano con le onde di una giornata di brutto tempo. Sulla spiaggia atmosfera da serial televisivo Baywatch con la gente distesa in relax e il fuoristrada dei Life Guard a garantire la sicurezza ai bagnanti. Un rapido giro per il centro quindi proseguiamo per la nostra meta odierna : BYRON BAY (170 km).
Paese,questo,dall’atmosfera molto particolare,nel quale sembra di essere tornati indietro di una quarantina d’anni, all’epoca dei figli dei fiori. Dopo una capatina in un pub del centro per una birra ci concediamo un paio d’ore di relax in spiaggia. E un bel po’ di divertimento con le fantastiche onde dell’oceano.
08/01/2006 Visita a CAPE BYRON,punto più a est di tutta l’Australia, dove si può ammirare un faro che dall’alto delle rocce domina il mare, molto burrascoso visto il tempaccio di questi giorni, e da qui attraverso una passerella si scende su una lingua di terra che è realmente il punto più estremo del continente.
Il posto è reso molto suggestivo dall’aria e dalla pioggia che imperversa in questa zona. Il vento è così forte che la pioggia cade praticamente in orizzontale.
Dopo un difficoltoso cambio di vestiti all’interno dell’auto, proseguiamo per COFFS HARBOUR (250 km). All’inizio della città ci fermiamo a visitare il Big Banana, una specie di parco giochi lasciato un po’ al suo destino, all’interno di una piantagione di banane, intanto però ci facciamo quattro risate andando sul toboga(gioco più per bambini che per adulti). Partiamo alla ricerca del nostro albergo e dopo aver attraversato tutta la città senza trovarlo, chiediamo informazioni e ci dicono che si trova proprio a fianco del Big Banana. Incredibile, siamo proprio fusi, non ci siamo accorti. Qui dopo aver depositato i bagagli facciamo subito una puntatina alla spiaggia DIGGERS BEACH dove ci mettiamo in relax e ci divertiamo con le giganti onde dell’oceano… ATTENZIONE però,con le onde non si scherza!! 09/01/2006 Mattinata trascorsa in giro per il centro e rovinata dalla pioggia quasi incessante. Al pomeriggio dopo aver sbrigato alcune “formalità” partiamo alla volta di Newcastle che dista circa 400 km.
Arriviamo alle 21.30 in hotel dopo aver girato un po’ a vuoto per la città e ci rimangono solo le forze per un panino al McDonald’s e poi tutti a dormire che il giorno dopo ci attende la mitica e inimitabile Sydney.
10/01/2006 Anche se la nostra vacanza volge al termine,e ci attende l’ultima tappa di questo viaggio,ci svegliamo pieni di entusiasmo e siamo impazienti di raggiungere la città australiana per antonomasia: Sydney. Dopo 170 km di traffico arriviamo in centro a SIDNEY e con non poca fortuna troviamo subito l’ufficio Hertz dove restituire l’auto, cosa molto positiva in quanto non è facile girare in auto per il centro città. Il nostro hotel si trova in una zona abbastanza vicino alle maggiori attrazioni e al centro della città. Mangiamo qualcosa in un piccolo bar all’italiana,che di italiano non aveva proprio niente,e partiamo subito alla scoperta della città. La prima visita è dedicata alla SYDNEY TOWER,futuristico edificio di quasi 300 metri di altezza da cui si domina la quasi totalità della città,e ci si fa un idea sulla sua disposizione. La serata la dedichiamo a una passeggiata nelle vicinanze dell’hotel, in OXFORD STREET e CROWN STREET dove ci sono un infinità di ristoranti (tailandesi,indiani,cinesi,vietnamiti,ecc..) che però non ci entusiasmano molto. Alla fine veniamo catturati da una fantastica grigliata di pesce di un ristorante greco,tanto fantastica alla vista quanto normale per il palato.
11/01/2006 Di primo mattino ci dirigiamo a piedi verso la zona più famosa della città, la baia dell’opera, che raggiungiamo dopo una ventina di minuti di camminata. Qui dopo aver rimirato L’OPERA HOUSE in lungo e in largo, solo dall’esterno perchè altrimenti si doveva rivolgersi ad un tour organizzato, ci fermiamo a far colazione sul molo tra l’Opera e CIRCULAR QUAY. Atmosfera incredibile e molto suggestiva, al solo pensiero di essere seduti a far colazione alle spalle dell’Opera ci vengono i brividi. Da qui ci dirigiamo verso l’HARBOUR BRIDGE e lo attraversiamo a piedi;giunti al primo pilone saliamo,e ci godiamo una splendida vista della baia dall’alto,scattando innumerevoli fotografie.All’interno del pilone si trovano anche tutte le informazioni riguardo alla costruzione del ponte: semplicemente impressionante! Nel primo pomeriggio ci imbarchiamo su un battello per una crociera sulla baia (anche questo da non perdere, la vista della baia dal mare è spettacolare) e andiamo alla scoperta di tutte le insenature della baia con dei paesaggi mozzafiato e ville ultramiliardarie abbarbicate sulle rocce a picco sul mare. A questo punto rientriamo in hotel per una rinfrescata e poi in taxi ci rechiamo a DARLING HARBOUR, famosissimo quartiere pieno zeppo di ristoranti e pub, per una deliziosa cena sul molo (peccato che ho ordinato del fegato credendo sia una bella bistecca, ma per fortuna mi piace anche quello) contornata dalle luci della città. Sosta in un pub del centro a tre piani per un drink in compagnia e rientro in hotel.
12/01/2006 Ci rechiamo a piedi a visitare il SYDNEY ACQUARIUM, uno tra i più famosi al mondo, e ne vale davvero la pena in quanto sono presenti una moltitudine di specie, e ci sono dei percorsi davvero suggestivi; uno di questi ti porta a contatto con gli squali in quanto si cammina all’interno di un tunnel subacqueo che attraversa la loro vasca, e si può ammirare queste creature da molto vicino. Proseguendo la nostra camminata è giunta l’ora di pranzo quindi ci fermiamo a mangiare sul molo a Circular Quay.Si continua di nuovo verso l’Opera e attraverso i ROYAL BOTANIC GARDENS ci dirigiamo verso l’hotel. A questo punto dedichiamo un paio d’ore a riordinare tutte le nostre cose e preparare le valigie.
La sera ci concediamo una lussuosa cenetta in un ristorante con vista sull’Opera, dove gustiamo dell’ottimo pesce (consiglio il filetto di tonno ai ferri: una delizia del palato).
La vista da questo molo, con tutte le luci dell’Opera House e dell’Harbour Bridge che vengono riflesse in acqua è da favola. Quindi è d’obbligo una passeggiata sull’intera baia per goderci questa fantastica atmosfera e per immortalare il tutto con delle foto.
13/01/2006 Purtroppo il tempo non è dei migliori ma decidiamo di recarci comunque a visitare BONDI BEACH, la spiaggia più famosa e trendy di Sydney. Essendo un giorno lavorativo e per giunta col tempo incerto, non c’è molto movimento, ma facciamo lo stesso un giro in spiaggia ad osservare i surfisti; dopo aver gustato un drink, servitoci da una stupenda cameriera, prendiamo l’autobus e rientriamo in hotel.
Un po’ per la stanchezza da un mese di viaggio e quasi 6000 km in auto, un po’ per la fine della vacanza l’entusiasmo e l’umore non sono dei migliori, quindi ci abbandoniamo in camera ai ricordi di un mese da favola.
Rimane solamente il tempo per un giro a Darling Harbour per gli acquisti dell’ultima ora e una visita al quartiere di CHINA TOWN.
14/01/2006 Espletate le ultime formalità in hotel, ci facciamo accompagnare dal taxi in aeroporto, dove un volo della Malaysia Airlines, dopo uno scalo a Kuala Lumpur ci porterà a Roma.
15/01/2006 Arrivo a Roma,dove prendiamo un volo dell’Alitalia per Venezia,dove ci attendono, con gioia ed entusiasmo (loro), amici e familiari…E la caotica confusione italiana.