Dove il turismo di massa è solo un brutto ricordo: le Piccole Cicladi sono l’alternativa “calma” alle folle di Mykonos
Appena sbarcati dall’aereo un vento fresco ci avvolge piacevolmente ridestandoci dall’opprimente calura della città. Siamo a Mykonos, dove faremo una breve tappa per raggiungere le Piccole Cicladi, la nostra meta principale. Eravamo stati a Mykonos nel luglio 2007 e quell’isola ci aveva letteralmente folgorato con il suo candore cicladico e le sue spiagge; da allora la Grecia sarebbe stato un appuntamento fisso per tutte le estati seguenti ma forse, se vi avessimo messo piede oggi per la prima volta, non so se sarebbe mai stata una simile fonte d’ispirazione.
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Diario di viaggio nelle Isole Cicladi
L’aeroporto è diventato nel periodo estivo un hub dove atterrano velivoli da tutto il mondo, con un conseguente sovraffollamento che ha snaturato la genuinità dell’isola, per non parlare del porto nuovo dove attraccano stabilmente enormi navi da crociera. La conseguenza è stato un aumento esponenziale degli edifici ad uso turistico e della circolazione delle auto che rendono le strade rumorose ed ingolfate dal traffico. I costi sono alle stelle, talvolta ridicolmente alti e difficilmente giustificabili… comunque siamo stati contenti di essere tornati dopo quasi 20 anni per riassaporare la dinamica vitalità di un posto ormai diventato un brand internazionale.
Mykonos – Chora, Paraga
La Chora con i suoi vicoli assomiglia sempre più ad un lussuoso centro commerciale. Non credo ci siano più abitanti “locali” nel centro storico, sicuramente è molto più vantaggioso destinare gli immobili alle boutiques esclusive o agli eleganti locali dove, con sottofondo di musica, si servono costosi cocktails principalmente a base di ghiaccio. La cittadina inizia ad animarsi nel tardo pomeriggio, dove i mulini ed il quartiere della “Piccola Venezia” si affollano per gli aperitivi con i bar strategicamente affacciati sugli indimenticabili tramonti. Dopo cena inizia il passeggio serale; molti tendono a mettersi in mostra, talvolta con esiti piuttosto grotteschi ed esilaranti.
Nella zona del kastro veneziano troneggia la Panagia Paraportiani, la chiesa più antica dell’isola e che rimane tra i luoghi più fotografati. Si tratta dell’unico edificio rimasto in piedi all’interno delle fortificazioni realizzate dalla Serenissima e che era originariamente incorporata alla porta affacciata sul mare dell’antica cinta muraria (da cui l’origine del nome).
Raggiungiamo in autobus Paraga, in teoria una spiaggia più tranquilla rispetto ad altri litorali sulla costa meridionale dell’isola. In parte è libera, mentre la parte restante è occupata da ingombranti e costosissimi lettini (la maggioranza a 80 € + consumazione obbligatoria) ravvicinati gli uni agli altri. Si rimane sorpresi nel vedere la giovane età degli avventori, che non sembrano appartenere a classi particolarmente agiate, eppure tutti bevono continuamente superalcolici al ritmo di musica stordente, nonostante ciò avvenga nelle ore più calde della giornata. Un persistente odore di fritto e cucinato aleggia negli stabilimenti, dietro i quali sono stati realizzati club e discoteche con grandi piscine, divani con sottofondo di bassi a tutto volume. Certamente non è la Mykonos che ricordavamo, una volta più simile all’idea che si ha di una vacanza balneare in Grecia, ma i tempi cambiano ed occorre farsene una ragione.
Iraklia
La mattina successiva ci prepariamo per raggiungere le Piccole Cicladi. La nostra barca è in ritardo, per un soffio riusciamo a prendere a Naxos la coincidenza per Iraklia. Passiamo dall’estrema confusione alla tranquillità più totale, in un’isola che con i suoi rilassanti silenzi non poteva apparire più in contrasto con quella che avevamo appena lasciato. Il porto di Agios Georgios è il centro principale di Iraklia, i bianchi edifici si raggruppano attorno alla spiaggia omonima ombreggiata dalle tamerici fino a raggiungere le alture circostanti dove si concentrano le strutture adibite ad uso turistico. Il nostro studio, spazioso e confortevole, ha uno spazio all’aperto con vista sul mare e si rivelerà il migliore ed il meno costoso di tutto il viaggio.
Iraklia ha poche spiagge, alcune raggiungibili solo in barca. È un’isola dove, oltre al mare non c’è molto da fare, non ci sono villaggi cicladici da cartolina o locali notturni dove intrattenersi (tranne un accogliente roof top bar in prossimità del porto). Chi sceglie di arrivare fin qui lo fa per rilassarsi e per riassaporare lo scorrere lento del tempo, oltre che per recuperare quelle energie che lo stress delle nostre grandi città consuma senza sosta.
Le caratteristiche dell’isola sono tali da averne preservato l’autenticità tenendola lontana dai grandi flussi turistici ed è un luogo che trasuda di quella genuinità greca che molte isole purtroppo stanno perdendo. Nel villaggio ci sono due supermarket, due negozietti turistici e qualche accogliente ristorante oltre alla bella chiesetta di San Giorgio dalla cupola blu che ha dato il nome al centro abitato. Il traffico è minimo, non ci sono autonoleggi per cui ci si sposta prevalentemente a piedi oppure con la navetta che dal porto permette di raggiungere le altre due spiagge principali. Livadia è un vasto litorale sabbioso e non attrezzato (scelta, peraltro, che riguarda tutte le piccole Cicladi) con l’ottima taverna Pera Panta. La navetta raggiunge anche Tourkopigado, una stretta baia dalle acque tranquille di sabbia e ciottoli con un piccolo molo da dove partono le piacevoli escursioni in barca per la baia di Alimia (nota per il relitto sommerso di un aereo risalente al secondo conflitto mondiale) e di Karbounólakos, forse la spiaggia di ciottoli più attraente di Iraklia.
I tornanti che da Livadia salgono verso il centro dell’isola raggiungono la Chora, nota con il nome di Panagia. Si tratta di un pugno di case bianche attorno alla chiesa principale, che oltre a due piccoli ristoranti non offre attrattive particolari.
Schinoussa
Con estremo malincuore lasciamo Iraklia, che con la sua semplicità ci ha letteralmente conquistato e sbarchiamo dopo solo 10 minuti al porto di Schinoussa. Gli eleganti yachts ed il raffinato ristorante Nikolas che accoglie i diportisti prefigurano già un cambio notevole di scenario; l’isola è nota come la “Koufonissi antecedente lo sviluppo turistico”. Il notevole numero di spiagge ha costituito un forte richiamo per i visitatori – soprattutto italiani – nonostante Schinoussa sia la minore per estensione tra le Piccole Cicladi. Gran parte delle sue strade sono sterrate e, nonostante le brevi distanze, può risultare piuttosto faticoso girarla a piedi anche per il gran caldo: Schinoussa, infatti, si trova immediatamente a sud di Naxos ed è circondata dalle altre isole che la riparano dal meltemi.
La Chora si è anche qui sviluppata intorno alla grande chiesa di Panagia Akathi e presenta un aspetto piuttosto moderno. La strada principale viene pedonalizzata a partire dalle 18:00 e su di essa si incrociano locali e ristoranti. Al contrario di Iraklia lo sviluppo turistico è maggiore, seppure sostenibile anche se molti edifici destinati ai visitatori sono attualmente in costruzione. Nei pressi dell’antico forno ottocentesco costruito in pietra si diparte il ripido sentiero in discesa per raggiungere la spiaggia di Tsiguri. Dal lato opposto la strada conduce a Livadi, litorale con un’elegante colombaia ad una delle sue estremità. Entrambe sono ombreggiate da tamerici ma iniziano a diventare piuttosto affollate nel corso della giornata, data la loro prossimità alla Chora.
Con un costoso veicolo a noleggio per due giorni saremo in grado di esplorare comodamente gli angoli migliori di Schinoussa, considerando che qui non ci sono navette pubbliche né taxi boat. Situata a nord, Spili Ammos è una scenografica baia sabbiosa. Dopo il parcheggio, il sentiero inizia con un abbeveratoio in disuso per gli animali e poi solo mare, sole e tamerici per riposare. Normalmente chi arriva qui si ferma per il pranzo nel minuscolo villaggio di Mesarià, un agglomerato di case in pietra diroccate ed invase dalle pale dei fichi d’india, una chiesetta ocra e la famosa taverna tradizionale To Petrino. Sempre a nord la spiaggetta di Gerolimnionas si raggiunge a piedi con un sentiero in discesa costeggiato da ovili con muretti in pietra. Si tratta di un luogo molto isolato e, non essendovi alcuna zona in ombra, è preferibile arrivarvi nel tardo pomeriggio.
Nei litorali meridionali Schinoussa dà il meglio di sé con gli splendidi colori delle spiagge di Almiros e Lioliou dai colori caraibici e lagune scintillanti dalle acque basse. Alygaria Kampos, riparata dal costone di roccia è la meno frequentata e si caratterizza per il suo pietrisco grigio e grandi ciottoli levigati in acque trasparenti dalle profonde sfumature verdi e blu.
Donoussa
Lasciamo anche Schinoussa per fare rotta verso Donoussa, la nostra ultima tappa. Il traghetto attracca a Koufonissi (dove abbiamo trascorso bellissimi giorni nell’estate del 2016) e poi vira verso nord in acque decisamente più agitate. Donoussa, infatti, si trova in mare aperto ed è più esposta al forte meltemi.
Nel tardo pomeriggio eccoci arrivati ad Agios Stavros, il capoluogo dell’isola. Si tratta di un villaggio dagli angoli pittoreschi, tra cui una bella chiesa con campanile di inizio ‘900 circondata da candidi edifici e coloratissime bouganvilles in fiore. La spiaggia prospicente il porto, con delle aree delimitate in cui hanno nidificato le tartarughe di mare, divide la parte storica con quella più nuova di Agios Stavros. In quest’ultima ha sede il ristorante Iliovasilema (tramonto) e la chiesetta di Agios Ioannis da cui si gode un bellissimo panorama sulla cittadina. Si tratta di un borgo verace e più densamente abitato, con molti villeggianti greci che evidentemente apprezzano lo spirito fricchettone e libertino dell’isola e delle sue spiagge naturiste.
Punto caratteristico di aggregazione è la taverna sul porto To Kyma (l’onda) che opera anche da kafenio, oltre che da minimarket. La famiglia che lo gestisce cucina piatti tradizionali diversi ogni giorno, per cui non esiste un menù prestabilito. Sono molti gli anziani del posto che si riuniscono tra i suoi tavoli per trascorrere le serate.
I vari punti dell’isola sono raggiungibili anche a piedi, ma occorre tener presente che alcuni percorsi possono essere alquanto faticosi ed impegnativi. Per chi non fosse particolarmente allenato c’è la navetta che parte dal porto ogni mezz’ora e che ferma in tutte le spiagge. C’è poi la barca Skopelitis Donoussa Marissa con la quale si raggiunge anche la grotta della foca.
Il litorale di Kedros è quello più vicino ad Agios Stavros, poi a piedi o con altri mezzi si raggiunge la spiaggia di Livadia, caratterizzata dalla presenza di numerosi campeggiatori abusivi ed amanti del naturismo.
La remota località di Kalotaritissa si trova nell’estremo nord di Donoussa dopo aver attraversato strade impervie e panoramiche. Qui si trova la nota taverna Mitsos nota per la sua proprietaria che d’inverno resta l’unica abitante del villaggio. Oltre alla spiaggia principale di ciottoli, vi sono calette più appartate dove trascorrere la giornata in pieno relax e senza affollamento.
E le giornate del nostro viaggio che sembravano scorrere lente sono già giunte al termine. Ripercorriamo a ritroso il nostro itinerario e siamo ancora a Mykonos nel tardo pomeriggio per prendere il volo di ritorno l’indomani mattina. La vivacità dei bar della Piccola Venezia lenisce la malinconia di fine vacanza e della chiusura del “cerchio”: abbiamo iniziato da Mykonos e, dopo diversi anni con Iraklia, Schinoussa e Donoussa abbiamo visitato tutte le Cicladi, un arcipelago di fascino indiscusso. Mentre il sole tramonta brindiamo nella speranza che la bellezza che abbiamo avuto la fortuna di ammirare in questi anni possa preservarsi a beneficio della Grecia e delle future generazioni.