Dos semanas de vida cubana…
Informazioni Utili
Voli. Qui, non imitateci, ché prenotando oggi per domani abbiamo preso l’unico volo “possibile:” Genova-Parigi-L’Habana, pagandolo anche piuttosto caro. In ogni caso, prenotando per tempo, si può stare intorno ai mille euro (anche meno, in stagione più bassa).
Organizzazione locale. Nessuna (ma vedi dettagli di trasporti e pernottamenti)!!! Si tratta di arrivare e di organizzarsi lì per lì. Un po’ perché così il viaggio è più nello spirito “locale,” un po’ perché dato che è effettivamente possibile tanto vale farlo, un po’ perché non è altrettanto facile organizzare trasporti e pernottamenti in anticipo (a meno di non andare sempre in alberghi e con una guida automunita).
Visti. Il visto non è necessario (infatti, siamo partiti oggi per domani). E’ invece necessaria la “tarjeta turistica” che altro non è che una tassa da pagare (25 Euro) prima di partire. Si tratta di ottenerla in una qualsiasi agenzia di viaggio al momento della prenotazione dei voli (noi abbiamo fatto così, visti i tempi). Diversamente, ci hanno detto che si può anche fare via internet (arriva a casa dopo qualche giorno): questa seconda opzione è probabilmente migliore, escludendo l’agenzia. Oltre a questo servono un’assicurazione sanitaria e una prenotazione alberghiera. Nessuno le controlla, quindi per l’assicurazione sanitaria abbiamo preso il minimo possibile (30 Euro con Europ Assistance) e per la prenotazione alberghiera abbiamo fatto una stampata da un sito di un albergo che sembrasse una prenotazione e via.
Valuta. A Cuba vige un sistema di doppia valuta. Ci sono i “Pesos Nacionales” che sono quelli utilizzati dai cubani e i “Pesos Convertibles” (o “CUC$”) che sono quelli utilizzati dai turisti (in teoria, ché in pratica li usano anche i cubani. Il rapporto è di circa 1 convertibile = 25 nazionali. Noi siamo partiti con Euro in contanti. Sconsigliamo di partire con il bancomat contando di ritirare in loco, ché finireste per ritirare valuta nazionale e non sapreste cosa farvene (persino i cubani la usano solo per pagare le bollette, i viveri acquistati con la “libreta” e poco altro). Il rapporto (che in teoria dovrebbe essere +/- fisso) è di circa 1.13 – 1.18 Altrettanto sconsigliamo di partire con i dollari, per il motivo ovvio.
Trasporti. La questione trasporti locali non è semplicissima (nel senso che non sempre è possibile fare tutto quello che si vuole immediatamente come in Asia, per intendersi) ma neanche difficile. In pratica si tratta di scegliere tra aereo, bus o auto a noleggio. – Noi non abbiamo preso voli interni (in ogni caso, ci sono voli da L’Habana per quasi tutte le città (ma solo da o per L’Habana) prenotabili anche via internet con qualche giorno di anticipo). – Di bus ce ne sono di due “classi:” i bus della Astro, solo per cubani, e quelli della Viazul, in teoria solo per turisti (ma in pratica utilizzati anche dai cubani che non hanno voglia di aspettare dei giorni per viaggiare). I Viazul sono prenotabili nelle agenzie turistiche (ce ne sono almeno 2 o 3 in ogni città), anche se su certe tratte non è sempre possibile avere la prenotazione oggi per oggi o oggi per domani dato che c’è una sola corsa al giorno. Abbiamo però notato che presentandosi alla stazione dei bus un’ora prima è spesso probabile che ci sia comunque posto anche se dall’agenzia non risultava (l’organizzazione è un po’ così, con “prenotazioni” comunicate al telefono e mantenute su carta). – Per l’auto a noleggio è molto semplice. Anche qui si tratta di andare in un’agenzia (ce ne sono almeno 2 o 3 in ogni città) e di chiedere un po’. Anche qui, non è sempre possibile avere l’auto oggi per oggi o oggi per domani dato che non ne hanno poi tante. Abbiamo però notato che chiacchierando e un po’ insistendo qualcosa si rimedia. Il costo non è poco. L’auto va dai 70 ai 90 CUC$ al giorno (immediatamente vi diranno che c’è solo quella più grossa, ma fate un giro nel parcheggio e chiedete di questa e quella) compresa l’assicurazione, più la benzina (si prende col pieno e si rende col vuoto) che sono circa 40 CUC$, più un deposito cauzionale (che viene reso alla fine) che sono circa 150 CUC$.
Pernottamenti. Abbiamo dormito sempre nelle “casas particulares,” ovvero nelle case di persone locali che affittano stanze. Il funzionamento è molto semplice. Ce ne sono di legali e di clandestine: consigliamo di andare solo nelle legali sia per sicurezza, sia per igiene, sia per il fatto che le clandestine possono essere veramente “impegnative.” Le legali si riconoscono da un cartello fuori che dice “arrendador divisa” (ovvero si affitta accettando CUC$). I prezzi variano da 15 a 25 CUC$ a stanza (doppia) a notte.
Vaccinazioni, Cibo e Salute. Nessuna vaccinazione è richiesta e nessuna ne abbiamo fatta. Per quanto riguarda la salute, ci siamo sentiti molto tranquilli e, contrariamente alla nostra abitudine, abbiamo mangiato veramente tutto: frutta, verdura cruda, bibite con ghiaccio, pizzette dalle bancarelle per strada e così via. Siamo stati attenti giusto alle cose base (se un posto ci sembrava particolarmente sporco lo evitavamo, come si farebbe normalmente) e non abbiamo bevuto l’acqua del rubinetto (ma la abbiamo usata per lavarci i denti). Con questo, abbiamo mangiato benissimo e neanche un mal di pancia!!! Tra parentesi, la sera consigliamo di mangiare nelle “casas particulares” dove si dorme, ché i ristoranti non sono niente di che: si mangia uguale se non peggio e si spende di più. Al limite può valere la pena provare un “paladar:” un “ristorante” in casa di locali. Anche qui ce ne sono di legali e di clandestini. Noi siamo andati in uno clandestino senza particolari problemi.
Alcool e tabacco. Non è che uno vada a Cuba per bere e fumare, ma già che è lì. In ogni caso, noi ce la siamo raccontata così. Sulla scelta di cosa bere e fumare, ognun per sé (Bacco e tabacco per tutti). Vogliamo solo dare qualche indicazione utile per non trovarsi disorientati. Nei bar vedrete spesso (e ci verrete invitati!) i tavoli dei cubani con in mezzo una bottiglia intera di rum. Quest’usanza è così diffusa che i bar vendono il rum principalmente in bottiglia: a bicchiere si trova quasi esclusivamente l’Havana Club (ex fabbrica Bacardi, nazionalizzata dopo la rivoluzione), ché a bottiglia per loro costerebbe troppo. Attenzione che il rum che bevono loro è veramente scadente (da mal di testa, per intendersi). A parte questo, con il rum è difficile prendere delle grosse fregature. Diversamente con i sigari. Le marche principali, di cui esistono svariate “misure,” sono (in ordine di nostro personale gradimento) Cohiba, Montecristo e Romeo y Julieta (oltre a molti altri). La variabilità del prezzo è esorbitante. Le scatole da 25 costano dai 350 ai 450 CUC$ nei negozi (una roba folle!!!) e dai 20 ai 30 CUC$ per strada (già meglio!!!). Chiaro che comprando per strada si debba stare attenti: fate vobis. La birra (nelle varietà Cristal e Bucanero) si trova ovunque (più spesso dell’acqua!!!).
Itinerario Giornaliero
L’itinerario l’abbiamo deciso quasi giorno per giorno, leggendo la guida in aereo e poi vedendo sul posto quello che c’era a disposizione. Appena arrivati a L’Habana, dopo aver cambiato i soldi in aeroporto, ci siamo diretti a Santiago con un Viazul notturno, perché ci piaceva l’idea di attraversare il paese partendo dalla parte opposta e piano piano avvicinandoci di nuovo all’Habana, da cui saremmo ripartiti (oltre che per evitare di doverlo riattraversare a fine viaggio con eventuali sorprese che, con l’aereo da prendere, non ci saremmo potuti permettere).
9 agosto. (La Habana – Santiago de Cuba) Siamo arrivati ieri sera a L’Habana dove abbiamo subito preso un bus per Santiago, arrivando dopo circa 15 ore di bus, in cui abbiamo dormito (grazie alla stanchezza del viaggio, perché l’aria condizionata dell’autobus era tremenda!). Alla stazione del Viazul ci hanno assalito in massa tassisti e proprietari di casas particulares, ma li abbiamo evitati andando a piedi verso il centro. E’ facilissimo trovare da dormire a Cuba: in qualsiasi posto in cui siate vi verrà chiesto se volete vedere la camera, e così è successo a noi. Abbiamo incontrato Jorge, che ci ha ispirato subito fiducia e simpatia e siamo andati a vedere la sua casa vicina al centro, che ci è piaciuta e siamo rimasti. Abbiamo poi girato un po’ per la città ma eravamo ancora storditi dal viaggio, ci siamo un po’ trascinati (soprattutto tra un locale e l’altro, subito a sentire musica dal vivo e a bere birra!) e alle 8 siamo tornati, abbiamo cenato a casa di Jorge (che ci ha cucinato i primi camarones cubani!) e poi siamo andati a letto presto.
10 agosto. (Santiago de Cuba – dintorni – Santiago de Cuba) Dopo una bella colazione con tanta frutta (mango!), siamo andati a fare un giro con un amico di Jorge (tutti hanno un amico che offre proprio quello che stai cercando!), proprietario di una Chevrolet americana del ’55, che ci ha portato a visitare vari posti intorno alla città. Siamo stati al santuario del Cobre (carino per l’ambientazione in mezzo alla Sierra), al cimitero Ifigenia, al castello del Morro (molto bello e scenografico), alla “fabbrica di rum” (che in realtà è un negozio, ma abbiamo degustato il primo rum cubano) e infine alla spiaggia Estrella, l’unica di Santiago, invasa da cubani e con l’acqua caldissima e un po’ marrone (mooolto diversa dalle spiagge che avremmo visto poi)!!! Nel mentre abbiamo cercato (attraverso Jorge e l’agenzia Cubatur) mezzi per spostarci da Santiago, prima cercando di affittare una macchina senza risultato, e poi con il Viazul che però era strapieno per qualunque destinazione! Verso sera incontriamo Corrado e Monica (che salutiamo!!) due amici italiani che ci hanno fermati per strada chiedendoci se volevamo dividere un trasfer per Barracoa il giorno seguente. Ci siamo guardati e ci siamo detti che era il segno del destino, per cui abbiamo accettato subito! La sera (dopo un’altra buona cena a base di pesce a casa di Jorge) siamo andati alla Casa de la Trova locale, per ascoltare musica e magari ballare. Era invasa da turisti con poche coppie che ballavano (turisti che avevano imparato un po’ di salsa a casa con cubani), e non ci ha soddisfatto molto.
11 agosto. (Santiago de Cuba – Baracoa) La mattina ci siamo riposati dormendo un po’, poi abbiamo camminato ancora un pochino in città, pranzato sulla terrazza di un albergo da cui si aveva una bella vista della città, e poi siamo partiti con un pulmino con autista (prenotato attraverso Cubatur) con Corrado e Monica alla volta di Barracoa. Siamo arrivati in città dopo circa 4 ore di guida in un bellissimo paesaggio, prima sulla costa e poi attraverso le montagne. La cittadina è talmente remota che rimane piuttosto fuori dalle rotte turistiche, è anche molto povera rispetto alle altre province cubane, ma è famosa per la natura, i parchi e le spiagge vicine. Dopo esserci sistemati nelle rispettive casas particulares (prenotate attraverso i padroni di casa di Santiago: tutti i padroni di casas particulares ne conoscono in altre città che vi offriranno di contattare per voi), siamo andati all’Infotur locale, per cercare di prenotare un autobus o un volo per altre destinazioni verso ovest nei prossimi giorni, e intanto abbiamo chiesto per eventuali escursioni il giorno seguente. Con i nostri amici italiani, abbiamo deciso di fare l’escursione ad un parco (Humboldt) e alla spiaggia vicina (Playa Maguana) che pare la più bella. La sera ceniamo a casa, un ottimo pesce in salsa di cocco, e poi usciamo per sentire musica e bere un po’. Ascoltiamo un gruppetto che suona nella Casa de la Cultura: il Septeto Nueva Trova. Ci piacciono molto (sono molto, come dire, “artigianali:” il basso era fatto “legando” le corde da basso su una vecchia chitarra elettrica disastrata!!!), così dopo compriamo anche il CD (!). Poi andiamo a bere rum alla Casa de la Trova, che però è un po’ triste.
12 agosto. (Baracoa – Parco Humboldt – Baracoa) Alle 8:30 siamo in agenzia per trovare un Viazul verso il nord (ci daranno la risposta solo a sera). Poi, al parco Humboldt in bus con escursione organizzata lì per lì. La strada per arrivarci è molto dissestata, così ci vuole un po’. Il parco è molto bello e sicuramente valeva la tappa a Baracoa. Si attraversa a piedi con una natura molto bella e molto varia (piante, animali, foresta eccetera, tutto illustrato da una guida locale). Dopo la camminata si va a fare una tappa da una cascata dove si può fare il bagno (ci voleva, con il caldo che faceva). Dopo, ancora in bus verso la spiaggia Maguana (20 Km = 1 ora!, tanto per dare un’idea delle condizioni della strada): molto più bella della prima, con acqua limpida (ma sempre calda e sempre molto salata) e sabbia bianca. Tornati a Baracoa l’agenzia ci dice che c’è il bus domani pomeriggio per Camaguey (via Santiago, con cambio bus): bene! Aperitivo in un baretto vicino alla Casa della Cultura, giretto sul mare a vedere “el Yunque” (un monte a forma di incudine vicino alla città), cena a casa e poi di nuovo alla Casa della Cultura dove c’è un altro gruppo che suona. Chicca non da poco, verso le 23 andiamo in un teatro lì vicino dove ci sono i festeggiamenti per il compleanno di Fidel (che è domani), con canti, balli, discorsi all’incenso (“[dal palco] Viva ahora y siempre nuestro comandante Fidel Castro Ruz! Viva Fidel! [il popolo] Viva! [dal palco] Viva Fidel! [il popolo] Viva! [dal palco] Viva Fidel! [il popolo] Viva!”) e tripudio della mezzanotte: poi, tutti a casa.
13 agosto. (Baracoa – Camaguey) Abbiamo ancora la mattina a Baracoa e decidiamo di andare a Playa Blanca. Un pezzo in bici-taxi e un pezzo a piedi. La gita è molto carina (si attraversano una spiaggia e un villaggio locale in mezzo a una laguna con tanto di ponte di legno per arrivarci). Oltre alla spiaggia, che è molto carina, ci sarebbe da visitare anche il parco naturale (con grotte, laghi e mirador) di cui fa parte, ma non ne abbiamo il tempo. Dopo un rapido bagno torniamo in città alla stazione del bus dove finalmente troviamo e assaggiamo il cioccolato di Baracoa: ce n’è una fabbrica molto famosa in tutta Cuba (pare fondata o inaugurata nientemeno che dal Che) che però non si può visitare. Mangiamo cose trovate per via (pizzette, frutta eccetera) e arriviamo a Camaguey alle 3 del mattino (13 ore in tutto!) dove ci aspetta il padrone della casa particular (al solito, chiamato da quello di Baracoa) con una vecchia Cadillac tenuta in modo splendido! Via a dormire.
14 agosto. (Camaguey – Santa Clara) Già vedendo la casa ieri sera, ma soprattutto vedendo la città oggi, abbiamo capito che Camaguey è molto più benestante delle provincie orientali. E’ tutta colorata con tante piazze e piazzette da girare e nella via principale (calle Repubblica) ci sono tanti negozi (pieni di cose, con prezzi in CUC$!) e tanti locali. A pranzo mangiamo in un ristorante che però non ci piace per niente (un piatto è pesce fritto ripieno di prosciutto e formaggio, tanto per dire!): molto meglio gli ambulanti con le varie pizzette. Dopo un po’ di giri “turistici” facciamo anche un’immersione tra i locali: mercato (da saltare), biblioteca, scuole (c’è persino un ex istituto Champagnat: ex nel senso che è stato in seguito “nazionalizzato”!!!), eccetera. Poi torniamo a casa per cena (camarones, riso, frijoles, banane fritte: solito) e dopo cena altra gita in Cadillac fino alla stazione del Viazul dove partiamo per Santa Clara. Anche qui arriviamo alle 3 del mattino e la casa particular (indovinato: prenotata dal proprietario di Camaguey) ci ha mandato un taxi a prenderci, ché la stazione è lontana dal centro.
15 agosto. (Santa Clara – Trinidad) A Santa Clara abbiamo deciso di cercare una macchina a noleggio per qualche giorno (da quando si trova fino al 20 agosto) per girare autonomamente la parte centrale dell’isola (dove ci sono tanti spostamenti anche verso città o zone non coperte dai bus che coprono principalmente la direttrice est-ovest). Andiamo subito a prenotarci il Viazul da Santa Clara a L’Habana per il 20 e poi a cercare la macchina. Non la troviamo (figurati) ma ci dicono, come al solito, di provare più tardi o domani. Così andiamo a vedere il monumento / mausoleo / museo di Che Guevara (l’unica cosa aperta, dato che è domenica). Qui dipende dalle persone e dal loro (eventuale) rapporto con la rivoluzione cubana e con la figura di Che Guevara: in ogni caso, può essere un’esperienza davvero emozionante. Da tener presente che se non si ha nessun interesse per la figura di Che Guevara tanto vale non passare neanche per Santa Clara, ché non offre davvero nient’altro. Infatti, dopo la visita ci rendiamo conto che non c’è altro da fare e torniamo da un’agenzia che ci aveva detto che non aveva macchine. Com’è come non è, chiacchierandoci un po’ salta fuori che una ci sarebbe che però avrebbe bisogno di fare un po’ la convergenza ma che se per noi non è un problema … Insomma ce la danno e ci dirigiamo subito verso Trinidad. Scegliamo di fare la strada dei monti anziché l’autopista: più dissestata ma decisamente più bella. Attraversiamo un po’ di pianura e un po’ di vallate fino ad arrivare ad un bellissimo mirador proprio sopra Trinidad. Ci fermiamo a guardarla un po’ prima di entrare. Una volta entrati, siamo subito assaltati dai procacciatori di case: qui a Trinidad in particolare non sono i padroni delle casas particulares ma dei veri e propri procacciatori che negoziano anche il prezzo per la notte (compresa la loro commissione, ovvio) e poi offrono ogni genere di servizio. Ceniamo molto bene (con un paio di amici di Genova che salutiamo, anche loro in viaggio per Cuba) in un paladar (abusivo!) che a differenza delle casas particulares ha proprio l’ambientazione di un ristorantino. Dopo cena, un giretto per il centro e vediamo tutto quello che c’è da vedere a Trinidad: qualche stradina acciottolata, la piazza principale e un’altra piazza (dove c’è l’albergo dei nostri amici). Sentiamo un po’ di musica per turisti (nella piazza principale) e un po’ di musica per cubani (nell’altra). Poi via a casa.
16 agosto. (Trinidad – Playa Ancon – Cienfuegos) Giriamo ancora un po’ per Trinidad, ma continua a non entusiasmarci. La città è carina, ma ha l’aria molto turistica: tanto le case un po’ rifatte quanto i negozi quanto la gente stessa: niente atmosfera cubana, insomma. Anche il tempio della Santeria millantato dalla guida sembra un tantino posticcio. Pizza al queso della bancarella e via verso Playa Ancòn (pochi Km a sud di Trinidad), la più bella della costa meridionale. In effetti è carina (non speciale) e ci stiamo un po’ a rilassarci (tra i cubani che ci offrono ogni cosa comprese le aragoste). Dopo ripartiamo per Cienfuegos passando per una litoranea molto bella. Troviamo una casa particular a Punta Gorda proprio sul mare (con la battigia in giardino!) di una signora simpaticissima. Andiamo in centro città prima di cena: una piazza, una via di negozi e niente più. La piazza ha palazzi neoclassici in stile un po’ europeo e un mirador (in cima ad una scala a chiocciola di ferro mezza distrutta in un palazzo mezzo diroccato ma molto affascinante) da cui si vede la città. Visto tutto in poco tempo, torniamo a Punta Gorda per due passi in riva al mare (anche qui edifici in stile coloniale e un parco per aperitivi proprio sulla punta dove i cubani con l’aperitivo fanno anche il bagno in mare!). Ottima cena a casa sempre a base di pesce. Dopo andiamo a cercare un po’ di vita/musica, ma non troviamo nulla (forse perché è lunedì), così drink veloce e ce ne andiamo a dormire.
17 agosto. (Cienfuegos – Playa Giron – Bahia de Cochinos – Central Australia – Remedios) Appena dopo colazione cambiamo una gomma che si è sgonfiata durante la notte e partiamo per Playa Giron. Il tragitto è molto carino, specie la parte lungo il mare. A Playa Giron ci fermiamo in fondo alla strada e facciamo un po’ di spiaggia a Los Cocos (esatto: sabbia bianca, acqua calda e cubani che offrono qualunque cosa). Per mangiare ci fermiamo in un baretto scalercio vicino alla spiaggia (pizza con queso!) e poi andiamo al museo dello sbarco (Bahia de Cochinos, o Baia dei Porci). Il museo è abbastanza deludente: 2 stanze con alcune foto , qualche mortaio e un filmino propagandistico (prezzo extra!) che neanche vediamo. Così ripartiamo verso Remedios e, per via, ci fermiamo a Central Australia (!) dove c’è il museo della comandancia (ovvero dove c’era il quartier generale di Fidel per dirigere le operazioni militari cubane durante lo sbarco). Questo è molto bello e il custode, molto più simpatico, ce lo fa vedere e ci illustra tutto anche se in teoria il museo sarebbe chiuso (dopo le 17). Arrivati a Remedios, troviamo una casa particular proprio nella piazza centrale (ed unica!). Un aperitivo nella piazza, un’ottima cena e poi a dormire (anche la città è piuttosto sonnolenta), ché domani si va ai Cayos.
18 – 19 agosto. (Remedios – Cayo Santa Maria – Remedios) Ai Cayos (isolette) si arriva lungo una strada (pedaggio 2 CUC$) molto bella, costruita su un terrapieno in mezzo al mare! Le spiagge sono molto belle e molto “solitarie.” Decisamente le migliori che abbiamo mai visto (tanto che rinunciamo alla tappa al più popolare Cayo Coco/Cayo Guillermo, dove erano i nostri amici italiani e ci hanno detto essere piuttosto piene, soprattutto di italiani)! Figurarsi che se c’è gente (comunque poca) basta andare un po’ più in là. Una volta, tornando a Remedios, ci fermiamo anche a Cajbarien (città sulla costa) che è un posto allucinante: molto povero e molto brutto. Qui diamo ad una scuola tutte le cose (penne, saponi per il corpo e per i vestiti, dentifrici, shampoo e cose simili) che ci eravamo portati da regalare: ci è sembrato il posto dove ne avessero più bisogno. La scuola, naturalmente, era chiusa per l’estate; in ogni caso c’era un’anziana custode che ha ritirato il tutto e che, a scanso di equivoci, ci ha chiesto di scrivere una lettera al preside descrivendo cosa lasciavamo (ché nessuno pensasse che si fosse tenuta qualcosa per sé): troppo carina!!! Dalla seconda sera dobbiamo cambiar casa, ché la “nostra” è piena: non pianificando granché le cose vanno così. Una sera ci capita anche di imbucarci (ma tutta la “popolazione” era invitata) ad una festa di compleanno dove strimpellavano canzonette gli amici della festeggiata: una roba veramente paesana e molto “locale.”
20 agosto. (Remedios – Cayo Santa Maria – Santa Clara – La Habana) Oggi pomeriggio dobbiamo restituire la macchina a Santa Clara. Così decidiamo di fare un’ultima puntata sui Cayos la mattina per poi ripartire verso l’interno. Come gli altri giorni, la spiaggia ci affascina davvero e siamo molto felici di esserci venuti un’ultima volta. Dopo ripartiamo per Santa Clara dove andiamo a visitare il treno blindato (museo a cielo aperto in ricordo del deragliamento, da parte della colonna condotta da Che Guevara, di un treno carico di munizioni destinate ai soldati di Batista): un po’ deludente, in verità (un vagone con dentro foto dell’episodio e gli altri con cose che non c’entrano nulla). Dopo facciamo un giro per la via dello shopping (un po’ deludente anche questa: riusciamo a comprare solo un paio di cartoline del Che). Quindi ci dirigiamo alla stazione del Viazul dove ci dicono che il nostro autobus (che avrebbe dovuto portarci a L’Habana) si è rotto e che bisogna aspettarne un altro (ma che un altro arriverà dopo). Infatti, con solo un paio d’ore di ritardo, ci imbarchiamo su un Astro (il bus per cubani). Purtroppo, a L’Habana non abbiamo una casa prenotata (non volevamo andare alla cieca ma scegliercela noi) e arrivando dopo mezzanotte (anziché alle 10) è un po’ un problema (più che altro perché a quell’ora ti abbordano principalmente quelli che offrono casas particulares clandestine). Alla fine la soluzione è essenzialmente alla cubana. Andiamo in un grande albergo, ci facciamo dire il prezzo di una stanza (130 CUC$!), facciamo la faccia “eh la madonna” e usciamo. Appena fuori, ci ha seguito il custode/guardiano per dirci che se vogliamo ci trova lui una casa particular che costa meno (!) dell’albergo. Infatti, chiama un po’ di conoscenti, fa un po’ di telefonate e ce ne trova una proprio vicino al Campidoglio (25 CUC$). Decisamente meglio. Via a dormire, ché ormai è l’una.
21 agosto. (La Habana – Viñales – La Habana) Una cosa a L’Habana ce l’avevamo prenotata: un’escursione a Viñales (avevamo chiamato in anticipo la guida che aveva accompagnato i due amici di Genova: ci vuole la guida, ché con il Viazul sono 4 ore – 4 ore e mezza sola andata e non si riesce a fare in giornata). Infatti alle 8 siamo già all’appuntamento e partiamo. Viñales è nella provincia di Pinar del Rio: area più naturalistica e contadina (ci sono coltivazioni di tabacco e “vegueros:” la versione cubana dei “cowboys”). Infatti, la natura è molto bella e come prima cosa ci fermiamo in un punto panoramico fantastico da cui ammirare gran parte della valle (una roba veramente “da cartolina,” in senso buono): montagne carsiche, coltivazioni, palme, case tradizionali (di palma) eccetera. Poi visitiamo una grotta (“Cueva de los Indios”) che è carina: c’è anche un pezzo della visita da fare in barca, ché la grotta è attiva (anche se a guardar le formazioni non si direbbe). Dopo, andiamo a visitare una vera chicca. Un murales preistorico (così lo chiamano) che, sostanzialmente, è una rappresentazione in stile bambini dell’asilo (sia per le forme sia per i colori), fatta su un roccione di decine di metri, dell’evoluzione. La visione “classica” in versione succinta: da esseri marini a dinosauri ad esseri umani (evidente apice della creazione e punto di termine dell’evoluzione!). L’intenzione era quella di ringraziare (con quest’opera pugno-in-un-occhio) gli abitanti locali per il loro supporto alla causa rivoluzionaria (pare che l’idea fosse stata suggerita dalla segretaria di Fidel, niente meno). Punto positivo, il baretto del “monumento” fa un ottimo Piña Colada!!! Alla fine, andiamo al ranch del “veguero” dove mangiamo (in un clima un po’ tanto turistico, persino con il tipo che suona la chitarra per i commensali, ma con l’escursione organizzata bisogna aspettarselo), dopo aver visionato la tecnica di fabbricazione (a mano) dei sigari e gli essiccatoi del tabacco. Funziona così. Ci sono tre strati di tabacco: la “tripa,” che è il dentro (foglie intere nei sigari migliori o triturate in quelli più scadenti), è arrotolata nel “capote,” che è il primo involucro grezzo, e poi il tutto è arrotolato nella “capa,” che è una foglia intera scelta e lavorata (stesa) appositamente per essere l’involucro esterno. Si chiude la “capa” con collante naturale e si lascia riposare (invecchiare) a seconda dei gusti (della qualità). Alla fine, Viñales è rurale come Baracoa ma molto più turistica (Baracoa non lo era quasi per nulla): sarà la vicinanza con L’Habana. Compriamo un po’ di sigari artigianali, facciamo due passi nel paesino di Viñales (solo una strada e una piazzetta) e torniamo a L’Habana. Siccome è ancora presto, facciamo il giro per L’Habana Vieja (il centro storico): Piazza della Cattedrale (meravigliosa veramente!!!), Piazza delle Armi, Piazza San Francesco e Piazza Vecchia. Tutte le cose da vedere del centro storico sono nel tragitto tra queste quattro piazze. Cena in Piazza della Cattedrale (che ci ha veramente incantati, anche se la cena non era eccezionale e i cubani facevano di tutto per rovinare l’atmosfera comprese la solita musica a palla e un’improbabile sfilata di moda con tanto di parenti a fotografare i/le modelli/e!!!), rum alla Bodeguita del Medio (locale storico di Hemingway, molto più carino del Floridita), e via a dormire.
22 agosto. (La Habana) Ultimo giorno (sigh). Visitiamo prima il centro de L’Habana: il Campidoglio, che sembra quello di Washington e che, infatti, è stato costruito ad inizio 900 dagli americani; il Paseo del Prado, un viale simile alle Ramblas di Barcellona; il museo della rivoluzione, un museo un po’ infelice che sembra tanto una raccolta in chiave propagandistica dei ricordi personali di Fidel, con una nota spiritosa: il “rincon de los cretinos” con caricature di Batista (“fare”) Reagan (“rafforzare”) e Bush Sr. (“consolidare”) con un ringraziamento per il loro rispettivo “aiuto” alla causa rivoluzionaria. Quindi, torniamo a L’Habana Vieja per girare un po’ a casaccio e “vivere” la città. Compriamo anche una bella scatola di Montecristo (solita tecnica: andare al negozio, farsi dire il prezzo, fare la faccia “eh la madonna” e aspettare il commesso fuori per la vendita sotto banco!). Andiamo anche a vedere il panorama dall’alto di una terrazza-bar di un Hotel. Ci facciamo anche portare in taxi a Plaza de la Revolucion, nel quartiere di Vedado, solo per dare un’occhiata al famoso palazzo con appeso il Che e per dire di esserci stati, ma in realtà è una enorme piazza in stile sovietico piuttosto grigia. La città, davvero diversa dal resto di Cuba, ci è piaciuta davvero tanto, nonostante i molti turisti, e confermiamo che è stata una buona idea (per il viaggio, oltre che per la logistica) vederla per ultima. Poi a casa per il transfer (taxi clandestino, chiaramente!) in aeroporto (attenzione alla tassa di uscita di 25 CUC$ a testa). Fiaschetta di Havana Club al duty free, lattine di cola al bar, e via con una serie di Cuba Libre prima della partenza. ¡Viva la Revolución Socialista! ¡Viva Cuba Libre! ¡Hasta luego Cuba! ¡!Volveremos!
PS. Ricetta per il Cuba Libre:
(a memoria, da un manifesto della propaganda) Una revolución exitosa Un pueblo que la defiende Un leader historico para guardarla Pier&Simo