Donne avventura in Messico
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11 marzo
La domenica mattina andiamo sulla 2 (Playa è praticamente tutto un quadrato di strade numerate semplicissime da focalizzare) e prendiamo il primo collettivo (è il mezzo di trasporto più economico che c’è in Messico e per questo motivo utilizzato per spostamenti un pò più lunghi dai messicani stessi) direzione Tulum che troviamo e ci dirigiamo alle prime rovine Maya da vedere. In realtà per due di noi da “rivedere”, con immenso piacere data la meraviglia, mentre per una da scoprire per la prima volta. Giornata pertanto passata quasi interamente nella zona archeologica con un bagno ristoratore alla fine della visita nella splendida Playa Paraiso. Rientro a Playa, cena, un mezcal (che ci sta sempre bene per digerire) sulla 12 al Mezcalina e poi fra le braccia di Morfeo per la giornata intensa che ci avrebbe aspettate l’indomani.
Lunedì 12
Un pò di spiaggia a Playa al Mamita’s Beach Club (da non frequentare da chi non ama stabilimenti stile Milano Marittima o Riccione) e alle 16 prepariamo i trolley (il resto lo lasciamo nell’albergo a Playa dove abbiamo la camera prenotata per tutte le 14 notti del nostro viaggio) per partire alla volta del Chiapas (il vero Messico). Partenza ore 19 dalla stazione bus di Playa con pullman Ado GL – costo più che accessibile per dei mezzi super lusso quali sono con tv, bar per farsi il caffè o il the, poltrone che diventano letti ma con un’aria condizionata che è in grado di ibernare chiunque per cui consiglio di munirsi di felpa pesante, sciarpa e telo per coprirsi prima di affrontare un viaggio di 11 ore – e arriviamo a Palenque alle 6 del mattino dopo.
Martedì 13
Non conoscendo nulla ci facciamo “fregare” dal primo tourist operator che aspetta i turisti fuori dalla fermata del bus e acquistiamo un pacchetto per il giorno dopo tratta Palenque – Cascate Misol’ha – Cascate Agua Azul – San Cristobal per 350 pesos (alle rovine di Palenque ci hanno offerto lo stesso Pacchetto a 250 pesos ma ormai era fatta). Fatto questo “incauto” acquisto ci rechiamo all’albergo che avevamo prenotato dall’Italia Maya Tulipanes a 22 euro circa a testa a notte, 65 euro la camera da 3 (hotel 4 stelle ma ne esistono anche a cifre più basse), facciamo check-in poi prendiamo un collettivo e ci facciamo portare alle rovine che distano 5/6 km dall’albergo. Lì contrattiamo la visita (in Messico si contratta tutto!) con una guida che parla italiano che ci fa fare un giro splendido per le rovine portandoci anche nella giungla (ovviamente con un esborso maggiore ma tanto ci si può andare solo con le guide o i sorveglianti ti corrono dietro). Però la soddisfazione di saltare con le liane, vedere le scimmie urlatrici, mangiare i frutti di cui si nutrivano i Maya (un pò tipo Bear di Wild) è impagabile! Finiti i giri con la guida ci mangiamo delle banane e dell’ananas e ci rifiondiamo dentro alle rovine per scalare altri templi (oltre a Coba è l’unico posto dove finora l’abbiamo fatto) e distruggerci completamente dalla stanchezza, ma nulla vale la sensazione di storia, di secoli, di infinito, di conoscenza che dà un’esperienza di questo genere. La sera doccia, aperitivo in piscina (adesso il ghiaccio non crea più danni in nessuna parte “attrezzata” del Messico per cui vai di Margarita Frozen alla fragola come se piovesse!), cena e a letto!
Mercoledì 14
Ore 9 partenza per le cascate di Misol Ha, carine ma non entusiasmanti, bello il giro che porta addirittura dietro la cascata per raggiungere una grotta che contiene un’altra cascata e stalattiti a perdita d’occhio. Sosta di un’oretta, poi partenza per le cascate di Agua Azul che prendono il nome dal colore dell’acqua che passa dal verde all’azzurro al blu, ancor più belle se si ha la fortuna di vederle al massimo della loro portata e in una giornata di sole com’è successo a noi. Sosta di 3 ore (ma se si vuole riuscire ad arrivare fino all’inizio della cascata meglio stare là una giornata intera perchè le scale e le salite per arrivare sono tante) per un bagno (speravo però di riuscire a nuotare anche in altri punti non solo in uno, ma ci sono vortici pericolosi a detta loro per cui è vietato bagnarsi altrove), un giro, mangiare e poi nuova partenza alla volta di San Cristobal dove arriviamo dopo 4 ore e mezza dilanianti, soprattutto per chi soffre il pullman come me. Le strade sono distrutte, le curve incredibili e in 4 ore si arriva fino a 2.000 metri s.l.m. Si passa attraverso un paesaggio che, venendo dallo Yucatan più modernizzato, sembra allucinante: baracche dovunque, alcune scoperchiate da non so quale tifone, case in pseudo muratura costruite per metà, senza tetto o senza una parete ma comunque abitate, una povertà incredibile. Tanto povero quanto, però, sereno. Hanno ragione quando dicono che questo è il vero Messico, il resto sembra Rimini. Finalmente arriviamo alla stazione dei pullman e ci facciamo portare al nostro albergo Hotel Villa Mercedes che sembra un miraggio paragonato a ciò che abbiamo visto fino ad ora. Anche in questo caso non abbiamo badato a spese nella prenotazione e la camera da 3 è costata circa 80 euro per una notte (prezzo da 4 stelle in Messico, prezzo da pensione di bassa categoria in Italia). È un pò fuori dal centro e, soprattutto, fa un freddo cane (siamo sempre a 2.000 metri comunque) per cui decidiamo di non uscire, cenare in albergo e starcene lì con calma perché effettivamente stiamo girando come delle matte anche se siamo strafelici di farlo: noi, la storia, la natura e tutto il resto dimenticato! Tranne i nostri genitori, ovviamente, che ci prendono per matte tutte le volte che li chiamiamo per tenerli aggiornati sugli spostamenti!
Giovedì 15
Come sempre sveglia “naturale” (cioè la Paola che ci sveglia perché telefona a casa) alle 6.30, doccia, colazione e partenza per il centro di San Cristobal de las Casas. Cittadina unica nei suoi colori, nelle sue casette basse e tutte una diversa dall’altra, nella sua Cattedrale, nel suo mercato, insomma… le 17 ore di pullman che ci vorranno per tornare a Playa valgono tutto questo! In più non è che poi faccia male un po’ di sano shopping ogni tanto! E chi potrà più contrattare ogni singolo prezzo che viene proposto quando torneremo in Italia? Poi, a San Cristobal fanno le coperte messicane, quelle a righe e quelle a quadretti con tutti i simboli Maya ed è anche la patria dell’Ambra… Insomma, lì abbiamo lasciato un bel po’ del nostro budget! Purtroppo, però, sono ormai le 15 e alle 16 parte il pullman, quindi rientriamo all’albergo, che ci ha tenuto in deposito i trolley, raccogliamo le nostre cose e salutiamo, con grande dispiacere, San Cristobal. Non credo che ci tornerò più, ma se dovessi tornare resterei sicuramente una notte in più e andrei anche a vedere San Juan Chamula perché ho sentito dire da turisti italiani che abbiamo conosciuto lì che è una cittadina molto bella e caratteristica.
Venerdì 16
Arriviamo a Playa alle 10 del mattino dopo quasi 18 ore di viaggio, andiamo nel nostro amato hotel Banana, doccia e spiaggia, comoda e vicina (scontata grazie ai buoni che rilasciano in albergo, oltre ai teli da mare se uno li vuole) quale è il Mamita’s e, finalmente aggiungo, giornata di total relax (o rischiamo di esplodere).
Sabato 17
Prendiamo l’aliscafo la mattina presto da Playa Porto per Cozumel e arrivate là noleggiamo due motorini (dopo lunga contrattazione al ribasso, ma tanto ormai i messicani lo sanno e partono sempre da cifre allucinanti!) e decidiamo di girare tutta l’isola (e chi pensava che fosse così grande? Sono ben 78 km per girarla tutta… Praticamente da Bologna a Forlì in motorino… comodo!). La prima parte bellissima come panorama, ma non ci sono spiagge che troviamo, invece, molto più avanti (dopo aver visitato altre rovine Maya che però non sono un granchè, ma forse dopo aver visto Palenque e Tulum e, 3 anni fa, Chichen Itza qualunque rovina può risultare più brutta). Finalmente una spiaggia bianca e deserta come piace a noi, con l’acqua che sembra cristallo e tanto ma tanto sole per cui decidiamo di fermarci lì qualche ora. Poi finiamo il giro e alle 19 rientro alla base cariche per il sabato sera a Playa ma…. i problemi fisici incombono e io e la Manu andiamo ko per cui ci accontentiamo della cena e del nostro mezcal… A pensarci bene… chi se ne frega? Noi abbiamo la Riviera se vogliamo uscire la sera in Italia, ma le cose che stiamo vedendo valgono molto di più per cui… Basta che il disagio fisico non ci condizioni troppo e andiamo avanti!
Domenica 18
Oggi ci aspetta il nostro collettivo sulla 2 e stavolta ci porterà non lontano da Playa a fare il bagno con le tartarughe marine… Akumal! Una meraviglia… attrezzata di tutto punto con negozi, ristoranti, bagni pulitissimi, noleggio di pinne, maschere e giubbotti (che si stiano svegliando anche i messicani a livello marketing?). La barriera corallina non è questo splendore che dicono (molto meglio quella Thailandese e quella del Mar Rosso), ma nuotare in mezzo alle tartarughe è bellissimo (speriamo di essere riuscite a fotografarle con la super macchina subacquea che ha comprato la Manu) e sdraiarsi al sole sotto una palma stracolma di cocchi ti dà un senso di relax che difficilmente potremo riprovare a breve.
Lunedì 19
Abbiamo programmato l’intera giornata a El Paraiso, a Playa Paraiso, ma è brutto per cui restiamo in giro per Playa e appena due raggi di sole si decidono a uscire ci buttiamo in spiaggia al Mamita’s, ma giusto per un paio d’ore perché purtroppo in questo periodo alle 16 il sole inizia a tramontare e non è più così caldo.
Martedì 20
L’ultima avventura ci aspetta: ore 8 partenza in pullman Ado per Chichen Itza dove arriviamo alle 12, facciamo check in al Mayaland Hotel & Bungalows (e questa è stata la “follia” più grande a livello di costo – 150 euro la camera da 3 a notte). L’hotel a 5 stelle (sì, 5 stelle messicane magari in Italia sarebbero state al massimo 4) si trova direttamente dentro le rovine di Chiche tanto da avere un’entrata preferenziale per visitarle; hotel stupendo, ma senza gli accorgimenti dell’Hotel Banana o degli altri hotel in cui siamo state fino ad ora; bellissimo come struttura ma un po’ datato (d’altro canto è stato il primo hotel costruito nella zona dopo la scoperta del sito di Chichen Itza) che però guadagna dei gran punti per essere totalmente immerso nella natura (infatti è 100% senza fumo e noi andavamo in strada per fumare). Se non fosse stato per il verso pazzesco del pavone e il canto del gallo alle 5 della mattina sarebbe stato anche rilassante… Ma vediamo il lato positivo: quando mai potrò tornare in piscina e avere di fianco a me un pavone bellissimo che scorazza tranquillamente? Alle 13 finalmente entriamo alle rovine, facciamo fare un giro rapido a Paola (che non le aveva mai viste) e alle 15 siamo già a sedere davanti al Castillo per aspettare la discesa di Kùkùlkàn con l’ansia che le famose nuvole del Messico me ne impediscano la visione (e considerando quanto siamo in genere fortunate abbiamo prenotato 2 notti in albergo… Almeno un giorno riusciremo a vedere l’equinozio o no?).. Ma… Alle 16.. Eccola, inizia, è lei, il mio desiderio, il mio sogno (sogno, da poco direte voi, ma io mi ero ripromessa di tornare in Messico proprio per l’equinozio di primavera e tornarci per quello del 2012 è importante. Ce ne sarà un altro? Come dice la scritta sulle magliette che vendono là: “Possono milioni di Maya sbagliarsi?”), finalmente il serpente è completo e l’abbiamo visto in prima fila! Le emozioni vissute in questi giorni continuano incessantemente a progredire. Chi se ne frega se sto male! Mi curerò poi a casa… Alle 17 tutto finisce, doccia al volo e rientro alle rovine alle 18.45 per lo spettacolo di suoni e luci sotto El Castillo, molto turistico (e molto simile a quello che ho già visto sotto le Piramidi in Egitto), ma bello anche perchè grazie alle cuffie speciali che noleggiamo (e che paghiamo ovviamente 117 pesos) possiamo sentire tutto il racconto della storia dei Maya, dei Toltechi e di Kùkùlkàn in italiano.
Mercoledì 21
Relax mattutino in piscina e alle 13 rientro alle rovine per finire il giro e per vedere ciò che tre anni fa la guida (organizzata da Playa, da quelli che ti fermano in mezzo alla strada e ti propongono chissà cosa) non ci aveva fatto vedere (praticamente il 50% delle rovine l’abbiamo visto quest’anno per la prima volta, da quella volta infatti non abbiamo mai più preso una gita organizzata io e la Manu). Abbiamo perso Paola, ha dato forfait ed è rimasta in albergo, ma io e Manu, imperterrite, decidiamo che la discesa la dobbiamo vedere anche stavolta. Soprattutto perchè è il 21 marzo ed è il giorno del vero e proprio equinozio (a quanto dicono loro, anche se io ho letto prima di partire che, essendo il 2012 bisestile, la data esatta sarebbe stata il 20); alle 15.30 (per non cuocerci ulteriormente il cervello) andiamo sotto la piramide e… c’è il mondo!!! Televisioni, giornalisti, gente che prega; insomma, un delirio. Ma ci possiamo perdere d’animo? Assolutamente no, e dopo un bel po’ di “mosse tattiche” ritorniamo in prima fila con la sola differenza che oggi abbiamo i giornalisti davanti. Peccato. Ma sicuramente stiamo meglio di quelli che tentano di vedere la discesa dall’entrata del Campo de la Pelota! Alle 16 tutto ha inizio, ed è esattamente come il giorno prima. Bellissimo! Poi rientriamo in albergo e ci prepariamo per la cena e per la partenza all’alba del giorno dopo.
Giovedì 22
Partenza per Playa, stavolta con un pullman normale, non della Ado, ma della linea Oriente che vi suggerisco di lasciar perdere, è molto più economica della prima (costa circa la metà il viaggio da Chiche – 113 pesos contro i 270 dell’Ado) ma è un incubo… È praticamente un autobus che fa tutte le fermate e che, sebbene indicasse un tempo di percorrenza pari a 4 ore come l’Ado, in realtà ha impiegato 5 ore e mezza ad arrivare… E noi lo avevamo scelto solo perché potevamo rientrare prima a Playa! Qualche ora di relax in spiaggia, poi, cena.
Venerdì 23
Ultimo giorno completo. Andiamo a prendere il nostro bel collettivo sulla 2, ci facciamo lasciare a Tulum Rovine e da lì ci incamminiamo fino al Paradiso Terrestre… Playa Paraiso che ci ricordavamo ancora dal 2009 e che, da allora, non è cambiata per nulla (se non il bar un po’ più grande rispetto a prima). Il nome della spiaggia è una garanzia! La sabbia è bianca, talmente bianca che fa riflesso e brucia gli occhi, l’acqua trasparente, le onde che si infrangono contro la barriera corallina poco più al largo e l’azzurro del mare fanno dimenticare che esista ancora qualcosa al di fuori di lì… E qui siamo state fino al calar del sole. Credo che se il tramonto fosse sul mare questo sarebbe uno dei posti più belli al mondo, ma purtroppo è giunto il momento… dobbiamo prendere il collettivo per tornare a Playa e preparare quelle maledette valigie, non più trolley preparati con così tanto entusiasmo perché dobbiamo andare alla scoperta di qualcosa, ma valigie che ci riporteranno alla realtà! Poi cena e… ovviamente… vuoi non salutare il Messico e dargli un arrivederci alle prossime escursioni Maya con uno, anzi no, due mezcal al maracuja al Mezcalina? E così facciamo, per poi salutare la 5^ avenida con grande tristezza.
Sabato 24
L’aereo parte alle 17.45, il check-in on line l’abbiamo fatto per cui… perchè non rubare anche le ultime quattro ore di sole e di mare? E così sia! Sole, mare, ultimi bagni e ultime foto (farò un leasing per svilupparle tutte!) poi una doccia veloce in albergo dove i ragazzi ci hanno lasciato a disposizione la camera fino all’ultimo secondo per darci la possibilità di godere al massimo del loro Paese (d’acquisizione… dato che sono tutti i taliani che si sono trasferiti là), taxi e partenza per l’aeroporto!
Ciao Messico, ciao libertà, ciao sole, ciao mare… Mi hai dato tantissimo, porto dentro di me ogni odore, ogni rumore, ogni sensazione di infinito, di storia vissuta nei secoli che mi hai dato in questi 15 giorni. Sono sicura che tornerò perché devo ancora visitare alcune rovine, alcune città, ma ora mi tocca tornare alla vita “normale”, quella sicuramente più grigia e di routine, ma anche quella che mi permette di fare questi viaggi una volta all’anno!
Grazie soprattutto alle mie fantastiche amiche Manu e Paola che sono sempre state con me anche quando stavo veramente male e mi hanno dato la forza per reagire; grazie ai ragazzi dell’Hotel Banana che ci sono sempre stati per noi per qualsiasi necessità avessimo e per la loro favolosa ospitalità. Grazie a tutti i messicani che abbiamo incontrato che, nel bene e nel male, sono sempre stati gentilissimi (anche se qualcuno ha cercato di fare il furbo, ma noi siamo italiane, mica americane! Chi ci frega a noi!).
Domenica 25… Ore 17.50… Eccoci di nuovo sul suolo italiano! Ecco i nostri genitori che ci accolgono all’aeroporto. Ecco la fine del sogno! Ma noi non ci scoraggiamo… E stiamo già pensando alla prossima meta! Perché così è più facile sopportare tutto!