Dolomiti: il paradiso montano per tutta la famiglia

Tra le vette e le malghe delle valli Pusteria, Badia e Gardena, passando per le Dolomiti ampezzane
Scritto da: alvinktm
dolomiti: il paradiso montano per tutta la famiglia
Partenza il: 09/09/2018
Ritorno il: 14/09/2018
Viaggiatori: 3
Spesa: 500 €
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Siamo venuti più volte nelle Dolomiti eppure l’entusiasmo di rivedere gli alti ‘monti pallidi’ circondati dagli ampissimi pianori color verde smeraldo non si smorza mai. E poi ci sono talmente tante cose da fare, luoghi da visitare e nuove attrazioni da provare che il ritorno in queste vallate ci pare sempre una novità. L’alba rischiara le guglie, il tramonto infinito infuoca le vette ed è un privilegio ammirare un tale capolavoro della natura in una fresca mattina e in una tiepida serata. In uno scenario d’immensa bellezza e serenità tutti riescono a trovare il proprio equilibrio. Ed è così che gli sportivi scalano vie pericolose, gli alpinisti calpestano le vie più impegnative, i bikers sguinzagliano la propria due ruote, i genitori trovano parchi e facili sentieri in alta quota raggiungibili con gli impianti per accontentare la curiosità e la vivacità dei figli.

Per questi motivi arriviamo verso l’una del pomeriggio in Alta Val Pusteria dalla nostra Valtellina dopo circa cinque ore di viaggio, e subito ‘ci imbarchiamo’ sulla cabinovia che dal paesino di Moso sale fino ai 1950 metri dei Prati di Croda Rossa. Un panorama da cartolina incastonato tra colline rivestite d’erba ai piedi di alcune delle cime dolomitiche più affascinanti toglie letteralmente il fiato. È difficile camminare senza distogliere lo sguardo da un paesaggio del genere, talmente perfetto e idilliaco da sembrare l’ambientazione di una favola trentina con protagonisti elfi, gnomi e regine.

Duecento metri dalla stazione a monte dell’impianto di risalita il Rifugio prati di croda rossa accoglie i turisti con un terzetto di simpatici e allegri suonatori, che indossano i caratteristici pantaloncini con le bretelle e vivacizzano il pranzo. Il profumo proveniente dalla cucina ci provoca un brontolio acuto nella pancia, quindi cediamo alla tentazione di assaporare le abbondanti porzioni di tagliatelle con i funghi, salsicce e patate arrosto. Il tutto è una vera delizia, e in quanto genitori di un monello di due anni gradiamo l’area bimbi interna, utilissima per pranzare con calma mentre Leonardo si scatena assieme a nuovi amici.

Le piacevoli sorprese non sono finite perché fuori dal rifugio è nato un bel parco giochi con casette e attrazioni costruite in legno, uno scivolo adrenalinico e un recinto con le caprette: un vero spasso per i bambini, ma apprezzato pure dai grandi. Se pensate non sia abbastanza proprio all’arrivo della cabinovia vi è un altro parco e uno spazio cintato ospitante delle renne. Noi le avevamo già viste a giugno in Svezia e devo ammettere che ci è sembrato un po’ strano ritrovarle qui, tuttavia il fine istruttivo col quale è stata creata l’area è lodevole e utile per far conoscere questo pacifico animale.

Nel tardo pomeriggio una passeggiata di circa un’ora e mezza su un comodo tracciato nel mezzo della pineta ben tenuta ci conduce ai 1636 metri di Passo Monte Croce, sul confine tra Veneto e Trentino Alto Adige e ottimo punto di partenza per altre escursioni. Da qui un autobus ogni trenta minuti (1,5 euro a corsa) riporta gli escursionisti al parcheggio della cabinovia di Moso, permettendo così di compiere un bel giro ad anello tra le Dolomiti di Sesto.

Per la notte scendiamo a Villabassa, grazioso borgo nelle vicinanze di Dobbiaco, dove abbiamo scelto l’Hotel Emma, storico albergo dagli interni antichi e ampi spazi comuni con tanti giocattoli a disposizione dei piccoli ospiti. L’hotel è molto conosciuto in zona per il suo ristorante e avendone provata la cucina dal buon rapporto qualità prezzo mi sento di consigliarlo sia per il pernottamento che per la cena.

Dobbiaco e San Candido sono le prime due mete della seconda giornata in Alta Val Pusteria. Ma mentre il primo borgo, seppure pulito e ordinato, non ci entusiasma, San Candido guadagna un posticino nei nostri cuori. Sarà perché siamo affezionati alla fiction della Rai ‘Un passo dal cielo’ che qui ha girato delle scene, o forse per il suo aspetto più intimo ed elegante, raccolto attorno alla chiesa di San Michele Arcangelo dalla facciata candida arricchita da statue dorate. Questo paese è a mio parere uno dei più belli di tutto il Trentino. Passeggiare tra i vecchi palazzi restaurati, sbirciare nelle vetrine, entrare nel ricco negozio di souvenir nei pressi del museo delle Dolomiti è davvero rilassante e ci carica della giusta energia per affrontare l’escursione del pomeriggio.

La cabinovia con partenza nel vicino paese di Versciaco trasporta senza fatica i turisti al Parco Natura Olperl creato a 2150 metri sulle pendici del Monte Elmo. Si tratta di un percorso ad anello della lunghezza di 1,5 chilometri nel quale grazie e tratti sensoriali da percorrere a piedi nudi, villaggio in legno ospitante animali, laghetto alpino e diverse postazioni panoramiche, consente di scoprire la vita dell’Olperl. Ma chi è questa strana creatura? Non è un uomo ma neppure una bestia, è misteriosa, possiede due grandi occhi sporgenti e un corpo dal pelo verdastro a forma di palla. Quando cade la notte si trasforma in un folletto dispettoso e spaventa chiunque si trovi a vagare nel bosco. E’ proprio una bella favola e gli abitanti della val Pusteria sono stati capaci di trasformarla in un’attrazione.

Ovviamente esploriamo l’intera area ma non ci limitiamo al parco. Caricato in spalla Leonardo saliamo verso i 2434 metri della cima del Monte Elmo dove sorge il rifugio ormai abbandonato. Il sentiero supera la zona boschiva e s’inerpica sulla cresta della montagna foderata di erba e arbusti che in questo periodo si tingono di rosso regalando degli scorci suggestivi. L’ultimo tratto è impegnativo sia per la pendenza sia per la presenza di parecchi sassi instabili, però si tratta di poche decine di metri e finalmente sulla vetta si è ripagati dello sforzo. Il panorama infatti sconfina letteralmente in Austria (qui infatti siamo vicinissimi al confine) e i pinnacoli delle Dolomiti di Sesto disegnano un magnifico quadro impressionista. Per il ritorno scegliamo la strada sterrata che scende sul fianco opposto rispetto a quello del sentiero, opzione che consigliamo vivamente ai meno allenati e soprattutto se si hanno con sé dei bambini.

Dopo tanto camminare è bello concedersi una sosta addolcita da una fetta di torta al Ristorante Monte Elmo all’inizio del Parco natura Olperl, con terrazza soleggiata e gli interni molto accoglienti, prima di riprendere la cabinovia per la discesa a valle.

I prezzi degli impianti Croda Rossa e Monte Elmo li trovate a questo link: https://www.trecime.com/it/prezzi-info/in-estate/biglietti-estate.html

Il terzo giorno salutiamo la Val Pusteria per scoprire un’altra suggestiva parte del Trentino Alto Adige intorno alla famosissima località turistica di Cortina d’Ampezzo. In verità questa cittadina nota per il glamour e soprattutto per i costi esorbitanti non ci attira per nulla e infatti evitiamo di attraversarla seguendo le indicazioni per il Passo Falzarego. Una manciata di chilometri prima di giungere al valico svoltiamo a sinistra sui ripidi e stretti tornanti di una strada alpina che conduce al Rifugio 5 Torri a 2137 metri di altezza, nel cuore delle DOLOMITI AMPEZZANE.

Qui bisogna parcheggiare l’auto e iniziare a camminare lungo una carrozzabile sterrata o meglio ancora su un sentiero alla base degli imponenti torrioni verticali delle 5 Torri le cui pareti naturali di arrampicata offrono vie semplici o con elevati livelli di difficoltà, attirando così climber esperti o alle prime armi. Il nostro obiettivo si scorge lontano alzando gli occhi verso il cielo: è il Rifugio Nuvolau a 2575 metri di quota.

Dopo una ventina di minuti il pianoro ospitante il Rifugio Scoiattoli a 2255 metri concede una tregua dalla salita. Tra le rocce intorno all’altopiano si può rivivere un pezzo di storia, una parte atroce e incomprensibile del primo conflitto mondiale che prende forma nel Museo all’aperto della Grande Guerra, ad accesso gratuito. Tracciati di diverse lunghezze conducono in trincee in pietra e mostrano cartelli informativi, si snodano fra camminamenti, punti di osservazione e riproduzioni di scene militari. Noi ne percorriamo solo un piccolo tratto ma quel poco ci basta a consigliarlo. Di certo torneremo tra qualche anno quando Leonardo sarà in grado di comprendere il significato di quella immane tragedia: per non dimenticare e soprattutto per non ripetere gli aberranti drammi del passato.

Una mezz’ora di camminata divide l’accogliente rifugio Scoiattoli (raggiungibile pure con la seggiovia la cui stazione di partenza si trova sulla strada del Passo Falzarego) al più austero Rifugio Averau a 2416 metri di altezza, anche questo collegato con una seggiovia al passo Giau. Man mano che si sale l’imponenza delle 5 Torri si stempera, assumendo l’aspetto di torrette giocattolo simile a quelle costruite con i lego. Di contro il panorama diventa via via più maestoso e l’apoteosi è vicina. Gli ultimi venti minuti di fatica infatti conducono alla tanto agognata meta e la capanna Nuvolau ci appare come un rassicurante nido d’aquila. Non a caso si trova appollaiata sopra un cucuzzolo e, costruita nel 1883, vanta il primato di essere il più vecchio rifugio delle Dolomiti.

Prendiamo un respiro profondo e assaporiamo lo splendore del panorama che galleggia tutto intorno a noi. Ovunque si guarda troneggia la regalità dei ‘monti pallidi’ assieme alla profondità delle vallate ricoperte di pascoli e pinete, e in lontananza si scorge il ghiacciaio della Marmolada. Siamo in cima al mondo, i problemi non possono raggiungerci e ciò provoca una sensazione di libertà e serenità assolute. Se questo è il risultato ne vale davvero la pena venire fin quassù.

Il b&b Luch da Pcei a San Cassiano in VAL BADIA è la nostra scelta per due notti e lo raggiungiamo in auto dopo aver superato i passi Falzarego e Valparola. Dall’esterno somiglia a un antico chalet di montagna incastonato fra i pascoli e le cime dolomitiche ma gli interni sono nuovi e ben curati, e anche qui non mancano altalene nel prato e giochi per i bambini accanto all’ingresso. C’è una SPA della quale purtroppo non abbiamo usufruito e il punto di forza è di certo la colazione: varia, abbondante, con prodotti a chilometro zero di alta qualità.

San Cassiano è un piccolo borgo sviluppatosi a nostro parere per un turismo benestante infatti, a eccezione del nostro bad and breakfast a buon prezzo, le altre strutture offrono soluzioni a costi molto maggiori. Stesso discorso per i ristoranti che infatti abbiamo evitato ripiegando la prima sera per una cena in un pub a base di pizza e la seconda spostandoci Corvara in Badia al ristorante pizzeria Fornella. Distante otto chilometri da San Cassiano, Corvara è un gradevole paesotto che merita una passeggiata serale dopo aver gustato canederli e zuppa.

La Val Badia è una vera e propria perla delle Dolomiti ed è impossibile non innamorarsene. Come per le altre vallate trentine offre escursioni per ogni gamba, molti impianti di risalita e ovviamente attrazioni per i più piccoli. Una di queste è il Summer Park in località La Crusc, Santa Croce. Creato a 1840 metri di altitudine, lo si raggiunge con la seggiovia da Badia. Ma prima di vagabondare per il parco vi consiglio di usufruire del secondo tratto di seggiovia per salire ai 2045 metri di un ameno angolo prativo da cui s’innalza un massiccio dolomitico possente. Inutile dire che il panorama è ampio e stupendo, tuttavia la particolarità del luogo è la presenza discreta di una chiesetta bianchissima dal tetto spiovente e il campanile con ‘cappello’ a punta che regale un’atmosfera mistica e rispettosa.

Si tratta del Santuario di Santa Croce in Badia la cui nascita si deve a un certo conte Volkohl il quale decise di trascorrere qui gli ultimi anni della propria vita come un eremita. Il 18 maggio 1484 venne consacrata la prima chiesa la cui struttura nei secoli a venire fu ampliata, e ancora oggi si tengono diverse celebrazioni. Merita sostare nei suoi pressi e godere in silenzio del paesaggio, per poi scendere sui sentieri 13 e 7B nella pineta sino al Lech dla Le, un lago dalle acque limpidissime nelle quali si specchiano le Dolomiti. Da qui parte un percorso tematico per i bambini con postazioni identificate da animali della foresta intagliati in legno, come l’orso e il gallo cedrone. A ogni scultura vi sono dei timbri con cui marchiare la cartolina distribuita alle stazioni delle seggiovie che, una volta compilata e consegnata al Rifugio Lee, da diritto a un regalino.

Dopo la passeggiata ci si può dedicare al grande Summer Park nel quale trovano posto un piccolo zoo con lama e alpaca, il villaggio indiano, giochi d’acqua, la caverna del drago, le sedie giganti e molto altro. È un’idea divertente per grandi e piccini. Un posto dove si ritrova la spensieratezza e ci si diverte con i propri figli: assolutamente da provare.

Costi e orari della seggiovia La Crusc li trovate al sito: www.santa-croce.it/prezzi.

La mattina del quinto giorno salutiamo la Val Badia percorrendo lo spettacolare Passo Gardena in cima al quale è d’obbliga fermarsi per scattare delle foto in particolare al gruppo del Sassolungo.

Non possiamo prolungare troppo la sosta perché ci attende un’altra meravigliosa escursione, stavolta in VAL GARDENA, con partenza dal suo principale paese, Ortisei, e arrivo ai 2100 metri circa di quota della Resciesa. Tuttavia niente cabinovie o seggiovie, perché la cima si raggiunge con la funicolare, dopo aver lasciato l’auto nel vicino parcheggio a pagamento delle funivie Seceda.

Dai pascoli alti della Resciesa la vista è ampissima e offre una visione mozzafiato dell’Alpe di Siusi sorvegliata dai Sassopiatto e Sassolungo, vaga sino al Gruppo del Sella e alla lontana Marmolada, e si insinua a sinistra nel Parco Puez Odle. Ed è proprio lì che vogliamo arrivare: nel suo cuore.

Il modo migliore per scoprirlo sarebbe percorrere la Val di Funes dal paese di Santa Maddalena, per noi logisticamente scomodo, quindi ci accontentiamo, si fa per dire, di camminare lungo un comodo tracciato ondulato per un’ora e mezza fino al rifugio Brogles. Di tutte le capanne viste in questa vacanza è quella meno caratteristica e accogliente ma il suo punto di forza è la posizione: idilliaca, con vista sui pinnacoli del gruppo delle Odle. Sebbene nei giorni scorsi ci siamo riempiti gli occhi delle Dolomiti, queste cime sono davvero particolari, imponenti eppure eleganti e slanciate con la loro ‘sottile’ sagoma a piramide. Vi verrà l’impulso di scattare decine fotografie e di non staccare le pupille da tanta bellezza.

Merita proseguire oltre il Brogles seguendo le indicazioni per Malga Geisler, sul famoso sentiero Munkel. In tal modo ci si avvicina ai picchi del parco ammirandoli da un’altra prospettiva. Attenzione però: i tempi di percorrenza per una famiglia sono falsati in difetto, quindi fate attenzione all’orario di chiusura della funicolare. Noi infatti non siamo riusciti a raggiungere la malga, preferendo fermarci su un prato prima dello strappo finale perché il tempo impiegato è stato più del previsto nonostante non avessimo fatto soste. Per i costi e gli orari della funicolare consultate il sito internet www.resciesa.com/ita/info.htm.

Comunque soddisfatti per la bellissima passeggiata torniamo a valle dove ci attende il Garni Crepaz a Selva Val Gardena. La piccola e graziosa abitazione è un’ottima alternativa alla miriade di hotel di lusso costosi che popolano Selva. La proprietaria è gentilissima, le camere pulite offrono bagni spaziosi, la colazione è superlativa e il costo è ottimo. Quando torneremo in Val Gardena di certo alloggeremo ancora qui.

Il Ristorante Rino nelle imminenti vicinanze del Garni si è rivelata una buona opzione per la cena, proponendo un buon rapporto qualità prezzo.

L’ultima mattina nelle Dolomiti la trascorriamo tra i parchi giochi e le viuzze pedonali del bel paese di Selva, fermandoci col naso all’insù di fronte alla facciata decorata di casa Sarteur in cima alla quale campeggia il carillon con orologio che alle ore 11 si sveglia e quattro personaggi in legno danzano ai rintocchi melodiosi delle campane.

Questo è l’ultimo dolce ricordo della nostra indimenticabile vacanza in Trentino.

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Verso la cima del Monte Elmo in val Pusteria

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Rifugio Nuvolau nelle dolomiti ampezzane

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prati di Croda Rossa in val Pusteria

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nel parco Puez Odle

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Santa Croce in Val Badia

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lago Lech dla Le in Val Badia



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