Dolomiti, escursione a spasso nel tempo
Quando i continenti non erano nella posizione attuale, le Dolomiti 232 milioni di anni fa erano sotto il livello del mare e la placca europea era all’equatore. Le rocce delle Dolomiti sono rocce sedimentarie di origine organica marina composte non da coralli ma da alghe e altri microrganismi… ed è stato il geologo francese Dolomieu ad accorgersi della loro composizione. In questa zona c’è il “Sentiero Geologico” che permette di fare una passeggiata attraverso il tempo, si possono vedere tutte le ere fino al nostro periodo. Questa estate, nel mese di settembre, in una giornata di sole e temperatura piacevole io ci sono andata.
Ho trascorso una giornata molto interessante passeggiando e osservando i vari spaccati della montagna. La cabinovia a Predazzo e poi da Gardonè la seggiovia, in circa 40 minuti (€ 12 a/r) mi ha portato fino ai piedi del Latemàr al passo Feudo. Da qui, vicino ad un rifugio, parte il sentiero geologico Dos Capèl, altitudine 2300 metri circa, con un percorso totale molto lungo e anche difficile in alcuni tratti, ma si può percorrerne una parte abbastanza facile anche per i bambini. E’ un’avventura a ritroso nel tempo. All’inizio c’è una leggera salita che a tratti diventa meno impegnativa, poi, il sentiero si allarga e sempre salendo si possono vedere le antiche rocce della Formazione di Werfen che si è originata in fondali poco profondi del mare tropicale che, 232 milioni di anni fa, era posizionato all’altezza dell’Equatore.
In queste rocce si possono trovare le impronte degli antichi abitanti del mare… i fondali si sono alzati e ci sono impronte di fauna marina che abitava profondità maggiori del mare tropicale.
Il sentiero è lunghissimo e dopo il primo tratto occorre essere esperti camminatori di montagna per vederlo tutto. Ci sono varie fermate con le spiegazioni geologiche, le rocce sono sovrapposte come una pila di libri. In una ristretta fascia del sentiero Dos Capél c’è anche una formazione bituminosa, la Formazione di Moena, creata da uno sprofondamento dei fondali e da una successiva mancata ossigenazione. Il bitume è incastrato tra altri strati di rocce. Salendo c’è un altro strato… la formazione di Livinallongo. Questa parte di crosta si era inabissata per 1000 metri e si vedono strati di roccia verdastra la cui composizione è cenere vulcanica… gli studiosi, però, non sono riusciti a trovare questo vulcano; forse era nella Pianura Padana. L’unica sua traccia sono gli strati di pietra verde.
Il sentiero prosegue fino a un rifugio che è al n. 20 della mappa. Era chiuso, ma c’erano panche e anche tavoli all’aperto e io e mio marito abbiamo pranzato ammirando il gruppo del Latemàr e il gruppo del Marmolada. C’era il sole, non faceva neanche freddo e non c’era nessuno, bellissimo! Guardavo questa montagna e la immaginavo semisommersa in un mare tropicale. Poi… siamo ritornati al punto di partenza della seggiovia.
Una gita in montagna un po’ insolita, ma che mi ha fatto sognare. Vedere le varie tipologie di rocce… immaginare come era la nostra terra milioni e milioni di anni fa. E pensare che il nostro piccolo mondo è in continua evoluzione…