Dolce sapore dell’isola di SAL

E' venerdì pomeriggio di un gennaio freddo e grigio, stiamo caricando la nostra macchina di valige e fra qualche minuto partiremo per Malpensa. Ci aspettano 3 ore di viaggio fra pioggia e forse anche nebbia ma se pensiamo che fra qualche ora saremo al caldo il tutto ci appare meno pesante. Arriviamo a Malpensa verso le 7 della sera e cerchiamo...
Scritto da: Robscan
dolce sapore dell'isola di sal
Partenza il: 06/01/2003
Ritorno il: 12/01/2003
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
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E’ venerdì pomeriggio di un gennaio freddo e grigio, stiamo caricando la nostra macchina di valige e fra qualche minuto partiremo per Malpensa. Ci aspettano 3 ore di viaggio fra pioggia e forse anche nebbia ma se pensiamo che fra qualche ora saremo al caldo il tutto ci appare meno pesante.

Arriviamo a Malpensa verso le 7 della sera e cerchiamo l’hotel prenotato tramite internet dove passare la notte, in quanto la convocazione in aeroporto è per sabato mattina alle 05:00. Un Bad & Breackfast decisamente “economico” ma per dormire qualche ora va bene, inoltre è a pochi metri dal Terminal 2.

Sono le 4 ed è appena suonata la sveglia, l’eccitazione è stata talmente grande che la notte l’abbiamo passata a parlare di quello che avremmo fatto una volta arrivati sull’isla di SAL. Ne parlano tutti bene e quindi inauguriamo l’apertura del Bravo Club Vila do Farol di Alpitour…

Alle 5 sono tutti già presenti al terminal, forse non siamo gli unici ad avere così voglia di partire. La coda per il chek-in è un pò lunga ma tanto non c’è fretta. Ci concediamo poi una buona colazione e saliamo a cercare il Gate giusto per l’attesa. L’aereo è della VOLARE, compagnia che oggi credo sia fallita. Non è proprio nuovissimo però è ben tenuto. Naturalmente lo spazio è limitato e ci si deve adattare a 6 ore di viaggio un pò sofferente. Fra un film, uno spuntino, il pranzo ecc… Il tempo passa e ci prepariamo all’atterraggio sull’isola di SAL. Un momento di paura quando l’aereo si avvicina talmente tanto all’acqua che ci sembra di doverci finre dentro… Ma è tutto normale l’isola è piccolina e la pista è proprio sul mare.

Ritiriamo i bagagli e cerchiamo l’assistente ALPITOUR che ci accompagna al pullman. Il viaggio da ESPARGOS, (la capitale) al paese di Santa Maria, dove sono dislocati tutti i villaggi è breve. Il panorama è desolante, io e mio marito ci guradiamo negli occhi pensando di aver fatto un “buco nell’acqua” nel scegliere Capo Verde. Deserto, roccia, sabbia e nulla di più… Nemmeno il mare si riesce a scorgere, finchè non si arriva ai villaggi.

L’accoglienza è ottima e molto calorosa, dall’esterno il villaggio è a forma di nave e sembra carino. Appena inaugurato è però purtroppo ancora in costruzione in qualche sua parte e la prima amara sorpresa è che il teatro per gli spettacoli non è finito e quindi ci si adatterà a chiuderci tutti nella sala adibita ai congressi per godere dell’animazione serale.

Il villaggio è ancora senza verde, non un fiore, non un albero ma solo terra e tubi per l’irrigazione. Mancano anche i cestini per i rifiuti. Ci assegnano il boungalow, color pastello e discretamente ampio. Noteremo poi nella settimana che purtroppo le pareti sono di semplice compensato sottile e che si sentono tutti ma proprio tutti i rumori degli altri ospiti del villaggio… L’acqua del rubinetto non è proprio delle migliori e quindi bisogna farla scorrere qualche minuto prima di utilizzarla. Il letto è grande, veramente grande e decidiamo di dormire tutti e 3 insieme, il nostro piccolo ha 5 anni e non è un problema tenerlo con noi. Il terzo letto farà da appoggia valigie per tutta la settimana.

Ormai sono le 5 del pomeriggio, facciamo una passeggiata all’interno del villaggio e poi sistemati i bagagli andiamo verso il ristorante. E’ grande e molo bello, le pareti sono di vetro per poter godere del paesaggio circostante che però come ho già detto è fatto di terra e qualche piccola piccola piantina. Un buonissimo e ricco buffet ci offre di tutto e di più. Vale la pena assaggiare il tonno che nulla ha a che fare con quello in scatola che troviamo da noi. Dal carpaccio alla griglia o in umido è buonissimo in tutte le maniere. Mio figlio opta per pasta al pomodoro e bistecca… Questo sarà il suo menù per i prossimi 7 giorni… Lui è molto monotono nel cibo mentre noi tutti i giorni proviamo qualcosa di nuovo senza mai pentirci.

Il viaggio stanca, quindi dopo un caffè e un pò di spettacolo serale ci ritiriamo in camera per la notte. Il mattino ci svegliamo pieni di euforia… Andiamo a vedere il mare finalmete. Soffia una brezza molto piacevole e non ci fa accorgere dei 30 gradi che ci sono, (e pensare che sui depliant veniva riportata per gennaio una temperatura di 24-26 gradi. Questo però ci porta a bruciarci già dal primo giorno!!!! Il villaggio è in prima linea sul mare ma le leggi del paese hanno imposto che siano comunque costruiti ad una certa distanza quindi ci sono circa 100 metri di sabbia bollente da attraversare prima di arrivare all’ acqua. La sabbia è grossa e compatta di un colore dorato impressionante, mai avevo visto un colore così particolare. Il mare è uno spettacolo, lascia senza fiato. Verde… Di tutte le sfumature possibili del verde! Una meraviglia. E’ Oceano Atlantico, quindi sicuramente FREDDO come lo era a Tenerife… La sorpresa invece è che è di un tiepido favoloso! Mi siedo sul bagnasciuga e mi lascio travolgere dalle onde che si infrangono sulla riva… Che meraviglia!!! Di tanto intanto arrivano gli animatori del Bravo club con bottiglioni di succo d’anans fresco e te lo offrono sulla spiaggia per dissertarti un pò. Purtroppo dato che SAL è un’isola ventilata non ci sono ombrelloni in spiaggia ed è un vero peccato. Però nell’arco della settimana riusciamo a convincere gli animatori a portarne qualcuno dalla piscina, lo piantiamo bene nella sabbia e se non tira troppo il vento lo riusciamo ad aprire.

La prima sera ecco un temporale e piove talmente forte che si allaga completamente il villaggio, concepito per un isola dove la pioggia NON è praticamente mai presente… Che sfiga! Hall allagata, camere pure… Tutte le ragazze capoverdiane addette alle pulizie fanno il possibile per risolvere la situazione. Dopo aver asciugato tutto si torna alla vita normale.

Finalmente si parla di escursioni. JACK è la guida locale che ci accompagnerà in tutte le mete previste che sono purtroppo davvero poche, ma l’sola è larga 12 km e lunga 36 quindi offre poche cose ma molto molto belle!!! PEDRA DE LUME: in jeep caricati nella parte posteriore “modello mucche” da trasportare, si parte alla volta delle saline. Esperienza unica nel suo genere. Arrivati ci percorre una salita che porta ad un’entrata scavata nella roccia dove ai nostri occhi si apre un paesaggio quasi surreale. Montagne di sale bianco accecante e piccoli laghetti di acqua di colore rosa. Attraversiamo una montagna di sale e ci avviciniamo ad uno dei laghetti, il più grande. JACK ci dice che possiamo fare il bagno, rigorosamente con le scarpe o le ciabatte, poichè il fondo è pieno di cristalli di sale taglienti.

Fantastica l’esperienza del GALLEGGIAMENTO… Sembravamo tutti tappi di sughero, non si riusiva assolutamente a rimanere in piedi tale è la concentrazione salina dell’acqua che ti solleva incredibilmente. L’uscita dal lago vuole necessita assolutamente di un risciaqquo per cui fortunatamente avvertiti da altri ragazzi avevamo portato un paio di bottiglie di acqua minerale poichè la non esiste nessuna alternativa per farlo.

E’ l’ora di pranzo e quindi nell’unico piccolo ristorante del posto ci sediamo all’aperto e iniziamo con le ordinazioni. Il pesce è sempre molto buono non c’è che dire. Il pomeirggio dopo pranzo partenza per Burracona, dove iniziano i racconti di altri che hanno sentito in giro di turisti fai da te che sono stati rapinati. Però molti si fanno il pensiero che sia qualcosa inventato dai T.O per fare in modo che i turisti prenotino le poche escursioni con loro…

Attraversiamo un deserto piatto e arido, e arriviamo in un punto molto suggestivo. La forza delle onde del mare contro le rocce ha scavato una rientranza nelle stesse, dove si è poi formata una piscina naturale di un acqua verde smeraldo e davvero molto limpida. Ci immergiamo con attenzione, poichè non si tocca, mio marito e mio figlio non sapendo nuotare mi giardano seduti sugli scogli. L’acqua è calda a dispetto appunto di quando dicono che l’ oceano atlantico sia freddo.

Jack ci consiglia di non avvicinarci troppo alla zona verso il mare, poichè siccome le onde in questo punto sono alte e forti, il risucchio potrebbe essere pericoloso e se si dovesse cadere in pieno oceano sarebbe difficile un salvataggio. Poi salendo su un punto alto della roccia ci sorprende tutti con un bellissimo tuffo con tanto di piroetta e capriola.

Io rimango praticamente vicino agli scogli ed ecco arrivare un onda molto ata che entra nella piscina naturale e sbatte nel vero senso della parola tutti contro le rocce.

Qualcuno si fa male sul serio, graffi, tagli, lividi ecc… Però non rovinano l’esperienza di questa bella nuotata. Io risalgo con il mio bel taglio sul ginocchio, soffro un pò per il bruciore ma poi chi se ne frega, siamo in ferie e quindi sarà comunque un ricordo.

Nel tornare indietro ecco fermarci per ammirare il miraggio Morgana, ossia con lo sguardo verso l’orizzonte sembra di vedere un’immensa distesa di acqua che naturalmente non esiste. Tutti in jeep di nuovo e eccoci arrivati all’hotel. Una doccia e via a cena.

ESPARGOS: visita della capitale, dei mercati, dei negozi e di questa cittadina particolare in tutte le sue forme. La gente è cordiale e molto gentile, ci sono diversi e ben visibili tipi di persone, quelle che posso permettersi auto e casa e chi abita in capanne e cammina a piedi nudi per strada. Ad un supermarket compriamo caramelle e biscotti e siamo felici nel vedere enormi gruppi di bambini avvicinarsi per ricevere parte di queste cose.

Ultima escursione sarebbe stata in barca per la pesca del tonno ma avendo un bambino piccolo abbiamo preferito evitare. Così il penultimo giorno insieme ad amici conosciuti sul posto noleggiamo 2 Jeep e ci avventuariamo da soli all’esplorazione dell’isola. Non serve nemmeno la cartina. Percorriamo parecchie zone desertiche e aride con qualche capanna e un paio di mucche qua e la che pascolano cercando un verde che non c’è. All’improvviso un miraggio? No è prprio una piccolissima oasi con un paio di palme e qualche ciuffetto d’erba.

Continuando nel percorso arriviamo in un punto dove troviamo una situazione davvero particolare mai vista prima. Siamo vicino al mare ma lontani dalla riva, c’è molta sabbia e in punti diversi ci sono dei ristagni di acqua anche molto grandi dove dentro è cresciuta una piccola e folta alga rossa che dona a questo panorama un color rosso-viola molto particolare. Infine arriviamo ad una zona di mare priva di sabbia ma interamente ricoperta di sassi neri… Impariamo poi che è stata un eruzione vulcanica del passato che ha lasciato ciotoli di lava sulla riva. Ora fra questi sassi crescono ricci, passeggiano granchi e nascono anche piccoli coralli. Molto suggestivo.

Di ritorno decidiamo di percorrere invece che la strada il lungo mare nel vero senso della parola, con una ruota sul bagnascuiga e l’altra quasi in acqua percorriamo alcuni km così, soffermandoci di tanto intanto ad ammirare il tramonto… È proprio ora d rientrare, poichè il giorno dopo purtroppo si tornerà a casa. Jack in accordo con tutti noi ha prenotato pesce e aragosta in un ristorante ad una stella come struttura ma 5 stelle come bontà… Speriamo bene. Ci arriviamo a piedi, è a Santa Maria il piccolo paesino dove sono concentrati tutti i villaggi. In meno di 10 minuti arriviamo. Nel tragitto conosciamo un ragazzo italiano che ormai vive e alvora a Sal da alcuni anni. Ci ha raccontato di essere arrivato per fare una settimana di ferie e di non essere più ritornato. Fa il fornaio, ha aperto un forno a Santa Maria ed è arrivato a rifornire tutti i villaggi dell’isola… Lui si che ci ha saouto fare.

Arrivati al ristorante la sorpresa non è delle migliori, posto veramente poco pulito e per nulla invitante. Ci sediamo e dopo un pò c’è chi decide di andarsene. Noi rimaniamo ormai siamo lì e tanto il giorno dopo saremmo tornati in italia quindi o la va o la spacca. L’attesa è lunga perchè è tutto cucinato al momento e come gruppo siamo numerosi. Diciamo che l’igene non era dei migliori, le stoviglie non erano proprio lucide come le nostre di casa però ci siamo adattati e tutto sommato abbiamo passato una bella serata in compagnia di Jack e di alcuni clienti del villaggio con cui avevamo fatto amicizia. Consiglio? Se andate a mangiare l’aragosta scegliete il FUNANA’ locale sulla spiaggia che diventa anche discoteca dove l’aragosta e il pesce costeranno di più ma saranno serviti un pò meglio.

L’Isola di SAL è consigliabile a chi cerca tranquillità e pace, non più di una settimana però poichè l’isola offre davvero poche cose. Un pezzeto di cuore l’abbiamo comunque lasciato in questo posto, poichè abbiamo respirato allegria e felicità due ingredienti ottimi per affrontare il ritorno nella fredda e nebbiosa Bologna. Eventualmente si potrebbe affiancare una settimana a BOA VISTA di cui abbiamo sentito parlare bene, ma che rimane comunque piccola e limitata quanto SAL.

Ciao da Roberta a disposiazione per qualsiasi cosa.



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