Dodecaneso in barca a vela

Erano quattro anni che avevo abbandonato l’idea di trascorrere le vacanze estive in barca a vela. Quest’anno però mi sono lasciato convincere a ripassare i nodi per i parabordi. Del resto era ancora la "Mia Grecia"….Frequento questa terra bellissima dal 1986. Ne sono innamorato più che mai, tanto da sentirmi “mezzo greco” a tutti...
Scritto da: Fabryx
dodecaneso in barca a vela
Partenza il: 01/08/2008
Ritorno il: 16/08/2008
Viaggiatori: in gruppo
Spesa: 2000 €
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Erano quattro anni che avevo abbandonato l’idea di trascorrere le vacanze estive in barca a vela. Quest’anno però mi sono lasciato convincere a ripassare i nodi per i parabordi. Del resto era ancora la “Mia Grecia”…Frequento questa terra bellissima dal 1986. Ne sono innamorato più che mai, tanto da sentirmi “mezzo greco” a tutti gli effetti. Come posso dire di no?? L’itinerario di quest’anno è il Dodecaneso, in parte lo stesso di una “storica” barca 2002, e buona parte di quell’equipaggio è a bordo anche quest’anno: lo skipper Giovanni, Claudia, Gaia, Filippo e Matteo, oltre al sottoscritto.

Voliamo con Egean Airlines da Malpensa il 1 agosto, con scalo ad Atene ed arrivo a Kos. Qui la prima sorpresa, il bagaglio di Filippo non arriva (è recidivo il ragazzo…). Sbrigate le formalità, ci rechiamo alla Marina di Kos per prender possesso della barca. Il natante è un Beneteau 50,5 Ft (circa 17 mt) con 10 posti letto. La barca a prima vista sembra bellissima, addirittura dotata di aria condizionata e TV Lcd. In seguito scopriremo tanti difetti alle strumentazioni, che però non influiranno sulla crociera.

Dormiamo la prima notte in marina, dopo la mega-spesa che riempie la cambusa di generi mangerecci e di bevande (birre, vino e Mataxa in primis).

Il mattino successivo, la bella sorpresa. Aegean aveva recuperato la valigia dispersa, imbarcata per Kos, e consegnata ad un taxi che ce l’ha recapitata in marina con puntualità estrema.

Quanto è migliorata la Grecia in questi anni… Lo si nota da tanti particolari. E questa è un ulteriore conferma.

Passiamo alle isole: – Kalymnos: ci fermiamo nella baia di Vathi, già conosciuta nel 2002. Acqua sempre cristallina, approdo semplice. Poche case e qualche taverna, oltre a qualche negozio che vende le famose spugne. Le spugne, oramai, sono di importazione. Kalimnos è stata depredata di questa ricchezza. Decidiamo di acquistarne qualcuna in un piccolo banco mobile, dove un ex marinaio, che parla un ottimo italiano, pare esser l’unico a vendere spugne grece, e non made in Vietnam. Per la cena andiamo a colpo sicuro: Taverna Poppy, di cui ricordiamo il pesce freschissimo. La Signora che comanda la taverna è ancora quella del 2002, ed il pesce è anche migliorato. Prenoto due dentici mentre li stanno consegnando. Sarà il miglior pesce gustato nella vacanza. – Lipsi: isola sempre carina, fuori dai grandi giri turistici. Bello il porticciolo, peccato che ancora non abbiano sfruttato tutte le potenzialità che lo renderebbero un riferimento per la nautica da diporto nell’area.

– Leros: un tuffo nel recente passato. Era, insieme a Rodi, il maggior insediamento italiano negli anni ’20-’30. Circa 30.000 italiani tra civili e militari. Girando per le strade si possono osservare alcuni edifici della tipica architettura razionalista del periodo fascista. Alcuni sono in stato di completo abbandono. Altri sono oggetto di recupero, grazie ai fondi comunitari. Interessante.

– Nissyros: ci fermeremo due volte durante la crociera. Sempre nel piccolo porticciolo di Pali che, sebbene non dotato di luce o acqua, ha il pregio della tranquillità. Qui abbiamo potuto fare diverse escursioni a terra con il motorino. A Pali si possono noleggiare i ciclomotori da Captain’s, o da Patastra: Consiglio quast’ultimo perché ha i mezzi più nuovi e chiede la stessa cifra (€ 12 al giorno a ferragosto). Si può salire alla caldera del vulcano e farsi una bella inalazione di aria sulfurea. L’escursione è molto suggestiva, ma deve esser fatta dopo le 17, per via del caldo che, nella zona della caldera, si fa davvero pesante. Da lì un salto nel paesino di Nikia per godesi il tramonto girando nelle stradine che portano alla squisita piazzetta circolare con la chiesa, dove degustare un buon latte di mandorla in uno dei baretti presenti.

Infine Mandraki, il porticciolo principale. Un dedalo di viuzze con taverne, bar, negozi di souvenirs e case appena ristrutturate. Carinissimo. Una volta parcheggiato il motorino all’inizio del paese, si può camminare seguendo la strada principale all’andata e tornare dal lungomare, da cui assistere a panorami da vera “cartolina greca”.

– Symi: L’isola mondana. Soprannominata “La Capri dell’Egeo” è, senza dubbio la più animata. Bello il paese che si affaccia sulla baia del porto, punteggiato da case variopinte nel tipico stile del sud del Dodecaneso, così lontano dal bianco delle Cicladi. Shopping e ristoranti soddisfano tutti i gusti. Da menzionare un albergo bellissimo che ho scoperto: Hotel Aliki, gestito da padre e figlio greci che hanno vissuto anni a Bologna. Curato nei dettagli e con un gustoso ristorante coi tavolini sul molo per una cena romantica.

– Khalki: E’ stata l’ultima in ordine di tempo. Forse la vera sorpresa della vacanza. Porticciolo strepitoso, dotato di ogni servizio: moderno, con pontili galleggianti e bitte mobili per adattare ogni tipo di ormeggio. Acqua e luce si possono acquistare con una tessera magnetica a scalare. Paese raffinato, meta di turismo di livello medio-alto, e con diverse possibilità di acquisto o ristrutturazione di edifici e case. Se a Kalimnos abbiamo mangiato il miglior pesce, qui abbiamo trovato la miglior taverna per la cucina extra-pesce: Taverna Maria. Tutto squisito!! Infine Kos. Faccio sempre fatica a descrivere questa isola, così piena di storia che attraversa la Grecia Classica di Ippocrate (originario di queste parti) ai Turchi, al Castello, al già citato Ventennio. Contemporaneamente Kos Town, a fianco di tali testimonianze, è un brulicare di bar e karaoke dove orde di ragazzini del sbarcati dal nord-europa si ubriacano e si gettano a terra. Per la nostra ultima cena scegliamo una taverna alle spalle del mercato di Piazza Dimotiko. E qui corro il rischio di rovinare la vacanza. Dimentico sulla sedia il portafoglio con tutti i documenti, i soldi e le carte di credito. L’indomani non avrei mai potuto imbarcarmi… Mentre nella mia beata svampitezza riattraversavo piazza Dimotiko, il cameriere che ci aveva serviti mi raggiunge di corsa e mi riconsegna il tutto. Intatto. Impiego qualche minuto a rendermi conto del rischio corso, ero stordito da tanta gentilezza. Nel frattempo lui se ne era tornato al lavoro. Decido di raggiungerlo alla taverna e faccio fatica a lasciargli una mancia che lui continuava a rifiutare. Se l’era ben meritata. Ed io potevo tornare in Italia privo di un altro pezzettino di cuore, lasciato ancora una volta nella mia meravigliosa ed adorata Grecia.



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