Djerba e dintorni – Tunisia di gennaio
Il nostro volo è in partenza per la Tunsia, destinazione Djerba.
Arriviamo al piccolo aeroporto, il clima dell’Isola è simile a quello italiano, fa freddo, e tira vento.
Un piccolo autobus ci attende per accompagnarci al nostro Hotel Castille, 4 stelle, camera 304.
L’arredamento è sobrio, la stanza pulita, ci sono 3 letti, non esistono matrimoniali, ma due letti sono già stati accoppiati… la presenza del terzo letto marca ancora più del necessario l’assenza della nostra piccola Giulia, rimasta a Torino dai nonni e dalle cuginette. Il tempo di una piccola rinfrescata e di una veloce cena, ed esausti del viaggio e di tutto un po’ ci corichiamo ed è già mattina.
Aperte le tende un incombessorabile alba si presenta davanti ai nostri occhi, il sole che sorge con vista spiaggia e palme davanti a noi, a pochi passi… ci prepariamo per una colazione abbondante, poi quattro passi sulla spiaggia, veramente attaccata all’Hotel, tra le palme e il freddo inverno tunisino, noi ci attrezziamo di ciabatte da piscina per camminare sulla spiaggia, ma siamo gli unici, e molti turisti ci guardano i piedi nostri inorriditi.
Alle 11 c’è la riunione per decidere le escursioni da fare, ma rimane il tempo per provare a fare una piccola partita a freccette, come dimostra la foto qui sotto con Anna impegnata al massimo al tiro!! Decise le escursioni da fare facciamo conoscenza con una famigliola bresciana, alla quale chiediamo di unirci il primo pomeriggio con loro a zonzo per l’isola: destinazione il mercatino di Hom South, così a bordo di due taxi raggiungiamo dopo 20 minuti la località programmata. Dopo aver visitato sommariamente la città, ma soprattutto i mercatini tipici del luogo, riprendiamo il taxi, insieme al marito della signora (Cesare) e ci facciamo portare in una laguna con la speranza di vedere i fenicotteri rosa. Purtroppo la gita dei fenicotteri che i tour operator programmano non viene svolta in questo periodo.
Ci facciamo lasciare alla laguna, ma a parte qualche piccolo volatile, dei fenicotteri neppure l’ombra. Decidiamo di fare i 4 Km rimanenti tra la laguna e L’Hotel a piedi, in compagnia di Cesare.
Appena giunti, il tempo di cambiarsi e via a fare un tuffo veloce nella piscina coperta dell’albergo.
La giornata si sta per concludere, dopo cena cerchiamo di vedere se l’animazione ha qualche programma, l’albergo sembra deserto e non c’è traccia alcunché di attività extra. Decidiamo di recarci a letto, la mattina sveglia presto, inizia il tour di un giorno alla visita delle città berbere e dei paesaggi della Tunisia.
E’ domenica, sono le ore 7.30 e si parte per la prima destinazione: Tataouine, con noi c’è una guida tunisina che parla italiano meglio di noi, dopo un ora circa di viaggio arriviamo a Tataouine.Prima ci fermiamo in un antico granaio, dove guarda caso, hanno ricavato dei negozi di ambulanti per turisti. Acquistiamo alcuni souvenir, poi dopo 15 minuti di tappa, ripartiamo sempre per l’omonima città per vedere il mercato delle spezie. Prima facciamo tappa, ed acquistiamo, in una pasticceria, le corna di gazzella, dolce di miele e mandorle, molto dolce, tipico del luogo.Mentre facciamo acquisiti di dolci il gruppo si allontana ed Anna non vede da che parte va, così lo perdiamo. Dopo una breve ricerca e dopo aver visto che il tempo a nostra disposizione rimasto era poco soprassediamo e torniamo nei pressi dell’autobus.Dopo pochi minuti arriva il gruppo e via si riparte con destinazione Chenini, luogo dove è stato girato anche il film Guerre Stellari. Prima di giungere sul luogo ci fermiamo prima a vedere, con una breve pausa fotografica, le montagne rocciose, o meglio il deserto di roccia come lo chiamano i tunisini. In lontananza si scorge il villaggio costruito, anzi scavato dentro la roccia. Il villaggio è trogloditico, (deriva dal grego e significa scavato nella roccia) La cosa che più colpisce che in queste casere fatte di miseria con tetti a volte perfino assenti, spiccano le parabole televisive, e il campo del cellulare mio da il massimo di segnale!! La guida ci spiega che l’uomo costruisce in un anno la casa, di solito sono due stanze dai soffitti molto bassi e privi di arredamenti.
Visitiamo un abitazione , la c.D. Casa della nonna, persona arzilla di età centenaria,Successivamente ci inerpichiamo per i viottoli all’ascesa del luogo, incontriamo diversi asini, unico mezzo di trasporto berbero, assieme a qualche ape chiusa, e mentre cerchiamo di sbirciare un abitazione “reale” ci viene chiusa la porta in faccia, aggiungo io giustamente.Arriviamo alla cima del paese, il colpo d’occhio che si da al villaggio, dove anche qui c’è un caffè e la moschea è particolare, da un che di paesaggio lunatico, sembra di essere fuori dalla realtà Da una parte la vista sul deserto immenso dove solo i nostri occhi non riescono a scorgere la fine di esso. Qui comincia a far caldo, ci vuole una pausa, il ristorante è ai piedi del villaggio. Mangiamo un ottima (secondo me) zuppa di orzo e il famoso cus cus piatto tipico del luogo. A me il tutto piace, molti desistono e lasciano qualcosa. Il dolce è la corna di gazzella, che noi già antecedentemente avevamo acquistato. Nel villaggio bebero si mangia pochissima carne 1—2 volte all’anno e l’età media è molto alta, forse per questo sono così longevi…(si narra di una vivente dell’età di 108 anni!!) Sono quasi le due del pomeriggio, il nostro status quo di turista quasi disturba di fronte a tanta miseria.Ci volgiamo per un ultimo sguardo, ancora una foto e poi nuovamente sull’autobus, destinazione Hotel, ma prima rimane da vedere il lago salato, un enorme bacino di acqua che asciugandosi in estate fa evaporare l’acqua e rimangono così le croste di sale, fenomeno che si può ammirare anche da noi sugli scogli di Calafuria in agosto!! Ci soffermiamo per le foto di rito, e da dietro le dune del deserto ecco apparire tre bambine, come la solito desiderosi di caramelle biro e perché no, soldi!! Faccio un equa distribuzione di gomme di Anna, accarezzo la sabbia del deserto, portandone via un poco, è molto fine ed è molto bella. Abbiamo ancora un po’ di tempo prima dell’arrivo all’Hotel. La prossima tappa è la strada romana per tornare sull’isola, all’andata avevamo preso il traghetto, 15 minuti di mare con vento e freddo, naturalmente il traghetto non offriva alcun riparo. Ed ecco la strada costruita dai romani, sono 7 Km di asfalto che congiungono la terra ferma con l’isola. Un istmo di terra come quello che collega Porto Sant Stefano con Orbetello, nella nostra ridente toscana.
La presenza dei romani in Tunisia è molto forte, sopravvive anche un piccolo colosseo uguale a quello di Roma, solo più piccolo e meglio conservato. Adesso la giornata volge veramente al termine, il tramonto cala sulle alte palme presenti sulla spiaggia, e la sabbia prende il colore del sole, lasciando un immagine di rara bellezza ai nostri occhi. Ed ecco L’hotel con le luci accese pronto ad accoglierci. Sono le 17.30, tutto sommato è ancora presto, perché non approfittarne per fare un tuffo in piscina? Anna entusiasta di questa idea (lei potevo lasciarla direttamente alla vasca idromassaggio dell’Hotel!!) e dopo pochi minuti ci immergiamo, così ci rilassiamo e ci laviamo!! (L’acqua della camera non era caldissima) Dopo esserci rilassati e dopo aver cenato ci viene detto che c’è lo spettacolo di fachiri all’interno della discoteca dell’albergo, così dopo aver ordinato, ma non aver bevuto un cocktail al ritmo di musica, nel piano bar, ci spostiamo di stanza.
Nella piccola discoteca tre ragazzi dell’animazione danno via allo spettacolo. Uno di loro prende un tappeto ci getta dei cocci di bottiglia e con i piedi nudi ci sale, stessa cosa fa con la faccia, e senza tagliarsi. Aspettavamo un fachiro di serpenti ma è ugualmente emozionante. Ad un tratto uno dei ragazzi dell’animazione passa tra il pubblico e sceglie 4 ragazze per farle partecipare allo spettacolo, ed udite udite!! Sceglie anche Anna!! Il compito di queste 4 non proprio gracili ragazze è salire sopra la schiena del fachiro mentre si sdraia su una tavola di chiodi, oppure farsi alzare due alla volta per una gamba, Anna mette anche il proprio peso sopra la faccia del fachiro mentre costui aveva il volto sopra i chiodi!! Tra gli applausi del non numerosissimo pubblico termina lo spettacolo, ed aimè, anche un altro giorno. Ma questa breve vacanza riserva ancora qualche emozione. La mattina dopo infatti ci rechiamo a fare il tour dell’Isola, una piccola parte noi l’avevamo già vista sia con Cesare sia con la gita del giorno precedente. Le tappe previste sono El Kantara. Guellala e Houmt Souk. Di El Kantara c’è poco da vedere, solo dove e come fanno le ceramiche. Dopo la dimostrazione di turno per noi turisti, e dopo aver acquistato qualche souvenir, tra cui un cammello magico in ceramica, riprendiamo il tour, questa volta la destinazione è il museo di usi e costumi dei tunisini a Geullala, soprattutto le usanza prima del matrimonio che dura 7 giorni e 7 notti. L’edificio del museo è molto bello, nella tipica architettura araba, e anche le sale da vedere sono ben fatte e curate. Qui ogni sala mostra, tramite manichini in cera momenti dei preparativi matrimoniali.Ci dileguiamo un po’, è stata una visita molto graziosa ed istruttiva, naturalmente non possiamo lasciare il luogo senza prima aver acquistato anche qui un souvenir, un piccolo quadro di un artista locale. Stavolta è l’ora di visitare la sinagoga degli ebrei, dove nell’aprile del 2002 era stata distrutta da un attentato. Dopo i rigorosi controlli accediamo alla sinagoga, non prima però di esserci tolti le scarpe ed aver indossato i copricapo.
Il rabbino appena ci vedebatte cassa e chiede soldi per visitare la sinagoga, quando la guida ci aveva detto che la visita era gratuita.. Per non far storie gli lasciamo mezzo dinaro. La sinagoga si presenta con colori sgargianti quale il blu, e il coloro oro. La sinagoga è molto carina, non grande, con un ampio pulpito e molti archi. In una panca laterale un ebreo recita a voce alta dei versi, che paiono delle litanie!! A pochi passi dalla sinagoga possiamo notare una moschea musulmana, questo a favore di una grande pace religiosa che opera all’interno della Tunisia, in questo molti paesi araba e i palestinesi dovrebbero prender lezioni. Il piccolo autobus adesso ci porta a vedere come si fabbricano i tappeti, memori della visita in una fabbrica di tappeti in Egitto ci aspettiamo di vedere bambini all’opera, ma qui nella quasi evoluta Tunisia non è ammesso far lavorare i bambini. Solo le donne adulte tessono ad una velocità incredibile, e senza schemi, capolavori di artigianato. Anna si siede a fianco di una tessitrice e prova anche lei a fare qualche nodo. In un tappeto medio ce ne sono circa 40.000 al mq!! Anna ne ha fatti 3 in cinque minuti, di questo passo si assicurava la pensione!! Restiamo a Houmt South, ed usciti dalla fabbrica tessile, ci accingiamo a vedere il mercato presente nei giorni della Domenica e lunedì mattina (oggi è Lunedì). Alla nostra precedente gita a Houmth South (che significa tutti i mercati) il mercato non c’era. Naturalmente shopping, ed altre chincaglierie di vario genere. Il gruppo si sfalda il ritrovo è alle 12.20 all’autobus, con noi si aggrega una signora con il figlio. Visitiamo i vari mercati, tra cui quello del pesce, con la particolarità (fatta ad hoc per il turista) di poter mangiare il pesce acquistato all’asta presso un ristorantino tipico nelle immediate vicinanze. Il tutto mette un acquolina in bocca, ma è quasi ora di pranzo, l’autobus ci attende, e ripartiamo per l’albergo. Le escursioni sono terminate, con un velo di tristezza prepariamo in tutta fretta la valigia (bisogna lasciare le stanze entro le 14.00). Mangiamo e depositiamo le valigie nella hall, poi una passeggiata sulla spiaggia, ci sono i noleggi—dromedari, mi allontano da Anna,contratto il prezzo e quindi salgo. Anna tende la mano verso la fronte per cercare di cercare di capire chi siede, e quando vede che sono io allarga le braccia, in segno di resa. Gli chiedo di farmi delle fotografie, e di riprendermi con la telecamera, visto che la precedente ripresa che mi aveva fatto seduto sul dromedario dell’antico granaio era venuta veramente male. Stavolta mi accontento!! Non mi limito a sedermi ma passeggio anche con la guida che tiene il dromedario a “guinzaglio” nemmeno fosse un cane. Raccogliamo conchiglie e dopo aver cercato di rubare qualche raggio di sole, per cercare una pallida abbronzatura ci allontaniamo e ci immergiamo nel minigolf dell’albergo, a dire il vero non è un gran chè ma per passare il poco tempo rimasto va bene. Facciamo due partite con un risultato di parità. Anna desidera ancora un tuffo in piscina (e ti pareva!!) quindi ci rilassiamo nuovamente in acqua.
Siamo in acqua un signore ci dice che ci aveva cercato la nostra referente dell’albergo, perché avevano modificato l’orario del volo. Vedo Anna agitarsi sono le 18.00, l’appuntamento alla hall è per le 19.15 quindi l’aereo per le 21.15, dopo che ce lo avevano gia spostato una volta. Anna ha il terrore di dover partire il giorno dopo, teme di aver perso il volo della giornata perché magari stato anticipato. Si precipita alla hall, non si veste nemmeno, bagnata, con un asciugamano in vita e un paio di ciabatte, ritorna, niente da fare, non trova Lucia, la referente, Anna, sgomenta si sdraia, poi una voce giunge alle orecchie di Anna, è arrivata Lucia. Nuovamente si precipita e stavolta torna con il sorriso, si parte, in ritardo ma si parte, invece delle 21.15 l’aereo parte 2 ore dopo (che poi diventeranno 3 con un ora successiva di ritardo) Facciamo cena, ance se non ci spetterebbe, io comunque nel dubbio quando mi chiedono il numero di stanza, do un altro numero…Dopo cena le ultime riprese e le ultime foto all’albergo Castille, tra cui una bella sorridente ad Anna, chissà perché!! Ed ecco l’autobus, l’aeroporto dove riusciamo a spendere gli ultimi dinari e qualche euro ancora per souvenir. Stavolta l’aereo è un volo aerofly dell’Alitalia decisamente migliore del volo dell’andata. Il ritorno alle 3 del mattino è immerso tra la nebbia ed il freddo umido, sbagliamo strada, e giungiamo a None solo alle 6.40, ma quella è un’altra storia.
E’ stata una breve vacanza, e anche se l’assenza fisica di Giulia, ma onnipresente nei nostri pensieri la sentivamo, siamo, spero di far bene a penso di poter parlare a nome di entrambi, di parlare anche a nome di Anna, dicevo siamo stati bene, e anche Anna è rimasta soddisfatta di tutto.
In queste righe ho cercato di valorizzare le nostre sensazioni, tralasciando di proposito notizie storiche, per quello ci sono delle ottime guide!! Ci sono sempre nuove cose da scoprire, nuove persone da apprezzare ed amare, nuovi luoghi da imprimere nella mente e aggiungere al bagaglio dei ricordi.. Tutto questo e molto di più solamente a 2 ore di volo dall’ Italia. Devo anche, doverosamente fare dei ringraziamenti, il primo ad Anna, che contro i suoi convincimenti mi ha accontentato a partecipare a questa gita, dandomi ragione successivamente. Un ringraziamento anche ai genitori di Anna, facendo così in modo che la nostra piccola pulce notasse meno la nostra mancanza, ed un altro doveroso grazie ai miei genitori, chissà se senza quel regalo natalizio saremmo potuto andare..
Quindi visitatela!! Gennaio è un pò fredda la minima era 9 e la massima 15, niente bagno in mare e niente escursione all’ìisola di fenicotteri ma vale ugualmente la pena