Disneyland Paris: la felicità è tornare bambine

Il gioioso soggiorno di tre donne adulte per la prima volta nel parco. Non è mai troppo tardi!
Scritto da: lorisole
disneyland paris: la felicità è tornare bambine
Partenza il: 27/03/2015
Ritorno il: 29/03/2015
Viaggiatori: 3
Spesa: 500 €
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Nel 1992, quando è stato inaugurato il Parco Disneyland Paris, Rossana aveva 7 anni ed è stato facile prometterle che ci saremmo andate, prima o poi.

Oggi, marzo 2015, in occasione del suo trentesimo compleanno è finalmente arrivato il momento di mantenere la parola data. La partenza è prevista all’alba del 27 marzo dall’aeroporto di Orio al Serio con volo Ryanair destinazione Parigi Beauvais; passeremo due giorni a Disneyland e un ultimo giorno a Parigi. Dopo così lunga attesa ci meritiamo di soggiornare in un Hotel all’interno del parco, costi quel che costi. Scegliamo il Sequoia Lodge (ci hanno convinto in modo particolare le immagini della piscina) e dobbiamo dire che, fatti tutti i conti, è stato più economico di quanto ci aspettassimo. Il costo di €. 260,00 a persona comprendeva una notte in hotel con trattamento di pernottamento e prima colazione, due giorni di entrata ad entrambi i parchi (il parco Disneyland e il parco Walt Disney Studios il cui biglietto di ingresso costa €. 84,00 al giorno) e la navetta VEA per il trasferimento dall’aeroporto di Beauvais direttamente all’hotel.

Non appena atterrati, per usufruire di questo servizio ci siamo rivolte al desk “Super Shuttle” (situato vicino al ritiro bagagli) da dove l’incaricata ci ha accompagnato al punto da cui saremmo partite. Il transfer è stato effettuato con un comodo minibus che in un’ora e mezzo (avevamo trovato notizie online riguardo a tempi molto più lunghi – circa 3 ore – che fortunatamente si sono rivelate infondate) ci ha portato a destinazione. L’unico problema è stato l’orario che ha rappresentato sino alla fine un piccolo mistero. La conferma della prenotazione non ne faceva cenno, avevamo quindi inviato una richiesta di chiarimenti alla VEA che ci ha informato che sarebbe avvenuto alle 10. In realtà siamo poi partite alle 10,30 cioè circa due ore dopo l’atterraggio. Forse sapendolo prima ci saremmo organizzate diversamente evitando due ore di “fermo” in aeroporto.

A parte questo piccolo malinteso il servizio è stato davvero ottimo.

Verso le 12,00 siamo quindi giunte a destinazione ansiose di correre al parco Disneyland. Prima c’erano ancora alcune formalità di espletare: innanzitutto la verifica dei nostri zaini con il metal-detector e poi il Check-in in hotel, pratica molto veloce grazie alla perfetta organizzazione ed alla presenza di personale che parla italiano.

Dopo pochi minuti eravamo già sulla navetta diretta al parco ( in seguito avremmo scoperto che anche andarci a piedi richiedeva solo 5 / 10 minuti). All’ingresso ancora controlli con il metal-detector noiosi ma necessari per la nostra sicurezza.

Dopo un paio di selfie per immortalare lo storico momento ci siamo per prima cosa dirette al parco Disneyland e, dopo essere rimaste per un attimo incantate alla vista del Castello della Bella Addormentata, siamo passate alle attrazioni iniziando, nell’area Adventureland, da “I Pirati dei Caraibi” e da “Indiana Jones”. Le code davanti le attrazioni erano accettabili, non c’erano ancora le lunghe file del fine settimana.

Il nostro stomaco cominciava a brontolare e siamo così state costrette a fare una piccola pausa pranzo al ristorante Fuente del Oro in zona Frontierland (cucina Tex Mex saporita e abbastanza economica) dopo la quale ci siamo spostate al secondo parco, Walt Disney Studios, che la sera chiude prima. Anche qui l’ambientazione è molto affascinante con continui richiami alla “magia del cinema”. Ci sono piaciuti in modo particolare l’attrazione più recente “Ratatouille” (dove, grazie anche alla tecnologia 3D, siamo “diventate” Remy affrontando pericoli e avventure) e “Studio Tram Tour” che ci ha mostrato diversi set cinematografici e ci ha fatto attraversare il Catastrophe Canyon dove si vivono situazioni davvero… esplosive!

Tornate al Disneyland Park dopo avere acquistato un Barbe à Papa (zucchero filato) ci siamo spostate col trenino in zona Fantasyland, dove siamo ritornate bambine per alcune ore incontrando i personaggi della nostra infanzia e… volando assieme a Peter Pan.

Siamo rimaste al parco sino al momento magico del “Disney Dreams” lo spettacolo serale con giochi di luce e fuochi d’artificio!

La nostra giornata non poteva concludersi senza un bagno in piscina: avevamo scelto il Sequoia Lodge proprio a questo scopo! La piscina è davvero carina e neppure troppo affollata, almeno di sera. Quello che però ci ha letteralmente tolto il fiato è stata la temperatura dell’acqua, piuttosto gelida. Dopo alcuni minuti ci siamo così “rifugiate” nel calore dell’idromassaggio che, dopo una giornata piuttosto intensa, è stato il colpo di grazia: appena raggiunta la nostra stanza ci siamo immediatamente addormentate.

Il giorno successivo ci siamo svegliate assolutamente affamate e abbiamo decisamente “fatto onore” alla colazione del’hotel, servita a buffet presso i ristoranti Hunter’s grill e Beaver Creek Tavern (va riservata il giorno precedente, scegliendo l’orario, presso la reception).

I parchi abitualmente aprono alle 10,00 ma per chi è ospite degli hotel Disney ci sono “due ore in più di magia” cioè è possibile entrare già a partire dalle 8,00. Noi eravamo intenzionate a utilizzarle per le attrazioni più richieste e affollate ma non è stato possibile in quanto molte in quest’orario erano ancora chiuse.

Non ci è rimasto che tornare in area Fantasyland (questa invece tutta già attiva) per goderci il Castello quasi deserto! In questo orario sono inoltre presenti tanti personaggi Disney che è possibile incontrare e fotografare.

Più tardi abbiamo utilizzato un’altra delle opportunità offerte da Disneyland: il Fastpass, che da la possibilità di “prenotare” l’ingresso prioritario a un’attrazione, evitando le code.

Funziona così: si inserisce il proprio biglietto d’ingresso in una apposita macchina (posta all’entrata dell’attrazione) che rilascia un biglietto con indicato l’orario in cui sarà possibile accedervi. Dopo di che si può continuare a divertirsi e tornare all’orario previsto accedendo alla giostra in pochi minuti. Si potrà usufruire di un nuovo Fastpass solo dopo avere utilizzato il primo. A noi è stato utile per la Big Thunder Mountain: un’attrazione molto emozionante e richiesta!

La prima attività di questa nostra seconda giornata a Disneyland Paris è stata un po’ di shopping: abbiamo acquistato i cerchietti con la orecchie di Minnie che ci siamo tenute in testa tutto il giorno, per sentirci ancora più parte di questo mondo fantastico. Dopo di che abbiamo alternato i due parchi sperimentando più attrazioni possibile. Quella che ci ha maggiormente emozionate è stata proprio la Big Thunder Mountain (scenografica e adrenalinica… ma non troppo). Ci siamo poi fatte un po’ ingannare da “Crush Coaster” situata in un padiglione tutto decorato con immagini del pesciolino Nemo e di tenere tartarughe. Ci aspettavamo fosse tranquilla, rivolta a famiglie e bambini mentre in realtà è stata un succedersi di tuffi nel vuoto e di improvvise sterzate laterali. Emozioni & brividi! E’ stata l’attrazione per la quale abbiamo fatto più coda (non c’è la possibilità del fastpass) ma abbiamo ingannato il tempo giocando a “Crush Coaster” sullo smartphone.

Alle 17,30 ci siamo poi presentate puntuali sulla Main Street per la Parata della Magia Disney con il saluto di tutti i personaggi Disney (compreso il nostro favorito Winnie the Pooh). Abbiamo sfruttato sino all’ultimo minuto il tempo a nostra disposizione, ma probabilmente un giorno in più ci sarebbe stato utile. Tre interi giorni al parco ci sembravano troppi per degli adulti ma ci sbagliavamo. Ci sono talmente tante cose: le giostre, gli spettacoli, i personaggi, i negozi, i ristoranti a tema, gli allestimenti primaverili pieni di fiori e di colori! Non siamo neppure riuscite a visitare il Disney Village, area esterna al parco, accessibile a tutti dove le attività continuano fino a tarda notte.

Come già anticipato, per la terza giornata del nostro week end avevamo programmato di fare le “adulte” e così verso le 21,00 con la RER linea A (comodissima, parte proprio fuori dall’ingresso dei parchi) in circa 45 minuti, ci siamo spostate a Parigi (costo del biglietto €. 15,20) dove siamo arrivate dopo le 22,30. Il primo impatto con la zona del nostro albergo (l’Hotel Liberty in rue de Nancy) è stato piuttosto traumatico. Uscite dalla metro, fermata Chateau d’Eau, ci siamo trovate in una tipica area di immigrazione, dove essendo europeo di senti parte di una minoranza.

Il giorno dopo, alla luce del sole e un po’ più riposate, ci siamo invece rese conto che al di là delle apparenze il quartiere era tranquillo e comodo per visitare Parigi. Anche l’hotel, pur nella sua “essenzialità” (non poteva essere diversamente per €. 85,00 a notte per tre persone), non era male. La nostra stanza era abbastanza ampia, la pulizia ottima e la colazione semplice e abbondante. Il nostro soggiorno a Parigi è stato brevissimo e ostacolato dal cattivo tempo, con pioggia e un vento molto fastidioso. Per fortuna non era la nostra prima visita a questa città, ci siamo perciò limitate a rivedere i classici “must”: Tour Eiffel (ci colpisce sempre e ci siamo tornate due volte sia la notte del nostro arrivo, sia la mattina successiva), Champs Elisée, Arc de Triomphe, Notre Dame, Sacre Coeur. Le intemperie ci hanno un po’ rovinato la giornata ma Parigi resta comunque affascinante!

Il nostro volo di ritorno era previsto in partenza da Parigi Beauvais alle 21,45 perciò alle 18,00 abbiamo salutato la ville lumiere e, con quello che ritenevamo un prudente anticipo, ci siamo spostate a Port Maillot per prendere la navetta per l’aeroporto. Qui abbiamo trovato il finimondo: tantissime persone ammassate in due file confuse, una per fare il biglietto (€. 17,00) e un’altra per salire sul bus. Non sappiamo se sia stato un fatto casuale oppure se il problema si ripeta ogni giorno. Se ci capiterà di tornarci sicuramente acquisteremo prima il biglietto online (tra l’altro così facendo costa meno!). Alla fine (non sappiamo neppure noi come) siamo riuscite, dopo “solo” un’ora di coda, a partire e in un’altra ora e mezza eravamo a destinazione, pronte ad imbarcarci e tornare a Bergamo.

Questo “tardivo” viaggio a Disneyland Paris resterà nei nostri ricordi: due giorni magici. Non si è mai troppo grandi per sognare!

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