Direzione The North
Seppur stanchi e inebetiti dai circa 1500 km. Per raggiungere Calais, decidiamo di non perdere tempo e proseguiamo finché gli Inglesi dormono, le strade in effetti sono vuote, passiamo quindi senza problemi il ring di Londra ed il tunnel sotto il Tamigi e in un’area di servizio in prossimità di Cambridge ci fermiamo per riposare qualche ora.
07.08 L’alba non ha impiegato molto ad arrivare..ahimè ! Ci fermiamo nel primo parcheggio P+R che vediamo (Madingley Road parcheggio + bus £ 5,20 per 2 pers.) nella periferia di Cambridge e facciamo una piacevolissima colazione nel vicino prato verde tra le piante ed i coniglietti selvatici che sbucano dai cespugli. Saliamo in bus e in 15 min. Siamo in centro: questa città universitaria ci e’ piaciuta molto più di Oxford: più verde, più elegante ma anche più affollata! Ci rendiamo presto conto che la città e’ antichissima, con una ricca storia alle spalle.
Girovaghiamo per il centro ammirando i negozi e i meravigliosi college: bellissimi il Trinity College ed il King’s College con la sua meravigliosa cappella gotica King’s College Chapel, voluta da Enrico VIII e dedicata alla Vergine Maria. Decidiamo di non visitare internamente i college, preferiamo una visita rilassante della città, godendoci le magnifiche vedute esterne degli edifici e gli spazi aperti visto che la giornata è bellissima con un tepore perfetto per godercela tutta, cosa abbastanza preziosa qui in Inghilterra.
Proseguiamo la nostra passeggiata lungo il fiume Cam, ci intrufoliamo in un matrimonio molto “folkloristico”: con zampognari che suonano melodie in onore agli sposi e signore in abbigliamenti coloratissimi e sfarzosissimi, complete di giganteschi e buffi cappelli. Entriamo nel Sheep’s Green, una delle molte aree verdi della città, tra fiori e alberi secolari, vere e proprie oasi di pace e relax per gli studenti durante i loro momenti liberi. Ci riposiamo lungo le sponde del fiume Cam, si sta benissimo, ci divertiamo ad osservare le bravate dei gruppi di ragazzi italiani in vacanza studio mentre si divertono un sacco sui “punt” , le tradizionali barchette di legno della città che animano il fiume.
Ritorniamo per le vie del centro per un ultimo giro, ci concediamo un po’ di divertente shopping di souvenir e poi velocemente ritorniamo a recuperare l’ auto al parcheggio per riprendere il viaggio. Lasciamo il Cambridgeshire e seguiamo la direzione autostradale “THE NORTH” ed entriamo nel cuore dell’Inghilterra, il Nottinghamshire. Dopo 3 giorni di vagabondaggio per l’ Europa troviamo finalmente un letto vero e proprio lungo l’autostrada per Nottingham, in un hotel della catena Premier Inn (www.premierinn.com) a Tibshelf North ( £50 a doppia – no colaz.) che avremo modo di testare più di qualche volta in questo viaggio: sono hotel completamente anonimi ma perfettamente comodi e funzionali se si è di passaggio e non si hanno grandi pretese.
08.08 Dopo una notte di meritato riposo e colazione inglese abbondante al RoadChef ( £ 14- due pers.), catena di ristorazione quasi sempre annessa all’ hotel, arriviamo puntualissimi alle 10.00 davanti al megacartello “26th Festival of Robin Hood” ( 2 – 8 agosto – £ 5 parcheggio- entrata libera): un brivido d’ entusiasmo ci scorre lungo la schiena, che bello esserci anche noi!
Trascorriamo circa 3 ore dentro la mitica foresta di Sherewood, catapultati in un altro mondo, proprio quello del “Principe dei Ladri” e del suo leggendario nascondiglio. Quest’area boschiva un tempo era foresta reale di caccia ora è diventata area protetta chiamata Sherwood Forest National Natural Reserve, contiene il maggior numero di querce centenarie di tutta l’Inghilterra, quasi 900 esemplari e la più famosa è il Major Oak: è gigantesca, non ci si può avvicinare perché è circondata da un sistema di tralicci che sostengono i suoi enormi e preziosissimi rami. Secondo la leggenda dovrebbe essere stato il rifugio di Robin e dei suoi compagni ,quindi potrebbe avere centinaia di anni ed essere l’unico testimone vivente dell’esistenza del mitico eroe. Questo festival annuale rievoca per una settimana l’antica vita medievale ricostruendo i modi di vivere dei fuorilegge e dei normali abitanti dei villaggi: tra archi, frecce, cantastorie, giullari, damigelle, botteghe artigiane con manifattori di cesti e oggetti in legno, in vimini, di coroncine di fiori per abbellire le teste di grandi e piccini. Ci incantiamo anche noi assieme ai bambini al passaggio del mitico fuorilegge e dei suoi uomini fidati tra i sentieri del bosco. Ci sono pic-nic sparsi ovunque, spettacoli d’intrattenimento, musiche popolari e non potevano mancare salsicce e boccali di birra in gran quantità, ma l’antipatico Sceriffo di Nottingham non l’abbiamo incontrato!
Ci siamo divertiti tantissimo e dopo aver acquistato qualche ricordo al shop del villaggio, siamo andati a fare una visita veloce in paese, davanti alla chiesetta dove, secondo la leggenda, Robin sarebbe convolato a nozze con la sua bella Mary.
A malavoglia abbiamo lasciato questo mitico luogo e in un’oretta di auto abbiamo raggiunto il parcheggio P+R alla periferia di Nottingham( £3 a pers. A/r con tram) che in poco tempo ci ha portato in centro. E’ piccolo e grazioso con la sua piazza centrale, la Old Market Square , attorniata da bei edifici a graticcio, nel mezzo un divertente luna-park e delle vasche enormi di sabbia brulicanti di bambini esaltati cercano di portare una ventata di mediterraneo e riscaldare un po’ l’ambiente in questa città tipicamente nordica.
Ci portiamo verso la Castle Zone: arriviamo ai piedi del castello del XVII sec. Simbolo della città, costruito sui resti di quello medievale che un tempo era il quartier generale del malvagio sceriffo di Nottingham. Rimaniamo affascinati, ci piace molto ma per questioni di tempo o meglio a causa degli assurdi orari di chiusura (uscita obbligata dall’area del castello ore 18,00) riteniamo che non è il caso di visitare tutto in fretta e furia. Lo ammiriamo esternamente, arroccato su un crostone di roccia lacerata da un labirinto di caverne e cunicoli scavati dall’uomo e risalenti al medioevo, usati come nascondigli o prigioni, tutto’ora visitabili. Deve essere molto suggestivo.
Accanto al castello, scavato su un altro pezzo di roccia, si trova ” Ye Old Inn to Jerusalem”, il più antico pub d’Inghilterra, risalente al 1183 d.C., epoca delle Crociate: nato come antica locanda di ristoro per i cavalieri crociati diretti in Terra Santa. All’interno e’ molto particolare: le sue stanze, ricavate dalla roccia, sono di grande atmosfera, ogni angolo sprigiona storia e mistero. Si possono visitare le grotte sotterranee dove un tempo si produceva la birra. E’ ancora intatta una cella angusta, molto impressionate, con un foro sopra per far passare l’aria dove si dice che una volta venivano rinchiusi i soggetti pericolosi che avevano commesso crimini o avevano ecceduto nel bere. Ci siamo gustati una birra, beh non proprio una! Abbiamo girovagato per le stanze-museo, abbiamo cercato il fantasma del vecchio Yorkey che a quanto pare da secoli si aggira all’interno del pub ma non abbiamo avuto nessun incontro particolare.
Lentamente ritorniamo in centro, al luna park ci gustiamo un notevole panino con salsicce giganti arrostite su una specie di paiolo enorme di carboni ardenti, molto bello da vedere , riprendiamo poi il tram per il parcheggio, concludendo così la nostra giornata dedicata a questo mondo di miti e leggende.
Prendiamo l’autostrada A1, seguiamo sempre la direzione THE NORTH e ci fermiamo lungo la strada a Carcroft in un hotel della catena Travelodge (£ 56,00 a doppia – no colaz. Www.travelodge.co.uk): anche questo molto spartano e anonimo ma ideale per un comfort essenziale. Cena veloce al pub adiacente all’hotel e poi riposo.
09.08 Oggi altra giornata fantastica: il mattino lo dedichiamo alla visita della città di York.
Ci fermiamo al parcheggio P+R Designer Outlet 7 ( £4.60 a/r per 2 p.), prendiamo il nostro bus e in 10 min. Siamo in centro. York è semplicemente bellissima: il centro storico è un labirinto di viuzze strettissime di ciottolato antichissimo e sconnesso, attorniate da casette a graticcio vecchissime, con muri irregolari, storti, ondulati tanto da sembrare perfino buffe. Ci sono negozietti di tutti i gusti e tipi, locande, pub, uno più bello dell’altro. Percorriamo The Shambles: un tempo la via dei macellai, ne rimane una traccia nei piccoli scivoli lungo i lati della via, dove scorreva il sangue dei macelli. Non mi piace molto pensare a questo scorcio di storia e quindi mi godo l’attuale viuzza affollata e graziosa. Vengo catturata dall’insegna di un negozio: “Christmas Angels”, entro subito e mi perdo nei 3 piani di addobbi natalizi, luci, musiche, giochi di tutti i tipi, faccio scorta per il mio albero divertendomi molto.
Proseguiamo il nostro tour e dei rimbombanti rintocchi di campana destano la nostra attenzione, li seguiamo e ci troviamo davanti alla meravigliosa ed imponente cattedrale, si capisce subito che è la regina della città.
Non la visitiamo all’interno ma ci godiamo un po’ di relax sul favoloso parco che la circonda. Rapidamente si riempie di impiegati e lavoratori vari in pausa pranzo: si siedono tutti sul prato a consumare i loro strapieni sandwiches, in perfetto stile anglosassone e noi non possiamo essere da meno: facciamo altrettanto!
Usciamo dal centro storico e passeggiamo un po’ lungo le mura medievali della città che la circondano quasi per intero, circa 5 km, godendoci le varie vedute sotto un bel sole caldo. Ritorniamo lentamente in centro, facciamo qualche ultimo acquisto e poi ritorniamo al parcheggio un po’ stanchi ma contenti.
York la ricorderò per il suo clima un po’ misterioso che l’avvolge: ci sono vari musei di storia della stregoneria e dei fantasmi, visite di case e luoghi infestati. In vari punti del centro storico partono dei tour serali guidati a piedi per le vie della città a caccia di spettri e fantasmi. Questo può essere un aspetto prettamente turistico che fa solo divertire e sorridere ma in fondo mi conferma ancora una volta il grande legame che questi popoli del nord Europa hanno con le loro tradizioni magiche, i loro miti e leggende di origine pagana che personalmente adoro.
Ci rimettiamo in cammino e in poco tempo entriamo nel cuore vero e proprio della mia amata contea dello Yorkshire che ho tanto sognato, immaginato e fantasticato durante le letture dei romanzi delle sorelle Bronte, ambientati proprio in questi luoghi.
Prendiamo la strada statale A64 per Norton e Pickering ed entriamo nello Yorkshire Moore National Park, il regno della brughiera, il paesaggio è proprio quello raccontato in “Cime tempestose” : duro, cupo, sferzato da forti venti, nebbioso, solo il viola dell’erica spezza l’uniforme colore tetro. Facciamo una strada in mezzo alla nebbiolina mista pioggia, non c’è altro, solo pecore sparse ovunque che si perdono nella vastità, alcune dormono perfino lungo il ciglio della strada, incontriamo solo qualche auto, ed arriviamo a Goathland. Parcheggiamo l’auto e andiamo direttamente al nostro obiettivo: la vecchia stazione ferroviaria conosciuta per essere la Hogsmeade station dove il famoso maghetto Harry Potter è arrivato dal suo viaggio con l’Hogwards Express.
La piccola stazione è vecchissima ma intatta e funzionante per un’unica tratta dal paese fin giù a valle a Pichering: è rimasto il tabellone di una volta con gli orari dei treni, il finestrino piccolissimo della biglietteria, il camino che riscaldava l’ambiente, dei vecchi sedili e delle vecchie valigie di pelle. Fuori c’e poca gente, tutti guardano attorno, fotografano, leggono, e cercano qualcosa che li riporti con la mente immediatamente alle scene del film. C’è un bellissimo treno a vapore fermo, tutto in legno con le scritte d’orate “North Yorkshire Moors Railway”, tra le tendine di pizzo dei finestrini riesco a scorgere i tavolini piccoli e lucidi del vagone ristorante.
Ritorniamo poi a piedi in paese per guardarci un po’ attorno, sembra un luogo dimenticato dal mondo: il paesello è piccolissimo, quasi nessuno per strada, magari forse perché son le 17 e come ben sappiamo gli inglesi sono già tutti rincasati, le case sono graziose, perlopiù in pietra, con finestrelle piccoline e muri ricoperti di edera, tante sono adibite a B&B, ovunque intorno ci sono distese di prati verdissimi, con pecore dappertutto, davanti alle case, nei giardini, lungo le strade, i marciapiedi.
Decidiamo di passare la notte in questo paesello, troviamo alloggio nel B&B Moorhaven ( £.55 a stanza, no sito internet tel. 01947 896497): ci accoglie una pimpante ed estrosa signora in una casa tipicamente inglese, leggo poi sul foglietto che questa era la casa del dottore del paese e risale al 1938. Scopriremo più tardi, parlando con la padrona che, Harry Potter a parte, Goathland è conosciuta nel mondo come il paese di Aidensfiled, proprio per essere stata la location di un’importante serie televisiva intitolata Heartbeat (www.glendalehouse.co.uk/pages/heartbeat.htm ),andata in onda ovunque dall’America al Brasile, alla nuova Zelanda, all’Europa in genere, eccetto Italia e Francia! Infatti il luogo principale delle riprese è in centro paese in un vecchio garage-stazione di servizio lungo la strada principale, molto bella da visitare perché stracolma di memorabilia della serie televisiva stessa e in genere dei decenni passati.
Visto che a Goathland piove, decidiamo di spostarci un po’ in giro: riprendiamo l’auto e scendiamo a valle a visitare la stazione vicina di Grosmont. La strada per arrivarci non è molto agevole, è stretta, sconnessa, sdrucciolevole, piena di curve e soprattutto ripida, con un punto massimo di pendenza del 33% ! Dopo aver ringraziato il cielo per essere arrivati integri, facciamo una passeggiata in paese ma seppur grazioso non c’è nulla e nessuno e poi andiamo alla vecchissima stazione e finalmente possiamo vedere una locomotiva a vapore ferma che sbuffa ancora alla grande, come un enorme drago tra il pulviscolo e lo sporco delle montagnole di carbone attorno.
Ci siamo resi conto come gli inglesi siano appassionati di treni e locomotive vecchie, questa linea ferroviaria è la più famosa e caratteristica ma siti-museo del genere sono presenti in varie parti d’Inghilterra, comunque anche se noi non proviamo una vera passione per questo genere di cose, è stato molto suggestivo ed interessante vedere questi pezzi di storia.
Lasciamo Grosmont e ci portiamo verso la costa per raggiungere Withby: una bellissimo porto di pescatori che si estende proprio sulla foce del fiume Esk. Siamo giunti fin qui per gustarci il fish & chip reputato il più buono d’Inghilterra: da Magpie Cafè, ma essendo le 21 riusciamo ad avere a malapena solo le ultime chips, e son buonissime.
Ci gustiamo una bella passeggiata, accompagnati dallo starnazzare dei gabbiani in festa per l’arrivo della bassa marea. Il paese è molto bello, ci sono bellissimi pub in viuzze strette di ciottolato, illuminate da fioche luci che nel buio della notte che sta scendendo sprigionano un alone sinistro. Non a caso lo scrittore Stoker sceglie proprio questo luogo come primo approdo nel suolo inglese del suo conte Dracula che diventa quindi il simbolo del paese e viene raffigurato un po’ ovunque in tanti tetri manifesti che pubblicizzano il museo a lui dedicato.
Sono le 22,15 siamo un po’ stanchi ma decidiamo di fare un’ultima passeggiata, molto bella, fin sopra la collinetta dove si trovano le rovine dell’abbazia medievale e da lì ci siamo goduti una veduta molto romantica di una Withby infuocata dagli ultimissimi raggi di sole.
Ritrovare la strada del ritorno non è stato molto facile, ingenuamente non abbiamo messo in conto che di notte nella brughiera scende spesso la nebbia e molto fitta e lungo queste stradine strettissime, sconosciute e prive d’illuminazione si perdono i riferimenti e non si sa più dove essere. Cercando di evitare la salita del 33% abbiamo percorso la strada più lunga e dopo un po’ di panico per fortuna siamo riusciti ad individuare la lucina del nostro B&B.
10.08 Oggi sveglia prima delle 7, mi voglio godere ancora un po’ la mia amata brughiera; che bello passeggiare nel silenzio, nella pace, tra le pecore che brucano, c’è il sole mattutino che fa brillare i colori e l’aria è molto frizzante, faccio qualche ripresa in giro e poi scambio due parole con un australiano ospite del B&B. Dopo una buonissima full english breakfast, salutiamo tutti e ripartiamo, sempre direzione THE NORTH.
Facciamo la prima sosta a Robin Hood Bay: non ci ha particolarmente entusiasmato, il paese è comunque carino, situato su un’ insenatura del mare e si deve fare una lunga serie si scale per raggiungerlo e accedere quindi al mare che noi abbiamo visto solo molto lontano perché al mattino c’è la bassa marea quindi c’è una distesa enorme di secca con famiglie intere e gabbiani alla ricerca di molluschi e crostacei.
Lasciamo velocemente la baia, seguiamo ancora THE NORTH, passiamo NewCastle e il tunnel sotto il fiume Tyne (£ 1,50), ci fermiamo per una breve sosta ad Almouth, paesello piccolissimo e incentrato sul gioco del golf; facciamo un bel pic-nic sulla spiaggia, veloce perché l’alta marea avanza velocemente, il vento è molto forte e dei nuvoloni nerissimi viaggiano a grande velocità ci godiamo cosi i bellissimi colori del paesaggio in continuo mutamento.
Continuando il nostro tragitto per THE NORTH, raggiungiamo il confine con la Scozia, facciamo la foto di rito al cartello SCOTLAND, ci fermiamo al primo paese Coldstrem e facciamo un po’ di acquisti di viveri e beni di prima necessità una breve passeggiata e rimettiamo piede in Inghilterra.
Ci riportiamo lungo la costa e troviamo alloggio in un bel B&B, abbastanza lussuoso sul lungomare, nel paesello di Seahouses ( www.gunrockseahouses.co.uk/ – £76 a doppia ) E’ tardi e decidiamo di rilassarci e mangiare qualcosa in camera. Ci concediamo due passi per il paese tanto per concludere la giornata e goderci gli ultimi raggi di luce ormai lontani e inghiottiti dal mare. Fa abbastanza freddo, il paese ovviamente è deserto, c’e solo l’ Old Ship, il bellissimo pub che contiene vita e calore. Andiamo al piccolo porto a sentire il rumore calmo del mare, giriamo tra le vie deserte guardando distrattamente un po’ ovunque. Prestiamo attenzione alle vetrine di un negozio che ha tutta l’aria di essere più che altro un museo in quanto stracolmo di cose vecchissime, immobili sugli scaffali da moltissimo tempo, ricoperte da un dito di polvere. Questa miriade di vecchi soprammobili, giocattoli, attrezzi da cucina, arnesi vari ci fanno istintivamente sorridere e prendere in giro questo popolo ma nello stesso tempo ci scatenano un po’ di nostalgia del tempo passato e pensiamo a quanto è fantastica questa terra che riesce a mantenere ancora degli angoli “incontaminati” , quasi incuranti del tempo che passa. Siamo tentati per un attimo di andare al pub a prolungare la serata ma meglio andare a riposare.
11.08 Oggi altre nuove meraviglie ci aspettano: al mattino raggiungiamo la cittadina di Alnwick dove un bellissimo castello ci aspetta. Qui sempre il nostro maghetto H. Potter ha avuto le prime lezioni di magia (ticket solo per il castello circa £11 a pers. Con visita dei giardini il costo e’ doppio)
Questo castello è imponente, meraviglioso, sotto un cielo cupo con grossi nuvoloni animati dal vento che creano tante ombre giganti in movimento, tutto è semplicemente perfetto, non potevo chiedere di più per immergermi totalmente in questo mondo magico.
Qui vive il duca della regione del Northumberland con la sua famiglia, discendenti dell’antica dinastia dei Percys. In vari luoghi del castello si vedono foto e oggetti vari dei residenti, collezioni priviate di meravigliosi quadri, arazzi, vasi, mobili che mostrano il potere e la ricchezza di questo casato fin dal lontano 1300. Finita la visita andiamo nella zona ricreativa adiacente al castello, dove piccoli e grandi si divertono : scegliamo gli abiti e gli ornamenti che più ci piacciono, ci vestiamo da castellana e guardia del castello, gironzoliamo tutti agghindati, ci fotografiamo e ridiamo come matti.
Usciamo dal castello all’una appagati e divertiti, ci dirigiamo finalmente alla meta simbolo di questo nostro viaggio: il Vallo di Adriano, percorriamo la strada B6318 costeggiandone i vari tratti da est ad ovest fino quasi a Carlisle. Lungo il tragitto ci sono sia siti liberi che a pagamento gestiti dall’ente English Heritage (www.english-heritage.org.uk/) . Noi ci siamo fermati per una breve sosta a Carrawburgh in un parcheggio lungo la strada: abbiamo passeggiato un po’ nella valle, in balia di fortissime e freddissime raffiche di vento e siamo giunti fino alle rovine di un tempio romano dedicato ad una certa Dea Mithras.
Abbiamo ripreso il cammino in direzione Brampton, in piena regione della Cumbria, con l’intenzione di trovare un alloggio, e lungo la strada che porta al confine con la Scozia, nei pressi di Blackford, seguiamo le indicazioni per una farm e dopo circa 1 km in mezzo ai campi, troviamo questa casa desolata (The Gill Farm, no sito web, £ 40 a doppia, bagno comune tel.01228-675326)
Una enorme e datata signora ci accoglie in una cucina molto rustica con un puzzo di fritto ovunque e ci apre le porte ad una cameretta molto graziosa, con due letti con copriletti a fiori e balze e pieni di cuscini, il servizio da the’ e dei dolcetti vari sul tavolino ci danno il benvenuto, tra le tendine di pizzo della finestra vedo le piante piegate dalle raffiche di vento freddo, che dire …non potevamo stare meglio .
Sbircio più tardi gli altri ambienti della casa: tutto ha un arredamento pesante, di legno scuro, i colori e le fantasie della moquette si scontrano con quelli dei divani, dei tendaggi, dei coprilume, ci sono due caminetti con della strana legna finta, illuminata da una lucina interna, color fuoco. A prima vista tutto stride, nausea ma nello stesso tempo mi piace, mi da’ un senso di calore, di relax, di dolcezza di altri tempi: per un attimo la mia mente mi porta alle fredde, buie e lunghissime serate invernali di questi luoghi, battute da forti venti e nevicate e questi salotti ovattati che giusto riscaldano il corpo ed il cuore.
La nostra padrona ci avvisa che va a letto presto, verso le 10, che non da’a nessuno le chiavi di casa sua e quindi decidiamo di farci una veloce doccia per ritemprarci e riprendiamo l’auto per andare nel primo paese scozzese dopo il confine: Gretna Green. Abbiamo circa un’ora e mezza di autonomia prima del coprifuoco, quindi facciamo un veloce giro in paese, totalmente deserto e niente di speciale da vedere, così ci mangiamo un buonissimo e gigante fish&chip.
Rientriamo alla farm puntualissimi, tutti già dormono, salendo le scale di legno scricchiolanti e rumorose ci rendiamo conto che qui la vita ha ritmi lenti ancora “antichi” legati ai cicli della natura.
Nonostante ci troviamo in un luogo fuori dal mondo, sperduti nelle vallate del nord dell’Inghilterra, non sapendo neanche esattamente dove, rientrando alla farm, vediamo parcheggiata una moto italiana, davvero pazzesco!
12.08 L’indomani facciamo conoscenza: sono due giovani che ritornano da una settimana in Scozia, facciamo un’ abbondantissima colazione assieme nella sala da pranzo della casa scambiandoci le nostre avventure di viaggio e poi ripartiamo con calma.
Oggi decidiamo di rispolverare un po’ di sano patriottismo rendendo onore ai nostri compagni conquistatori e dedichiamo quindi la mattinata alla visita di un sito romano e del vallo.
Ci fermiamo a Gilsland, piccolo e solitario paesello, parcheggiamo e ci incamminiamo lungo il vallo.
Il tempo ci assiste e facciamo una bellissima e rilassante passeggiata in mezzo al verde immersi nel silenzio, solo il vento, a volte forte a volte lieve, sibila nella vallata. Incontriamo ogni tanto qualcuno, ci fermiamo a guardare i resti delle torrette, dei fortini, di un grande ponte e all’improvviso il solito nuvolone scarica una veloce e intensa pioggia ma fortunatamente siamo arrivati appena in tempo al sito dell’ English Heritage di Birdoswald e ci tuffiamo dritti dentro allo shop, compriamo dei ricordi tra i quali un carinissimo plaid di lana riciclata, così durante gl’ inverno mi ricorderà sempre questi bei momenti.
Questo sito a pagamento ( circa £6 a pers.) comprende un insediamento romano molto grande, con parecchio da visitare ma noi siamo già soddisfatti di quello che abbiamo visto, così lentamente ritorniamo camminando sopra le rovine del vallo da veri centurioni romani. Riprendiamo l’auto e ci rimettiamo in marcia e passata la città di Carlies il nostro viaggio è arrivato al giro di boa, ora dobbiamo seguire la direzione The South e lentamente ridiscendere. Entriamo tra i monti nel Lake District National Park lungo la strada A592 tortuosa, stretta, molto trafficata, costeggiamo il lago Ullswater, ci sono vedute molto panoramiche, direi molto simili ai nostri paesaggi di alta collina; il tempo si alterna tra pioggerella finissima e raggi di sole flebili, creando dei bellissimi giochi di luce che cerco d’ immortalare con la mia fotocamera. Arrivati a Windemere, noto centro turistico del parco, molto affollato, proseguiamo diretti a Grasmere, paese altrettanto noto ma molto più piccolo.
Sono le 17 e come al solito gli inglesi cominciano il rientro e in breve tempo il centro rimane quasi vuoto, tutto per noi. All’angolo di una via, in una piccolissima casetta bianca, c’è ancora un po’ di gente in fila per entrare, ci avviciniamo incuriositi e vediamo un piccolissimo negozio di biscotti ancora arredato in stile ‘800, con le ragazze al bancone vestite con cuffiette e grembiulini bianchi di pizzo come un tempo. Scopriamo di trovarci nel biscottificio artigianale di Sarah Nelson, considerato il più antico d’Inghilterra, risalente al 1860 e famoso per la sua unica e segreta ricetta dei gingerbread, i biscotti allo zenzero, (www.grasmeregingerbread.co.uk) adorati in tutto il nord Europa. Compriamo anche noi il nostro pacchettino di biscotti e filiamo via contenti e soddisfatti assieme agli altri inglesi, perché son le 17,30 e anche loro stanno chiudendo.
Continuiamo la nostra passeggiata per il centro, che scopriamo essere molto bello, curato ed elegante,ci sono molti negozi carini e la maggior parte ricorda la famosa scrittrice Beatrix Potter che nacque e visse in questi luoghi del Lake District. L’immagine del protagonista delle sue fiabe, il coniglio Peter che ha fatto sognare i bambini di tutto il mondo è un po’ ovunque, su cartoline, libri, soprammobili, indumenti e oggetti per bambini, per la cucina e la casa.
Ci portiamo alla vecchia chiesa di St. Oswald e raggiungiamo subito il gruppetto di persone attorno ad una tomba nel cimitero adiacente, scopriamo essere quella del poeta Wordsworth che visse a Grasmere parecchi anni. Ritorniamo al parcheggio oramai deserto ma per noi turisti son solo le 19 e abbiamo ancora tante cose da fare! Dopo un veloce spuntino ripartiamo e decidiamo di scendere in direzione Liverpool, troviamo alloggio in un Premier Inn lungo la statale che porta a Manchester ( £59 a stanza – no colaz.)
13.08 La giornata viene dedicata alla visita di Liverpool che ho sognato tante volte di vedere! Entriamo in città, fortunatamente non c’è molta confusione ma non abbiamo uno straccio di mappa e quindi non abbiamo idea di dove trovarci. Solo l’ indicazione Everton dice qualcosa al mio calciofilo, decidiamo di seguirla e raggiungiamo il parcheggio dietro allo stadio di Anfield Road dove gioca il Liverpool. Il mio guidatore è troppo felice di trovarsi davanti alla famosa scritta ” We’ll never walk alone” davanti all’entrata dello stadio, facciamo qualche foto, visitiamo lo shop, prendiamo qualcosa per gli amici a casa e poi proviamo ad incamminarci verso il centro anche se ci rendiamo conto subito che è molto lontano. Lo raggiungiamo dopo forse più di 4 km a piedi tra le vie ed i quartieri della città. Entriamo nel cuore di Liverpool, girovaghiamo per le vie affollate di gente, piene di negozi, fastfood e ristoranti, ad un tratto leggo su una vetrina il nome del negozio: Hard day’ s night shop ( www.harddaysnightshop.com/) e velocemente capiamo che siamo entrati nel quartiere dei Beatles dove nacquero e diventarono quelli che tutto il mondo conosce, il Cavern Quarter. Passiamo davanti al The Grapes il pub dove erano usuali bere birra dopo i concerti, e il mitico The Cavern il locale dove si esibivano. E’ molto suggestivo, si scende sottoterra per parecchie rampe di scale e si entra in questo pub bunker dove le luci sono soffuse, la musica è alta e ogni centimetro è coperto di scritte, foto, pitture, dediche, memorabilia dei FabFour, in fondo al pub ancora il posto dove si esibivano, ci facciamo una foto anche noi tra gli strumenti musicali e poi sorseggiamo una Guiness girovagando per il pub. Siamo fortunati perché ci sono poche persone, non è un’ora di punta, e quindi riusciamo a gustarcelo tranquillamente.
Ritorniamo in superficie, compriamo qualche ricordo all’Hard day’ s night e continuiamo il nostro tour cittadino. Ci portiamo al Pier Head il molo principale di Liverpool e alla vecchia zona portuale dell’Albert Dock ora trasformato in un centro ricco di negozi particolari, pub e ristoranti. Visto che inizia a piovere a dirotto ne approfittiamo per rimanere sotto i portici e mangiarci qualcosa mentre osserviamo la città sotto il diluvio, solo lo Yellow Duck Marine continua il suo giro incurante della pioggia: un divertentissimo sottomarino giallo che va e viene per i canali e poi tira fuori le ruote e continua il giro per le strade della zona portuale facendo divertire i turisti. Questi inglesi non perdono occasione per trasformare anche una banalità in qualcosa di divertente e particolare, comunque sempre qualcosa che possa valorizzare la loro storia e cultura. Visitiamo il quartiere cinese, la zona della cattedrale e poi cominciamo a guardarci attorno per trovare qualche punto di riferimento per la strada del ritorno. Grazie all’aiuto di due simpatici vecchietti, allibiti dalla spiegazione del nostro tour a piedi, capiamo di trovarci dall’altra parte della città, quindi ripercorriamo velocemente il centro lasciandocelo alle spalle ed iniziamo il lungo ritorno. Pensiamo di prendere qualche bus ma sotto un’ impalpabile e finissima pioggerella, quasi nebbiolina, ridendo, scherzando e commentando le cose viste, ci ritroviamo nel nostro quartiere Everton. Siamo preoccupatissimi di trovare ormai chiusi gli accessi al parcheggio ma da lontano vediamo, come un miraggio, la nostra auto, sola soletta, ancora integra e soprattutto ancora tutti i cancelli aperti ! E’ stata una giornata bellissima, siamo stati veramente folli a fare tutti questo km a piedi ma almeno posso dire di aver visto la mia amata Liverpool in lungo e largo. E’ proprio come pensavo, la città più “inglese” di tutta questa vacanza, con i suoi colori grigi, tetri, il clima piovigginoso, i suoi quartieri tipici di casette per lo più di mattoni rossi, che sembrano tutte uguali, fitte, attaccate e strette, con le brevi rampe di scalini per entrare, con i loro finestroni lunghi e bordati di stucchi bianchi, proprio quelle che tutti abbiamo visto migliaia di volte nei documentari dei quattro miti della città.
Distrutti ritorniamo a dormire nel Premiere Inn della sera precedente.
14.08 Oggi giornata dedicata alla visita dell’altra grande città del centro Inghilterra: Manchester.
Il mio guidatore sportivo annusa anche qui odore di palloni famosi, seguiamo le indicazioni per il quartiere Old Trafford e velocemente ci troviamo davanti al tempio del calcio per eccellenza, il mitico stadio dove gioca il Manchester Utd: ha realizzato il suo piccolo sogno di questa vacanza.
Foto di rito a fianco della sua auto con lo stadio da sfondo, per mostrarla poi a tutti gli amici! E poi dritti a prenotare il tour. Qui il business è pazzesco, arrivano flotte di famiglie intere, ragazzi, persone di ogni età e nazionalità. Il tour (£14,00 a pers.) è molto bello e interessante anche per chi non è amante del calcio. Abbiamo conferma che il calcio inglese è vissuto diversamente rispetto all’Italia: qui c’è molto rispetto e serietà per lo sport stesso e per tutto ciò che lo circonda, non solo qui all’Old Trafford ma ovunque gli stadi sono pulitissimi, funzionali, sicuri e soprattutto amati dai loro tifosi.
Durante il tour visitiamo il museo della storia della squadra, le vincite, le coppe, ci portano negli spogliatoi, nel bar riservato ai giocatori prima delle partite, ci facciamo le foto nella zona “visitors” dove siedono gli allenatori della squadra avversaria e poi in altri punti strategici dello stadio per ammirarne l’imponenza. Finiamo il tour ovviamente dritti dentro lo shop dove ci sono un sacco di articoli bellissimi e ci vuole veramente un attimo per spendere una follia ma noi facciamo prevalere il controllo e ce ne andiamo soddisfattissimi e felici. Riprendiamo l’auto per portarci in centro città. Parcheggiamo nel grandissimo Salford Park, sotto la stazione centrale ricavato dagli ex magazzini generali.
Anche oggi non abbiamo mappe ma seguendo la gente e le guglie della cattedrale arriviamo velocemente nella piazza centrale. Dedichiamo solo una visita rilassante di qualche ora, niente di più. Passeggiamo senza meta tra i mercati e le vie del centro in mezzo ad una marea umana di ogni cultura, ceto sociale e nazionalità ma italiani niente. Passiamo davanti alla bella cattedrale, all’antichissimo e affollatissimo pub Wellington e lentamente ritorniamo al parcheggio. Sono le 17, senza particolari problemi usciamo dalla città, facciamo solo una piccola deviazione per vedere velocemente l’altro stadio del Manchester City, molto meno leggendario ma nuovissimo, bello ed avveniristico.
Seguiamo quindi la direzione per il Peak District National Park, nella regione del Derbyshire. Passiamo per la cittadina di Glossop, percorriamo poi stradine in un continuo saliscendi, completamente immerse in stupende vallate ricoperte di arbusti d’erica, prati e pecore ovunque che si alternano a zone di rigogliosa foresta. Ci sono sparse gruppi di case in pietra, fattorie e qualche B&B ogni tanto. Noi ci fermiamo lungo il tragitto, nel paesello di Ashford in the Water nel Willow Cottage, immerso nel verde ( no sito web – £ 60,00 a stanza – bagno comune – tel.01629 814132)
In questa tipica casa inglese ricoperta d’edera, ci accolgono una signora di mezza età, un vivacissimo cane ed un dolcissimo micio, non ci poteva andare meglio di così. Dopo un po’ di relax, andiamo in escursione del luogo circostante. Ci rendiamo conto ben presto di trovarci in un paesello graziosissimo. Sta scendendo un fitto buio, ci sono pochissime luci deboli che illuminano le viuzze strette di ciottolato, si vedono delle casette di pietra piccole, perfette, per la maggior parte sono case vacanza, la vecchia chiesa metodista attorniata dal piccolo cimitero, il lento corso d’acqua con ancora qualche anatra, poche panchine di legno dove sedersi e contemplare questo angolo di pace, fuori dal mondo. Decidiamo di concludere la serata al Robinsons’ pub: ci sentiamo un po’ osservati, molto probabilmente non sono abituati a vedere italiani, questi luoghi sono frequentati per lo più dal turismo inglese. Ci gustiamo una favolosa birra di produzione del pub stesso: la Old Tom, una nera molto corposa e forte.
Nonostante la stanchezza, le due birre, il buio pesto, cerchiamo tentennando di trovare la via del ritorno e ci rianimiamo quando in lontananza vediamo la lucina del nostro B&B.
15.08 Oggi dopo abbondante e ghiotta colazione nel sala da pranzo della padrona di casa, salutiamo signora e amici quadrupedi e ci portiamo ancora più in giù e facciamo una sosta ad Ashbourne per fare un po’ di spesa di viveri per la giornata. Anche questo è un graziosissimo paese ma qui ci rendiamo conto che tutti i piccoli centri abitati sono delle vere chicche. Facciamo una passeggiata, qualche foto e poi riprendiamo il viaggio lasciando definitivamente il Peak District e scendendo verso la costa est per avvicinarci sempre di più a Dover. Non abbiamo voglia di ritornare dritti a casa così decidiamo di concederci un’altra notte in giro per l’Inghilterra. Ci fermiamo così a Colchester in un Premier Inn appena fuori dall’autostrada (£ 64 a stanza no colaz.) e poi il nostro obiettivo sarebbe trascorrere l’ultima serata in una località di mare, mangiando qualcosa in qualche locale, passeggiare e vedere un po’ di movimento e vita, optiamo quindi per la cittadina sulla costa di Clacton on Sea. Abbiamo commesso una grossa svista però: non abbiamo fatto i conti con lo stile di vita inglese, molto diverso dal nostro. Arriviamo a Clacton e non possiamo credere a quello che ci si presenta: locali, ristoranti, pizzerie chiusi o vuoti che stanno per chiudere, il mega lunapark sul mare oramai quasi addormentato, sta spegnendo le ultime luci, persone a passeggio sul lungomare: solo noi due scemi !
Solo la via centrale, una Las Vegas dei poveri è ancora sveglia: le sale da gioco però sono oramai semivuote e danno un senso di tristezza. L’abbiamo presa con molta filosofia, subito esterrefatti e incavolati poi ci siamo messi a ridere alla grande a pensare ai nostri grandi progetti tipici da riviera romagnola e alla nostra illusione che questi inglesi potessero almeno somigliarci in qualcosa.
Oramai affamati, abbiamo fatto la nostra abbuffata all’unico Mc Donald ‘s. Ritorniamo stanchi al nostro hotel e ci consoliamo con una birra al vicino pub.
16.08 Ora non ci sono più scuse, bisogna ritornare, le vacanze stanno volgendo al termine: in direzione di Dover, facciamo una tappa al Castello di Leeds che non siamo riusciti a visitare l’anno scorso. E’ un castello bellissimo, sontuoso, annoverato tra i più belli d’Inghilterra. Non abbiamo intenzione di passare molto tempo, non entriamo, ci vorrebbe molto tempo per visitarlo con calma per ammortizzare il costosissimo biglietto d’entrata.
In compenso facciamo una bellissima passeggiata, partendo da un sentiero esterno al parco del castello, scoperto così per caso, girovagando attorno, perché il mio intento è ammirarlo almeno in lontananza . Passeggiamo nel silenzio in un campo in mezzo ad un sacco di pecore al pascolo e ora della fine ci troviamo dentro al parco del castello. Così ci divertiamo a dar da mangiare a oche, anatre, pavoni e possiamo ammirare il nostro meraviglioso castello in tutta tranquillità divorando i nostri ultimi sandwiches.
Riprendiamo il percorso e arrivati a Dover andiamo dritti al porto per accaparrarci il nostro biglietto d’imbarco, scelto alle 22.30 ( £ 90) . Trascorriamo le ultime ore in terra inglese rilassandoci sul lungomare e abbuffandoci per l’ultimissima volta di ghiotti fish & chip (forse i più buoni di tutta la vacanza).
La traversata della Manica è stata tormentosa, il mare era molto agitato, così sono rimasta seduta sulle panche fuori, nel buio della notte, tra le raffiche di vento, immobile, per non peggiorare il mio malessere fisico, gli occhi chiusi e le immagini dei momenti più belli e indimenticabili di questo viaggio scorrevano davanti a me una dietro l’altra : è così che ho salutato la mia amata Inghilterra.