Dieci giorni nepalesi

Breve itinerario tra la Valle di Kathmandu e il Parco Chitwan
Scritto da: medea77
dieci giorni nepalesi
Partenza il: 27/11/2014
Ritorno il: 08/12/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
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Il Nepal non è facilmente raggiungibile. Infatti, c’è voluto un volo di due scali per arrivarci. Dopo varie ricerche abbiamo trovato un volo a 650 euro (comprensive di assicurazione sanitaria e annullamento viaggio) con partenza giovedì 27 novembre da Venezia alle 19.20 e ritorno domenica 7 dicembre alle ore 20.40. Gli scali sono stati a Roma e Abu Dhabi, abbastanza faticosi, soprattutto il primo, perché in notturna rispetto all’ora italiana.

L’itinerario che abbiamo scelto è quello classico: Valle di Kathmandu e Parco Chitwan, abbiamo eliminato Pokhara perché con 9 giorni complessivi sarebbe stato un eccessivo tour de force, ma così l’itinerario è stato perfetto per il numero di giorni a disposizione.

Arriviamo venerdì 28 novembre alle 19.40. Le pratiche in aeroporto sono molto più veloci di quanto ci aspettiamo, la coda per il controllo passaporti è maggiore per i nepalesi che rientrano in paese, mentre ci sono pochi turisti. Quindi, fatto il visto, ritirate le valigie, siamo già fuori a cercare l’omino dell’albergo che ci aspetta per portarci alla destinazione, quello che sarà il nostro albergo per le prime tre notti a Karhmandu.

Kathmandu Friendly Home

Thamel, Kaldhara, Thamel, 44600 Kathmandu, Nepal

L’hotel è nel cuore di Thamel, ma nello stesso tempo appartato dalle vie piene di turisti, di locali e di clacson. All’inizio sono stati molto accoglienti e ci hanno aiutato a portare su le valigie. Acqua calda. Abbiamo chiesto il letto matrimoniale e ci hanno cambiato la stanza. Colazione discreta.

Dopo il primo giorno siamo stati lasciati un po’ a noi stessi, abbiamo chiesto due volte di acquistare i biglietti dell’autobus per il Chitwan, ma, dopo averci detto due volte di sì, la terza hanno detto che non potevano… e il giorno della partenza abbiamo portato giù le valigie da soli dal quinto piano. Dovevano chiamarci un taxi, invece, per lo stesso prezzo di 200 rupie ci avevano chiamato un risciò per noi e due valigie enormi. In camera ci hanno dato un solo asciugamano. Inoltre sì, ci vengono a prendere in aeroporto, ma, anziché farci pagare 8$ come scritto nella mail, ce ne hanno fatti pagare 10!

La prima sera non abbiamo granché voglia di fare festa, ma sicuramente c’è il tempo per cercare un locale vicino all’albergo e mangiare qualcosa. L’Electric Pagoda fa proprio al caso nostro, a due minuti a piedi, locale rilassante dove c’è la possibilità di stare seduti ai tavoli all’interno, oppure in giardino, o ancora nel porticato sedendosi senza scarpe sui cuscini. Il cibo è buono e la musica d’atmosfera. 1170 rupie in due (1 piatto newari, momo, birra e coca cola).

29/11/2014

Oggi sveglia con calma, colazione con altrettanta. Alle 10 usciamo dall’albergo decidendo di andare a Patan. O non siamo bravi nella contrattazione col taxista o i prezzi sono leggermente aumentati rispetto a quanto scritto sulla Lonely Planet (400 rupie sola andata), ma abbiamo comunque risparmiato considerato che al ritorno, alle porte di Patan, abbiamo atteso un autobus che ci ha riportato a Thamel per 15 rupie a testa!! L’ultimo pezzo del tragitto l’abbiamo fatto a piedi e abbiamo comprato un samosa da un ragazzino per strada, era molto buono e nonostante la scarsità igienica ne siamo sopravvissuti senza nemmeno un dolorino di stomaco (il ragazzino manipolava accuratamente i soldi e poi prendeva in mano il cibo…sono esperienze forti!). Patan è molto carina, l’abbiamo visitata in circa 4 ore, compresa sosta in un bar con vista dall’alto sulla piazza. Abbiamo visitato Durbar Square e seguito l’itinerario consigliato dalla Lonely.

Siamo rientrati in albergo verso le 15 e dopo un sano riposo abbiamo preso un altro taxi per il tempio delle scimmie (Swayambhunath), che non si sa perché ci è costato 300 rupie all’andata e 350 al ritorno. Questo tempio è stata una delle cose che ci hanno maggiormente entusiasmato, non tanto per la stupa con la sua immensa e mistica scalinata, ma per le scimmiette che popolano il luogo che hanno saputo allietare il crepuscolo con tenere scene familiari e mosse acrobatiche. Ad aumentare l’atmosfera ci pensano i fedeli, monaci compresi, a girare intorno alla stupa durante le preghiere.

La serata finisce in un altro ristorantino di Thamel. Non ne abbiamo molti da consigliare, ma per i prezzi che hanno e la poca varietà, se vi piace il piccante e il cibo orientale a base di riso non rimarrete mai delusi.

30/11/2014

Quello che invece ci ha deluso sono stati i gestori del nostro albergo. Per fortuna in mattinata abbiamo chiesto per la terza volta se erano arrivati i nostri biglietti per l’autobus per il Chitwan e ci hanno detto solo allora che non li potevano ordinare!! Così siamo corsi ai ripari ad un’agenzia vicina, dove li abbiamo pagati 650 rupie cadauno comprese le tasse di commissione, non male paragonandoli a quelli lussuosi della Greenlane che costano 20$ solo perché hanno l’aria condizionata e tutto sommato a fine novembre se ne può fare a meno!! Se andate in un’agenzia fate bene attenzione che capiscano dove volete andare, infatti nel nostro caso avevano capito, non si sa in base a quale motivo visto che non abbiamo nominato altri posti se non il Chitwan e non abbiamo parlato né di montagne né di trekking, che andavamo a Pokhara e io me ne sono accorta perché avevo “studiato” e non mi tornavano gli orari degli autobus!

La giornata di oggi è dedicata a Kathmandu, la parte vecchia. Partiamo a piedi da Thamel per percorrere l’itinerario (sempre della Lonely) a nord di Durbar Square, anche in questa zona ci sono molte cose da vedere. E poi ci fermiamo in un ristorantino locale poco visibile che invece segnalerò perché è uno di quei posti poco turistici dove adoro mangiare:

Bujay Indra Snacks House- Idrachowk Chok Hacchen Galli (o qualcosa di simile). Dove abbiamo speso circa un euro a testa (chowmein buff, momo e due coke).

Arriviamo a Durbar Square circa alle 13.00 e lì restiamo più di un’ora a girarla tutta e a leggere sulla guida le storie dei vari posti. Sicuramente quella più strana e affascinante è quella della Kumari, la dea vivente incarnata in una bambina venerata dalla popolazione nepalese. Dopo Durbar Square facciamo il secondo itinerario seguendo la guida e perdendoci probabilmente nei giardini di case private: i bahal, infatti, sono cortili interconnessi che somigliano molto a labirinti. Questa parte di itinerario è molto bella perché meno turistica e più di vita quotidiana. Da come la gente ci guardava non credo la facciano in molti!

Per vedere bene tutta questa parte di Kathmandu ci vuole quasi una giornata intera. Perciò riteniamo di avere diritto ad un rilassante massaggio (meno di 10 euro!).

La sera ci rilassiamo bevendo birra tibetana e mangiando il dhal bhat, piatto tipico nepalese con riso, carne, una specie di zuppetta e gustosi sottaceti.

1/12/2014

Sveglia presto. Anziché un taxi ad attenderci troviamo un risciò… e dove pensano che mettiamo le nostre due valigie enormi? Un po’ arrabbiati andiamo a fermare un taxi e per 200 rupie ci facciamo portare alle stazione degli autobus (lo stesso prezzo del risciò). Potevamo andare anche a piedi ma le sveglie all’alba ci distruggono….

Il viaggio in autobus passa anche abbastanza velocemente e all’arrivo a Sauraha troviamo un ragazzo del nostro albergo che prontamente ci porta in jeep (servizio incluso nel prezzo dell’albergo stesso).

Chitwan Gaida Lodge

Bachhauli-2, Sauraha, 32909 Sauraha, Nepal

Abbiamo alloggiato in un bungalow ampio e spazioso, con grande bagno e vasca, addirittura un letto in più oltre ad un matrimoniale enorme. La connessione wi-fi ha sempre funzionato così come l’acqua calda. La luce ogni tanto saltava ma questo è tipico del Nepal. Buona la colazione con uova, patate e pane e marmellata. I bungalow sono immersi nel verde e ci sono amache su cui poter rilassarsi. La sera abbiamo sempre mangiato lì, c’è un’ampia scelta sia di menù che di cocktail. Abbiamo scelto tutte le escursioni possibili, non proprio economiche per i prezzi del Nepal, ma le guide ci hanno portato a contatto con la giungla.

Dopo esserci sistemati in quello che per noi, viaggiatori abituati a stanze minuscole, un bungalow di lusso, andiamo a fare un frugale pasto (ovviamente coi momo) e ci accordiamo alla reception per le nostre escursioni.

Subito alle 15.30 ci mettiamo in moto per vedere il tramonto sul fiume, visitare l’allevamento di elefanti, con un cucciolo di pochi mesi (ma enorme) e l’osservazione del coccodrillo lungo il fiume. Forse è imbalsamato perché in tre giorni non si è mai mosso. La sera speravamo di bivaccare con altri viaggiatori, ma gli unici teutonici presenti alle 20 sono andati a dormire. Ok. sveglia alle 5.30… mah…

2/12/2014

Oggi giornata intensa di escursioni. Alle 6.30, dopo una lauta colazione, viene a prenderci una jeep per accompagnarci in riva al fiume, dove ci attende la nostra guida per accompagnarci in canoa e nella jungle walk. Purtroppo il safari in canoa è un po’ una delusione a causa del tempo. Il cielo è grigio, c’è molta nebbia e non si vede al di là del palmo del proprio naso. Ci dicono che in inverno il clima è questo, e anche se non è molto freddo è umido. Il cielo si aprirà soltanto verso le 10, quindi alle 9 scendiamo dalla canoa infreddoliti e con solo qualche avvistamento di volatili.

La passeggiata nella giungla è molto più eccitante. All’inizio la nostra guida ci spiega come comportarci nel caso di avvistamenti di animali feroci: se si tratta di un rinoceronte bisogna nascondersi o correre intorno ad un albero nel caso fossimo nella giungla (il rinoceronte tirerà dritto) o correre a zig zag se siamo in uno sazio aperto; se si tratta di un orso labiato occorre fare molto rumore per farlo spaventare e scappare; se incontriamo una tigre…non ce l’ha detto… Durante la prima mezzora ci prepariamo ad un’altra delusione ma, ad un certo punto, le nostra guide si accuattano dietro ad un cespuglio e ci indicano una massa grigia 15 metri più in là…è un rinoceronte! Siamo rimasti lì per quelle che a noi sono sembrate ore, ma probabilmente erano 5 minuti. La guida ci ha detto che se il rinoceronte avesse deciso di caricarci ci saremmo dovuti nascondere dietro un albero a qualche metro più indietro; ma quando abbiamo visto la sua testa girarsi e guardare nella nostra direzione ci si sono congelate le gambe! Dopo qualche minuto ce ne siamo andati lentamente e per il resto del tragitto abbiamo visto solo qualche uccello e scoiattoli.

Purtroppo all’ultimo minuto è stato annullato il bagno con gli elefanti, ma quello non è stata colpa degli organizzatori: l’acqua era troppo fredda e gli elefanti non volevano entrare nel fiume, quindi i responsabili del parco avevano deciso di sospendere l’attività proprio quel giorno.

Alle 12.30, dopo il pranzo, si parte per 4 ore di safari in jeep con un gruppo di giapponesi. Per poco non abbiamo incrociato una tigre! Infatti, lungo il tragitto raggiungiamo un’altra jeep ferma, i passeggeri ci fanno segno di stare in silenzio: l’avevano vista arrivando ed era corsa nei cespugli nascondendosi. Noi abbiamo aspettato lì fermi, immobili e in silenzio per più di 20 minuti ma non è più tornata. Per terra c’erano ancora le impronte fresche. Per il resto abbiamo visto diversi cervi e cerbiatti, maiali selvatici, qualche scimmietta e un altro rinoceronte, ma visto a piedi era tutta un’altra emozione.

Dopo una giornata così ci vuole proprio un po’ di riposo!

3/12/2014

Sveglia di nuovo all’alba. Questa mattina, prima della partenza, ci aspetta il safari in groppa all’elefante, di circa un’ora e mezza. Di nuovo solo cervi e maiali selvatici. E’ bello essere in groppa all’elefante ma li trattano veramente male, sono legnate ogni volta che non vogliono fare due passi in più; quindi, tornando indietro non lo consiglierei. Durante il tragitto assistiamo ad un incidente per le tortuose stradine di montagna: un camion era caduto da un dirupo sfondando il gard rail e gettandosi su un fiume; per fortuna solo tornati in Italia veniamo a conoscenza dei tre autobus turistici incidentati nelle ultime sei settimane ….

Alle 9.15 prendiamo l’autobus turistico (anche se di turisti ci siamo solo noi) e alle 15 circa siamo a Kathmandu. Convinti di essere a due passi dall’albergo facciamo la strada a piedi. Purtroppo ci rendiamo conto troppo tardi che l’autobus non ci ha lasciato in Kantipah, la strada con la stazione degli autobus, e destreggiarsi a piedi con le valigie tra le strade di Kathmandu è tutt’altro che semplice. Comunque, tutto è bene quel che finisce bene, riusciamo ad arrivare al capolinea. Dormiamo un po’ in albergo e al risveglio non c’è nulla di particolare da fare se non godersi una serata rilassante

Potala Tourist Home

Tredevi Marg | Thamel, Kathmandu, Nepal

Abbiamo potuto scegliere tra una camera con letto matrimoniale e acqua calda fino alle 18, oppure camera con letti singoli e acqua calda 24h/24. Abbiamo scelto la prima considerando la compatibilità con i nostri orari di spostamento…ma non considerando il fatto che in Nepal la corrente va e viene. La staff è sempre stato molto disponibile a darci informazioni e ad organizzare le nostre gite. Con loro abbiamo organizzato la gita in giornata che comprendeva Nagargot e Bhaktapur per 5000 rupie con automobile dell’albergo. Abbiamo accettato la proposta considerata la lunghezza degli spostamenti. Invece abbiamo preferito andare negli altri posti spostandoci da soli in taxi e con i mezzi locali, un po’ per spirito d’avventura, un po’ perché ci davano dei prezzi spropositati… A volte troppa insistenza nel voler organizzare le nostre giornate. A parte quello la posizione è ottima, all’ingresso di Thamel ma non arriva lo schiamazzo dei turisti e dei clacson. Alla nostra partenza ci hanno fatto accompagnare in aeroporto con l’automobile dell’albergo per sole 700 rupie!

4/12/2014

Sveglia alle 8,30. Alle 9.15 appuntamento con l’autista dell’albergo che in circa un’ora e 20 minuti ci porta a Nagarkot, ai piedi della torre. In paese non c’è assolutamente nulla da vedere, molti si fermano la notte per vedere l’alba, ma a noi basta soffermarci un’oretta ai piedi dell’Himalaya godendo di una vista meravigliosa e fare un po’ di fotografie. C’è una torretta dove si può spericolatamente salire (spericolatamente perché nel primo punto gli manca la scala e bisogna arrampicarsi) ma solo Luca ha il coraggio di avventurarsi.

Da Nagarkot il nostro taxista ci porta a Bhaktapur in 40 minuti circa. Bhaktapur è veramente bella, anche in questo caso, anziché elencarsi i templi che abbiamo visto e le piazze, che tanto trovereste in qualsiasi guida, mi limiterò a consigliarvi di seguire i due itinerari della Lonely, anche in questo caso uno più turistico e l’altro più “locale”. Mi è solo dispiaciuto di non riuscire a vedere bene Potter Square, la piazza dei vasai, perché è stata l’ultima che abbiamo visto e alle 17 il sole era già quasi tramontato, la scarsa luminosità non rendeva bene il tutto. Facciamo un aperitivo al Black Oliver e ceniamo in un altro localino per 900 rupie a testa. Tutto sommato non consiglierei di dormire a Bhaktapur a meno che non abbiate bisogno di un po’ di tranquillità. Non ci sono molti locali e non ne abbiamo trovato nessuno con l’happy hour. Ritorniamo quindi a Kathmandu e ci buttiamo a letto distrutti. Domani ci aspetta un’altra sveglia all’alba.

5/12/2014

Questa mattina è il turno di Budhanilkantha, una statua di Vishnu disteso venerata dagli hindu e sede di una suggestiva cerimonia. Ogni mattina e ogni sera i monachelli scendono dal tempio e, mentre uno di loro accompagna la cerimonia con dei mantra dal megafono, in due entrano nel tempio circondato da sbarre di pietra (è comunque possibile assistere alla cerimonia dalle fessure) e lavano la statua con yogurt, latte e acqua, poi lo truccano, lo vestono e lo ricoprono con ghirlande di fiori. E’ stata una delle cose che mi è piaciuta di più di tutto il viaggio. Non abbiamo capito se si possono o meno fare fotografie, il dubbio ci è sorto quando una signora mi ha detto di scendere dalla balaustra su cui mi ero abbarbicata e ho fatto due più due col fatto che nessun’altro l’aveva fatto e che uno dei monachelli mi aveva fissato intensamente mentre stavo facendo migliaia di foto. La cerimonia si svolge per evitare che Vishnu si arrabbi e scuota la terra con un intenso terremoto; il mattino inizia alle 7.15 e dura 45 minuti. Per arrivare a Budhanilkantha vi consigliamo di arrivare a Kantipah e chiedere per gli autobus locali, costo di 20 rupie a testa e si arriva in 20 minuti. L’ingresso al sito è gratuito. Dopo aver assistito al cerimonia vi consigliamo una colazione ai baracchini locali ad assaggiare le dolci prelibatezze nepalesi.

Da lì avremmo voluto proseguire per il monastero di Kopan ma sul sito avevamo letto che era chiuso tutto il mese, peccato! Così abbiamo cercato un altro monastero e trovato buone recensioni per quello di Pulbahari. Il taxista (650 rupie) non ci sembrava molto convinto di sapere dove fosse, tant’è che arrivati a Boudnath ha iniziato a chiedere a tutti e molti lo guardavano con aria perplessa. Alla fine, mascheratosi di aria convinta, ci fa scendere dicendo “dritto e a sinistra lo trovate”. Ovviamente non era lì, sulle recensioni avevamo letto che era su una collina di fronte a Kopan, ma siamo lo stesso scesi convinti che col suo scarso aiuto non l’avremmo mai trovato. Purtroppo questo ci ha costretto a pagare l’ingresso a Boudnath nonostante avessimo spiegato alla guardia che eravamo lì per sbaglio e che avremmo voluto visitare la stupa l’indomani, ma ci ha rassicurato dicendoci che il biglietto era valido per una settimana. Cominciamo a chiedere, e capiamo che la confusione nasce dal fatto che la zona di Boudnath dove siamo capitati si chiama Pulbahati! Perciò fate molta attenzione alle pronunce e meglio se arrivate dai taxisti muniti di indirizzo! Comunque la cosa migliore ci sembra di fermare un gruppo di monaci buddhisti e chiedere direttamente a loro: ci indicano la direzione, ma ci scoraggiamo un po’ dal fatto che sembra essere a più di un’ora di strada. Dopo 10 minuti fermiamo un altro monaco e lì è intervenuto il Karma. Urgen, questo monaco buddhista indiano, aveva la giornata libera e siccome ha un amico che vive proprio in quel monastero e che non vede da molto, ci accompagna volentieri (“adesso lo avviso su facebook che sto arrivando”!!!!). Prendiamo un taxi (che paghiamo noi) che ci porta su attraversando una strada sterrata per 350 rupie e facciamo una visita di un’oretta scortati dai nostri nuovi amici monaci che intanto se la raccontano. Il tempio ci è piaciuto molto, architettonicamente è pieno di decorazioni colorate e regna la pace (dopo Kathmandu ci vuole proprio!). Al ritorno è difficile prendere un taxi perciò ci facciamo una camminata di mezzoretta con Urgen che intanto ci racconta qualche storia buddista. Poi un taxi per Thamel , 450 rupie, e pranzo per 320 rupie in due in ristorantino poco turistico sotto l’albergo. Ora si dorme.

La sera solito giro di locali. Finalmente troviamo un karaoke ma ci sono solo canzoni nepalesi, così chiediamo informazioni per la sera successiva e ritorniamo a dormire.

6/12/2014

Oggi non ci svegliamo in gran forma, nonostante siano le 10 passate (ma ogni tanto ci vuole un po’ di riposo). Forse tutti questi sbalzi termici tra il giorno e la notte non fanno bene alla nostra salute.

Vicino all’albergo dobbiamo ancora visitare i templi delle tre dee (nulla di nuovo rispetto a quanto già visto) e poi entriamo al Giardino dei sogni (169 rupie), oasi di pace dove ci fermiamo a fotografare dei simpatici scoiattoli.

Tarda colazione e via verso le ultime gite. La prima è Pashpatinah. Qui decidiamo di prendere una guida, un po’ perché valeva la pena di dare un senso a quello che si vedeva, un po’ perché il ragazzo che ci ha fermato ci è stato subito simpatico, oltre che ad avere un inglese comprensibile, cosa non facile da trovare tra i nepalesi. Prima ci ha accompagnato nel primo sito illustrandocelo e poi ci ha detto “Se vi interessa avermi come guida sono 1000 rupie” “Facciamo 500?” “ok”. Fatta. Lunga contrattazione!!! Dopo averci accompagnato in tutti i siti più importanti è dovuto scappare dalle sue amiche tedesche!! Continuando la passeggiata nei templi più interni che ci avrebbero portato sulla strada verso Boudnath incontriamo il nostro amico Urgen!! Ma allora è davvero il karma!! Solo che non lo riconosciamo subito perché è in borghese e con altri due amici.

Anche loro vanno nella stessa direzione e così ci portano fino alla stupa (tra l’altro entrano da un ingresso secondario da cui non si paga il biglietto!) e poi a mangiare un piatto di momo (un posto fantastico dove spendiamo 500 rupie in 5!). La stupa visitata alla sera è uno spettacolo di candele illuminate e di fedeli che girano pregando intorno alla stupa. Potrete fare fantastiche foto con diversa illuminazione se arrivate sulle 15.30-16.00 e restate un’oretta.

La sera torniamo a Kathmandu e finalmente troviamo un karaoke dove concludere degnamente la serata. Purtroppo chiude alle 22 e noi arriviamo alle 21.30, ma grazie ad un gestore nepalese cinquantenne patito per i guns and roses restiamo mezzora in più!

7/12/2014

Oggi giornata semplicemente dedicata allo shopping e agli ultimi massaggi prima di andare in aeroporto (700 rupie con l’auto dell’albergo, fantastici!).

Vi consigliamo di acquistare una campana tibetana, il resto lo trovate anche in Italia soprattutto nelle fiere.

Grazie Nepal!

Guarda la gallery
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Nel tempio delle scimmie

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Durbar Square

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Cerimoniale a Patan

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Cerimoniale hindu

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Allevamento di elefanti

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Sulle orme del rinoceronte



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