Dieci giorni in Oman
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Lunedì-martedì 7-8 novembre: Malpensa-Mascate
Partiamo da Malpensa con volo diretto Oman Air delle 19.05 pagato a/r euro 390 a testa. Lasciamo come sempre la nostra macchina in un parcheggio low cost trovato su My.parking.it. Questa volta la scelta ricade su Yes Parking che per 11 gg ci chiede 31,40 euro. Nessun problema, personale molto gentile, consigliatissimo. Il viaggio di 6 ore e mezza è piacevole: ogni posto in economy ha il suo display con scelta di film, documentari, intrattenimento, musica giochi etc. io vedo un film mentre Maurizio preferisce monitorare ora per ora il percorso dell’aereo con il satellitare che ti permette di vedere che luoghi stiamo sorvolando con tutte le info tecniche. Ci offrono anche uno snack di aperitivo e la cena: io opto per pollo con riso e verdure, Maurizio per pesce con verdure entrambi buoni. In previsione di astinenza da ogni forma di alcool per 10 gg ceniamo con vino rosso e birra. Arriviamo puntualissimi a Mascate alle 6.50 (3 ore di fuso orario in avanti: in Italia sarebbero le 3.50) e inizia la nostra avventura in Oman. Per prima cosa facciamo il visto che sappiamo costare omr 5 (euro 12) a testa visto chi ci fermiamo in Oman 10 gg (dagli 11 ai 30 gg sarebbe costato omr 20 cioè circa euro 48). Non ci vogliono accettare la carta di credito, ma visto che noi non abbiamo ancora cambiato la valuta locale e che sappiamo da altri diari di viaggio che è possibile, insistiamo e alla fine ci accettano la carta ma facendoci pagare 1 omr in piu’: 11 anziché 10: pazienza, visto che sarebbe inutile lamentarsi e chiedere spiegazioni lasciamo perdere e andiamo a ritirare la macchina che abbiamo prenotato con la compagnia Interrent – Europe Car attraverso il gia’ ben collaudato sito Autoeurope.com. Abbiamo preso una 4×4 tipo Sukuki Vitara per 10 gg per la cifra di euro 485 comprensiva della copertura assicurativa Super Cover per stare piu’ tranquilli. Al banco della Europe Car ci fanno attendere parecchio prima di portarci la nostra macchina ma alla fine saliamo su una comodissima Nissan X Trail 4×4 di colore bianco (il 95% delle macchine che circolano in Oman sono bianche) con cambio automatico. Il cambio automatico spaventa un pò Maurizio che non l’ha mai usato pertanto chiediamo spiegazioni per la guida all’operatore della compagnia di autonoleggio che ci da alcune dritte e ci rassicura che è tutto molto piu’ easy.
Prima tappa: la grande Moschea, splendido capolavoro dell’architettura islamica moderna dono del sultano Qabus al suo popolo in occasione del 30 anniversario della sua ascesa al trono. Appena parcheggiamo (qualche problema per tirare fuori la chiave che nella macchina automatica puo’ essere tolta solo in modalita’ “P” parcheggio!) mi premuro di indossare una maglia a maniche lunghe e di mettere il velo in testa: attivita’ in cui vengo aiutata molto gentilmente da un omanita che si trova all’esterno della moschea. Incominciamo il giro tra gli esterni ricchi di marmi bianchi tirati a lucido, poi andiamo nell’enorme sala di preghiera principale che ci lascia senza fiato con il suo tappeto persiano che misura 70 m x 60 m e un enorme lampadario appeso al soffitto. La moschea puo’ ospitare fino a 20.000 fedeli. La stanchezza dovuta alla notte insonne e il grande caldo (almeno circa 30 gradi) accompagnati dal fatto che siamo vestiti molto piu’ coperti di quanto necessiterebbe la temperatura, comincia a farsi sentire, ma il posto è cosi bello che continuiamo a girare tra sale interne (togliendoci ovviamente le scarpe) e gli esterni. Passiamo davanti a un punto di ristoro dove veniamo gentilmente invitati ad entrare. Altrettanto gentilmente rifiutiamo un po’ per prevenzione (vorranno venderci qualche bibita fresca, ma non abbiamo rial omaniti con cui pagare) un pò perché “naturalmente” prevenuti verso chi si approccia ai turisti in un paese straniero. Ma alla loro gentile insistenza non riusciamo ad opporci e ci troviamo seduti in una stanza con una piacevole aria condizionata, ci offrono bottigliette di acqua fresca e datteri e cominciano a parlarci dell’Islam e a spiegarci i suoi principi in modo piacevole e molto amichevole. Usciremo dalla stanza dopo una ventina di minuti piacevolmente sorpresi da tanta attenzione e dalle spiegazioni ricevute e con in mano due libricini sull’Islam e una copia del Corano tutti in italiano.
La seconda tappa è la Royal Opera che ammiriamo solo dall’esterno con i suoi splendidi e lucidissimi marmi bianchi e visitiamo l’attigua Opera Galleria con i suoi due piani di negozi di lusso. E’ circa l’una e c’è pochissima gente in giro; in un grande negozio di profumeria veniamo accolti da un gentile commesso che ci fa sedere e molto cerimoniosamente ci offre il loro tipico caffè al cardamomo e i datteri. Siamo stupiti da tanta attenzione; tra l’altro si capisce dai nostri zainetti sulle spalle e i jeans che indossiamo che siamo un po’ fuori posto rispetto a quei negozi così lussuosi, ma veniamo trattati come ospiti di tutto rispetto. Siamo molto stanchi e raggiungiamo il nostro albergo in zona Wadi al Kabir; si chiama Hotel Golden Oasis e l’abbiamo prenotato con Agoda al prezzo di euro 40,52 per una notte comprensivo di prima colazione. L’albergo è molto bello, di un livello superiore rispetto ai nostri standard di viaggio, camera spaziosa, pulita e confortevole e personale gentile.
Dormiamo per un’oretta e poi usciamo per un giro nella zona di Mutrah dove visitiamo il Suq e facciamo un giro a piedi lungo la corniche. Per la cena decidiamo di cercare uno dei tanti ristorantini economici indiani che la LP ci indica essere nella zona di Ruwi, la little India di Mascate. Giriamo parecchio a piedi, di indiani tanti ma di ristorantini nemmeno l’ombra. Notiamo che siamo gli unici turisti in giro e che io sono l’unica donna, ma ci sentiamo al sicuro. Alla fine stanchi e affamati ci fermiamo nell’unico locale che vende cibo (non lo definirei nemmeno ristorantino) e prendiamo a caso quello che è esposto sul bancone vista la difficolta’ di capirci con il gestore del locale che non parla inglese. Alla fine mangiamo delle pietanze a base di verdure e legumi, polpettine di legumi, involtini di carne e verdure e una sorta di fagottino di pane che si è scoperto essere dolce, due pepsi e quando chiediamo di pagare rimaniamo sorpresi: totale OMR 1,30 cioè circa 3.10 euro!
Mercoledì 9 novembre: Mascate – Jebel Akhdar – Nizwa
Dopo una bellissima dormita (il letto è comodissimo con un materasso molto duro, cosa che troveremo in tutti gli alberghi dove andremo) facciamo colazione (uova, zuppa di lenticchie, puree di patate, stufato di carne, formaggio, pane e marmellata, succo d’arancia e caffe) e andiamo al mercato del pesce che si trova a Mutrah. Arriviamo verso le 8.30 consapevoli che il mercato inizia alle 6 e dura fino alle 9 di mattina, quindi troviamo quello che rimane ma che ci rende bene l’idea: tonni e pesci di media stazza appoggiati su tappeti per terra o sul retro dei pick up. Gironzoliamo un po’ tra i “banchi” e la puzza di pesce (siamo gli unici turisti) e poi facciamo un giro in macchina lungo la Corniche e ci fermiamo per fare due passi all’interno del bel Al Riyam Park (siamo solo noi!) e visitiamo la baia di Kalbuh; sulle rocce della spiaggetta vediamo decine di granchi. Saliamo in macchina destinazione Nizwa. Facciamo una deviazione per visitare il Jebel Akhdar, a nord est di Niwza, una zona di altopiani e montagne dove è necessario avere un veicolo 4×4. Lungo il percorso c’è una stazione di polizia e le autovetture che non sono 4×4 non le fanno passare. La strada è ripida ma asfaltata e Maurizio fa esperienza con la modalita’ 1 e 2 delle marce automatiche. Arriviamo al Diana’s viewpoint, punto panoramico a strapiombo sulle terrazze sottostanti, non senza qualche difficolta’ perché non ci sono assolutamente indicazioni e dobbiamo chiedere a quelle poche persone che troviamo per strada. Bello, ma nulla di eccezionale, non saprei dire se il tragitto ne valesse la pena. Siamo sempre gli unici turisti in giro… Lungo la strada per arrivare a Nizwa ci fermiamo per prendere un caffè ad un coffe shop che troviamo per strada. Il locale è gestito da un giovane indiano che vive in Oman da 3 mesi e non parla inglese. C’è una Tv gli chiediamo l’esito della votazione del presidente negli Usa ma non ci capisce, sorride ma non risponde. Paghiamo il caffè (100 baisa! Euro 0,24 circa!) e arriviamo al forte di Nizwa risalente al XVII secolo. L’ingresso costa 500 baisa a persona e giriamo per circa 2 ore. Dalla cima si vedono le piantagioni di datteri che si estendono attorno alla città sullo sfondo dei monti Hajar. Bello! Prendiamo possesso della camera al Majan Guest House, albergo prenotato con Agoda al costo di euro 110,50 per due notti compresa la colazione. Albergo carino, pulito, camera spaziosa e personale molto cordiale e gentile (consigliato).
Nel tardo pomeriggio torniamo a Niwza città, facciamo un giro per il suq e ceniamo in un ristorantino a base di carne di pollo e verdure, le solite 2 pepsi al costo di omr 2,90 (euro 6,70). Dopo cena giriamo ancora un pò nei dintorni e ci troviamo in un negozio che vende solo datteri. Il proprietario è gentilissimo, ci fa assaggiare alcuni tipi di datteri e ci offre il caffe (io che non lo bevo mai di sera non riesco a dire di no); noi non vorremmo fare subito acquisti per non appesantire i bagagli ma dopo tanta cortesia compriamo almeno una confezione da mezzo kg di datteri.
Giovedì 10 novembre: Nizwa– Bahla – Al Hamra – Jebel Shams – Wadi Ghul – Misfat – Nizwa
Forte di Bahla: distante da Nizwa circa 40 km, 30 minuti di macchina. Ingresso: 500 baisa. Bellissimo forte cha abbiamo visitato in poco piu’ di un’ora salendo ed entrando nelle varie sale. Bello e interessante. Pochissimi turisti, troviamo solo la coppia di francesi a cui abbiamo chiesto di farci una foto il giorno prima al forte di Nizwa. Al Hamra: antico villaggio con vecchie case di mattoni crudi a due o tre piani in stile yemenita e ben conservate. Le abitazioni situate nella parte alta del villaggio sono abbandonate. Nella parte bassa c’è una splendida piantagione di datteri dove abbiamo fatto una bella passeggiata.
Jebel Shams: con i suoi 3.075 metri è la vetta più alta del paese. Per arrivarci ci vuole il fuoristrada anche perché ci sono circa 10 km di strada di montagna sterrata da percorrere. Bei panorami e bella esperienza di guida (un po’ impegnativa). Prima di arrivare al Wadi Ghul ci siamo fermati in un punto panoramico dove siamo stati raggiunti da un gruppo di capre che cercava cibo. Le capre le troveremo in ogni posto, anche in spiaggia!
Wadi Ghul: è chiamato anche Grand Canyon d’Arabia perché le sue pareti verticali sono profonde oltre 1.000 metri. Qui abbiamo fatto una passeggiata di una mezzoretta lungo la costa del wadi e ci siamo fermati a mangiare pane e formaggio evitando che si avvicinassero le capre. Nello scendere dal Jebel Shams notiamo degli improvvisati campi da calcio che si trovano “nel nulla” in mezzo alla montagna; sono circa le quattro di pomeriggio e vediamo sul ciglio della strada un ragazzino in pantaloncini e maglietta che si capisce che si sta dirigendo verso il campo da calcio che si vede giù in lontananza dove ci sono gia’ altri bambini. Saranno almeno 3 km di distanza e allora facciamo inversione con la macchina e, preoccupati per il bambino, gli chiediamo se vuole un passaggio fino al campo, ma lui deciso e quasi stizzito ci risponde con un secco NO! Noi proviamo ad insistere un po’, poi più stupiti che offesi andiamo per la nostra strada. Questo episodio ci ha divertito molto.
L’ultima tappa della giornata era prevista per Misfat un villaggio di montagna immerso in piantagioni di datteri che la nostra guida menzionava, per cui nonostante fossimo stanchi e stava per imbrunire una volta tornati a Al Hamra ci siamo diretti a Misfat. Il villaggio è risultato però deludente. Abbiamo fatto ritorno al nostro albergo a Nizwa dove abbiamo cenato sempre a base di menu’ omanita-indiano alla sempre modica cifra di omr 3,10 (euro 7,50) in due. Nel ristorante dell’albergo solo un’anziana turista tedesca, molto giovanile, che viaggiava da sola.
Venerdì 11 novembre:- Nizwa – Al Wasil – Desert Retreat Camp
Stamattina sveglia ore 6:30 perché vogliamo andare al famoso mercato di bestiame che si svolge il venerdi mattina dalle 6 alle 9. Alle 7 siamo vicino al Suk dove si svolge il mercato all’aperto. Centinaia di uomini vestiti con i loro tradizionali abiti bianchi e cappello sono presenti per vendere o acquistare capre o semplicemente per guardare. Ci sono anche alcuni turisti che come noi osservano e fotografano le scene. Ogni tanto si vede anche qualche donna omanita con i suoi lunghi abiti neri e con il viso coperto dal velo e/o dalle tipiche maschere nere. Ogni 100 uomini ci saranno state 2 donne e 4-5 turisti. Facciamo anche un giro per il suq. Torniamo al nostro albergo per fare tranquillamente la colazione e dato che dobbiamo anche cambiare i soldi, cerchiamo invano una banca o un cambio valute; ci indicano un ufficio di cambio in un centro commerciale abbastanza vicino dove troveremo un money transfert –ufficio cambi pieno di indiani che trasferiscono una parte dei loro guadagni alla famiglia che è rimasta in India.
Proseguiamo il viaggio verso Al Wasil, il villaggio alle porte del deserto e le Wahiba Sands. Il tragitto è di circa 170 km di buona strada e arriviamo dopo quasi due ore. Cerchiamo le indicazioni per il nostro campo (Desert Retreat Camp – prenotato con Agoda – al costo di euro 92 per una notte comprensivo di cena e prima colazione), ma non le troviamo; chiediamo ad un omanita per strada che molto gentilmente si offre di telefonare per noi con il suo cellulare al numero che abbiamo sulla prenotazione e ci riferisce che il ritrovo è alle ore 15 davanti al benzinaio che si trova ad un km fuori dal villaggio. Visto che mancano due ore, fa un caldo pazzesco e i pochi negozi che ci sono sono chiusi, decidiamo di fare un pisolo nella nostra macchina sotto l’ombra dell’unica pianta che abbiamo trovato con i finestrini rigorosamente abbassati. Con anticipo ci troviamo all’appuntamento e per le 15.30 partiamo seguendo il pick up del proprietario del campo che trasporta sulla sua autovettura una famiglia di tedeschi che alloggerà con noi. Sappiamo che il tragitto dal paese al campo in mezzo alle dune è di circa 18 km ma dopo circa metà percorso ci troviamo praticamente a seguire non più il pick up di fronte a noi, ma una nuvola di polvere in mezzo al deserto che vediamo molto, molto, lontano. Accidenti: noi abbiamo aspettato 2 h e mezza in paese e lui non ci aspetta nemmeno qualche minuto per farci strada in mezzo alle piste del deserto. Quando alla fine arriviamo al campo troviamo gli altri ospiti che viaggiavano davanti a noi che stanno gia’ bevendo caffè al cardamomo con datteri e banane seduti in terra alla maniera beduina al riparo di una grande tenda aperta. Subito dopo aver preso possesso della nostra confortevole tenda (grande letto matrimoniale con zanzariera, tavolino e attaccapanni; per terra tappeti) a cui si trova annesso il bagno in muratura, senza tetto, comprensivo di wc, lavandino e doccia, raggiungiamo il proprietario con il quale avevamo concordato un giro sul suo fuoristrada nelle dune alte del deserto. Il giro è si è rivelato bellissimo ed emozionante; il nostro autista ci ha fatto divertire facendo spericolate corse sulle dune: una in particolare è stata molto andrenalinica e il costo elevato del giro ( euro 60 per 1 ora ) è stato ampiamente ripagato. Ci siamo fermati per ammirare e fotografare il tramonto da una duna alta. Al nostro rientro al campo ci siamo emozionati a salire a piedi su una grande duna e a scendere velocemente sprofondando nella sabbia alta. Doccia (centellinando l’acqua) e cena beduina insieme agli altri ospiti sotto una grande tenda. Prima di ritirarci nelle nostre tende ci hanno offerto il the davanti ad un bellissimo falo’.
Sabato 12 novembre: Al wasil – Wadi Bani Kalid – Sur
Ci alziamo presto perché vogliamo vedere sorgere l’alba tra le dune. Che bello spettacolo! Alle 7 colazione, facciamo i bagagli, salutiamo e ringraziamo il nostro gentile ospite. Ci siamo trovati veramente bene. Prima di tornare ad Al Wasil facciamo dei giri con il nostro fuoristrada e le ultime foto alle splendide dune. Prossima tappa Wadi Bani Kalid distante circa 50 km, 45 minuti, dal villaggio di Al Wasil. E’ un wadi molto bello e facile da percorrere a piedi: facciamo una passeggiata di circa 20 minuti e ammiriamo le formazioni rocciose e la lussureggiante vegetazione che è alimentata da una sorgente di acqua naturale che sgorga tra le rocce e che forma delle vasche dove si puo’ fare il bagno. Oggi è sabato e c’è abbastanza gente per gli standard omaniti: alcuni turisti e alcuni locali. Seguendo le indicazioni della LP io faccio il bagno con indosso una maglia a maniche lunghe ma ci sono turiste che entrano in acqua con il costume. L’acqua è limpida e il paesaggio stupendo, sembra di essere nel film Laguna Blu. Io poi trovo il giusto compromesso: faccio il bagno in costume e appena esco mi avvolgo nel telo per coprirmi. In acqua ci sono numerosi pesciolini che ti pizzicano i piedi: non avevo mai fatto il fish pedicure! A malincuore torniamo alla macchina e arriviamo a Sur dove ci fermeremo tre notti e sarà la base per varie escursioni. A Sur abbiamo alloggiato al Sur Hotel prenotato con booking.com e che si è rivelato un’ottima sistemazione. A parte il basso prezzo (40 omr, circa 97 euro per 3 notti senza colazione), l’albergo, pulito e accogliente, si trova nel centro del suq di Sur e i gestori sono particolarmente simpatici e gentili. Ceniamo al Sur Sea Restaurant che è consigliato dalla nostra Lp e si trova dietro il nostro albergo: ordiniamo un pesce fritto e un pesce cucinato all’indiana (masala fish) ci arrivano due pietanze di pesce diverse ma molto buone, accompagnate da verdure crude, salse e riso speziato. Oltre alle solite due pepsi ci concediamo anche un buon frullato di melograno (molto coltivato nella zona): il conto di 4,70 omr ( poco piu’ di 11 euro) non ci torna ma visto che siamo stati soddisfatti e vista l’esiguita’ in euro della differenza che avremmo dovuto pagare, facciamo finta di niente e paghiamo.
Domenica 13 novembre: Sur – Wadi Tiwi – White Beach di Fins – Sur
Oggi andiamo al Wadi Tiwi che si trova nell’entroterra a circa un’ora di strada da Sur risalendo lungo la costa verso Mascate. E’ raggiungibile con un fuoristrada e bisogna percorrere una strada stretta e molto ripida che attraversa un villaggio che sembra abbandonato perché non si vede nessuno. Ad un certo punto ci imbattiamo in un camion tipo della spazzatura che arriva in senso contrario. Il ragazzino che lo guida cerca di aiutarci per fare manovra, ma poi molto gentilmente si mette alla giuda della nostra autovettura per fare la manovra che gli permette di far passare il camion. A questo punto, abbastanza preoccupati della ripidità e della strettezza della strada, facciamo dietro front e parcheggiamo la macchina in uno slargo più in basso e proseguiamo a piedi. La strada è ripida anche a piedi e decidiamo che non vale la pena proseguire anche perché le uniche persone che incontriamo sono un omanita con tre turiste che ci sconsiglia di proseguire perché il panorama avanti è identico e ci consiglia di andare al vicino Wadi Shab. Noi l’abbiamo in programma per il giorno successivo, per cui decidiamo di spendere il resto della giornata alla Spiaggia Bianca di Fins a circa 15 km da lì. Nello scendere verso la macchina io ho un forte attacco di mal di pancia, mi guardo intorno preoccupata di come fare e miracolosamente vedo una bella porta di in edificio con scritto WC. Non ci posso credere: è un villaggio deserto, non c’è anima viva, case abbandonate con sole piante di banano intorno e io trovo un Wc (pulitissimo) al posto giusto al momento giusto! La White Beach di Fins è veramente bella e inoltre oltre a noi c’è solo una coppia con fuoristrada e tenda che dopo un pò va via e un gruppo di tre amici anche loro con tenda. Facciamo il bagno e una bella passeggiata sulla sabbia. Dopo un riposino facciamo un’altra passeggiata verso l’altro lato della spiaggia verso delle formazioni rocciose e visto che nel frattempo è arrivata la bassa marea troviamo un’infinità di granchi che scappano via al nostro arrivo per poi ricomparire dopo un po’. Quel tratto di costa è pieno di stelle marine e ricci di mare: uno spettacolo, sembra di stare in una riserva naturale.
A meta’ pomeriggio torniamo a Sur e dopo una doccia e un kebab partiamo verso Ras Al Jinz distante circa 45 minuti di strada da Sur dove abbiamo prenotato dall’Italia su internet un’escursione notturna alla riserva delle tartarughe. L’appuntamento è per le 20.30; noi arriviamo molto prima e siamo nel primo gruppo. Prima di arrivare alla spiaggia ci danno delle spiegazioni circa l’attivita’ della riserva e la vita delle tartarughe. Siamo in bassa stagione per la deposizione delle uova e c’è anche luna piena (sono proprio i giorni in cui la luna sara’ piu’ piena e vicina alla terra: la notte clou è prevista per domani), tutte condizioni non favorevoli per l’avvistamento delle tartarughe, ma siamo fortunati e ne vediamo due, grandi, mentre lentamente ricoprono la buca dove hanno deposto le uova e tornano nell’oceano indiano. Ci fanno anche vedere due piccole tartarughine di 15 gg che lasciano andare e prendono faticosamente la via del mare. Siamo consapevoli che è stata quasi un’ “attrazione” turistica ma ugualmente contenti di aver fatto questa esperienza.
Lunedì 14 novembre: Sur Wadi Shab e dintorni – Sur
La giornata di oggi è stata quasi interamente dedicata al Wadi Shab che sappiamo essere abbastanza impegnativo ma molto bello (anche se io ho preferito il più lussureggiante Wadi Bani Kalid). In effetti il percorso a piedi prevede di camminare in salita tra rocce spesso scivolose e piantagioni di alberi passando da una parte all’altra della gola. E’ circa un’oretta di cammino e con la mia proverbiale “agilità “ arrivo abbastanza “provata”. L’ultimo tratto è percorribile attraversando il fiume un po’ a piedi e un po’ nuotando visto che in alcuni punti l’acqua è profonda e non si tocca. Lasciamo pertanto i nostri zaini e i vestiti nascosti tra le rocce e guadiamo il torrente con le nostre scarpette da scoglio e la borsa a tenuta stagna dove teniamo la macchina fotografica e i soldi (non sapendo quanto terrà la borsa impermeabile decidiamo di lasciare i ben piu’ preziosi cellulari -che usiamo anche come navigatore off line- negli zaini confidando nella risaputa onestà degli omaniti e nella buona sorte). Un po’ nuotando un po’ camminando arriviamo fino all’ingresso di una grotta parzialmente sommersa dall’acqua dove si deve passare attraverso una piccola fenditura dove ci passa solo la testa. Io decido che per me può bastare cosi e pian pianino torniamo indietro. Recuperiamo la sacca a tenuta stagna che ad un certo punto abbiamo dovuto lasciare su una roccia e torniamo ai nostri zaini, contenti della conferma dell’onestà del popolo omanita. Il percorso del ritorno risulta più facile dell’andata anche se alcuni pezzi li faccio molto poco elegantemente “scendendo di sedere” per non scivolare anche memore della caduta a cui abbiamo assistito, quando eravamo in acqua, di una turista che è scivolata sulle rocce senza per fortuna farsi male (forse una premonizione per quanto mi aspettera’ una volta tornata a Milano?). Vorremmo concludere il pomeriggio con un paio d’ore di spiaggia, ma siamo molto stanchi e non troviamo una spiaggia che ci soddisfi, pertanto ci limitiamo a scattare alcune foto alle spiagge che vediamo e torniamo a Sur. Oltre alla cena che spendiamo al già conosciuto Sea Sur Restaurant (questa volta a base di montone e pollo) la serata è dedicata agli acquisti di scarpe da ginnastica che le sere precedenti avevamo visto nei negozi del suq e delle quali avevamo inviato le foto ai nostri cari a Milano per i quali abbiamo fatto acquisti su commissione. In queste sere siamo entrati in quei negozi diverse volte per verificare disponibilita’ di modelli e numeri di scarpe ogni volta che ricevevamo indicazioni via whatapp dai nostri cari. Incrociamo le dita che gli acquisti soddisfino i gusti e le dimensioni esatte dei piedi di tutti e torniamo in albergo non senza prima aver bevuto il caffè al cardamomo gentilmente offerto dai gestori dell’albergo e mangiato i loro datteri. Stasera ci è capitato un episodio particolare: siamo andati all’ufficio cambi vicino al nostro hotel e abbiamo chiesto di cambiare 100 euro. Le operatrici erano molto gentili e sorridenti ma abbiamo aspettato circa 15 minuti! Alla fine ci hanno chiamato e ci hanno consegnato i rial. Ho notato subito che erano di più di quanto dovevano essere e, istintivamente, siamo usciti di corsa. Con calma in albergo li abbiamo contati: invece di 40, 50 erano 81 rial: il doppio!!! Abbiamo tentennato un po’ ma alla fine è prevalsa l’onestà e siamo tornati indietro e glieli abbiamo restituiti. Loro non se ne erano nemmeno accorti perché avevano conteggiato 200 euro anziché 100. Stupiti ci hanno ringraziato. Penso che se fossimo stati in un paese meno “ospitale” ce li saremmo tenuti, ma un paese come l’Oman se lo meritava questo gesto.
Martedì 15 novembre: Sur – Bimmah Sinkhole – Qurayat – Mascate
Prima di lasciare Sur ci aggiriamo nei negozi del suq per approvvigionarci del pranzo. In questi giorni a Sur facciamo colazione in camera con caffè solubile e biscotti utilizzando il bollitore e tutto l’occorrente disponibile in camera per cui, contrariamente agli altri giorni dove alle 7 di fatto pranziamo, a meta’ mattina incominciamo ad avere un pò di fame. In una vicina bakery, che abbiamo cercato in avanscoperta la sera prima, acquistiamo cinque invitanti involtini di pasta sfoglia ripieni di carne e verdure che si riveleranno molto buoni al costo totale di 700 baisa ( euro 1,70). L’acqua fresca con la mia organizzazione non manca mai (negli alberghi abbiamo sempre il frigorifero con cella del ghiaccio e io porto sempre con me una piccola borsa frigor). Arriviamo di buon’ora al Parco di Hawiat Najh (ingresso gratuito) dove si trova il famoso Bimmah Sinkhole .E’ una singolare dolina calcarea lunga 40 metri per 20 raggiungibile da una lunga ma comoda scalinata. L’acqua è di colore verde-azzurro ed è un piacere fare il bagno per lo meno nella parte dove si tocca perché all’improvviso la pozza diventa profonda e le acque oscure non invitano a scendere in profondita’. Qui non indossiamo le nostre inseparabili scarpette da mare perché la pozza è piena di piccoli pesciolini che si attaccano ai piedi e anche alle gambe e ti punzecchiano: un fish pedicure del tutto naturale in un ambiente fantastico. Quando arriviamo troviamo solo un gruppo di italiani con i quali ci troviamo a parlare: loro si sono appoggiati a Casa Oman che anche noi avevamo contattato su FB ma che avevamo poi deciso di scartare in quanto ci saremmo appoggiati a loro solo per una giornata e non ne valeva la pena. Usciti dal parco di fermiamo in una vicina spiaggia. Come spesso capita siamo le uniche persone: gli esseri umani piu’ vicini sono le capre che ci guardano a distanza mente passeggiano al di la della spiaggia. Maurizio ovviamente si fa una bella nuotata mentre io preferisco cercare conchiglie, coralli e fare foto.
La prossima tappa prima di arrivare a Mascate è Quarayat , una incantevole cittadina di pescatori. Sappiamo che c’è un bel forte da visitare, ma preferiamo dedicarci alla spiaggia sabbiosa di colore scuro che si estende per molti chilometri. Come sempre siamo gli unici esseri umani sulla spiaggia ad eccezione di un paio di pescatori in lontananza che stanno sistemando le reti da pesca. Ci rinfreschiamo facendo un bel bagno (Maurizio piu’ di uno!) e quando decidiamo che è l’ora di riprendere la strada cominciano ad arrivare un nugolo di ragazzini che si sono dati appuntamento per una partita di calcio sulla spiaggia. A Mascate abbiamo prenotato per le ultime due notti al Nuzha Hotel Apartaments in zona Ruwi (su booking 2 notti con prima colazione omr 38, circa 92 euro), tra tutte le sistemazioni è sicuramente quella che ci ha soddisfatto di meno. A parte l’ingresso, nuovo ed elegante l’appartamento è vecchio e da ristrutturare. La camera è come sempre molto grande e pulita, cosi come il bagno, ma necessiterebbe di una ristrutturazione. La cucina è molto vecchia e probabilmente l’unica cosa che funziona è il microonde; la colazione è compresa (e si rivelerà una bella sorpresa) e per cena mangiamo fuori quindi per noi non è un problema. Dopo una doccia facciamo un giro lunga la corniche che è addobbata e illuminata a festa visto che tra tre giorni sarà festa nazionale per il 46 anniversario di regno dell’amatissimo sultano Qabos . Tutto il paese da giorni è addobbato e pieno di bandiere e coccarde con i tre colori dell’Oman: rosso verde e bianco. Case e negozi sono decorati come fosse Natale e la capitale è illuminata a festa. Nella ricerca di un posto non turistico dove mangiare attraversiamo il suq gia’ visitato la settimana precedente, facciamo qualche acquisto (incenso, calamite, occhiali) e ci fermiamo a magiare in un locale all’aperto dove si sente un invitante profumo di carne grigliata. L’ambiente è cordiale e ci sono solo locali ben vestiti, ci sediamo e chiediamo il menu; il simpatico cameriere che ci serve ci risponde: “Sono io il menù” e visto che è chiaro che non capiamo niente di quello che ci propone alla fine ci dice: “Vi porto io, fidatevi, vi faccio spendere 4 omr in totale, va bene?” Noi ovviamente accettiamo e possiamo decidere solo per le solite due pepsi. Mangeremo una zuppa, un misto di verdure crude accompagnate da due tipi di salse di cui una buonissima all’aglio e un vassoio zeppo di carne arrostita (montone, capra, pollo) adagiata sul loro tipico pane arabo. Mangiamo fino a scoppiare e quello che non riusciamo a mangiare lo facciamo finire nello zaino per l’indomani a pranzo. Il costo totale della cena sarà senza sorprese euro 4,40 (comprensivo delle pepsi). Torniamo a casa molto soddisfatti e contenta di portare sempre con me un pò di Brioschi per digerire.
Mercoledì 16 novembre: Mascate – Hal Qurm – Mascate
Dopo una gradita colazione (zuppa di lenticchie, zuppa di fagioli, wuster di pollo, involtini fritti di pasta sfoglia ripieni di carne e verdure, crocchette di patate, formaggio, frutta, dolcetti, succo d’arancia e caffè!) andiamo nella zona di Qurm dove ho letto sulla LP che c’è un’interessante esposizione del PDO Petrolium Development Oman, la societa’ petrolifera omanita alla quale si deve il rapido sviluppo delle infrastrutture del paese. La mostra, PDO Oil e Gas Exibition si rivelera’ estremamente interessante e ben organizzata, ci trascorreremo ben due ore e mezza in realta’ poche per quello che la mostra puo’ offrire ma la stanchezza e soprattutto il gran freddo (l’aria condizionata è altissima) hanno la meglio. Anche per chi non è particolarmente interessato all’industria del petrolio e delle energie in genere, questa mostra risultera’ fantastica con il suo percorso interattivo da seguire e le numerose e spettacolari spiegazioni circa l’estrazione del petrolio e tutto quanto è connesso. Molto bella anche la sezione dedicata al planetario e alla terra. Tranne per una coppia di turisti che abbiamo visto all’inizio anche qui eravamo gli unici ospiti in tutta l’immensa struttura. E pensare che ne è valsa proprio la pena e l’ingresso era gratuito!
La giornata è proseguita con una lunga sosta alla spiaggia di Qurm che si estende per diversi km da Mascate verso il nord lungo la Qurm Nature Reserve. Noi ci siamo fermati all’inizio, vicino al Crowne Plaza Hotel ed eravamo in compagnia solo di una turista. Bella la spiaggia e il mare che dopo un paio di ore si è ritirato con la bassa marea e ha lasciato sulla sabbia migliaia e migliaia di piccole conchiglie bianche e rosa. La mia attivita’ principale è stata di raccoglierne alcune per portarle a casa come souvenir e per fare qualche lavoretto (come al solito finiranno dimenticate in un cassetto). Il sole si sta abbassando e mentre percorriamo un tratto di spiaggia in macchina vediamo un sacco di ragazzi e uomini che con le piu’ disparate divise di calcio si dirigono verso la spiaggia per giocare a calcio. Ci fermiamo divertiti ad osservarli: anche a me che non interessa per niente il calcio piace guardarli mentre si allenano o giocano in un contesto paesaggistico cosi’ bello: è proprio vero che basta un pallone per riunire e far divertire persone cosi diverse tra loro (e con abbigliamento cosi diverso!). Di ritorno verso l’albergo decidiamo di andare a vedere una parte della città vecchia: ammiriamo da fuori il palazzo del Sultano e facciamo una passeggiata nei dintorni rimandando alla giornata successiva la restante parte. Per la cena ci dirigiamo verso Souq Ruwi St e ci fermiamo al primo ristorantino che ci ispira. Mangiamo sulla strada l’ultima cena locale e torniamo in albergo soddisfatti.
Giovedi 17 novembre: Mascate – Malpensa
E’ il nostro ultimo giorno in Oman e alle 8 stiamo già caricando le valigie sulla nostra macchina per l’ultimo giro nella zona di Al Bustan e la citta’ vecchia. Per prima cosa però ci fermiamo in un centro commerciale (Lu Lu) e spendiamo tutti i rial che ci sono rimasti acquistando alcune confezioni di spezie, una marmellata di datteri e un dolce a base di datteri che ci è piaciuto molto. Acquisti simili li avevamo gia’ fatti qualche gg prima e ora decidiamo di azzerare i nostri contanti in valuta locale in quanto l’ultima spesa che dovremo fare è il pieno di benzina che faremo prima di arrivare all’aeroporto e che decidiamo di pagare con la carta di credito. Andiamo poi al Al Bustan Palace, un sontuoso albergo circondato da bei giardini curati fatto costruire per ospitare il vertice del Consiglio di Cooperazione del Golfo che si è tenuto nel 1985. Il suo gigantesco atrio sormontato da una cupola è visitabile e rimaniamo sorpresi da tanto splendore. Veniamo fermati da un gentile omanita che ci invita a parlare in una zona dell’atrio offrendoci caffè e datteri. Ci parla delle loro tradizioni e dell’Islam e vuole sapere di noi, da quanto siamo sposati (??) , dei nostri figli. Con il nostro abbigliamento e lo zainetto sulle spalle non possiamo certo essere scambiati per ospiti del lussuoso albergo, ma è comunque molto gentile con noi. Facciamo poi un giro per il vicino porto turistico di Marina Bandar Al Rowdha (come spesso capita siamo da soli!) e poi andiamo all’ultima tappa: il Muscate Gate Museum che si trova a metà strada tra la corniche e la citta’ vecchia. Il museo (gratuito e siamo gli unici visitatori) è molto interessante ma noi ci dedichiamo solo 30 minuti perché abbiamo i tempi stretti. Da questo punto si possono ammirare anche dei bei scorci panoramici e ne approfittiamo per scattare le ultime foto. Diretti verso l’aeroporto ci fermiamo qualche km prima per fare il pieno della benzina visto che dobbiamo riportarla con il serbatoio pieno e qui ci capita l’unico imprevisto di tutto il viaggio. La stazione di servizio Shell accetta solo contanti, protestiamo ma inutilmente. Ci dicono che prima dell’aeroporto c’è una stazione Oman Oil che accetta le carte di credito. Ci andiamo, facciamo il pieno, ma sorpresa: le nostre mastercard non funzionano: sarà perché qui non hanno la lettura con il microchip ma solo “la strisciata”? A malincuore ci dirigiamo verso il bancomat attiguo alla stazione di servizio, ma sorpresa: le nostre carte non sono accettate! rivolgersi alla propria banca. Panico! Ci dicono che c’è una banca vicino: ci andiamo di corsa a piedi ma qui non fanno cambio di valuta. Torniamo di corsa alla stazione di benzina: oltre al problema oggettivo è anche una questione di tempo perché tra poco piu’ di 3 ore il nostro volo parte! Proponiamo di pagare con i pochi euro rimastici anche lasciando piu’ del necessario senza avere indietro il resto, ma l’operatore che è un uomo indiano continua a sorriderci ma non si preoccupa del nostro problema e continua a fare benzina alle macchine in coda. Chiediamo di parlare con un responsabile, ci sorride ma non ci da retta. Non sappiamo proprio come fare! A questo punto accade una cosa strana: l’uomo seduto in macchina che sta facendo fare benzina alla propria autovettura parla con l’operatore e gli chiede quanto dobbiamo pagare: sono 6 omr e 100 baisa (quasi 15 euro) e li paga insieme al suo conto. Rimaniamo senza parole. Commossa per il suo gesto lo ringrazio caldamente cercando di dargli i nostri euro che lui non vuole, riesco solo a dargliene 10 euro all’ultimo momento. Lo ringraziamo di nuovo e scappiamo verso l’aeroporto. La consegna macchina è ok ( a parte un supplemento di tasse locali non previsto per il quale nonostante le nostre proteste abbiamo dovuto pagare e questa volta la carta di credito ha funzionato !!). Il viaggio di ritorno è piacevole: sono 7 ore e mezzo di volo che trascorrono velocemente tra un film e l ‘altro. Arriviamo a Malpensa in perfetto orario e, come previsto, ci aspetta un bel freddo umido e la pioggia.
Riepilogo dettagli costi x 2:
Volo diretto a/r Oman Air: 780,40
Noleggio 4×4 per 10 gg: 485,29
Alberghi (quasi tt con prima colazione): 447
Benzina: 105 circa
Visti, tasse aeroporto, ingressi, barca, giro dune, tartarughe, parcheggio Malpensa = 124
Cene, acquisti alimentari: 113
Spese personali: 83
Costo totale con spese personali: euro 2.137,29 : 2= euro 1.069 a testa