Dieci giorni in Marocco, tra souk, dune e oceano
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22 Settembre 2010
Partenza da Pisa con volo Ryanair e destinazione Fès. Arriviamo alle 14.00 all’uscita dall’aeroporto troviamo ad aspettarci l’autista dell’hotel, che con 150 Dh ci porta a destinazione. Dopo circa 20 minuti arriviamo alla città vecchia, scendiamo dall’auto e imbocchiamo uno dei tanti vicoli di Fès. La prima impressione è indescrivibile: odori e rumori di ogni genere, ma nonostante tutto mi infonde tranquillità e pace… sarà l’orario! Mi passa di fianco un mulo, carico di chissà cosa e, finalmente, dopo almeno 10 minuti di camminata con il nostro bagaglio a mano sulle spalle, arriviamo alla nostra futura casa per i prossimi due giorni, la Pension Sekaya, uno dei pochi riad economici all’interno della medina. Ci accoglie un uomo, lo stesso che ci aveva risposto alla mail di prenotazione; mentre ci offre un tè alla menta (vietato rifiutare!) e una bottiglia d’acqua minerale, ci spiega com’è fatta la città vecchia, le due vie principali e la strada per tornare a casa. Un po’ perché siamo emozionati, un po’ perché parla a bassa voce (strano, eh?!), ma non stiamo a sentire come avremmo dovuto. La stanza è pulita, ma il bagno, e soprattutto, la doccia, sono un po’ fatiscenti; in ogni caso, mi aspettavo di peggio, perciò mi va bene così! Tempo mezz’ora e siamo già fuori ad esplorare Fès-el-Bali (così viene chiamata la città vecchia), con i suoi vicoli stretti, i suoi odori, ma soprattutto i suoi souk: la medina, infatti, è tutto un susseguirsi di bancarelle e mercanti che cercano di venderti qualcosa. Ma oggi non compriamo niente, vogliamo solo goderci questo magnifico posto. Entriamo in un negozio che vende pellame; il proprietario ci fa salire sul tetto, avendo premura di darci un rametto di menta a testa… inizialmente non capisco, ma una volta arrivati in cima si fa tutto più chiaro! La puzza delle concerìe è davvero tremenda! Il negoziante, che parla in inglese, ci spiega che la pelle viene tratta con gli escrementi di piccione, che consente di togliere il sangue. Dopo le foto di rito (il panorama è stupendo!) decidiamo di proseguire il nostro giro. La guida consigliava di prendere una guida locale, ma noi abbiamo deciso che volevamo viverla così, scoprendola poco a poco, ad ogni angolo una sorpresa… e non ce ne siamo pentiti! Siamo stanchi e per la cena ci affidiamo alla nostra guida cartacea… mangiamo e beviamo in terrazza le tajine e il tè alla menta più buoni di tutti il viaggio! Finita la cena, ci dirigiamo verso la nostra pensione… sembrava facile, ma ahimè, non riusciamo proprio a trovare la strada! È solo grazie ad un bambino con la maglia di Ronaldo che riusciamo a tornare!
23 Settembre 2010
Oggi faremo visita alla città nuova: domani vogliamo partire per Ouzoud, e l’agenzia degli autobus Ctm sta proprio lì. Prendiamo un taxi e, dopo varie peripezie stradali, arriviamo sani e salvi. Guardiamo gli orari e compriamo i biglietti per la mattina dopo. Dopo aver pranzato prendiamo di nuovo il taxi per tornare a Fès-el-Bali: con nostra incredulità il tassista passa il suo tè alla menta ad un altro tassista, di fianco, entrambi in movimento! Mi prende un bello spavento, ma il loro sorriso e la loro allegria fanno passare tutto. Nel souk della medina ho deciso di comprarmi una borsa e il mio ragazzo un paio di ciabatte di pelle. Risultato: mi accaparro una borsa in pelle a 18 euro, e le ciabatte a 16 euro! Ovviamente, abbiamo contrattato, come da usanza marocchina, altrimenti li avremmo pagati almeno il quadruplo! In giro per il souk appena i mercanti capiscono che siamo italiani cominciano a parlarci di Totti… qui è conosciutissimo! E poi scopriamo che quasi tutti hanno un parente/conoscente in Italia, e che loro stessi ci sono stati almeno una volta nella vita. Ceniamo a Fès-el-Bali, su un tavolino fuori, proprio su una delle vie più frequentate: è incredibile la folla di gente che si può vedere. Dopo esserci passati davanti tre cavalli, con rispettivi fantini, tutti agghindati (forse una rappresentazione?!) il cameriere ci intona “L’italiano” di Cotugno in versione araba… non ci sono parole per descrivere ciò che abbiamo provato! Finita la cena torniamo al riad (domani ci aspetta un’alzataccia!) e, questa volta, ritroviamo la strada!
24 Settembre 2010
Prendiamo l’autobus Ctm e arriviamo a Beni Mellal dopo pranzo. Il bus era comodo, peccato per l’aria condizionata veramente troppo alta! Ecco a cosa servivano le coperte che tutti quei viaggiatori marocchini avevano con sé! Per fortuna l’autobus fa una sosta, per cui riusciamo a prende le felpe per riscaldarci. Arrivati a Beni Mellal ci dirigiamo verso la stazione dei grand-taxi: da qui, vogliamo infatti andare alla Cascate di Ouzoud, dove abbiamo prenotato una stanza al Riad Cascades d’Ouzoud. La ricerca del taxi si fa più complicata del previsto: il grand-taxi, infatti, parte solo se al completo (ben 6 persone, più il guidatore, in una veccia Mercedes!), e a quanto pare Ouzoud non è una meta comune per i locali. Alla fine si riesce a trovare un ragazzo che va lì vicino… così lui paga la sua quota e noi paghiamo per quattro. Io e il mio ragazzo ci sediamo nell’unico sedile passeggero anteriore, mentre l’altro ragazzo si siede dietro. Durante il tragitto, però, il tassista si ferma più volte a caricare altra gente, col risultato che, nonostante avessimo pagato per quattro, ci siamo ritrovati in taxi al completo. Arrivati ad Ouzoud, inutile spiegare il nostro stupore! Un posto davvero bellissimo… facciamo il check-in e l’albergatore ci propone la loro guida per fare il giro delle cascate. Il prezzo è troppo alto per le nostre tasche, per cui decidiamo di fare da soli. Effettivamente, la strada è ben segnata e non c’era bisogno di una guida per percorrerla! Durante la camminata verso le cascate abbiamo l’occasione di incontrare diverse bertucce, assolutamente non curanti di noi… che spettacolo! Le cascate sono una meraviglia, bisogna esserci per capirne la bellezza. Decidiamo di sederci a mettere un po’ in ammollo i piedi. L’acqua è a dir poco fredda ma, nonostante ciò, c’è chi fa il bagno! Torniamo al riad per una doccia veloce e usciamo subito per la cena: durante la passeggiata del pomeriggio abbiamo visto un posto carino dove poter mangiare e decidiamo di andare lì. Con soli 5 Dh mangiamo tre piatti e beviamo acqua e tè alla menta: davvero poco per essere comunque un posto turistico! Dopo un gelato torniamo al riad per dormire: domani ci aspetta un altro viaggio… peccato, perché sarebbe stato bello passare un altro giorno in questo posto magnifico!
25 Settembre 2010
La notte, per me, non passa bene: ho dolori allo stomaco e non dormo mai. Sono sicura, non è qualcosa che ho mangiato… succede quando si viaggia! Così, invece di prendere l’autobus Ctm fino a Marrakech, vista la mia notte in bianco, decidiamo di affittare un grand-taxi, pagando quindi per 6 persone. Ce lo prenota il ragazzo dell’hotel, ma ci assicuriamo che il taxi non carichi su altre persone: sto male e voglio arrivare a Marrakech al più presto. Destino vuole che il tassista è lo stesso dell’andata, che dopo aver ricevuto la predica dall’albergatore, la rigira a noi, spiegandoci che in Marocco si fa così. Il viaggio procede bene, e arriviamo a Marrakech nel pomeriggio. Una volta arrivati ci dirigiamo subito verso la nostra prossima sistemazione: il riad Marrakiss. La stanza è davvero bella, direi impeccabile. Dopo un po’ di riposo decidiamo di uscire. Purtroppo non abbiamo molto tempo per visitare la città, ma riusciamo comunque a fare un giro nel souk (niente in confronto a quello di Fès!), un piccolo acquisto e poi a cenare nella bellissima piazza Djemaa-el-Fna. Piena di baracchini con uomini che cucinano e altri che cercano di convincerti a mangiare proprio lì. Devo dire la verità, è stressante! Voglio solo leggere in pace i menu e poi scegliere: alla fine ci fermiamo in uno stand soprattutto perché sfiniti dalla ricerca… sono davvero tanti! Nonostante la spietata concorrenza, è bello vedere come ognuno scherzi con il vicino “concorrente”… sembrano divertirsi! Dopo un breve giro serale torniamo al riad. Domani mattina presto, infatti, verrà a prenderci il nostro autista con il suo 4×4, per un tour di due giorni e una notte tra le dune dell’Erg Chegaga, a due ore da M’hamid, località ai confini con l’Algeria.
26 Settembre 2010
Il ragazzo arriva puntuale. Ci accompagna in un bancomat a ritirare i soldi per pagare il tour (190 Euro a persona, ma ne è valsa la pena!) e li consegna a quello che credo sia il titolare dell’agenzia. Abbiamo prenotato per e-mail, con l’agenzia Sahara Services, consigliata dalla guida Lonely Planet, il tour M I. Questo prevede la partenza da Marrakech e arrivo a Zagora, passando per la bellissima Valle del Draa. È davvero stancante fare tutta questa strada in due giorni, ma è l’unica soluzione per chi, come noi, ha pochi giorni a disposizione ma vuole vivere il Marocco in tutti i suoi aspetti. Durante il viaggio vediamo paesaggi spettacolari, passando anche per il punto più alto del nord-africa (Tizi n’Thichka). Facciamo una sosta presso uno dei pochi bar presenti sulla via e con l’occasione visitiamo anche una cooperativa di donne che lavorano l’argan. Decido di acquistare una saponetta, poiché il solo bagaglio a mano non mi permette di portare liquidi… peccato! Ci rimettiamo in viaggio fino all’ora di pranzo: ci fermiamo in un riad ad Ouarzazate, la Hollywood del nord-africa. Il pranzo è compreso nel prezzo del tour, a noi spetta solo pagare le bevande. Ripresa la marcia, ci fermiamo solo per fare scorta d’acqua in vista della notte nel deserto. Una volta arrivati al riad, il nostro autista ci saluta, mentre ci viene offerto tè alla menta, dicendoci che passerà a prenderci la mattina dopo. Saliamo così su un altro 4×4, che ci porterà, finalmente, alle tanto bramate dune. Purtroppo arriviamo al tramonto, così non abbiamo molto tempo per vedere il deserto alla luce del sole: sarà per la mattina dopo. Il vento è tanto e noi, per fortuna, avevamo comprato dei foulard da regalare ai nostri parenti: così Mohamed ci avvolge il foulard attorno al capo, per coprirci dal vento e dalla sabbia: sembriamo dei tuareg anche noi! Dopo una breve passeggiata torniamo all’accampamento, dove veniamo accolti con della musica dal vivo e, indovinate un po’, tè alla menta! Per fortuna che sono un’amante della menta, altrimenti non so proprio come avrei fatto… Mangiamo in tenda tajine cucinate dai ragazzi tuareg, insieme ad altri turisti: una coppia di olandesi, una di americani e un ragazzo norvegese che, a quanto, pare, sta nel deserto da almeno una settimana. Chiediamo a Mohamed come fanno ad orientarsi nel deserto… ci risponde “With the Gpt! Global Positioning Tuarerg!”. La serata si svolge fuori, attorno al fuoco e sotto il cielo stellato che, nonostante le nuvole, fa comunque il suo effetto. I ragazzi suonano, cantano e ballano: c’è un’atmosfera fantastica, probabilmente il momento più magico del viaggio. Il mio ragazzo prova a suonare i bonghi, ma nonostante la sua buona volontà non c’è gara! Così, a turno, intoniamo una canzone tipica del nostro Paese: noi, colti alla sprovvista, decidiamo di cantare Bella Ciao e, con stupore, notiamo che anche Mohamed e gli altri la conoscono e cantano con noi! È ora di andare a dormire e ognuno si dirige verso la propria tenda. Peccato che non è come quella vista su internet, ma un po’ più sporca e con qualche buco qua e là. Sentiamo dei rumori e dei versi strani e, a dire la verità, io ho un po’ paura… non ho mai sentito versi del genere, e l’accampamento delle guide è un po’ distante da noi! Nonostante tutto riesco ad addormentarmi e, la mattina dopo, capisco che quei versi erano dei dromedari….
27 Settembre 2010
Dopo la colazione servita in tenda, con caffè, pane e marmellata, saliamo suoi nostri dromedari e ci dirigiamo verso il riad dove ci aspetta la nostra guida: arriviamo dopo due ore di camminata e la mia schiena non vede l’ora di scendere! Il viaggio di ritorno è pieno di curve, come quello di andata, ma ora, sarà la stanchezza, le sento di più. Decido di tenere gli occhi chiusi, e mi sa proprio che mi addormento (per quanto possibile, vista la guida spericolata del nostro autista!). Sono in dormiveglia, ma ogni tanto sento il mio ragazzo escalmare “eeehhh!!” e rubarmi la macchinetta fotografica per scattare delle foto: il panorama fa quest’effetto! Arriviamo a Marrakech nel tardo pomeriggio e questa volta alloggiamo al Dar al Hamra. Sono stanca e ho voglia di riposarmi, ma la stanza dell’hotel non è pulitissima, soprattutto il cuscino e le lenzuola! Peccato, non ci voleva proprio dopo un viaggio del genere, ma mi arrangio comunque… d’altra parte siamo stati molto fortunati con i riad precedenti! Dopo una cena veloce a Djemaa-el-Fna torniamo a dormire… domani si affronta un nuovo viaggio, questa volta verso Agadir: un po’ di sole e spiaggia è quello che ci vuole!
28 Settembre 2010
Questa volta il condizionatore dell’autobus si sente meno, ma io mi sono comunque tenuta la felpa per sicurezza. Il viaggio è più breve dei precedenti. Arriviamo ad Agadir nel primo pomeriggio e, questa volta, prenotiamo un hotel al momento, consigliato dalla guida. Tempo di sbrigare le pratiche di prenotazione della camera che siamo già sulla spiaggia sotto il sole cocente: non ci credo! Ci hanno rifilato un lettino a testa, in mezzo a tanti altri lettini con altrettante persone: devo dire che non me la immaginavo così. Agadir è la città meno marocchina e più occidentalizzata tra quelle che abbiamo visto durante il nostro viaggio. Da lontano avvistiamo un pezzo di spiaggia quasi completamente vuota e decidiamo che il giorno dopo, anziché andare a Sidi Ifni (peccato, ma un altro viaggio non potevamo reggerlo!), ci saremmo andati a godere un po’ di relax. Per oggi ci accontentiamo di una passeggiata in riva all’oceano… inutile dire che il tramonto è davvero spettacolare, con il sole che cade a picco sull’acqua, che sembra volere inghiottirlo. Dopo una doccia ceniamo in uno dei tanti ristoranti presenti sul lungomare… la cena è ottima, i prezzi sono più alti rispetto a come siamo stati abituati durante il viaggio, ma comunque abbordabili. L’atmosfera, invece, non ha niente a che vedere con il baracchino di Djemaa-el-Fna o il tizio che intonava “lasciatemi cantare…” in arabo: sembra quasi di non essere più in Marocco o, almeno, quel Marocco che abbiamo visitato nei giorni scorsi.
29 Settembre 2010
Come promesso, oggi si passa una giornata di relax sulla spiaggia, ma nella zona che avevamo adocchiato il giorno prima. Dopo almeno 15 minuti di camminata arriviamo: qui sembra di stare in un altro luogo, un’altra Agadir rispetto a quella di qualche metro prima. Passiamo tutto il giorno lì, concedendoci un bagno nelle gelide acque dell’oceano… per me è la prima volta! Ci godiamo di nuovo il tramonto e io non posso smettere di scattare foto: voglio immortalare al meglio questo momento di estrema bellezza, consapevole che non capita tutti i giorni di assistere ad uno spettacolo del genere! Semplicità e maestosità in un unico paesaggio…
30 Settembre 2010
Ci alziamo tardi, con un senso di malinconia che ci pervade: felici di aver vissuto un’esperienza del genere e, soprattutto, di essere riusciti a rispettare la tabella di marcia (a parte, purtroppo, Sidi Ifni), ma dispiaciuti di dover tornare alla vita di tutti i giorni. Avremmo voluto avere più tempo per visitare il Marocco, perché è un Paese che ne merita effettivamente di più, ma ripartiamo promettendoci di tornare a visitare tutto ciò che ci siamo persi! Così, zaino in spalla, ci dirigiamo con un taxi verso l’aeroporto di Agadir: il volo EasyJet parte alle 18.50, per arrivare a Milano alle 23.30 circa. Dopo una notte in aeroporto prendiamo il primo autobus disponibile per la stazione e, da qui, il primo treno per Bologna: siamo di nuovo a casa.